INTERVENTO DELLA SANTA SEDE INTERVENTO DELL'ARCIVESCOVO JEAN-LOUIS BRUGUÈS, Brdo - Slovenia
Signor Presidente, vorrei innanzitutto esprimere il ringraziamento della Delegazione della Santa Sede e mio personale alle autorità slovene che ospitano questa Conferenza dei ministri per il loro impegno organizzativo e per la cortesia con la quale ci hanno accolti, in una nazione, che è nel cuore dell'Europa, luogo di incontro tra le anime slava, latina e tedesca del nostro continente. Per costruire una società democratica stabile e coesa, fondata sul primato del diritto, l'educazione riveste un ruolo fondamentale e la scuola, come luogo di socializzazione viene sempre più coinvolta in tale sfida. La Santa Sede attribuisce all'istituzione scolastica un'importanza vitale per il futuro delle nuove generazioni. La scuola, intesa come comunità educativa, è spazio privilegiato di apprendimento di relazioni sane, oltre che di nozioni e competenze. Essa, inoltre, seguendo il principio di sussidiarietà, amplia l'azione di inserimento sociale iniziata dalla famiglia. Sono i genitori, infatti, i primi educatori dei figli e tale ruolo deve essere rispettato anche dalla scuola. Nella comunità scolastica hanno un ruolo essenziale gli insegnanti. La Santa Sede nutre non solo rispetto e ammirazione per l'insegnante ma lo considera come depositario di una specifica vocazione e missione. Infatti, l'educatore, il maestro, l'insegnante sono chiamati, collaborando con i genitori nello svolgimento del loro compito, a servire la vita, il futuro. È davvero grande la missione dell'insegnante: essa ha un altissimo spessore morale, è tra le più alte e creative dell'uomo. Pertanto, è auspicabile che ogni insegnante acquisti la massima coscienza dell'importanza, ricchezza e responsabilità del suo compito e si sforzi di rispondere a quanto esso esige attraverso una adeguata formazione professionale, sia iniziale che permanente, con la consapevolezza che il suo servizio è fondamentale per la costruzione e il costante rinnovamento della società. D'altro canto è necessario che anche la società riconosca e apprezzi tale servizio, lo consideri indispensabile per il bene comune e di conseguenza le pubbliche autorità promuovano e sostengano con adeguate politiche la missione degli insegnanti. L'educazione scolastica, tanto più quando mira a formare ai valori, al rispetto della dignità dell'uomo e alla responsabilità verso la società, non può essere opera del singolo. Essa si sviluppa in vari percorsi didattici, diverse discipline, rapporto con il territorio ed è frutto della collaborazione dell'intera comunità educativa, aperta ai partenariati con la società civile. In tale contesto il dialogo diviene strumento importantissimo per il conseguimento degli obbiettivi didattici e pedagogici, che portano lo studente a scoprire nell'altro un "tu" da amare e rispettare, mai da dominare o da asservire, che lo predispongono a essere nella società democratica parte attiva e responsabile. Signor Presidente, Tale impegno nasce dalla consapevolezza espressa nella dichiarazione Gravissimum educationis che: "Tutti gli uomini di qualunque razza, condizione ed età, in forza della loro dignità di persona, hanno il diritto inalienabile a una educazione che risponda al proprio fine, convenga alla propria indole, alla differenza di sesso, alla cultura e alle tradizioni del loro Paese, e insieme aperta a una fraterna convivenza con gli altri popoli al fine di garantire la vera unità e la vera pace sulla terra" (Gravissimum educationis, 1).
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