UFFICIO DELLE CELEBRAZIONI LITURGICHE DEL SOMMO PONTEFICE VIA CRUCIS AL COLOSSEO PRESIEDUTA DAL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II VENERDÌ SANTO 1993 PRESENTAZIONE La Via Crucis 1993 riprende lo schema tradizionale. Il commento alle stazioni lascia trasparire sullo sfondo della Passione di Gesù il dramma del "mistero di iniquità" sempre subdolamente in atto nel mondo e, insieme, il grande "mistero della pietà" non meno presente e silenziosamente operante. Dolore e angoscia investono milioni di uomini e interi popoli in modo tale da far recepire quest'ora della storia proprio come l'"ultima ora". L'uomo, lasciandosi accecare e dominare dal male, calpesta la propria dignità, si fa nemico della vita e, in ogni scelta di violenza e di corruzione, condanna a morte se stesso. Proprio in questo rivela la sua estrema miseria e il suo bisogno di incontrarsi con la divina Misericordia. QUasi a rendere visibile e tangibile il volto della divina compassione, si trova sui sentieri del nostro tempo, come lungo la via del Calvario, la donna. Allora: Maria, Veronica, le donne di Gerusalemme, le altre Marie ... Oggi: ogni donna che, abitata dallo Spirito, ancora sa accogliere e custodire nel cuore la Parola di vita e donarsi come supplemento di grazia e di amore, di pietà e di consolazione. Percorrendo con umiltà e con fede le stazioni della Via Crucis 1993, potremo forse sentirci in qualche misura coinvolti nel devastante "mistero di iniquità", ma ancor più scoprirci teneramente avvolti nel grande mantello della Pietà. Potremo riconoscerci responsabili della crocifissione di Cristo, ma anche scorgere nel volto dell'Uomo dei dolori le profonde e segrete ferite del nostro cuore e sperimentare l'infinita bontà del Signore nell'incontro con il mistero della Chiesa vergine e madre. Mistero che si disvela particolarmente nelle donne sante che appartengono alla nobile stirpe di Maria e che anche in quest'ora buia della storia stanno sotto la croce di ogni uomo con una illimitata capacità di compatire e di perseverare in quella speranza che le spinge a portare al sepolcro fragranza di aromi - olio di consolazione - per fare di ogni mattino il giorno radioso di Pasqua, il canto della vita risorta. PREGHIERA INIZIALE Il Santo Padre: Nel nome del Padre, e del Figlio, e dello Spirito Santo. R. Amen Fratelli e sorelle, ci ritroviamo oggi in questo luogo carico di storia, in cui versarono il loro sangue alcuni cristiani dei primi secoli, fedeli a Cristo fino al martirio. Chiniamoci con rispetto e venerazione davanti ai testimoni di tutti i tempi e di ogni luogo e chiediamo la loro intercessione per essere anche noi forti nella fede e generosi nella sequela di Gesù Cristo. Raccogliendo qui con noi, in un abbraccio di carità senza confini, tutti gli uomini che oggi vivono e soffrono sulla terra, ripercorriamo insieme il cammino della croce, per giungere a vedere con lo sguardo della fede la vittoria della gioia sull'angoscia, dell'Amore sull'odio, della Vita sulla morte. Breve pausa di silenzio. Preghiamo. O Padre, che ci hai amato fino a sacrificare il tuo Dilettissimo Figlio, colmaci del tuo Santo Spirito: Egli ci renda veri discepoli di Cristo sperimentati nella sapienza della croce e lieti nella speranza della salvezza eterna. R. Amen. PRIMA STAZIONE Gesù è condannato a morte V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi. R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum. Disse loro Pilato: "Che farò dunque di Gesù chiamato il Cristo?". Tutti gli risposero: "Sia crocifisso!". Ed egli aggiunse: "Ma che male ha fatto?". Essi allora urlarono: "Sia crocifisso!" ... Allora rilasciò loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò ai soldati perché fosse crocifisso (Mt 27, 22-23. 26). MEDITAZIONE "Sia crocifisso!". Signore Gesù, questo grido di condanna, questo urlo disumano, continua a levarsi contro di Te da una folla concitata, irresponsabile, suggestionata e accecata dal male. Non Te, che ora sei l'Eterno Vivente, ma se stesso l'uomo condanna alla morte, quando non si cura che prevalga l'ingiustizia, quando sceglie violenza e corruzione, quando calpesta il piccolo e l'innocente e getta la propria dignità umana come un rifiuto nelle immondizie. Per il tuo silenzio di umiltà e di amore e per l'immensa pena di Maria tua Madre, Signore Gesù, abbi di noi pietà! Tutti: Pater noster, qui es in cælis: Sanctificetur nomen tuum; adveniat regnum tuum; fiat voluntas tua, sicut in cælo, et in terra. Panem nostrum cotidianum da nobis hodie; et dimitte nobis debita nostra, sicut et nos dimittimus debitoribus nostris; et ne nos inducas in tentationem; sed libera nos a malo. Stabat Mater dolorosa iuxta crucem lacrimosa, dum pendebat Filius. SECONDA STAZIONE Gesù è caricato della croce V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi. R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum. Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la coorte. Spogliatolo, gli misero addosso un manto scarlatto e, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo, con una canna nella destra; poi, mentre gli si inginocchiavano davanti, lo schernivano: "Salve, re dei Giudei!". E sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo percuotevano sul capo. Dopo averlo così schernito, lo spogliarono del mantello, gli fecero indossare i suoi vestiti e lo portarono via per crocifiggerlo (Mt 27, 27-31). MEDITAZIONE Gesù, nostro Signore, l'intera tua esistenza sulla terra fu un cammino di umiliazione e di croce. A portare il legno del supplizio ti eri già addestrato a Nazareth nella quotidiana fatica del lavoro e poi andando per le città e i villaggi ad annunziare ai poveri il Regno dei cieli, il tuo Regno, che non è di questo mondo. Il tuo carico, Signore, siamo noi, noi, duri di cuore e lenti a capire, noi, quando addossiamo agli altri il peso della nostra cattiva coscienza, quando davanti a ogni forma di povertà e a ogni grido di aiuto rimaniamo nella paralisi della nostra viltà e del nostro disimpegno. O buon Pastore, che ancora porti sulle tue sacre spalle tutta l'umanità, pecorella smarrita, abbi di noi pietà! Tutti: Pater noster, qui es in cælis: Sanctificetur nomen tuum; adveniat regnum tuum; fiat voluntas tua, sicut in cælo, et in terra. Panem nostrum cotidianum da nobis hodie; et dimitte nobis debita nostra, sicut et nos dimittimus debitoribus nostris; et ne nos inducas in tentationem; sed libera nos a malo. Cuius animam gementem contristatam et dolentem pertransivit gladius. TERZA STAZIONE Gesù cade la prima volta V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi. R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum. Egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato. Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti. Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi seguiva la sua strada; il Signore fece ricadere su di lui l'iniquità di noi tutti (Is 53, 4-6). MEDITAZIONE Le tue cadute, Signore Gesù, sono un mistero di compassione verso di noi: è infatti nella nostra umana debolezza che Tu hai voluto patire. "Lo spirito è pronto - hai detto - ma la carne è debole". Tu, Dio-il Forte, sei caduto sotto la croce perché ogni uomo sappia riconoscere la propria fragilità e non confidi in se stesso, ma trovi nella tua grazia la forza di rialzarsi e riprendere il cammino portando dietro a Te la sua croce. Tu sei sempre là dove c'è un uomo che vien meno; ti poni, pietoso, sotto di lui perché non cada sui sassi della strada, ma sopra di Te, Roccia di salvezza. Gesù, Figlio di Dio, che ti sei fatto carico di tutta la debolezza dell'uomo, abbi di noi pietà! Tutti: Pater noster, qui es in cælis: Sanctificetur nomen tuum; adveniat regnum tuum; fiat voluntas tua, sicut in cælo, et in terra. Panem nostrum cotidianum da nobis hodie; et dimitte nobis debita nostra, sicut et nos dimittimus debitoribus nostris; et ne nos inducas in tentationem; sed libera nos a malo. O quam tristis et afflicta fuit illa benedicta Mater Unigeniti! QUARTA STAZIONE Gesù incontra la sua madre V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi. R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum. Simeone parlò a Maria, sua madre: "Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l'anima" ... Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore (Lc 2, 34-35. 51). Dice il Signore: "Trattieni la voce del pianto, i tuoi occhi dal versare lacrime, perché c'è un compenso per le tue pene" (Ger 31, 16). MEDITAZIONE Signore Gesù, lungo la via della croce, nell'ora della solitudine e dell'abbandono, non poteva mancare Lei, la tua Madre. Fin dalla tua infanzia portava nel cuore la profonda ferita di quella parola e la custodiva in silenzio perché vergine, in Lei, era anche il dolore. Possa non mancare mai ad alcun uomo che soffre un cuore di madre vigile, pietosa, una presenza di tenerezza e di consolazione. Possa ogni figlio riconoscere la madre, e ogni madre accompagnare il figlio nell'arduo cammino della vita in una fedeltà che non si arresti nemmeno davanti all'estremo sacrificio. Gesù, Figlio della Benedetta tra le donne, per l'amore e il dolore di tua Madre, abbi di noi pietà! Tutti: Pater noster, qui es in cælis: Sanctificetur nomen tuum; adveniat regnum tuum; fiat voluntas tua, sicut in cælo, et in terra. Panem nostrum cotidianum da nobis hodie; et dimitte nobis debita nostra, sicut et nos dimittimus debitoribus nostris; et ne nos inducas in tentationem; sed libera nos a malo. Quae maerebat et dolebat, pia Mater, dum videbat Nati poenas incliti. QUINTA STAZIONE Gesù è aiutato da Simone di Cirene V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi. R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum. Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, chiamato Simone, e lo costrinsero a prendere su la croce di lui (Mt 27, 32). Gesù disse ai suoi discepoli: "Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua" (Mt 16, 24). MEDITAZIONE Signore Gesù, il tuo invito è molto esigente! Noi vorremmo seguirti sulla via della Vita, ma tu ci fai passare per la via della morte! È qui che noi ci scontriamo con le nostre viltà e le nostre paure. Per evitare di incontrarci con la realtà della croce, noi, induriti nel cuore, deviamo il cammino e chiudiamo gli occhi davanti alle tue sofferenze che continuano nei nostri fratelli. Abbiamo bisogno anche noi, come Simone di Cirene, che qualcuno ci sospinga intensamente a caricarci, con amore, pure della croce degli altri. Potremo così sperimentare la grande forza che scaturisce dal sostenere insieme, con fede invitta, le molteplici prove della vita. Gesù, Dio Forte, che ti sei fatto debole fino ad avere bisogno dell'aiuto dell'uomo, abbi di noi pietà! Tutti: Pater noster, qui es in cælis: Sanctificetur nomen tuum; adveniat regnum tuum; fiat voluntas tua, sicut in cælo, et in terra. Panem nostrum cotidianum da nobis hodie; et dimitte nobis debita nostra, sicut et nos dimittimus debitoribus nostris; et ne nos inducas in tentationem; sed libera nos a malo. Quis est homo qui non fleret, Matrem Christi si videret in tanto supplicio? SESTA STAZIONE Gesù è asciugato in volto da Veronica V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi. R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum. Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per provare in lui diletto. Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia... (Is 53, 2-3). Di te ha detto il mio cuore: "Cercate il suo volto"; il tuo volto, Signore, io cerco. Non nascondermi il tuo volto! (Sal 27, 8-9). MEDITAZIONE Nessun volto è più bello del tuo, Signore Gesù, che sei venuto a mostrarci lo splendore della gloria del Padre. Eppure sulla via della croce, sfigurato dalla bruttezza dei nostri peccati, nemmeno d'uomo avevi più l'aspetto. Fu lei, allora, a guardarti con lo sguardo del cuore; fu lei, la pia Veronica, ad asciugarti il volto insanguinato; e tu glielo donasti allora, impresso nel velo, pieno di fascino nel silente mistero. Quel gesto di virile coraggio e femminile gentilezza fu come lo svelamento della tua identità, o Cristo, Figlio di Dio! Nella nostra società in cui ogni puro e delicato sentimento è calpestato e fatto oggetto di volgarità e di disprezzo, la donna sia ancora e sempre, o Signore, un supplemento di grazia e di bontà, una sacra icona da cui irradia la tua divina, consolatrice bellezza. Signore, dolce Volto di Servo sofferente, abbi di noi pietà. Tutti: Pater noster, qui es in cælis: Sanctificetur nomen tuum; adveniat regnum tuum; fiat voluntas tua, sicut in cælo, et in terra. Panem nostrum cotidianum da nobis hodie; et dimitte nobis debita nostra, sicut et nos dimittimus debitoribus nostris; et ne nos inducas in tentationem; sed libera nos a malo. Quis non posset contristari, Christi Matrem contemplari dolentem cum Filio? SETTIMA STAZIONE Gesù cade la seconda volta V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi. R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum. Io sono l'uomo che ha provato la miseria sotto la sferza della sua ira. Egli mi ha guidato, mi ha fatto camminare nelle tenebre e non nella luce... Ha sbarrato le mie vie con blocchi di pietra, ha ostruito i miei sentieri... Mi ha spezzato con la sabbia i denti, mi ha steso nella polvere (Lam 3, 1-2. 9. 16). Non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia compatire le nostre infermità, essendo stato lui stesso provato in ogni cosa, a somiglianza di noi, escluso il peccato (Eb 4, 15). MEDITAZIONE La prima caduta di un uomo può suscitare sentimenti di pena e comprensione, la ricaduta, invece, suscita spesso scandalo e indignazione. Chi potrà mai conoscere il mistero di umiltà nascosto nel tuo ripetuto venir meno lungo la via, Gesù, uomo dei dolori? Davvero tu hai voluto essere provato in ogni cosa come noi, eccetto il peccato. Proprio per l'amore che ti ha spinto a rivestirti delle nostre infermità sei diventato per noi fortezza e scudo di difesa contro gli assalti ricorrenti del male. Cadremo, sì, cadremo forse tante volte ancora sotto la sferza della tentazione, ma Tu ci sosterrai, Signore, e ci farai di nuovo camminare a testa alta, partecipi della tua regale dignità. O Cristo, Buon Samaritano pietosamente chino sulle nostre ferite, abbi di noi pietà! Tutti: Pater noster, qui es in cælis: Sanctificetur nomen tuum; adveniat regnum tuum; fiat voluntas tua, sicut in cælo, et in terra. Panem nostrum cotidianum da nobis hodie; et dimitte nobis debita nostra, sicut et nos dimittimus debitoribus nostris; et ne nos inducas in tentationem; sed libera nos a malo. Pro peccatis suae gentis, vidit Iesum in tormentis, et flagellis subditum. OTTAVA STAZIONE Gesù incontra le donne di Gerusalemme V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi. R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum. Grida dal tuo cuore al Signore, vergine figlia di Sion; fa' scorrere come torrente le tue lacrime... alza verso di lui le mani per la vita dei tuoi bambini, che muoiono di fame all'angolo di ogni strada (Lam 2, 18. 19). Lo seguiva una gran folla di popolo e di donne che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso le donne, disse: "Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: Beate le sterili e i grembi che non hanno generato e le mammelle che non hanno allattato. Perché se trattano così il legno verde, che avverrà del legno secco?" (Lc 23, 27-29. 31). MEDITAZIONE Una donna aveva un giorno versato sui tuoi piedi, Gesù, lacrime di amore e pentimento. Ancora una donna - e si chiamava Maria - durante un'ultima cena aveva versato sul tuo capo profumo di nardo purissimo... Ora ti vengono incontro, piangenti, le "figlie di Gerusalemme", le donne della stirpe di Rachele, per fare su di Te l'accorato lamento. Sì, è ben giusto che Tu sia pianto come un figlio primogenito, il più caro, votato alla morte. Ma Tu le inviti a piangere sulla loro sorte di madri desolate, di madri spogliate, come alberi da frutto investiti dalla bufera. Sono una moltitudine, queste donne, sopra la terra... Piangono, sì, piangono, le madri su quest'ora tragica della nostra storia, ma in seno a Te e in seno alla tua Madre versino il fiume delle loro lacrime, perché ogni dolore abbia la sua compassione, la grazia dell'amore che redime. Signore Gesù, Primogenito tra molti fratelli, abbi di noi pietà! Tutti: Pater noster, qui es in cælis: Sanctificetur nomen tuum; adveniat regnum tuum; fiat voluntas tua, sicut in cælo, et in terra. Panem nostrum cotidianum da nobis hodie; et dimitte nobis debita nostra, sicut et nos dimittimus debitoribus nostris; et ne nos inducas in tentationem; sed libera nos a malo. Tui Nati vulnerati, tam dignati pro me pati, poenas mecum divide. NONA STAZIONE Gesù cade la terza volta V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi. R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum. È bene per l'uomo portare il giogo fin dalla giovinezza. Sieda costui solitario e resti in silenzio, poiché egli glielo ha imposto; cacci nella polvere la bocca, forse c'è ancora speranza; porga a chi lo percuote la sua guancia, si sazi di umiliazioni. Poiché il Signore non rigetta mai... Ma, se affligge, avrà anche pietà secondo la sua grande misericordia (Lam 3, 27-32). Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore (Mt 11, 28-29). MEDITAZIONE Signore Gesù, nello schianto della terza caduta riconosciamo il crollo delle nostre presunzioni. Tu ci vuoi insegnare ad attendere la salvezza unicamente da Dio nostro Padre. Il tuo silenzio di umiltà e il tuo mite patire ci fanno intuire il segreto della forza interiore che spinge avanti il tuo cammino di filiale obbedienza. Possa questa tua forza d'amore comunicarsi al cuore di ogni uomo affranto sotto i colpi della prova, al cuore di ogni giovane ricaduto nel baratro dell'alienazione... Venga spezzato il giogo di ogni schiavitù e, risollevati dal tuo perdono, tutti gli uomini possano ristorarsi alla fonte viva del tuo eterno Amore. Gesù, nostra forza e nostra salvezza, abbi di noi pietà! Tutti: Pater noster, qui es in cælis: Sanctificetur nomen tuum; adveniat regnum tuum; fiat voluntas tua, sicut in cælo, et in terra. Panem nostrum cotidianum da nobis hodie; et dimitte nobis debita nostra, sicut et nos dimittimus debitoribus nostris; et ne nos inducas in tentationem; sed libera nos a malo. Eia Mater, fons amoris, me sentire vim doloris fac, ut tecum lugeam. DECIMA STAZIONE Gesù è spogliato delle sue vesti V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi. R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum. Giunti a un luogo detto Golgota... gli diedero da bere vino mescolato con fiele... (Mt 27, 33-34). I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti e ne fecero quattro parti, una per ciascun soldato, e la tunica. Ora quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d'un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: "Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca". Così si adempiva la Scrittura: "Si son divise tra loro le mie vesti e sulla mia tunica han gettato la sorte" (Gv 19, 23-24). MEDITAZIONE Sei entrato nel mondo spogliandoti della tua gloria di Figlio di Dio, per nascere figlio dell'uomo. In quest'ora decisiva di tutta la storia anche la tua umanità viene spogliata da mani profane... Il tuo corpo, quel vergine corpo che si era formato nel grembo immacolato della Vergine, è denudato e fatto oggetto di irriverenza e di volgarità. Eppure Tu sei Re; Tu sei l'unico Signore del mondo! Vedere Te è vedere la luce, toccare Te è toccare il fuoco. Come oseremo guardarti noi, che ti abbiamo buttato addosso il fango del nostro peccato? Portando su di Te la nostra vergogna, Tu ci rivesti della tua santità. La tua tunica inconsutile è la veste nuziale che doni alla tua dilettissima Chiesa. Per tutte le nostre divisioni, Signore Gesù, abbi di noi pietà! Tutti: Pater noster, qui es in cælis: Sanctificetur nomen tuum; adveniat regnum tuum; fiat voluntas tua, sicut in cælo, et in terra. Panem nostrum cotidianum da nobis hodie; et dimitte nobis debita nostra, sicut et nos dimittimus debitoribus nostris; et ne nos inducas in tentationem; sed libera nos a malo. Fac ut ardeat cor meum in amando Christum Deum ut sibi complaceam. UNDICESIMA STAZIONE Gesù è inchiodato sulla croce V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi. R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum. Dopo averlo crocifisso... sedutisi, gli facevano la guardia. Al di sopra del suo capo, posero la motivazione scritta della sua condanna: "Questi è Gesù, il Re dei Giudei". Insieme a lui furono crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra. E quelli che passavano di là lo insultavano scuotendo il capo e dicendo: "... Se tu sei Figlio di Dio, scendi dalla croce!". Anche i sommi sacerdoti, con gli scribi e gli anziani lo schernivano: "Ha salvato gli altri, non può salvare se stesso. È il re d'Israele, scenda ora dalla croce e gli crederemo" (Mt 27, 35-42). MEDITAZIONE Come una vite rigogliosa che la bufera ha spogliato dei suoi verdi pampini, così Tu, appeso al legno della croce, sei divenuto spettacolo al cielo e alla terra. Il tuo corpo esteso in dimensione cosmica è tutto dono e tutto accoglienza. E l'antico nemico è ancora lì, puntualmente, per tentare l'ultimo disperato attacco. "Scendi... ! Salva te stesso!". Signore Gesù, se Tu fossi sceso dalla croce noi tutti saremmo perduti; se Tu avessi mostrato la tua divina potenza, non sarebbe sgorgato sul mondo il fiume di grazia che rigenera i credenti a vita nuova. Benedetto quel legno per mezzo del quale Tu stesso ti sei inchiodato al volere del Padre a salvezza di tutti noi! Per tutte le nostre viltà e disobbedienze, Signore, abbi di noi pietà! Tutti: Pater noster, qui es in cælis: Sanctificetur nomen tuum; adveniat regnum tuum; fiat voluntas tua, sicut in cælo, et in terra. Panem nostrum cotidianum da nobis hodie; et dimitte nobis debita nostra, sicut et nos dimittimus debitoribus nostris; et ne nos inducas in tentationem; sed libera nos a malo. Sancta Mater, istud agas, Crucifixi fige plagas, cordi meo valide. DODICESIMA STAZIONE Gesù muore sulla croce V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi. R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum. Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre Maria di Cleofa e Maria di Magdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: "Donna, ecco il tuo figlio!". Poi disse al discepolo: "Ecco la tua madre!" (Gv 19, 25-27). Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio si fece buio su tutta la terra. Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: "Elì, Elì, lemà sabactàni?", che significa: "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?"... E Gesù, emesso un alto grido, spirò (Mt 27, 45-46. 50). MEDITAZIONE Il potere delle tenebre sembra prevalere: Tu, Uomo-Dio, tragicamente solo, sospeso tra la terra e il cielo, sei l'arbitro della storia. Questa è l'ora "zero". Il tuo grido di morente lacera lo spessore grigio del tempo e dischiude per noi le soglie radiose dell'eterno regno dei viventi. Il gemito del tuo morire affidandoti alle mani del Padre, diventa grido di gioia nel cuore della Madre Chiesa per la nascita dell'uomo nuovo. Grande è questo mistero! E Maria, tua-nostra madre, in consapevole silenzio, presso la tua croce, sta. Agnello di Dio che lavi i peccati del mondo, abbi di noi pietà! Tutti: Pater noster, qui es in cælis: Sanctificetur nomen tuum; adveniat regnum tuum; fiat voluntas tua, sicut in cælo, et in terra. Panem nostrum cotidianum da nobis hodie; et dimitte nobis debita nostra, sicut et nos dimittimus debitoribus nostris; et ne nos inducas in tentationem; sed libera nos a malo. Vidit suum dulcem Natum moriendo desolatum dum emisit spiritum. TREDICESIMA STAZIONE Gesù è deposto dalla croce V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi. R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum. C'erano là anche molte donne che stavano ad osservare da lontano; esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo... Venuta la sera, giunse un uomo ricco di Arimatea, chiamato Giuseppe, il quale era diventato anche lui discepolo di Gesù. Egli andò da Pilato e gli chiese il corpo di Gesù. Allora Pilato ordinò che gli fosse consegnato (Mt 27, 55. 57-58). MEDITAZIONE Sotto la croce, pronta a raccoglierti come il grappolo maturo staccato dalla vite, sta la tua Madre: calice traboccante di amore e di dolore. Ma anche altre donne - le più fedeli - rimangono a guardarti, il cuore in piena per l'empatia con la tua morte e il tacito dolore di Maria. Ti sono presenti, in esse, tutte le madri, tutte le figlie, le spose, le sorelle, tutte le donne, ministre di carità e di consolazione. Di loro Tu hai sempre bisogno nella persona di chi soffre, di chi muore. Suscita ancora, Signore Gesù, donne della stirpe di Maria, icone viventi della tua tenera pietà, perché, dalla culla alla tomba e anche oltre, ogni umana creatura possa sentirsi amata e custodita, nel tuo santo Nome, in seno alla santa madre Chiesa. O Cristo, calice di salvezza, abbi di noi pietà! Tutti: Pater noster, qui es in cælis: Sanctificetur nomen tuum; adveniat regnum tuum; fiat voluntas tua, sicut in cælo, et in terra. Panem nostrum cotidianum da nobis hodie; et dimitte nobis debita nostra, sicut et nos dimittimus debitoribus nostris; et ne nos inducas in tentationem; sed libera nos a malo. Fac me tecum pie flere, Crucifixo condolere, donec ego vixero. QUATTORDICESIMA STAZIONE Gesù è sepolto V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi. R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum. Giuseppe, preso il corpo di Gesù, lo avvolse in un candido lenzuolo e lo depose nella sua tomba nuova, che si era fatta scavare nella roccia; rotolata poi una gran pietra sulla porta del sepolcro, se ne andò. Erano lì, davanti al sepolcro, Maria di Magdala e l'altra Maria (Mt 27, 59-61). MEDITAZIONE Sul monte Calvario è sceso, con la sera, un grande silenzio. Il dolore non ha più lacrime, non ha più parole mentre, avvolto nel bianco lenzuolo, il corpo del più bello tra i figli dell'uomo viene deposto nella roccia scavata a sepolcro. Giuseppe di Arimatea, discepolo buono, compie per il suo dolce Maestro gli ultimi gesti dell'umana pietà e della religiosa devozione. Ora il re dorme, vigilato da guardie, ma non è sepolta con Lui l'intrepida speranza. Sì, perché dopo il suo intimo tormento egli vedrà la luce, dopo essersi offerto in espiazione, gli darà una lunga discendenza (cf Is 53, 10-11). Nel cuore della notte il seme si prepara a germinare; già l'aria si va profumando di n uova primavera: ne hanno un presagio, indugiando là, nel giardino, l'ardente Maria di Magdala e l'altra Maria... Gesù, nostra Vita e nostra Risurrezione, noi crediamo in Te! Tutti: Pater noster, qui es in cælis: Sanctificetur nomen tuum; adveniat regnum tuum; fiat voluntas tua, sicut in cælo, et in terra. Panem nostrum cotidianum da nobis hodie; et dimitte nobis debita nostra, sicut et nos dimittimus debitoribus nostris; et ne nos inducas in tentationem; sed libera nos a malo. Quando corpus morietur fac ut animae donetur paradisi gloria. Amen. Il Santo Padre rivolge la sua parola ai presenti. Al termine del discorso il Santo Padre imparte la Benedizione Apostolica: V. Dominus vobiscum. R. Et cum spiritu tuo. V. Sit nomen Domini benedictum. R. Ex hoc nunc et usque in sæculum. V. Adiutorium nostrum in nomine Domini. R. Qui fecit caelum et terram. V. Benedicat vos omnipotens Deus: Pater et Filius et Spiritus Sanctus. R. Amen. |