UFFICIO DELLE CELEBRAZIONI LITURGICHE DEL SOMMO PONTEFICE VIA CRUCIS VENERDÌ SANTO 1991 PREGHIERA INIZIALE Il Santo Padre: Nel nome del Padre, e del Figlio, e dello Spirito Santo. R. Amen Fratelli e sorelle, nella narrazione evangelica della Passione, uomini e donne del tempo di Gesù partecipano con grave responsabilità alla condanna e alla morte dell'Innocente, o con amorosa compassione al dolore e alla sofferenza del Giusto. Il loro comportamento ispira la nostra meditazione orante mentre ripercorriamo con il Cristo il cammino della Croce, che conduce alla sua morte dolorosa e gloriosa. Il loro comportamento ci interpella oggi di fronte alla passione del Figlio dell'uomo, che continua nel dolore dell'umanità e di tutta la creazione. La Croce gloriosa di Cristo illumini di speranza il cammino verso la salvezza. Breve pausa di silenzio. Preghiamo. Dirigi, Padre, con la luce della tua grazia i nostri passi sulla via della Croce, perché, camminando sulle orme di Cristo, giungiamo alla tua dimora di gloria, dove Egli ha preparato un posto per noi. A te, Padre, per Cristo, nello Spirito, ogni onore e gloria nei secoli eterni. R. Amen. PRIMA STAZIONE Gesù nell'orto degli ulivi V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi. R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum. Giunsero a un podere chiamato Getsemani. Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e disse loro: « La mia anima è triste fino alla morte. Restate qui e vegliate ». Andato un po' innanzi si gettò a terra e pregava: « Abbà, Padre! Tutto è possibile a te, allontana da me questo calice! Però non ciò che io voglio, ma ciò che vuoi tu » (Mc 14, 32-36). MEDITAZIONE Gesù è là, solo, nel giardino che odora di ulivo. Si è gettato a terra e ha allargato le braccia per unire i due estremi, distanti un abisso, della disperazione e della speranza. Getsemani, ora della paura e dell'angoscia, della tristezza e del sudore di sangue, degli amici che si addormentano e non comprendono. Getsemani, ora della tentazione suprema: riprendersi subito la gloria divina di Figlio e abbandonare la causa dell'uomo. Getsemani, ora della preghiera intensa e del dialogo filiale, dell'accettazione, nell'amore, del calice amaro. Per l'agonia del Getsemani si riapre - testimoni gli ulivi - la porta dell'antico giardino e trabocca di speranza il calice della passione dell'uomo. ORAZIONE O Amico degli uomini, che nel giardino degli ulivi sei la speranza oltre ogni speranza: a te la nostra riconoscenza e la nostra supplica. R. Kyrie, eleison. O Amico degli uomini, il tuo abbandono alla volontà del Padre incoraggia le nostre scelte evangeliche tra le difficoltà della vita. R. Kyrie, eleison. O Amico degli uomini, rendici forti nel cammino di fede, intrepidi nel donare la vita per amore della Vita. R. Kyrie, eleison. Gloria e lode a te, o Cristo, fedele nella prova, sorgente di speranza e di riconciliazione per ogni vivente. R. Amen Tutti: Pater noster, qui es in cælis: Sanctificetur nomen tuum; adveniat regnum tuum; fiat voluntas tua, sicut in cælo, et in terra. Panem nostrum cotidianum da nobis hodie; et dimitte nobis debita nostra, sicut et nos dimittimus debitoribus nostris; et ne nos inducas in tentationem; sed libera nos a malo. Stabat Mater dolorosa iuxta crucem lacrimosa, dum pendebat Filius. SECONDA STAZIONE Gesù, tradito da Giuda, è arrestato V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi. R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum. Arrivò Giuda e con lui una folla con spade e bastoni mandata dai sommi sacerdoti, dagli scribi e dagli anziani. Gli si accosté dicendo: « Rabbì » e lo baciò. Essi gli misero addosso le mani e lo arrestarono (Mc 14, 13. 45-46). MEDITAZIONE Era notte quando Giuda abbandonò la stanza alta della Cena e s'immerse nel buio del tradimento. La violenza di spade e bastoni e il bacio dell'inganno avvolgono il Figlio dell'uomo, il Maestro dell'amore più grande e della verità che conduce alla vita. Egli si consegna per adempiere le Scritture; si consegna per prolungare il dono della Cena. Nel cuore del tradimento si rivela il paradosso di Dio, il disegno supremo del suo amore. Come sta scritto: « Forte come la morte è l'amore, tenace come gli inferi è la passione » (Ct 8, 6). E quando il nemico e la violenza sembrano prevalere, la vita donata per amore diventa seme di salvezza e di rinnovata speranza. ORAZIONE Tu sei, Gesù, maestro di vita anche di fronte al tradimento e al sopruso; maestro di compassione, sicuro della fedeltà del Padre, malgrado l'inganno e l'odio umano. Il getsemani del mondo si illumina della tua fortezza e nuovo vigore riprende il cuore pavido e vacillante. Sostienici con il tuo Spirito: smaschera il mistero di Giuda che portiamo nella nostra carne e perpetuiamo nella nostra storia; donaci la certezza che solo amore e gratuità liberano e salvano. Tu, Signore Gesù, vivi e regni nei secoli eterni. R. Amen Tutti: Pater noster, qui es in cælis: Sanctificetur nomen tuum; adveniat regnum tuum; fiat voluntas tua, sicut in cælo, et in terra. Panem nostrum cotidianum da nobis hodie; et dimitte nobis debita nostra, sicut et nos dimittimus debitoribus nostris; et ne nos inducas in tentationem; sed libera nos a malo. Cuius animam gementem contristatam et dolentem pertransivit gladius. TERZA STAZIONE Gesù è condannato dal sinedrio V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi. R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum. I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una testimonianza contro Gesù per metterlo a morte, ma non la trovavano. Il sommo sacerdote interrogò Gesù dicendo: « Sei tu il Cristo, il Figlio di Dio benedetto? ». Gesù rispose: « Io lo sono! ». Tutti sentenziarono che era reo di morte (Mc 14, 55.60-61. 62.64). MEDITAZIONE Nel sinedrio - casa del diritto, del sacerdozio, della saggezza - Gesù è giudicato reo di morte: offeso il Santo di Dio, condannato il Giusto. Gesù, un innocente condannato: lungo i secoli si riconoscono in lui, interminabile teoria, le vittime tutte dei tribunali vili e corrotti. Gesù, un innocente condannato: il suo silenzio mite e libero - « maltrattato non aprì la sua bocca » (Is 53, 7) - è voce che denuncia ancora le sentenze ingiuste, il calcolo che soffoca la verità, l'arbitrio che prevale sull'equità. Gesù, un innocente condannato: in lui e per lui, nell'abisso dell'ingiustizia, risplende la superna giustizia: fare di ogni uomo un figlio del « Dio benedetto »; e si disvela la vera bestemmia: profanare la dignità dell'uomo e attentare alla sua libertà. ORAZIONE Gesù, per la parola violenta che ti ha colpito, rendi mite e paziente la nostra parola. R. Kyrie, eleison. Gesù, per il grido blasfemo che ti rifiuta, rendi la nostra parola strumento di comunione e di concordia. R. Kyrie, eleison. Gesù, per la sentenza iniqua che ti condanna a morte, donaci di udire, nel giorno della tua gloria, una sentenza di grazia e di perdono. R. Kyrie, eleison. Gloria e lode a te, o Cristo, venuto non per giudicare ma per salvare: in te la nostra speranza di vita e di pace. R. Amen. Tutti: Pater noster, qui es in cælis: Sanctificetur nomen tuum; adveniat regnum tuum; fiat voluntas tua, sicut in cælo, et in terra. Panem nostrum cotidianum da nobis hodie; et dimitte nobis debita nostra, sicut et nos dimittimus debitoribus nostris; et ne nos inducas in tentationem; sed libera nos a malo. O quam tristis et afflicta fuit illa benedicta Mater Unigeniti! QUARTA STAZIONE Gesù è rinnegato da Pietro V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi. R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum. Per la seconda volta un gallo cantò. Allora Pietro si ricordò di quella parola che Gesù gli aveva detto: « Prima che il gallo canti due volte, mi rinnegherai per tre volte ». E scoppiò in pianto (Mc 14, 72). MEDITAZIONE Rinnegato dal discepolo ardente, rigettato dalla prima pietra che aveva scelto per edificare la sua Chiesa, Gesù appare sempre più solo nel gorgo della violenza e della morte. Mentre la Verità è proclamata, nonostante le trame del sinedrio, si prolunga ad opera dell'apostolo il rinnegamento dei concittadini, il rifiuto dei parenti, l'abbandono dei discepoli. Pietro, tu ricordi alle generazioni la fragilità e la responsabilità delle creature e delle istituzioni di fronte alla violenza e al potere dispotico. Ricordi ancora, con il tuo pianto segreto, che Gesù il Nazareno è più grande di ogni rinnegamento; il suo sguardo è motivo di speranza per il cuore che, pentito, non si chiude nello scoraggiamento e nella disperazione. ORAZIONE Grazie, Gesù, per lo sguardo che hai rivolto a Pietro nell'ora oscura del rinnegamento. Alla luce dell'alba, per il tuo sguardo, il volto del pescatore si inonda di pianto: hai riannodato nel silenzio il filo spezzato dalla parola spergiura; hai ridato vigore alla roccia divenuta fragile; hai riacceso la fiamma spenta del discepolo ardente. Guarda anche noi, Gesù, nell'ora della paura e della fragilità, perché il pianto del pentimento, quale battesimo nuovo, renda nuova la nostra professione di fede, nuovo il nostro impegno di amore. Tu, Signore Gesù, vivi e regni nei secoli eterni. R. Amen. Tutti: Pater noster, qui es in cælis: Sanctificetur nomen tuum; adveniat regnum tuum; fiat voluntas tua, sicut in cælo, et in terra. Panem nostrum cotidianum da nobis hodie; et dimitte nobis debita nostra, sicut et nos dimittimus debitoribus nostris; et ne nos inducas in tentationem; sed libera nos a malo. Quae maerebat et dolebat, pia Mater, dum videbat Nati poenas incliti. QUINTA STAZIONE Gesù è giudicato da Pilato V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi. R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum. La folla gridò più forte: « Crocifiggilo! ». E Pilato, volendo dar soddisfazione alla moltitudine, rilasciò loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegno perché fosse crocifisso (Mc 15, 14-15). MEDITAZIONE Gesù è innocente. Pilato l'ha compreso. Sa che i sommi sacerdoti lo hanno consegnato per invidia. Ma non sa spiegarsi in che modo sia re quell'uomo povero e mite che gli sta davanti. È pieno di stupore. Vorrebbe liberare Gesù. Ma incalza il grido della folla sobillata: « Crocifiggilo! ». Urlo di tutti i tempi, in cui ognuno riconosce la propria voce. Invidia dei sacerdoti, ostilità del popolo manipolato, viltà di un politico che non assume la sua responsabilità: così Gesù viene consegnato alla morte e Barabba, l'omicida, è liberato. Barabba: la condanna di Gesù vale la sua libertà. Egli è già frutto della passione di Cristo. Barabba libero! Si dilata la passione del « Figlio dell'uomo », perché ogni uomo diventi « figlio di Dio » e, camminando nella speranza, giunga a più alta libertà. ORAZIONE Signore Gesù, che, venuto per salvare e non per condannare, accetti con amore il giudizio di condanna: a te la nostra riconoscenza e la nostra supplica. R. Kyrie, eleison. Signore Gesù, la tua mitezza e umiltà di fronte alla condanna di morte, conforta il cuore nella persecuzione sopportata per il tuo nome. R. Kyrie, eleison. Signore Gesù, liberaci dall'infierire contro il figlio dell'uomo; dal lavarci le mani nella viltà e nell'ipocrisia di fronte all'innocente e all'indifeso. R. Kyrie, eleison. Gloria e lode a te, o Cristo, giusto tra gli ingiusti, presenza che riconcilia e conduce a libertà. R. Amen. Tutti: Pater noster, qui es in cælis: Sanctificetur nomen tuum; adveniat regnum tuum; fiat voluntas tua, sicut in cælo, et in terra. Panem nostrum cotidianum da nobis hodie; et dimitte nobis debita nostra, sicut et nos dimittimus debitoribus nostris; et ne nos inducas in tentationem; sed libera nos a malo. Quis est homo qui non fleret, Matrem Christi si videret in tanto supplicio? SESTA STAZIONE Gesù è flagellato e coronato di spine V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi. R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum. I soldati, dopo aver intrecciato una corona di spine, la misero sul capo di Gesù. Cominciarono poi a salutarlo: « Salve, re dei Giudei! ». E gli percuotevano il capo con una canna, gli sputavano addosso (Mc 15, 17-19). MEDITAZIONE Incoronato del dolore dell'umanità, sferzato dal peccato del mondo, Gesù, silenziosamente, accetta il dileggio e lo scherno. Nell'incomprensione più assoluta, egli è re di verità, quella verità che annulla l'illusione di un Messia potente e vendicatore e lo rivela servo della vita, come sta scritto: « Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire ... egli si è caricato delle nostre sofferenze, e si è addossato i nostri dolori » (Is 53, 3-4). Re perché serve, re perché assume il limite della condizione umana e le infonde un significato di speranza e di salvezza. In lui, ciò che il mondo ritiene stolto, debole, ignobile, non può essere ormai più disprezzato: è sapienza e potenza di Dio. ORAZIONE Salve, Re pacifico, salve, servitore della vita. La tua passione converta, finalmente, i nostri cuori: doni la forza di spezzare la catena di complicità che tutti rende responsabili del ritardo del Regno. Illuminati dalla Verità che risplende e libera, ti chiediamo di riconoscere in ogni uomo il tuo volto in ogni povero e perseguitato la tua presenza, in ogni operatore di giustizia e di pace il fratello chiamato ad essere figlio di Dio. Tu, Signore Gesù, vivi e regni nei secoli eterni. R. Amen. Tutti: Pater noster, qui es in cælis: Sanctificetur nomen tuum; adveniat regnum tuum; fiat voluntas tua, sicut in cælo, et in terra. Panem nostrum cotidianum da nobis hodie; et dimitte nobis debita nostra, sicut et nos dimittimus debitoribus nostris; et ne nos inducas in tentationem; sed libera nos a malo. Quis non posset contristari, Christi Matrem contemplari, dolentem cum Filio? SETTIMA STAZIONE Gesù è caricato della croce V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi. R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum. Dopo averlo schernito lo spogliarono della porpora e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo (Mc 15, 20). MEDITAZIONE I soldati si sono presi burla di lui. Ma ora basta con il gioco. È stato condannato a morte: si esegua la sentenza. Gli ridanno le vesti, lo caricano della croce. Ora Gesù è veramente il maestro che precede i suoi discepoli, il sacerdote che sale l'altare del sacrificio, l'agnello che porta su di sé il peccato del mondo. Con la croce sulle spalle Gesù va « fuori »: come proscritto che esce dalle mura della città, come capro espiatorio allontanato dall'accampamento, come il figlio della parabola cacciato fuori dalla vigna e ucciso. Con la croce, fuori. Allora, dietro Gesù, comincia il grande ritorno dell'uomo nella casa del Padre. Con la croce, fuori. Camminando verso il Golgota, Gesù indica all'uomo smarrito la via della salvezza. Con la croce, fuori. Gesù è là, in attesa dell'ultimo uomo, per portare con lui il peso della vita. ORAZIONE Gesù, maestro di verità, carico della croce ascendi il monte della rivelazione superna: disvela a tutti i popoli il mistero della salvezza. R. Kyrie, eleison. Gesù, sacerdote santo, carico della croce ascendi il colle del sacrificio: unisci alla tua oblazione il travaglio di tutte le nazioni. R. Kyrie, eleison. Gesù, buon pastore, carico della croce ascendi la santa montagna: raduna tutte le genti presso l'albero della vita. R. Kyrie, eleison. Gloria e lode a te, o Cristo: la tua croce indica il cammino della vita, segna il traguardo della speranza. R. Amen. Tutti: Pater noster, qui es in cælis: Sanctificetur nomen tuum; adveniat regnum tuum; fiat voluntas tua, sicut in cælo, et in terra. Panem nostrum cotidianum da nobis hodie; et dimitte nobis debita nostra, sicut et nos dimittimus debitoribus nostris; et ne nos inducas in tentationem; sed libera nos a malo. Pro peccatis suae gentis, vidit Iesum in tormentis, et flagellis subditum. OTTAVA STAZIONE Gesù è aiutato dal Cireneo a portare la croce V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi. R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum. Costrinsero un tale che passava, un certo Simone di Cirene che veniva dalla campagna, a portare la croce (Mc 15, 21). MEDITAZIONE Primo di una moltitudine di futuri discepoli, il Cireneo, uomo straniero, è costretto a portare la croce di Gesù fino al Golgota. Silenziosamente entra nel dramma della passione e diventano vere per lui le parole del Maestro: « Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua » (Mc 8, 34). Croce imposta dalla violenza; croce inflitta dagli avvenimenti; croce improvvisa che coglie, improvvisamente, quasi sempre, il cireneo. Non c'è sicurezza alcuna nel seguire Gesù. Non si sa quando termina la strada che sale, via crucis di molteplici incognite. Unica è la speranza. Nell'itinerario doloroso, i cirenei della vita non sono soli: il Figlio dell'uomo su cui si chinano o per cui si chinano, li accompagna verso la redenzione. ORAZIONE Gesù, sulle spalle del Cireneo, la tua croce; e sulle tue spalle, ormai libere, le croci di tutti gli uomini, di ieri, di oggi, di sempre. Signore, ti preghiamo: tu in noi e noi in te; nella tua croce le nostre croci, perché uno sia il peso dell'umana fatica, uno l'amore che lo sostiene; uno il cammino del dolore che, nella fede e nella speranza, diviene, per tua grazia, sentiero di comunione e di pace. Tu, Signore Gesù, vivi e regni nei secoli eterni. R. Amen. Tutti: Pater noster, qui es in cælis: Sanctificetur nomen tuum; adveniat regnum tuum; fiat voluntas tua, sicut in cælo, et in terra. Panem nostrum cotidianum da nobis hodie; et dimitte nobis debita nostra, sicut et nos dimittimus debitoribus nostris; et ne nos inducas in tentationem; sed libera nos a malo. Tui Nati vulnerati, tam dignati pro me pati, poenas mecum divide. NONA STAZIONE Gesù incontra le donne di Gerusalemme V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi. R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum. Lo seguivano una gran folla di popolo e di donne che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù disse: « Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli » (Lc 23, 27-28). MEDITAZIONE Sulla via del Calvario le figlie di Gerusalemme piangono la sorte di Gesù: sono consapevoli dell'ingiustizia che si sta compiendo contro il Figlio di Maria. Si battono il petto e fanno lamento. Sono sconvolte le loro viscere di madri: i loro figli hanno condannato il « Figlio dell'uomo ». Lo sguardo di Gesù incrocia lo sguardo delle donne in pianto. Ad esse egli svela il senso della sua morte: non devono piangere su di lui, la sua morte sarà sorgente di vita. Devono piangere su loro stesse e sui loro figli. Devono piangere, come egli stesso ha pianto, su Gerusalemme, la città amata, che non ha conosciuto la « via della pace ». Gesù, figlio della Vergine, è il legno verde che brucia di amore perché il legno secco - i figli delle donne di Gerusalemme - rifiorisca ammorbidito dalle lacrime del pentimento. ORAZIONE O Compassionevole, che porti su di te il peccato del mondo e hai compassione delle creature: a te la nostra riconoscenza e la nostra supplica. R. Kyrie, eleison. O Compassionevole, la tua passione illumina il mistero della vita e svela agli occhi e al cuore la passione dell'umanità. R. Kyrie, eleison. O Compassionevole, continua a far risuonare alla nostra coscienza l'ammonimento rivolto alle donne sulla via dolorosa perché costruiamo con te la via della pace. R. Kyrie, eleison. Gloria e lode a Te, o Cristo, immagine misericordiosa del Padre, che porti la vita in abbondanza. R. Amen. Tutti: Pater noster, qui es in cælis: Sanctificetur nomen tuum; adveniat regnum tuum; fiat voluntas tua, sicut in cælo, et in terra. Panem nostrum cotidianum da nobis hodie; et dimitte nobis debita nostra, sicut et nos dimittimus debitoribus nostris; et ne nos inducas in tentationem; sed libera nos a malo. Eia Mater, fons amoris, me sentire vim doloris fac, ut tecum lugeam. DECIMA STAZIONE Gesù è crocifisso V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi. R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum. Lo crocifissero e si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse quello che ciascuno dovesse prendere (Mc 15, 24). MEDITAZIONE L'ora annunciata e attesa è giunta. L'ora anticipata per amore a Cana rivela pienamente il disegno del Padre. Gesù crocifisso, innalzato tra cielo e terra, è follia per la ragione umana, scandalo per la fede antica: la croce è crudezza ed orrore, efferatezza e ignominia, luogo in cui, atrocemente, muore il Figlio di Dio incarnato. Nessuno osi violare o velare l'atrocità del dolore. Luogo in cui si rivela l'amore e sgorga la vita in abbondanza, icona della misericordia senza confine, oltre ogni attesa umana. O croce di Cristo, che splendi tragica e pur luminosa nella notte della passione dell'uomo: alla tua luce s'illumina ogni cammino oscuro del dolore. O croce di Cristo, che t'innalzi sul luogo del cranio e fecondi le ossa aride dell'umanità decaduta, tu mostri il più bello tra i figli dell'uomo che, libero dalle logore vesti tirate a sorte, riconduce l'uomo allo splendore della prima origine. O croce di Cristo, unica speranza, àncora sicura nei marosi della vita. ORAZIONE Cristo Gesù, nato dalla Vergine Maria, fratello nostro: sulla croce ti riconosciamo Figlio di Dio, ti proclamiamo autore della riconciliazione fra cielo e terra, ti invochiamo Salvatore e Redentore. Ascolta la preghiera della Chiesa nata dal tuo fianco: rinnova la sua vita, feconda la sua missione perché collabori con te per annunciare al mondo la speranza del Regno che viene. Tu, Signore Gesù, vivi e regni nei secoli eterni. R. Amen. Tutti: Pater noster, qui es in cælis: Sanctificetur nomen tuum; adveniat regnum tuum; fiat voluntas tua, sicut in cælo, et in terra. Panem nostrum cotidianum da nobis hodie; et dimitte nobis debita nostra, sicut et nos dimittimus debitoribus nostris; et ne nos inducas in tentationem; sed libera nos a malo. Fac ut ardeat cor meum in amando Christum Deum, ut sibi complaceam. UNDICESIMA STAZIONE Gesù promette il suo regno al buon ladrone V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi. R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum. Uno dei malfattori appesi alla croce insultava Gesù. Ma l'altro lo rimproverava: « Neanche tu hai timore di Dio? ». E aggiunse: « Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno » (Lc 23, 39-40. 42). MEDITAZIONE Le mani di Gesù e del ladrone sono inchiodate: non possono stringersi in un gesto di amicizia e di pace. Ma lo sguardo è libero: il ladrone scopre nel corpo piagato di Gesù il mistero della sua gloria regale; Gesù scorge nelle fattezze del malfattore l'immagine gloriosa del Padre. E libera è la voce dei due morenti. Il malfattore supplica: « Ricordati di me quando entrerai nel tuo regno »; Gesù risponde: « Oggi sarai con me nel paradiso ». Amico dei pubblicani, Gesù alloggiava talora presso di loro. A Zaccheo, uomo di frode, un giorno aveva detto: « Scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua » (Lc 19, 5). Ma ora, dove andare? Quel ladro crocifisso non ha casa e neppure Gesù ha dove posare il capo, ma sa da dove è venuto e dove ritorna. Perciò dice al compagno di condanna: « Vieni con me, oggi, nella casa del Padre mio ». ORAZIONE Gesù, è giunta l'ora del segno di contraddizione, l'ora in cui si disvelano i pensieri del cuore: del malfattore che ti insulta, del malfattore che si affida a te. Con il buon ladrone ti diciamo: nell'ora dell'angoscia e della tribolazione, delle tenebre e dell'iniquità: R. Gesù, ricordati di noi. Nell'ora delle inutili stragi, dell'odio e della discordia: R. Gesù, ricordati di noi. Nell'ora della menzogna e del disprezzo della vita, nell'ora dell'oppressione e della violenza: R. Gesù, ricordati di noi. Gloria e lode a te, o Cristo: per te l'uomo si riconcilia con Dio, riacquista la sua dignità, si apre alla speranza. R. Amen. Tutti: Pater noster, qui es in cælis: Sanctificetur nomen tuum; adveniat regnum tuum; fiat voluntas tua, sicut in cælo, et in terra. Panem nostrum cotidianum da nobis hodie; et dimitte nobis debita nostra, sicut et nos dimittimus debitoribus nostris; et ne nos inducas in tentationem; sed libera nos a malo. Sancta Mater, istud agas, Crucifixi fige plagas, cordi meo valide. DODICESIMA STAZIONE Gesù in croce, la madre e il discepolo V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi. R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum. In quell'Ora, Gesù vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: « Donna, ecco il tuo figlio! ». Poi disse al discepolo: « Ecco la tua madre ». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa (Gv 19, 26-27). MEDITAZIONE Attorno al Crocifisso si ricompone la comunità dei credenti. Come nell'ora anticipatrice di Cana, nell'ora della croce, quando il Figlio dona lo Spirito dei tempi ultimi, è presente Maria, la Madre, e Giovanni, il testimone nei secoli dell'amore. Dal nuovo albero della vita, dalla sua linfa di dolore e di sangue, nasce il popolo nuovo. Così aveva profetizzato Caifa: « È meglio che muoia un solo uomo per il popolo ». Infatti « Gesù doveva morire per la nazione, e non per la nazione soltanto, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi » (Gv 11, 50-52). E sei tu, Madre, che in Giovanni tutti ci accogli, e tutti nel dolore ci generi, i primi e gli ultimi, tutti. E noi, tuoi figli, rigenerati dal sangue e dall'acqua, come Giovanni ti accogliamo: preziosa eredità nel cammino di fede, presenza silente, invito a sostare presso le infinite croci dell'umanità per recare conforto, speranza di salvezza. ORAZIONE Per sempre, Gesù, sul legno infame e glorioso: perché l'uomo possa sempre mangiare dell'albero della vita e abbeverarsi alla sorgente della salvezza. Per sempre accanto a te la Donna: perché nella fede e nel dolore sia madre di tutti gli uomini, dal tuo sangue e dallo Spirito generati. Per sempre accanto a te il Discepolo: perché la Chiesa ti renda in ogni tempo testimonianza del suo amore forte e fedele. Rinnova in noi, Signore, il mistero della croce, dove tu riveli l'amore infinito del Padre, elargisci il dono dello Spirito, unisci per sempre la Madre ai discepoli. Tu, Signore Gesù, vivi e regni nei secoli eterni. R. Amen. Tutti: Pater noster, qui es in cælis: Sanctificetur nomen tuum; adveniat regnum tuum; fiat voluntas tua, sicut in cælo, et in terra. Panem nostrum cotidianum da nobis hodie; et dimitte nobis debita nostra, sicut et nos dimittimus debitoribus nostris; et ne nos inducas in tentationem; sed libera nos a malo. Vidit suum dulcem Natum moriendo desolatum dum emisit spiritum. TREDICESIMA STAZIONE Gesù muore sulla croce V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi. R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum. Alle tre Gesù gridò con voce forte: « Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? ». Uno corse ad inzuppare di aceto una spugna e gli dava da bere. Ma Gesù, dando un forte grido, spirò (Mc 15, 34. 36-37). MEDITAZIONE Un duplice, forte grido nella morte di Cristo. Il primo: « Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? ». Grido misterioso, segno della sofferenza atroce, voce di speranza contro ogni speranza, canto di vittoria sulle potenze del male. Gesù, il figlio fedele, schiacciato da angoscia mortale, tentato di sfiducia, proclama dalla croce, come già tra gli ulivi, la sua adesione al progetto salvifico del Padre. Il secondo: « Gesù, dando un forte grido, spirò ». Grido possente, invocazione alla vita che gli viene strappata, gemito di ora di parto, vagito immenso della nuova creazione nata dalla morte di Cristo. Gesù, l'amico fedele, pur tradito rinnegato deriso, conferma, come già nell'intimità della Cena, il suo amore per l'uomo, perché « nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici » (Gv 15, 13). ORAZIONE Gesù, nella tua morte hai riconciliato tutte le cose, hai rappacificato gli esseri della terra e quelli del cielo: a te la nostra riconoscenza e la nostra supplica. R. Kyrie, eleison. Gesù, il tuo duplice grido ci conforta di fronte al dolore innocente e al gemito dell'intera creazione. R. Kyrie, eleison. Gesù, per la tua passione e morte perdona il nostro peccato e rinnova con il tuo Spirito la faccia della terra R. Kyrie, eleison. Gloria e lode a te, o Cristo, principio e fine della creazione, che doni gratuitamente acqua dalla fonte della vita. R. Amen. Tutti: Pater noster, qui es in cælis: Sanctificetur nomen tuum; adveniat regnum tuum; fiat voluntas tua, sicut in cælo, et in terra. Panem nostrum cotidianum da nobis hodie; et dimitte nobis debita nostra, sicut et nos dimittimus debitoribus nostris; et ne nos inducas in tentationem; sed libera nos a malo. Fac me tecum pie flere, Crucifixo condolere, donec ego vixero. QUATTORDICESIMA STAZIONE Gesù è deposto nel sepolcro V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi. R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum. Giuseppe d'Arimatea, comprato un lenzuolo, calò il corpo di Gesù giù dalla croce e, avvoltolo nel lenzuolo, lo depose in un sepolcro scavato nella roccia (Mc 15, 46). MEDITAZIONE Sembra tutto finito. Il corpo di Gesù è inghiottito nella roccia intatta e sembra vanificata l'ultima speranza. È silenzio. Il cielo, come all'ora sesta, permane buio, impenetrabile. Riti di morte apprestano le donne per un mattino che appare senz'alba. È silenzio di Dio. Arduo è ricordare: « Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo, se invece muore, produce molto frutto » (Gv 12, 24). Del silenzio di Dio risuona la creazione originaria. Nel silenzio più teso la Parola si è fatta carne. Nel silenzio del sepolcro, l'incontro dell'Amore del Padre con la vita del Figlio matura la nuova creazione. Colma di speranza è ormai la Sposa del Cantico. Come sta scritto: « Di buon mattino andremo alle vigne; vedremo se mette gemme la vite, se sbocciano i fiori, se fioriscono i melograni ... » (Ct 7, 13). ORAZIONE Santa Maria, Vergine del silenzio e di misteriosa pace: addolorata forte fedele, attendi presso il sepolcro, dove tace la Parola e giace il Santo di Dio. Attendi vigile che dal buio scaturisca la Luce, dalla terra germogli la Vita. Attendi l'alba del giorno senza tramonto, l'ora del parto dell'umanità nuova. Attendi di vedere nel Figlio risorto il volto nuovo dell'uomo redento, di udire il nuovo saluto di pace, di cantare il nuovo canto di gloria. Vergine dello Spirito, icona della Chiesa, implora per noi la tua fede nella Parola, la tua speranza nel Regno, il tuo amore per Dio e per l'uomo. A te, gloriosa Madre di Dio, beata per la fede, donna della pietà immensa, la nostra lode perenne e grata. R. Amen. Tutti: Pater noster, qui es in cælis: Sanctificetur nomen tuum; adveniat regnum tuum; fiat voluntas tua, sicut in cælo, et in terra. Panem nostrum cotidianum da nobis hodie; et dimitte nobis debita nostra, sicut et nos dimittimus debitoribus nostris; et ne nos inducas in tentationem; sed libera nos a malo. Quando corpus morietur fac ut animae donetur paradisi gloria. Amen. Il Santo Padre rivolge la sua parola ai presenti. Al termine del discorso il Santo Padre imparte la Benedizione Apostolica: V. Dominus vobiscum. R. Et cum spiritu tuo. V. Sit nomen Domini benedictum. R. Ex hoc nunc et usque in sæculum. V. Adiutorium nostrum in nomine Domini. R. Qui fecit caelum et terram. V. Benedicat vos omnipotens Deus: Pater et Filius et Spiritus Sanctus. R. Amen. |