LETTERA DI GIOVANNI PAOLO II, Giovedì, 30 giugno 1988
Gentile signora. Il Santo Padre ha appreso con compiacimento che dal 2 al 10 luglio prossimo si terrà a Baltimore (USA) la VII Assemblea Generale del MIASMI, a cui prenderanno parte delegati provenienti dai cinque continenti. Sua Santità desidera far giungere a tutti i convenuti il suo saluto ed esprime la speranza che lÂÂincontro valga a ridare al movimento nuovo slancio missionario per annunciare la salvezza di Cristo negli ambienti sociali in cui ciascuno è chiamato ad operare. Tempo propizio, questo, sulla scia ed alla luce della grande consultazione e mobilitazione suscitate dal Sinodo dei Vescovi sulla ÂÂvocazione e missione dei laici nella Chiesa e nel mondo, a venti anni dal Concilio Vaticano IIÂÂ, i cui frutti il sommo Pontefice presenterà presto a tutta la Chiesa in un apposito documento. ÂÂAu coeur de lÂÂinsécurité contemporaine, quelle Bonne Nouvelle annonçons-nous?ÂÂ è il tema che avete scelto per le vostre riflessioni. Il nostro tempo è segnato da profondi turbamenti che causano spesso nei cittadini un senso di profonda insicurezza. LÂÂuomo di oggi è sottoposto ad un processo di continue e complesse trasformazioni, non riesce a controllare ed orientare strumenti e meccanismi che incidono sulla sua vita, avverte più o meno chiaramente le minacce che pesano sulla sua dignità e libertà, assiste al dramma della fame di popoli interi e allo scempio di violenze e di guerre senza fine. Come superare questa situazione di confusione e di smarrimento? Ciò non sarà certo possibile finché non si darà senso e unità alla propria vita personale, finché si subirà passivamente lÂÂinflusso di stimoli di ogni sorta e ci si mostrerà incapaci di un maturo giudizio critico nei confronti della cultura odierna. LÂÂinsicurezza della persona umana nasce da un cuore diviso e alienato, nel quale sta la sorgente del mistero di iniquità, da cui prendono inizio i ÂÂmuriÂÂ che separano e contrappongono gli uomini per motivi razziali o sociali, per ragioni ideologiche o di potere. Quando il cuore non viene sanato, si cerca la sicurezza negli idoli del denaro-consumo, del potere, del piacere effimero, narcotizzando esigenze radicali quali il senso religioso dellÂÂuomo, la sua ansia e nostalgia di Dio, la consapevolezza della propria originaria dignità, la spinta verso la fratellanza e la solidarietà, verso la comunione. È significativo che una certa censura dei mezzi dellÂÂindustria, della cultura e della comunicazione provveda a rimuovere dalla coscienza dellÂÂuomo gli interrogativi più importanti ed inquietanti circa la sua origine, il senso della sofferenza, lÂÂapparente tragica sconfitta della morte, le motivazioni fondamentali di una vita vissuta in pienezza di umanità, nella vera felicità . . . Sicurezza falsa, parziale, insoddisfacente, può essere anche quella di una pratica religiosa limitata ai momenti rituali, come unico complemento ÂÂspiritualeÂÂ di una esistenza vissuta allÂÂinsegna della logica mondana. Più che mai si chiede oggi ai cristiani, a tutta la Chiesa, ai suoi movimenti, associazioni, comunità, di essere pieni di quello slancio missionario, che va incontro agli uomini - là dove essi vivono, lavorano, passano il tempo libero, si confrontano e si scontrano . . . - per testimoniare ed annunziare che, in Cristo redentore, è possibile vivere in una vita nuova e giusta, è possibile ricostruire lÂÂumanità dellÂÂuomo e coltivare la sete di bellezza, bontà, verità che è nel suo cuore. È urgente che egli si riappropri della sua libertà e dignità, per essere protagonista della costruzione di un mondo a misura dÂÂuomo e di tutti gli uomini. Ma, per far ciò, è necessario che lÂÂimpegno nei suoi confronti parta dallÂÂannuncio di Cristo, forza e sapienza di Dio, morto e risorto per la nostra salvezza. In lui cÂÂè la sola risposta certa, piena, ultima alle domande che toccano il bene dellÂÂuomo. Per questo motivo il Santo Padre esorta ciascuno a continuare con rinnovato entusiasmo, nel cuore della convivenza umana, il suo compito di testimonianza annunciando ÂÂil nome, lÂÂinsegnamento, la vita, le promesse, il Regno, il mistero di Gesù di Nazaret, Figlio di DioÂÂ (Pauli IV ÂÂEvangelii NuntiandiÂÂ, 22). In tale prospettiva sua Santità augura a quanti partecipano alla Assemblea di ÂÂcrescere nelle grazie e nella conoscenza del Signore nostro e salvatore Gesù CristoÂÂ (2 Pt 3, 18), affinché egli diventi sempre più ÂÂpietra angolareÂÂ della loro vita, compagnia sicura nel cammino del movimento, forza di salvezza per quanti sono raggiunti dalla sua azione. La presenza di Gesù risplenda nel movimento, perché esso sia segno visibile e fecondo di comunione con lÂÂintero corpo di Cristo che è la Chiesa. È questa la forza che ogni fedele ha nella sua debolezza, la certezza che sostiene la sua ricerca. Occorre non essere mai insicuri nel proclamare questa buona novella. Per grazia di Dio e nella comunione della Chiesa, ciascuno confessi la verità rivelata da Cristo e da lui affidata agli apostoli ed ai loro successori perché la custodiscano e la comunichino a tutti gli uomini. Non ÂÂconquistaÂÂ dellÂÂuomo, quindi, ma dono misericordioso; non sicurezza mondana, ma certezza ricevuta. Di questo dono e di questa certezza ogni cristiano deve sentirsi debitore verso i fratelli. Solo il mistero insondabile della comunione, che si costruisce intorno al proprio Vescovo unito al successore di Pietro, fa sì che la fede non si indebolisca e non si disperda in un mare di interpretazioni e di opinioni soggettive, ma si affermi e cresca sicura, a vantaggio di chi la possiede e di quanti sono raggiunti dalla sua testimonianza. NellÂÂanno dedicato a Maria santissima il sommo Pontefice affida a lei il movimento e prega perché ogni suo membro cresca nella conoscenza di Cristo, nellÂÂascolto della sua parola, nella frazione del pane, nella fedeltà alla testimonianza degli apostoli e dei loro successori, nellÂÂannuncio delle meraviglie che lo Spirito opera nel mondo di oggi e che è compito del cristiano riconoscere e proclamare. Con questi sentimenti il Vicario di Cristo imparte a lei, signora presidente, ed a tutti i convenuti la sua benedizione, pegno del suo affetto ed auspicio di copiosi favori celesti. A. Card. CASAROLI
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