LETTERA DEL CARDINALE TARCISIO BERTONE
A Sua Eminenza Reverendissima Signor Cardinale, in occasione del 25° anniversario della pubblicazione della Lettera del Sommo Pontefice Giovanni Paolo II "circa il significato del lavoro prestato alla Sede Apostolica", mi è gradito farmi interprete dei sentimenti di gratitudine del Santo Padre verso di Lei e i collaboratori dell'Ufficio del Lavoro della Sede Apostolica (ULSA) per il generoso servizio che rendono in un settore quanto mai importante della vita della Santa Sede. Sua Santità incoraggia a proseguire nel cammino intrapreso e volentieri coglie l'opportuna circostanza per rivolgere con affetto il Suo pensiero alla vasta comunità lavorativa composta da quanti si prodigano nei vari Dicasteri ed Uffici della Sede Apostolica per il bene della Chiesa universale. Com'è noto, la menzionata Lettera del 1982, indirizzata all'allora Cardinale Segretario di Stato Agostino Casaroli, si soffermava sulle caratteristiche peculiari della singolare comunità di lavoro che è la Curia Romana, ed evidenziava quanto sia importante che tutti i suoi membri coltivino una chiara consapevolezza di ciò che significa partecipare alla «sollecitudine per tutte le Chiese» (cfr 2 Cor 11,28). Dall'altra parte, nella stessa Lettera veniva richiamata la necessità di tenere sempre conto delle esigenze della giustizia e dell'equità, esigenze dettate dal rispetto della dignità della persona di ciascun collaboratore, in conformità alla Dottrina Sociale della Chiesa. Proprio facendo riferimento a queste due prospettive - il singolare carattere di tale Comunità di lavoro e gli insegnamenti della Dottrina Sociale della Chiesa -, sono stati elaborati quei principi, successivamente recepiti dalla Costituzione apostolica Pastor Bonus nel testo normativo (cfr artt. 33-36) e nell'Annesso II, che hanno ispirato la costituzione dell'Ufficio del Lavoro della Sede Apostolica. Scopo di codesto Ufficio a cui Ella presiede è, tra l'altro, promuovere e garantire in ogni settore lavorativo della Sede Apostolica un clima di responsabilità e di partecipazione, facendo sì che tutti si sentano ben consapevoli di essere cooperatori, a vario titolo, del ministero universale del Successore di Pietro. Sua Santità apprezza la dedizione, la competenza e la professionalità con cui operano i responsabili, i dipendenti e i collaboratori dei vari Dicasteri ed Uffici e sa che proprio questa loro quotidiana dedizione Lo aiuta a portare a compimento il servizio affidatogli dal Signore di confermare nella fede i fratelli (cfr Lc 22,32). Egli, pertanto, invita tutti - sacerdoti, religiosi, religiose e laici - a proseguire nel loro impegno, approfondendo sempre più il valore della missione che la Sede Apostolica è chiamata a svolgere e dell'indispensabile apporto che ad essa ognuno deve dare. Tale apporto, oltre alla professionalità e alla dedizione, richiede anche, e in primo luogo, una chiara testimonianza di fede che si esprima in un sincero amore per Cristo, per la Chiesa e per le anime. Per il "personale vaticano" non si tratta infatti di un mero rapporto lavorativo, ma di una vera e propria missione apostolica, da compiere imitando l'esempio di Cristo, che è "venuto non per essere servito, ma per servire" (Mt 20,28). Il Papa Benedetto XVI si augura che questa "vocazione al servizio" spinga tutti, ecclesiastici e laici, a considerare titolo d'onore il poter collaborare con il Successore di Pietro nella guida dell'intero Popolo di Dio e faccia avvertire quanto urgente sia ispirarsi nel lavoro e nella vita al Vangelo. Venticinque anni or sono il Papa Giovanni Paolo II osservava che dobbiamo cercare di sapere di "quale spirito siamo". Soprattutto in questa nostra epoca, che domanda ai discepoli di Cristo il coraggio della fedeltà al Vangelo senza compromessi, mai venga meno nella comunità lavorativa della Sede Apostolica la tensione personale e comunitaria alla santità, che dà senso pieno alla nostra identità di lavoratori al particolare servizio della Chiesa. A tal fine, il Papa assicura la Sua preghiera e, mentre invoca l'abbondanza dei doni della divina assistenza, imparte di cuore a Lei e ai suoi collaboratori, come pure a tutti coloro che prestano il loro benemerito servizio nei vari Dicasteri ed Uffici della Curia Romana e del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano una speciale Benedizione. Unisco il mio personale saluto e volentieri profitto della circostanza per confermarmi con sensi di distinto ossequio dell'Eminenza Vostra Reverendissima Tarcisio Card. Bertone
Dal Vaticano, 19 novembre 2007
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