52ª SESSIONE DELLA COMMISSIONE SULLA CONDIZIONE DELLE DONNE DEL CONSIGLIO ECONOMICO E SOCIALE DELLE NAZIONI UNITE
DISCORSO DI S.E. MONS. CELESTINO MIGLIORE*
New York Lunedì, 3 marzo 2008
Signor Presidente, approssimandosi la Doha River Conference sul finanziamento allo sviluppo, il tema prioritario di quest'anno ci offre l'opportunità di discutere dell'impatto che i programmi di finanziamento hanno sulle donne e di valutarlo. Il Monterrey Consensus esorta giustamente i Paesi e tutti i partecipanti a prendere sane decisioni economiche e ad assicurare che dalla crescita economica e dallo sradicamento della povertà traggano beneficio tutti gli uomini, tutte le donne e tutti i bambini. Lo scorso decennio ha assistito a un maggiore coinvolgimento delle donne in tutti gli aspetti del processo decisionale, in particolare nello sviluppo economico. Infatti, l'acquisizione di poteri da parte delle donne richiede la loro partecipazione al processo decisionale per garantire che le loro specifiche intuizioni ricevano ascolto e considerazione, che i loro problemi vengano adeguatamente affrontati e si riflettano nelle decisioni prese e nei programmi adottati. Grazie a questa partecipazione le forze e le capacità individuali e collettive delle donne vengono impiegate efficacemente. Come riconosce giustamente il Millennium Development Goal n. 3, un accesso paritario all'educazione a tutti i livelli è al centro degli sforzi per conferire poteri alle donne. Nella sua opera di promozione dell'educazione per tutti e a ogni livello, la Santa Sede resta pienamente impegnata nell'investire sull'educazione delle donne e delle giovani. In molte parti del mondo, gli istituti cattolici di istruzione continuano a ricevere iscrizioni soprattutto femminili e operano per conferire loro potere nella società. Tuttavia, fare questo mediante l'educazione non può bastare da solo. Bisogna affrontare ed eliminare la privazione dei diritti delle donne e le pratiche discriminatorie nei loro confronti. Vanno loro garantite pari opportunità, pari trattamento economico per lo stesso lavoro svolto dagli uomini, correttezza negli avanzamenti di carriera, pari accesso alla sanità e alle strutture legali e parità nei diritti di proprietà e di famiglia. Devono rimanere prioritari i programmi, molti dei quali basati sulla fede, che offrono assistenza alle donne in difficoltà, in particolare alle vittime di abusi sessuali e fisici. Politiche e iniziative che promuovono la piena partecipazione delle donne al settore lavorativo hanno prodotto una loro presenza sempre maggiore nel settore occupazionale formale. Tuttavia, questa realtà ha creato nuove sfide per le donne, come lo sfruttamento nelle aziende e il traffico di donne e ragazze per scopi economici e sessuali. Quindi, il numero sempre maggiore di donne che lavorano fuori casa sfida i governi a emanare leggi, a realizzare programmi e a prendere misure che tutelino le donne da sfruttatori senza scrupoli, da condizioni lavorative disumane e da occupazioni disumanizzanti. Il grandissimo contributo delle donne alla società nelle case e nelle famiglie come mogli e come madri spesso non viene riconosciuto né ricompensato. Le donne devono affrontare la sfida di crescere i figli e di cercare al contempo di acquisire una sicurezza economica. Sono necessarie risorse maggiori e politiche più coraggiose per ricompensare il contributo socio-economico apportato dalle donne nel focolare domestico. Ricompensarlo in qualche modo aiuterebbe in particolare le donne povere e quante sono meno in grado di immettersi sul mercato del lavoro. Sarebbe anche un modo concreto per permettere alle donne di beneficiare della spesa pubblica che spesso e in molti luoghi non condividono o dalla quale sono perfino escluse. Naturalmente, gli uomini devono assumersi le proprie responsabilità in casa e in famiglia. Infine, i governi, la società civile e le organizzazioni basate sulla fede farebbero bene a cooperare per elaborare modi creativi per promuovere il pieno accesso delle donne ai programmi di sviluppo e agli schemi di finanziamento. Iniziative come i programmi di microcredito per le donne dimostrano che l'ingegnosità umana ha la capacità di creare soluzioni nuove e innovative in questo settore. Signor Presidente, questa non è solo una lotta volta a far progredire la parità e i poteri delle donne, ma è anche parte integrante dello sforzo generale per garantire il rispetto dell'uguaglianza e della dignità di ogni persona umana. Grazie, Signor Presidente.
*L’Osservatore Romano, 8.3.2008, p.2. ___________________________________________________________________________ Statement at the 52nd session of the Commission on the Status of Women On Item 3 (a) (i): Follow-up to the Fourth World Conference on Women and to the twenty-third special session of the General Assembly entitled “Women 2000: gender equality, development and peace for the twenty-first century”: Implementation of strategic objectives and action in the critical areas of concern and further actions and initiatives: Financing for gender equality and the empowerment of women New York, 3 March 2008 Mr. Chairman, As we approach the Doha Review Conference on financing for development, this year’s priority theme provides us with an opportunity to discuss and assess the impact of financing programs on women. The Monterrey Consensus rightfully calls on countries and all stakeholders to make sound economic decisions and ensure that economic growth and poverty eradication benefit all men, women and children. The last decade has seen greater involvement of women in all aspects of decision making, especially in economic development. Indeed, the empowerment of women requires their participation in the decision-making process to ensure that their specific insights are heard and taken into account, their concerns adequately addressed and that these concerns are reflected in the decisions taken and in the programs adopted. Through this participation, the individual and collective strengths and talents of women are effectively employed. As the Millennium Development Goal number 3 rightly acknowledges, equal access to education at all levels lies at the heart of the efforts to empower women. In its work of promoting education for all and at every level, the Holy See remains fully committed to investing in the education of women and girls. In many parts of the world, Catholic institutions of learning continue to have enrollments which are predominantly female and work to empower women within society. However, empowering women through education cannot work in isolation. Disenfranchisement of women and discriminatory practices must be addressed and eliminated. Women must be guaranteed equality of opportunity, equal pay for equal work, fairness in career advancement, equal access to healthcare and legal structures and equality in property and family rights. Programs, many of which are faith-based, providing assistance to needy women, in particular to victims of sexual and physical abuse, must remain a priority. Policies and initiatives which foster women’s ability to participate fully in the workplace have resulted in an ever increasing presence of women in the formal work sector. However, this reality has created new challenges for women, such as exploitation in sweatshops and trafficking of women and girls for economic and sexual purposes. Thus, the increasing number of women working outside the home challenges governments to enact laws, implement programs and enforce measures to protect women from unscrupulous predators, subhuman working conditions and dehumanizing work. The tremendous contribution of women to society within households and families as wives and mothers often goes unrecognized and unrewarded. Women face the challenge of simultaneously raising children and trying to achieve economic security. There is need for greater resources and more courageous policies to reward the socio-economic contribution of women within the home. Rewarding it in some way particularly helps poor women and those who are less able to enter the labor market. It would also be a concrete way to enable women to benefit from public expenditure from which oftentimes and in many places they do not get their fair share or are even excluded. Obviously, men must assume their responsibility within the home and family. Finally, Governments, civil society and faith-based organizations would do well to work together to find creative ways of promoting full access of women to development programs and financing schemes. Initiatives such as microfinance programs for women demonstrate that human ingenuity has the ability to create new and innovative solutions in this area. This is not merely a struggle to advance equality and empowerment of women. Even more fundamentally, this is an integral part of the overall effort to ensure that the equality and dignity of all human persons is fully respec |