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Notiziario

Pietro e Paolo: il culto nei primi secoli

Pietro e Paolo. Il Vicario di Cristo e l’Apostolo delle genti. A queste due “colonne portanti” è dedicata la mostra “Pietro e Pao-lo. La storia, il culto, la memoria nei primi secoli”. L’esposizione, cu-rata dall’«Associazione Meeting per l’Amicizia fra i popoli» di Ri-mini, in collaborazione con Mo-numenti, Musei e Gallerie Ponti-ficie della Città del Vaticano, sarà presentata il 30 giugno e rimarrà sino al 10 dicembre negli appena restaurati locali sotterranei del Pa-lazzo della Cancelleria in Roma. Comprende centocinquanta eccezionali reperti, provenienti dalle collezioni dei Musei Vaticani e da altre istituzioni italiane e straniere. “Pietro e Paolo – ha commentato Mons. Crescenzio Sepe, Segretario del Comitato Centrale del Giubileo durante la presentazione alla stampa – sono il cuore del significato e della giustificazione del pellegrinaggio romano, elemento chiave di tutto il Giubileo”. Mons. Sepe ha poi ricordato come Roma “sia la città che a Pietro e a Paolo deve praticamente tutto”. “Senza il messaggio dei due apostoli - ha concluso - la sua storia si sarebbe fermata alla fine dell’impero romano”.

Un film sul Vangelo di Luca

Una maniera nuova per an-nunciare la figura di Cristo nell’anno del Giubileo, è rappresentata dall’opera cinematografica “Gesù”. Il film, dalla durata di 97 minuti, è stato realizzato negli Stati Uniti nel 1979 dopo 5 anni di ricerca e lavorazione, non era mai giunto in Italia e sarà utilizzata come strumento per diffondere il messaggio evangelico nell’Anno Santo. “Gesù” ha come protagonista Brian Deacon, la regia di Peter Sykes e John Krish e narra, in ma-niera molto semplice, il Vangelo secondo gli scritti di San Luca. L’intento dell’opera è quello di presentare la figura di Gesù, il Figlio di Dio, Uomo di preghiera, Uomo di misericordia, Uomo di Amore.

Nella semplicità del racconto vi è lo scopo dei promotori: fare giungere a quante più persone possibile il messaggio salvifico di Cristo attuale ieri come oggi. La presentazione del film è avvenuta presso la Sala Marconi della Radio Vaticana. Mons. Crescenzio Sepe, Segretario del Comitato Centrale del Grande Giubileo, ha accolto favorevolmente l’iniziativa che è stata realizzata e promossa in Italia da Mario Cappella, Presidente della Millennium Film International Foundation - Istituto Internazionale Cattolico per l’Evangelizzazione, e da Salvatore Martinez, Coordinatore Nazionale del Rinnovamento nello Spirito. La pellicola sarà distribuita gratuitamente in un milione e 500mila copie nel corso dell’Anno Santo.

I vincitori del concorso sul Giubileo

Sono stati premiati mercoledì 31 maggio i nove vincitori del concorso nazionale per le scuole sul grande Giubileo del 2000, promosso dal Comitato centrale ed organizzato, per l’Italia, dal Comitato nazionale. I giovani han-no partecipato in mattinata all’udienza del Santo Padre. Successi-vamente hanno pranzato insieme presso la sede della Cei con Mons. Ennio Antonelli e i direttori degli Uffici organizzatori. Quindi è stata data lettura dei lavori premiati e dei giudizi espressi dalle commissioni esaminatrici. I nove premiati sono: per la sezione scuola elementare Andrea Iercher (Roma), Alissa Peron (Garbagnate Milanese) e Maddalena Loviglia (Altamura). Per la sezione scuola media inferiore Fabrizio Maria Fassini (Milano), Enrica Martelli (Cabras) e Maha Norouzi Poursangary (Firenze). Per la sezione scuola media superiore Antonio Salzano (S. Maria Capua Vetere, vincitore an-che dell’edizione mondiale del concorso), Maria Chiara Serranò (Reg-gio Calabria) e Guido De Sanctis (Taranto).

La Croce del Terzo Millennio innalzata in Cile

La Croce del Terzo Millennio innalzata nella città di Coquimbo, arcidiocesi di La Se-rena, in Cile, è un imponente simbolo del Grande Giubileo e del suo tendere verso una nuova epoca di evangelizzazione che il Santo Padre ha impresso fin dall’inizio all’Anno Santo. La Croce del Terzo Millennio, o Croce dell’America come è comunemente chiamata, è una grandiosa costruzione di 90 metri di altezza, piantata nella parte più elevata della città, ed è diventata un simbolo per tutta la zona dalla quale è visibile. L’iniziativa è partita dal sindaco della città di Coquimbo, don Pedro Velàsquez. Il basamento del monumento è un imponente tripode sul quale si ergono tre elementi verticali, dei quali due si aprono formando le braccia della Croce.

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