Signora Presidente, a nome della Santa Sede tengo a congratularmi con lei per aver assunto la responsabilità di dirigere i lavori di questa importante Assemblea delle Nazioni Unite per l’Ambiente.
All’inizio dello scorso mese di maggio, la Pontificia Accademia delle Scienze e la Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, in un workshop comune, hanno avuto l’onore di ascoltare il contributo del signor Achim Steiner, sottosegretario Generale delle Nazioni Unite e Direttore Esecutivo del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente. Signor Steiner, Papa Francesco è stato lieto di averLa incontrata e averLe assicurato il sostegno della Santa Sede per la nobile causa dell’ambiente.
Signora Presidente, il 25 maggio scorso a Gerusalemme, il Patriarca Ortodosso di Costantinopoli Bartolomeo e Papa Francesco, in una dichiarazione comune, hanno detto: «Siamo profondamente convinti che il futuro della famiglia umana dipende anche da come sapremo custodire, in modo saggio ed amorevole, con giustizia ed equità, il dono della creazione affidatoci da Dio. Riconosciamo dunque pentiti l’ingiusto sfruttamento del nostro pianeta, che costituisce un peccato davanti agli occhi di Dio. Ribadiamo la nostra responsabilità e il dovere di alimentare un senso di umiltà e moderazione, perché tutti sentano la necessità di rispettare la creazione e salvaguardarla con cura».
È dunque con gioia che salutiamo questa Assemblea delle Nazioni Unite per l’Ambiente che si riunisce per la prima volta a livello mondiale a Nairobi. Oggi tutte le nazioni del mondo sono unite nel trovare le vie e i modi per rispettare la creazione, per salvaguardarla e restaurarla laddove è distrutta. La creazione — il dono di Dio — ci unisce in un lavoro comune. Ecco già un risultato positivo e da incoraggiare.
Una personalità eminente del Kenya — Paese che ospita questa Assemblea — che ha dedicato la propria vita alla pace e alla salvaguardia dell’ambiente, Wangari Maathai, amava dire: «Se Dio avesse creato l’uomo e la donna il primo giorno della creazione, non sarebbero sopravvissuti!». Noi facciamo parte della natura e abbiamo bisogno delle sue risorse per vivere, degli animali e delle piante, comprese le specie a rischio d’estinzione, degli oceani e delle profondità marine, delle montagne e dei ghiacciai, delle foreste e dei deserti, in breve, di tutta la magnificenza della creazione.
Il nostro lavoro è dunque importante.
Voi avete inserito nel programma di questa Assemblea alcuni obiettivi da raggiungere affinché lo sviluppo sia sostenibile nel futuro. La Santa Sede segue i vostri lavori con attenzione. C’incoraggia in modo particolare la vostra preoccupazione di controllare i consumi al fine di ridurre la produzione e preservare le risorse disponibili per le generazioni future. Consumare meglio per produrre meno è certamente una tappa essenziale e positiva. Vi incoraggiamo però ad andare oltre. Viviamo in una società che propone troppo spesso come modello un consumismo incontrollato, un godimento smisurato. Questo modello non può assicurare un futuro sostenibile per tutti; deve essere abbandonato.
Signora Presidente, lei conosce la profonda preoccupazione di Papa Francesco per i poveri e gli esclusi. Al centro dell’impegno delle Nazioni Unite c’è la volontà di sradicare la povertà. Per riuscirci, bisogna salvaguardare la natura e creare un ambiente gradevole in cui vivere, il che è possibile solo con la collaborazione di tutti, senza esclusioni. Le risorse naturali sono per tutti. Purtroppo il sistema economico mondiale attuale, manipolato dalle potenze del denaro, non favorisce questa integrazione di tutti al servizio del bene comune. La nostra società deve essere riformata e deve considerare le esigenze dell’etica nell’economia.
Spronare le imprese e i responsabili finanziari a rispettare l’ambiente è altamente lodevole. Ma noi vorremmo rivolgere più attenzione al terzo pilastro dello sviluppo sostenibile: la dimensione sociale e anche la dimensione spirituale. Ogni uomo e ogni donna, senza esclusioni, — bambino e anziano, povero e disabile — deve potersi sentire nobilitato dalle conclusioni dei vostri dibattiti.
Signora Presidente, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite le ha dato il mandato di proporre le decisioni buone e coraggiose che la comunità internazionale deve adottare. Il futuro dell’umanità – Il Futuro che vogliamo – è nelle mani dei responsabili del mondo intero qui riuniti. Che Dio guidi i nostri lavori!