INAUGURAZIONE DELL'ESPOSIZIONE DELLA BIBBIA CAROLINGIA DISCORSO DEL CARD. TARCISIO BERTONE, Abbazia benedettina di San Paolo fuori le mura
E' un onore per me inaugurare questa esposizione nella millenaria e venerabile Abbazia benedettina di San Paolo fuori le mura che, per la prima volta nella storia, presenta al pubblico e ai numerosi pellegrini che si recano sulla tomba di San Paolo questa preziosa Bibbia del IX secolo. Vedo con piacere i lavori compiuti dall'Abbazia per rendere ancora più coinvolgente e significativa l'esperienza di chi entrerà ad ammirare il prezioso codice miniato commissionato da Carlo il Calvo e custodito con grande cura dai monaci benedettini da circa mille anni, dal tempo, cioè, in cui il santo papa Gregorio VII lo affidò alla loro cura e alla sicurezza di questo luogo, che a quel tempo era lontano dalla città e fuori dalle sue mura. Ringrazio il Rev.mo Padre Abate di San Paolo fuori le mura per le parole di benvenuto che ha voluto rivolgermi e con lui tutti i benedettini di questa Abbazia che dal VIII secolo sono i custodi della tomba di San Paolo e i promotori della liturgia che ogni giorno da secoli si celebra ininterrottamente in onore dell'Apostolo delle Genti. È particolarmente significativo che l'esposizione avvenga in questo anno così importante del bimillenario della nascita di San Paolo indetto dal Santo Padre Benedetto XVI e che sta portando tanti frutti spirituali in una più profonda riscoperta delle lettere paoline e della Parola di Dio così importante per la vita di ciascun cristiano. Abbiamo iniziato questa inaugurazione in modo, direi, monastico, con la celebrazione dell'ora sesta; con la preghiera che ci indirizza al vero significato di questa esposizione che è un momento certamente importante a livello culturale e artistico, specie per i tanti studiosi e conoscitori di questo codice che avranno la possibilità di ammirarlo nella sua bellezza, ma che vuole essere primariamente un momento di sosta, di riflessione davanti alla Parola di Dio, non solo intesa come libro, oggetto-bibbia, ma soprattutto come Parola viva, efficace, capace di vivificare le nostre stesse esistenze. I monaci benedettini e tutti coloro che in Basilica si avvicinano a San Paolo e ai suoi scritti attraverso la liturgia monastica scoprono in modo particolare la preziosità di questo dono. Il Santo Padre Benedetto XVI, che concluderà proprio in questo luogo l'anno paolino il prossimo 29 giugno, non manca mai di ricordare a tutti noi l'importanza della Parola di Dio. Nella sua meditazione per l'apertura del Sinodo dei Vescovi lo scorso 6 ottobre, dedicato appunto alla Parola di Dio, il Papa ha detto: «la Parola di Dio è il fondamento di tutto, è la vera realtà. E per essere realisti, dobbiamo proprio contare su questa realtà. Dobbiamo cambiare la nostra idea che la materia, le cose solide, da toccare, sarebbero la realtà più solida, più sicura». L'augurio è che l'esposizione della Bibbia carolingia sia per ciascun visitatore l'occasione di vivere o almeno intuire ciò che il Papa ci ha detto, e il fatto che ci è offerta la possibilità di costruire la nostra casa sulla roccia e non sulla sabbia, ben sapendo che la roccia, la Parola di Dio, il Verbo di Dio stesso, è Gesù Cristo, l'unico capace di sostenerci durante le tempeste che inevitabilmente si abbattono sulle nostre vite e di offrirci quella dolcezza e quel riposo, quella pace a cui tutti aneliamo. Proprio questo desiderio di pace ci accomuna tutti e ci unisce anche a coloro che hanno creato questa opera d'arte sacra per celebrare Dio e la sua Bellezza. Sulla quarta di copertina del catalogo edito dall'Abbazia per questa occasione si legge, infatti, una frase tratta dal magnifico Prologo della Bibbia carolingia riportato per intero nello stesso catalogo: «Qui è il cibo dolce, qui la manna, vero pegno. Non dimenticare di ristorarti e di godere a questo pasto tu che vuoi conoscere Cristo». Questo era l'invito e l'anelito del monaco scrittore del IX secolo e questo è l'invito che Gesù stesso attraverso la Chiesa offre a noi tutti che sentiamo quell'anelito profondo che ci spinge a cercare ininterrottamente il volto di Dio. La vita monastica benedettina nella Chiesa ricorda proprio questa chiamata che è rivolta a ciascun cristiano, anzi a ciascun uomo e donna, nessuno escluso. Tra pochi istanti benedirò i locali in cui si svolgerà la mostra e che dopo il 29 giugno saranno usati dalla comunità monastica come "Spezieria", secondo l'antica tradizione benedettina, e lo farò chiedendo insieme a voi a Dio il dono di saperlo ascoltare. San Benedetto inizia la sua Regola con l'invito «Ascolta...» e il trovarsi di fronte alla bellezza della Bibbia carolingia e della Parola di Dio aiuterà certamente i visitatori a riscoprirsi "ascoltatori" della Parola e pellegrini in quel sentiero che porta ciascuno di noi alla scoperta dell'amore immenso di Dio.
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