Discorso del Santo Padre
Traduzione in lingua inglese
Questa mattina il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza la Delegazione Ecumenica dalla Finlandia, in occasione della festa di Sant’Enrico.
Pubblichiamo di seguito il discorso che il Papa ha rivolto ai presenti nel corso dell’incontro:
Discorso del Santo Padre
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Rivolgo il mio cordiale benvenuto a tutti voi, membri della Delegazione ecumenica finlandese: «Grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo» (Rm 1,7).
Sono lieto che anche quest’anno siate venuti a Roma come pellegrini per celebrare insieme la festa di Sant’Enrico, nella ormai collaudata forma ecumenica. Saluto in particolare coloro che per la prima volta partecipano a questo pellegrinaggio; mentre per la prima volta accolgo te, caro fratello Raimo, quale nuovo Vescovo cattolico di Helsinki: che il Signore benedica il tuo ministero!
Caro Bishop Åstrand, La ringrazio di cuore per le riflessioni che Lei sempre ben condivide, ricche di riferimenti alle testimonianze dei santi e di spirito ecumenico. E sono grato anche per i doni, molto ben pensati.
Mi hanno colpito le sue riflessioni sul valore del cammino e sulla Chiesa pellegrina. In quanto membri della comunità dei battezzati, siamo in cammino e la nostra meta comune è Gesù Cristo. E questa meta non è lontana, non è irraggiungibile, perché il nostro Signore ci è venuto incontro nella sua misericordia, si è fatto vicino nell’Incarnazione e si è fatto Egli stesso la Via, così che possiamo camminare sicuri, in mezzo agli incroci e alle false indicazioni del mondo, spesso bugiardo.
I santi sono fratelli e sorelle che hanno percorso fino in fondo questa strada e sono arrivati alla meta. Ci accompagnano come testimoni viventi di Cristo nostra Via, Verità e Vita. Ci incoraggiano a rimanere sul sentiero del discepolato anche quando facciamo fatica, quando cadiamo. Come luci accese da Dio, brillano davanti a noi per non farci perdere di vista la meta. “Confidate nella grazia di Dio! – ci dicono –. Lui vi ama e chiama anche voi ad essere santi” (cfr Rm 1,7).
SentendoLa parlare e sentendo parlare delle vostre realtà ringraziavo Dio, perché ci sono stati momenti in cui la venerazione dei santi sembrava dividere piuttosto che unire i credenti cattolici e ortodossi, da un lato, e quelli evangelici, dall’altro. Ma così non deve essere e, in realtà, non è mai stato nella fede del santo Popolo fedele di Dio. Nella Liturgia eucaristica noi così preghiamo rivolti al Padre celeste: «La moltitudine dei santi proclama la tua grandezza; perché nel coronamento dei loro meriti tu coroni l’opera della tua grazia» (Prefazio dei Santi I). E inoltre la Confessio Augustana, nel 21° articolo, afferma che «i santi devono essere ricordati, per rafforzare la nostra fede, quando vediamo come hanno ricevuto la grazia e come sono stati aiutati dalla fede; e per prendere esempio dalle loro buone opere».
Cari fratelli e sorelle, voi avete ricordato alcuni grandi Santi nordici: Brigida, Enrico e Olav. Questo fa pensare a ciò che scrisse il Papa San Giovanni Paolo II nell’Enciclica Ut unum sint: «Vorrei – cito – ricordare quell’incontro di preghiera che mi ha unito, nella stessa Basilica di San Pietro, per la celebrazione dei Vespri, con gli Arcivescovi luterani, Primati di Svezia e di Finlandia, in occasione del VI centenario della canonizzazione di Santa Brigida. […] Si tratta di un esempio, perché la consapevolezza del dovere di pregare per l’unità è diventata parte integrante della vita della Chiesa» (n. 25). Se il millenario della morte di Sant’Olav, nel 2030, potrà ispirare e approfondire la nostra preghiera per l’unità, e anche il nostro camminare insieme, questo sarà un dono per l’intero movimento ecumenico.
Carissimi, vi ringrazio, perché questo incontro con voi è un segno vivo nel contesto della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani iniziata ieri. Facciamo in modo che questo appuntamento ecumenico non si riduca a un adempimento e che non diventi autoreferenziale: che abbia sempre la linfa vitale dello Spirito Santo e che sia aperto ad accogliere i fratelli più poveri e più dimenticati, e anche coloro che si sentono abbandonati da Dio, che hanno smarrito la strada della fede e della speranza.
E ora vorrei invitarvi a recitare insieme la preghiera del Signore. Possiamo farlo ciascuno nella propria lingua. Invochiamo il nostro Padre celeste: “Padre nostro…”.
[00121-IT.01] [Testo originale: Italiano]
Traduzione in lingua inglese
Dear brothers and sisters, good morning!
I offer a cordial welcome to all of you, the members of the Ecumenical Delegation from Finland. “Grace to you and peace from God our Father and the Lord Jesus Christ” (Rom 1:7)!
I am pleased that this year you have once more come to Rome as pilgrims to celebrate the feast of Saint Henrik, in what has, over time, become a fine ecumenical event. In a special way, I greet those taking part in this pilgrimage for the first time. Today too, for the first time, I welcome you, my dear brother Raimo, as the new Catholic Bishop of Helsinki. May the Lord bless your ministry!
Dear Bishop Åstrand, I thank you most heartily for the fine reflection you offered, as usual, with its mention of the witness of the saints and its broad ecumenical spirit. I am likewise grateful for the thoughtful and carefully-chosen gifts.
I was struck by what you had to say about the importance of journeying and about the pilgrim Church. As members of the community of the baptized, we are indeed on a journey, with Jesus Christ as our common goal. That goal is not far distant or unattainable, for in his mercy our Lord has come down to meet us. He drew near to us in the Incarnation and made himself the Way, so that we might journey safely amid the crossroads and false paths that confront us in this world, with its frequent lies.
The saints are our brothers and sisters who have completed this journey and have arrived at its goal. They accompany us as living witnesses of Christ, who is the Way, the Truth and the Life. They encourage us to persevere on the path of discipleship, even at those times when we struggle and fall. Like lamps kindled by God, they light the way before us, to ensure that we constantly keep the goal in sight. “Trust in God’s grace!”, they tell us, “for he loves you and calls you too to be saints” (cf. Rom 1:7).
As I listened to you speak, dear brother, I thanked God, for there have been times when the veneration of saints appeared to be a source of division rather than of unity, with Catholic and Orthodox faithful on one side, and Evangelical faithful on the other. That is not how it should be and, in fact, has never been, in the holy and faithful people of God. In the Eucharistic Liturgy, we pray to our heavenly Father in these words: “For you are praised in the company of your saints and, in crowning their merits, you crown your own gifts” (Preface of Saints I). And the Augsburg Confession, in its 21st Article, states that “the saints should be remembered, to strengthen our faith, when we see how they received grace and how they were helped by faith; and to take example from their good works.”
Dear brothers and sisters, you mentioned several great Nordic saints: Birgitta, Henrik and Olav. Here I think of the words of Pope Saint John Paul II in his Encyclical Ut Unum Sint: “I would like to recall” – he said – “the prayer meeting held in Saint Peter’s Basilica, at which I joined the Lutheran Archbishops, the Primates of Sweden and Finland, for the celebration of Vespers on the occasion of the sixth centenary of the canonization of Saint Birgitta... This can serve as an exemple to us, for the awareness of the duty to pray for unity has become an integral part of the Church’s life” (No. 25). If the millennium of Saint Olav’s death in 2030 can inspire and deepen our prayer for unity, and our journey together, this will prove a gift to the entire ecumenical movement.
Dear friends, thank you again, because this meeting with you is a living sign in the midst of the present Week of Prayer for Christian Unity. Let us ensure that this annual ecumenical encounter continues to flourish and expand, that it will always be enlivened by the Holy Spirit and open to welcoming our poor and forgotten brothers and sisters, including those who feel abandoned by God or have strayed from the path of faith and hope.
And now, I would invite you to join in praying the Lord’s Prayer. Each of us can recite it in his or her own language. Together, let us call upon our heavenly Father:
“Our Father...”
[00121-EN.01] [Original text: Italian]
[B0057-XX.01]