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RATIFICA DELL’ACCORDO TRA LA SANTA SEDE
E LA REPUBBLICA FEDERATIVA DEL BRASILE*

 

  • DISCORSO DI S.E. MONS. DOMINIQUE MAMBERTI
  • DISCORSO DI S.E. IL SIG. LUIZ FELIPE DE SEIXAS CORRÊA

    Questa mattina, nel Palazzo Apostolico Vaticano, si è proceduto allo scambio degli strumenti di ratifica dell’Accordo tra la Santa Sede e la Repubblica Federativa del Brasile, firmato il 13 novembre 2008.

    Hanno proceduto allo scambio per la Santa Sede l’Ecc.mo Mons. Dominique Mamberti, Segretario per i Rapporti con gli Stati, e per la Repubblica Federativa del Brasile Sua Eccellenza l’Ambasciatore Luiz Felipe de Seixas Corrêa, munito dei Pieni Poteri.

    Hanno assistito al solenne atto:

    per parte della Santa Sede: i Rev.mi Monsignori Fortunatus Nwachukwu, Capo del Protocollo, Antoine Camilleri e Angelo Accattino.

    per parte della Repubblica Federativa del Brasile: la Dr.ssa Silvana Polich, il Dr. Orlando Timponi ed il Dr. Alexandre Campello de Siqueira, Consiglieri dell’Ambasciata presso la Santa Sede.

    Hanno presenziato pure gli Em.mi Cardinali Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, e Cláudio Hummes, Prefetto della Congregazione per il Clero, nonché Mons. Lech Piechota e il Rev.do Roberto Lucchini.

    L’Accordo, che consolida ulteriormente i tradizionali vincoli di amicizia e di collaborazione esistenti tra le due Parti, si compone di un Preambolo e di venti articoli, che disciplinano vari ambiti, tra i quali: lo statuto giuridico della Chiesa cattolica in Brasile, il riconoscimento dei titoli di studio, l’insegnamento religioso nelle scuole pubbliche, il matrimonio canonico, il regime fiscale.

    Con la cerimonia odierna l’Accordo entra in vigore.

    Pubblichiamo di seguito i testi dei discorsi tenuti nella circostanza dall’Ecc.mo Monsignore Segretario per i Rapporti con gli Stati e da S.E. il Signor Ambasciatore della Repubblica Federativa del Brasile:

     

  • DISCORSO DI S.E. MONS. DOMINIQUE MAMBERTI

    Eminenze Reverendissime,
    Signor Ambasciatore,
    Distinti membri della Delegazione brasiliana,
    Reverendi Monsignori,

    A distanza di poco più di un anno dalla firma, avvenuta il 13 novembre 2008, l’Accordo tra la Santa Sede e la Repubblica Federativa del Brasile entra in vigore con lo scambio degli Strumenti di Ratifica. Lungo tutta la storia repubblicana del Brasile, ma in modo particolare a partire dalla Costituzione del 1988, la Chiesa non ha mai cessato di esercitare liberamente la propria missione di annuncio del Vangelo, per il bene spirituale e materiale di ogni cittadino, in un quadro di vicendevole rispetto, autonomia e indipendenza tra Stato e Chiesa. La data di oggi è da considerarsi come il culmine di tali buoni rapporti, il raggiungimento di una meta segnata da tempo ed il suggello delle strette relazioni esistenti fra la Chiesa cattolica ed il Brasile. Fra gli elementi di maggior rilievo del presente Accordo, mi piace ricordare il definitivo riconoscimento della personalità giuridica delle istituzioni ecclesiastiche previste dall’ordinamento canonico, l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole, contestualmente a quello di altre confessioni religiose, la delibazione delle sentenze ecclesiastiche in materia matrimoniale, l’inserimento di spazi per l’edilizia religiosa nei piani regolatori e il riconoscimento dei titoli accademici ecclesiastici.

    L’entrata in vigore dell’Accordo rappresenta, però, anche un punto di partenza. Esso prende le mosse proprio dall’attuale momento di ottimo stato delle relazioni diplomatiche bilaterali. Il consenso raggiunto in materie di mutuo interesse come quelle citate è il più chiaro segnale della volontà di continuare a lavorare insieme, con un nuovo strumento, per il conseguimento della formazione integrale di ogni persona, in quanto credente e in quanto cittadino.

    L’Accordo non pregiudica la sussistenza e l’attività di tante Comunità religiose, cristiane e non cristiane, che in Brasile hanno trovato accoglienza, e neppure pone la Chiesa cattolica in una posizione privilegiata, come qualcuno potrebbe essere erroneamente indotto a pensare. Esso, piuttosto, garantisce la libertà che ad essa compete e tiene doverosamente in considerazione il singolare ruolo che la medesima Chiesa cattolica ha avuto nella formazione della coscienza e dell’identità culturale del Paese. Penso, ad esempio, alla figura del Beato José de Anchieta, S.I., esimia figura di religioso, giunto in Brasile dalle Isole Canarie come missionario. Mantenendosi sempre fedele al suo ruolo di annunciatore della Buona Novella, è divenuto figura di riferimento della poesia e della letteratura brasiliana. Il suo processo di canonizzazione, attualmente in corso, non può che essere un ulteriore motivo di sano orgoglio per ogni cittadino brasiliano.

    L’auspicio, certamente condiviso, che sorge spontaneo è che le nostre relazioni bilaterali, già molto cordiali, da oggi abbiano un nuovo impulso per progredire ed intensificarsi.

    Grazie.

     

  • DISCORSO DI S.E. IL SIG. LUIZ FELIPE DE SEIXAS CORRÊA

    Il 13 novembre del 2008, in questa stessa Sala dei Trattati, Vostra Eccellenza, Monsignor Mamberti, ed il Ministro degli Esteri brasiliano, firmavate, in presenza del Presidente Luís Inácio Lula da Silva, allora in visita a Sua Santità Papa Benedetto XVI, e del Cardinale Tarcisio Bertone, l’Accordo sullo Statuto Giuridico della Chiesa Cattolica in Brasile. Nel discorso pronunciato in quell’occasione, il Ministro Celso Amorim, sottolineò che l’Accordo costituiva la cornice giuridica del nostro rapporto, l’impronta delle nostre relazioni, sempre basate sugli ideali di pace, giustizia e solidarietà, che condividiamo, Brasile e Santa Sede.

    Oggi, poco più di un anno da quell’atto che può essere considerato storico nelle nostre relazioni, ho l’onore, a nome del Governo brasiliano, di procedere allo scambio degli strumenti di ratifica dell’Accordo.

    Lunga è la storia dei nostri rapporti bilaterali. La Santa Sede riconobbe l’indipendenza del Brasile nel 1826, quattro anni dopo la proclamazione di Don Pietro I. Fino al 1889, il Brasile conservò il regime di patronato, così come ereditato dal Portogallo. Con la Proclamazione della Repubblica, si è prodotta la laicizzazione dello Stato. Da allora, si sono modernizzate le relazioni tra Stato e Chiesa, sempre mantenendo le sfumature positive che le caratterizzano.

    Il Brasile è il paese con il maggior numero di cattolici al mondo, il maggior numero di vescovi e di diocesi. Un paese, un popolo e un governo che riconoscono e valorizzano il rilevante contributo della Chiesa Cattolica nel corso della nostra storia e dell’impegno quotidiano per la formazione di valori, per l’educazione a tutti i livelli, per il conforto spirituale, per la costituzione di reti di solidarietà sociale e per la costruzione del patrimonio culturale e artistico nazionale.

    Mancava un accordo bilaterale che regolasse i vari aspetti dei nostri rapporti. Questa lacuna non esiste più. Firmato e approvato dalle due Camere del Congresso brasiliano e scambiati, oggi, gli strumenti di ratifica, null’altro manca per la sua entrata in vigore, dopo la promulgazione da parte del Presidente Lula da Silva, affinché si trasformi nell’elemento giuridico principale per la disciplina dei rapporti tra la Santa Sede ed il Brasile.

    Il presente Accordo rappresenta il momento culminante di un negoziato iniziato nel settembre 2006, quando il Nunzio Apostolico a Brasilia, l’allora Cardinale Arcivescovo di São Paulo, Cláudio Hummes e l’alta direzione della Conferenza Nazionale dei Vescovi del Brasile (CNBB), presentarono formalmente al Presidente Lula una proposta di Accordo. I negoziati, svoltisi in uno spirito di elevata concordia, hanno tardato circa due anni, essendo stati oggetto di sollecita attenzione da parte dei segmenti pertinenti del Governo brasiliano.

    L’Accordo sullo Statuto della Chiesa Cattolica in Brasile riafferma, al tempo stesso, il concetto di laicità dello Stato ed il ruolo specifico della Chiesa nella società e nell’ordinamento giuridico brasiliani. Indubbiamente, trattasi di uno strumento rilevante per il Brasile, così come per la Santa Sede. Con l’Accordo, guadagna la Chiesa Cattolica una maggior sicurezza giuridica per la sue attività in Brasile e guadagna lo Stato brasiliano che stabilisce in uno strumento a carattere vincolante, un quadro chiaro e preciso per le sue relazioni con la Chiesa Cattolica, contrassegnato dall’assoluto rispetto dei canoni legali brasiliani.

    Nel ribadire la soddisfazione del Governo brasiliano con la prossima entrata in vigore del nostro Accordo bilaterale, porgo voti affinché la sua implementazione contribuisca a rafforzare ancor di più i nostri reciprocamente vantaggiosi rapporti in tutti i settori di attività.

    Molte grazie.


    * Tratto dal Bollettino quotidiano della Sala Stampa del 10 dicembre 2009 B0774-XX.02

     

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