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19ª SESSIONE ORDINARIA DEL CONSIGLIO DEI DIRITTI DELL’UOMO
(GINEVRA, 27 FEBBRAIO - 23 MARZO 2012)

INTERVENTO DI S.E. MONS. SILVANO MARIA TOMASI,
OSSERVATORE PERMANENTE DELLA SANTA SEDE
PRESSO L'UFFICIO DELLE NAZIONI UNITE ED
ISTITUZIONI SPECIALIZZATE A GINEVRA*

 

Signora Presidente,

Vorrei iniziare ringraziando la signora Raquel Rolnik, Relatrice speciale su L’alloggio adeguato come componente del diritto a uno standard di vita adeguato e del diritto alla non discriminazione a questo riguardo (A/HRC/53), per il rapporto presentato al Consiglio, incentrato sul diritto delle donne a un alloggio adeguato.

Il Rapporto giustamente sottolinea i progressi e gli sviluppi legali avvenuti in diversi Paesi, volti ad agevolare la piena realizzazione di questo diritto da parte delle donne. Inoltre il Rapporto esprime preoccupazione per le scappatoie e le situazioni socio-culturali che in alcune regioni continuano a impedire alle donne di godere pienamente del diritto a un alloggio adeguato, relative al loro status di madri, mogli, vedove, orfane o al pari trattamento con gli uomini nella distribuzione dei beni di famiglia, della terra e delle proprietà in generale.

Pertanto, la tutela legale del diritto della donna a un’abitazione adeguata interessa tutti noi ed esige ora misure specifiche, perché in molti luoghi, per diverse ragioni, le donne sono a capo della famiglia, hanno la responsabilità unica dell’educazione, della crescita e del mantenimento dei loro figli. Questa situazione è ancora più drammatica quando alla carenza di un alloggio adeguato si aggiungono fattori quali la povertà e la disoccupazione, che a loro volta costringono molte donne a migrare e a lasciare i loro figli non solo senza casa, ma anche affidati ad altri.

Promuovere il diritto delle donne a un alloggio adeguato è anche un modo per combattere la discriminazione contro le donne (cfr. Convenzione sull’Eliminazione di ogni Forma di Discriminazione della Donna, art. 14, 2h) e la violenza domestica. Nella maggior parte dei casi sono le donne e i bambini a essere più colpiti da queste piaghe. In molti contesti, sia la donna sia i suoi figli sono costretti a sopportare trattamenti inumani solo per la mancanza di una casa in cui vivere ed essere protetti.

Signora Presidente,

La Santa Sede è convinta che «una casa è molto di più di un semplice tetto, e che là dove l’uomo realizza e vive la sua vita, anche costruisce la sua più profonda identità e le sue relazioni con gli altri» (Giovanni Paolo II, Lettera al Cardinale Roger Etchegaray, presidente della Pontificia Commissione Iustitia et Pax, 8 dicembre 1987). Pertanto ha sempre indicato il tema dell’alloggio tra le sue sollecitudini. La mia delegazione ribadisce quindi il principio generale del diritto all’alloggio per tutti quale diritto umano fondamentale (cfr. Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, art. 25, 1; Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali, art. 11, 1; Convenzione sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione razziale, art. 5 e III; prima Conferenza delle Nazioni Unite sugli insediamenti urbani [Habitat 1], Vancouver 1976; seconda Conferenza delle Nazioni Unite sugli insediamenti urbani [Habitat 2], Istanbul 1996) e, a tale riguardo, chiede più protezione e garanzie legali per le donne durante la gravidanza e la maternità, affinché possano godere del pieno diritto a un alloggio adeguato. Questa esigenza rispecchia il fatto che in tali circostanze sia la madre sia il neonato sono esposti a una maggiore vulnerabilità e quindi esigono particolare assistenza (cfr. Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, art. 25, 2).

In modo analogo, questa Delegazione conviene che quando lo Stato sviluppa programmi di costruzione, distribuzione e assegnazione di abitazioni occorre dare priorità alle donne con figli e alle famiglie in cui il padre è lontano per lavoro. Raccomanda inoltre che, al momento di costruire questi alloggi, lo Stato fornisca i servizi sociali di base come l’assistenza sanitaria, l’educazione, l’acqua potabile e un ambiente sano, per permettere alle donne e ai loro figli una vita normale (cfr. Convenzione sui diritti del fanciullo, art 27, 1 e 3).

Infine, la mia Delegazione esorta tutti i responsabili e le persone impegnate nella ricerca di una soluzione del problema abitativo in generale, e degli alloggi adeguati per le donne in particolare, a «offrire il loro contributo per mettere in atto delle politiche adeguate a far fronte alle situazioni di più urgente necessità e a rimuovere gli ostacoli che impediscono di trovare le modalità concrete, economiche, giuridiche e sociali, atte a determinare condizioni più favorevoli alla soluzione di questi problemi» (Giovanni Paolo II, Lettera al Cardinale Roger Etchegaray, presidente della Pontificia Commissione Iustitia et Pax, 8 dicembre 1987).

 

* L'Osservatore Romano, Anno LXII, numero 13, martedì 27 marzo 2012
 

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