Pontifical Council for the Pastoral Care of Migrants and Itinerant People People on the Move N° 97, April 2005 PAROLA DEL SANTO PADRE FROM THE HOLY FATHER LA Comunità Internazionale si impegni per I diritti DEI Rifugiati Angelus del 20 giugno 2004 Ogni persona ha bisogno di un ambiente sicuro in cui vivere. I rifugiati aspirano a questo ma, in vari paesi del mondo, milioni sono purtroppo coloro che rimangono ancora nei campi di raccolta, o comunque a lungo limitati nellesercizio dei loro diritti. Il Papa auspica un rinnovato impegno della comunità internazionale affinché siano rimosse le cause di questo doloroso fenomeno. Non dimentichiamo questi nostri fratelli rifugiati, ha concluso il Sommo Pontefice esprimendo apprezzamento e incoraggiamento per quanti nella Chiesa si impegnano al loro fianco. Infine Giovanni Paolo II ha rivolto la preghiera conclusiva al cuore immacolato di Maria affinché lumanità, accogliendo il messaggio damore di Cristo, progredisca nella fraternità e nella pace e la terra diventi la casa comune di tutte le nazioni. LOsservatore Romano N. 142 (43.678), 21-22 Giugno 2004, p. 5 Basta vacanze chiassose: ora riscopriamo il silenzio In questa oasi di quiete di fronte al meraviglioso spettacolo della natura, si sperimenta facilmente quanto proficuo sia il silenzio, un bene oggi sempre più raro. Le molteplici opportunità di relazione e di informazione che offre la società moderna rischiano di togliere spazio al raccoglimento, sino a rendere le persone incapaci di riflettere e di pregare. In realtà, solo nel silenzio luomo riesce ad ascoltare nellintimo della coscienza la voce di Dio, che veramente lo rende libero. E le vacanze possono aiutare a riscoprire e coltivare questa indispensabile dimensione interiore dellesistenza umana. LOsservatore Romano, N. 159 (43.695), del 12-13 luglio 2004, p. 5 TO THE NEW AMBASSADOR OF CANADA Your Excellency has noted that Canadas openness to migration has brought increasing diversity and a great richness to your culture, fostering mutual accommodation and respect between ethnic groups. The characteristics of tolerance and hospitality have endeared many to your Land. With the successful integration of the multiple ethnic communities now found in your Country, they also illustrate for other nations that the respect due to every person is rooted in the common origin of all men and women, rather than in the fact of differences between peoples. It is this sublime and fundamental truth concerning the human person created male and female in the image and likeness of God (cf. Gn 1:26-27) which constitutes the immutable basis for all other anthropological truths. From its nature as divine gift stems the inviolable and sacred dignity of all life, the respect owed to every individual and the requirement that men and women adhere to the natural and moral structure with which they have been endowed by God (cf. Centesimus Annus, n. 38). LOsservatore Romano (English Edition) N. 37 (1860), 15th September 2004 TO THE NEW AMBASSADOR OF IRELAND The experience of generations of Irish emigrants has made your People aware of the serious difficulties and precarious conditions often encountered by individuals and families seeking a new beginning in a foreign land. This sensitivity represents a great resource for developing a mature culture of acceptance. Such a culture calls for generosity and openness to legitimate diversity, while demanding a necessary respect for the nations cultural patrimony and a commitment to the promotion of adequate forms of integration (cf. Ecclesia in Europa, nn. 101-102). The plight of refugees and those displaced by poverty, war or persecution is particularly dramatic and calls for special consideration and generosity. The Holy See hopes that the steps taken during the Irish presidency of the European Union in favour of policies of openness to others peoples will continue to inspire the communitys attitude to immigrants from other continents and cultures. I encourage your Country to continue to address this important humanitarian problem together with your European counterparts with an open heart and a persevering commitment. LOsservatore Romano (English Edition) N. 37 (1860), 15th September 2004 Messaggio del Santo Padre per il Giorno della Memoria (sessantesimo anniversario della Liberazione del Campo di Auschwitz-Birkenau) Nel 1979 ricordo di essermi fermato a riflettere intensamente anche davanti ad altre due lapidi, scritte in russo e in rom. La storia della partecipazione dellUnione Sovietica a quella guerra fu complessa, ma non è possibile non ricordare che in essa i Russi ebbero il più alto numero di persone che persero tragicamente la vita. Anche i Rom nelle intenzioni di Hitler erano destinati allo sterminio totale. Non si può sottovalutare il sacrificio della vita imposto a questi nostri fratelli nel campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau. Ecco perché esorto di nuovo a non passare con indifferenza davanti a quelle lapidi. LOsservatore Romano, N. 22 (43.859), del 28 gennaio 2005, p. 6 |