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Stanislao di Gesù e Maria (Giovanni Papczyński) (1631-1701)
Stanislao di Gesù e Maria (nome di battesimo Jan [Giovanni]) - sacerdote e fondatore del primo ordine maschile fondato nella Res Publica Polono-Lituana chiamata delle Due Nazioni - ritenuto un rappresentante creativo della scuola polacca di spiritualità, in particolare dalla sua caratteristica che è dedita alla contemplazione della passione di Gesù e quella mariana, e sensibile alle ingiustizie sociali, viene proclamato beato il 16 settembre in Polonia, nel santuario mariano di Lichen. "Due sono le doti di cui si ornano e risplendono i santi istituti [religiosi]: la virtù e l'istruzione" - così, Padre Papczynski, verso il termine della vita (1690) scrisse in una delle sue lettere caratterizzando con ciò anche la propria vita. Nacque a Podegrodzie, nei pressi di Nowy Sacz, in una famiglia numerosa, il 18 maggio 1631, ai tempi in cui la Repubblica di Polonia, uno dei più grandi Stati dell'Europa d'allora, con il territorio di quasi un milione di chilometri quadrati, godeva con orgoglio della propria potenza e del proprio splendore. Suo padre Tomasz era contadino e anche un apprezzato fabbro che, per alcuni anni, fu sindaco del villaggio ed ebbe cura della chiesa di Podegrodzie. Sua madre, nata Tacikowska, era una donna pia e industriosa. I genitori, relativamente benestanti considerando il loro status sociale, non risparmiarono forze e mezzi per una solida educazione ed istruzione del figlio, il quale non senza numerose difficoltà, studiò nei collegi degli Scolopi e dei Gesuiti, interrompendo più volte gli studi, inizialmente perché non ce la faceva, successivamente a causa delle guerre e delle epidemie che infestavano il paese. Così, tra l'altro, nell'anno 1648, a causa dell'epidemia che imperversava a Lviv, si ammalò gravemente di una malattia dalla quale, grazie all'aiuto di persone a lui estranee, fu guarito quasi miracolosamente; nel 1650 interruppe gli studi a Podoliniec (attualmente in Slovacchia), poiché l'epidemia, proveniente dall'Ungheria costrinse le autorità a chiudere il collegio degli Scolopi; nel 1651, a sua volta, dovette, insieme agli altri alunni del collegio dei Gesuiti, fuggire da Lviv, poiché dopo la sconfitta dell'esercito del re presso Batoh, l'esercito cosacco si stava avvicinando alla città; così pure dovette interrompere gli studi di teologia, quando nel mese di maggio 1656, a causa della guerra con la Svezia, scoppiò una battaglia per conquistare la città. Occupò con il lavoro fisico nella fattoria, gli intervalli nello studio. La prima vocazione Dopo aver terminato lo studio della retorica e il corso biennale di filosofia nel collegio gesuita a Rawa Mazowiecka, all'età di 23 anni, Giovanni entrò nell'ordine dei Chierici Regolari Poveri della Madre di Dio delle Scuole Pie (Scolopi), nonostante gli intensi sforzi della madre e della famiglia per farlo sposare. Egli conobbe gli Scolopi - che sin dall'anno 1642 avevano iniziato la loro opera nella Repubblica di Polonia e nel frattempo erano già riusciti ad ottenere un largo riconoscimento - prima, negli anni 1649-1650, quando studiava nel loro collegio di Podoliniec. La sua decisione fu fatta con ponderazione e scaturì dalla fede. Nel noviziato ricevette il nome in religione di Stanislao di Gesù e Maria. Durante il primo anno del noviziato fece tali progressi nella vita religiosa che con l'inizio del secondo anno venne mandato agli studi teologici a Varsavia, dove il 22 luglio 1656 emise i tre voti semplici: di castità, di povertà e di obbedienza e il giuramento di perseverare nell'ordine sino alla fine della vita. Alcuni giorni più tardi, dopo aver ricevuto gli ordini minori e quelli di suddiaconato, dovette abbandonare il convento insieme con altri Scolopi, poiché sotto le mura di Varsavia si scatenò la battaglia contro l'esercito svedese. All'inizio dell'anno 1658, al fratello Stanislao venne affidato l'insegnamento di retorica nel collegio locale. Trasferito dopo due anni a Rzeszów, ricevette lo stesso compito in un nuovo collegio. Il 12 marzo 1661 venne ordinato sacerdote dal Vescovo di Przemysl, Stanislaw Sarnowski. Dopo tre anni di lavoro come professore di retorica a Rzeszów fu trasferito a Varsavia. In cerca della perfezione Ricevuti gli ordini sacri, Stanislao di Gesù e Maria, con tutto lo zelo e la passione a lui propria, si impegnò nel lavoro pastorale. Prima ancora dell'ordinazione cominciò ad insegnare retorica. Già sin dall'anno 1663, P. Papczynski divenne famoso a Varsavia non soltanto come professore di retorica, ma anche come maestro di vita spirituale: predicatore e confessore. Pubblicò alcune prediche, stampate tra le altre nel volume: Orator crucifixus (1670), in forma di meditazione delle ultime sette parole di Cristo. Fu anche un instancabile propagatore del culto dell'Immacolata Concezione di Maria, dirigendo una confraternita in suo onore, nella chiesa degli Scolopi a Varsavia. Insieme con alcuni confratelli che tendevano al ritorno dell'osservanza regolare prendeva posizione, in modo deciso ed intransigente, contro i superiori ed altre persone, inclini al lassismo. Da parte di altri confratelli, tuttavia, giunsero delle accuse di sovversivismo e di ribellione. Questo periodo di tempo della sua vita egli lo chiamò "un martirio di lunga durata". Nella croce di Cristo cercò la forza e il sostegno. Da queste prove nacque il libro Christus patiens, che è una raccolta di meditazioni sulla passione del Signore in base ai passi del Vangelo attinenti a questo tema. Infine, spinto da un vero amore, desiderando il ritorno della pace nella provincia divisa a causa delle controversie che erano sorte, nell'anno 1669 chiese il permesso di lasciare l'ordine dei Chierici Regolari Poveri della Madre di Dio delle Scuole Pie e lo ottenne in base al breve apostolico dell'11 dicembre 1670. Fondatore dei mariani Mentre stava ricevendo l'indulto per l'abbandono, nella residenza degli Scolopi di Kazimierz, presso Cracovia, P. Stanislao inaspettatamente, davanti a tutte le persone presenti, lesse l'Oblatio, cioè l'atto di totale donazione a Dio Trino e Uno e alla Madre di Dio Maria Immacolata, preparato in anticipo, e annunciò l'intenzione di fondare la "Società dei Sacerdoti Mariani dell'Immacolata Concezione". Allo stesso tempo fece la professione di fede nell'Immacolata Concezione e il cosiddetto "voto di sangue", cioè la disponibilità a difendere questa verità di fede fino al sacrificio della vita. Confessò in seguito di aver fatto, per divina ispirazione, l'atto di Offerta, e che la "visione" del nuovo ordine "si era formata nella [sua] mente per opera dello Spirito di Dio". Con l'aiuto del Vescovo di Poznan, Stefan Wierzbowski, si stabilì nel territorio della sua diocesi, nella tenuta di famiglia Karski, a Lubocza, nella regione di Masovia e nell'anno 1671 vestì l'abito bianco in onore dell'Immacolata Concezione. Nel frattempo preparò la nuova regola, chiamandola Norma vitae, per la futura congregazione. Per dare inizio al proprio istituto si recò in una piccola comunità di eremiti nella Foresta di Korabiew (oggi Foresta Mariana) e propose la sua visione della vita religiosa. Con il Decreto di Mons. Stanislaw Swiecicki, durante la visita canonica dell'arcidiaconato varsaviense nella diocesi di Poznan, i "Mariani Eremiti" ricevettero l'approvazione ecclesiastica, il 24 ottobre 1673. Nel 1677 il Vescovo Stefan Wierzbowski donò ai mariani la chiesa del Cenacolo nella Nuova Gerusalemme (oggi Góra Kalwaria), accanto alla quale sorse il secondo convento. Formazione del carisma Sebbene la spiritualità dell'Ordine dei Mariani riflettesse in qualche modo la spiritualità e la mentalità della Chiesa polacca, allo stesso tempo si poteva notare che il Fondatore dei mariani non voleva essere un semplice continuatore di una tale devozione mariana. Concentrò la sua attenzione sul mistero dell'Immacolata Concezione, trovando in esso, in un certo senso, il cuore del cristianesimo: il dono gratuito dell'infinito amore di Dio per l'uomo, meritato da Cristo, accolto da Maria come la prima tra i credenti, in un totale amore e in una totale sottomissione a Dio, per tutta la Sua vita. Nell'imitazione della vita evangelica di Maria, vedeva la fondamentale forma del culto all'Immacolata Concezione. La sua sensibilità all'azione dello Spirito Santo e ai segni dei tempi, in particolare alla sorte dei più poveri, fecero sì che nell'anno 1676, al fine originale dell'ordine aggiungesse ancora la preghiera per i defunti, in modo particolare per i soldati caduti e per le vittime della peste. I biografi di p. Stanislao descrivono numerose esperienze mistiche avute dal Beato riguardanti il purgatorio, durante le quali provava le sofferenze dei defunti sottoposti alla purificazione. Il fondatore dei mariani si prestava anche ad aiutare i parroci nel lavoro pastorale e si dedicava con slancio a questa attività. P. Stanislao si dedicò anche con zelo alle opere di misericordia, sia di carattere spirituale che materiale. Secondo varie testimonianze, liberava da diversi malanni le persone che andavano da lui e le aiutò anche in modo miracoloso. Per queste ragioni, ancora in vita, fu ritenuto santo e chiamato "padre dei poveri" e "apostolo di Masovia". Vedendo poi che una delle conseguenze della miseria morale di quel tempo era diventato l'alcolismo, usato sia per lenire la disperazione a motivo delle incessanti sconfitte e delle sventure pubbliche e personali di quel tempo, sia per l'obbligo imposto dalla nobiltà ai contadini di acquistare l'alcol, per uscire dalla crisi economica, esortava i fedeli alla vita sobria, e ai mariani proibì severamente l'uso dell'acquavite. Per ottenere l'approvazione pontificia, nell'anno 1690, si recò a Roma in compagnia di Joachim Kozlowski, purtroppo arrivò proprio per la morte di Papa Alessandro VII. Nel periodo d'attesa per l'elezione del nuovo pontefice, si ammalò e dovette tornare in patria. Riuscì soltanto ad ottenere il consenso dei francescani osservanti per l'aggregazione e la protezione dell'Ordine dei Mariani, che aveva chiesto nel 1691, cercando di garantire alla nuova comunità uno sviluppo sicuro e stabile. Dopo il ritorno in Polonia, convinto ormai dell'approssimarsi della morte, scrisse il Testamento; invece la sua salute si ristabilì e continuò a guidare la congregazione che si andava sviluppando. Nella primavera del 1698, poiché egli stesso non si sentiva di farlo, inviò a Roma il procuratore generale Kozlowski con il compito di ottenere l'approvazione pontificia e nell'autunno dello stesso anno accettò una nuova fondazione a Golizna, nella regione di Masovia. Nell'anno 1699 Kozlowski ottenne l'approvazione pontificia per i mariani, dopo aver accettato la Regula decem beneplacitorum. Il 24 novembre 1699, Innocenzo XII approvò giuridicamente i mariani come ultimo ordine dei chierici regolari nella storia della Chiesa, raccomandando al Nunzio Apostolico di Varsavia di ricevere nelle sue mani i loro voti religiosi. Papczynski, fino alla morte, fu superiore generale. Consapevole di aver compiuto la propria missione ripeteva spesso le parole: "Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola". Fino agli ultimi istanti conservò la lucidità di mente. Morì il 17 settembre 1701, nel convento di Góra Kalwaria, pronunciando le parole: "Nelle tue mani, Signore, consegno il mio spirito", benedicendo prima i suoi confratelli, esortandoli all'osservanza della regola e delle costituzioni ed esprimendo il desiderio ardente di unirsi a Cristo. |