65a SESSIONE DEI LAVORI DEL COMITATO INTERVENTO DELL'ARCIVESCOVO SILVANO TOMASI, Ginevra
Signora Presidente, Membri del Comitato, Al momento della ratifica, nel 1990, la Santa Sede ha fatto la seguente dichiarazione: «La Santa Sede considera la presente Convenzione come uno strumento lodevole e opportuno che mira alla tutela dei diritti e degli interessi dei fanciulli, che sono “quel prezioso tesoro dato a ogni generazione come una sfida alla sua saggezza e umanità” (...). Nell’aderire alla Convenzione sui Diritti del Fanciullo, la Santa Sede intende manifestare una rinnovata espressione della sua preoccupazione costante per il benessere dei bambini e delle famiglie. In considerazione della sua particolare natura e posizione, la Santa Sede, nell’aderire a questa Convenzione, non intende in alcun modo prescindere dalla sua specifica missione, che è di carattere religioso e morale». La protezione dei bambini continua ad essere un’importante preoccupazione per la società contemporanea e per la Santa Sede. Il rapporto delle Nazioni Unite sulla violenza sui bambini, pubblicato nel 2006, citava stime sconvolgenti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, secondo cui 150 milioni di ragazze e 73 milioni di ragazzi minori di 18 anni «sono stati costretti ad avere rapporti sessuali o hanno subito altre forme di violenza sessuale con contatto fisico» [1]. Anche se contengono un significativo margine d’errore, tali stime non devono mai essere ignorate o eclissate da altre priorità o interessi da parte della comunità internazionale. Inoltre, queste stime non contengono proiezioni sul numero di vittime del lavoro infantile e del traffico di bambini, ai fini sia dello sfruttamento sessuale, sia del lavoro forzato, del commercio di organi o per altri motivi vergognosi. Sebbene si sappia poco della dimensione del problema, nel 2002 l’Organizzazione internazionale del lavoro ha stimato che ogni anno 1,2 milioni di bambini sono vittima di traffico [2] . Persone colpevoli di questi abusi si trovano tra i membri delle professioni più rispettate del mondo, e purtroppo anche tra il clero e altro personale della Chiesa [3]. Ciò è particolarmente grave, poiché tali persone occupano posizioni di grande fiducia e sono chiamate a livelli di servizio intesi a promuovere e a proteggere tutti gli aspetti della persona umana, compresa la salute fisica, emozionale e spirituale. Questo rapporto di fiducia è fondamentale ed esige un senso più elevato di responsabilità e di rispetto per le persone che si servono. Dinanzi a questa realtà, la Santa Sede ha delineato con cura politiche e procedure, volte ad aiutare a eliminare questi abusi e a collaborare con le rispettive autorità statali per combattere questo crimine. La Santa Sede è anche impegnata ad ascoltare con attenzione le vittime e ad affrontare l’impatto che queste situazioni hanno su quanti hanno subito gli abusi e sulle loro famiglie. La stragrande maggioranza del personale e delle istituzioni della Chiesa a livello locale ha fornito, e continua a fornire, una grande varietà di servizi ai bambini, educandoli e sostenendo le loro famiglie, nonché rispondendo ai loro bisogni fisici, emozionali e spirituali. Crimini abnormi di abusi commessi nei confronti di bambini sono stati giustamente condannati e puniti dalle autorità civili competenti nei vari Paesi. Pertanto, la risposta della Santa Sede al triste fenomeno degli abusi sessuali nei confronti di minori si è articolata in diversi ambiti. A livello della Santa Sede, che esercita sovranità sullo Stato della Città del Vaticano, la risposta agli abusi sessuali è stata conforme alla sua diretta responsabilità sul territorio dello Stato della Città del Vaticano. A tale proposito, è stata promulgata una legislazione speciale per attuare gli obblighi legali internazionali, che copre lo Stato e la sua ridottissima popolazione [4]. A livello internazionale, la Santa Sede ha preso misure concrete ratificando la Convenzione sui Diritti del Fanciullo nel 1990. Nel 2000, la Santa Sede ha aderito al Protocollo opzionale sulla vendita di bambini, la prostituzione dei bambini e la pornografia rappresentante bambini, nonché al Protocollo opzionale sul coinvolgimento dei minori nei conflitti armati. La Santa Sede, quindi, promuove e incoraggia questi strumenti internazionali. Allo stesso tempo, la Santa Sede, quale organo centrale della Chiesa cattolica, ha formulato linee guida al fine di facilitare il lavoro delle Chiese locali per sviluppare misure efficaci nella loro giurisdizione e in conformità con il diritto canonico. Le Chiese locali, tenendo conto delle leggi interne dei rispettivi Paesi, hanno elaborato linee guida e vigilato sulla loro attuazione, al fine di prevenire qualsiasi altro abuso o affrontarlo prontamente, in conformità con il diritto nazionale, laddove avviene. I riferimenti ad alcuni esempi di queste misure attuate dalle Chiese locali sono citati al paragrafo 99 del Rapporto periodico della Santa Sede. Per esempio, la Chiesa cattolica negli Stati Uniti ha adottato una Carta per la protezione dei bambini e dei giovani e una serie di misure correlate [5]. Sono state inoltre prese altre iniziative pratiche, come per esempio la realizzazione di corsi online da parte della Pontificia Università Gregoriana a Roma, insieme con l’Università di Monaco, e la promozione di buone pratiche da parte di Ong di ispirazione cattolica, che sono accessibili a livello transnazionale. Il risultato dell’azione combinata delle Chiese locali e della Santa Sede offre una struttura che, propriamente applicata, aiuterà a eliminare il verificarsi di abusi sessuali sui bambini da parte del clero e di altro personale della Chiesa. Data la posizione unica della Santa Sede nell’ambito della comunità internazionale e la presenza delle Chiese locali in tante parti del mondo, la Chiesa cattolica desidera diventare un esempio della migliore pratica in questo importante impegno, così come richiedono gli alti valori e ideali racchiusi nella Convenzione e nei suoi Protocolli. Il Rapporto periodico sulla Convenzione dei Diritti del Fanciullo (crc) della Santa Sede si divide in quattro Parti: la Parte i contiene riflessioni generali, tra cui la natura della Santa Sede quale soggetto di diritto internazionale. La Parte ii risponde alle osservazioni conclusive del Comitato alla Relazione iniziale della Santa Sede, e, in particolare, alle questioni riguardanti le riserve; i quattro principi del Comitato e i doveri e i diritti dei genitori, l’educazione delle bambine, l’educazione sulla salute e l’educazione sulla crc. La Santa Sede parla anche dei principi che promuove riguardo ai diritti e ai doveri del bambini nel contesto della famiglia. La Parte III presenta il contributo dato dalla Santa Sede a livello internazionale per favorire e promuovere i principi fondamentali riconosciuti nella crc in merito a una vasta gamma di questioni riguardanti i bambini (per esempio la famiglia, l’adozione, i bambini con disabilità; salute e benessere; tempo libero e cultura; le misure speciali per proteggere i bambini, comprese le questioni riguardanti gli abusi sessuali, la tossicodipendenza, i bambini di strada e i gruppi minoritari). Infine, la Parte IV affronta l’attuazione della Convenzione nello Stato della Città del Vaticano. L’incontro odierno costituisce un’importante occasione per ringraziare il Comitato per le domande poste. Le Risposte scritte comprendono nuove informazioni sulle iniziative della Santa Sede relative alla promozione di principi fondamentali riguardanti i programmi di assistenza ai bambini vittime di abusi e per la realizzazione di ambienti sicuri. Il Rapporto iniziale sul Protocollo opzionale sulla vendita di bambini, la prostituzione dei bambini e la pornografia rappresentante bambini (opsc) della Santa Sede si divide in sei Parti. La Parte I offre una breve introduzione, comprendente una discussione sulle linee guida del Comitato circa la redazione dei Rapporti periodici. Le Parti II e III spiegano la natura della Santa Sede e ribadiscono le sue tre riserve e la sua dichiarazione in merito alla crc. La Parte IV tratta il contributo dato dalla Santa Sede nell’affermare i diritti del bambino attraverso i discorsi e le dichiarazioni del Santo Padre, indirizzati a tutte le persone di buona volontà, sia credenti che non credenti. La Parte V illustra le attività internazionali della Santa Sede. Infine, la Parte vi affronta l’attuazione dell’opsc nello Stato della Città del Vaticano. Le Risposte scritte forniscono informazioni aggiornate sull’attuazione dell’opsc nello Stato della Città del Vaticano, comprese le modifiche alle sue norme penali, al fine di definire e penalizzare la vendita di bambini, la prostituzione dei bambini e la pornografia rappresentante bambini, come anche altri crimini indicati nell’opsc. Dopo la presentazione delle Risposte scritte, un cittadino dello Stato della Città del Vaticano è stato messo sotto inchiesta per presunti reati sessuali commessi nei confronti di bambini al di fuori del territorio dello Stato della Città del Vaticano. Il Rapporto iniziale sul Protocollo opzionale sul coinvolgimento dei minori nei conflitti armati (opac) della Santa Sede è diviso in quattro Parti. La Parte I è costituita da un’introduzione contenente informazioni fondamentali sulla ratifica e su altre questioni. Le Parti II e III affrontano il ruolo della Santa Sede e presentano le considerazioni riguardanti la crc, comprese le riserve, la dichiarazione e i sette principi fondamentali della politica della Santa Sede rispetto ai bambini. La Parte IV offre una panoramica delle dichiarazioni e delle attività della Santa Sede, che affermano i diritti del bambino e i principi enunciati nell’opac per quanto concerne la prevenzione, il divieto, la protezione, il recupero e la reintegrazione. Il Rapporto sull’opac della Santa Sede contiene poche informazioni relative allo Stato della Città del Vaticano, poiché non ci sono forze armate nel senso tecnico del termine, bensì un corpo di guardie (Guardia Svizzera), che protegge il Papa, e un corpo di polizia (Corpo dei Gendarmi), che garantisce l’ordine pubblico nello Stato. I Rapporti, come già detto, indicano anche sette principi chiave che la Santa Sede promuove quale prospettiva autentica dei diritti e dei doveri del bambino secondo il diritto internazionale. Possono essere così articolati: 1) il bambino ha una dignità inerente come essere umano e come persona umana dal momento del concepimento fino alla morte naturale; 2) i diritti e i doveri del bambino devono essere visti nel contesto della famiglia; 3) il pieno rispetto dei diritti e dei doveri del bambino esige una protezione e una promozione speciali dei diritti e dei doveri della famiglia; 4) il benessere del bambino è responsabilità primaria dei suoi genitori e della sua famiglia e 5) il bambino ha diritti e doveri riguardo alla protezione della sua vita e i genitori hanno i doveri e i diritti corrispondenti di salvaguardare la vita del bambino dal momento del concepimento fino alla morte naturale; 6) il bambino ha il diritto e il dovere di ricevere un’educazione e i genitori hanno i corrispondenti doveri e diritti di educare il bambino; e 7) il bambino ha diritti e doveri riguardo alla libertà di religione, tenendo conto dei diritti e doveri dei genitori di educare il bambino secondo le proprie credenze morali e religiose. Diverse istituzioni della Chiesa cattolica nel mondo si sono impegnate ad assicurare una serie vasta e su larga scala di servizi sociali, sanitari ed educativi vitali, accompagnando così le famiglie nella formazione e nella protezione dei bambini. Basti pensare, per esempio, alla rete di scuole cattoliche, da quelle elementari a quelle secondarie e superiori, gestite dagli ordini religiosi, dalle diocesi e dalle parrocchie locali, che offrono un’educazione vitale e informale a oltre 50 milioni di bambini nel mondo, spesso in aree rurali e tra popolazioni emarginate [6]. Alla fine, non c’è scusa per qualsiasi forma di violenza o di sfruttamento dei bambini. Tali crimini non possono mai essere giustificati, sia che vengano commessi a casa, o nelle scuole, nei programmi comunitari e sportivi, nelle organizzazioni e strutture religiose. È questa la politica di lunga data della Santa Sede. Papa Giovanni Paolo II, per esempio, ha affermato che qualsiasi abuso nei confronti dei giovani «è sbagliato secondo ogni criterio ed è giustamente considerato un crimine dalla società; è anche un peccato orrendo agli occhi di Dio» [7]. Per questa ragione, la Santa Sede, e le strutture delle Chiese locali in ogni parte del mondo, sono impegnate ad affermare come inviolabili la dignità e l’intera persona di ogni bambino, corpo, mente e spirito. Papa Benedetto XVI, parlando ai vescovi irlandesi nel 2006, ha pronunciato queste importanti parole: «Nell’esercizio del vostro ministero pastorale, negli ultimi anni avete dovuto rispondere a molti casi dolorosi di abusi sessuali su minori. Questi sono ancora più tragici quando a compierli è un ecclesiastico. Le ferite causate da simili atti sono profonde, ed è urgente il compito di ristabilire la confidenza e la fiducia quando queste sono state lese. Nei vostri sforzi continui di affrontare in modo efficace questo problema, è importante stabilire la verità di ciò che è accaduto in passato, prendere tutte le misure atte ad evitare che si ripeta in futuro, assicurare che i principi di giustizia vengano pienamente rispettati e, soprattutto, guarire le vittime e tutti coloro che sono colpiti da questi crimini abnormi» [8]. Allo stesso modo, Papa Francesco ha chiaramente dichiarato la sua intenzione di mantenere la grande attenzione dedicata dai suoi predecessori a questo grave problema, rendendo partecipi della sua preoccupazione i vescovi dei Paesi Bassi e offrendo loro un consiglio forte: «In modo tutto particolare, desidero esprimere la mia compassione e assicurare la mia preghiera a ciascuna delle persone vittime di abusi sessuali e alle loro famiglie; vi chiedo di continuare a sostenerle nel loro doloroso cammino di guarigione, intrapreso con coraggio» [9]. Ha inoltre preso una nuova iniziativa, annunciando la creazione di una Commissione per la protezione dei fanciulli, al fine di proporre nuove iniziative per lo sviluppo di programmi per un ambiente sicuro per i bambini e di migliorare gli sforzi per la cura pastorale delle vittime di abusi nel mondo [10]. In conclusione, la Santa Sede sarà lieta di accogliere qualsiasi suggerimento da parte del Comitato che possa aiutarla a promuovere e a incoraggiare il rispetto dei diritti del bambino e ad assicurare un’attuazione efficace dei provvedimenti della Convenzione e dei suoi Protocolli. _________ 1 Cfr. http://www.unicef.org/violencestudy/I.%20World%20Report%20on%20Violence%20 against%20Children.pdf. 2. Cfr. Organizzazione internazionale del lavoro, Every Child Counts. New Global Estimates on Child Labour, Geneva, 2002. Per quanto sia difficile raccogliere dati statistici affidabili in questo campo, essi potrebbero almeno indicare la dimensione del problema. Per esempio, dalle statistiche globali fornite da Arc of Hope for Children si evince il seguente quadro per il 2013: - 40 milioni di bambini sono costretti a subire abusi ogni anno; - il suicidio è la terza tra le principali cause di morte tra gli adolescenti nel mondo; - il 30% di bambini con disabilità gravi negli istituti speciali in Ucraina muore prima di compiere 18 anni; - circa un 20% di donne e un 5–10% di uomini raccontano di aver subito abusi sessuali da bambini mentre un 25–50% di tutti i bambini racconta di aver subito abusi fisici; - le statistiche indicano che ogni anno 3 milioni di bambine subiscono mutilazioni genitali. 3. Cfr. John Jay College Research Team The Causes and Context of Sexual Abuse of Minors by Catholic Priests in the United States, 1950-2010, Washington d.c., 2011. 4. Le competenti autorità giudiziarie dello Stato della Città del Vaticano ora eserciteranno anche una giurisdizione penale su questi reati, secondo le norme convertite in Legge dello Stato della Città del Vaticano n. VIII, dell’11 luglio 2013, contenente Norme complementari in materia penale; in Legge dello Stato della Città del Vaticano n. IX, dell’11 luglio 2013, contenente Modifiche al codice penale e al codice di procedura penale, quando tali reati sono a) commessi da persone definite “pubblici ufficiali”, (per esempio persone che lavorano nella Curia Romana e nelle istituzioni collegate, come anche il personale diplomatico in missione nel mondo); b) commessi dagli stessi nell’esercizio delle proprie funzioni; e c) se chi li commette è fisicamente presente nel territorio dello Stato della Città del Vaticano e non è stato estradato. (Vedi in particolare, Legge dello Stato della Città del Vaticano n. VIII dell’11 luglio 2013, contenente Norme complementari in materia penale e Legge dello Stato della Città del Vaticano n. IX dell’11 luglio 2013, contenente Modifiche al codice penale e al codice di procedura penale). 5. La Carta rivista per la protezione dei bambini e dei giovani è stata sviluppata dal Comitato ad hoc per gli abusi sessuali della Conferenza dei Vescovi Cattolici degli Stati Uniti (usccb). È stata approvata da tutti i vescovi cattolici statunitensi durante l’assemblea generale di giugno 2005, e la seconda revisione è stata approvata durante l’assemblea generale di giugno 2011. Le Norme essenziali riviste per le politiche diocesane/eparchiali, riguardanti le accuse di abuso sessuale sui minori da parte di sacerdoti o diaconi, sono state sviluppate dal Comitato ad hoc per gli abusi sessuali della usccb e dalla commissione episcopale mista Vaticano-Stati Uniti sulle norme sugli abusi sessuali. Sono state approvate da tutti i vescovi durante la riunione generale di giugno 2005, ricevendo la successiva recognitio della Santa Sede il 1° gennaio 2006, e promulgate il 5 maggio 2006. La Dichiarazione d’impegno episcopale rivista è stata elaborata dal Comitato ad hoc per la vita e il ministero episcopale della usccb. È stata approvata da tutti i Vescovi cattolici degli Stati Uniti durante l’assemblea generale di novembre 2005 e poi di nuovo nel 2011. La pubblicazione di questa edizione rivista, contenente tutti e tre i documenti, è stata autorizzata dai sottoscriventi. 6. Secondo dati del 2011, la Chiesa gestisce il sistema scolastico non governativo più grande al mondo. Gardner, Roy; Denis Lawton, Jo Cairns (2005), Faith Schools, Routledge, p. 148, isbn 978-0-415-33526-3. 7. Giovanni Paolo II, Discorso ai partecipanti alla riunione interdicasteriale con i cardinali degli Stati Uniti d’America, 23 aprile 2002. 8. Benedetto XVI, Discorso ai Vescovi della Conferenza episcopale d’Irlanda in visita «ad limina Apostolorum», Sala del Concistoro, sabato 28 ottobre 2006. 9. Papa Francesco, Discorso ai Presuli della Conferenza episcopale dei Paesi Bassi in visita «ad limina Apostolorum», Città del Vaticano 2 dicembre 2013; 10. Cfr. Briefing sulla riunione del Consiglio di Cardinali (giovedì, 5 dicembre 2013). Al Briefing di oggi, giovedì 5 dicembre, alle ore 13, oltre al Direttore della Sala Stampa ha partecipato il Cardinale Sean Patrick O’Malley, Arcivescovo di Boston, membro del Consiglio di Cardinali, che ha rilasciato la seguente Dichiarazione: «Continuando con decisione nella linea intrapresa dal Papa Benedetto XVI, e accogliendo una proposta avanzata dal Consiglio di Cardinali, il Santo Padre ha deciso di costituire una specifica Commissione per la protezione dei fanciulli, con la finalità di consigliare Papa Francesco circa l’impegno della Santa Sede nella protezione dei fanciulli e nell’attenzione pastorale per le vittime di abusi. Specificamente: 1. riferire circa lo stato attuale dei programmi per la protezione dell’infanzia; 2. formulare suggerimenti per nuove iniziative da parte della Curia, in collaborazione con vescovi, conferenze episcopali, superiori religiosi e conferenze dei superiori religiosi; 3. proporre nomi di persone adatte per la sistematica attuazione di queste nuove iniziative, includendo laici, religiosi, religiose e sacerdoti con competenze nella sicurezza dei fanciulli, nei rapporti con le vittime, nella salute mentale, nell’applicazione delle leggi, ecc. La composizione e le competenze della Commissione verranno indicate prossimamente con maggiore dettaglio dal Santo Padre con un documento appropriato». Il Cardinale O’Malley ha poi citato alcune delle linee di azione della costituenda Commissione.
*L'Osservatore Romano, ed. quotidiana, Anno CLIV, n. 14, Dom. 19/12/2013.
|
|