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ARAMBURU Card. Juan Carlos

ARAMBURU Card. Juan Carlos

Il Card. Juan Carlos Aramburu, Arcivescovo emerito di Buenos Aires (Argentina), è nato nella cittadina di Reducción, in Diocesi di Villa de la Concepción de Río Cuarto e provincia di Córdoba (Argentina) l'11 febbraio del 1912.

Iniziati gli studi ecclesiastici presso il Seminario diocesano di Córdoba, fu in seguito trasferito a Roma per portare a compimento gli studi superiori. A Roma venne ordinato sacerdote il 28 ottobre del 1934 e qualche tempo dopo ottenne la laurea in Diritto Canonico e in teologia morale. Ritornato in patria si dedicò subito al ministero parrocchiale nella propria diocesi di Río Cuarto.

La sua carriera di professore di Diritto Canonico e Teologia morale ebbe inizio quasi subito dopo aver conseguito le lauree e il suo primo incarico lo riportò proprio in quel seminario diocesano di Córdoba che aveva visto muovere i primi passi del futuro professore. Gli furono affidati gli insegnamenti di Diritto canonico e di Teologia morale insieme alla carica di vice rettore dello stesso Seminario. Ben presto gli fu assegnata la cattedra di Studi Superiori religiosi alla facoltà di lettere e filosofia dell'Università Nazionale di Córdoba.

Il 7 ottobre 1946 Papa Pio XII lo nominò Vescovo titolare di Platea e Ausiliare di Tucumán; ricevette l'ordinazione episcopale il 15 dicembre dello stesso anno.

Alla morte del Vescovo di Tucumán, Mons. Barrero, gli succedeva in quella sede e, quando nel marzo del 1957 la Diocesi di Tucumán venne elevata a sede arcivescovile, fu nominato primo Arcivescovo di Tucumán. Il suo lavoro pastorale in questa diocesi ebbe il suo centro soprattutto nella attenzione pastorale alle parrocchie e al seminario.

Esercitò il suo ministero episcopale nella diocesi di Tucumán sino al 14 giugno 1967, quando Sua Santità Paolo VI lo nominò Arcivescovo titolare pro illa vice di Torri di Bizacena e Coaudiatore, con diritto di successione, dell'Arcivescovo di Buenos Aires, incaricandolo del governo pastorale dell'arcidiocesi. Il 22 aprile del 1975 succedette infine nella sede al Cardinale Caggiano, quale Arcivescovo di Buenos Aires.

Dalla nomina ad Arcivescovo di Buenos Aires iniziò un febbrile lavoro: la Santa Sede aveva stabilito il nuovo ordinamento per l'Arcidiocesi e bisognava dividerne il territorio in quattro zone pastorali. Nominò quindi i primi quattro vicari zonali, riorganizzando interamente la curia Arcivescovile, istituendovi i Consigli Pastorale, Liturgico e Dottrinale. Dall'inizio della sua missione a Buenos Aires sono state erette numerose nuove parrocchie nelle zone periferiche più emarginate della città.

Notevole l'attività anche per quanto riguarda la ristrutturazione dei servizi diocesani già esistenti. Ha trasformato il vecchio seminario di S. Isidoro in un efficiente istituto Vocazionale in cui si tengono dei corsi riservati ai giovani aspiranti al seminario. Il vecchio Seminario Minore è diventato un collegio episcopale di notevole importanza nel quale vengono formati i giovani secondo ben definiti orientamenti apostolici, ed i frutti di un tale lavoro si sono concretati in nuove vocazioni sacerdotali. In campo sociale ha realizzato tra l'altro un'importante opera assistenziale, la "Hogar fraternal para hombres", inaugurata in occasione dell'Anno Santo 1975, nel quale sono accolti uomini soli e bisognosi di assistenza. Non ha trascurato neppure l'aspetto culturale ed ha dotato la sua Diocesi di un moderno Museo Storico della Chiesa, ricavandolo dall'Antichissimo Monastero delle suore Catalinas.

Notevole la sua attività pastorale; numerosi sono i suoi documenti pastorali indirizzati a sacerdoti circa alcuni orientamenti su problemi di ordine pastorale. Tra i più importanti quello contenente le Norme sulla iniziazione cristiana; le Norme circa i matrimoni; Disposizioni su sacerdoti e politica.

Il Presule ha preso parte attiva a tutti e quattro i periodi del Concilio Ecumenico, recando la voce della Chiesa Latino-Americana su temi di fondamentale importanza. Fra i suoi numerosi interventi in Aula Conciliare, ricordiamo quelli sulla riforma liturgica (con particolare riguardo al valore dell'omelia nella Santa Messa e alla comunione sotto le due specie); sulle realtà del Corpo Mistico e sull'unità dei fedeli cementata sull'Eucaristia; sul movimento ecumenico; sulla libertà religiosa e l'ordine pubblico; sulla divina rivelazione.

Nel 1969 ha partecipato all'Assemblea del Sinodo, facendo parte tra l'altro della Commissione per il messaggio da indirizzare al clero e intervenendo sul tema delle Conferenze Episcopali circa l'esigenza dell'unione di tutti i Vescovi del mondo con il Santo Padre. Nel 1983 prese parte alla VI Assemblea Ordinaria del Sinodo dei Vescovi su Riconciliazione e penitenza nella missione della Chiesa.

Anche nel più vasto settore internazionale l'Arcivescovo di Buenos Aires ha lasciato la sua profonda eco. Più volte Delegato dell'Episcopato Argentino al Consiglio Episcopale Latino-Americano, nel 1967 fu eletto Primo Vice Presidente della Conferenza Episcopale Argentina e nel 1968 partecipò alla II Conferenza Generale dell'Episcopato Latino-Americano, a Medellin. Prese parte anche alla III Conferenza Generale del CELAM a Puebla, in Messico, nel 1979 e alla IV Conferenza Generale a Santo Domingo, nel 1992.

Come Arcivescovo di Buenos Aires ha portato anche il titolo di Primate di Argentina ed è stato anche Ordinario per i fedeli di rito orientale residenti in Argentina e sprovvisti di Ordinario nel proprio rito (fino al 20 novembre 1990).

Arcivescovo emerito di Buenos Aires, dal 10 luglio 1990.

Da Paolo VI creato e pubblicato Cardinale nel Concistoro del 24 maggio 1976, del Titolo di San Giovanni Battista dei Fiorentini.

Il Card. Juan Carlos Aramburu è deceduto il 18 novembre 2004.