CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE
INTERVENTO DI S.E. MONS. GIUSEPPE PITTAU Abbiamo ancora presenti e vive negli occhi e nel cuore le meravigliose immagini della quindicesima Giornata Mondiale della Gioventù. Il Giubileo dei Giovani, dal 15 al 20 agosto, ha mostrato la partecipazione attiva, gioiosa e allo stesso tempo orante dei giovani di tutto il mondo. Le scene di Piazza S. Pietro, delle vie di Roma, delle quattro basiliche e di molte altre chiese, e soprattutto i raduni imponenti nella spianata di Tor Vergata hanno fatto riflettere e hanno mostrato a tutti che i giovani sono "gioiosi, pacifici, pronti al saluto e al sorriso, rispettosi della città e della natura, innamorati di Gesù Cristo e del suo messaggio" (dall’Angelus del Santo Padre di Domenica 27 agosto 2000). A quindici giorni di distanza dalla chiusura del Giubileo dei Giovani, il 3 settembre prossimo si inaugurerà il Giubileo delle Università. Questo Giubileo sarà meno visibile, i partecipanti non si conteranno a milioni e non riempiranno le strade e le piazze di Roma. Ma anche questo incontro dei Docenti Universitari sarà di grande portata. È il primo incontro mondiale dei Professori. L’occasione per il raduno è il bimillenario della nascita di Cristo. All’organizzazione di questo Giubileo, oltre ai tre Dicasteri della Santa Sede (Congregazione per l’Educazione Cattolica, Pontifici Consigli per la Cultura e per i Laici), hanno partecipato attivamente il Vicariato di Roma e la Commissione per l’Educazione della CEI. Ma, ciò che probabilmente caratterizza in modo particolare questo Giubileo dei Docenti Universitari è il fatto che i molti Convegni che si realizzeranno dal 3 all’ 8 settembre in Terra Santa, Libano e Italia, sono stati proposti e portati avanti da Università statali. In particolare, le tre Università statali di Roma e l’Associazione delle Università d’Italia hanno dato il loro appoggio per tutte le iniziative accademiche, preoccupandosi anche di sostenere economicamente l’iniziativa. Al riguardo, desidero esprimere uno speciale ringraziamento al Ministro per l’Università e la Ricerca scientifica e tecnologica del Governo italiano, On. Ortensio Zecchino, che ha promosso con grande generosità questo evento permettendone la piena realizzazione. In questa significativa manifestazione giubilare, anche le Università cattoliche (in modo particolare, l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano), le Università, gli Atenei, le Facoltà e gli Istituti ecclesiastici di Roma sono pienamente coinvolti affinché il Giubileo delle Università diventi un’occasione privilegiata di dialogo profondo tra la fede e la ragione, tra il cristianesimo e la cultura. Il tema centrale del Giubileo "L’Università per un nuovo umanesimo" vuole presentare il messaggio di Cristo come "sorgente di una visione dell’uomo e del mondo in cui si rispecchia in pienezza il disegno di Dio" (ib.) L’Università è per l’umanesimo. L’uomo, - i suoi diritti, la sua dignità, il suo fine, la sua totalità - è al centro della ricerca, dell’insegnamento e dei servizi di cui la comunità universitaria è responsabile. L’Università è per un nuovo umanesimo, un umanesimo quindi non chiuso in un mero monologo con se stesso, ma aperto alla trascendenza, aperto cioè a Cristo, il Dio che si fece uomo. Il nuovo umanesimo è universale e integrale, aperto alla dimensione spirituale-divina dell’uomo perché, come diceva Henri De Lubac, "l’umanesimo esclusivo è un umanesimo inumano". I Convegni internazionali previsti e gli altri eventi del Giubileo delle Università saranno un’occasione favorevole per presentare questo umanesimo nuovo, aperto a tutto il mondo e a tutte le culture, a tutte le discipline - scientifiche, sociali, umanistiche, artistiche, filosofiche, teologiche - aperto quindi a tutti gli uomini in uno spirito di solidarietà e di amore.
INTERVENTO DI S.E. MONS. CRESCENZIO SEPE "La cultura: una dimensione essenziale del Giubileo" Il Grande Giubileo del 2000 è un evento spirituale e religioso, che ciascun pellegrino vive nell'interiorità della propria coscienza, nel raccoglimento e nella preghiera. Questa definizione, a otto mesi dall'inizio dell'Anno Santo è diventata una realtà che è sotto gli occhi di tutti. Eppure, ciò non significa - anche questa è una realtà ben evidente - che l'Anno Santo viva in una sfera intimistica, lontana dalla realtà o addirittura invisibile al mondo di oggi. Infatti il Giubileo si sta manifestando come un visibile segno di speranza per il mondo. Per tante ragioni: grazie al numero davvero significativo di quanti si sono fatti e si fanno pellegrini a Roma, in Terra Santa e nelle Chiese locali; grazie, ancor più, alla qualità di questi pellegrinaggi, che si caratterizzano ovunque per il clima di serena compostezza; grazie, soprattutto, ai copiosi frutti di carità che, ispirati dal Giubileo, maturano in ogni diocesi della Chiesa. Ma vi è un'altra ragione che rende "visibile" il Giubileo agli occhi delle persone, ed è il suo legame con la cultura, nel senso più ampio e più elevato della parola. Non è una novità: sin dalle origini, il Giubileo è stato motivo ispiratore di molteplici realizzazioni, a cominciare da quelle in campo artistico, architettonico e letterario, fino a quelle intese a migliorare le condizioni di viabilità, ospitalità e cura di pellegrini e cittadini. Con l’Anno Santo in corso è però necessario – direi doveroso – verificare all’oggi se tale rapporto è ancora vivo e vitale. Lascio parlare i fatti, le realizzazioni: il Giubileo è oggi il comun denominatore di un vastissimo movimento di iniziative in ogni ambito della cultura. La produzione letteraria, ad esempio, ha fatto dei titoli sul Giubileo il best-seller dell’editoria non solo cattolica ma anche laica. E, a livello internazionale, il Giubileo parla, si può dire, in tutte le lingue, tant’è che uno dei suoi caratteri culturali è proprio l’universalità. Ma si perde il conto ormai delle mostre, delle rassegne, delle rappresentazioni, dei componimenti, delle grandi esposizioni e, in genere, delle opere ispirate dal Giubileo. La pittura, la scultura, le rivisitazioni storiche di grandi eventi o di grandi personaggi, in campo ecclesiale e civile, la filatelia, la numismatica, il conio di medaglie artistico commemorativo: non manca niente nella vasta galleria dove l’evento di fede viene declinato anche in termini d’arte e, quindi, di cultura. Siamo di fronte a un dato essenziale. La fede, attraverso l’evento centrale del Giubileo dell’Incarnazione, ritorna a essere fonte privilegiata dell’ispirazione artistica e quindi promotrice, motore di ricerca, potremmo dire con termine informatico, nei diversi comparti della produzione culturale. Se d’altra parte, soprattutto sulla stampa internazionale ritornano espressioni importanti, come quelle di un nuovo Rinascimento culturale, di fronte a una serie di significativi avvenimenti, sento di affermare che il Giubileo non è estraneo, anzi va considerato il primo elemento di questo nuovo corso. Al presente, questo Giubileo, assume una connotazione culturale ancor più profonda. La coincidenza con l'inizio di un nuovo millennio della storia della Chiesa e del mondo, e con la fine di un secolo - il XX - quanto mai drammatico per l'umanità, spingono molte persone, anche non credenti o non praticanti, ad un serio e approfondito esame di coscienza sull'avvenire dell'uomo. Proponendosi come occasione di riflessione per l’umanità al passaggio di un millennio, il Giubileo sta contribuendo a riportare in primo piano, all’attenzione dell’opinione pubblica mondiale, una serie di grandi temi che rappresentano vere e proprie svolte epocali per tutti. Nella Tertio millennio adveniente, il Santo Padre li ha catalogati con lungimiranza: "i progressi realizzati dalla scienza, dalla tecnica e soprattutto dalla medicina a servizio della vita umana, il più vivo senso di responsabilità nei confronti dell'ambiente, gli sforzi per ristabilire la pace e la giustizia ovunque siano state violate, la volontà di riconciliazione e di solidarietà fra i diversi popoli, in particolare nei complessi rapporti tra il nord ed il sud del mondo…(46)". Sul piano ecclesiale si è di fronte a segni di speranza. E la traduzione sul piano culturale è quella di una vasta apertura di nuovi orizzonti e di nuovi impegni che chiamano in causa le grandi scelte, il profilo della nuova umanità del terzo millennio. In tal modo la rinnovata proposta di salvezza cristiana avanzata dall'Anno Santo viene naturalmente a saldarsi con le insopprimibili aspirazioni dell'animo e dell'intelletto umano. Il Giubileo, pertanto, arricchisce la cultura e riceve in dono da essa nuovi stimoli e nuovi orizzonti. È per questo che il Santo Padre ha indicato la portata universale di questo Giubileo - che porta impressa l'impronta del suo pontificato - e lo ha voluto "Grande" anche alla luce della sua importanza culturale. La cultura, o meglio tutte "le culture" dell'umanità, sono considerate un campo aperto all'evangelizzazione, un ambito attraverso il quale lo Spirito Santo fa sentire la sua voce agli uomini e alle donne di oggi: "Non si vuole certo indulgere ad un nuovo millenarismo, come da parte di qualcuno si fece allo scadere del primo millennio - scrive il Papa al n. 23 della Tertio millennio adveniente, spiegando gli scopi del Grande Giubileo del 2000 -; si vuole invece suscitare una particolare sensibilità per tutto ciò che lo Spirito dice alla Chiesa e alle Chiese, come pure alle singole persone attraverso i carismi al servizio dell'intera comunità. Si intende sottolineare ciò che lo Spirito suggerisce alle varie comunità, dalle più piccole, come la famiglia, sino alle più grandi come le nazioni e le organizzazioni internazionali, senza trascurare le culture, le civiltà e le sane tradizioni". E, più avanti, Giovanni Paolo II menziona esplicitamente l'importanza di preparare e celebrare il Giubileo attraverso l'incontro del cristianesimo con le culture, antiche e moderne, di Europa, Africa, Asia, America ed Oceania. Ecco, allora, che si profila il grande compito riservato ad ogni persona impegnata in campo culturale: far sì che tali segni di speranza divengano patrimonio comune dell'umanità e fruttifichino producendo durevoli frutti di pace e di prosperità per le generazioni presenti e future. Lungi dal rinchiudersi nelle "torri d'avorio" di un sapere puramente accademico, o peggio condizionato agli umori e ai voleri del mercato globalizzato, il mondo dell'università è invitato a riscoprire il gusto, la vocazione e l'amore della ricerca e dell'insegnamento. Perché, lo ha detto ancora il Papa, "alla crisi della civiltà occorre rispondere con la civiltà dell'amore, fondata sui valori universali di pace, solidarietà, giustizia e libertà, che trovano in Cristo la loro piena attuazione (T.M.A., 52)". Ed è su questo terreno che la cultura e la fede, la cultura e il Giubileo, s'incontrano in un fraterno e giubilare abbraccio di riconciliazione.
INTERVENTO DEL PROF. GIUSEPPE D’ASCENZO Il giubileo delle Università si pone tra gli eventi che interpellano la comunità accademica ad una profonda verifica della propria identità e delle prospettive di impegno per il futuro. Le Università romane, sia pubbliche statali, private e cattoliche, sia pontificie, impegnate da anni a costruire con spirito di dialogo e di collaborazione, un sistema universitario integrato, hanno accolto con particolare sensibilità culturale la proposta dei docenti di essere protagoniste nella promozione e organizzazione dei convegni giubilari. L’alto livello scientifico e la dimensione internazionale dei convegni costituiscono per le nostre Università una straordinaria occasione per rinnovare la vocazione alla elaborazione e trasmissione del sapere di ogni autentica comunità accademica. All’inizio del terzo millennio, di fronte alle nuove sfide della comunità internazionale, l’Università deve ritrovare le radici del suo essere e preporsi alle nuove generazioni come luogo privilegiato di formazione e di crescita intellettuale. Tra gli eventi in programma desidero richiamare l’incontro mondiale dei Rettori e dei Presidenti delle Università promosso dall’Università di Roma La Sapienza insieme alle Università di Roma Tor Vergata e Roma Tre, alla conferenza italiana dei Rettori, alla Conferenza Rettori Università del Lazio (CRUL), e al comitato romano dei Rettori delle Università pontificie. Si tratta di un incontro particolarmente significativo e di alto profilo istituzionale che avrà luogo venerdì 8 settembre presso l’Aula Magna dell’Università di Roma La Sapienza e avrà per tema: "The University for a New Humanism". Rettori provenienti da tutti i continenti avranno l’occasione, prima dell’incontro con il Santo Padre di confrontarsi sul ruolo dell’Università nel terzo millennio, ma soprattutto di costruire reti di collaborazione e di scambio culturale tra gli Atenei. Le diverse esperienze accademiche devono costituire patrimonio di tutta la comunità universitaria mondiale favorendo una circolazione dinamica del sapere che permetta a tutti gli uomini di crescere e di progredire nello sviluppo. Riportare nel cuore dell’umanità la cultura come via privilegiata della promozione umana: è la sfida che l’Università intende assumere per il terzo millennio. È un impegno particolarmente complesso e ambizioso. Sono certo che l’evento giubilare, con il suo annuncio di liberazione e di riconciliazione, costituirà un sicuro punto di riferimento e di sostegno spirituale per ogni progetto che la comunità universitaria vorrà intraprendere. Prima di presentare alcuni dati dell’incontro mondiale dei Rettori e dei Presidenti delle Università desidero manifestare i sentimenti di gratitudine delle università romane ai responsabili dei Dicasteri della Santa Sede che hanno reso possibile il Giubileo delle Università soprattutto per la fiducia e la disponibilità a proseguire nella collaborazione. Sono certo che, in questa rinnovata collaborazione tra Chiesa e Università, la comunità universitaria romana potrà essere fermento di rinnovamento e di speranza per tutte le Università del Mondo. Primo convegno mondiale dei Rettori universitari Nell'ambito del Giubileo delle Università, venerdì 8 Settembre 2000 si svolgerà il Primo Incontro Mondiale dei Rettori Universitari presso l'Aula Magna dell'Università di Roma "La Sapienza", iniziativa coordinata ed organizzata dall'Università La Sapienza in collaborazione con le Università di Roma Tor Vergata, Roma III, le Conferenze dei Rettori Italiani (CRUI) e del Lazio (CRUL) e il comitato delle Università Pontificie. Hanno dato già la loro adesione oltre 280 tra Rettori e/o Presidenti di università provenienti da tutto il mondo. In alcuni casi, i Rettori sono accompagnati da delegazioni composte da vice-rettori e docenti delle loro facoltà. Di significativa importanza è la presenza tra i relatori del Prof. Nedzad Mulabegovic, Rettore dell'Università di Sarajevo, con il quale l'Università "La Sapienza" ha avviato un importante programma di cooperazione universitaria regionale per favorire la pace e la ricostruzione delle zone colpite da recente conflitto. All'Università di Sarajevo si uniscono anche i Rettori delle università di tutto il Sud-Est Europa, dalla Romania alla Bulgaria, la Croazia, la Yugoslavia, la Macedonia e l’Albania. Dall'Oriente importanti sono le presenze: dell’Università di Pechino, rappresentata dal suo vice-presidente Prof. Fangchuan He, del Rettore dell'Università di Tokio Prof. Shigehiko Hasumi e del Prof. S. Gopal, Vice Rettore della "Mangalore University" (India). Segnaliamo anche talune Università del Medio Oriente: il Rettore Prof. Gad Gilbar, dell’Università di Haifa, l'Università del Libano e l'Università di Damasco rappresentata dal Rettore Prof. Chikhissa Abdul Razak, nonché il Rettore Prof. Viulen Hakopian, della "Yerevan State Medical University" dell’Armenia. In Europa hanno dato la loro adesione il Prof Christopher Frayling, Rettore del Royal College of Art di Londra, la Prof.ssa Elisabeth Du Reau, Vice Rettore dell'Università di Parigi La Sorbonne Paris III, la Prof.ssa Gunnel Engwall, Vice Rettore de1l'Università di Stoccolma e varie università tedesche. Numerosissima la rappresentanza delle Università della Polonia. Presenti anche i Rettori delle Università della Bielorussia, di Mosca, la Rettrice dell'Università di San Pietroburgo, Prof. Ludmila Verbitskaja. Meritano un cenno di attenzione le adesioni dei rettori e dei presidenti delle Università dell'America del Nord tra cui il Prof. Salvatore Rotella per la Riverside Community College il quale verrà anche in rappresentanza del Consiglio per l'Educazione in America, il Prof. Harry Barrett del New York Medical College. Numerosissimi i Rettori delle Università dell'America Latina. AREE GEOGRAFICHE NUMERO DELLE UNIVERSITÀ AMERICA 75 EUROPA 160 ASIA 27 OCEANIA 1 AFRICA 18
INTERVENTO DEL DOTT. ANTONIO CICCHETTI Il Giubileo delle Università vivrà nell'Incontro mondiale dei docenti e dell’intera comunità universitaria con il Papa, il 9 settembre, il suo momento più importante e decisivo. Come ricordava il card. Paul Poupard, nella conferenza stampa del 9 maggio, "si tratterà, ovviamente, di un momento religioso, in cui, come appartenenti al mondo universitario, ci interrogheremo sulla nostra coerenza umana e cristiana e invocheremo sostegno per iniziare tutti insieme un itinerario di conversione e di carità, incarnato nell’impegno intellettuale e formativo". Ma l'incontro che raduna docenti universitari provenienti da tutto il mondo, si presenta anche come momento di eccezionale dialogo culturale, di scambio di esperienze tra loro molto diverse, in cui attraverso le persone e le comunità di ricerca è la stessa cultura che si mette in dialogo con la Parola di Dio e con la comunità dei credenti. Nel Giubileo delle Università, infatti, sia i 59 Convegni preparatori, organizzati in una quarantina di atenei italiani, sia i momenti più propriamente religiosi, e in particolare la solenne concelebrazione del 10 settembre in piazza San Pietro, puntano, uso ancora le parole del card. Poupard, «a far crescere e maturare nei docenti la coscienza e la responsabilità di essere chiamati ad edificare, con coraggio ed entusiasmo, da veri protagonisti, tale umanesimo, in cui le diverse culture ed i specifici campi di ricerca, illuminati dalla Parola di verità, siano sempre più a servizio dell'uomo e del suo sviluppo integrale, siano terreno di dialogo e di collaborazione, diventino la base della "civiltà dell'amore", a cui tutti miriamo». Come sapete, i temi dei convegni scientifici sono stati divisi in quattro aree: la persona umana; la città dell'uomo; la visione delle scienze; creatività e memoria. Ma tutti i convegni hanno in comune la proiezione verso il futuro: ci si interrogherà cioè su come le diverse discipline, dalla medicina alla bionica, dal diritto alla geografia, dall'archeologia all'informatica, potranno aiutare l'umanità del terzo millennio. Insomma le università del mondo insieme per progettare il futuro. E mentre i docenti saranno al lavoro, a Roma si riuniranno per la prima volta nella storia, per i loro incontri mondiali, i Rettori, i Dirigenti amministrativi, i Cappellani universitari e i Delegati degli studenti, che celebreranno anch'essi il loro primo Forum mondiale. Non mancheranno a lato dei convegni preparatori e delle giornate giubilari vere e proprie, iniziative culturali di richiamo, come il grande concerto di accoglienza, che avrà luogo nell'Aula Nervi la sera dell'8 settembre, con la partecipazione dei Solisti Aquilani diretti dal maestro Franco Mannino, e la mostra del pittore spagnolo Cosme, che sarà inaugurata proprio domani a Roma. Alcuni numeri possono dare un’idea delle dimensioni del lavoro preparatorio che si è fatto in questi mesi e soprattutto della grande varietà degli apporti ai Convegni. Le università coinvolte nell’organizzazione sono state 96. I relatori saranno oltre 1500, i partecipanti circa 10 mila. Le città che ospiteranno i principali convegni sono Gerusalemme, Assisi, Bologna, Campobasso, Cassino, Chieti, Firenze, L’Aquila, Messina, Milano, Modena, Napoli, Orvieto, Rimini, Roma, Sassari, Urbino e Viterbo. Vorrei poi sottolineare che anche 9 Premi Nobel saranno tra i protagonisti di questo importante evento: Prof. J. D. Watson – Premio Nobel per la Medicina (1962) interessante è anche l’elenco delle realtà ecclesiali coinvolte: 11 Congregazioni religiose (Compagnia di Gesù, Ordine dei Frati domenicani, Salesiani di D. Bosco, Figlie di Maria Ausiliatrice, Societatis Verbi Divini, Fratelli delle Scuole cristiane, Marianisti, Frati minori conventuali, Unione S. Caterina da Siena delle Missionarie della Scuola, Legionari di Cristo), la Prelatura dell’Opus Dei, Comunione e Liberazione, Rinnovamento nello Spirito, FUCI e Pax Romana, Movimento dei Focolari, Cammino neocatecumenale, Missionari Identes, Fraternità Verbum Dei, Comunità di S. Egidio, Crociate di S. Maria, Sodalizio di vita cristiana, Missionarie di Cristo Risorto. Di grande rilievo, inoltre, l’elenco dei presidenti delle celebrazioni penitenziali in programma il 9 settembre pomeriggio: il Segretario Generale della CEI, mons. Ennio Antonelli, il Card. Aloisius Matthew Ambrozic, Arcivescovo di Toronto, Canada; il Card. Friedrich Wetter, Arcivescovo di Monaco, Germania; il Card. Alexandre José Maria dos Santos, Arcivescovo di Maputo, Mozambico; il Card. Nasrallah Pierre Sfeir, Patriarca d’Antiochia dei Maroniti, Libano; il Card. Íñiguez Juan Sandoval, Arcivescovo di Guadalajara, Messico; il Card. Christian Wiyghan Tumi, Arcivescovo di Douala, Camerun; S.E. Mons. Józef Zycinski, Arcivescovo di Lublino in Polonia. Infine, una informazione che certamente vi interesserà. Il Papa donerà alle università del mondo una nuova splendida icona-mosaico, intitolata "Sedes Sapientiae", opera del gesuita Marko Ivan Rupnik dell’Atelier dell’arte spirituale del Centro Studi Enzo Aletti di Roma, la stessa equipe che ha allestito la Cappella Redemptoris Mater nel Palazzo Apostolico. E come questa, l’icona mira a congiungere le due tradizioni dell’arte cristiana. L’Immagine sarà affidata, al termine della celebrazione giubilare, alla delegazione universitaria della diocesi di Atene, guidata dall'arcivescovo Foscolos. E inizierà così il suo pellegrinaggio nelle diocesi con sedi universitarie. Si parte proprio da Atene, luogo, ha scritto il Papa, dell’incontro del Vangelo con l’antica cultura. L’immagine resterà nella Cattedrale di Atene, intitolata a San Dionigi, fino alla successiva domenica 17, quando sarà affidata alla delegazione russa dell’Amministrazione Apostolica di Mosca. È presente in sala mons. Lorenzo Leuzzi, segretario del nostro Comitato, che potrà darvi ulteriori ragguagli. È stato anche preparato un sussidio liturgico che potrà esservi illustrato da don Enrico Dal Covolo, vicerettore dell’Università Salesiana. Ancora un’annotazione: lunedì prossimo 4 settembre i giornalisti sono invitati alle 11,30 al Centro Servizi Stampa dell’Agenzia Romana per il Giubileo, a Porta Castello, dove, in tele-conferenza con Milano, il nostro Rettore Sergio Zaninelli, con alcuni illustri relatori, presenterà nel dettaglio i Convegni promossi dalla Università Cattolica.
INTERVENTO DI MONS. VINCENZO ZANI Il coinvolgimento della Chiesa in Italia Nella recente Nota della Commissione episcopale per l’educazione cattolica, la cultura, la scuola e l’università, dal titolo La Comunità cristiana e l’università, oggi, in Italia, i Vescovi italiani hanno menzionato due eventi speciali: la Giornata mondiale della gioventù e il Giubileo Mondiale delle Università, come occasioni particolari per rinnovare l’impegno missionario dinanzi alle odierne esigenze dell’evangelizzazione nel campo della cultura. Durante la GMG, presso l’Università La Sapienza, si è tenuto un incontro per studenti universitari. Gli oltre 6.000 giovani presenti, in rappresentanza dei cinque continenti, si sono scambiati esperienze e riflessioni che hanno evidenziato quanto sia vivo e dinamico il rapporto tra la Chiesa e l’università nel mondo. Ora l’appuntamento del Giubileo delle università, insieme ai protagonisti diretti, coinvolge l’intera comunità cristiana in Italia sia per l’accoglienza dei 60 convegni di aree scientifiche diverse che si svolgeranno in quindici diocesi italiane, sia per gli stimoli scientifici, culturali e teologici che sortiranno dalle giornate conclusive e che costituiranno una feconda provocazione per la presenza dei cristiani nelle istituzioni universitarie. Cosa significa, dunque, questo evento per la Chiesa in Italia? 1. Anzitutto non si può non tenere conto che l’università italiana sta vivendo una particolare transizione culturale e istituzionale. Nel nostro Paese esistono oggi 71 sedi universitarie, libere e statali, escluse le sedi distaccate, che sono frequentate da quasi 1.600.000 studenti; in esse operano 13.400 professori ordinari e circa 25.000 tra associati e assistenti. Nel processo di riforma in corso, i cattolici hanno l’occasione per chiarire le specifiche funzioni del’istituzione universitaria in un momento in cui essa è chiamata a rispondere a nuovi bisogni ed esigenze che via via si presentano nella società. Tenuto conto che la riforma non è ancora conclusa, la sfida alla quale siamo di fronte è di estrema complessità; da un lato, essa richiede una soluzione "teorica" (un nuovo modo di intendere l’universo dei saperi, la enciclopedia delle scienze, il loro rapporto con l’humanitas e con nuovi temi morali), dall’altra è una questione pratico-organizzativa (il nuovo assetto degli studi universitari, le riforme di struttura, ecc.). In tale contesto i credenti sono chiamati ad inserirsi con spirito creativo e con responsabilità, sapendo offrire il proprio specifico contributo culturale. In realtà il successo di una riforma non dipende soltanto dai suoi obiettivi immediati, ma anche dal quadro di riferimenti culturali e ideali entro cui si colloca e che l’università ha il compito di "filtrare" e rielaborare. Il dialogo costruttivo e fecondo che la comunità cristiana intende attuare con l’università passa, oggi, dalla capacità di superare la accentuata separazione tra la visione della fede, da un lato, e la visione filosofica e scientifica, dall’altro e di riaprire, con questo, una prospettiva nuova nella quale si possa ritrovare il rapporto tra realtà e finalità, tra scienza e valori etici. Alla luce dei numerosi interventi di Giovanni Paolo II in questo ambito e tenuto conto della tradizione del pensiero cristiano, riteniamo che la riorganizzazione del sistema universitario non possa seguire, come riferimento principale, la logica dell’efficienza o della rincorsa ai bisogni della società; ci si attende che, accanto alla necessaria valenza sociale, l’università ponga al primo posto l’istanza educativa e la risposta alla domanda di formazione. 2. Una seconda considerazione: il Giubileo delle università ci aiuterà certamente a mettere in luce il ruolo specifico che devono ricoprire i protagonisti della vita universitaria per realizzare la prospettiva del nuovo umanesimo. Tralascio qui di parlare della funzione determinante e delicatissima dei docenti, che esige di essere riconosciuta, valorizzata e forse riscoperta, e che potrà essere oggetto di approfondimento nel lavoro dei convegni. Mi soffermo, invece, brevemente sui due appuntamenti che si svolgeranno nella giornata di venerdì 8 settembre e che avranno come destinatari i cappellani, nella mattinata di San Giovanni in Laterano, e gli studenti universitari, nel pomeriggio, nell’Aula Magna della Pontificia Università Lateranense. Il programma e la scelta dei contenuti dei due incontri sono stati scelti direttamente dai protagonisti. L’ospitalità verrà fatta presso le strutture universitarie e i Collegi universitari di ispirazione cristiana che a Roma sono oltre 100. a) Per quanto riguarda i cappellani va sottolineato che si tratta di un secondo grande appuntamento promosso a Roma negli ultimi due anni. Nel maggio del 1998 si svolse, infatti, il primo Congresso europeo dei Cappellani e fu un evento eccezionale, soprattutto per la numerosa e significativa partecipazione dei Paesi dell’Est Europa e per l’intervento del Santo Padre che invitò a rendere più viva e continuativa la presenza della comunità cristiana nelle università. Come frutto del Congresso si è costituito un comitato europeo di coordinamento dei cappellani. In questa occasione giubilare verrà trattato il tema: "La missione sacerdotale nel mondo dell’Università e della cultura", affidato all’Em.mo Card. Anthony Joseph Bevilacqua, Vescovo di Philadelphia negli Stati Uniti d’America. Saranno presenti alcune centinaia di Cappellani provenienti da 30 paesi diversi dei cinque continenti. b) Per quanto riguarda i studenti, viene promosso il primo Forum mondiale. Quattrocento studenti universitari, provenienti da 20 paesi e in rappresentanza di 15 gruppi, movimenti e associazioni, ascolteranno un intervento dell’Em.mo Card. Vinko Pulji?, Arcivescovo di Sarajevo, sul tema: "Vangelo e cultura in università: le attese della Chiesa". Successivamente proporranno una serie di loro esperienze per illustrare le varie forme di presenza dei cristiani in università. Per le comunità cristiane in Italia questo Forum mondiale sarà sicuramente un forte incoraggiamento per le diverse associazioni studentesche che da noi si sono già date un coordinamento nazionale e che ora viene stimolato ad avere maggiore dinamicità, anche in vista delle riforme. Infatti in una università, che vuole essere un ambiente comunitario, la partecipazione degli studenti, che sono pur sempre la componente più rilevante, dev’essere costante e attiva ai più diversi livelli: nella capacità di interagire positivamente con la dinamica della ricerca, nella multiforme articolazione del rapporto didattico, nella partecipazione intelligente e lungimirante alle strutture rappresentative, nella gestione degli spazi e delle strutture universitarie. Gli eventi dei prossimi giorni dischiudono sicuramente nuove prospettive di evangelizzazione e di dialogo con il mondo universitario. Credo che la dimensione internazionale e mondiale di questi incontri e il messaggio del Santo Padre contribuiranno a rinnovare la persistente vitalità della tradizione cristiana che in passato ha influito sull’evolversi della cultura del nostro paese e incoraggerà e proiettare lo sguardo in avanti per affrontare i problemi nuovi e complessi che emergono oggi.
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