IN OCCASIONE DELLA RECITA DELLA SUPPLICA ALLA MADONNA DEL ROSARIO OMELIA DELL'ARCIVESCOVO FERNANDO FILONI Santuario della Beata Maria Vergine del Rosario, Pompei
Cari pellegrini e devoti della Madonna del Rosario, 1 - In questa prima domenica di ottobre celebriamo, seguendo una lunga e bella tradizione, la festa liturgica della Beata Maria Vergine del Rosario. Si tratta di una celebrazione ricca di contenuti di fede, di cultura e di devozione mariana. È una festa molto cara alla pietà popolare, che vede raccolti intorno alla venerata immagine della Madonna, non soltanto la gente del Meridione, ma anche tanti fedeli provenienti dalle diverse regioni italiane ed anzi dal mondo intero. Sono perciò molto lieto di trovarmi oggi qui insieme con tutti voi per celebrare la Festa della Madonna del Rosario. Ringrazio il Prelato, Sua Eccellenza Reverendissima Mons. Carlo Liberati per l'invito che mi ha rivolto e per le cortesi parole che ha voluto indirizzarmi all'inizio di questa Celebrazione. Insieme con lui, saluto il Vicario Generale della Prelatura, il Rettore del Santuario, le Autorità civili e militari, i Sacerdoti concelebranti, i Religiosi e le Religiose, il Personale e le Associazioni di Volontariato. Il Santo Padre Benedetto XVI, che ho informato riguardo a questo mio pellegrinaggio a Pompei, mi ha incaricato di assicurarvi la Sua vicinanza spirituale e di portarvi il Suo saluto e la Sua benedizione. Proprio questo Santuario, fin dalle sue origini, è testimone dell'affetto e della preghiera per il Papa e per la Sua missione universale a favore della Chiesa e del mondo. Lo facciamo ogni volta che recitiamo insieme o singolarmente il Santo Rosario, con uno speciale ricordo alla Vergine Santa secondo le intenzioni del Papa. 2 - Dalla felice intuizione del Beato Bartolo Longo è sorta più di un secolo fa questa grande opera mariana, punto di attrazione di grandi folle di pellegrini e sorgente di speranza, che dalla Città di Pompei irradia la propria luce in questa Terra campana e si espande fino a raggiungere tutti i Continenti. Infatti la Supplica che innalzeremo alla Vergine Maria a conclusione di questa solenne Eucaristia, risuonerà quale eco di preghiera che da tante comunità cristiane sparse in Italia e nel mondo sale al cielo. È come un'unica voce che rivolge alla Madonna parole di amore e di devozione, di attesa e di richiesta, di riconoscenza e di speranza. Ciò che stiamo vivendo oggi, in comunione con tutta la Chiesa, ci riporta agli inizi della prima comunità dei discepoli di Gesù, come abbiamo ascoltato nella Seconda Lettura, tolta dagli Atti degli Apostoli. Dopo l'ascensione di Gesù al cielo, dal monte degli ulivi gli Apostoli ritornarono a Gerusalemme, dove "tutti erano assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la madre di Gesù" (At 1, 14). Anche noi, in questo giorno di gioia e di festa, vogliamo essere nella preghiera un cuor solo ed un'anima sola, insieme con la Madre di Gesù, che è anche la nostra Madre celeste. 3 - L'immagine della primitiva comunità cristiana raccolta attorno a Maria ci riporta al famoso episodio avvenuto sul Calvario, raccontato dal quarto Evangelista. Mentre stava per compiere il supremo sacrificio della Croce, Gesù affida la propria Madre all'apostolo Giovanni, rivelando così il profondo legame, che da quel momento unisce per sempre la madre al discepolo: "Ecco la tua madre!". Dalla straordinaria ricchezza di doni e di grazie scaturita dalla nostra redenzione, questo è il primo luminoso frutto che viene offerto a Giovanni e, in lui, a tutti i discepoli del Signore. Maria, la madre di Gesù, ci viene rivelata e donata come nostra Madre. Continua il racconto dell'Evangelista: "E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa" (Gv 19, 27). L'apostolo Giovanni prese Maria con sé, l'accolse tra le realtà più preziose, come il regalo più bello e più caro ricevuto da Gesù stesso. Come il Discepolo prediletto, anche noi siamo invitati a sentire la presenza viva di Maria, ad accoglierla nelle nostre case, nelle nostre comunità cristiane, nei luoghi di lavoro e di convivenza sociale. Maria è l'ospite d'onore, alla quale riserviamo il posto più importante, colei che a titolo speciale entra a far parte delle nostre famiglie. 4 - In questa gioiosa Festa mariana, si rinnova l'invito a rivolgerci con fiducia alla Madonna con l'antica e sempre nuova preghiera del Rosario. Come ricorda il Beato Bartolo Longo con alcune suggestive espressioni della Supplica da lui composta, la corona del Rosario è segno di riconciliazione e di condivisione che ci unisce a Dio e fra di noi. "O Rosario benedetto di Maria, catena dolce che ci riannodi a Dio, vincolo di amore che ci unisci agli Angeli, torre di salvezza negli assalti dell'inferno, porto sicuro nel comune naufragio, noi non ti lasceremo mai più". Questo richiamo all'unità ed all'accoglienza dell'altro che ci giunge dalla recita del Rosario riguarda tutti gli aspetti del nostro vivere insieme con gli altri, a cominciare proprio dai rapporti all'interno delle nostre famiglie. Mi piace qui ricordare le parole scritte a questo proposito da Papa Giovanni Paolo II nella sua Lettera Apostolica "Rosarium Virginis Mariae": "La famiglia che prega unita, resta unita. Il Santo Rosario, per antica tradizione, si presta particolarmente ad essere preghiera in cui la famiglia si ritrova" (n. 41). Il Rosario è, dunque, la preghiera della famiglia. Come i grani sono uniti l'uno all'altro e formano un'unica ininterrotta catena di molti elementi strettamente connessi e collegati fra di loro, così nelle nostre famiglie i singoli membri sono intimamente uniti l'uno all'altro e formano tutti insieme un'unica ed armonica comunità familiare. Soprattutto quando ci troviamo ad affrontare difficoltà o situazioni particolarmente impegnative, guardiamo alla Vergine Santa ed invochiamo con fiducia il suo aiuto e la sua materna protezione. Maria è il segno della salvezza annunciato dal profeta Isaia, come abbiamo ascoltato nella Prima Lettura: "Il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele: Dio con noi" (Is 7, 14). Maria, che con il suo "sì" alla chiamata del Signore ha accolto nel proprio grembo e offerto il Salvatore all'intera umanità (cfr Lc 1, 38), è testimone di speranza anche per questo nostro mondo attraversato da tante paure ed insicurezze, perché continua ad offrire a tutti noi il suo figlio Gesù, come del resto viene ben illustrato dalla venerata immagine della Madonna del Rosario; immagine che mi auguro abbia un posto visibile nella vostra casa, come segno che Maria è parte della vostra famiglia e della vostra vita. 5 - Il Santuario e la Città di Pompei rappresentano bene l'animo profondo degli abitanti di questa Città e delle popolazioni della Campania: una terra ricca di un antico patrimonio storico e culturale, di grande tradizione di fede e di civiltà cristiana, di intensa e profonda spiritualità mariana, di amore verso i piccoli e i poveri, di forte impegno nella solidarietà sociale. Infatti, attorno alla devozione verso la Madonna di Pompei ed alla recita del Rosario sono sorte numerose e valide opere sociali e formative, impegnate soprattutto a favore delle persone più deboli e svantaggiate. Questo Tempio mariano è, dunque, testimone della presenza continua di Maria in questa terra. La Vergine Santa da sempre accompagna e sostiene il lavoro e la fatica quotidiana dei suoi abitanti ed attira folle di pellegrini, che qui trovano un'oasi di pace e di accoglienza, per riprendere rinfrancati dall'incontro con la Madre di Dio, il proprio cammino con maggiore serenità e fiducia. Sono i sentimenti che ci animano in questo solenne giorno di festa. Li vogliamo custodire nel nostro cuore, affinché ci guidino sempre nella nostra vita. Vergine Santa, Regina del Santo Rosario di Pompei, "sii ovunque benedetta, oggi e sempre, in terra e in cielo". Amen.
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