Pontifical Council for the Pastoral Care of Migrants and Itinerant People People on the Move N° 104, August 2007 LE LEZIONI DEL MONSIGNORE PER GUIDARE SENZA PECCATO* (Intervista allArcivescovo Agostino Marchetto) Rispetta la precedenza altrui, non rubare il parcheggio d'altri, perdona chi ti taglia la strada. Non dicono esattamente cosi i "dieci comandamenti dellautomobilista" stilati da monsignor Agostino Marchetto. Ma il senso pratico, forse, è proprio quello: ricordare ai credenti che le regole del buon cristiano valgono anche quando ci si mette alla guida, volante in mano e acceleratore sotto il piede. É che se si manda a quel paese la lumaca che va a 20 all'ora davanti a se, si fa peccato. Anche se di questi "peccati stradali" nei confessionali non c'e traccia, come fossero sotto indulgenza permanente. Cosi, per volere del Vaticano, e nato un documento ad hoc, gli "Orientamenti per la pastorale della strada". Un manuale di 58 pagine, decalogo compreso, affidato a monsignor Marchetto, larcivescovo vicentino segretario del Pontificio consiglio della Pastorale per i migranti e gli itineranti. Senta monsignore, il quotidiano Repubblica lha accompagnata a fare un viaggio da Roma a Civitavecchia per vedere sul campo cosa significa guidare senza peccato. Ma come è nata l'idea? Mi hanno telefonato, le proponiamo una cosa strana hanno detto. Invece del solito dialogo volevano andare con me in auto per commentare quello che succedeva. Mi è sembrata una buona cosa... Lei è vicentino, quindi parliamo dei tristi record veneti: la provincia di Treviso è prima in Italia per numero di morti sulle strade, e anche qui non si scherza. Cosa succede in questa regione che una volta era tutta casa, chiesa e lavoro? É la dinamica della vita, oggi si guida un'auto così come si vive. E le conseguenze sono quelle che vediamo. Ma è anche aumentato il traffico, tutti i giovani hanno l'auto, c'è il problema delle motociclette, le stragi del sabato notte. E ricordiamoci che quando le persone si mettono al volante cambiano, si trasformano. Il fotografo Oliviero Toscani dice che è colpa dei ricchi padri del Nordest che comprano le super macchine ai figli, le Porsche, i Suv
No, è un discorso più generale, anche se è vero che la macchina grande ti fa premere sull'acceleratore più facilmente. Ma la questione dei giovani è complessa. C'è l'alcol, la droga, le moto. E ci sono quelle citycar che si possono guidare senza patente. Francia e Germania negli ultimi anni hanno ridotto molto la mortalità sulle strade. Perchè l'Italia non ci riesce? Loro fanno molti controlli con letilometro e contro la droga. Qui ci sono carenze grandi. E se mancano i controlli, la gente alla fine vede the tutti la fanno franca. Anche perchè le multe non servono, o almeno non bastano: paghi e ti sembra di aver ripulito la coscienza. E rifai le stesse cose. Insomma di strade, pericoli e comportamenti alla guida è arrivata lora di parlarne anche in chiesa, ai cattolici? Abbiamo dedicato molta parte del documento alleducazione. Ma siamo in un momento di crisi educativa, anche nelle scuole. E bisogna parlarne nella catechesi, nelle scuole cattoliche. Quello che si deve far capire e che il 90 per cento degli incidenti dipende dall'uomo. Su questo anche la chiesa deve fare la sua parte. Così come la devono fare i costruttori di automobili. Ma per lei qual è il peccato più grave per un automobilista? Lho scritto nel decalogo. Comunque direi ignorare il senso del rispetto della vita. Quando si guida si deve essere convinti che l'auto e un mezzo pericoloso. Senza fobie, per carità... E per monsignor Marchetto che preghiera deve fare il cattolico-automobilista prima di salire in macchina? Ah il segno della croce, che c'è di meglio? È semplice e nello stesso tempo rappresenta anche un abbraccio verso gli altri. Anche se io preferisco una preghiera in latino dedicata a Maria che dice iter para tutum, cammino sicuro. Ma il segno della croce mi insegna che devo rispettare e andare insieme, agli altri.
e a frenare? E a frenare.
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