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 Pontifical Council for the Pastoral Care of Migrants and Itinerant People

People on the Move

N° 113, December 2010

 

 

Includere le nuove presenze

Per una nuova storia di città

 

 

Mons. Giancarlo Perego

Direttore generale Fondazione Migrantes

 

1.  L’emigrazione tema  della Settimana sociale del 1960

Il 1960, anno del boom demografico, apre un decennio che riveste un’importanza fondamentale nella lunga storia della migrazione italiana all’interno del Paese e all’estero[1]. È uno degli “anni della ‘grande migrazione interna”[2], in cui si arriva a oltre un milione e mezzo di trasferimenti interni nel Paese: 750.000 dei quali in altra Provincia, di cui quasi 200.000 dal Sud Italia verso il Nord, con il difficile inserimento nelle grandi città (Basti ricordare gli agglomerati urbani milanesi detti ‘coree’, dove vivevano meridionali, bergamaschi e veneti, o le numerose baraccopoli legate ai cantieri). All’emigrazione interna si aggiunge una ancora numerosa emigrazione all’estero di 280.000 persone. In breve: nel 1960, l’anno della Settimana sociale di Reggio Calabria sul tema ‘Le migrazioni  interne e internazionali nel mondo contemporaneo’, il fenomeno a cui la Chiesa Italiana guardava con passione e preoccupazione è la migrazione di un milione di persone e famiglie italiane. Un argomento, quello della mobilità, che – diceva il Card. Giuseppe Siri nella Prolusione – “va inquadrato non in un alone di sentimento, bensì di intelligenza, anche se a muovere la intelligenza perché non cessi di inquisire e la volontà perché non desista dall’osare, sono e debbono essere i lamenti che giungono a noi umani e commoventi, le carenze tramutate in dolori e solcate da piaghe materiali e morali. Ad esse ci si volge con senso umano e cuore cristiano, consci che a stimolare l’impegno di questa Settimana c’è una umanità che soffre e che spesso soffre più di quanto dovrebbe proprio perché, nell’artificio di una informazione indiscreta bene spesso sono state sollecitate più le capacità di soffrire che le condizioni di risanare, e gli ordinamenti per osare”[3]

2. L’immigrazione uno dei temi della Settimana sociale del 2010

Tra le rerum novarum del nostro tempo – ricorda Benedetto XVI nell’ultima enciclica Caritas in veritate – o tra i fenomeni del ‘cambiamento’ – per riprendere la categoria dentro la quale si è riletta la comunicazione della fede nel decennio pastorale che si è chiuso – è da annoverare certamente il fenomeno delle migrazioni dei popoli. “È fenomeno – scrive il Papa – che impressiona per la quantità di persone coinvolte, per le problematiche sociali, economiche, politiche, culturali e religiose che solleva, per le sfide drammatiche che pone alle comunità nazionali e a quella internazionale” (n. 62). Un fenomeno complesso, quello della mobilità, alimentato dalla globalizzazione e dalla comunicazione, che interessa in prevalenza aree geografiche caratterizzate da insufficienti risorse economiche o/e da economie in transizione, e che nel 2008 – ultimo dato disponibile dell’ONU – ha visto interessati nel mondo 1 miliardo di persone: 800 milioni dei quali hanno mantenuto la propria mobilità all’interno del proprio Paese; 200 milioni – 100 milioni in più rispetto solo a dieci anni fa – hanno visto la propria mobilità raggiungere altri Paesi e Continenti. Nel 2010 è ancora tempo di ‘osare’. La direzione migratoria è cambiata: non solo e non soprattutto dall’Italia verso il mondo, ma dal mondo verso l’Italia. Il 2010 sarà l’anno in cui gli immigrati in Italia sfioreranno ormai i cinque milioni. La crisi non ha fermato le migrazioni. Dopo la prima delle sei regolarizzazioni avvenute nel nostro Paese, quella legata alla legge Martelli, l’Italia nel 1991 – dati del censimento – aveva 354.000 immigrati, nel 2001, 1334.000 immigrati, nel 2004 1990.000 immigrati, nel 2009 4.279.000 (ISTAT)[4], cioè oltre il 7% della popolazione, 1 ogni 14 persone. Come si può vedere il dato dimostra che in meno di vent’anni l’immigrazione in Italia è decuplicata e in soli cinque anni è più che raddoppiata. L’Italia, con gli Stati Uniti, si presenta nel panorama mondiale oggi come il Paese a più alta pressione migratoria. La popolazione immigrata oggi nel nostro Paese proviene da 198 nazionalità diverse (‘pluricentrica’), con 140 lingue diverse. Quasi la metà proviene dall’area europea (I 26 Paesi e i Paesi dell’Est comunque legati all’Europa) e dall’area mediterranea (complessivamente circa 50 Paesi), mentre la restante metà proviene dagli altri 150 Paesi del mondo. L’ondata migratoria in Italia ha interessato soprattutto le regioni del Nord (60%), in secondo luogo le regioni del Centro (25%) e meno il Sud (15%). Al tempo stesso, però, l’immigrazione caratterizza fortemente le città e le aree metropolitane del Nord, ma anche del Centro (pensiamo Roma, ma anche Prato, Firenze, Ancona…) e del Sud (Napoli, Palermo, Bari, Cosenza, Mazara del Vallo..). L’immigrazione in Italia ha portato anche ad incontrare l’esperienza di fede di cristiani provenienti da oltre 190 Paesi del mondo. Infatti, degli oltre 4 milioni di immigrati,  2.011.000 sono cristiani, di cui 1.105.000 (28,4%) ortodossi, soprattutto provenienti dalla Romania, 739.000 cattolici (19%), 121.000 protestanti (3,1%) e 46.000 (1,2%) altri cristiani. In 12 regioni d’Italia il numero degli immigrati di fede e di tradizione cristiana sono la maggioranza, con percentuali che raggiungono il 67% nel Lazio e l’80% in Sardegna. Le regioni in cui i fratelli ortodossi sono percentualmente più presenti sono, con oltre il 30%, la Calabria, la Basilicata, la Campania, il Friuli, il Lazio, il Molise, il Piemonte, Umbria e Veneto. Questa dispersione territoriale dipende in larga misura dall’insediamento di due collettività numerose a maggioranza ortodossa: rumena e ucraina. I cattolici sono la metà del totale dei cristiani in Sardegna, il 30% in Liguria e oltre il 20% in Lombardia, nel Lazio e nel Molise. Continues...

 


[1] F. Heins - M.P. Nanni, Le migrazioni interne in Italia dal secondo dopoguerra alla metà degli anni ’60; in: Fondazione Migrantes, Rapporto italiani nel mondo, Roma, Idos, 2007, pp. 117-128; M. Colucci, L’emigrazione italiana negli anni Sessanta; in: Fondazione Migrantes, Rapporto italiani nel mondo 2008, Roma, Idos, 2008, pp. 93-99.

[2] E. Sonnino, La popolazione italiana: dall’espansione al contenimento; in: Storia dell’Italia Repubblicana. Vol. 2: La trasformazione dell’Italia. Sviluppi e squilibri, Torino, Einaudi, 1995, pp. 529-585.

[3] Le migrazioni interne e internazionali nel mondo contemporaneo. Atti della XXXIII Settimana sociale dei cattolici d’Italia (Reggio Calabria, 25 settembre-1 ottobre 1960), Roma, Edizioni Settimane sociali, 1961, p. 25.

 

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