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OMELIA DEL SOSTITUTO PER GLI AFFARI GENERALI DELLA SEGRETERIA DI STATO PER L’APERTURA DELLA NUNZIATURA APOSTOLICA NEGLI EMIRATI ARABI UNITI
Mercoledì, 2 febbraio 2022
Cari fratelli e sorelle in Cristo, sono lieto di essere qui con voi per la celebrazione della Santa Messa in occasione della mia visita ad Abu Dhabi per l’apertura della nuova Nunziatura Apostolica negli Emirati Arabi Uniti. Vi trasmetto volentieri i cordiali saluti e la vicinanza spirituale di Sua Santità Papa Francesco. La presenza fisica di una Nunziatura Apostolica è un segno ulteriore della sollecitudine pastorale del Santo Padre per la gente di questo Paese, specialmente per la comunità cattolica, poiché viene giustamente chiamata la Casa del Papa. A questo proposito, saluto la presenza del vostro pastore, il Vescovo Paul Hinder, Vicario Apostolico dell’Arabia meridionale, e di Monsignor Kryspin Dubiel, Incaricato d’affari della Nunziatura Apostolica. Oggi la Chiesa celebra la festa della Presentazione del Signore e la Giornata mondiale di preghiera per la Vita Consacrata. Questa celebrazione annuale ci offre una bella opportunità per pregare per quanti hanno già risposto all’invito del Signore a servirlo in questa vocazione, nonché per chiedere al Signore della messe di mandare più operai nel campo. Offrendo le nostre preghiere riflettiamo anche sul ruolo importante che la vita consacrata svolge nella missione della Chiesa. Questa terra è stata benedetta dal servizio di molti religiosi e religiose nel corso degli anni, tra i quali il Vescovo Hinder, che appartiene all’Ordine francescano. La vita consacrata serve a ricordare la bontà e l’amore di Dio nostro Padre. Come ha fatto per tutta la storia e continua a fare oggi, il Signore vede ciò di cui hanno bisogno i suoi figli e di conseguenza chiama uomini e donne a servire la Chiesa e la società, ispirandoli ad abbracciare differenti carismi. Nessun carisma è uguale all’altro, ma tutti sono un dono di Dio. Rispondere alla chiamata del Signore a seguirlo e a servire la sua Chiesa non è privo di sfide. Una di tali sfide, che vale per tutte le vocazioni nella Chiesa, è di cedere allo scoramento. Come ha osservato Papa Francesco lo scorso anno durante la celebrazione di questa festa: «A volte, all’entusiasmo del nostro lavoro non corrisponde il risultato sperato, la nostra semina sembra non produrre i frutti adeguati, il fervore della preghiera si affievolisce e non sempre siamo immunizzati contro l’aridità spirituale» (Omelia, 2 febbraio 2021). Di conseguenza corriamo il rischio di perdere la speranza e di domandarci se ne vale la pena. La storia, però, ci insegna che è sempre stato così. Basti pensare al Signore stesso, che è venuto per offrirci la salvezza ma spesso ha incontrato il rifiuto e il fraintendimento, per non parlare del tradimento e della morte. Malgrado tutto, il Signore ha sopportato con pazienza e ha conquistato per noi la corona della vittoria. Dobbiamo guardare al suo esempio, poiché ci offre speranza e incoraggiamento. «Non temere, piccolo gregge — ci ricorda Gesù — perché al Padre vostro è piaciuto di darvi il suo regno» (Lc 12, 32). Nel Vangelo di oggi troviamo anche gli esempi di Simeone e Anna. Credo che anche la comunità cattolica di Abu Dhabi e della Penisola arabica nel suo insieme sia un esempio di pazienza piena di speranza e di vita cristiana. A tale proposito, ricordo le parole di gratitudine che vi ha espresso il Santo Padre durante la sua visita nel 2019 per il modo in cui mettete in pratica il Vangelo scritto (cfr. Omelia, 5 febbraio 2019). Anche voi forse siete un “piccolo gregge”, ma ogni parte del Corpo di Cristo che è la Chiesa ha un ruolo da svolgere. Nessuna parte è migliore o più importante dell’altra. La celebrazione odierna è dunque un’opportunità, per tutti noi, specialmente per i membri della vita consacrata, di riflettere con gratitudine sulla chiamata del Signore a seguirlo e a essere un membro del suo Corpo, la Chiesa. Preghiamo per le benedizioni della perseveranza, della pazienza e della speranza, così da non sentirci scoraggiati anche quando i nostri sforzi non sembrano dare frutto. Andiamo avanti, fratelli e sorelle, come un unico corpo, per dare testimonianza del messaggio salvifico che Dio offre al mondo: un messaggio di buone novelle, pace e speranza; un messaggio di libertà a quanti vivono una prigionia o cecità spirituale; un messaggio che offre verità e unità autentica. Andiamo avanti, e che Cristo nostra luce sia la nostra guida! ______________________ L'Osservatore Romano, Anno CLXII n. 27, giovedì 3 febbraio 2022, p. 8 |