CELEBRAZIONE EUCARISTICA IN OCCASIONE DELL’INAUGURAZIONE DELL’ANNO ACCADEMICO 2010-2011 ALL’UNIVERSITÀ CATTOLICA OMELIA DI S.E. MONS. FERNANDO FILONI, SOSTITUTO Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma
Illustri Autorità, Professori e Alunni, sono lieto di celebrare questa mattina l’Eucaristia nella sede romana dell’ Università Cattolica del Sacro Cuore per dare ufficialmente inizio all’Anno Accademico 2010-2011. In questa significativa circostanza, rivolgo un deferente saluto al Rettore Magnifico, ai Presidi delle Facoltà e all’Assistente Ecclesiastico Generale con i suoi collaboratori. A tutti reco il saluto e l’augurio del Santo Padre Benedetto XVI. Egli mi ha incaricato di assicurarvi la Sua spirituale vicinanza e il Suo incoraggiamento per la generosa e apprezzata opera svolta da questa benemerita Istituzione, che la Santa Sede sostiene fin dalle sue origini. Oggi la Chiesa fa memoria di san Martino, Vescovo di Tours, e questo ci invita a lasciarci illuminare, nella nostra riflessione, dalla sua figura, che l’iconografia e la tradizione popolari hanno contribuito a rendere tra le più note ed amate. In un’epoca in cui la testimonianza evangelica aveva superato la fase della persecuzione e del martirio, questo Santo impersona il modello del confessore della fede, che esercita l’ascesi monastica in mezzo al popolo. In questo nuovo contesto di "militia Christi", il gesto compiuto da Martino sulla via verso Amiens, quello cioè di condividere il proprio mantello con un mendicante, accompagnato dalla successiva visione di Cristo che gli appare avvolto proprio in quel pezzo di mantello da lui donato al povero, diviene una incisiva e sintetica catechesi per imparare a scoprire il volto di Cristo in ogni fratello, specialmente nel più piccolo e bisognoso: "In verità vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me" (Mt 25,40). Questo asceta, uomo di preghiera e di carità, che - narra la tradizione - con un bacio guarì il lebbroso a Lutezia, è un modello attuale a cui ispirarsi, anche per chi, come voi, opera in una istituzione scientifica di indagine, di studio e di servizio. Infatti, la missione specifica di un’Università è apportare sapere e conoscenza, è essenzialmente "missione di carità", è condividere il proprio mantello a favore dell’uomo e della sua qualità di vita. 1. A questa missione l’Università Cattolica del Sacro Cuore partecipa anzitutto con il rigore scientifico con cui si applica alla ricerca del sapere e della verità delle cose, all’elaborazione dei dati e alla condivisione e comunicazione dei risultati raggiunti. L’acquisire una profonda competenza, anzi la più profonda possibile, in particolare per voi che attraverso la scienza medica siete a contatto diretto con problematiche riguardanti la vita delle persone in momenti di difficoltà e di sofferenza, è non solo un impegno, ma un dovere. Una seria professionalità, quindi, costruita negli anni di studio accademico, ma coltivata anche durante tutta la vita nell’esercizio del proprio lavoro quotidiano. Sia il Corpo docente, sia quello degli studenti dell’Università Cattolica del Sacro Cuore devono sapersi distinguere per l’alto livello scientifico, per poter dare un valido contributo al bene della società e di tutto l’uomo. Con una sua ben nota espressione Agostino Gemelli, affermava che essa "deve essere focolaio di attività scientifica, vero laboratorio nel quale maestri e scolari collaborano ad indagare nuovi veri (cioè nuove vie del sapere) e a rivedere questioni già discusse. Così nello studente si educa lo spirito critico e (…) lo spirito di ricerca". 2. A questa missione, però, la vostra Istituzione partecipa anche con le specifiche caratteristiche e finalità date dal suo essere "cattolica". Al pari di ogni altra Università, infatti, essa è inserita pienamente nella società, quale strumento efficace di progresso culturale. Allo stesso tempo, però, la vostra Università in quanto "cattolica" - aggettivo qualificativo - si ispira ai principi del Vangelo e alla tradizione della Chiesa. All’inizio del suo Pontificato, il Servo di Dio Paolo VI, che ben conosceva la vostra Istituzione perché era stato Presidente dell’Istituto Toniolo, affermava "non vi dispiaccia di trovare (lo spirito della vostra Università) nel nome cattolico di cui essa è insignita. Pari alle altre Università per sforzo e valore scientifico, emula anzi dei loro esempi e delle loro conquiste, l’Università Cattolica non deve temere di apparire differente e originale per il battesimo di tale appellativo, non per farsene peso, ma per farsene stimolo; non per straniarsi dal mondo della cultura, ma per entrarvi con passo più amico e più franco; non per darsene vana gloria, ma per convertirlo in impegno" (Al Senato Accademico dell’Ateneo Cattolico, 5 aprile 1964). L’Università Cattolica proprio in forza di questa sua caratteristica qualificativa deve saper scendere in profondità alle radici delle cose e dei problemi, con una speciale sensibilità verso le dimensioni etiche e religiose. All’occorrenza essa è chiamata anche a dire verità scomode, che non lusingano l’opinione pubblica, ma che pure sono necessarie per salvaguardare il bene autentico della vita, dal concepimento fino alla morte naturale, e così il bene autentico della società, come il Santo Padre Benedetto XVI ha ribadito in varie circostanze. Consapevole che la storia umana è aperta alla Rivelazione e alla trascendenza, l’Università Cattolica è luogo privilegiato per un fruttuoso dialogo tra Vangelo e cultura, tra Vangelo e scienza. Se è vero che il Vangelo è nato in un preciso contesto culturale, è altrettanto vero che esso trascende ogni cultura, non si identifica con alcuna di esse, è aperto all’universalità, anzi si pone quale fermento nella molteplicità delle culture. L’Università Cattolica deve rimanere, quindi, sempre attenta alle proprie caratteristiche, sforzandosi di discernere e di valutare bene, anche alla luce dei valori cristiani, le aspirazioni come pure le contraddizioni, che non sempre promuovono lo sviluppo integrale delle persone e dei popoli. 3. La vostra benemerita Istituzione sarà tanto più fedele all’ideale del suo fondatore, Padre Agostino Gemelli, quanto più saprà coniugare serietà e rigore scientifico e identità cattolica, vivendo la propria attività come un chiaro servizio alla Chiesa e all’uomo. Mi preme richiamare questo aspetto, cioè come lo spirito di servizio debba essere una dimensione di fondo del vostro operare ad ogni livello, superando personalismi e individualismi, ricerca di sé o del proprio vantaggio. In questa prospettiva, la Facoltà di Medicina qui a Roma, voluta fortemente da Padre Gemelli e realizzazione concreta di un suo sogno, offre una particolare possibilità di vivere in modo, per così dire, più visibile, questo spirito di servizio che deve essere alla base della vostra attività scientifica. Il Policlinico, infatti, permette di venire in contatto quotidianamente con l’altro, anzi con il bisognoso, il sofferente, il malato, con colui che chiede particolare attenzione, comprensione e amore. E’ una preziosa scuola di umanità nella quale voi potete ricevere molto, ma soprattutto nella quale potete donare la vostra competenza, la vostra dedizione, avendo presente l’immagine di Cristo stesso, il vero Maestro che, nell’Ultima Cena, si china a lavare i piedi agli Apostoli per indicare che l’atteggiamento verso l’uomo è e deve essere sempre quello del servizio. Nella prima Lettura che abbiamo ascoltato, tratta dal profeta Isaia, ci veniva ricordato esattamente come lo Spirito di Dio è la forza per compiere questa missione verso l’uomo, nella fede: "Lo spirito del Signore Dio è su di me, mi ha mandato a portare il lieto annuncio ai poveri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, per consolare tutti gli afflitti, per allietare gli afflitti di Sion". San Martino di Tours, ha condiviso il suo mantello con il povero incontrato lungo la strada. Anche l’uomo della nostra società sviluppata ha bisogno di chi lo avvolga con il proprio mantello, di chi sappia condividerlo con lui. L’opera culturale, scientifica – come pure di assistenza qualificata e competente al malato, che, in uno spirito di autentico servizio, l’Università Cattolica del Sacro Cuore è chiamata a realizzare – diventa la concreta condivisione del "mantello" di un autentico umanesimo, aperto alla trascendenza e animato dai valori della solidarietà, della fraternità e dell’amore. Auguro all’intero Corpo docente e a tutti gli studenti, un fecondo anno di studio e di lavoro e, nel continuare la nostra preghiera, chiedo che il Signore, per intercessione della vergine Maria, vi doni un rinnovato entusiasmo per l’impegnativa missione che vi è stata affidata, di rigorosa ricerca del sapere, illuminati dai valori del Vangelo, per servire l’umanità del nostro tempo. Amen.
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