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COMUNICATO STAMPA DELL'OSPEDALE PEDIATRICO BAMBINO GESU'

L’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e IBM
collaborano per accelerare la ricerca e la cura in campo pediatrico

Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e IBM mettono a fattor comune conoscenze mediche di livello mondiale e tecnologie all'avanguardia per accelerare la diagnosi e il trattamento dei pazienti pediatrici affetti da patologie gravi (tumori cerebrali e malattie rare). L’obiettivo finale è sviluppare un database in grado di integrare informazioni genomiche, cliniche, di laboratorio e di imaging anonimizzate con l’Intelligenza Artificiale

Roma, 27 febbraio 2020 - L'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù (OPBG), il più grande ospedale e centro di ricerca pediatrica d'Europa, e IBM (NYSE: IBM) hanno annunciato oggi una collaborazione strategica multifase volta a migliorare la ricerca pediatrica e a tradurla più velocemente in cure.

Utilizzando medicina di precisione e terapie innovative, l'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù si prende cura di bambini e adolescenti di tutto il mondo. La missione dell'Ospedale è quella di agire da clinica e centro di ricerca di terzo livello altamente specializzato e fornire assistenza pro bono ai bambini, ovunque essi provengano. L’Ospedale opera non solo in Italia, ma anche in molti Paesi in via di sviluppo, tra cui Repubblica Centrafricana, Tanzania ed Etiopia.

L'assistenza pediatrica all'avanguardia sta producendo una quantità e una complessità di dati sempre maggiori, tra cui immagini avanzate, -omics, monitoraggio in tempo reale e “real world evidence”. Intelligenza Artificiale (IA) e Cloud possono supportare la raccolta e l'analisi di tali dati. Queste tecnologie innovative sono in grado di fornire informazioni utili ai medici, consentendo la realizzazione di protocolli di ricerca per migliorare la diagnosi, la prognosi e la sviluppo di nuove terapie.

«Per l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù le frontiere della medicina necessariamente passano attraverso lo sviluppo della ricerca e della tecnologia scientifica» ha affermato Mariella Enoc, Presidente dell'Ospedale. «Non esiste cura senza ricerca e non c'è futuro senza ricerca. Per questo motivo, l'integrazione delle competenze tra due aziende leader dell'innovazione nella ricerca pediatrica e nell’information technology rappresenta un grande valore aggiunto per raggiungere gli obiettivi di questa collaborazione e superare le sfide poste quotidianamente dalla scienza medica, a beneficio dei pazienti e delle loro famiglie».

«Poche sfide potrebbero essere più importanti per la società, se non quella di mettere l'intelligenza artificiale al lavoro secondo modalità che potrebbero portare benefici ai bambini più bisognosi di aiuto» ha detto John E. Kelly III, Vice Presidente di IBM. «IBM è onorata di poter collaborare con l’Ospedale Bambino Gesù e di contribuire ad accelerare il processo per lo sviluppo di trattamenti potenzialmente rivoluzionari per le malattie infantili rare».

La collaborazione tra Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e IBM si concentrerà sui tumori cerebrali pediatrici (TCP), con l'obiettivo di sviluppare algoritmi per accelerare la diagnosi e il trattamento dei pazienti affetti da medulloblastoma. Il medulloblastoma è il problema più comune che i medici che si occupano di TCP si trovano ad affrontare, rappresentando il 15-20% di tutti i tumori cerebrali pediatrici. L'identificazione precoce del sottogruppo di cui è affetto il singolo individuo può influenzare significativamente la scelta del percorso terapeutico più appropriato, contribuendo in ultima analisi a migliorare i risultati.

L’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e IBM collaboreranno anche nell’ambito delle malattie rare (RD). Anche se rare singolarmente, queste malattie colpiscono collettivamente il 6-8% della popolazione totale dell'Unione Europea, e più di due terzi di questi disturbi colpiscono i bambini. IBM supporterà l’Ospedale nella realizzazione di un database di dati anonimizzati - incluse informazioni genomiche, cliniche, di laboratorio e di imaging - e svilupperà algoritmi che utilizzano l’Intelligenza Artificiale per migliorare la resa diagnostica, accelerare la diagnosi nei pazienti affetti da malattie rare e per identificare nuovi geni della malattia e caratterizzare disturbi non ancora riconosciuti in precedenza.

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