VISITA DEL CARDINALE TARCISIO BERTONE A CUBA PAROLE DURANTE LA RECITA DEL SANTO ROSARIO Santiago de Cuba, sabato 23 febbraio 2008 Signor Arcivescovo di Santiago de Cuba, A motivo del X anniversario dell'Incoronazione della Virgen de la Caridad del Cobre, come Regina e Patrona di Cuba, compiuta da Giovani Paolo II durante il suo viaggio apostolico a questa Nazione, siamo giunti a questo celebre Santuario mariano per recitare il Santo Rosario. Lo facciamo nel quadro del IV Centenario dell'apparizione della Vergine, nel quale ricordiamo l'amore che la Madre di Dio, manifestò per questa terra e per i suoi figli, quando tre giovani trovarono la sua immagine nelle acque del mare. Oggi, consapevoli della presenza di Maria nella vostra storia, siete voi che la accogliete nei vostri cuori, con l'eco ancora viva delle parole del Papa pellegrino, con le quali vi ha invitato a non avere paura di aprire il vostro cuore a Dio. Con la recita del Rosario impariamo da Maria a contemplare la bellezza del volto di suo Figlio e a sperimentare la profondità del suo amore. È un rammentare, un ricordare, una contemplazione salutare, una meditazione e una supplica. È un ripercorrere la vita di Gesù. Per questo «Maria è stata definita come il libro... sul quale è stata scritta la dottrina del Figlio» (Cardinale Tarcisio Bertone, Omelia nella Messa concelebrata con i Nunzi Apostolici dell'America Latina, 17.2.2007). Il Rosario, la migliore tradizione dell'arte della preghiera, è fortemente radicato nella vita stessa, in quanto illumina il mistero del cuore dell'uomo. Nella recita del Rosario vi è un profondo atteggiamento contemplativo dei misteri della vita del Signore, una meditazione lenta, mentre si sgranano le preghiere a Maria secondo la migliore tradizione dell'arte dell'orazione, e particolarmente benefica in un mondo dominato a volte dalla fretta e dal proliferare di voci che attirano la nostra attenzione. Sullo sfondo delle Avemaria si pone nelle mani della Madre di Dio e Madre nostra tutto ciò che compone «la vita dell'individuo, della famiglia, della nazione, della Chiesa e dell'umanità. Vicende personali e vicende del prossimo e, in modo particolare, di coloro che ci sono più vicini, che ci stanno più a cuore. Così la semplice preghiera del Rosario batte il ritmo della vita umana» (cfr Giovanni Paolo II, Rosarium Virginis Mariae, n. 2). Con i Misteri Gaudiosi abbiamo ricordato questo pomeriggio l'incarnazione e la vita occulta di Cristo. Secondo le parole dell'Angelo, Maria si fece tempio di Dio in un modo unico: fu Madre del Figlio di Dio. «Concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo». Maria, con totale consenso e disponibilità, rispose con quelle parole che ci hanno aperto la porta della salvezza: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto» (Lc 1, 38). Grazie a Lei, donna completamente aperta ai piani di Dio, si compie la venuta definitiva al mondo del Salvatore, l'atteso dei tempi. Per questo tutte le generazioni d'ora in poi la chiameranno beata (cfr Lc 1, 48).. Anche Cristo, entrando nel mondo, dice: «Ecco, Io vengo... per fare, o Dio, la tua volontà» (Eb 10, 5-7). I due «ecco», quello del Figlio e quello della Madre, s'incontrano intimamente nel mistero di salvezza di tutto il genere umano. E anche voi potete partecipare ad esso rinnovando oggi il vostro «eccomi». Così hanno fatto i vostri avi affidando a Dio con la pratica di questa preghiera mariana, la vita e la causa della Chiesa pellegrinante a Cuba. Come in momenti decisivi per la cristianità, si è invocata la Vergine del Rosario come propiziatrice della salvezza, così il popolo cubano, in momenti cruciali della sua storia, si è affidato alla Virgen de la Caridad. Oggi sono venuti fino a questo Santuario giovani di diverse Diocesi, soprattutto di quella che ci accoglie, Santiago de Cuba, e anche dalle Diocesi di Holguín e del Santísimo Salvador de Bayamo y Manzanillo. Cari giovani, grazie per la vostra significativa presenza, che ci parla di un paese giovane con un futuro promettente. Dimostrate alla società attuale che, come ha detto Papa Giovanni Paolo II «si può essere moderni e profondamente fedeli a Gesù» (Preghiera al termine della Cerimonia di Canonizzazione a Madrid, 4.5.2003). Siete gli eredi della memoria delle comunità cristiane che, fra le prove e le difficoltà, hanno saputo trasmettere nel corso della storia la loro fede autentica. Ora spetta a voi essere il presente e il futuro della Chiesa a Cuba. Questo deve incoraggiarvi a crescere ogni giorno di più nella fede e a dedicarvi disinteressatamente, anche a costo di sacrifici, alla causa del Vangelo, e a lavorare a favore di tutti, soprattutto di quanti più ne hanno bisogno, i poveri, gli emarginati, gli esclusi, i malati e anche i vostri coetanei, che in molte occasioni, a causa della loro giovane età, sono i più vulnerabili. Siate voce di quanti non hanno voce. Oggi avete dinanzi a voi nuove sfide, nuovi e numerosi problemi, e anche nuove speranze, soprattutto nei temi che riguardano la dignità della persona e i suoi diritti fondamentali. Difendete la vita dal suo concepimento fino al suo termine naturale e proclamate sempre la verità. La verità sul matrimonio e sulla famiglia, di un valore insostituibile per tutta la società e anche per il vostro popolo. Le famiglie cubane, le vostre famiglie, devono essere esempio di forza nelle prove, e di gioia e di fiducia nel futuro. Non dimenticate mai la missione che il Signore vi ha affidato. Riprendete con fiducia il Rosario fra le mani, riscoprendo il volto di Cristo, e portando il suo amore e il suo Vangelo nella vostra vita quotidiana, nell'università, nel vostro posto di lavoro, nel vostro ambiente e ai vostri amici. Rendete presente con la vostra testimonianza i valori del dialogo e del rispetto reciproco, della solidarietà, della libertà e della pace. Promuovete la speranza e siate disposti a lasciare tutto per seguire Cristo. Ponete sotto la protezione di Maria i vostri progetti. Ella vi accompagnerà nel cammino dell'evangelizzazione come Madre di tutti. Il popolo cubano ha sperimentato sempre i benefici della sua protezione materna. Così ha osservato Giovanni Paolo II dicendo che la storia cubana è costellata di meravigliose dimostrazioni di amore per la sua Patrona. Cari giovani, amati fratelli, continuate a rivolgervi a Lei con serenità di spirito, ma al contempo con audacia apostolica, affinché continui a essere scudo e riparo, come cantate nell'inno. Affido le vostre vite a Maria, venerata con il titolo di Virgen de la Caridad del Cobre. Pongo nelle sue mani le difficoltà e le aspirazioni di tutti i figli di questa amata terra. Che, come in passato, sia Lei a guidare e a sostenere i vostri passi verso il cielo e vi incoraggi a «vivere in modo che nella società regnino sempre gli autentici valori morali, che costituiscono il ricco patrimonio spirituale ereditato dagli avi» (Giovanni Paolo II, Omelia a Santiago de Cuba, 24.1.1998, n. 3)! Che questa preghiera odierna sia per tutti voi motivo di incoraggiamento e di speranza, sapendo che potete contare sulla speciale vicinanza di Papa Benedetto XVI, del quale vi trasmetto l'affettuosa Benedizione Apostolica!
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