VISITA UFFICIALE IN BIELORUSSIA DELL'EM.MO CARD. TARCISIO BERTONE, CELEBRAZIONE DELLA SANTA MESSA INCONTRO CON I SACERDOTI E I RELIGIOSI 21 giugno 2008
Signor Cardinale, Dopo lÂÂincontro di ieri a Pinsk nella Cattedrale dedicata allÂÂAssunzione della Beata Vergine Maria, ci troviamo oggi qui, in questa storica città di Grodno, che è uno dei sei capoluoghi di regione della vostra amata Nazione. Ci incontriamo in questa magnifica Cattedrale dedicata a san Francesco Saverio per pregare insieme, per condividere insieme le speranze e le preoccupazioni della vostra Diocesi, che non si stanca di operare con ogni energia nella ricerca di nuove vie per portare lÂÂannuncio evangelico agli uomini di oggi. La mia presenza tra di voi è segno dellÂÂaffetto paterno del Santo Padre il quale vi saluta, vi benedice e vi incoraggia a proseguire nel vostro impegno di fedeltà a Cristo e alla Chiesa, un cammino segnato da sempre più generosa testimonianza cristiana. AnchÂÂio vorrei esprimervi il mio saluto affettuoso. In primo luogo saluto il Pastore di questa Diocesi, Mons. Aleksander Kaszkiewicz, Presidente della Conferenza Episcopale, al quale sono grato per le parole di saluto che mi ha indirizzato. Saluto poi nuovamente il Cardinale Kazimierz Świątek, che ho avuto già la gioia di incontrare; saluto i Presuli presenti con una menzione speciale per il Nunzio Apostolico. Un saluto deferente rivolgo alle Autorità civili della città di Grodno, unitamente e quelle dellÂÂomonima provincia e regione. Saluto tutti voi, cari sacerdoti impegnati a diffondere con gioia in questa porzione del Popolo di Dio la parola di verità, che porterà senzÂÂaltro frutti maturi nella vita delle generazioni future. Un saluto speciale rivolgo ai voi, cari seminaristi, che rappresentate la speranza e il futuro di questa diletta Chiesa di Grodno, con un ricordo riconoscente per i vostri insegnanti e formatori. Dedichiamo questo nostro incontro in modo speciale a pregare perché possiamo essere fedeli alla nostra vocazione al sacerdozio e alla vita religiosa. Lo facciamo chiedendo lÂÂintercessione del giovane san Luigi Gonzaga, che la liturgia propone oggi alla nostra attenzione. La sua esistenza fu permeata interamente dalla grazia e dallÂÂamore divino, e si è consumata nel servizio appassionato dei fratelli, specialmente dei poveri e degli ammalati. Nella sua breve, ma intensa vicenda terrena, si avverte la freschezza del Vangelo divenuto vita vissuta. San Luigi Gonzaga fu un autentico testimone di Cristo, un fulgido esempio di santità, un maestro da seguire, un modello da imitare, una figura di santità che continua a provocare specialmente i giovani del nostro tempo, divisi tra lÂÂintima tensione a dare un significato pieno alla vita e le mode superficiali della cultura individualistica e del consumismo edonista serpeggianti nel mondo. Colpisce in lui innanzitutto la preghiera; già a 12 anni aveva deciso di dedicare 5 ore al giorno alla meditazione. Lui, che riusciva bene negli affari, si dette assai più allo studio, alla preghiera, alla carità: mirava fin da piccolo alle missioni e al martirio. Scoppiò la peste e Luigi si prodigò talmente che la contrasse e ne morì. Catechista coi ragazzi, premuroso con i poveri e i malati, fatto tutto a tutti: la Chiesa lo indica come modello e protettore dei giovani che vogliono vivere la propria fede in Cristo. Come il divino Maestro, anche Luigi è diventato ÂÂsegno di contraddizioneÂÂ: lasciò gli onori e le ricchezze pur di trovare Cristo, il vero tesoro per cui vale la pena di spendere la propria vita, e lo trovò nella preghiera e nella carità. Ci ricorda così che per portare a compimento lÂÂardua missione di essere messaggeri del Vangelo negli spazi moderni, è necessario anzitutto mantenere una costante comunione con Gesù, contemplandone incessantemente il volto nella preghiera, per servirlo poi con ogni energia nei fratelli, soprattutto quelli bisognosi sia materialmente che spiritualmente. La santità di san Luigi Gonzaga, che oggi la Chiesa ci propone come modello da imitare, è bene descritta dalle letture che sono state pocÂÂanzi proclamate. Nella Prima, san Paolo esprime la gioia per il tesoro, per il quale ha lasciato perdere tutto: "Quello che poteva essere per me un guadagno, - egli afferma - l'ho considerato una perdita a motivo di Cristo. Anzi, tutto ormai reputo una perdita di fronte alla sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore". Lui stesso, Paolo, "afferrato da Cristo" non ha esitato ad abbandonare tutto per correre verso la meta, che è conoscere, possedere Cristo. Quale esempio, quale incoraggiamento per noi attratti spesso da altre mete, alla ricerca di altri tesori con lÂÂillusione talora di cercare Lui! Non avviene così quando, nel nostro ministero, ci accontentiamo di appagarci di umani riconoscimenti e superficiali soddisfazioni? Quanto è facile perdere di mira l'unico vero tesoro che merita la nostra attenzione! Lasciamoci, cari fratelli e sorelle, cercare e conquistare da Cristo soltanto! Scrive uno scrittore moderno: ÂÂio voglio camminare per cercare DioÂÂ, mentre santÂÂAgostino affermava riferendosi a Cristo: ÂÂNon ti avrei mai trovato se non ti avessi mai cercatoÂÂ. La nostra vita,specialmente la vita di un consacrato al servizio del Vangelo, è un viaggio per seguire le tracce di Dio presenti nella propria esistenza. LÂÂodierna pagina del Vangelo ci parla di un tesoro nascosto in un campo capace di riempirci di gioia, di un tesoro che non è fatto di cose, ma è una persona: Gesù Via, Verità e Vita. Chi lo trova vende tutto per possederlo. Cari sacerdoti e care persone consacrate, raccogliamo lÂÂinvito che la liturgia oggi ci rivolge. Il Signore sa quanto impegno ognuno di voi pone per rimanere fedele alla propria vocazione e vi incoraggia a non temere le difficoltà: fidatevi sempre di Lui! Nuovi traguardi apostolici attendono la Chiesa che è in Grodno; arduo è il lavoro pastorale e vasto il campo in cui operare. Ma siatene certi: la priorità è che voi per primi siate amici di Cristo, veri suoi discepoli, per attrarre con lÂÂesempio quanti sono affidati alle vostre cure pastorali sul sentiero della santità, santità che è amore: amore per Dio e amore per i fratelli. Solo in questo modo, lavorando sempre in comunione con il vostro Pastore e tra di voi, potrete, voi sacerdoti condurre il popolo cristiano verso ÂÂi nuovi cieli e la terra nuovaÂÂ, di cui parla la Scrittura (cfr Ap 21, 1; 2 Pt 3, 13). Il Santo Padre Benedetto XVI, proprio allÂÂinizio del suo pontificato, ci ha insegnato che nella Chiesa, mistica vigna del Signore, dobbiamo lavorare con lÂÂattitudine di servi, servi umili e generosi. Sia cura di ciascuno di voi coltivare questo stile di servizio. Trasmettetelo con lÂÂesempio ai vostri collaboratori, ai seminaristi, ai giovani appassionandoli ad abbracciare la causa della salvezza delle anime. Coltivate le vocazioni sia al sacerdozio che alla vita consacrata promuovendo una pastorale vocazionale organica e sistematica, che parta dalle famiglie e dalle comunità parrocchiali, come prime e insostituibili formatrici dei candidati al sacerdozio e alla vita consacrata. In particolare, non vi stancate di esortare i genitori a discernere ed accettare i segni della vocazione nellÂÂanimo dei loro figli. È vero: lÂÂintera comunità cristiana è chiamata a pregare e ad agire nel concreto affinché "il Padrone della messe mandi operai per la sua messe" (Lc 10, 2). Ma è domandato specialmente al Vescovo e ai sacerdoti di prestare costante attenzione ai germi di vocazione che il Signore anche oggi semina in tanti giovani cuori. Per lÂÂannuncio del Vangelo impegnate, cari fratelli e sorelle, ogni vostra energia. LÂÂevangelico granello di senapa deve essere seminato oggi per diventare, a suo tempo secondo i piani misteriosi della Provvidenza di Dio, un albero grande. Con affetto mi rivolgo a voi, cari seminaristi. Il vostro entusiasmo giovanile, lÂÂanelito che nutrite per i valori autentici e lÂÂamore che avete per Cristo, costituiscono un grande motivo di speranza per la Chiesa. Preparatevi con serietà e competenza al servizio pastorale a cui il Signore vi chiama. Dedicatevi seriamente allo studio e collaborate docilmente con i vostri educatori, che incoraggio a proseguire con piena dedizione nella loro delicata opera formativa. In primo luogo, sia vostra comune preoccupazione consacrare molto tempo alla preghiera, imitando lÂÂesempio di san Luigi Gonzaga. Solo così potrete essere autentici uomini di Dio, innamorati del Vangelo e pronti a sacrificare tutto, anche la vita, per Cristo. Ed infine, sursum corda! QuestÂÂinvito alla speranza che il Papa Giovanni Paolo II amava spesso ripetere oggi lo indirizzo a voi, cari Fratelli nellÂÂEpiscopato, cari sacerdoti, cari religiosi e religiose e cari seminaristi. Proseguite nel vostro cammino con serenità e fiducia! Vi guidi Maria, la prima discepola del Cristo, la "Regina degli Apostoli", la Stella della nuova evangelizzazione. Se vivrete il Vangelo potrete anche dare un valido contributo alla rinascita civile e spirituale dellÂÂamata Nazione bielorussa, imprimendo fiducia ed ottimismo ai presenti sforzi per la ricostruzione materiale e morale del vostro Paese. Iddio benedica voi e tutta la Bielorussia!
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