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COMMEMORAZIONE DEI CENTO ANNI DI ATTIVITÀ DELLA SOCIETÀ EDITRICE INTERNAZIONALE (SEI)
DISCORSO DEL CARDINALE TARCISIO BERTONE, SEGRETARIO DI STATO
Torino, Sabato 7 giugno 2008 Signor Amministratore Delegato, cari confratelli Salesiani, gentili Signore e Signori, è per me un vero piacere prendere parte e presiedere lÂÂÂodierna manifestazione commemorativa dei cento anni di attività della Società Editrice Internazionale (SEI) nata, come noto, a casa Ballerini il 31 luglio del 1908, con il nome di Società Anonima Internazionale per la Diffusione della Buona Stampa (S.A.I.D. Buona Stampa). Fin dallÂÂÂorigine, fedele agli orientamenti di don Bosco, essa ha rivestito e continua tuttora a rivestire un ruolo importante nella diffusione del modello pedagogico salesiano, come pure costituisce un apprezzato punto di riferimento nella produzione culturale e nellÂÂÂinnovazione didattica in Italia, e non solo. Le celebrazioni centenarie permettono pertanto di ripercorrere il cammino compiuto sinora, e di guardare avanti con rinnovato entusiasmo per affrontare le sfide pedagogiche e culturali di questa nostra epoca. UnÂÂÂepoca, nella quale, in Italia ÂÂÂ come più volte anche Benedetto XVI ha ripetuto di recente ÂÂÂ ci si trova confrontati a una vera e preoccupante ÂÂÂemergenza educativaÂÂÂ che investe le nuove generazioni e il futuro stesso della nostra società. Altri, meglio di me, possono ripercorrere le varie tappe del centenario che oggi celebriamo: cento anni di storia che mostrano come dallÂÂÂoriginaria Società Internazionale per la diffusione della Buona Stampa (S.A.I.D. Buona Stampa), per decisione degli Azionisti il 19 agosto del 1920, si è passati alla Società Editrice Internazionale (S.E.I) modificandone anche lÂÂÂoggetto sociale. Se prima infatti aveva per oggetto ÂÂÂla pubblicazione di periodici, dei Bollettini Salesiani, letture, opuscoli foglietti e libri morali e religiosiÂÂÂ, ponendo particolarmente lÂÂÂaccento su ÂÂÂBollettini SalesianiÂÂÂ e ÂÂÂLetture CattolicheÂÂÂ, pubblicazione mensile fondata dallo stesso don Bosco nel 1853, e le ÂÂÂletture ameneÂÂÂ, lÂÂÂAzienda poi, diventata SEI, ha accresciuto il suo impegno nel campo librario, soprattutto scolastico, così che il suo oggetto sociale è diventato la ÂÂÂpubblicazione e vendita di libri, periodici e fogli istruttivi ed educativiÂÂÂ. Non è mio scopo addentrarmi nel ricostruire le varie fasi evolutive, che stanno a testimoniare come la SEI abbia cercato di mantenersi fedele agli orientamenti dati dallo stesso nostro Fondatore, il quale volle coinvolgere nel prezioso apostolato della ÂÂÂBuona StampaÂÂÂ la famiglia dei Cooperatori Salesiani, da lui iniziata nel 1876. Alla nascita e allo sviluppo di questa Azienda è stato determinante anche il contributo del primo successore di don Bosco, il Beato don Michele Rua, che ad essa affidò il compito di facilitare ed assicurare una costante regolarità nella redazione e spedizione del Bollettino Salesiano. La costante crescita di questa Azienda editoriale e la diversificazione delle sue produzioni mass-mediatiche ci aiuta a comprendere quanto grande sia stata, nel corso di questi cento anni, lÂÂÂattenzione della Congregazione Salesiana ai mutamenti culturali succedutisi rapidamente nel secolo XX, e pone in luce la sua decisa volontà di fornire agli insegnanti, agli operatori pastorali e agli educatori della gioventù strumenti idonei per affrontare le sfide costantemente emergenti nel campo della formazione cristiana e dellÂÂÂeducazione scolastica dei ragazzi. Fedele allo spirito di don Bosco, la SEI non ha esitato a investire energie e mezzi finanziari in un così delicato settore della vita sociale italiana e di altri Paesi, con risultati da tutti ampiamente riconosciuti ed apprezzati. Oggi siamo qui a rendere grazie al Signore per il lavoro sinora compiuto e per il cammino felicemente percorso. Siamo qui a domandare a Dio di continuare a benedire questa attività che ha cercato di venire incontro alle esigenze dei tempi. Oggi la SEI è una stimata casa editrice affermata nel settore dellÂÂÂeditoria, che utilizza le più moderne tecnologie della comunicazione. Al grato ed orante pensiero che in primo luogo eleviamo al Signore, si unisce subito un sentimento di viva riconoscenza verso tutti coloro che in questo secolo hanno lavorato attivamente per il successo dellÂÂÂimpresa. Quante persone si sono succedute in cento anni! Ricordarle tutte sarebbe impossibile: mi limito a menzionarne alcune: dal Beato don Rua a don Luigi Bistolfi e al coadiutore salesiano Giuseppe Caccia, Amministratore Delegato e Direttore Generale per un quarantennio sino al 1959, quando per motivi di salute dovette lasciare lÂÂÂincarico e fu sostituito dal Confratello Giacomo Pagliassotti, nominato Consigliere Delegato, allÂÂÂing. Aristide Micco, Direttore Generale dal 1966, che avviò la riorganizzazione dellÂÂÂAzienda adeguandola alle esigenze dei tempi mutati, a don Francesco Meotto, nominato lÂÂÂanno dopo Direttore Editoriale. Ricordo bene la collana dei ÂÂÂclassiciÂÂÂ antichi, sui quali ho compiuto gli studi umanistici, la «Corona Patrum Salesiana», e le fortunate ÂÂÂFirmeÂÂÂ scoperte da Don Meotto, come Sergio Zavoli o Vittorio Messori. Un grazie cordiale esprimo agli attuali vertici e a quanti lavorano oggi nella SEI e, in modo speciale, al Dott. Ulisse Jacomuzzi, Amministratore Delegato, che mi ha cortesemente invitato alla presente manifestazione celebrativa. A tutti e a ciascuno ho lÂÂÂonore e la gioia di trasmettere il saluto e la benedizione di Sua Santità, Benedetto XVI, che assicura la sua preghiera e si unisce spiritualmente a questo solenne atto commemorativo. In questa significativa circostanza, il Sommo Pontefice si compiace per i risultati conseguiti ed incoraggia la SEI a camminare verso nuovi traguardi. Egli auspica che, con la sua produzione comprendente un vasto e articolato campo editoriale, che spazia dalle materie umanistiche a quelle artistiche e tecnico- scientifiche mostrando sempre unÂÂÂattenzione primaria alle esigenze didattiche, metodologiche e pedagogiche dei docenti e degli studenti, la SEI continui ad essere, nel vasto campo della produzione mass-mediale, una presenza educativa e creatrice di cultura. Il Papa invita a prestare attenzione in primo luogo alla dimensione popolare e umanistica, seguendo lo stile e gli insegnamenti di don Bosco e della tradizione educativa e pedagogica salesiana. EÂÂÂ questa, infatti, la vostra specificità, il nostro ÂÂÂcarismaÂÂÂ. Don Bosco ÂÂÂpadre e maestro della gioventùÂÂÂ, ÂÂÂun maestro per lÂÂÂeducazioneÂÂÂ. Mi piace riprendere queste definizioni che il Servo di Dio Giovanni Paolo II ripeté più volte nella sua Lettera del 31 gennaio del 1988 allÂÂÂallora Rettore Maggiore della Congregazione, Don Egidio Viganò, in occasione del centenario della morte del nostro Fondatore. Le riflessioni che sullÂÂÂeducazione svolgeva Papa Woitjła venti anni or sono restano attuali; del resto, sulla stessa linea si collocano le esortazioni che Benedetto XVI indirizzò alla nostra Famiglia religiosa in occasione del recente Capitolo Generale. Questa continuità di indicazioni da parte dei Successori di Pietro costituiscono al tempo stesso uno stimolo e un incoraggiamento a restare fedeli al carisma e allo spirito di don Bosco. Nella citata Lettera, Giovanni Paolo II afferma che ÂÂÂSan Giovanni Bosco, in questi nostri tempi difficili, continua ad essere maestro, proponendo una ÂÂÂnuova educazioneÂÂÂ che è insieme creativa e fedeleÂÂÂ (n. 13). E Benedetto XVI, nel messaggio da lui inviato ai partecipanti al XXVI Capitolo Generale, ricordando che lÂÂÂeducazione costituisce uno dei punti nodali della questione antropologica odierna, afferma che ÂÂÂsenza educazione non cÂÂÂè evangelizzazione duratura e profonda, non cÂÂÂè crescita e maturazione, non si dà cambio di mentalità e di culturaÂÂÂ. ÂÂÂEÂÂÂ indispensabile ÂÂÂ egli aggiunge ÂÂÂ aiutare i giovani a valorizzare le risorse che portano dentro come dinamismo e desiderio positivo; metterli a contatto con proposte ricche di umanità e di valori evangelici; spingerli ad inserirsi nella società come parte attiva attraverso il lavoro, la partecipazione e lÂÂÂimpegno per il bene comuneÂÂÂ. Questa tensione evangelizzatrice, rivolta specialmente ai giovani, rappresenta il carisma di ogni Salesiano e di ogni opera ed attività della Congregazione. Anche la SEI è pertanto orientata a ÂÂÂsalvare le animeÂÂÂ secondo il motto che don Bosco, alla scuola del Cafasso, imparò e fece suo: ÂÂÂDa mihi animas, caetera tolleÂÂÂ. A tal fine, utilizza tutti i mezzi a disposizione per sviluppare il senso critico, estetico e morale nei ragazzi e nei giovani e aiutarli ad accostarsi alla sfera del religioso con consapevolezza e partecipazione. Si tratta di un processo educativo che abbraccia lÂÂÂintera personalità; metodo quanto mai valido pure oggi, dove sempre nuove sfide culturali sollecitano gli educatori a una formazione delle nuove generazioni, che valorizzi i vari complessi aspetti della persona umana. Occorre anzi potenziare lÂÂÂintuizione pedagogica di don Bosco di educare la gioventù alla capacità critica e alla comunicazione. Ecco perché giustamente la SEI ha scelto di impegnarsi con varie produzioni nellÂÂÂeditoria scolastica. Formare i giovani è oggi compito fondamentale nella Chiesa e nella società, dato che si è ormai di fronte ad una vera e preoccupante ÂÂÂemergenza educativaÂÂÂ. Così facendo, voi vi preparate nel modo migliore alle celebrazioni del bicentenario della nascita del Fondatore, che commemoreremo nel 2015, animati dal desiderio di ÂÂÂrendere presente don Bosco tra i giovani del nostro tempoÂÂÂ. Cari amici, don Bosco ci ha insegnato a finalizzare ogni sforzo, ogni attività allÂÂÂunica causa che tutti ci riunisce: salvare le anime, specialmente le anime dei giovani! Ci conceda Iddio di poter realizzare questo programma spirituale ed apostolico nei differenti campi nei quali la Provvidenza ci chiama ad operare. Che di ogni figlio e di ogni figlia spirituale di don Bosco si possa dire quanto il beato don Rua affermava di lui, sintetizzandone lÂÂÂintera esistenza con le seguenti parole: ÂÂÂNon diede passo, non pronunciò parola, non mise mano ad impresa che non avesse di mira la salvezza della gioventùÂÂÂ
Realmente egli non ebbe a cuore altro che le animeÂÂÂ. Grazie al Signore che ha donato san Giovanni Bosco alla Chiesa e allÂÂÂumanità! Grazie a tutti voi che, seguendo le sue orme, ne attuate gli insegnamenti! Intercedano per voi il Fondatore e gli altri nostri Santi e Beati; vi sostenga e vi accompagni soprattutto Maria, Madre della Chiesa ed Ausiliatrice dei Cristiani alla quale ci rivolgiamo con la filiale fiducia di Don Bosco. A Lei chiediamo di essere Madre e Stella della speranza per quanti fanno parte della SEI, per gli educatori e per i giovani. Vi aiuti la Madonna a lavorare attivamente nel campo dellÂÂÂeditoria scolastica cooperando così, in maniera significativa, allÂÂÂevangelizzazione delle nuove generazioni, le generazioni del terzo millennio. |