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Dispensatori di gioia

Il Circo deve il suo nome alla forma circolare del suo palco. Il primo circo moderno è stato fondato nel 1770 da Philip Astley a Londra. Si trattò di una combinazione di esibizioni equestri e prove di forza e agilità con delle rappresentazioni dei clown, una caratteristica tipica del teatro elisabettiano che Astley trapiantò sull'arena. Essendo fondamentalmente uno spettacolo visuale, libero da barriere linguistiche, il circo ha facilmente trovato una diffusione in tutto il mondo. Le prime compagnie circensi si sono imbarcate in lunghe tournée internazionali portando l'arte circense negli Stati Uniti d'America, in Canada, Cuba, Messico, Australia, Nuova Zelanda, Singapore, India, Russia fino nel Sud Africa. 

Nel corso degli anni il circo ha subito varie evoluzioni e fondamentali cambiamenti. La più grande innovazione nel mondo circense è avvenuta in Russia, quando nel 1919 il circo è stato nazionalizzato da Lenin e in seguito, nel 1972, è stata fondata la State University of Circus and Variety Arts, meglio conosciuta come Moscow Circus School. 

Nel 1975 il Principe Ranieri III di Monaco ha creato il Festival Internazionale del Circo con importantissimi premi "Clown d'Oro" e "Clown d'Argento", che per il mondo circense hanno lo stesso valore dell'"Oscar" per il cinema.

Quella dei circensi - sia degli artisti che degli operai - non è solo una professione, ma si tratta di una vera e autentica vocazione, tramandata di generazione in generazione, da padre in figlio.

Maestri del divertimento

L'abilità e la creatività dell'uomo, lo spettacolo, l'insieme di luci e colori, il contatto singolare con gli animali, donano momenti di emozione e di sorpresa, costituiscono fonte di sano divertimento per la società e in modo particolare per tutta la famiglia. Quello dei circhi e luna park è un mondo che permette all'uomo della fredda cultura tecnologica di ritrovare il sorriso, la gioia, la serenità. In questo ambiente l'uomo si lascia incantare da ciò che è bello e buono e si apre ai valori e messaggi di pace, bontà e verità che gli vengono comunicati con il linguaggio di giochi, danze, esibizioni artistiche. 

Circensi e lunaparkisti, fieranti e artisti della strada come madonnari, cantastorie, suonatori ambulanti, burattinai, ecc., sono i veri "artigiani della festa", gli autentici dispensatori di gioia, di meraviglia e di stupore. "Aprono ai loro visitatori uno spazio di festa e amicizia, fanno nascere il sorriso di un bambino e illuminano per un istante lo sguardo disperato di una persona sola; attraverso lo spettacolo e la festa, rendono gli uomini più vicini gli uni agli altri" (Giovanni Paolo II, 17.12.1993).

Itineranza e provvisorietà

La vita dinamica dei circensi, fieranti e lunaparkisti, caratterizzata da una certa provvisorietà e, per le prime due categorie, anche da un continuo sradicamento da ambienti e persone conosciute, comporta grandi sacrifici. La loro itineranza non facilita la formazione scolastica, professionale e religiosa dei bambini e i genitori sanno quanto le nuove generazioni abbiano bisogno di maggiori competenze per assicurare il loro avvenire. La famiglia, pertanto, rimane luogo di trasmissione dei valori, la prima scuola di vita per i figli.

Non di rado l'impatto con la popolazione residente genera vari problemi, come ad esempio la crescente difficoltà del reperimento delle aree e le nuove tariffe per l'occupazione del suolo pubblico. La reazione degli utenti non sempre è positiva: alle dimostrazioni di simpatia e ammirazione per gli attori e gli spettacoli si alternano, a volte, anche atteggiamenti di opposizione e diffidenza.

Il ruolo della Chiesa

Le persone del circo e dello spettacolo, contrariamente alla convinzione popolare, sono profondamente religiose e guardano alla Chiesa per i loro bisogni spirituali. Per secoli la loro professione è stata profondamente legata alla Chiesa e alle festività cristiane, come dimostra il fatto che la maggior parte delle loro attività si svolgono nelle vicinanze delle chiese, in occasione delle feste religiose. 

Nonostante la presenza dei circensi e fieranti in ambienti cattolici, gli orari del loro lavoro e la singolare mobilità li sottraggono all'attività ordinaria dei parroci e il loro contatto con la parrocchia, per motivi di carattere pastorale, rimane sporadico e difficilmente inseribile nell'organicità di una formazione cristiana e di una sistematica catechesi. Pertanto, è necessario formulare un piano pastorale che tenga conto delle loro esigenze. 
L'attenzione pastorale verso i circensi e fieranti può trovare spunti siginificativi e forti nella famiglia. Le loro famiglie, infatti, nei ritmi sacramentali che le coinvolgono - dalla celebrazione del Battesimo, attraverso la Comunione e la Cresima dei figli fino al matrimonio - possono essere il primo ed elementare luogo per quel cammino di fede e di evangelizzazione, di cui la comunità ecclesiale della parrocchia si deve fare tramite, attraverso il cappellano. 

In questa "Chiesa domestica", e attraverso di essa, il cappellano svolge il suo "ministero della presenza" dedito ai rapporti interpersonali. Vi sono poi dei momenti riservati all'intera comunità, come le Celebrazioni Eucaristiche sotto le tende dei circhi in particolari occasioni e l'amministrazione dei Sacramenti.

È compito della Chiesa locale cogliere la circostanza della festa come opportunità per trasmettere ai circensi e ai fieranti il messaggio cristiano e, nello stesso tempo, per educare la comunità cristiana ad accoglierli senza pregiudizi, con fiducia e stima per le qualità umane e cristiane, di cui sono portatori.
 

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