DELLO STATO MESSICANO CON LA SANTA SEDE SALUTO DI S.E. MONS. DOMINIQUE MAMBERTI Nunziatura Apostolica di Città del Messico
Quindici anni fa si è prodotta una svolta nelle relazioni fra lo Stato messicano e la Santa Sede, risultato di un importante processo di dialogo, e anche della presa di coscienza sul ruolo centrale e fondante che la dimensione religiosa possiede nella vita della nazione messicana. Ciò ha significato, come hanno detto i vescovi messicani, l'inizio di "una nuova tappa della storia della Chiesa in Messico", che ha aperto vie per superare la sfiducia e gettare ponti per il dialogo e la collaborazione, rispettando l'autonomia di ognuna delle istituzioni coinvolte. I frutti di questa collaborazione sono stati positivi. Possiamo menzionare, ad esempio, la partecipazione di autorità di entrambe le parti a conferenze e forum organizzati in Messico e in Vaticano e il sostegno reciproco nel dibattito su temi di interesse comune in forum internazionali, la ricerca di maggiori garanzie per i diritti umani, i diritti dei migranti, in particolare di coloro che varcano la frontiera diretti negli Stati Uniti, la cooperazione nella costruzione di una società messicana più giusta ed equa, la ricerca di una convivenza pacifica fra le nazioni e fra i popoli, e anche il rispetto dei diritti fondamentali della persona. Il Messico si è caratterizzato per essere un paese di tradizioni e convinzioni religiose. A tale riguardo mi permetto di ricordare quello che i vescovi messicani hanno segnalato nell'anno 2000 nella loro lettera pastorale: "una realtà che ci ha segnato come nazione messicana e che appartiene ai tratti fondamentali che ci definiscono e ci danno un'identità, è stato l'incontro con Gesù Cristo, per mezzo della Vergine Maria e della Chiesa cattolica, attraverso i suoi membri". La pratica religiosa si esprime in modo individuale e collettivo, pubblico o privato, ed è un diritto fondamentale come indica la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, nell'articolo 18, come altri patti e accordi internazionali che il Messico ha sottoscritto. La Chiesa riconosce e promuove il diritto alla libertà religiosa ed è contro "ogni genere di discriminazione circa i diritti fondamentali della persona" (Gaudium et spes, n. 29). Per evitare il pericolo di discriminazioni, è opportuno realizzare in forma permanente una revisione delle caratteristiche di uno stato laico garante di tutti i diritti umani. Ciò comporta necessariamente distinguere fra laicismo e laicità dello stato, per evitare così cattive interpretazioni o riduzionismi che compromettono, ad esempio, l'esercizio della libertà religiosa. In effetti, dopo un periodo come quello che ha caratterizzato il XX secolo, afflitto da gesti autoritari e intolleranti da parte di diversi governi, partiti e gruppi, è necessario che tutti comprendiamo l'urgenza di rincontrarci in un nuovo scenario in cui non esistano facili riduzionismi ma in cui prevalgano l'apertura e il rispetto del diritto alla libertà di coscienza, soprattutto in materia religiosa. Questo rispetto, come tutti sappiamo, non consiste nel mantenere una mera cordialità intellettuale fra gli interlocutori, ma si radica principalmente nell'affermazione positiva del fatto che la dimensione religiosa dell'esistenza può e deve manifestarsi in ogni ambito della vita privata e pubblica, con l'unico limite del diritto di terzi. Quando uno stato promuove la libertà religiosa, e contemporaneamente, non interviene per imporre qualsiasi forma di religiosità o di irreligiosità nella sua società, si costituisce come autentico stato laico. Per ottenere ciò è necessario che non solo la gerarchia ecclesiastica, ma anche i fedeli laici, le università cattoliche e di ispirazione cristiana, i raggruppamenti sociali formati da cattolici, gli agenti di comunicazione sociale e i politici cristiani, partecipino al dibattito pubblico su questa questione sociale. La Chiesa riconosce e promuove l'autonomia delle realtà temporali (cfr Gaudium et spes, n. 36), ammira e incoraggia lo sviluppo delle attività dei fedeli laici che sotto la propria responsabilità prendono decisioni negli ambiti più diversi. In tal modo, con tutti i suoi membri, che partecipano ognuno secondo la propria identità e missione, la Chiesa continua a essere autentico "sale della terra e luce del mondo". Sono sicuro che si avvicinano tempi nuovi per il Messico, tempi d'immense opportunità. Voglia Dio che una di queste opportunità sia proprio quella che ci offre la provvidenza di costruire in Messico e in America Latina uno spazio in cui tutti possiamo vivere la fede con libertà. Mi rallegra ricevervi in questa casa e auspico un felice svolgimento delle attività organizzate per questi giorni, sia dalla Conferenza dell'episcopato messicano, sia dalla segreteria delle relazioni esterne del governo del presidente Felipe Calderón, per commemorare il XV anniversario della ripresa delle relazioni diplomatiche dello Stato messicano con la Santa Sede. Grazie!
|
|