Cari concelebranti,
amici e collaboratori del Compianto Mons. Giuseppe Nebiolo,
Fratelli e Sorelle nel Signore.
Martedì scorso, 18 del corrente mese, nel cuore della notte, l'angelo del Signore passò per l'Ospedale S. Filippo Neri, per portare con sé l'anima benedetta del nostro caro Don Giuseppe. Dopo una lunga vita totalmente consacrata a Dio ed alla sua Santa Chiesa, egli era certamente preparato alla sua ora suprema.
In cuor suo, quando una settimana fa, ed esattamente venerdì scorso, sentì crollare la sua salute, avrà forse detto come Gesù sulla Croce: "Consummatum est", tutto è finito, All'età di 87 anni, l'angelo del Signore veniva a chiamarlo all'altra sponda, dicendo, come quello dell'Apocalisse: "Il tempo è passato" "Tempus non erit amplius" (Ap 10, 6).
Si chiudeva così un'esistenza sacerdotale tutta dedicata, nel silenzio e nell'abnegazione, alla formazione della gioventù, alla promozione delle vocazioni ecclesiastiche, all'annuncio del Vangelo di Cristo nel grande areopago della scuola moderna.
Certo, noi amiamo pensarlo già godere della gloria dei santi, tuttavia la Chiesa ci invita a pregare ancora per lui, moltiplicando i nostri suffragi. Nulla di imperfetto entra infatti al cospetto di Dio. Anche quando scompare un Papa, un santo missionario, una religiosa di clausura che ha trascorso tutta la propria vita in preghiera, la Chiesa ci invita a pregare per chi ci ha lasciato, affidandolo nelle braccia misericordiose del Padre che sta nei cieli.
È quanto vogliamo fare anche noi, oggi, per il nostro caro ed indimenticabile Mons. Giuseppe Nebiolo.
Da parte mia, ho desiderato vivamente essere qui con voi, per il grande debito di gratitudine che personalmente avevo con lui, da quando ero giovane studente di Ginnasio e Liceo, nel Seminario Vescovile di Asti. Erano, gli anni tra il 1942 ed il 1945, gli anni dolorosi della guerra, ed egli, con grande serenità, con quella finezza di spirito che gli era propria, ci portava ad amare le Lettere, l'italiano come il latino, e ci portava poco a poco a scoprire tutto ciò che è nobile e bello nella vita.
Il suo insegnamento non era mai pesante, perché lo sentivamo vicino, come nostro vero educatore, dandoci poi una chiave per interpretare gli eventi e guardare con speranza il futuro. Tipico fu il suo grande rispetto alle persone e la sua attenzione paterna verso ogni alunno. Un giorno, poco tempo fa, gli chiesi di dirmi quale fosse il criterio di educatore a cui si ispirava ed egli mi confidò di aver sempre seguito una massima di s. Francesco di Sales: "Dio ha stabilito che non si può fare del bene ad una persona se non amandola".
Fu questa caratteristica che l'accompagnò in tutta la sua vita: nell'Azione Cattolica, nella Congregazione per l'Educazione Cattolica, nei vari Organismi internazionali con cui ultimamente collaborava. Pur vedendo diminuire le proprie forze, mai mancava di essere affabile e sereno, edificando tutti per la sua alta spiritualità.
La Diocesi di Asti perde ora uno dei suoi figli migliori. L'Azione cattolica perde un benemerito suo Assistente, un Assistente dei tempi difficili del dopoguerra e dei momenti critici delle trasformazioni successive, avvenute all'interno del laicato cattolico italiano. La Santa Sede perde, infine, un fedele servitore.
Dal cielo, però, egli veglierà su di noi che l'abbiamo conosciuto ed amato, come su chi gli è stato più vicino in questi ultimi anni e gli ha reso meno gravoso il lento avanzare sul viale del tramonto. In particolare dal cielo pregherà per la benemerita nipote Claudia Ferrero, che l'ha assistito con grande generosità.
Caro ed indimenticabile Don Giuseppe, con la liturgia della Chiesa noi, oggi, vogliamo dirti in coro: "In paradisum deducant te Angeli...", "In paradiso ti accompagnino gli Angeli, al tuo arrivo ti accolgano i martiri e ti conducano nella santa Gerusalemme. Ti accolga il coro degli Angeli e con Lazzaro, povero in terra, tu possa godere il riposo eterno nel cielo.
Amen"!