UFFICIO DELLE CELEBRAZIONI LITURGICHE DEL SOMMO PONTEFICE VIA CRUCIS AL COLOSSEO PRESIEDUTA DAL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II VENERDÌ SANTO 1995 PRESENTAZIONE La «Via Crucis» del Santo Padre La sera del Venerdì Santo i fedeli di Roma e molti pellegrini giunti da ogni parte del mondo si raccolgono con il Santo Padre per celebrare il pio esercizio della Via Crucis. Con la comunità ecclesiale di Roma sono in comunione, attraverso la radio e la televisione, milioni di uomini e donne di ogni paese. L'appuntamento della "Via Crucis con il Papa" è un momento significativo della Settimana Santa romana: momento di genuina e sentita preghiera, di cui la Parola di Dio costituisce la trama essenziale; essa segna il succedersi delle "stazioni", momenti di sosta per contemplare le tappe del cammino straziante e salvifico di Gesù verso il luogo dove avrebbe offerto il sacrificio della propria vita. Ogni Via Crucis si riallaccia idealmente la via gerosolimitana percorsa da Gesù per giungere alla vetta del Monte Calvario. Le Viae Crucis sono innumerevoli, tipiche della pietà cattolica dell'Occidente. Sono erette all'interno delle chiese e nei chiostri monastici; sono all'aperto in portici e colline, in cui caratteristici capitelli segnano il cammino che conduce a santuari e ad altre mete di pellegrinaggio, e quasi santificano il paesaggio con le loro croci e le loro immagini evocatrici della Passione del Signore. La "Via Crucis del Papa" percorre un'antica strada romana che, partendo dal Colosseo, giunge alle pendici del Palatino. Lo scenario solenne e maestoso, carico di storia, di memorie di morte e di vita, bagnato dalla luce della luna, alta e serena nel primo plenilunio di primavera, sottolinea la gravità dell'Ora commemorata: l'Ora in cui l'Agnello, carico dei peccati del mondo, sale mite e pieno di amore verso il luogo dove, immolato, verserà il sangue della nuova ed eterna Alleanza. Un evento ecumenico La Parola di Dio costituisce la trama essenziale della Via Crucis. Ma la Parola è meditata e riproposta da cuore e labbra umane. Negli ultimi anni nella "Via Crucis del Papa" le meditazioni sulla Parola sono state ora dettate dallo stesso Santo Padre, ora tratte dalle pagine dei Padri della Chiesa, ora affidate a illustri scrittori laici, a insigni teologi, a esperti contemplativi. Nel 1994 esse furono dettate da S.S. Bartolomeo I, Arcivescovo di Costantinopoli e Patriarca Ecumenico: in quelle meditazioni si avvertì la sapienza poetica dell'Oriente cristiano, l'alta spiritualità della Chiesa bizantina. In quel Venerdì Santo, nelle antiche vie di Roma, Giovanni Paolo II e Bartolomeo I, la Chiesa di Pietro e la Chiesa di Andrea, si trovarono unite nella meditazione della Passione del loro unico Signore e Redentore. Nel 1995 le meditazioni della Via Crucis sono state affidate a una donna, sorella Minke de Vries, monaca della comunità protestante di Grandchamp, nella Svizzera francese. Suor Minke non ha avuto alcun mandato di rappresentanza da parte delle Chiese della Riforma. Nondimeno l'invito a lei rivolto costituisce, come nel caso dell'invito a Bartolomeo I, un gesto di grande significato ecumenico: la comunità ecclesiale di Roma, presieduta dal suo Vescovo Giovanni Paolo II, medita la Passione del Signore con testi sgorgati dal cuore di una figlia della Riforma. Ciò è possibile per il grande amore della Riforma per il mistero della Croce, perché l'amore verso Cristo crocifisso domina la pietà della Chiesa evangelica, i suoi corali, le sue espressioni liturgiche. È possibile perché la comunità di Grandchamp è tesa alla riscoperta di alcuni grandi valori della tradizione cristiana, tra cui la vita monastica; perché è animata dalla passione per l'unità della Chiesa, in attesa orante che agli occhi del mondo si mostri la bellezza della tunica inconsutile del suo Signore e del suo Sposo. Le meditazioni di suor Minke sono espressione di attenzione amorosa a Gesù, contemplazione del suo cuore "gonfio di sofferenza", ascolto delle sue parole, dei suoi silenzi, del suo forte grido di morente: "grido di desolazione estrema, angoscia profonda dell'uomo in preda ai tormenti della morte, abbandonato a se stesso"; sono scavo nell'animo di Gesù, nella sua infinita capacità di donarsi senza riserve, di prendere su di Sé i "mali di cui il nostro mondo soffre: la violenza, lo scherno, l'odio e il disprezzo"; sono partecipe rassegna, alla luce della passione di Cristo, del travaglio dell'unità del nostro tempo, delle sue guerre fratricide, degli odi implacabili, della distruzione della natura e, soprattutto, dell'offesa costante alla dignità dell'uomo creato a immagine di Dio; sono osservazione delicata dei sentimenti della "Madre dei dolori" nell'ora della passione del Figlio; essa ne "ha vissuto tutta la sofferenza", eppure là, presso la Croce, "il suo cuore è inondato di tenerezza, dalla consolazione ineffabile di un amore che le rivela un'altra maternità: 'Madre, ecco tuo figlio '"; sono, infine, proclamazione della più sicura speranza: la Madre sa che "il chicco di grano deposto nella terra" sta "per risorgere alla vita nuova ed eterna". Piero Marini Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie Le 14 stazioni della «Via Crucis» 1995 seguono lo schema maggiormente rispondente alla narrazione evangelica della Passione, già usato nella «Via Crucis» al Colosseo negli anni 1991, 1992 e 1994. PREGHIERA INIZIALE Il Santo Padre: Nel nome del Padre, e del Figlio, e dello Spirito Santo. R. Amen. Fratelli e sorelle, di nuovo siamo riuniti presso il Colosseo la sera del Venerdì Santo per celebrare la Via Crucis: cammino di Cristo verso il luogo dove egli, Sommo Sacerdote, offrirà il sacrificio della propria vita; dove, Maestro di verità, annuncerà, in un contesto di morte, il Vangelo della vita; dove, Agnello innocente, compirà, morendo, il mistero della Pasqua. Via Crucis, cammino di Cristo, che si prolunga nell'umanità immersa nel dolore, in preda all'angoscia della morte, vittima della violenza e di guerre fratricide: Bosnia, Cecenia, Rwanda, Burundi, Medio Oriente, Somalia... Via Crucis 1995. Anno di tragici anniversari: di Auschwitz, orrido campo di sterminio, di Dresda, rasa al suolo, di Hiroshima, la città dell'immane strage. Via Crucis 1995. Di nuovo Gesù sale il Monte Calvario con noi, in noi, per noi: perché di nuovo l'umanità contempli nel suo volto insanguinato la rivelazione suprema dell'amore del Padre. Con noi è la Madre di Gesù: ella seguì il Figlio fino alla Croce, ne accolse il testamento, lo vide morire, lo seppellì con pietà immensa, attese con fiducia l'adempimento della parola: " II terzo giorno risorgerò ". Breve pausa di silenzio. Preghiamo. Vieni, Santo Spirito, illumina le nostre menti e i nostri cuori, perché comprendiamo il significato profondo che il cammino della Croce ha oggi per noi, per tutta la Chiesa, per il mondo. A te, divino Amore, con il Padre e il Figlio ogni onore e gloria nei secoli dei secoli. R. Amen. PRIMA STAZIONE Gesù nell'Orto degli Ulivi V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi. R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum. Dal Vangelo secondo Marco 14, 32a. 33a. 34-36 Giunsero a un podere chiamato Getsemani. Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e disse loro: " La mia anima è triste fino alla morte. Restate qui e vegliate ". Andato un pò innanzi si gettò a terra e pregava: " Abbà, Padre! Tutto è possibile a te, allontana da me questo calice! Però non ciò che io voglio, ma ciò che vuoi tu ". MEDITAZIONE Dopo aver mangiato la Pasqua con i tuoi discepoli, Gesù, ed avere inaugurato la santa Cena, discendi con loro, come di consueto, nella valle del Cedron e risali il monte degli ulivi. Questa volta ti fermi a un podere chiamato Getsemani, nel luogo detto " il frantoio ". I tuoi discepoli hanno paura. Dov'è l'atmosfera intima, la comunione che poco prima hanno vissuto con te, nella camera alta, quando pregavi per loro, per la loro unità? Sconcertati, si addormentano, appesantiti dalla tristezza. Tu, Gesù, sai che questa sera è giunta la tua ora; l'ora desiderata ardentemente. Tu ne hai paura, adesso, nel profondo della tua umanità. Vuoi amare fino in fondo... Ma ti sommerge un'angoscia immensa all'idea di essere consegnato a tutto lo strazio del male come un agnello schiacciato dal peccato del mondo... Tu supplichi: " Abbà, Padre! se vuoi, allontana da me questo calice! ". Ma il tuo cuore rimane un cuore di figlio: " Però non ciò che io voglio, ma ciò che vuoi tu ". Dopo avere rivolto al Padre questa supplica tre volte, ti rialzi. Il tuo sì mobilita ora tutto il tuo essere di uomo, che diviene una cosa sola con la volontà d'Amore del Padre, fino in fondo. ORAZIONE Padre, con la grazia del tuo Santo Spirito, apri i nostri cuori all'accoglimento della tua volontà, perché abbiamo la forza di vegliare e pregare con Gesù nel suo combattimento contro il male, e la partecipazione alle sue sofferenze ci faccia sperimentare la potenza della sua risurrezione. Tutti: Pater noster, qui es in cælis: Sanctificetur nomen tuum; adveniat regnum tuum; fiat voluntas tua, sicut in cælo, et in terra. Panem nostrum cotidianum da nobis hodie; et dimitte nobis debita nostra, sicut et nos dimittimus debitoribus nostris; et ne nos inducas in tentationem; sed libera nos a malo. Stabat Mater dolorosa iuxta crucem lacrimosa, dum pendebat Filius. SECONDA STAZIONE Gesù, tradito da Giuda, è arrestato V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi. R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum. Dal Vangelo secondo Marco 14, 43. 45-46 Arrivò Giuda e con lui una folla con spade e bastoni mandata dai sommi sacerdoti, dagli scribi e dagli anziani. Gli si accostò dicendo: " Rabbì " e lo baciò. Essi gli misero addosso le mani e lo arrestarono. MEDITAZIONE Non come un eroe, ma come il Servo, tu, il figlio diletto che sa donde viene e dove va, accogli, con il cuore aperto e disarmato, la banda di uomini mandata ad arrestarti come un malfattore. In testa, Giuda, tuo discepolo ed amico, compagno della prima ora. Non rifiuti il suo bacio; gli domandi solo: " perché in questo modo? ". Avresti voluto farlo uscire dalla sua prigione? ma lui è ormai troppo impegnato nel suo progetto; troppo, ahimè, per tornare indietro. E i tuoi discepoli... fuggono, tutti. ORAZIONE Gesù, tu hai affrontato la prova che per noi è la più dura da sopportare: il tradimento e l'abbandono degli amici. Aiutaci a rimanere in piedi, in ogni circostanza, senza chiudere il cuore all'Amore. Tutti: Pater noster, qui es in cælis: Sanctificetur nomen tuum; adveniat regnum tuum; fiat voluntas tua, sicut in cælo, et in terra. Panem nostrum cotidianum da nobis hodie; et dimitte nobis debita nostra, sicut et nos dimittimus debitoribus nostris; et ne nos inducas in tentationem; sed libera nos a malo. Cuius animam gementem, contristatam et dolentem pertransivit gladius. TERZA STAZIONE Gesù è condannato dal Sinedrio V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi. R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum. Dal Vangelo secondo Marco 14, 55. 61-62a. 64b. I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una testimonianza contro Gesù per metterlo a morte, ma non la trovavano. Il sommo sacerdote interrogò Gesù dicendo: " Sei tu il Cristo, il Figlio di Dio benedetto? ". Gesù rispose: " Io lo sono! ". Tutti sentenziarono che era reo di morte. MEDITAZIONE Tutto è terribilmente falso in questo processo, come in tanti processi nel corso della storia, provocati dalla rivalità, dalla paura di perdere il potere, di perdere l'autorità. Tu rimani in silenzio, come il servo che non apre la bocca. Il tuo cuore è gonfio di sofferenza in questo momento tragico, in cui si scava un abisso tra te e il tuo popolo, il popolo prediletto da tuo Padre. " Sì, io sono il Cristo, il Figlio di Dio benedetto ", e l'abisso si scava ancora... Ma tu non hai mai rinnegato il tuo popolo: " Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno ". E ciò che essi hanno fatto noi, la tua Chiesa, lo facciamo, da quasi duemila anni... ORAZIONE Padre, perdonaci: tante volte facciamo della fede una nostra proprietà, un privilegio che ci appartiene. Ma solo per tua grazia possiamo riconoscere Gesù come il Cristo, tuo figlio, nostro Signore. Perdonaci anche di avere rifiutato il tuo popolo, di averlo schernito, persino nelle nostre liturgie. Tutti: Pater noster, qui es in cælis: Sanctificetur nomen tuum; adveniat regnum tuum; fiat voluntas tua, sicut in cælo, et in terra. Panem nostrum cotidianum da nobis hodie; et dimitte nobis debita nostra, sicut et nos dimittimus debitoribus nostris; et ne nos inducas in tentationem; sed libera nos a malo. O quam tristis et afflicta fuit illa benedica Mater Unigeniti! QUARTA STAZIONE Gesù è rinnegato da Pietro V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi. R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum. Dal Vangelo secondo Luca 22, 59-62 Passata circa un'ora, un altro servo del sommo sacerdote insisteva: " In verità, anche questo era con lui; è anche lui un Galileo ". Ma Pietro disse: " O uomo, non so quello che dici ". E in quell'istante, mentre ancora parlava, un gallo cantò. Allora il Signore, voltatosi, guardò Pietro, e Pietro si ricordò delle parole che il Signore gli aveva detto: " Prima che il gallo canti, oggi mi rinnegherai tre volte ". E uscito, pianse amaramente. MEDITAZIONE Ecco il tuo discepolo, la roccia della quale avevi detto: " Su questa pietra edificherò la mia Chiesa "; il discepolo che aveva dichiarato: " Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente! ". Né la carne né il sangue glielo avevano rivelato, ma il Padre che sta nei cieli. Quale roccia!... Era stato così sicuro di seguirti sino alla fine. Sarebbe rimasto accanto a te ad ogni costo: ed ora nega di essere dei tuoi, nega la propria identità di Galileo... Ma tu non hai cessato di pregare per lui, come non cessi di pregare per la tua Chiesa, nonostante le sue infedeltà e i suoi tradimenti. Al canto del gallo Pietro incontra lo sguardo di Gesù e rientra in se stesso. Piange amaramente, come Giuda, purtroppo, non ha saputo fare. A poco a poco il suo orgoglio si spezza, la carne e il sangue si aprono alla volontà del Padre. Sulla riva del lago il capo diverrà il pastore che confermerà i fratelli e le sorelle e si lascerà condurre, umilmente, là dove non vorrebbe andare. ORAZIONE Gesù, tu non cessi di pregare per noi. Non ci abbandonare quando ci smarriamo. Il tuo sguardo compassionevole si posi su di noi, e ci faccia tornare a te, sempre. Tutti: Pater noster, qui es in cælis: Sanctificetur nomen tuum; adveniat regnum tuum; fiat voluntas tua, sicut in cælo, et in terra. Panem nostrum cotidianum da nobis hodie; et dimitte nobis debita nostra, sicut et nos dimittimus debitoribus nostris; et ne nos inducas in tentationem; sed libera nos a malo. Quæ mærebat et dolebat, pia, Mater, dum videbat Nati poenas incliti. QUINTA STAZIONE Gesù è giudicato da Pilato V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi. R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum. Dal Vangelo secondo Luca 23,21-25 Le autorità e il popolo, urlavano: " Crocifiggilo, crocifiggilo! ". Ed egli, per la terza volta, disse loro: " Ma che male ha fatto costui? Non ho trovato nulla in lui che meriti la morte. Lo castigherò severamente e poi lo rilascerò ". Essi però insistevano a gran voce, chiedendo che venisse crocifisso; e le loro grida crescevano. Pilato allora decise che la loro richiesta fosse eseguita. Rilasciò colui che era stato messo in carcere per sommossa e omicidio, e abbandonò Gesù alla loro volontà. MEDITAZIONE " Il tuo regno non è di questo mondo, Signore Gesù, perché tu porti il mondo sulle spalle, come un pastore la pecora smarrita ". (Fr. Pierre-Yves Emery) Ecco, tu sei ora davanti al governatore romano dopo essere stato messo a confronto con le autorità religiose del tuo popolo. Ammanettato, tu sei libero; accusato, resti fermo nella verità, saldamente ancorato alla volontà di amore del Padre; disarmato, rimani in piedi. Inauguri così il tuo Regno, il Regno dell'amore e della verità, della giustizia e della pace; il Regno delle beatitudini e della ritrovata libertà dei figli di Dio. Quanti martiri, nel loro impegno definitivo per la Verità, sono stati fortificati dal tuo esempio. Ma il male è ben più profondo di questa macchinazione, di questa diplomazia più o meno riuscita... Tu devi percorrere il cammino fino in fondo, esposto agli scherni e alla tortura. ORAZIONE Signore Gesù, prega per noi, perché possiamo continuare a seguirti nel tuo cammino di amore e di libertà, ora, in questa Via Crucis, e nella vita di ogni giorno. Tutti: Pater noster, qui es in cælis: Sanctificetur nomen tuum; adveniat regnum tuum; fiat voluntas tua, sicut in cælo, et in terra. Panem nostrum cotidianum da nobis hodie; et dimitte nobis debita nostra, sicut et nos dimittimus debitoribus nostris; et ne nos inducas in tentationem; sed libera nos a malo. Quis est homo qui non fleret, Matrem Christi si videret in tanto supplicio? SESTA STAZIONE Gesù è flagellato e coronato di spine V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi. R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum. Dal Vangelo secondo Marco 15, 17a. 18-19a I soldati, dopo aver intrecciato una corona di spine, la misero sul capo di Gesù. Cominciarono poi a salutarlo: " Salve, re dei Giudei! ". E gli percuotevano il capo con una canna, gli sputavano addosso. MEDITAZIONE " Re coperto di ferite, straziato per il mio peccato, ricoperto di ingiurie, appeso alla croce; coronato già dagli eterni splendori, ti vedo ora ornato di crudeli spine ". (Corale della Passione secondo san Matteo) " Ecco l'uomo! ", il solo vero uomo, il servo, che inaugura l'era messianica. Gesù, il tuo battesimo è cominciato. Eccoti consegnato a tutto il male di cui l'essere umano nella sua abiezione è capace, spesso perfino per divertirsi. Ma tu sei re, perché non cessi di amare. Lasci che facciano, perdoni, ti dai senza riserve. Prendi su di te, concretamente, tutti i mali da cui il nostro mondo è afflitto: la violenza, lo scherno, l'odio e il disprezzo, che infliggiamo con tanta facilità, gli uni agli altri, noi che siamo creati a immagine e somiglianza di Dio... ORAZIONE Padre, hai creato l'uomo a tua immagine e somiglianza. In Gesù ci riveli la tua perfetta immagine. Lo Spirito Santo renda la nostra vita sempre più conforme a quella del tuo Figlio, e ci insegni a riconoscere il suo volto, che traspare dal volto dei torturati e degli umiliati di questo mondo. Tutti: Pater noster, qui es in cælis: Sanctificetur nomen tuum; adveniat regnum tuum; fiat voluntas tua, sicut in cælo, et in terra. Panem nostrum cotidianum da nobis hodie; et dimitte nobis debita nostra, sicut et nos dimittimus debitoribus nostris; et ne nos inducas in tentationem; sed libera nos a malo. Quis non posset contristari, Christi Matrem contemplari, dolentem cum Filio? SETTIMA STAZIONE Gesù è caricato della Croce V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi. R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum. Dal Vangelo secondo Marco 15, 20 Dopo aver schernito Gesù lo spogliarono della porpora e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo. MEDITAZIONE Gesù, ti caricano della croce, sulla quale sarai inchiodato fuori della città. Come è pesante la croce, carica dell'abbandono dei tuoi discepoli, del rifiuto del tuo popolo, della viltà del governatore, della crudeltà dei soldati, del fanatismo della folla volubile, che qualche giorno prima ti aveva acclamato re al tuo ingresso in Gerusalemme. È resa ancora più pesante, la croce, da tutti i nostri rifiuti, i nostri fanatismi, i nostri atti di vigliaccheria. Ma per questo tu, l'Agnello di Dio, porti la croce; ti carichi dei peccati del mondo per liberarcene. E ti lasci condurre fuori dell'accampamento, nel luogo della vergogna. Avremo noi il coraggio di raggiungerti là, fra tutti gli umiliati della terra? ORAZIONE Gesù, ti sei lasciato condurre fuori della città. Donaci la grazia di non provare vergogna a seguirti fin là e a raggiungere tutti gli uomini e le donne che nel nostro mondo sono disprezzati ed esclusi. È tra loro il luogo privilegiato della tua presenza. Tutti: Pater noster, qui es in cælis: Sanctificetur nomen tuum; adveniat regnum tuum; fiat voluntas tua, sicut in cælo, et in terra. Panem nostrum cotidianum da nobis hodie; et dimitte nobis debita nostra, sicut et nos dimittimus debitoribus nostris; et ne nos inducas in tentationem; sed libera nos a malo. Pro peccatis suæ gentis, vidit Iesum in tormentis, et flagellis subditum. OTTAVA STAZIONE Gesù è aiutato da Simone di Cirene a portare la croce V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi. R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum. Dal Vangelo secondo Luca 23,26 Mentre conducevano via Gesù, presero un certo Simone di Cirene che veniva dalla campagna e gli misero addosso la croce da portare dietro a Gesù. MEDITAZIONE I tuoi discepoli ti seguono da lontano, smarriti e sgomenti. Come avrebbero voluto aiutarti a portare questa Croce... Ma per essi l'ora non è ancora venuta. Tu non ne puoi più, le forze ti abbandonano; questo legno che ti porterà è troppo pesante per te, ora, per te che ci chiedi di portare la nostra croce, anch'essa talvolta così pesante. Si costringe un passante, Simone di Cirene, un uomo ben piantato, a compiere questo servizio faticoso e ingrato; un operaio straniero, uno che non è neppure di Gerusalemme! La vita di quest'uomo e di tutta la sua famiglia, la vita dei suoi figli Alessandro e Rufo, non sarà ormai più quella di prima. ORAZIONE Signore, la tua grazia ci basta; la tua potenza si manifesta nella nostra debolezza. Quando la croce ci sembra troppo pesante, tu la porti con noi. Aiutaci ad accettarla senza esitazione. Tutti: Pater noster, qui es in cælis: Sanctificetur nomen tuum; adveniat regnum tuum; fiat voluntas tua, sicut in cælo, et in terra. Panem nostrum cotidianum da nobis hodie; et dimitte nobis debita nostra, sicut et nos dimittimus debitoribus nostris; et ne nos inducas in tentationem; sed libera nos a malo. Tui Nati vulnerati, tam dignati pro me pati, poenas mecum divide. NONA STAZIONE Gesù incontra le donne di Gerusalemme V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi. R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum. Dal Vangelo secondo Luca 23, 27-28 Lo seguiva una gran folla di popolo e di donne che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù disse: " Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli ". MEDITAZIONE Lungo questa salita interminabile, finalmente un segno di compassione: sono le donne che osano piangere su di te, Gesù, loro Maestro e Salvatore. Tu le avevi riconosciute e rispettate, le avevi amate e mai disprezzate, nella loro realtà di donne. Avevi parlato loro del Regno. E anche adesso ti volgi verso di loro e a loro dici: " Non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli ". Tu sai che la rovina si abbatterà su Gerusalemme, come si è abbattuta su di te. Tu accogli in te le lacrime delle donne, quelle di Rachele e quelle di tutte le madri del mondo, le lacrime di Maria, la Madre dei dolori. Tu le accoglierai nella tua morte, perché le nostre lacrime possano scorrere liberamente, e divenire il luogo stesso del nostro incontro con te, il Risorto. ORAZIONE Gesù, insegnaci a piangere, come tu hai pianto su Lazzaro, il tuo amico, e sulla tua città, Gerusalemme. Non permettere che ci chiudiamo nelle nostre lacrime, perché sei disceso nei nostri inferni e ci tendi sempre la mano, tu, il Risorto. Tutti: Pater noster, qui es in cælis: Sanctificetur nomen tuum; adveniat regnum tuum; fiat voluntas tua, sicut in cælo, et in terra. Panem nostrum cotidianum da nobis hodie; et dimitte nobis debita nostra, sicut et nos dimittimus debitoribus nostris; et ne nos inducas in tentationem; sed libera nos a malo. Eia Mater, fons amoris, me sentire vim doloris fac, ut tecum lugeam. DECIMA STAZIONE Gesù è crocifisso V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi. R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum. Dal Vangelo secondo Marco 15, 24 Lo crocifissero e si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse quello che ciascuno dovesse prendere. MEDITAZIONE Ti hanno spogliato delle vesti, Gesù, ti hanno inchiodato sulla croce. Tu hai rifiutato il vino e la mirra perché il tuo cuore deve rimanere vigile fino alla fine. " Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno ". Ecco l'uomo! il re dei Giudei, l'Unigenito. Lui stesso si è spogliato assumendo la condizione di servo che dà la vita per gli amici, per i nemici, per ogni essere umano. Hai preso su di te, sul tuo corpo torturato, sfinito, offerto senza riserve, tutta la violenza che ci possiede, tutto il peso dei nostri rifiuti, delle nostre rivolte, dei tradimenti, dei fallimenti, e ci apri per sempre la fonte del perdono, le porte del Regno. Si manifesta così, pienamente, nella tua estrema debolezza la forza dell'Amore; e le tue mani inchiodate sulla croce sono aperte, in un gesto di benedizione, su tutto l'universo. ORAZIONE Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo. Con la tua croce hai redento il mondo. Ti adoriamo. Tutti: Pater noster, qui es in cælis: Sanctificetur nomen tuum; adveniat regnum tuum; fiat voluntas tua, sicut in cælo, et in terra. Panem nostrum cotidianum da nobis hodie; et dimitte nobis debita nostra, sicut et nos dimittimus debitoribus nostris; et ne nos inducas in tentationem; sed libera nos a malo. Fac ut ardeat cor meum in amando Christum Deum, ut sibi complaceam. UNDICESIMA STAZIONE Gesù promette il suo Regno al buon ladrone V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi. R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum. Dal Vangelo secondo Luca 23, 39a. 40a. 42 Uno dei malfattori appesi alla croce insultava Gesù. Ma l'altro lo rimproverava: " Neanche tu hai timore di Dio? ". E aggiunse: " Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno ". MEDITAZIONE Bestemmie, scherni, ingiurie dei passanti: " Salva te stesso! ". Perché questo gusto perverso di divertirsi alle spalle del debole senza difesa? Perfino uno dei condannati si abbandona a questo piacere con le poche forze che gli rimangono. Le forze del regno delle tenebre sono all'opera, in piena luce, e si accaniscono a salvare ciò che possono del loro potere. Ma tu, l'Agnello di Dio, con il cuore ferito da un dolore immenso, rimani completamente nella volontà del Padre. Interrompi la spirale della violenza rifiutando di lasciarti coinvolgere in essa e di mantenere gli altri nel loro accecamento. " Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno ". Sì, tu perdoni, e oggi accogli nel tuo Regno, solo per tua grazia e per sempre, il buon ladrone, l'omicida che si apre alla fede; e il centurione, il pagano, rimane stupito. ORAZIONE Nel tuo regno senza frontiere, ricordati anche di noi, Signore! Tutti: Pater noster, qui es in cælis: Sanctificetur nomen tuum; adveniat regnum tuum; fiat voluntas tua, sicut in cælo, et in terra. Panem nostrum cotidianum da nobis hodie; et dimitte nobis debita nostra, sicut et nos dimittimus debitoribus nostris; et ne nos inducas in tentationem; sed libera nos a malo. Sancta Mater, istud agas, Crucifixi fige plagas, cordi meo valide. DODICESIMA STAZIONE Gesù in croce, la Madre e il discepolo V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi. R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum. Dal Vangelo secondo Giovanni 19, 26-27 In quell'ora, Gesù vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: " Donna, ecco il tuo figlio! ". Poi disse al discepolo: " Ecco la tua madre! ". E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa. MEDITAZIONE Maria ha vissuto tutta la sofferenza che una donna può provare nella più straziante angoscia. Ha assistito impotente alla tortura del figlio, ha visto il popolo farsi beffe di lui e i soldati spartirsi le sue vesti. Ha conosciuto il disprezzo, l'umiliazione; ha sentito il cuore lacerarsi, spezzarsi, trafitto dalla spada. Sente la voce di Gesù: " Madre, ecco il tuo figlio ". E il suo cuore è inondato di tenerezza, dalla consolazione ineffabile di un amore che le rivela un'altra maternità. " Tu non mi hai più con te, ma conoscerai un amore più grande. D'ora in poi il tuo cuore non sarà pieno di una sola tenerezza, amerai all'infinito. Ti lascio i miei, il mio discepolo prediletto. Sarai la madre che compatisce, che incoraggia, che prega, e con loro riceverai lo Spirito Santo ". (Da un testo di Madre Geneviève, fondatrice di Grandchamp) ORAZIONE Gesù, tu hai lasciato a Maria, tua Madre, e al tuo discepolo prediletto il dono di un amore più grande, sorgente di vita per la tua Chiesa. Concedi anche a noi di accoglierlo e di viverlo insieme. Tutti: Pater noster, qui es in cælis: Sanctificetur nomen tuum; adveniat regnum tuum; fiat voluntas tua, sicut in cælo, et in terra. Panem nostrum cotidianum da nobis hodie; et dimitte nobis debita nostra, sicut et nos dimittimus debitoribus nostris; et ne nos inducas in tentationem; sed libera nos a malo. Vidit suum dulcem Natum moriendo desolatum dum emisit spiritum. TREDICESIMA STAZIONE Gesù muore sulla Croce V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi. R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum. Dal Vangelo secondo Marco 15, 34. 36a. 37 Alle tre Gesù gridò con voce forte: " Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? ". Uno corse ad inzuppare di aceto una spugna e gli dava da bere. Ma Gesù, dando un forte grido, spirò. MEDITAZIONE Grido di desolazione estrema, angoscia profonda dell'uomo in preda ai tormenti della morte, abbandonato a se stesso. " Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? ". Tu non sei più che sete, sete del Padre, nonostante la sua assenza; sete del nostro amore, nonostante i nostri rifiuti. Nel luogo del frantoio, avevi presentito che il tuo sì alla volontà del Padre sarebbe dovuto giungere a questo punto per sposare l'umanità nel suo allontanamento da Dio, nel suo stato di separazione. Tu avevi acconsentito, e ora il sì prorompe dalle tue viscere in un altro grido, il grido del neonato, primizia dell'umanità nuova. " Padre, tutto è compiuto; nelle tue mani consegno il mio spirito ". Estremo abbandono nelle mani del Padre, che accoglie l'ultimo respiro del Figlio diletto. ORAZIONE Cristo, Gesù, tu hai distrutto nella tua carne i muri che ci dividono tanto facilmente, e, con la tua Croce, hai eliminato l'odio, tu che sei la nostra pace. Che noi siamo una cosa sola; tu in noi e noi in te, come tu sei nel Padre e il Padre è in te, perché il mondo creda che il Padre ti ha mandato e ci ama come ama te. Tutti: Pater noster, qui es in cælis: Sanctificetur nomen tuum; adveniat regnum tuum; fiat voluntas tua, sicut in cælo, et in terra. Panem nostrum cotidianum da nobis hodie; et dimitte nobis debita nostra, sicut et nos dimittimus debitoribus nostris; et ne nos inducas in tentationem; sed libera nos a malo. Fac me tecum pie flere, Crucifixo condolere, donec ego vixero. QUATTORDICESIMA STAZIONE Gesù è deposto nel sepolcro V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi. R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum. Dal Vangelo secondo Marco 15, 46a Giuseppe d'Arimatea, comprato un lenzuolo, calò il corpo di Gesù giù dalla croce e, avvoltolo nel lenzuolo, lo depose in un sepolcro scavato nella roccia. MEDITAZIONE Un colpo di lancia: acqua e sangue. La morte è già avvenuta. Il tuo corpo straziato, contorto dalla sofferenza può finalmente entrare nel riposo. I tuoi amici ti calano delicatamente dalla Croce. Le donne sono lì per ricevere il tuo corpo; incredule, contemplano il tuo volto. È veramente finito tutto? Con cura, avvolgono in un lenzuolo il tuo corpo prezioso e lo depongono con amore in un sepolcro nuovo. Declina il giorno, vigilia di un nuovo Sabato, bisogna affrettarsi a rotolare la pietra davanti alla tomba. Un intenso silenzio avvolge la creazione nel suo riposo, ma Dio Padre continua la sua opera di compassione. La Vita scende negli abissi della morte, illuminando i luoghi più tenebrosi degli inferi. Fecondità del chicco di grano deposto nella terra, che muore al suo stato originario per risorgere alla vita nuova ed eterna. ORAZIONE O Dio, che ci ami, con il Battesimo nella morte di Gesù, tuo Figlio, siamo stati sepolti con lui. Donaci la grazia di un vero pentimento, perché, attraverso la morte e la porta della tomba, risorgiamo, nella gioia, a una vita nuova, per il Cristo, tuo Figlio, che è morto, è stato sepolto ed è risorto per noi. Tutti: Pater noster, qui es in cælis: Sanctificetur nomen tuum; adveniat regnum tuum; fiat voluntas tua, sicut in cælo, et in terra. Panem nostrum cotidianum da nobis hodie; et dimitte nobis debita nostra, sicut et nos dimittimus debitoribus nostris; et ne nos inducas in tentationem; sed libera nos a malo. Quando corpus morietur fac ut animae donetur paradisi gloria. Amen. Il Santo Padre rivolge la sua parola ai presenti. Al termine del discorso il Santo Padre imparte la Benedizione Apostolica: V. Dominus vobiscum. R. Et cum spiritu tuo. V. Sit nomen Domini benedictum. R. Ex hoc nunc et usque in sæculum. V. Adiutorium nostrum in nomine Domini. R. Qui fecit caelum et terram. V. Benedicat vos omnipotens Deus: Pater et Filius et Spiritus Sanctus. R. Amen. |