Signor Presidente,
Signor Direttore Generale,
Eccellenze,
Signore e Signori,
1. Porgo anzitutto il mio saluto a Lei, Signor Presidente di questa sessione della Conferenza, ringraziandola per avermi concesso la parola. Attraverso di Lei saluto le illustri Delegazioni presenti ai lavori ed in particolare quella della Bielorussia, nuovo Stato membro.
Al Direttore Generale Signor Jacques Diouf, insieme alle congratulazioni per l’avvenuta rielezione, la Delegazione della Santa Sede vuole esprimere sincero apprezzamento per l’impegno sostenuto nel garantire l’attuazione delle finalità della FAO nella meritoria azione svolta a favore dello sviluppo agricolo ed alimentare.
La Santa Sede vuole farlo nella sua specifica posizione presso questa Organizzazione, decisa proprio dalla Conferenza cinquantacinque anni or sono. Una posizione che le consente di seguire in continuità l’attività dell’Organizzazione e dei suoi organi interni e di proporre altresì alcune riflessioni in linea con la prospettiva etica, che soprattutto oggi diventa sempre più essenziale per l’orientamento dell’azione internazionale multilaterale.
Pensiamo in tal modo di incoraggiare l’impegno di tutti – governi, organizzazioni della società civile e singole persone – e di appoggiare gli sforzi sin qui compiuti per una gestione "appropriata e sostenibile" delle risorse del creato perché quell’auspicata sicurezza alimentare verso cui tende l’azione della FAO sia realmente all’altezza della dignità della persona umana in ogni parte del pianeta.
2. L’esame di quanto realizzato in relazione al Programma di lavoro per il biennio trascorso, oltre la generale valutazione, dimostra la validità di un impegno svolto in continuità dalla FAO come pure dai suoi Stati membri pur nelle diverse posizioni di contribuenti alle risorse e beneficiari dell’azione.
Questa constatazione dimostra quanto siano importanti le scelte che si faranno con i programmi futuri non solo in relazione all’apporto necessario ai diversi settori – agricoltura, foreste e pesca – ma soprattutto in vista dell’obiettivo, imprescindibile, della sicurezza alimentare mondiale. Solo una decisione che consenta alla FAO di operare con oculatezza di gestione, ma anche con la necessaria disponibilità di risorse potrà confermare quanto emerge dagli impegni assunti dagli Stati membri sin dal 1996, in occasione Vertice Mondiale sull’Alimentazione e ribaditi nelle recenti sessioni dei diversi organi interni dell’Organizzazione.
La Delegazione della Santa Sede è convinta che la sicurezza alimentare resta il frutto di azione ispirate da un forte solidarietà, piuttosto che limitata a forme di assistenza o ad interventi che spesso non raggiungono lo scopo per il quale erano stati decisi pur avendo accurate e precise componenti. Ogni azione per garantire un’adeguata alimentazione non può dunque limitarsi ad un dato tecnico, ma va considerata come una componente essenziale di quel diritto allo sviluppo proprio di ogni persona, popolo, nazione, proclamato dalla Comunità internazionale, ma spesso disatteso negli impegni volti a realizzarlo, come confermano i dati offerti a questa Conferenza. La solidarietà, poi, va considerata anche in funzione delle decisioni che nell’immediato saranno assunte, poiché significa un proporzionale apporto alle risorse di bilancio della FAO che permetterà di guardare al futuro con una maggiore fiducia.
Si è infatti sempre più consapevoli che assicurare l’accesso alle risorse agricole ed alimentari rappresenta una modalità importante per l’eliminazione della povertà e quindi per attuare le strategie sin qui programmate, sia attraverso le azioni d’urgenza sia mediante interventi per lo sviluppo continuativo di un Paese. L’agricoltura, l’allevamento, la pesca con le loro risorse determinano, infatti, condizioni di occupazione e di sviluppo economico, ma soprattutto possono favorire una prima forma di investimento per la crescita delle risorse umane, come la salute, l’istruzione e la formazione nel quadro di uno sviluppo sostenibile (cf. Vertice Mondiale sull’Alimentazione, Piano d’azione, Impegno I).
A questo riguardo la Delegazione della Santa Sede auspica vivamente che si possa provvedere in forme adeguate a dare sostegno alle attività e pratiche proprie delle popolazioni rurali – nel cui ambito non verrà mai sufficientemente sottolineata l’importanza della famiglia – che costituiscono la realtà economica di base per la maggior parte dei Paesi in via di sviluppo che hanno in particolari monocolture, risorse forestali o marine un riferimento essenziale, e molte volte purtroppo unico, per la loro sopravvivenza. In questo quadro acquista un’importanza strategica la prossima Conferenza sulla riforma agraria e lo sviluppo rurale che la FAO ha convocato nel marzo prossimo in Brasile che si spera possa dare "voce" e sostegno a quanti praticano quotidianamente l’agricoltura a piccola scala.
L’esperienza che la Chiesa cattolica ha acquisito attraverso le sue diverse forme di presenza nelle aree rurali, porta a considerare un tale obiettivo come necessario. In particolare potrebbe essere significativa da parte della FAO la definizione di criteri per istituire forme di associazione tra piccoli agricoltori, pescatori e lavoratori artigianali occupati nella lavorazione della terra e nella conservazione della conseguente produzione. Ai singoli Paesi spetterà poi il compito di tradurre tali indicatori in specifiche regole interne e nella pratica delle istituzioni nazionali, concorrendo così ad uno sviluppo strutturato del mondo rurale.
Signor Presidente,
3. Come chiaramente si ricava dalla documentazione e dal dibattito di questa Conferenza assumono una notevole importanza per lo sviluppo agricolo ed alimentare le questioni riguardanti il commercio dei prodotti dall’agricoltura, dalle foreste e dalla pesca che costituiscono un’essenziale componente dell’alimentazione e pertanto restano connessi alla necessità di una modifica in senso solidale, delle regole multilaterali in materia di commercio agricolo. La FAO, nella sua autonomia tecnica e specializzata, può fornire ai suoi Stati membri quell’orientamento necessario per operare verso la giusta direzione nell’ambito del negoziato sul commercio, soprattutto per regolamentare lo sfruttamento delle risorse, la gestione della produzione, la lavorazione e commercializzazione ed i sostegni che verso tali ambiti indirizzano i Paesi maggiori produttori.
Sono queste, Signor Presidente, alcune considerazioni che la Delegazione della Santa Sede offre a questa 33ª sessione della Conferenza della FAO, animata solo dal desiderio di concorrere, in una prospettiva essenzialmente etica alla formulazione di complesse decisioni di ordine politico, economico e finanziario che dovranno essere prese, sia in relazione all’attività della FAO che alle più ampie attività di natura intergovernativa in materia di agricoltura, foreste e pesca.
*L’Osservatore Romano, 27.11.2005 p.2.