20 - 12.10.2005 SOMMARIO ♦ QUINDICESIMA CONGREGAZIONE GENERALE (MERCOLEDÌ, 12 OTTOBRE 2005 - ANTEMERIDIANO) ♦ SEDICESIMA CONGREGAZIONE GENERALE (MERCOLEDÌ, 12 OTTOBRE 2005 - POMERIDIANO) ♦ AVVISI ♦ QUINDICESIMA CONGREGAZIONE GENERALE (MERCOLEDÌ, 12 OTTOBRE 2005 - ANTEMERIDIANO) I seguenti due Padri sinodali sono intervenuti nella Quindicesima Congregazione Generale di questa mattina: - S.E.R. Mons. Joseph ZEN ZE-KIUN, S.D.B., Vescovo di Hong Kong (Xianggang) (CINA) - S.E.R. Mons. Estanislao Esteban KARLIC, Arcivescovo emerito di Paraná (ARGENTINA) Diamo qui di seguito i riassunti dei due interventi, pervenuti dopo la chiusura della redazione del Bollettino N. 19 di questa mattina: - S.E.R. Mons. Joseph ZEN ZE-KIUN, S.D.B., Vescovo di Hong Kong (Xianggang) (CINA) La Chiesa in Cina, apparentemente divisa in due, una ufficiale riconosciuta dal governo e una clandestina che rifiuta di essere indipendente da Roma, è in realtà una Chiesa sola, perché tutti vogliono stare uniti al Papa. Dopo lunghi anni di separazione forzata, la stragrande maggioranza dei Vescovi della Chiesa ufficiale è stata legittimata dalla magnanimità del Santo Padre. Specialmente negli ultimi anni è risultato sempre più chiaro che i vescovi ordinati senza approvazione del Romano Pontefice non vengono accettati né dal clero né dai fedeli. Si spera che davanti a questo sensus Ecclesiae il governo veda la convenienza di venire a una normalizzazione della situazione, anche se gli elementi "conservatori" interni alla Chiesa ufficiale vi pongono resistenza per ovvii motivi di interesse. L'invito del Santo Padre a quattro vescovi per il Sinodo era una buona opportunità, ma sembra sia stata sciupata. LEucarestia ben celebrata potrà certamente accelerare la venuta della vera libertà religiosa per il popolo cinese. [00309-01.05] [IN231] [Testo originale: italiano] - S.E.R. Mons. Estanislao Esteban KARLIC, Arcivescovo emerito di Paraná (ARGENTINA) 1.- La Eucaristía, sacramento de la Pascua de Cristo. La Eucaristía nos hace concorpóreos, consanguíneos y contemporáneos del Señor. El Señor instituyó en la Eucaristía una misteriosa contemporaneidad entre su muerte y su resurrección y el transcurrir de los siglos. Solo la fe puede conocer esta admirable transparencia del tiempo y del espacio al poder del amor y de la gloria de Cristo, por medio del Sacramento de la Eucaristía. En el "Hoy" de la liturgia eucarística, la única pascua redentora se hace celebración contemporánea. 2.-La Eucaristía y la espiritualidad del Martirio. La Eucaristía, por que es el Sacramento de la Pascua, nos hace esencialmente pascuales y participantes de la vocación martirial. Nos da la gracia de imitar la ofrenda sacrificial de Cristo en cada momento de la existencia, amando como Cristo amó en la Cruz. 3.-La Eucaristía, fuente y culmen de la Misión. La Eucaristía es, en sí misma "el acto misionero más eficaz que la comunidad eclesial puede realizar en la historia del mundo" porque contiene al Salvador en su Pascua Redentora. Desde la Eucaristía, la Iglesia debe partir a anunciar con gozo inmenso el Evangelio del amor salvador de Dios. Su destinatario es todo el mundo y todo el hombre y su cultura, para asumir, purificar del error y del pecado, y llevar todo al altar de la Cruz del Señor. [00308-04.03] [IN228] [Texto original: español] ♦ SEDICESIMA CONGREGAZIONE GENERALE (MERCOLEDÌ, 12 OTTOBRE 2005 - POMERIDIANO) ● RELATIO POST DISCEPTATIONEM ● AUDITIO AUDITORUM II Alle ore 16.30 di oggi mercoledì 12 ottobre 2005, con la preghiera dellAdsumus, ha avuto inizio la Sedicesima Congregazione Generale, per la Relatio Post Disceptationem, per lAuditio Auditorum II, la Seconda Audizione degli Auditori e Auditrici e per e la continuazione degli interventi dei Padri sinodali in Aula sul tema sinodale Eucharistia: fons et culmen vitæ et missionis Ecclesiæ. Presidente Delegato di turno S.Em.R. il Sig. Card. Telesphore Placidus TOPPO, Arcivescovo di Ranchi (India). A questa Congregazione Generale che si è conclusa alle ore 19.00 con la preghiera dellAngelus Domini erano presenti 239 Padri. ● RELATIO POST DISCEPTATIONEM È intervenuto in questa Sedicesima Congregazione Generale il Relatore Generale, S.Em.R. il Sig. Card. Angelo SCOLA, Patriarca di Venezia (Italia), per la lettura della Relatio post disceptationem in latino. Nella sua seconda relazione, a conclusione della discussione generale sul tema sinodale in Aula, il Relatore Generale ha sintetizzato i vari interventi succedutisi in queste giornate nelle Congregazioni Generali e ha offerto alcune linee di orientamento per facilitare i lavori dei Circoli Minori. Pubblichiamo qui di seguito una presentazione in italiano e il testo integrale in latino della Relatio post disceptationem (la traduzione italiana del testo integrale è stata pubblicata nelledizione italiana del Bollettino; nelle edizioni inglese, francese, inglese e tedesco è pubblicata una presentazione della Relazione). Presentazione La Relatio post disceptationem, dellEm.mo Card. Angelo Scola, Relatore Generale, si apre con un richiamo a Giovanni Paolo II il quale ha voluto dedicare al tema Eucaristia fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa questa XI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, e alla meditazione con cui Papa Benedetto XVI ha dato avvio alla I Congregatio Generalis. Allinvito del supremo Pastore della Chiesa, ad avere, secondo limperativo paolino, gli stessi sentimenti di Cristo, ha risposto - leggiamo nellIntroduzione della Relatio - un caleidoscopio di interventi, suggerimenti, scambi in un clima caratterizzato da un intenso affetto collegiale, dalla dimensione testimoniale presente in tanti interventi e dalla grande libertà e franchezza con cui ognuno dei presenti si è espresso. Il Cardinale Angelo Scola, sottolineando la natura della Relatio post disceptationem, per cui autore di questa è tutta lAssemblea e non il Relatore, afferma di non aver fatto una sintesi, bensì una collazione degli interventi, anche per la vastità dei temi trattati e delle sensibilità messe in gioco. Lintroduzione si conclude enunciando lorientamento di fondo emerso, in linea di massima, dagli interventi: il superamento di ogni dualismo tra dottrina e pastorale, tra teologia e liturgia. La Relatio consta di due parti: la Prima Parte, Educare il Popolo di Dio alla fede nellEucaristia, è suddivisa in cinque capitoli. Nel I, il Relatore afferma che numerosi interventi hanno messo in luce le oggettive difficoltà che il popolo cristiano incontra, oggi, nel credere e celebrare lEucaristia, ed è emersa la grave responsabilità dei pastori in ordine allevangelizzazione e alla nuova evangelizzazione. Istituendo lEucaristia, sostiene il Relatore, Gesù ha dato vita ad una novità radicale: ha compiuto in Se stesso la nuova ed eterna Alleanza e questa novità chiede di essere accolta e custodita dalla Chiesa come dono insostituibile ed estremamente prezioso. Nel II capitolo, si espongono i tratti principali dei contenuti essenziali di questo grande mistero, emersi dalla necessità di educare i credenti ad unintegrale fede eucaristica. Nel III si sottolinea il posto di grande rilievo che ha avuto, nella disceptatio, il nesso tra lEucaristia e il settenario sacramentale. Il IV capitolo tratta dellEucaristia e del popolo sacerdotale, i fedeli che nel loro radunarsi insieme riscoprono la propria appartenenza alla Chiesa, e si parla di Dies Domini, Vescovo e presbiteri, diaconi permanenti e ministri straordinari della Comunione, parrocchia e piccole comunità, famiglia, vita consacrata, giovani. Infine, il V capitolo, raccoglie il tema Eucaristia e missione: per essere missionaria la Chiesa deve essere anche profondamente eucaristica. La Seconda Parte, Lazione eucaristia, consta di 4 capitoli. Nel I, il Cardinale Scola, nota che non pochi Padri hanno ricordato con gratitudine il benefico influsso della riforma liturgica attuata a partire dal Concilio Vaticano II sulla vita della Chiesa, con il richiamo alla ricchezza del Messale Romano, assieme allurgenza di una maggiore attenzione per lars celebrandi (III cap.) da cui dipende lactuosa participatio (IV cap.), dopo aver trattato, nel II capitolo, della struttura della celebrazione liturgica. Nella Conclusione, che precede le 17 Questioni per i Circoli Minori con cui si chiude la Relatio, il Cardinale A. Scola afferma che il lavoro che attende ora tutti i Padri sinodali costituisce la parte più delicata, dalla quale emergeranno le Propositiones che offriremo al discernimento proprio del carisma del Successore di Pietro. È un lavoro che compiremo ancora una volta in tutta libertà e parresia perché intendiamo farlo in tutta umiltà. Siamo infatti consapevoli che lEucaristia, in quanto dono, è intrinsecamente connessa alla testimonianza che, come ci è stato richiamato, può giungere fino al martirio. Ma il martyrein è esso stesso un dono che unaltra volta chiede umiltà. Ce lo ricorda la bella traduzione italiana del prefazio dei martiri: Padre che riveli nei deboli la Tua potenza e doni agli inermi la forza del martirio. [00304-01.06] [NNNNN] [Testo originale: italiano] Testo originale Pater Beatissime, Venerabiles fratres in episcopatu, fratres sororesque in Christo Introductio 1. Benedictus XVI, in meditatione qua opus incepit I Congregationis Generalis in hoc XI Coetu Generali Ordinario Synodi Episcoporum, quam Ioanni Paulo II, Servo Dei, de Eucharistia fonte et culmine vitae et missionis Ecclesiae esse placitum est, nos vehementer hortatus est, ut mandatum divi Pauli nostrum faceremus, qui praecepit: «Idem sapite: sentiamo dietro la parola latina, la parola sapor, sapore: abbiate lo stesso sapore per le cose (
) con tutte le differenze che non solo sono legittime ma anche necessarie, ma abbiate eundem saporem (
) Abbiate gli stessi sentimenti di Cristo, entrare nella phronesis, nel phronein, nel pensare di Cristo. Quindi possiamo avere la fede della Chiesa insieme, perché con questa fede entriamo nei pensieri, nei sentimenti del Signore. Pensare insieme con Cristo». Variae diversaeque sententiae in interventionibus a fere 230 Patribus apertae, una cum 150 cogitationibus, suggestionibus, percontationibus ultro citroque positis in disputatione libera vespertina atque relationibus ab Auditoribus, a Delegatis Fraternis luculenter habitis, cumque relationibus et communicationibus in XL anniversario Synodi celebrando praebitis iam primam quandam responsionem praebent supremo Ecclesiae pastori adhortanti. Praeterea responsionem istam vel amplius corroboravit et affectus collegialis qui in dies fit in nobis manifestior et virtus testimonialis quae tametsi in omnibus interventionibus adest, tamen in certis quibusdam pro diversis continentibus vim induit peculiarem. Neque illud est silentio praetereundum, unumquemque nostrum de rebus variis, etiam ancipitibus maxime et incertis, quae ad disceptationem pertinerent, animo simplici apertoque dixisse. Reciprocatio rerum: a disceptatione ad circulos minores 2. Ita quasi ad reciprocationem laborum et transitionem pervenimus, quam Relatio post disceptationem comitari debet. Natura sua valde differt Relatio post disceptationem a Relatione ante disceptationem habita. Ipsam autem non frustra in mentem revocabimus. Si ad litteram et ad spiritum redimus articuli 33 in Vademecum Synodi de Relatione ante disceptationem et ad articulos 34 et 59 de Relatione post disceptationem, dilucide apparet, in priore illa Relatorem ab Instrumento laboris quidem pendere, servato tamen spatio satis amplo ut suam sententiam aperiat; in Relatione post disceptationem autem, si bene rem perpendas, auctoris munus non Relator, sed Coetus ipse explere videatur. A Relatore illud tantummodo postulatur, ut fideli brevique dictione rationem reddat rerum, quae a disceptatione sint progressae. Secretario Speciali praestantissime cooperante, 32 peritis operam iungentibus quibus omnibus liceat mihi gratias agere tribus circulis oportune constitutis, omnis habita relatio, iis quoque inclusis, quae hodie post meridiem sunt habendae, semel audita et lecta quantum fieri potuit in hanc Relationem est inserta. Conati sumus vestra ipsorum verba adhibere adeo, ut prima redactio revera textus fuerit collaticius sententiarum a Vobis quinque sermonibus prolatarum. Copia autem et magnitudine rerum, de quibus dictum est, atque animo diverso uniuscuiusque vestrum inducor, ut pro hac Relatione nomen summae evitem. Praestat enim dicere, hanc esse collectionem interventionum effectam per compendium, cuius ipse, cui Secretarius Specialis assensus est, auctor sum . Ut natura fert, nonnisi indicem praebere potui elementorum, opinationum, quaestionum, quin singula perpenderem vel saltem collustrarem. Quod non modo temporis spatium angustum, verum etiam natura mere ancillaris huius relationis postulavit. Animadversiones vel etiam nonnullius momenti fieri potest ut me fugerint, cuius rei veniam peto. Ceterum, ut par est, in circulis minoribus denuo proponi poterunt. Idem fieri poterit pro plurimis illis suasionibus practicis, quae emerserunt in liberis disputationibus, quarum nullam mentionem habebo, cum in regestis sint a Secretaria Generali inscriptae. Nunc enim, postquam Coetus formam aedificii incohavit, fabri relatoris est ut ceteros fabros comitetur eorumque labores ordine simul colligat, in consummatione operis facienda. Circuli minores, Propositionibus elaboratis, splendore aedificium ornabunt. Ita, sicut Synodi natura requirit, architecto opus consummatum offerre poterimus, qui eius perpendat concinnitatem et firmitatem innixus consilio Divini Mandatoris atque deliberet, utrum aedificium populo sancto Dei patere debeat et possit. More solito, in extrema Relatione invenietis indicem quaestionum, quae, si vultis, labores in circulis minoribus adiuvare valebunt. Eas nunc non legam, sed ipsi inspicere indicem poteritis vel etiam, ubi id oportunum Moderatoribus et Relatoribus circulorum videatur, in perficiendis laboribus communibus. Relationis partes 3. Res bipertivi. Post introductionem, cuius terminum in paragrapho quarta Discidia vincamus! constitui, sequitur Pars Prior, De populo Dei ad fidem Eucharisticam educando in quinque partes distributa, quae sunt: 1. Novitas cultus christiani; 2. Eucharistica fides; 3. Eucharistia et sacramenta; 4. Eucharistia et populus sacerdotalis; 5. De Eucharistia et missione. Pars Altera vero De actione eucharistica est et in quattuor capita est dispertita: 1. In sulco liturgicae reformationis; 2. De structura liturgicae celebrationis; 3. Ars celebrandi; 4. Actuosa participatio. Sequitur demum brevis conclusio. Discidia vincamus! 4. Ut compendiose et ordinate res nostrae disceptationis exponamus, praestat exordiri ab elemento manifesto. Plerumque ab interventionibus Patrum progressum est propositum commune: esse discidia doctrinae et rei pastoralis, theologiae et liturgiae omnino vincenda. Quod ab ipsa natura Eucharistiae provenit, quae est actio liturgica (ritus). Mystagogia enim iter est faciendum tamen non a theologia in liturgiam, sed conversa ratione a liturgia apte celebrata ad intellectum mysteriorum. Nulla est doctrina a vita quasi abstracta et separata neque vero de certa christiani exsistentia cogitari potest, lege credendi omissa. Itaque nostro in colloquio partes doctrinae radicem fidei esse vidimus. Nam semper et a principio intellectus fidei arte actioni liturgicae Ecclesiae est conexus. Pars Prior De Populo Dei ad fidem Eucharisticam educando I. Novitas cultus christiani Eucharistiam nostro in mundo celebrare 5. Nonnullae interventiones in luce collocaverunt, quas difficultates populus christianorum subeat, nostra aetate, in credendo et in celebrando mysterio Eucharistiae. In partibus Orientis et Occidentis, in regionibus ad septemtriones et ad meridiem positis, in universo mundo, Ecclesiae particulares, suo quaeque colore, vivunt submersae animi cultu quodam saeculo favente (seu saecularizatione; neque raro de habitu contra culturam agitur), qui saepe contemplationem, gratuitatem, condivisionem detrectat. Sensus mysterii et sacri qui in Eucharistia proprie inest ad periculum adducitur, ne obscuretur. Disceptatio indicavit mundum a violentis et iniquis percussum adeo, ut difficulter agnoscatur, omnes homines filios esse Patris, qui in Spiritu Sancto nobis Filium Suum dat, Panem vivum. Idem vero mundus, tametsi saepe saeculi menti favet, tamen vehementer sitit pulchritudinem et veritatem. Magnas quaestiones de ultimo vitae mortisque sensu, de dolore laetitiaque necessario sibi proponit et non desiit habilem se praebere in agnoscendo bono, ubicumque sibi occurrerit. Ut vehementer nos commonefecit Afer quidam confrater noster, nostra aetate homines, pleni ut sunt contradictionibus et quaestionibus, possunt tamen, quod fervide exspectant, nuntium christianum accipere. Maxime in hoc mundo Ecclesia vocatur, ut sacramentum sit, signum et instrumentum intimae cum Deo unionis et unitatis humani generis. De evangelizatione et fidelium educatione 6. Ex considerationibus superius relatis, potenter apparuit grave illud munus quod pastoribus in evangelizatione et in nova evangelizatione videtur esse imputandum. Ecclesia, quae suapte natura est maxime educatrix, pervidet nostra aetae urgentiam immensam in opere nuntiandi et catechizandi sitam esse, ut populus christianus Eucharisticum mysterium credere, celebrare, vivere plene possit. Catechizandi sollicitudo circa Eucharistiam potenter emersit ex omnibus fere rebus disputatis. Ceterum interventiones saepius animadverterunt, ab Eucharistia, quatenus suapte natura plenitudo sit initiationis christianae, plenam ad fidem educationem postulari. Patres confirmaverunt, hanc formationem et christocentricam esse debere et ad omnia elementa essentialia doctrinae catholicae de Eucharistia deque ipsius digna celebratione pertinere decere, ut fideles habiles fiant, qui de sua vita oblationem Deo acceptam efficiant (logikē latreia: Rm 12, 1). Hoc uno innixi fundamento discidium celebrationis et vitae superare valebimus in hominibus credentibus. Novum illud eucharisticum 7. Iesus, in instituenda Eucharistia, rem radicitus effecit novam: nam in Semet ipso novum et aeternum Testamentum perfecit. In cena enim rituali Hebraeorum, quae in memoriali colligit liberationem ab Aegyptiis antiquitus actam eiusque momentum recolit impraesentiarum et promissionem futuram, Iesus Sui donum plenum velut gemmam illigare voluit. Verus ille Agnus Immolatus se in sacrificium dedit semel et in perpetuum in mysterio paschali ideoque hominem perpetuo liberare valet. Dominus Iesus ita elementa essentialia tradidit cultus novi (intra fines eulogiae et eucharistiae: panis et vini; verborumque quae panem vinumque in Corpus et Sanguinem transformant) Ecclesiae sponsae Suae, ut, Spiritu Sancto duce, posset per aevum ea liturgica forma convestire accommodata ad huiusmodi mysterium exprimendum et celebrandum. Donum eucharisticum 8. Novum illud in Eucharistia a Domino Nostro instituta positum flagitat, ut acceptetur et custodiatur ab Ecclesia velut donum pernecessarium et imprimis pretiosum. Optimo quidem iure in aula audivimus, Ecclesiam nullum sibi adrogare ius in donum sibi a Domino in Eucharistia commissum. Unus est ipsius habitus erga hoc mysterium fidei magnum, ut adoret, ut laudet, ut oboediat. Se ab Eucharistia effingi conformarique pati, ut confirmatum est, idem est atque formari experientia gratiae in contemplatione mirabilium Dei. Hac in parte nonnulli Patres in mentem revocaverunt necessitatem observandi normas liturgicas, quibus humilis Ecclesiae oboedientia exprimitur, quae tamen deficit in abusionibus. Debito tenemur praeterea commemorandi multiplicem disputationem in aula habitam de necessitudine naturae Eucharistiae velut doni et iuris christifidelium ut ex spiritualibus Ecclesiae bonis, praesertim ex verbo Dei et sacramentis, adiumenta a sacris pastoribus accipiant. Et hoc secumfert onus, quod pastoribus incumbit, ut quam maxime sine intermissione diebus dominicis celebrent in plurimis communitatibus ecclesialibus per orbem distributis. Convenit ceterum ut statim animadvertamus, omnes Patres trepide solliciteque sacerdotum paucitatem in omnibus continentibus in luce collocasse . Hoc in prospectu ab quibusdam viri probati commemorati sunt. Ipsi de necessitate in posterum non ulterius procrastinanda dixerunt ut sacerdotes melius per singulas regiones distribuantur, ratione nempe habita varietatis et sermonum et animi cultuum. Non defuit, qui postulaverit opes spirituales et materiales impendi in actione pastorali vocationali nova ratione agenda quod ad res et ad methodos pertinet et in formatione candidatorum si forte ad sacerdotium. Nonnulli Patres Orientales de sacerdotio uxorato dixerunt, quod ipsorum Ecclesiis proprie inhaeret et omnibus nostrum elementa obtulerunt ad ulterius perpendendam electionem ab Ecclesia latina effectam, quae sacerdotium ordinatum cum caelibatu conexum voluit. Hac in parte aliqui Patres in mentem revocaverunt rationes christologicas, ecclesiologicas, eschatologicas caelibatus, quas explanatas legimus in Sacerdotalis coelibatus congruenter doctrinae Concilii Vaticani II et confirmaverunt hypothesin de viris probatis non esse iter faciendum. II. Fides in Eucharistiam Necessitas educandi homines credentes, ut fidem eucharisticam habeant plenam, amplum prospectum patefecit circa elementa essentialia in magno mysterio contenta. Summa capita delineare conabimur. Mysterium paschale, mysterium Trinitatis 9. Eucharistia est memoriale integri eventus paschalis. Hoc in sensu oportet Ecclesia constanter populum Dei admoneat, Eucharistiam, cum repraesentet mortem Christi Eiusque resurrectionem, exprimere ratione suprema amorem Christi erga Patrem et amorem Patris erga Filium. In eucharistico mysterio dilucide apparet Persona et missio Spiritus Sancti quae aliquando a fidelibus minus apte consideratur. Ita patet, quod sit momentum epiclesis, cui Pater aliquis, praesertim intentus ad traditionem orientalem, vehementer institit. Sacrificium sacramentale 10. Instanter Patres efflagitaverunt, ut altius perpenderetur et traderetur veritas de amplitudine sacrificali eucharistici mysterii, quae eminenter manifestat illam Iesu pro-exsistentiam, quae est oblatio Suae vitae a Iesu Patri pro hominibus litata. Siquidem sacrificium Iesu est culmen revelationis vitae Trinitatis, ergo Eucharistia fit via princeps in ostensionem amoris, quo Deus totum hominum amavit genus. Amplitudo sacrificalis doctrinae eucharisticae non potest levioris momenti reputari. Id genus difficultates in sensu sacrificii intellegendo positae impellunt ad sensum eius altius pervestigandum. De praesentia reali et adoratione 11. In sacris speciebus Iesus Christus realiter et substantialiter praesens adest. Oportunum esse visum est, ut theologia et catechesis de praesentia reali altius pervestigetur, quae in luce collocet proprium illud, quod praesentiae eucharisticae inhaeret et illustret, quid ipsa qualitative differat ab aliis, insignibus quidem, modis praesentiae Domini Resurgentis in Ecclesia et in mundo. Quae altior pervestigatio confoveri poterit a theologia consecrationis undique et in omnibus partibus evoluta (in parte trinitaria, pneumatologica, ecclesiologica, eschatologica). Convenit hic, ut commemoremus, de praesentia reali deque eius accomodata intellectione, plurimos fuisse interventus et testimonia ad adorationem eucharisticam pertinentia. Praesertim illud necesse visum est, ut necessitudo perciperetur inter celebrationem et adorationem sita: nam habitus adorandi nota praecipua esse debet ipsius participationis in celebratione eucharistica. Consectarium est nostrae fidei in mysterium celebratum, ut etiam extra Missam Iesum Christum adoremus in Eucharistia praesentem, reparationis quoque causa. Ut eiusmodi habitum foveamus et in celebratione et extra celebrationem nonnulli Patres quaestionem significaverunt de collocatione tabernaculi in Ecclesia. Aliquis vero Pater illustravit non congruenter fieri, ut sedes praesidis ante tabernaculum collocetur. Alii demum institerunt ponderi Congressuum Eucharisticorum diversis in gradibus. De convivio et communione 12. Sacrificium eucharisticum inscriptum est in convivio, sed convivium est omnino intellegendum tantummodo ex oblatione, quam Iesus Suae vitae pro Suis in cruce litat. Nulla est sacrificii et convivii oppositio. Eucharistia, ita plene intellecta, velut cena et convivium, revelat naturam escae panisque viatici, qua pollet. Communio sancta apex est et culmen eucharistici convivii: in ipsa enim fideles participes fiunt veri Corporis verique Sanguinis Domini Nostri Iesu Christi et plenius efficiuntur membra Corporis Eius, quod est Ecclesia. Natura convivii Eucharistiam demonstrat esse mysterium capax, quod relationes generet novas: fidelis enim, cum ingreditur Christi communionem, novam cum ceteris hominibus relationem instaurat. In celebrationibus eucharisticis non desunt, proh dolor!, fideles qui ad Communionem accedant, destituti debita praeparatione et conscientia. Nonnullae interventiones hac in parte necessitatem expresserunt, ut catechesis habeatur, quae ligamina obiectiva ostendat quibus iter fidei et conversionis eucharisticae communioni astringitur. Sunt Patres qui saepius postulaverint renovatam attentionem in modis impendendam et in normis, quae distributionem Sanctae Communionis regunt. De Eucharistia et Ecclesia 13. Res Eucharistiae unitas est Ecclesiae. Hanc adfirmationem, quam traditio theologica caram habuit, commemoraverunt in aula ad illustrandum momentum eucharisticae ecclesiologiae evolvendae ut fundamentum praebeat et radicem ecclesiologiae communionis. Ipsa enim prospectum accommodatum offerre potest, ut quaestiones nonnullae maximi momenti subeantur. In primis sunt quaestiones conexae cum indole collegiali et synodali et generatim cum principio repraesentantiae in Ecclesia. Ecclesiologia eucharistica illustrare valet etiam aliquas quaestiones, quae nostra praesertim aetate maxime iter oecumenicum afficiunt. Una cum adhortatione ad usum terminorum severiorem confirmata est consuetudo de fidele non catholico, peculiaribus in adiunctis obiectivis et subiectivis, ad communionem eucharisticam admittendo. In mentem sunt revocata verba Decreti Unitatis redintegratio 8, criteria Directorii Oecumenici 129, et indicationes spe plenae quas Ioannes Paulus II in Encyclicis Ut unum sint 46 et in Ecclesia de Eucharistia 44, 45, 46 dedit. Patres duo, ritui orientali addicti, quaestionem indagaverunt, num oporteat, certis quibusdam in casibus et contextibus, una cum ministris Ecclesiarum orthodoxarum celebrare. Nam, ut Delegatus Fraternus unus affirmavit, tota vita, verbum et structura Ecclesiae, essentialiter eucharistica est. De Eucharistia et vita christiana 14. Fecunda Eucharistiae participatio, quae suprema est confirmatio methodi quam Deus elegit ut hominibus occurrat, vitam fidelis transformat eiusdemque in exsistentia formam eucharisticam imprimit. In hoc praecipue stat spiritualitas eucharistica, cuius mentionem aliquae interventiones fecerunt. Sensus enim totius christianae vitae, ut Sancti ostendunt, unio cum Christo est, qui Se Patri offert, ut homines vitam habeant. Discipulus Iesu in hoc mundo collocatur idcirco praesertim, ut formam eucharisticam vivat, ut proximum beneficiis afficiat, ut fructus salutares edat, ut sal fiat et lumen et mundi fermentum. III. Eucharistia et sacramenta Spatium magni momenti in disceptatione nexus habuit inter Eucharistiam et septumplicem sacramentorum coronam intercedens. Consideremus igitur summatim praecipua elementa inde progressa. Eucharistia et initiatio christiana 15. Nonnullae interventiones ut totum christianum initiationis iter altius perscrutemur suaserunt. Namincorporati per baptisma Christo in Ecclesia, fideles advocantur, ut plene vivant vitam suam velut membrorum Corporis Christi per partecipationem consciam, actuosam et fecundam Eucharistiae. Quidam Patres peropportunum putaverunt formis favere catechesis post-baptismalis, quibus fideles ad vitam fidei maturam ducantur. Quidam Orientalis Pater pondus revocavit notionis theologicae quae proponit ut tria sacramenta initiationis christianae simul eodemque tempore conferantur. Eucharistia et Paenitentia 16. Instanter Patres memoriam nexus revocaverunt inter Eucharistiam et Paenitentiam intercedentis. Catechesis enim et praedicationis est fideles adiuvare ut necessitatem comprehendant regulariter Poenitentiae Sacramentum adhibendi. Qua quidem re reciperatur nexus inter Eucharistiam et vitam spiritualem intercedens, quod iter est conversionis et transfigurationis personae in Christo. Ad hunc finem, necessitas revocata est, ut sacerdotes ad haec procliviores sint. Praeterea quidam Patres petiverunt respectum omnium normarum quae ad Paenitentiae sacramentum pertinent. Eucharistia et Matrimonium 17. Multi Patres educationis necessitatem ad intimum nexum inter Eucharistiam et Matrimonium in luce posuerunt. Aliqua interventio hanc rem explicuit in prospectu ecclesiologiae sponsalis. Nonnulli Patres mentionem fecerunt conviventium maritali more, baptizatorum matrimonio solo civili iunctorum, illorum qui divortium fecerunt et iterum matrimonium contraxerunt quique sese posuerunt in condicione dolorosa, ut non possint communionem eucharisticam accipere. Illustratum est momentum intentae pastoralis excipientis communionis erga eos omnes sub lumine nonnullarum enuntiationum, quas Magisterium de hac re dedit. Patres duo postulaverunt ut itinera misericordiae explorentur. Peculiari vero modo Pater aliquis Episcopos hortatus est ad dimensionem pastoralem potenter promovendam tribunalium ecclesiasticorum, functionibus et proceduris si forte simplicioribus effectis, et ad ea instituenda ubi non exstent. Plures Patres illustraverunt vim spiritualis Communionis his in casibus adhibendae, quamquam non defuerunt, qui eam solutionem mere simulatam reputaverint esse. Eucharistia et Ordo 18. Quidam Pater locutus est sua in interventione de nexu inter Eucharistiam et Ordinem sacerdotalem intercedente seque ad doctrinam rettulit Magisterii, quod Eucharistiam veluti praecipuam rationem Sacerdotii ministerialis definit. Argumentum pluries in interventionibus tempore liberae disceptationis progressum est. Aliqui Patres se rettulerunt ad doctrinam de agendo in persona Christi et ad nexum inter sacerdotium ordinatum et sacerdotium Populi Dei intrinsecus intercedentem. Infirmorum Unctio et Viaticum 19. Argumentum significatum est potius indirecte cum agebatur de Eucharistiae pondere pro aegrotis. Multi fideles aliquem recuperant nexum cum christiana communitate dum in condicione vivunt morbi vel doloris. Ceterum, praecipuus Eucharistiae locus suapte natura relationem communitatis ecclesialis illuminat cum cunctis hominibus et mulieribus provinciae salutis et sanitatis incumbentibus; aegrotantibus, familiaribus et operatoribus publicae salutis. Quidam Pater necessitatem in luce collocavit accommodandi navitatem pastoralem hac in regione, cum eam nunc temporis undique carentem reputaret. Ut quidam animadvertit, prospectus eschatologicus Communionis eucharisticae in Sancto Viatico significanter apparet. Fidelis qui Viaticum, immortalitatis medelam, accipit, velut eodem temporis puncto et mortem et vitae plenitudinem experitur et pignus recipit carnis resurrectionis. Commemoratum est denique, quanti theologice sit Missa suffragii pro defunctis celebranda. IV. Eucharistia et populus sacerdotalis Dies Domini 20. Populus christianus - sicut quidam dixerunt visibiliter agnoscitur, quoties Die Dominica in Sancta Missa congregatur. Communitas ecclesialis celebrans Eucharistiam sacramentaliter victoriam Christi super malum et mortem participat. In actu communis congregationis, fideles se iterum deprehendunt membra Ecclesiae esse. Id quidem faciunt dum verbum Dei audiunt, dum memoriale participant redemptionis a Christo donatae, dum in orbem se mitti sinunt, ut testes fiant mysterii celebrati. Hanc ob rem multae Patrum interventiones necessitatem commendaverunt recuperandi altum Diei Dominicae pondus, praesertim in societatibus saeculo faventibus, ubi ipsum haud raro vehementer extenuatum pervidemus. Oportet fideles adiuventur ut recognoscant, se sine Dominico non posse. Hac in parte Pater unus quaestionem tetigit, in quibusdam Nationibus delicatam, de opere Die Dominico expleto. Dominico namque die Ecclesiae vita distinguitur, eodemque indoles christiana exprimitur. Dies Dominicus, plus quam praeceptum, signum est iucundi occursus fratrum in Christo. Ipse vero plurimum et in animi cultu et in hominis formatione potest. Educat etiam ad veram quietem. Quaedam interventio hortata est, ne singularis indoles Diei Dominici diebus celebrationis variorum eventuum obscuraretur. Episcopus et presbyteri 21. Responsalitas Episcopi erga vitam liturgicam in dioecesi et, singulari modo, erga celebrationem Eucharistiae, pluries in synodali aula est illustrata, etiam in eius relatione cum ecclesia cathedrali. Praesertim tamen Patres in luce collocaverunt nexum sacramentalem inter presbyteros et eorum Episcopum. Uno ore gratias persolverunt sacerdotibus qui suam vitam pastorali dicant ministerio. Abusus et vitia obscurare non possunt, neque longe, zelum quo maxima pars sacerdotum propriam vivit vocationem propriamque missionem. Quaedam interventiones demonstraverunt responsalitatem Episcopi erga Seminarii tirones et eorum idoneam formationem quae velut cor et apicem considerare debet Eucharistiam. Aliquorum sententia oportet plus spatii detur, a Seminarii tempore, aptae formationi liturgicae sacerdotum eiusque fundamento theologico explanato. Diaconi permanentes et ministri extraordinarii Communionis 22. Maior institutio liturgica etiam pro diaconis permantentibus et ministris extraordinaris Communionis est quaesita. Oportet illi altiore usque modo ad explendum pretiosum ministerium praeparentur. Praesertim in celebrationibus dominicalibus in exspectatione sacerdotis eorum ministerium magno adiumento missioni Ecclesiae videtur esse. Illi enim poterunt, per educationem fidelium ad verbum Dei audiendum, ad laudem orationemque, amorem pro Eucharistia inculcare. Quidam Pater in luce collocavit quanti sit, his in contextibus, sincerae supplicationi favere, ut Dominus suae det Ecclesiae plurimas vocationes sacerdotales. Quod pertinet ad istos conventus, quaedam interventiones demonstraverunt periculum: fideles enim possunt eos cum celebratione eucharistica confundere. Postremum igitur Patres suaserunt conatus ad inveniendas aptas formulas, quae eiusmodi periculum expellant. Aliquis Pater rogavit: quo usque haec communitates manere debeant in exspectatione?Alius quaesivit ut iusta urgentia Eucharistiae Dominicalis cum cognitione coniungeretur valoris liturgiarum Verbi et similium celebrationum liturgicarum. Paroecia et parvae communitates 23. Munus paroeciae veluti domus et scholae precandi quod ad celebrationem eucharisticam pertinet in luce pluries positum est. Ea constituit spatium fundamentale pro populo Dei. Eodem tempore aliqui Patres de necessitate locuti sunt sustinendi ortum parvularum communitatum etiam intra paroecias, ut permittatur altius etiam initiationis christianae iter, quod vividius illuminet nexum inter celebrationem eucharisticam et vitam christianam intercedentem. Intra similes communitates vitales - quidam Pater suasit facilius est omnes circumstantias vitae cotidianae obire, praesertim in quibus locis industria sectarum est singulariter pugnax, adeo, ut numerus catholicorum celeriter imminuatur. Debilis vero cum Ecclesia nexus, qui christianos separet, fertile fit solum, ubi sectae floreant adeptis in dies novis. Tamen duo vel tres Patres dubiis haeserunt circa multiplicationem celebrationum eucharisticarum pro parvis coetibus, praesertim intra eandem communitatem paroecialem: nam in periculo potest esse communio ecclesialis. Familia 24. Aliquae interventiones clare pondus demonstraverunt decretorium familiae pro educatione ad Eucharistiam attingenda. Iam dictum est de nexu inter Eucharistiam et Matrimonium christianum. Civilitas amoris nititur praesertim familiis christianis consciis propriae vocationis propriaeque missionis ecclesialis. Familia, vivarium vocationum, cum nexum intimum vivat per paroeciam cum Ecclesia particulari, aptius potest momentum ostendere Eucharistiae in vita cottidiana. Occasio omnino singularis ad propositum stat in celebrationibus primae Communionis. Quidam Pater exoptavit, ut Prima Communio ab omni communitate celebretur veluti singularis oportunitas formationis christianae pro tota familia et non veluti occasio saecularis cui, interdum, nimia pompa et ostentatio adiungitur. Eademque praeterea potest occasionem offerre ut fideles discant Sanctae Missae dominicalis pondus veluti signi communis pro cuncta familia. Vita consecrata 25. Eucharistia vitam consecratam facit. Patris alicuius sententia ipsa, veluti signum peculiare Ecclesiae Sponsae quae accipit et reddit fecundum donum sui Sponsi, speciali modo concurrit ad novam inventionem prospectus sponsalis ministerii eucharistici. Eucharistia spatium est praecipuum ubi viri et mulieres consecrati Christum sequi in luce consiliorum evangelicorum discunt. Hic vim inveniunt ut ex sua ipsorum vita nuntium efficiant propheticum. Iuvenes 26. Non pauci Patres quaesiverunt quomodo iuvenes vivant ac percipiant mysterium eucharisticum. Unde prospectus valde varius emersit. Praesertim per Dies Mundanos Iuventutis traditio ponderis Eucharistiae novis generationibus facta est pro pastoribus quaestio maximi momenti et curae. Interventiones quaedam in luce posuerunt novas generationes, saepius magnis culturalibus immutationibus adlectas, magna cum difficultate pondus Eucharistiae apte percipere. In nonnullis Nationibus participatio iuvenum in Missa dominica post expletam initiationem christianam praeceps ruit. Ut interventio quaedam adnotavit, mens animique cultus aetate nostra praevalentes praecipue arduam reddunt perceptionem illius mutationis substantialis, quae in consecratione panis et vini evenit. Ex his quoque rebus instans egreditur provocatio ad educationem et catechesim, eo magis quod, etsi tam deserta sit participatio dominica, conspici tamen potest econtra experientia alicuius renascentis adorationis eucharisticae etiam inter iuvenes, qui enim quandoque asserunt se a Christo adtrahi allicique. Hac in parte, multi Patres attentionem revocaverunt ad pretiosam actionem motuum et novarum aggregationum ecclesialium pro institutione christiana in Eucharistia et in Sacramentis innixa. V. Eucharistia et missio Eucharistia fons missionis 27. Ut vere missionalis sit, oportet etiam Ecclesia quam maxime eucharistica fiat. Eucharistia enim fons est vitalis missionis. Nam Verbum Dei audientes, mortem ac resurrectionem Domini celebrantes et Eidem in communione sacramentali cohaerentes, ad personalem ac simul communitarium conventum cum Christo adducimur, cuius veri discipuli efficimur. Ita Eucharistia actioni missionali in universum prodest, ac peculiari modo missioni ad gentes opitulatur. In Eucharistia enim missio unum idemque fit atque nuntius Christi pernecessarius eademque impedit quominus necessaria hominis promotio, quae evangelizationi naturaliter admiscetur, ad meram sociologiam reducatur. Eucharistia et martyrium 28. Missio Ecclesiae exorditur a testimonio personali et communitario populi christiani Eucharistia saginati. In multis locis orbis terrarum participatio Eucharistiae potuit, et adhuc potest, quaerere, ut suam quisque vitam tradat. Nonnulli Patres, enim, qui e Nationibus convenerunt ubi vita in fide etiamnunc minas patitur ob defectum libertatis religiosae, significaverunt ipsam regularem participationem celebrationi eucharisticae magnam vim testimonii habere. Eucharistia, ex ipsa oblationis Suipsius virtute quam Christus Patri reddit, omnia sacrificia christifidelium et omnes passiones hominum mulierumque bonae voluntatis simul comprehenduntur. In Ea revera, ex dono Spiritus, conspicitur ea quae desunt passionum Christi adimpleri. Plures fuerunt, qui nexum illustraverint inter Eucharistiam et martyrium; Pater autem unus subiecit, hoc vinculum corroborari non modo cum nomina martyrum enuntiantur in Canone Romano, verum etiam ipsorum reliquis in altari insertis. Celebratio memorialis Sanguinis Christi pro amore effusi plene perficit vim sanguinis a martyribus irrorati. Eucharistia et dialogus inter religiones 29. Propter loci mobilitatem, quae praesertim ex immanibus fluxibus migrantium oritur, et ob illam inter culturas societatum diversarum necessitudinem, in quibus Ecclesia vivit et operatur, nonnulli Patres significaverunt, aliquando velut casu et fortuito sectatores religionum diversarum, ingenti quoque numero, interesse eucharisticae celebrationi. Patres, qui de hac re disseruerunt, necessitatem, ut eos intente comitemur, illustraverunt quin tamen sacramenti naturam et eucharistici coetus omittamus. Praesertim, Pater quidam magno opere hortatus est, ut ipsis explanetur, cur sanctam Communionem accipere impediantur, eodemque tempore memoria renovetur longi temporis intervalli quod ipsi catechumeni dum se praeparent in exspectatione observare debeant. Eucharistia et cultura 30. Per vitam fidelium eucharistico dono reformatam Eucharistia uti semen novae culturae agit, quod hominum vitam moresque in amore ponit vero. Hic novus cultus civilis hominis et communitatum vitam aedificat ratione anthropologica, cosmologica, sociali. Revera Eucharistia sicut nonnulli Patres adverterunt fons est culturae, qui ubi considerate excolatur, christifidelibus significat, quid hominum opinionibus nostri temporis anxiis respondeant; Eucharistia se demum habilem demonstrat in desiderio mystico percipiendo, quod tametsi nostra in cultura adest, tamen saepius in idololatriam confuse illabitur. Ut Delegatus Fraternus unus commemoravit, cultura animi quae ab Incarnatione enascitur virtutem et pretium civilium cultuum varietatis agnoscit uno tamen eodemque tempore eiusmodi culturas provocat. Ratio anthropologica 31. Nonnulli Patres rationem anthropologicam directe vel indirecte contigerunt, quae in dono eucharistico subest. Unus ex Auditoribus de necessitate anthropologiae eucharisticae dixit. Exordium deinde Constitutionis Gaudium et Spes, ad nostram quoque aetatem accommodatum, evocatum est. Necessitates morales individui et communitatis in Eucharistia suum proprium contextum inveniunt, nam in Ea iusta cum Deo relatio, cum fratribus et cum universo mundo instauratur. Eucharistia namque omnia quae homo agit christificare, ut ita dicamus, valet. Iesus enim eucharisticus homini hominem revelat, eidemque veram sui indolem aperit, eius libertatem extollit et, gratia adiuvante, eum creaturam novam reddit. In oblatione eucharistica panis et vini, fructuum terrae et laboris manuum hominum, offeruntur etiam Deo omnes divitiae et miseriae humanitatis. Sic labor hominum sanctificatur, in oratione, qua Christum eucharisticum exoramus, ut eum ad consilium Patris conformet. Ratio cosmologica 32. Patres de Eucharistiae ratione cosmologica pauca dixerunt. Non defuit tamen qui petierit, ut, inspirante grata et adorante contemplatione doni eucharistici, repetatur pondus creationis utpote quae domus sit eademque opibus plena. Pater quidam, commonens Eucharistiam fontem esse lucis quae totum universum permeat, animum advertit in omnium rerum rationem sacramentalem. In Ea inquit omnis eventus vim habet signi, per quod Deus semetipsum communicat et nos provocat. Forma eucharistica exsistentiae fovere potest in hoc ambitu authenticam conversionem (gr. : metánoia), cum ad anhelitum harmonice cum mundo creato vivendi responsum det et instituat ad orbem terrarum excolendum, ne tamquam merum vas consideretur, quo abutamur. Ratio socialis 33. Multi Patres vero in luce posuerunt rationem socialem Eucharistiae, quem fontem eximium iustitiae, mutuae fraternitatis, pacis, reconciliationis et condonationis extulerunt. Hac enim sociali ratione omissa, quae quidem revera in actione eucharistica intrinsecus subest, celebrationes nostrae periculum adeunt, ne mera specie contineantur. Praesertim dictum est de officio eorum, qui Eucharistiae participant quod nullo modo ultro differri potest , sustinendi condiciones summae inopiae et immanis miseriae multorum populorum partis meridionalis orbis, in specie puerorum et mulierum. Authentica et mutua communicatio bonorum et indefessum opus reconciliationis oportet permittat omnes christifideles agere, ut pacem et fraternitatem saepius infractas componant. Mysterium eucharisticum, si authentice excolatur, velut communio in dilectione Iesu in turbas, intimam habet capacitatem suscitandi fideles ad inceptum sociale efficax, pro omnibus hominibus, praesertim pro egenis, pro reiectis, pro migrantibus, pro carcere detentis. Ad hoc adnotari decet tres Patres quaestionem illustravisse necessariae adhaerentiae optionum politicarum participationi Communionis sacramentalis, gravem memorantes responsalitatem, praesertim legislatorum et gubernantium, quod ad provectum pertinet societatis iustae, fraternae et reverentia vitae ac familiae repletae. Pars II Actio eucharistica I. In sulco liturgicae reformationis Reformatio liturgica 34. Non pauci Patres grate recordati sunt beneficum influxum in vita Ecclesiae illius liturgicae instaurationis a Concilio Oecumenico Vaticano II patratae. In primis thesaurus Missalis Romani ditissimus in mentem revocatus est. Sunt qui silentio non praeterierint errores arbitrarios et abusus, qui et antea perpetrati sunt, et etiamdum vigent, licet infrequentius. Qui eventus, tamen, virtutem instaurationis offuscare nequeunt, sed potius ad maiorem vigilantiam in arte celebrandi premunt, unde omnis actuosa participatio pendet. Celebratio eucharistica et sensus mysterii 35. Multi Patres synodales ordientes a celebratione eucharistica, quae est actio Dei, suaserunt, ut mysterii pondus reciperemus iuxta eius differentes significationes: mysterii scilicet trinitarii, mysterii paschalis, mysterii sacramentalis, mysterii sponsalis et, universim, mysterii amoris. Sermo quoque fuit de unitate prospectus salvifici mysterii eucharistici. Oportet ergo fideles adiuventur, ut illud mysterium utpote fontem sensus pro homine hodierni temporis vivant. Quod exigit ut servetur origo eius divina, quae postulat authenticam quandam artem celebrandi. Mystagogia 36. Praesertim in innumeris monitis ad catechesim liturgicam locum eximium invenit argumentum mystagogiae. Quae permittit, ut fides provocationem mundi saeculo faventis acceptet, qui mysterium negat idemque irrationabile appellat. Modo vivendi christifidelium renovato, mystagogia Eucharistiam exsistentiae cor et quasi centrum efficit. Pro Patribus, qui momentum eius asseruerunt, mystagogia permittit, ut liturgia vivatur tamquam totum quoddam unitarium et articulatum gestuum, actionum, verborum, processionum, quod spatiis, rebus et supellectile propria utitur: hoc modo mystagogia fit via princeps ad initiandum fidelem mysterio, quod celebratur, et tam genuinam comprehensionem experientiae celebrationis operatur, ut ex actione liturgica profundior emanet sensus actionis salvificae Dei. Actio liturgica enim, si omnes prospectus sui servet, in seipsa iam continet facultatem initiandi mysteriis Christi, ostendens eorundem influxum in vita cottidiana. De pulchritudine, arte, architectura 37. Ars et architectura sacra non sunt elementa secundaria actionis liturgicae. In disceptatione synodali non defuerunt adhortationes, ut ecclesiarum structores colant et efferant peculiaritatem loci cultus christiani, cuius praesentia in territorio oportet pulchritudinem ipsius mysterii eucharistici collaudet, quod ibidem celebratur. In liturgia structura dynamica spatii sacri transmittit traditionem, quae est pignus per saecula continuitatis et authenticitatis ipsius fidei Apostolorum: pulchritudo et decus spatii sacri sicut et omnis rei quae ad Eucharistiam spectat aliquo modo participant pulchritudinem Dei ipsius, Ecclesiae et obventus cum Dilecto ibidem praesenti. Ratio spatialis et decus loci liturgici, enim, advehunt traditionem ecclesialem et eius ostendunt continuitatem atque authenticitatem. Ut Pater quidam admonuit,vera pulchritudo non vero eius superficialis reductio ad aestheticam animos placat, mitigat, mollit: pulchritudo enim liturgiae non est cultus imaginis, sed quod permittit ut transeatur ex «per se» ad «maior sui», ut ita dicamus. II. Structura celebrationis liturgicae Non defuerunt in aula synodali qui adhortati sunt ad observantiam structurae celebrationis ritus eucharistici. Quae, insuper, est via obiectiva ad abusus vitandos. De liturgia Verbi 38. Propria nativa indoles et pulchritudo liturgiae Verbi in eucharistica celebratione pendet ex hoc quod semper est memoriale illius eventus unde oritur ipsa communitas quae celebrat. Pater quidam synodalis adnotavit liturgiam Verbi officio obstringi fidelitatis erga liturgicum Kalendarium, quod attinet ad ordinem lectionum praesertim in celebratione eucharistica diei Dominicae. Quod quidem supponit idoneam cognitionem lectionarii dominicalis et festivi; exigit etiam aptam sollicitudinem ut Verbum Dei proclametur qua decet ratione. Ad haec obtinenda profecto utile erit favere coetibus biblicis, qui lectionibus dominicalibus explicandis adlaborent. Nonnulli etiam Patres sub aspectu generaliore adverterunt incrementum coetuum auditionis Verbi Dei, qui variis formis lectionis divinae attendunt, esse pro nostris ecclesiis optimam oportunitatem. Aliqui demum commendaverunt ut fidelibus suggeratur usus parvi missalis pro meditatione personali vel communitaria, in ipsa familia. Homilia 39. Plures Patres synodales sensum suum aperuerunt circa momentum homiliae, quatenus necessario pertinet ad liturgiam Verbi. Homilia nimirum semper apparari debet a ministris celebrationis ratione rei momento proportionata, et fideles qui Verbum Dei audiunt introducere debet in propriam celebrati mysterii rationem. Homiliae vero ieiunae fideles arcent depelluntque. Nonnulli Patres adnotaverunt tali methodo notam mystagogicam homiliae inhaerentem efferri. Plures insuper Patres commendaverunt ut homilia conficiatur vi adaequatae cognitionis Sacrae Scripturae. Insuper duo Patres opportunitatem affirmaverunt ut homiliae etiam notam thematicam quam dicunt vel doctrinalem praeseferant, nexu quidem instituto inter Lectionarium, Catechismum Catholicae Ecclesiae huiusque Compendium, et ad hoc votum produnt ut in singulis nationibus oportuna subsidia apparentur pro clero. Necesse enim est ne catechesis locum homiliae occupet. De donorum praesentatione 40. Nonnulli Patres animum intenderunt in quosdam usus circa dona praesentanda, qui diiudicandi sunt diligenti cum aequilibrio. Saepe enim fit ut numerus donorum iustam excedat rationem, cum is sit finis, ut significentur clarius peculiares aspectus vel eventus cuidam concretae communitati speciali modo notabiles. Ad hoc aliqui Patres affirmaverunt huiusmodi praxim aptam esse procurandae liturgicae inculturationi, quam dicunt, fovendae mysterii celebrati rationis indoli respondenti; alii vero monuerunt ne excessiva multitudo signorum centralem dignitatem donorum panis et vini obscuret. Preces eucharisticae 41. Memoratum est in aula liturgicum thesaurum Ecclesiae sive in Oriente sive in Occidente peculiaribus formis exprimi in variis eucharisticis precibus. De qua re nonnullae speciales quaestiones factae sunt: nimirum circa necessitatem ut versiones in linguas vernaculas ad amussim textibus originalibus respondeant; circa oportunitatem ditandi textus iam probatos aptis incrementis; circa necessitatem ut epiclesis pro merito efferatur et clarius commonstretur ipsius epicleseos necessitudo cum verbis institutionis; circa novas acclamationes forte ab adstantibus fidelibus promendas. Gratiarum actio et fidelium dimissio 42. Duae interventiones hortatae sunt, ne gratiarum actio deiciatur, qua quidem ipsa Eucharistiae nominis etymologia exprimitur. Quo clarius appareat nota gratiarum actionis unde missio oritur, nonnulli Patres expedire censuerunt ut benedictiones sollemnes in Missali inclusae saepius adhibeantur . Pater autem unus suggessit ut indoles missionalis formulae ite missa est apertius explicetur. III. Ars celebrandi De fide et celebratione 43. Saepius Patres animadverterunt artem celebrandi magna ex parte dependere ex maturitate fidei eucharisticae eorum qui celebrationem participant praesertim vero ministri qui praesidet. Ars celebrandi videlicet exigit vividum spiritum eucharisticum et aptam praeparationem theologicam et liturgicam. Minime enim sufficeret observantia, certo certius omnino debita, rubricarum liturgicarum. Institutio liturgica 44. Instanter et instantius plures in aula synodali asseruerunt omnino necessarium esse ut inde a tirocinio seminaristico sacerdotes efformentur solida institutione theologica et liturgica. Huiusmodi institutio est debita etiam quod attinet ad alios qui servitio liturgico fungi debent, ut sunt diaconi, acolythi, lectores, ministrantes
Sed universim oportuna liturgica institutio offerri debet toti fidelium populo per ordinariam educationem catechisticam. Silentium, locutio et cantus 45. Saepius affirmatum est magni momenti esse in liturgia silentium. Etenim iure notatum est nimiam partem tributam locutioni periculum secum ferre ne celebratio theatricam formam induat neve synaxis eucharistica in merum naturalem conventum decidat. Nonnulli Patres iure animadverterunt quasdam formas musicales in celebrationibus liturgicis adhiberi quae genuinae indoli liturgicae minime cohaereant. Signa, gestus et symbola 46. Nonnulli Patres synodales fortiter affirmaverunt omnino necesse esse ut inter momentum verticale, quod dicunt, et horizontale in gestibus et canticis Missae aequilibris relatio servetur, quae nimirum relatio attendere debet necessariam indolem sacralem etiam gestus corporis. Qua de re nonnulli Patres sese non minime perplexos sentire asseruerunt circa duas specificas condiciones: numerosiores concelebrationes et sanctam communionem ad manum porrectam. Singulus quidam Pater quaesivit an non expediat revisio quarundam normarum spectantium ad concelebrationes ad quas frequentior populus concurrit. Instanter nonnulli Patres affirmaverunt necesse esse ut pro merito valor symbolorum liturgicorum efferatur, ut dignitas artistica cantus observetur utque debitum decus spatii sacri et vestium liturgicarum in tuto ponatur. Thema etiam propositum est usus chorearum (vulgo: danze) in liturgia: circa hoc saltem nunc deficiunt criteria sufficienter clara. Quidam sumentes pro principio momentum creativum liturgiae et attenti efficacitati qua huiusmodi gestus gaudere possunt quoad inculturationem, quam dicunt, iudicant haec auxilio esse posse plenius recipiendo sensui mysterii. Attamen alii locuti sunt de non paucis periculis quae in hac materia oportet considerari. IV. Actuosa participatio Fidelium participatio 47. Instaurationi liturgicae valde profuit participatio fidelium, ad quem finem adhibitae linguae vernaculae magno fuerunt emolumento. Attamen Patres asseruerunt vigilantiam esse adhibendam ut huiusmodi participatio non exhauriatur externis elementis, sed praeeunte Suo exemplo Beatissima Virgine Maria muliere eucharistica fiat re vera actio liturgica, videlicet ita sese disponere ut ope Eucharistiae ipsi plene incorporentur communioni ecclesiali. Fideles plene participant liturgicis celebrationibus si tota vita idem fit atque Deum in se recipere, Verbum audire, Spiritui dociles sese praestare, si videlicet vita est adoratio et gratiarum actio, renovatio in se novi foederis, cum tota exsistentia fit oblatio, communio, sacrificium, impetratio et expiatio, donum sui ipsius gratuitum pro fratribus in Deo. Uno verbo, quando participatione eucharistica vita fidelium logikē latreia. genuine fit. Inculturatio liturgica 48. Cuique particulari Ecclesiae ratio propria vivendi Eucharisiam separari non potest a propria cultura et a propria historia. Etenim Eucharistia datur a Domino Ecclesiae quae semper vivit in certo quodam populo. Profecto haec est intima ratio inculturationis liturgicae a pluribus Patribus illustrata. Pulcherrimum et vivum testimonium huius historicae veritatis sunt ritus et traditiones Ecclesiarum Orientalium. Versio textuum liturgicorum, acceptio gestuum et expressionum quae oriuntur ex culturis in quibus vivit Ecclesia aliique aspectus cum themate coniuncti suggerere valent nova elementa, hoc tamen cauto ne tangatur mysterium fidei. Thema nempe inculturationis iuxta sententiam plurimorum Patrum postulat ut altior fiat perpensio. Quibus in rebus, id praesertim exigitur, ut adaequata criteria definiantur ad discernendas iustas condiciones et methodos ad exsequendum. Nonnulli Patres censent debitum momentum hac in re tribuendum esse Conferentiis Episcoporum. In hac provincia nonnulli postulant plenam fidelitatem rubricis. De coetibus dominicalibus sacerdotem exspectantibus 49. Plena participatio obiective impeditur pluribus fidelibus communitatum in quibus non quot diebus dominicis Eucharistia celebrari potest. Praeter quaestionem deficientis numeri sacerdotum plures Patres in aula petierunt ut clare enuntietur natura et structura coetuum dominicalium sacerdotem exspectantium, praesertim quod attinet ad distributionem sacrae Communionis. Horum conventuum pretium agnoscentes nonnulli quaesiverunt qua ratione populus christianus illuminari debeat ne tales conventus cum authentica eucharistica celebratione confundantur. Transmissio televisifica Eucharistiae 50. Non latuit momentum quod obtinet transmissio televisifica Eucharistiae velut instrumentum ad Evangelium nuntiandum accommodatum, prout experimento clarissime constitit in obitu Servi Dei Ioannis Pauli II. Praeter alia eiusmodi transmissio valde adiuvat vitam christianam tot infirmorum et aetate provectorum. Ad hunc finem commendata est peculiaris cura in celebrationibus ita ut ampla diffusio habeatur artis celebrandi. Sed memoratum est necessarium esse ut fideles moneantur in condicionibus ordinariis transmissionem televisificam non sufficere satisfaciendo praecepto Eucharistiae diebus Dominicis personaliter adsistendi. Conclusio 51. Quemadmodum duo discipuli de Emmaus etiam nos, Beatissime Pater, Fratres in Episcopatu, Auditores, Adiutores et Adsistentes, Domino resurgente cognito in fractione panis vires sumpsimus et confecimus notabilem itineris partem. Eius praesentiae admissi ad sacerdotalem munus perficiendum, nunc partem maxime difficilem aggredimur nostri laboris. Pulchritudinem mirantes euchristicae formae melius semper illam nostram facere cupimus per distinctam perpensionem omnium aspectuum quos continet mirabilis gratia profluens ex corpore tradito et ex sanguine effuso Christi. Id praestare volumus ut populo sancto Dei peregrinanti in historia facultas detur, ut testimonium Iesu Christi, qui mortuus est et resurrexit praebeat omnibus nostris fratribus hominibus nempe cuiuscumque aetatis, gentis, coetus et religionis. Mortem Eius anuntiamus et Resurrectionem confitemur donec Ipse veniat. Fructus secundae partis nostri itineris erunt propositiones quas Petri successori subiciemus, qui discretione Sui charismatis propria discernat. Nunc quoque hoc munere fungemur ore libero et sincero. Etenim officium nostrum adimplere volumus plena cum humilitate. Scimus enim Eucharistiam quatenus est donum intrinsecus esse conexam cum officio testimunum reddendi, quod, prout oportune nobis in memoriam revocatum est, exigere potest etiam martyrium. Sed martyrein est ipsummet donum quod vicissim exigit humilitatem. Nobis hoc commemorat pulchra versio in linguam italicam praefationis martyrum: (Pater qui) perficis in fragilitate virtutem et vires infirmas ad testimonium roboras, Padre che riveli nei deboli la Tua potenza e doni agli inermi la forza del martirio. Quaestiones Circulis minoribus proponendae 1. Quomodo educemus populum christianum in fidem eucharisticam peculiari ratione habita nuntii, praedicationis, catechesis, testimonii praebendi praesertim in cunctorum hominum cultu civili, quem globalizationis nomine significant, et in mente saeculo favente?Quomodo offeramus praesentationem plenam et absolutam omnium Eucharistiae dimensionum (mysterii paschalis et trinitarii, sacrificii, praesentiae realis, memorialis novi testamenti, convivii et communionis, doni Spiritus Sancti, eschatologiae, elementi in cultu christiano radicitus novi, eius quae logikē latreia appellatur)? 2. Quomodo opitulemur populo christiano, ut percipiat nexum quo intrinsecus Eucharistia omnium dierum vitae conectitur, mysterium celebratum oblationi suae vitae adiungitur in ordine tam personali quam sociali, professio fidei moribus publicis astringitur (in dimensione anthropologica)? 3. Quomodo respondeamus urgenti debito offerendi donum eucharisticum regulariter omnibus fidelibus, etiam in regionibus missionalibus ubi rari sunt sacerdotes?Quae structura vel qui modus proponatur coetibus dominicalibus presbyterum exspectantibus? 4. Quomodo opitulemur populo christiano, ut promoveat adorationem eucharisticam, quae nascitur a celebratione liturgica, ad quam nempe revertitur? 5. Quomodo Eucharistia et ecclesiologia quae inde progreditur evadere possunt principium et forma, ut magnae ecclesialis vitae virtutes ad effectum adducantur (ratio synodalis, principium repraesentantiae, oecumenismus et dialogus inter religiones. . . )? 6. Quomodo reciperemus plenitudinem initiationis christianae (baptismi, conformationis et Eucharistiae) pro pueris, pro adulescentibus, pro adultis?Quomodo illustremus praesertim nexum inter Eucharistiam et Reconciliationem intercedentem?Quomodo fidelibus opem feramus, ut vivant iter conversionis, quod Eucharistia postulat? 7. Quomodo rem pastoralem excipientem pro iis omnibus, quicumque vivunt in condicione, quae impediat accessum ad reconciliationem sacramentalem et ad Eucharistiam (de conviventibus maritali more, de post divortium iterum uxoratis, de baptizatis solo matrimonio civili coniunctis
)? 8. Quomo doceamus populum fidelium, celebrationem Eucharistiae die dominico esse omnium rerum cor et culmen?Quibus viis aptius formemus theologice-liturgice (ars celebrandi) presbyteros, diaconos, agentes varia ministeria? 9. Quibus rationibus aptius ordinemus multiplices celebrationes eucharisticas in parvis communitatibus intra fines eiusdem communitatis paroecialis (de Missis cum pueris, cum adulescentibus, cum coetibus peculiaribus
)? 10. Celebratio eucharistica quomodo potest vivi ab aegrotis et a senibus?Praesertim, quomodo Eucharistiae participes faciamus eos, qui mente laborant et quibus rationibus innixi possumus ipsis sanctam Communionem impertiri? 11. Quomodo celebrationibus nostris fideles impelli possint, ut missionarii fiant in omnibus vitae adiunctis testimonium praebentes?Quomodo doceamus fideles omnes nexum inter Eucharistiam et missionem ad gentes intercedentem? 12. Quomodo celebrationibus nostris doceamus fideles imputabilitatem socialem sibi incumbentem maxime in provincia iustitiae, auxilii solidalis, condivisionis, pacis reconciliationis et condonationis? 13. Quid subiciamus, ut doceamus populum christianum partem cosmologicam Eucharistiae inhaerentem? 14. Quomodo doceamus populum christianum participationem plenam, consciam, actuosam et fecundam in sancta Eucharistia?Quomodo nova quadam educatione in regionibus novae evangelizationis populo christiano sensum tradamus mysterii celebrati?Qui locus est mystagogiae reservandus? 15. Quas rationes indolis tam generalis quam particularis suggeramus de arte et architectura in munere celebrandi pulchritudinem liturgiae adhibendis? 16. Censetisne oportunum esse, ut aliquid peculiare in ritu romano immutetur (ite missa est, pax. . . )? 17. Quibus normis sit regenda recta inculturatio liturgica unius eucharistici mysterii, ut actuosa participatio foveatur fidelium in diversis adiunctis culturalibus viventium? [00302-XX. 09] [NNNNN] [Testo originale: Latino] ● AUDITIO AUDITORUM II Dopo la lettura della Relatio post disceptationem, in questa Sedicesima Congregazione Generale sono intervenuti i seguenti Auditori e Auditrici: - Rev. Suora Maria Regina CESARATO, Superiora Generale delle Pie Discepole del Divin Maestro (ITALIA) - Sig. ra Bruna TOMASI, Membro della Direzione del Movimento dei Focolari (ITALIA) - Sig. Leonardo CASCO, Presidente della "Alianza para la Familia" (HONDURAS) - Sig. ra Martha Lorena ALVARADO de CASCO, Presidente del "Comité por la Vida" (HONDURAS) - Sig. Carl Albert ANDERSON, Cavaliere Supremo dell'Ordine dei Cavalieri di Colombo (STATI UNITI D'AMERICA) - Rev. Mons. Peter John ELLIOTT, Direttore dell'Istituto Giovanni Paolo II per studi su "Matrimonio e Famiglia" in Melbourne; Membro del Consiglio Internazionale per la Catechesi (AUSTRALIA) - Rev. Suora Yvonne COLY, Formatrice del Centro "Mater Christi" di Bobo-Dioulasso (SENEGAL) - Sig. Luis Fernando FIGARI, Fondatore del Sodalitium Vitae Christianae (PERÙ) - Rev. P. Athanasius SCHNEIDER. O. R. S. , Segretario della Commissione liturgica della Conferenza Episcopale del Kazakhstan (KAZAKISTAN) - Fr. Marc HAYET, Responsabile Generale dei Piccoli Fratelli di Gesù (FRANCIA) - Rev. Suora Rita BURLEY, A. C. I. , Superiora Generale delle Ancelle del Sacro Cuore di Gesù (GRAN BRETAGNA) - Rev. D. Ignacio GRAMSCH LABRA, Vicario Parrocchiale di San Luis Beltrán de Pudahuel, Santiago de Chile; Assessore Arcidiocesano della Pastorale degli Accoliti (CILE) - Sig. Andrea RICCARDI, Fondatore della Comunità di Sant'Egidio (ITALIA) - Rev. Suora Hermenegild MAKORO, C. P. S. , Suora Missionaria del Preziosissimo Sangue; Animazione di Comunità cristiane in Mthatha (REP. SUDAFRICANA) - Sig. Zbigniew NOSOWSKI, Direttore del mensile cattolico "Więź" di Varsavia; Membro del Consiglio Nazionale dei Laici (POLONIA) - Sig. ra Marie-Hélène MATHIEU, Coordinatrice internazionale del Movimento "Foi et Lumière" (FRANCIA) - Sig. Alexei V. JUDIN, Professore di Storia della Chiesa e del Dialogo interconfessionale nella Federazione Russa, Russian State University for the Humanities, St. Thomas College (Moscow) (FEDERAZIONE RUSSA) - Sig. Francisco José GÓMEZ ARGÜELLO WIRTZ, Co-Fondatore del Cammino Neo-Catecumenale (SPAGNA) Rev. Suor Margaret WONG, F. d. C. C. , delle Figlie della Carità Canossiane, Promotrice di Centri di Adorazione Eucaristica (Hong Kong) Diamo qui di seguito i riassunti degli interventi degli Auditori e Auditrici: - Rev. Suora Maria Regina CESARATO, Superiora Generale delle Pie Discepole del Divin Maestro (ITALIA) Ringrazio di cuore per aver ricevuto il dono di partecipare a questa Assemblea Sinodale che mi offre l'opportunità di vibrare apostolicamente con la Chiesa pellegrina in ogni parte della terra e di condividerne i dolori e le speranze. Appartengo alla Congregazione delle Pie Discepole del Divin Maestro, una delle 10 Istituzioni che formano la Famiglia Paolina, fondata dal Beato Giacomo Alberione. Il tema del Sinodo, esplicitato nell' Instrumentum laboris, ci conferma nella nostra identità ecclesiale. Inoltre la nostra esperienza apostolica, specialmente nel settore della pastorale liturgica e dell'arte a servizio della Liturgia, mette in evidenza la necessità di continuare a servire il popolo di Dio dando un contributo alla sua formazione perché giunga a una piena e fruttuosa partecipazione ai divini misteri e perché possa pregare nella bellezza. Questo avrà come conseguenza la formazione graduale della "cultura dell'Eucaristia" di cui si parla al n. 78 dell' Instrumentum laboris e che coincide con la "cultura della vita". Questa necessità formativa di una liturgia che trasformi l'esistenza umana e la faccia giungere al suo pieno compimento, la vediamo anche nel servizio alla persona dei sacerdoti, specialmente quando si trovano in situazione di malattia o di particolare difficoltà nel loro ministero. Allora sperimentiamo, come donne consacrate, l'importanza che nella Chiesa sia tenuto presente e valorizzato il "principio mariano", per cui Maria è "donna eucaristica", accanto al "principio petrino". Il B. G. Alberione che forse è più conosciuto come l'Apostolo della comunicazione sociale, è stato un uomo di Dio profondamente radicato nel Mistero Eucaristico: celebrato, adorato, vissuto e sorgente continua di creatività apostolica, per il bene della Chiesa. L'esperienza eucaristica determinante risale alla notte di passaggio tra i due secoli, dal 1800 al 1900, quando nella prolungata adorazione, dopo la S. Messa di mezzanotte Giacomo Alberione, allora seminari sta di 16 anni, si sentì illuminato dal Signore sulla situazione dell'umanità e percepì con forza, l'urgenza di mettere la propria vita a servizio del Vangelo, valorizzando i mezzi più celeri ed efficaci. Comprese sempre meglio che questo non poteva portare frutto, secondo Dio, se non avesse avuto a fondamento un intensa vita di preghiera. Così la nostra Congregazione è come una memoria permanente che "l'Eucaristia è la fonte e il culmine" di tutta la vita della Chiesa e dunque dell'apostolato che si compie nella Famiglia Paolina. Nella nostra vita quotidiana che cerca di coniugare la contemplazione e l'impegno apostolico, la sorgente di tutto è la Celebrazione della santa Eucaristia. Questa si prolunga nell' Adorazione Eucaristica perpetua a turno, giorno e notte, ed è vissuta come preghiera apostolica oltre che come esperienza mistagogica. Viviamo questo ministero di lode e di intercessione come una forma di solidarietà che ci unisce alle varie situazioni della Chiesa e dell'umanità. In questo spirito, come si fa anche in altre chiese del mondo, dal 2 dicembre 1981 assicuriamo quotidianamente la nostra presenza per l'adorazione eucaristica nella cappella del Santissimo della basilica Vaticana, secondo le intenzioni del S. Padre che presiede nella carità tutte le chiese. Grazie. [00245-01. 05] [AU007] [Testo originale: italiano] - Sig. ra Bruna TOMASI, Membro della Direzione del Movimento dei Focolari (ITALIA) Fin dagli inizi del Movimento, Dio ci ha concentrato sul testamento di Gesù: "Che tutti siano uno" (Gv 17,21). Ci sembrò sin da allora che fosse questa la nostra Magna Charta. E abbiamo capito subito che l'unità è assolutamente legata all'Eucaristia: Gesù prima di chiedere al Padre l'unità fra i suoi, istituisce l'Eucaristia, il Sacramento dell'unità! È per questo motivo che ci siamo sentite spinte da subito ad accostarci all'Eucaristia tutti i giorni, certe che era lo Spirito Santo che ci spingeva a ciò. È per questo motivo che la partecipazione attiva alla celebrazione eucaristica è un tutt'uno con la spiritualità del Movimento. La S. Messa è il momento più importante della giornata dei focolarini. E a questo momento ci si prepara cercando che fra noi, e i fratelli e le sorelle che Dio di volta in volta ci pone accanto, ci sia solo la carità: che non ci siano ombre nei nostri rapporti, che nulla appanni la divina luce dell'Eucaristia. Il Vangelo, d'altronde, non dice: "Se dunque presenti la tua offerta sull'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all'altare e va' prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono (Mt 5,23-24)"? Ci è stato chiaro che occorreva avere fra noi quel cuore nuovo che è frutto dell'Eucaristia; ma che è anche la condizione ineludibile perché l'Eucaristia porti tutti i suoi frutti. Primo fra questi la trasformazione in Cristo. E fatti Cristo dall'Eucaristia, abbiamo sperimentato, e continuiamo a sperimentare, di poter realizzare in maniera sempre più piena quell'unità con i fratelli e le sorelle, che, d'altra parte, posta alla base della nostra vita, ci consentiva di liberare in noi tutta la divina forza dell'Eucaristia. E qui abbiamo capito una cosa. Cristo risorto è nel seno del Padre: la Chiesa, suo corpo per l'Eucaristia, è in qualche modo fin da quaggiù anch'essa nel seno del Padre. La nostra vita ci è apparsa, allora, come il cammino verso il compimento di una realtà che già ci è stata donata e nella quale dovevamo sforzarci di rimanere. L'Eucaristia ci conduceva lì. L'Eucaristia lì ci custodiva. Nel breve spazio che mi è concesso vorrei sottolineare un particolare. L'uomo in Cristo è condotto nella sua interezza di anima e corpo nel seno del Padre. Ed è lì che tutta la realtà creata attende d'essere condotta, come ci dice san Paolo (Rm 8,22). Ci siamo chieste allora (e continuiamo a chiedercelo tutt'ora): non potremmo pensare che i nostri corpi, nutriti a lungo dall'Eucaristia, deposti nella morte nel seno della terra, possano essere germe di trasformazione dell'universo? Essere, noi, eucaristia della terra? La terra ci consuma, come noi consumiamo l'Eucaristia; ma per essere mutata in noi, se così posso dire, come noi siamo mutati in Cristo. Accogliendo i nostri corpi nutriti di Eucaristia, possiamo pensare che la terra viene preparata a quella trasformazione cui Dio la chiama? L'Eucaristia, trasformazione della morte in vita, è vita per tutto l'universo. Se questo è vero, tanto più allora possiamo dire - e lo sperimentiamo - che l'Eucaristia si rivela lo strumento per eccellenza; (mi sia permessa la parola) che può operare la cristificazione piena di tutte le attività dell'uomo. [00246-01. 05] [AU008] [Testo originale: italiano] - Sig. Leonardo CASCO, Presidente della "Alianza para la Familia" (HONDURAS) Resulta completamente válido que en las intervenciones de los Padres Sinodales que he escuchado durante estos días en relación a diversos numerales del Instrumentum Laboris, se hayan referido mayormente a la acción y participación del Sacerdote en la liturgia y en la celebración eucarística. Pero es mi parecer, que debería hacerse igualmente énfasis en el hecho que el fiel laico de comienzos del Siglo XXI no es consciente de haber sido elevado a la dignidad incomparable de hijo de Dios y de pertenecer a ese Pueblo Santo que es la Iglesia Católica, Apostólica y Romana, ignorando, por consiguiente, en la mayoría de los casos, su vocación única e insustituible a la santidad, todo lo cual lo hace incapaz, entre otros aspectos, para dar un verdadero testimonio cristiano en los diversos ámbitos de su existencia en el mundo, para mantener una unidad de vida en los ámbitos familiar, laboral, social y politico, y para percibir la presencia viva, real y personal de Cristo en el Sacramento de la Eucaristia. En base a lo anterior y con el debido respeto, deseo hacer mención de lo siguiente, a saber: PRIMERO: Dado que la realidad nos indica que un enorme contingente de católicos que viven en el mundo actualmente no conocen a cabalidad los principios doctrinales de la fe que profesan, viviendo lo que podria denominarse un catolicismo "light" (para utilizar un término de moda), pareciera entonces imprescindible e impostergable encontrar, 40 años después de la conclusión del Concilio Vaticano II, una nueva formulación catequética dentro y fuera de la Eucaristia, que sirva para explicitar a los fieles laicos los fundamentos básicos de nuestra religión, sus dogmas de fe, su teología moral, etc. , de manera que ello conduzca a que todo fiel católico encuentre la justificación del sentido de vivir una vida coherentemente cristiana; en fin, una fórmula que devuelva al fiel laico una formación básica doctrinal, ética y moral, así como la conciencia de la importancia de pertenecer a la única Iglesia de Cristo y el orgullo bueno de ser católico. SEGUNDO: En esta línea considero igualmente necesario, que los Obispos y Sacerdotes no tengan reparo en proponer con alegria y seguridad al fiel laico, una vida de fe exigente y sólida, la cual ha sido la de siempre y para todos dentro de la historia de nuestra Iglesia. Me refiero no solamente a insistir en la asistencia a la Misa Dominical, sino también en recomendar prácticas diarias de piedad que vayan desde el ofrecimiento de obras en la mañana y el rezo del Angelus y del Santo Rosario, hasta porque no, la misa diaria cuando sea posible. En base a mi experiencia personal, puedo señalar que cuando estas practicas de piedad se explican y se proponen permanentemente sin descanso y sin cansancio, los frutos se cosechan casi de inmediato, conduciendo al fiel laico a vivir en una atmósfera de fe que los mejora tanto en su vida personal como en la sobrenatural. De esta manera, el bautizado podrá estar mejor preparado para dar un verdadero testimonio cristiano en el mundo actual secularizado y agobiante. En resumen, mi intervención se concreta en solicitar se inyecte con un renovado entusiasmo en los fieles laicos de hoy, el espiritu exigente de los cristianos de los primeros tiempos, es decir, el recurso a la oración y a la mortificación, las prácticas diarias de unas normas básicas de piedad y el deber y derecho que tenemos todos los fieles al apostolado. [00248-04. 02] [AU010] [Texto original: español] - Sig. ra Martha Lorena ALVARADO de CASCO, Presidente del "Comité por la Vida" (HONDURAS) Como esposa, madre, hermana, hija y abuela, pienso que hace falta una formación de la mujer que desde su primera infancia la disponga al desarrollo de sus dos características esenciales: su feminidad y el don de la maternidad. La mujer es la educadora natural de la fe en la familia, la mano que con mas sencillez y seguridad nos lleva a situarnos frente a Jesús Eucaristía. Tristemente en las últimas décadas, la mujer ha ido perdiendo el verdadero significado de su identidad, por lo tanto, del genuino sentido de su misión cristiana. Evidentemente, son muchos los factores que han influido en este cambio de mentalidad, pero lo cierto es que el mismo se refleja gravemente no sólo en la vida familiar y social de nuestros países, sino también dentro del seno mismo de la Iglesia. Hay mucho que hacer en el tema de la mujer; no obstante, con todo respeto propongo: 1°) En la medida de lo posible, se mantenga la educación separada de niños y niñas, esto con el fin de crear el ambiente propicio para formar a las jóvenes a imagen de la Virgen María, modelo de toda mujer. Estudios realizados demuestran que la educación separada de niños y niñas facilita, entre otros, el proceso educativo y el desarrollo de una sana afectividad, especialmente en los años de la adolescencia. Si consideramos el incremento de la promiscuidad sexual, el creciente numero de embarazos en adolescentes y las cifras escalofriantes del aborto, podemos concluir que es urgente hacer un esfuerzo para ofrecer a las jóvenes las condiciones idóneas para que adquieran una sólida formación cristiana. La educación separada facilita, ademas, el surgimiento de vocaciones a la vida religiosa. Consecuentemente en los varones la de vocaciones sacerdotales. 2°) Quisiera también llevar a su consideración, se insista en la conformación de grupos juveniles dirigidos específicamente a muchachas con el fin de fortalecer su condición femenina y su formación espiritual y doctrinal. No pocas veces he observado una excesiva familiaridad entre los jóvenes de diferentes sexos en grupos juveniles católicos, incluso dentro de la celebración de la Santa Misa. Quizá la conformación de grupos mixtos no debería ser siempre la norma para trabajar con los jóvenes, puesto que de alguna manera esta situación puede ser un obstáculo para el surgimiento de vocaciones al sacerdocio y a la vida religiosa. 3°) En relación al No. 34 del Instrumentum Laboris, me parece oportuno definir normas específicas en el modo de vestir de la mujer cuando asiste a la Iglesia o a otros actos religiosos. En mi país, por ejemplo, se observa cada vez mas un grave descuido en el tema del pudor y la Iglesia debe ayudar a la mujer a tomar conciencia del valor de su dignidad y de la santidad de su cuerpo. Finalmente, pienso que podría ser una linda experiencia, el promover en las parroquias la adoración a Jesús Sacramentado por familias en días determinados de la semana. Igualmente comparto, tal y como se ha manifestado a lo largo de varias intervenciones, la importancia de facilitar la confesión a los fieles laicos, siendo conveniente por muchas razones, el uso del confesionario cuando se trate de mujeres de cualquier edad. [00247-04. 02] [AU009] [Texto original: español] - Sig. Carl Albert ANDERSON, Cavaliere Supremo dell'Ordine dei Cavalieri di Colombo (STATI UNITI D'AMERICA) My remarks are addressed to Instumentum Laboris, no. 37 on the Holy Sacrifice of the Mass. In his recent address to the Ecclesial Congress of the Diocese of Rome, our Holy Father reminded us, "Man is created in the image of God, and God himself is love. For this reason, the vocation to love is what makes man the authentic image of God. " This call of a vocation to love is the anthropological basis of Pope John Paul II's teaching on the dignity of the human person, marriage and the family. (Familiaris consortio, no. 11) Perhaps only this "anthropology of love" is strong enough to overcome the nihilism of contemporary culture, that is, a culture that has broken the connection between freedom and truth. Descartes sought centuries ago to overcome philosophical relativism by the assertion, "I think, therefore I am. " Perhaps today relativism can be overcome by a simple and yet more profound insight, "I love, therefore I am. " Or even better, "I have been loved, therefore I am. " In our time it may be only through the truth of love that the truth of freedom can once again be understood and freedom can be re-connected to truth. Every person is searching for a love that is true. And in this search for true love, each person in his or her heart can grasp whether love is true, and in this truth can grasp a basic truth of the human person. But in a culture of materialism, secularism and relativism where can one find the reality of true love? In our increasingly post-modern culture of the West, philosophical reasoning has less and less persuasive force. Yet all people still search for love, since the vocation to love is written in the heart of each person. We know that the love for which we search is available every day in Our Lord's living sacrifice of himself present to us in the Eucharist. Gaudium et Spes tells us "it is only in the mystery of the Word made flesh that the mystery of man truly becomes clear" (no. 22). Is it not also then possible that in our time it is the mystery of the Lord's holy sacrifice of himself that the identity of man-his value, his dignity, his true vocation and the profound truth of his existence-is revealed. Thus, the Eucharistic ecclesiology and the Eucharistic community that have so often been mentioned during this meeting pre-suppose a Eucharistic anthropology. Through the exploration of a Eucharistic vision of the human person-centered on the loving sacrifice of our Lord in the Mass-we may find a new Catechism of the Eucharist which will at the same time make possible a new evangelical gift: by uniting man more intimately with Our Lord in the Eucharist will unite man more intimately with the deepest reality of himself. [00249-02. 05] [AU011] [Original text: English] - Rev. Mons. Peter John ELLIOTT, Direttore dell'Istituto Giovanni Paolo II per studi su "Matrimonio e Famiglia" in Melbourne; Membro del Consiglio Internazionale per la Catechesi (AUSTRALIA) In reference to the Instrumentum Laboris, nos. 43 and 52, re the Ars Celebrandi and the eucharistic spirituality of priests. The Roman Rite currently lacks prescribed preparation and a gradual approach to the Eucharistic celebration, as is found in the Eastern Rites. Therefore I make practical suggestions: that prescribed prayers for vesting be said in the sacristy before all Masses, including concelebrations; that the competent Dicasteries of the Roman Curia prepare a 'Eucharistic Vademecum' for priests, including prayers for preparation and thanksgiving and eucharistic adoration; that all editions of the Liturgy of the Hours include the prayers of preparation and thanksgiving for Mass. During Mass a celebrant's prayer should animate his faithful observance of the rubrics, for example, a subtle use of the voice and taking time to consecrate the Sacred Species and elevate the Host and Chalice. Rubrics should be interpreted in terms of leadership in prayer. With reference to lnstrumentum Laboris, no. 66, like the Bishops of the United States, Episcopal Conferences or Ordinaries might publish adaptations of the Forty Hours Devotion, or the annual solemn exposition envisaged in the Code of Canon Law. Altar manuals for the rites of public adoration would also be welcomed by many priests. [00250-02. 04] [AU012] [Original text: English] - Rev. Suora Yvonne COLY, Formatrice del Centro "Mater Christi" di Bobo-Dioulasso (SENEGAL) Merci Très Saint Père de m'avoir invitée à participer à cette rencontre qui fait vibrer en moi un coeur plus ecclésial, et me donne une conscience plus vive de lÉglise famille, de son mystère de communion et de sa réalité universelle. Chez nous lorsque les femmes sont convoquées ou se rassemblent parce que la Vie est à promouvoir ou parce que la vie est menacée, chacune va à la rencontre avec sa calebasse. Puisquil s'agit de lEucharistie: Pain de Vie Éternelle, il sagit de la Vie à accueillir, et à promouvoir, car lEucharistie elle-même porte son projet nous a dit notre Pape Jean-Paul II. Alors c'est sérieux car il ny a rien de plus grand - et cest«grave» puisque sa perte serait le pire qui puisse nous arriver. Religieuse africaine, je viens à vous avec ma calebasse particulière:. . au nom de la Vie. Calebasse de notre vie ouverte aux dons du Père quil faut recevoir vivre et transmettre. Par la foi, (perles blanches) lEsprit nous fait passer de la mort (perles noires) à la vie dans la générosité de lAmour vécu jusquau bout (perles rouges) dans la joie (les cauris); il sagit de la calebasse doffrande de communion et de partage. Si LEucharistie fait lÉglise je peux dire aussi que lEucharistie fait la vie consacrée. Cet aspect a été présenté avec clarté et profondeur par S. Exc. Mgr: Rodé À partir de ce symbolisme de la calebasse voici ce que je peux encore ajouter. - La Vie grandit: dans les partages dexpériences des Églises que de belles réalités vécues autour de lEucharistie! Nous nous en réjouissons et rendons grâce à notre Dieu. - La vie est menacée : les témoignages nous le confirment. Le peuple a faim, le peuple a soif! De Sens, de dignité, de raisons et de moyens pour vivre: la faim, le SIDA, l'exploitation de la femme, des enfants, les problèmes d'écologie. . . - La vie doit se développer et être entretenue. Dieu nous a donné lEucharistie pour que nous ne soyons ni stériles, ni ingrats (Saint Irénée cite par Mgr. A. Sanon) Seule une foi éclairée peut adorer, louer, rendre grâce, servir en esprit et en vérité. - Plusieurs ont insisté sur la nécessité dune catéchèse à tous les niveaux- pour les séminaristes, comme pour nous les consacrés, surtout pour les femmes Une formation tant doctrinale -liturgique -pastorale spirituelle mais aussi culturelle, et en psycho- pédagogie de la transmission et de la communication. - Favoriser chez les prêtres, une formation au sens et à la mission de la vie consacrée, à laccompagnement spirituel afin de nous aider à vivre nos rencontres dans les sacrements dEucharistie et de Pénitence comme chemin de conversion, de communion mais aussi de croissance et de maturation spirituelle, que nous soyons capables de vivre les passages de la mort à la vie inhérents à notre condition de pécheurs, aux difficultés de la vie commune et apostolique. Au nom de tous les consacrés, actifs et cloîtrés des pays les moins favorisés je remercie le Saint Père, ses collaborateurs et les Églises particulières pour les subventions accordées, soit pour la formation ou pour créer des instituts de formation dans nos pays. Seigneur, je tends vers toi la calehasse de la foi, de l'Espérance et de l'Amour de ton Eglise. Mets-y toi-même les fruits que tu voudrais que ce Synode produise pour que ton peuple ait la Vie et l'aie en abondance. Nous te le demandons par Marie, Mère de la Vie. [00251-03. 04] [AU013] [Texte original: français] - Sig. Luis Fernando FIGARI, Fondatore del Sodalitium Vitae Christianae (PERÙ) En estos días de magnífica experiencia de vida eclesial el asombro ante el misterio ha cundido ante las reiteradas miradas a la Eucaristía. Se constata que es fundamental ahondar en la valoración del sacrificio amoroso y gratuito del Hijo de María, la conciencia de lo que significa el milagro de la Presencia Real, de cómo se vive la dimensión del Sacrificio Sacramental, sobre la participación en la Misa dominical, la vinculación de la Penitencia y la comunión, la Adoración del Señor Jesús que permanece como Emmanuel en el Santísimo, sobre el ars celebrandi, la comunión espiritual, como valor en sí y respuesta a dolorosas situaciones pastorales, y tantos otros temas fundamentales. El impacto del agnosticismo funcional, la secularización y tantas malignas corrientes que sellan la cultura de muerte invitan a una creciente y ardorosa nueva evangelización ad intra Ecclesiae, ante las debilidades que se constatan. La fe, clave de la vida cristiana, es el fundamento que nos permite acercarnos a la Eucaristía, y por ello merece una atención especial. Ello exige una recta perspectiva antropológica y cultural, así como una detenida mirada al proceso de cómo la nostalgia de infinito y la cuádruple reconciliación de la persona humana son escamoteadas por muchos sucedáneos que ofrecen las ideologías y la praxis de este tiempo. La mirada de fe al don de la Eucaristía debería conducir a la maravilla continua y a clamar: «¡Señor mío y Dios mío!». Como otros, el tiempo de hoy tiene también características y exigencias que constituyen un desafío a la vida cristiana y a la evangelización. Pero con el auxilio que viene de Dios no serán insuperables. Debemos ser, sí, conscientes de nuestras fragilidades, y desde ellas abrirnos a la luz y fuerza que viene en nuestro auxilio, y así vivir y dar razón al mundo de nuestra esperanza. [00252-04. 03] [AU014] [Texto original: español] - Rev. P. Athanasius SCHNEIDER. O. R. S. , Segretario della Commissione liturgica della Conferenza Episcopale del Kazakhstan (KAZAKISTAN) Ho passato la mia infanzia e la prima adolescenza in Unione Sovietica. La vita sacramentale ed in particolare quella eucaristica doveva svolgersi nella clandestinità. Quello che mi ha colpito in modo più profondo ed è rimasto impresso così vivo nella mia memoria, è stato l'atteggiamento verso la S. Comunione che descriverei come ars communicandi, alludendo all' espressione ars celebrandi. Do i seguenti esempi di due sacerdoti di quel tempo. Il primo è il Beato Alessio Saritski, morto martire in Kazakhstan (+30. 10. 1963). Negli anni cinquanta, durante le sue visite clandestine ai cattolici deportati nei monti Urali, dove si trovavano i miei genitori, la mia madre gli ha chiesto di lasciare un'ostia consacrata per sua madre gravemente malata, la quale desiderava ardentemente di ricevere ancora una volta la S. Comunione prima di morire, giacché non si sapeva se o quando sarebbe tornato un sacerdote in quella regione lontana. Il Beato Alessio lasciò a mia madre un'ostia consacrata, dandele l'istruzione di amministrare la Comunione in modo più reverente possibile. Arrivando il tempo opportuno, mia madre ha indossato guanti bianchi e con una pinzetta ha amministrato la S. Comunione a sua madre malata. Questa fu lultima Comunione per lei. Durante l'amministrazione dellEucaristia la mia madre stessa ardeva di riceverla, ma non potendo farlo sacramentalmente lo ha fatto spiritualmente. Sono passati ancora alcuni anni, prima che la mia madre potesse ricevere la S. Comunione. Ma quella Comunione spirituale le dava la forza di restare fedele durante la persecuzione e di trasmettere l'amore e il rispetto verso l'Eucaristia ai suoi figli. L'altro esempio è il Padre Janis Pawlowski. Anche lui ha passato un tempo nei lager stalinisti nel Kazakhstan e poi è morto in concetto di santità nella Lettonia (+09. 05. 2000). Lui mi ha amministrato la prima Comunione nella clandestinità. Eravamo un piccolo gruppo di bambini. Le circostanze esteriori erano assai modeste, ma c'era una grande festa interiore nell' anima, e P. Pawlowski ci diceva: Guardate di fare ogni vostra comunione così come fosse la vostra prima e ultima Comunione. [00253-01. 05] [AU015] [Testo originale: italiano] - Fr. Marc HAYET, Responsabile Generale dei Piccoli Fratelli di Gesù (FRANCIA) Je pars de lexpérience de nos fraternités contemplatives insérées au milieu des pauvres. LEucharistie est le chemin habituel de notre prière. Mais, comme on la écrit de Charles de Foucauld, le Seigneur nous a fait joindre lexposition du saint Sacrement et une vie exposée. Une vie exposée à la vue des pauvres qui savent que nous avons un travail et une vie semblable aux leurs et que nous partageons les mêmes soucis pour une existence plus juste et digne. Une vie exposée ainsi à cette autre présence du Seigneur: sa présence au côté des pauvres. La vie des gens ne nous quitte pas; elle habite notre prière. Ce partage de la vie nous fait découvrir le visage du Dieu de tendresse qui chemine humblement avec nous, comme le signifie lEucharistie. Je voudrais faire une demande. Faisons attention à la manière dont nous parlons. Parler de notre monde principalement en termes de culture de mort, nest-ce pas manquer de respect à tous ces gens qui essayent de vivre leur foi en Dieu ou leur foi en lhomme en se donnant pour le service de la vie depuis le père ou la mère de famille jusquaux personnes engagées dans la politique ou le social? Ce monde, cest aussi le lieu de toutes les générosités et de tous les engagements, parfois au prix de la vie; et cest ce monde-là, mélangé, et pas un autre, que le Père aime, pour lequel il donne son Fils (lEucharistie nous le rappelle) et que travaille son Esprit. La sécularisation nous a dépouillés de linfluence que nous avions. Nous avons du mal à laccepter. Les hommes et les femmes daujourdhui ne peuvent entendre la parole de lÉvangile que si nous la leur présentons comme une proposition adressée à leur liberté, dans un vrai dialogue où nous respectons leur recherche et où nous acceptons de recevoir de leur compétence et de leur expérience de vie, y compris celle des plus pauvres, riche en humanité. Peut-être que lhumble signe du pain et du vin, accessible à tous et compréhensible par tous, nous invite à ce dialogue. [00254-03. 04] [AU016] [Texte original: français] - Rev. Suora Rita BURLEY, A. C. I. , Superiora Generale delle Ancelle del Sacro Cuore di Gesù (GRAN BRETAGNA) The Handmaids of the Sacred Heart of Jesus, a religious Congregation founded by St Raphaela María Porras in Spain in 1877, hold at the heart of their life the celebration of the Eucharist; it is to the Institute what the root is to the tree, LIFE. The invitation of Christ to do this is memory of me is lived by prolonging the grace of the celebration in Eucharistic adoration and in apostolic work which communicates the experience of Gods redemptive love. Contemplation of Christ in the Eucharist moves us to seek and respond to his presence in all things, making our life a continual act of worship. In all my actions I must keep in mind that I am in a great temple, and I as a priest, must offer continual sacrifice and praise, always and in everything to Gods greater glory, St. Rafaela Mary Porras. There is no true celebration or adoration of the Eucharist that does not lead to mission. (John Paul II, 9. 10. 04) What transforms all we are and do into a participation in Christs mission, is the transformation of our heart by communion with the Love of Christ in the Eucharistic mystery. As we gaze upon the Heart of Him whom they have pierced (Jn 19, 37) we see the Loving Kindness of God and so we look on the world with hope. Our desire is to be women and communities of compassion and communion, at the service of true life (Jn 6, 35). I have come that they may have life in abundance (Jn 10. 10. ). We do this in many ways depending on local need and culture; the Eucharist is always the pulsating heart of our mission (cf. I. L. 88). The people of Bazertete in East Timor live the painful consequences of war. Our Sisters offer the healing presence of Eucharistic adoration, support humanitarian and educational projects and spend themselves listening to the pain and accompanying the people along the arduous road to peace and reconciliation. My peace I give you, my peace I leave you (Jn 14, 27). In the diocese of Yokahama, Japan, in the midst of a strong Buddhist culture the Sisters give a silent witness to their faith in the Presence of the Risen Lord; and in the education they offer in schools and university transmit the gospel values of love, forgiveness and respect. Many have been drawn to faith in Jesus. When I am lifted up I will draw all people to myself (Jn 12, 32). Eucharist and work for Justice are inseparable. Communion with Christ in the Eucharist implies accepting the moral responsibility to work with Him, in collaboration with others, to transform unjust structures and mentalities into strategies and plans which further the true nature of Gods love for our human family. God, here I am, I am coming to do your will (Heb 10, 7). [00255-02. 03] [AU017] [Original text: English] - Rev. D. Ignacio GRAMSCH LABRA, Vicario Parrocchiale di San Luis Beltrán de Pudahuel, Santiago de Chile; Assessore Arcidiocesano della Pastorale degli Accoliti (CILE) Aún estoy sorprendido de haber sido invitado a participar como auditor en el Sínodo. Estoy muy sorprendido, pero inmensamente agradecido de Dios por darme la oportunidad de escuchar con cuanto amor ustedes, queridos obispos, hablan de nuestra amada Iglesia y se desvelan por la evangelización del mundo de hoy con la certeza de la precencia de Jesús el Señor, en medio nuestro, en la Eucaristía. Desde hace cinco años soy el encargado de la Pastoral de los Acólitos de la Arquidiócesis de Santiago. Trabajamos con niños y jóvenes que sirven en el altar, para que la celebración de los Sacramentos y especialmente de la Eucaristía, sean celebrados con mucho amor, devoción y belleza. En la Pastoral Juvenil y Vocacional nos dimos cuenta de la importancia del trabajo con los acólitos porque un porcentaje bastante significativo de los sacerdotes hoy día en Chile, fueron acólitos cuando eran niños o jóvenes. Probablemente algunos de uds. queridos obispos, también fueron acólitos cuando jóvenes. Hemos desarrollado un sencillo itinerario de formación para los acólitos de Santiago que consta de seis etapas desde que el niño ingresa y desea prepararse para servir en el altar hasta que recibe el Sacramento de la Confirmación. En cada etapa hay unas metas a lograr, temas para los encuentros, actividades sugeridas y una evaluación final. Consideramos a un joven entre los 8 hasta los 18 años. Se contemplan reuniones semanales con sus monitores, la cercanía a sus sacerdotes, la integración a la pastoral juvenil. En la formación hemos considerado integralmente al joven y, junto a la formación doctrinal, catequética y litúrgica, deseamos que sean buenos estudiantes, buenos hijos, buenos ciudadanos y en el futuro buenos padres de familias católicas. Los acólitos no sólo asisten a la Santa Misa los domingos sino también algunos días en la semana. Al estar cerca del Señor en la Eucaristía están más dispuestos a adorar al Señor como nos dice el Instrumentum Laboris N° 65. Suelen ser cercanos y amigos del sacerdote, por lo tanto muchas veces tienen a su director espiritual. Suelen participar en retiros espirituales y cursos de formación. Muchos de estos niños llegan a sus capillas o templos antes que sus sacerdotes para la celebración de la Eucaristía y ayudan en la preparación del altar, del misal, del leccionario, las flores etc. Van sintiendo y viviendo, así que la Eucaristía es de ellos y que lo que ellos hacen también ayuda a la belleza de la celebración. Hemos integrado a los padres de estos niños, porque ellos quieren saber dónde están sus hijos, con quien están y cuales son las actividades que realizan. En bastantes casos son los niños los que han atraído a sus padres a la Iglesia, convirtiendose así los acólitos en una puerta de entrada a los sacramentos para toda la familia. Quisiera solicitar que el Sínodo y quizás también a nuestro querido Santo Padre, para que pudiera decir algunas palabras fomentando el desarrollo de los acólitos en nuestra Iglesia. Es que a veces los sacerdotes prefieren trabajar con laicos comprometidos adultos para estos servicios litúrgicos tan sencillos. Los adultos no los molestan, no les hacen preguntas indiscretas, suelen ser mas puntuales y responsables. Los niños y jóvenes, en cambio, necesitan que se les tenga paciencia, que se les escuche y eduque con amor. Sin embargo las vocaciones sacerdotales no saldrán de los hombres casados que ya tiene una familia y que tal vez no molestan en la Iglesia, saldrán de aquellos jóvenes que descubren el inmenso amor de Dios y que son acogidos y se les ofrecen las condiciones adecuadas de oración y vida espiritual para estar atentos al Señor Jesús si Él los llama a seguirlo más de cerca en la vida sacerdotal, religiosa o consagrada. La pastoral de los acólitos quiere poner todas las condiciones para que estos niños y jóvenes se encuentren profundamente con el Señor Jesús y lo sigan durante toda su vida en la vocación a la que Dios los quiera llamar. [00256-04. 02] [AU018] [Texto original: español] - Sig. Andrea RICCARDI, Fondatore della Comunità di Sant'Egidio (ITALIA) La vita del cristiano tra la gente spesso cade nellanonimato. Il cristiano ha qualcosa da dare agli altri? Non si dà, se non quel che si è ricevuto: il pane della Parola e dellEucarestia. Gesù dice ai discepoli: Date voi stessi loro da mangiare (Mt 14,16): è la missione. Se si offre il pane buono, si sperimenta che ce nè fame; che il tempo è meno negativo di quel che ci appare. E di fronte alle grandi povertà? Oggi si è smarriti o dimentichi. Non si può far mancare ai poveri il Vangelo. La carità non dura senza il nutrimento dellEucarestia. Questo lho visto in tante note e ignote esistenze tra i poveri, che fanno sì che oggi -nonostante i nostri limiti- la Chiesa sia risorsa per i più disperati. Infine i cristiani, dallinferno delle persecuzioni del XX secolo, mostrano che sempre è possibile vivere e comunicare il Vangelo. Nel 2000 Giovanni Paolo II ha chiamato a raccogliere le testimonianze dei nuovi martiri. Attiro lattenzione sul fatto che è unopera da riprendere nelle Chiese particolari e a livello centrale. Cè un testamento dei martiri da aprire nel contesto dellEucarestia. Il legame tra Eucaristia e martirio è fonte di fiducia e speranza al di là della nostra lettura realistica o pessimistica delle situazioni. [00257-01. 04] [AU019] [Testo originale: italiano] - Rev. Suora Hermenegild MAKORO, C. P. S. , Suora Missionaria del Preziosissimo Sangue; Animazione di Comunità cristiane in Mthatha (REP. SUDAFRICANA) I am Sr. Makoro, a member of the Diocesan Animation Team of the diocese of Umtata in South Africa. Since January this year we go around to the parishes and small Christian communities of the diocese and conduct workshops with them on the deeper meaning of the Eucharist. Having my ear at the pulse of the faithful at grass-root level I would like to share with you a frightening observation. Firstly, there is an alarming ignorance even among old and good Catholics concerning the deeper meaning of the Eucharist. Secondly, for most of them, the Eucharistic Prayer is nothing more than an other prayer read by the priest after the service of the Word. The service of the Word is sometimes more exciting than the reading of the canon by the priest. We have discovered as well that good sermons or brilliant lectures on the Eucharist remain in the air unless the deeper meaning of the Eucharist, the mystery, can be experienced in the actual celebration itself. Therefore, please, allow me to raise the following request: We ask our liturgical authorities to find ways and means how to highlight and emphasize essential topics theme of the Eucharist in our Eucharistic prayers in order to help the faithful to get in touch with the mystery and experience it. For example, in the service of the Word we highlight and emphasize the presence of the Lord by a solemn gospel-book procession and singing our joyful alleluia. Therefore, my humble request is: Can we do something similar during the Eucharistic prayer to highlight and emphasize the various aspects of the Eucharistic mystery, for example: - The presence of Christ in person: (e. g. by silent adoration, joyful welcome. ) - The sacrifice of Jesus on the cross: (e. g. by a crucifix being shown, emphasizing "given up for you", highlighting the breaking of bread. ) - The sacrifice of the Church: (human suffering is being voiced) - The resurrection of Jesus: (greeting the risen Lord, isibongo!) - The celebration of thanksgiving (let people voice short acclamations of thanksgiving) - The celebration of unity: (bring people of different origins around the altar, peace-making between two parties) - The eternal Wedding Feast of the Lamb: (emphasize saints and ancestors) My second suggestion is: A set of Eucharistic celebrations could be prepared which are dealing with the different aspect of the Eucharistic mystery. They could suggest suitable readings, a special preface, special presidential prayers and different possibilities to highlight the particular theme during the Eucharistic prayers. Such a set of Eucharistic celebrations could be used in parishes occasionally in order to highlight a special aspect of the Eucharistic mystery. [00258-02. 02] [AU020] [Original text: English] - Sig. Zbigniew NOSOWSKI, Direttore del mensile cattolico "Więź" di Varsavia; Membro del Consiglio Nazionale dei Laici (POLONIA) 1. 10 years ago together with friends of the same generation I prepared a book and a TV series entitled "Children of Vatican II ask questions". The phrase we chose - "children of the Council" - became quite popular in Poland as a name for those Catholics who were born together with II Vatican Council and who do NOT remember any other liturgy but the one in our native language, for whom things discovered anew by the last Council as universal call to holiness, ecumenical openness, dialogue with other religions and with non-believers - are by no means novelties, but a part of the obvious Church's official teaching, part and parcel of Tradition. Out of this experience let me now use this opportunity of speaking at the Synod of Bishops that is taking place in the year of the 40th anniversary of the closing of Vatican II in order to thank God's Providence for this great gift of the Council and of postconciliar reforms, including a liturgical one. There have been, of course, many abuses in celebrating the Eucharist and they should be overcome. But let me express my conviction that were it not for the liturgical reform, many Catholics of my generation would have not found their place in the Church (or at least it would have been much more difficult). 2. The Eucharist is undoubtedly the most important moment of the Church's life. Let me use the business language - it is the Church's flagship or showcase. Very often it is the only reality through which a number of nominal Catholics or non-Catholics have any direct contact with the Church. Therefore, even for pragmatic reasons, we should do our best in every parish in order to make Sunday mass a truly beautiful one, inspiring, leading its participants into depth. It is fine when parishes are revitalized with festive garden-parties or sport activities, but the most important element of parish life should be care for the Sunday Eucharist. In this field the responsibility of a priest is the crucial one. If a Mass is only said by a priest, it is only listened to by his parishioners. If it is celebrated by a priest as the great mystery, if he knows, feels and expresses the spirit of liturgy, if he in a visible way prays while celebrating the Eucharist - it is experienced by the laity as an invitation to the deep communion with God. 3. So much depends on the priest, but at the same time let me say that what I'm lacking in this Synod's discussions is a reflection on lay spirituality, say: lay Eucharistic spirituality. Instrumentum laboris mentions it very briefly in numbers 75-76, but it reduced there to devotions. For me the Eucharistic spirituality is not just mass attendance and adoration of the Blessed Sacrament. It covers the whole life. Especially lay Christians of today do need a new understanding of relations between the Eucharist and their everyday life. The Eucharist - as a sacrifice, as a presence, as a meal, as a memorial - says something very important and very concrete to our daily decisions, to what we do in our marriages, in our families, in our offices, in our kitchens, in our bedrooms, in the social life. It says: the more you give yourself to others, the more you'll find yourself; the more you love, the more you should sacrifice; the more you give, the more you'll receive. This is the Eucharistic attitude, in this way you become a truly Eucharistic person, even if you do not participate in the Holy Mass everyday. In this way Mary was a woman of the Eucharist - yet before it was established! 4. My over 20 years experience of participation in the "Faith and Ught" movement founded by Jean Vanier and Marie-Helene Mathieu leads to my final suggestion. In these communities, gathered around persons with mental handicaps, I learned that the Church has got two treasures: the Eucharist and the poor. But both treasures rather seldom go together. We need visible signs of their unity. In a special way those who take part in sharing of the Eucharistic bread should always in a visible way express their solidarity with the poor ones who do not have their daily bread to eat. [00259-02. 02] [AU021] [Original text: English] - Sig. ra Marie-Hélène MATHIEU, Coordinatrice internazionale del Movimento "Foi et Lumière" (FRANCIA) En reférence au numéro 79 de lInstrumentum Laboris, est évoqué ici le lien entre le Christ présent dans lEucharistie et le Christ présent dans les personnes handicapées, physiques, sensorielles, psychiques ou mentales (qui représentent 20 à 25 % de la population). 1. Lattitude de la société, malgré tous les progrès accomplis, est encore souvent méprisante et rejetante. (Par exemple, des lois sur l'avortement prévoient la suppression de l'enfant handicapé jusqu'à la veille de sa naissance) Aux antipodes de ces murs, Jésus manifeste un amour de prédilection à légard de toutes les personnes handicapées. Outre le trésor de sa présence dans lEucharistie, Jésus nous assure de sa présence dans la personne pauvre et faible. 2. Jean-Paul II, parlant à des personnes handicapées mentales, leur a dit: Prenez place au cur de lÉglise. Comment les paroisses peuvent-elles les aider à mieux trouver cette place? Les aménagements spéciaux peuvent y contribuer, mais plus importante est la qualité de laccueil qui permet à chacun de se sentir aimé, appelé à aimer, à être utile. 3. LÉglise demande aux parents le respect inconditionnel de la vie sacrée de leur enfant dès sa conception. Comme il est essentiel en même temps, quelle les éclaire, les soutienne, les assure de sa présence à leurs côtés dans la croissance humaine et spirituelle de leur petit enfant! 4. Les personnes qui ont un handicap mental, lorsquelles ne peuvent sexprimer par la parole, peuvent montrer par leurs attitudes quelles distinguent le corps du Christ de la nourriture ordinaire, et peuvent être préparées à le recevoir. Par contre, des prêtres, en se référant au canon 913, hésitent à donner lEucharistie aux personnes très profondément handicapées qui paraissent privées de relations. Mais ne peut-on alors considérer le grand désir et la joie de Jésus de se donner aux plus démunis de ses fidèles? Les pratiques des Églises d'Orient concernant les trois sacrements de lInitiation Chrétienne pourraient-elles aider lÉglise à approfondir sa réflexion sur ce sujet? [00260-03. 04] [AU022] [Texte original: français] - Sig. Alexei V. JUDIN, Professore di Storia della Chiesa e del Dialogo interconfessionale nella Federazione Russa, Russian State University for the Humanities, St. Thomas College (Moscow) (FEDERAZIONE RUSSA) Vorrei fare breve riferimento al numero 86 dellInstrumentum Laboris sul tema Eucaristia e ecumenismo. Come voi ben sapete noi cattolici in Russia affrontiamo il problema del dialogo con gli ortodossi in modo grave. In questa Aula Sinodale abbiamo sentito recentemente diversi interventi su questo punto tra i quali la precisazione concreta del Card. W. Kasper, le relazioni del Card. L. Husar e dei presuli delle Chiese Cattoliche Orientali. La domanda fatta dal Card. Husar sulla paradossale esistenza del superculmen della vita cristiana nella prospettiva dellunità delle Chiese mi tocca il cuore e sembra molto impegnativa. Difatti, davanti al Sacramento dellEucaristia noi, cattolici e ortodossi, sperimentiamo un vero stupore di cui si è parlato tante volte durante questa assemblea. Ma questo stupore è sconcertante e frustrante. In realtà proprio nella portata ecumenica sullEucaristia si svela il grande scandalo delle divisioni tra i cristiani. Proprio davanti al Cristo Eucaristico diventa evidente che non ci sono scuse per la disintegrazione del mondo cristiano. Da noi cattolici ci sono le norme che regolano lintercomunione con i non cattolici. Ma il reciproco riconoscimento con gli ortodossi della vera presenza del Signore nella Eucaristia ci impegna di fare dei passi avanti nella strada del riavvicinamento. Quali passi possiamo fare? Anzitutto senza violare le regole ben esposte e diluire lidentità cattolica, dobbiamo pensare in modo da poter superare lattuale crisi dellecumenismo. Lecumenismo nella sua versione attuale si concentra piuttosto sulle discussioni circa le diverse questioni storiche, teologiche etc. La dimensione dell ecumenismo spirituale si limita a delle preghiere generiche, a incontri fraterni su diversi livelli, ma si arresta davanti allEucaristia. In effetti tutte queste espressioni e questi eventi cercano di evitare la realtà eucaristica. In questo caso io penso che la stessa presenza di Gesù nellEucaristia debba guidarci verso il futuro. Bisogna andare in fondo al significato di questa presenza viva del Signore. Questa strada comune deve continuare sulla strada già iniziata della conoscenza reciproca. Nel secolo scorso abbiamo ottenuto un vero progresso di tale conoscenza, e ora non dobbiamo accontentarci dei frutti finora raccolti. Come possiamo approfondire questa conoscenza reciproca nella prospettiva eucaristica? Non ho una risposta certa, ma posso presentarvi una proposta. Abbiamo molti carismi nella Chiesa Cattolica - i carismi dei diversi ordini, delle diverse congregazione religiose, di vari movimenti etc. Possiamo assicurare lunità tra loro non solo a livello giuridico-amministrativo, ma anche a livello spirituale. Questi carismi, questi doni spirituali delle realtà cattoliche sono ben diversi tra loro. Talvolta ancor più differenziati, se non nella dottrina, sicuramente nella sensibilità e nellespressione, che la realtà cattolica e la realtà ortodossa nel loro complesso. Dunque, se siamo in grado gestire le cose nellambiente cattolico assicurando lunità tra diversi carismi, perchè non possiamo avvicinare il Mistero Eucaristico insieme nella unità riconciliata tra realtà dOriente e Occidente? La cosa cruciale e decisiva in questo caso si riassume nella sincerità assoluta nel ritenere che noi consistiamo in Cristo e nella Sua presenza eucaristica, come diceva il noto teologo ortodosso russo Pavel Florenskij. [00292-01. 03] [AU023] [Testo originale: italiano] - Sig. Francisco José GÓMEZ ARGÜELLO WIRTZ, Co-Fondatore del Cammino Neo-Catecumenale (SPAGNA) Non posso fare a meno di rendere testimonianza davanti a questa assemblea di quello che il Signore sta operando. Ho ancora davanti ai miei occhi lincontro di Colonia, dove il Cammino ha portato più di 100 mila giovani e dove, come frutto delle Giornate della Gioventù con il Papa Benedetto XVI, nellincontro vocazionale che noi abbiamo fatto il giorno dopo, migliaia di giovani si sono alzati per entrare in Seminario e tante ragazze per la vita contemplativa e di adorazione. Come è stato possibile questo evento? Lo ha detto il Papa a Colonia: formate comunità basate sulla fede che percorrano un itinerario verso Cristo, in comunione con il Papa e con i Vescovi. È impressionante pensare che dietro a ciascuno di questi giovani cè una piccola comunità nella parrocchia, con la quale stanno percorrendo un cammino di iniziazione cristiana e in cui lEucaristia, celebrata nella propria comunità, è fondamentale per maturare la loro fede e la loro vocazione. Molti di questi giovani vengono dalle proprie famiglie ricostruite e tanti altri, che erano lontani dalla Chiesa, hanno visto i segni della fede in comunità vive. Hanno ricevuto lannuncio del kerygma nella catechesi e hanno iniziato un catecumenato post-battesimale di riscoperta del Battesimo, al cui centro cè la Veglia pasquale che canta e realizza il mistero della nostra salvezza. Dato che l eucaristia, pasqua della settimana, alimenta la vita cristiana, dobbiamo chiederci oggi: Cosè la vita cristiana? Cosa annuncia la Chiesa? Che Dio ha inviato suo Figlio al mondo per far passare lumanità da questo mondo al Cielo, dalla schiavitù alla libertà, dalla morte alla vita. Cristo è risuscitato, grida la Chiesa! Cristo ha vinto la morte e vive risorto nei cristiani. Come possiamo portare al mondo questa notizia? Dice S. Paolo: Portando sempre nel nostro corpo il morire di Gesù, affinché la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo. . . , in modo che quando noi moriamo il mondo riceve la vita (cfr 2 Cor 4,10. 12). Ecco il dinamismo della pasqua che alimenta la nostra fede: abbiamo bisogno che Cristo ci dia nelleucaristia, il suo morire per noi, nel pane spezzato e nel suo Sangue versato, per poter mostrare la sua risurrezione, la sua vita immortale al mondo. [00293-01. 02] [AU024] [Testo originale: italiano] - Rev. Suor Margaret WONG, F. d. C. C. , delle Figlie della Carità Canossiane, Promotrice di Centri di Adorazione Eucaristica (Hong Kong) Thank you for allowing me to speak on behalf of the disabled people of HK. In the past, most of our handicapped people were deprived of Eucharistic Celebration because the churches were "not" accessible. Thank God that in 1993, the Diocesan Pastoral Centre for Disabled was set up and our disabled started having masses for different groups, according to their special needs. Despite our limitation and poverty, like the poor widow in the Gospel, we invested "all" we had with wholeheartedness. In those years, our society was full of fear and uncertainty before the return to China in 1997. Recognizing our powerlessness in resolving any problem, we started to commit ourselves to daily holy-hour and intercessory prayers in the Handicapped Centre. By 1996, Adoration was extended to 12 hours daily, focussing on prayer for the sanctification of priests. We were deeply touched by witnessing the disabled take all the sacrifices to come for Mass and adoration, while the so called "able" have no time. Meanwhile, the percentage of people with psychological problems and suicidal tendency was ever increasing. These people with a broken self-image, broken relationships and broken spirit were rejected by their broken families and our broken society marked with secularism and materialism. We see in the Eucharist the broken heart of Christ thirsting to save a broken humanity; in Him we learn to embrace and love sincerely all these broken ones. We invited them to seek spiritual healing from our Eucharistic Lord. Many inner healings were reported, and we also received numerous phone calls from strangers requesting intercessions. In response to the urgent inner calling to my heart from our Lord, in 2002, I set up a small group aiming at Lay consecrated life with the name "Eucharistic Oblates for the Vulnerable" with the full support from our Bishop Joseph Zen. It started with 7 members with physical, mental or other vulnerabilities and we were all dedicated to perpetual adoration. We believe that vulnerability is a loving gift from the Father and can be transformed into blessings, a pathway for sanctification through the transforming power of the Eucharist. To start with, our group supported the daily adoration at the Pastoral Centre to become a Perpetual Adoration centre. With the increase of members, we had a 2nd Perpetual Adoration Centre since Ash Wednesday of this year. In both Centres, we are blessed to have daily mass (with homily), Benediction, Marian hour and sung Divine Office (even for the blind), weekly Lectio Divina for different age groups, monthly Healing Masses and Catechesis and several Retreats centred on Eucharistic With this special Charism of joining broken people to Eucharistic adoration, the Lord gradually sends us many volunteers who are also dedicated to perpetual Eucharistic adoration to help our ministry, such as: 1. To fast on bread and water every Wednesday and Friday, and to pray particularly for individual priests. 2. Weekly, and monthly Eucharistic adoration for Children, and even over-night adoration during Holidays. 3. Eucharistic adoration for hundreds of primary school students of which only around 10% are Catholic, calling on the amazement of their teachers for their extraordinary attentiveness towards the Eucharistic Lord. 4. Eucharistic adoration in Republic China, resulting with daily holy hour or even perpetual adoration in all the Parishes to which we have gone. (e. g. Bien Chuen in Hebei, & St. Peter and Paul in Shanghai). 5. Spiritual Healing of SARS patients and relatives, as well as front line medical workers at critical periods 6. Daily Lunch time fasting & intercession. 7. Intercession from 12 midnight to 6 a. m. for the priest's homily. 8. Website: www. eucharisticoblate. org. We pray that, through the intercession of our late Pope John Paul II, the Eucharistic Lord may feed the hunger of our Chinese people with His Word and His Bread and soon His majesty may reign in China. Maranatha. Amen. [00305-02. 05] [AU025] [Original text: English] ♦ AVVISI ● BRIEFING ● SECONDA CONFERENZA STAMPA ● TERZA CONFERENZA STAMPA ● BRIEFING Il Briefing dei gruppi linguistici di sabato 15 ottobre 2005 avrà luogo alle ore 12. 00. ● SECONDA CONFERENZA STAMPA Si informano i giornalisti accreditati che giovedì 13 ottobre 2005, alle ore 12. 45, nellAula Giovanni Paolo II della Sala Stampa della Santa Sede, avrà luogo la seconda Conferenza Stampa sui lavori dellXI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi (Relatio post disceptationem). Interverranno: ● Em. mo Card. Francis ARINZE Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti Presidente-Delegato ● Em. mo Card. Juan SANDOVAL IÑIGUEZ Arcivescovo di Guadalajara (Messico) Presidente-Delegato ● Em. mo Card. Telesphore Placidus TOPPO Arcivescovo di Ranchi (India) Presidente-Delegato ● S. E. Mons. John Patrick FOLEY Arcivescovo tit. di Neapoli di Proconsolare Presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali Presidente della Commissione per lInformazione ● S. E. Mons. Sofron Stefan MUDRY, O. S. B. M. Vescovo emerito di Ivano-Frankivsk (Ucraina) Vice-Presidente della Commissione per lInformazione ● TERZA CONFERENZA STAMPA Si informano i giornalisti accreditati che sabato 22 ottobre 2005, alle ore 12. 45, nellAula Giovanni Paolo II della Sala Stampa della Santa Sede, avrà luogo la terza Conferenza Stampa sui lavori dellXI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi (Elenchus finalis). ● Sua Em. za Rev. ma il Sig. Card. George PELL Arcivescovo di Sydney (Australia) ● Sua Em. za Rev. ma il Sig. Card. Mark OUELLET, P. S. S. Arcivescovo di Quebec (Canada) ● Sua Ecc. za Rev. ma Mons. Roland MINNERATH Arcivescovo di Dijon (Francia) Segretario Speciale ● Sua Ecc. za Rev. ma Mons. Salvatore FISICHELLA Vescovo titolare di Voghenza Ausiliare del Vicario di Roma Rector Magnificus della Pontificia Università del Laterano |