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Messaggio del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale in occasione della Giornata Mondiale del Turismo 2022, 27.09.2022


Messaggio

Traduzione in lingua francese

Traduzione in lingua inglese

Traduzione in lingua spagnola

Pubblichiamo di seguito il Messaggio che il Prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, Em.mo Card. Michael Czerny, S.I., ha inviato in occasione della Giornata Mondiale del Turismo, che si celebra ogni anno il 27 settembre:

Messaggio

“Ripensare il turismo”

La Giornata Mondiale del Turismo 2022 è dedicata a: “Ripensare il turismo”. La crisi sanitaria, iniziata a fine 2019 e non ancora conclusa, ha messo tutti di fronte a problemi che vengono da lontano e ne ha evidenziati di nuovi e inaspettati. Sicuramente ci ha colto di sorpresa. Il turismo è stato una delle attività umane più gravemente colpite da questa crisi, ma, paradossalmente, può diventare ora uno dei motori della ricostruzione di un mondo più giusto, sostenibile e integrale. La Chiesa, quindi, guarda alla rinascita e al rinnovamento anche del turismo con gli occhi della speranza.

Un turismo più giusto

La ripartenza del turismo può avere un riferimento nei principi che hanno ispirato ilCodice mondiale di Etica del Turismo, che hanno inteso tale attività, tra l’altro, come “una forza vitale al servizio della pace e un fattore di amicizia e comprensione fra i popoli del mondo”, “fattore dello sviluppo sostenibile”, “mezzo per utilizzare il patrimonio culturale dell’umanità per contribuire al suo arricchimento”, “un’attività vantaggiosa per i paesi e le comunità di accoglienza”. Si tratta di elementi fondamentali per la costruzione di fraternità e amicizia sociale, ma soprattutto per il servizio ad uno sviluppo umano integrale.

Ciò significa – e in questo è urgente un cambio di rotta, dimostrando di sapere uscire migliori da una crisi che ha rivelato tante diseguaglianze e ingiustizie – che l’attività turistica, quale vera e propria industria economica, va svolta secondo princìpi di equità e di trasformazione sociale. Ciò avviene, ad esempio, quando vengono rispettati i diritti sul lavoro degli addetti del settore – a tutti i livelli e in ogni Paese – e quando il turismo stesso, come attività del tempo libero e dello svago, si svolge nel pieno rispetto dei diritti fondamentali e della dignità delle persone[1]. Giustizia è anche condividere i profitti in modo equo, vincendo una logica predatoria, soprattutto nei riguardi di popolazioni e aree geografiche particolarmente provate dalle crisi molteplici che travagliano il mondo contemporaneo[2].

Al riguardo, vogliamo esprimere la nostra vicinanza a tutti gli operatori del settore turistico che già agiscono secondo una retta coscienza e hanno costruito non solo la loro professionalità, ma le loro stesse vite attorno all’accoglienza. Non mancano imprenditori attenti ai più vulnerabili e alle lavoratrici e lavoratori esposti a sfruttamento, in particolare al personale stagionale che compie mansioni più umili a servizio dei turisti.Ancora una volta va tuttavia denunciato che“molti operano in condizioni di precarietà e talvolta di illegalità, con retribuzioni non eque, costretti ad un lavoro faticoso, spesso lontano dalla famiglia, ad alto rischio di stress e piegato alle regole di una competitività aggressiva”[3]. Ai cristiani è richiesto di fare alleanza con tutte le donne e gli uomini di buona volontà, perché questo deve cambiare.

Un turismo più sostenibile

Ripartire significa anche non dimenticare che l’impatto che il turismo ha sull’ambiente è molto rilevante. Il paradigma dominante della massimizzazione dei consumi può arrivare a deturparlo in maniera veloce e feroce[4]. Con la pandemia e con l’attuale crisi energetica è divenuto più evidente quanto sia bene anzitutto puntare al turismo di prossimità: sapersi guardare attorno, riconoscere e apprezzare i tesori di patrimonio, cucina, folklore, e persino spiritualità che le regioni vicine hanno da condividere. Le politiche locali possono oggi venire profondamente ripensate in termini di ospitalità e di qualità della vita per gli abitanti storici, i nuovi venuti, i vicini più prossimi.

Su scala planetaria, inoltre, i flussi di merci, lo spostamento di persone a fini turistici e i ritmi di consumo devono essere certamente ricalibrati nella direzione di un corretto rapporto tra esseri umani e creato. La sostenibilità del turismo, infatti, si misura non solo in termini di inquinamento, ma anche nell’impatto sulla biodiversità degli ecosistemi naturali e sociali: c’è bisogno di una sensibilità che allarghi la tutela degli ecosistemi in modo concreto, così da assicurare un armonioso passaggio dei turisti negli ambienti che non appartengono a loro, né a una sola generazione. Il cambiamento climatico, per altro, in una prospettiva a medio termine può incidere negativamente sull’attrattività di numerose mete tradizionali, con il rischio di penalizzare ulteriormente, anche sotto questo punto di vista, regioni economicamente già fragili. Tutela della biodiversità e stupore davanti alle meraviglie del creato devono dunque convivere nel turismo ‘ripensato’.

Un turismo integrale

Il turismo offre allo spirito umano e allo Spirito di Dio enormi possibilità di interagire, attivando un incontro tra le diversità[5]. Non mancano certo resistenze ed elementi di segno opposto. Si nota, ad esempio, come culturalmente si stiano riducendo gli spazi per includere modi di pensare e vivere diversi. Il sistema di produzione, anche nel settore turistico industriale, volge velocemente alla standardizzazione di contenuti, soprattutto attraverso il contingentamento dei tempi – di visita, di viaggio, di permanenza –, il che sviluppa un’esperienza più individualistica e meno collettiva. Un turismo che riparte ha bisogno di tener presente la“visione integrale della persona”, che, come sottolinea Papa Francesco, non è una teoria, ma “un modo di vivere e di agire; tale visione non si trova prima di tutto dentro un manuale, ma in persone che vivono con questo stile: con gli occhi aperti sul mondo, con le mani strette ad altre mani, con il cuore sensibile alle debolezze dei fratelli”[6]. Solo in questo modo si può incontrare una cultura diversa, chiedere conto della sua storia, scoprire i valori profondi che essa custodisce. In sintesi, anche il turismo è chiamato ad abbracciare la prospettiva dell’ecologia integrale[7]. Esso, infatti, può sostenere la capacità di “rigenerazione” di una comunità, favorendo il dialogo tra linguaggi culturali locali e stili di vita dei visitatori. L’accoglienza turistica, allora, diviene un modo di trasformare gli spazi civili, l’ambiente sociale e urbano, nella valorizzazione delle identità nel giusto bilanciamento tra conservazione delle radici e offerta di servizi.

Un turismo per coltivare la speranza

La Chiesa cattolica tiene molto a promuovere questa rinnovata visione del turismo, nell’ottica dello sviluppo umano integrale. Il processo sinodale, che in tutto il mondo essa sta vivendo, dalle comunità più periferiche sino ai più importanti centri decisionali, rappresenta una metodologia di ascolto e partecipazione, che può portare anche nella società civile e nelle organizzazioni economiche una maggiore attitudine alla composizione di interessi e punti di vista contrastanti. L’arte del discernimento e la capacità collettiva di pervenire a nuove sintesi rappresentano sfide epocali, da cui dipende un futuro a misura d’uomo per tutti. Tali prospettive saranno oggetto di ulteriori riflessioni durante i lavori dell’VIII Congresso Mondiale della Pastorale del Turismo, che avrà luogo a Santiago di Compostela dal 5 all´8 ottobre 2022.L’evento, inserito nella cornice dell’Anno Santo Compostelano, avrà per tema: “Turismo e pellegrinaggi: cammini di speranza”. Guardiamo infatti con speranza alla vivacità del settore, a tutte le persone coinvolte e a coloro che ne hanno responsabilità. Riprendendo le parole di Papa Francesco incoraggiamo tutti a “tenere accesa la fiaccola della speranza” e “fare di tutto perché ognuno riacquisti la forza e la certezza di guardare al futuro con animo aperto, cuore fiducioso e mente lungimirante”[8].

Cardinale Michael Czerny S.J.

Prefetto

___________________________

[1]Cf.Videomessagio del Santo Padre Francesco in occasione della 109maConferenza Internazionale del Lavoro, 17 giugno 2021.

[2]Cf.Congregazione per la Dottrina della Fede/Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale,Oeconomicae et Pecuniariae Quaestiones.Considerazioni per un discernimento etico circa alcuni aspetti dell’attuale sistema economico-finanziario,6 gennaio 2018, nn. 4, 8.

[3]Cf.Messaggio del Prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale in occasione della Giornata Mondiale del Turismo 2019: “Il turismo e il lavoro: un futuro migliore per tutti”, 24 luglio 2019.

[4]Cf.Lettera enc.Laudato Si’, nn. 18; 203.

[5]Cf.Lettera enc.Fratelli Tutti, n. 215.

[6]Cf.Discorso ai Soci del Centro Turistico Giovanile, 22 marzo 2019.

[7]Cf. Lettera enc.Laudato Si’, cap. IV.

[8] Cf.Lettera del Santo Padre Francesco a S.E. Mons. Rino Fisichella per il Giubileo 2025, 11 febbraio 2022.

[01465-IT.01] [Testo originale: Italiano]

Traduzione in lingua francese

“Repenser le tourisme”

La Journée Mondiale du Tourisme 2022 est consacrée au thème: “Repenser le tourisme”. La crise sanitaire, qui a débuté à la fin de l’année 2019 et qui n’est pas encore achevée, nous a tous confrontés à des problèmes qui viennent de loin et en a fait surgir d’autres, nouveaux et inattendus. Le tourisme a été l’une des activités humaines les plus gravement touchées par cette crise mais, paradoxalement, il peut désormais devenir l’un des moteurs de la reconstruction d’un monde plus juste, durable et intégral. En conséquence, l’Église regarde aussi la renaissance et le renouveau du tourisme avec les yeux de l’espérance.

Un tourisme plus juste

La reprise du tourisme peut trouver une référence dans les principes qui ont inspiré le Code mondial d’Éthique du Tourisme, qui ont notamment conçu cette activité comme «une force vitale au service de la paix et comme un facteur d’amitié et de compréhension entre les peuples du monde», un «facteur de développement durable», un «moyen d’utiliser le patrimoine culturel de l’humanité pour contribuer à son enrichissement», «une activité avantageuse pour les pays et les communautés d’accueil». Il s’agit d’éléments fondamentaux pour la construction de la fraternité et de l’amitié sociales, mais surtout pour le service d’un développement humain intégral.

Cela signifie – et en cela un changement de direction est urgent, démontrant ainsi que l’on sait sortir en étant meilleurs d’une crise qui a révélé tant d’inégalités et d’injustices – que l’activité touristique, véritable industrie économique, doit se dérouler selon les principes d’équité et de transformation sociale. C’est le cas, par exemple, quand sont respectés les droits du travail des employés de ce secteur – à tous les niveaux et dans chaque pays – et quand le tourisme lui-même, comme activité de temps libre et de loisirs, se réalise dans le plein respect des droits fondamentaux et de la dignité des personnes.[1] La justice consiste aussi à partager les profits de façon équitable, en l’emportant sur une logique prédatrice, surtout à l’égard de populations et d’aires géographiques particulièrement éprouvées par les multiples crises qui affectent le monde contemporain.[2]

À cet égard, nous voulons exprimer à tous les opérateurs du secteur touristique qui agissent déjà selon une conscience droite et qui ont construit non seulement leur professionnalisme, mais aussi leur vie même autour de l’accueil, que nous sommes proches d’eux. Les entrepreneurs attentifs aux plus vulnérables et aux travailleuses et travailleurs exposés à l’exploitation, en particulier au personnel saisonnier qui accomplit les tâches les plus humbles au service des touristes, ne manquent pas. Une fois encore, il faut toutefois dénoncer le fait que «beaucoup œuvrent dans des conditions de précarité et parfois d’illégalité, avec des salaires non équitables, contraints à un travail pénible, souvent loin de leur famille, à haut risque de stress et sujets aux règles d’une compétitivité agressive».[3] Il est demandé aux chrétiens de s’allier à toutes les femmes et à tous les hommes de bonne volonté, car cet état de choses doit changer.

Un tourisme plus durable

La reprise signifie aussi de ne pas oublier que l’impact du tourisme sur l’environnement est très conséquent. Le paradigme dominant de la maximisation de la consommation peut entraîner sa dégradation de façon rapide et féroce.[4] Avec la pandémie et avec la crise énergétique actuelle, il apparaît de plus en plus évident qu’il est bon avant tout de tendre à un tourisme de proximité: savoir regarder autour de soi, reconnaître et apprécier les trésors du patrimoine, de la cuisine, du folklore et même de la spiritualité que les régions voisines ont à partager. Les politiques locales peuvent être aujourd’hui profondément repensées en termes d’hospitalité et de qualité de vie pour les habitants de vieille date, pour les nouveaux venus et pour les voisins les plus proches.

En outre, à l’échelle planétaire, les flux de marchandises, le déplacement de personnes à des fins touristiques et les rythmes de consommation doivent être certainement rééquilibrés sur la voie d’un rapport correct entre les êtres humains et la création. De fait, la durabilité du tourisme se mesure non seulement en termes de pollution, mais aussi d’impact sur la biodiversité des écosystèmes naturels et sociaux: une sensibilité qui élargisse concrètement la protection des écosystèmes est nécessaire afin d’assurer un passage harmonieux des touristes dans les milieux qui ne leur appartiennent pas, ni même à une seule génération. Par ailleurs, dans une perspective à moyen terme, le changement climatique peut avoir une incidence négative sur l’attrait de nombreuses destinations traditionnelles, avec le risque de pénaliser ultérieurement, de ce point de vue aussi, des régions déjà économiquement fragiles. Protection de la biodiversité et stupeur devant les merveilles de la création doivent donc cohabiter dans le tourisme “repensé”.

Un tourisme intégral

Le tourisme offre à l’esprit humain et à l’Esprit de Dieu d’énormes possibilités d’interactions, en activant une rencontre entre les diversités.[5] Certes, les résistances et les éléments contraires ne manquent pas. On remarque, par exemple, que les espaces permettant d’inclure des façons de penser et de vivre différentes se réduisent culturellement. Le système de production, notamment dans le secteur touristique industriel, tend rapidement à la standardisation des contenus, surtout avec le contingentement des temps – de visite, de voyage, de séjour –, ce qui entraîne une expérience plus individualiste et moins collective. Un tourisme en reprise a besoin d’avoir bien présente une «vision intégrale de la personne», qui, comme le souligne le Pape François, n’est pas une théorie, mais «une façon de vivre et d’agir; cette vision ne se trouve pas d’abord dans un manuel, mais dans des personnes qui vivent selon ce style: les yeux ouverts sur le monde, les mains unies à d’autres mains, le cœur sensible aux faiblesses des frères».[6] Ce n’est qu’ainsi que l’on peut rencontrer une culture différente, demander des comptes de son histoire, découvrir les valeurs profondes qu’elle conserve. Bref, le tourisme aussi est appelé à insérer la perspective de l’écologie intégrale.[7] En effet, il peut soutenir la capacité de “régénération” d’une communauté, en favorisant le dialogue entre les langages culturels locaux et les styles de vie des visiteurs. L’accueil touristique devient alors une manière de transformer les espaces civils, le milieu social et urbain, grâce à la mise en valeur des identités au sein d’un juste équilibre entre conservation des racines et offre de services.

Un tourisme pour cultiver l’espérance

L’Église catholique tient beaucoup à promouvoir cette nouvelle vision du tourisme, dans l’optique du développement humain intégral. Le processus synodal, qu’elle est en train de vivre dans le monde entier, des communautés les plus périphériques jusque dans les centres de décision les plus importants, représente une méthodologie d’écoute et de participation, qui peut aussi apporter dans la société civile et dans les organisations économiques une plus grande aptitude pour conjuguer des intérêts et des points de vue opposés. L’art du discernement et la capacité collective de parvenir à de nouvelles synthèses constituent des défis historiques, dont dépend un futur à mesure d’homme pour tous. Ces perspectives feront l’objet de réflexions ultérieures durant les travaux du VIIIème Congrès mondial de la Pastorale du Tourisme, qui aura lieu à Saint-Jacques-de-Compostelle du 5 au 8 octobre 2022. Cet événement, qui s’insère dans le cadre de l’Année sainte compostelienne, aura pour thème: “Tourisme et pèlerinages: chemins d’espérance”. En effet, nous regardons avec espérance la vivacité de ce secteur, toutes les personnes qui y sont impliquées et celles qui en ont la responsabilité. Reprenant les mots du Pape François, nous invitons tous et chacun à «garder vive la flamme de l’espérance» et à «tout faire pour que chacun retrouve la force et la certitude de regarder l’avenir avec un esprit ouvert, un cœur confiant et une intelligence clairvoyante».[8]

Cardinal Michael Czerny S.J.

Préfet

_________________

[1] Cf. Message vidéo du Pape François à l’occasion de la 109ème Conférence internationale du Travail, 17 juin 2021.

[2] Cf. Congrégation pour la Doctrine de la Foi/Dicastère pour le Service du Développement humain intégral, Oeconomicae et Pecuniariae Quaestiones. Considérations pour un discernement éthique sur certains aspects du système économique et financier actuel, 6 janvier 2018, nos 4, 8.

[3] Cf. Message du Préfet du Dicastère pour le Service du Développement Humain Intégral à l’occasion de la Journée Mondiale du Tourisme 2019: «Le tourisme et le travail: un futur meilleur pour tous», 24 juillet 2019.

[4] Cf. Lettre enc. Laudato Si’, nos 18, 203.

[5] Cf. Lettre enc. Fratelli Tutti, n° 215.

[6] Cf. Discours aux membres du Centro Turistico Giovanili (Centre touristique pour la Jeunesse), 22 mars 2019.

[7] Cf. Lettre enc. Laudato Si’, chap. IV.

[8] Cf. Lettre du Pape François à S. Exc. Mgr Rino Fisichella pour le Jubilé 2025, 11 février 2022.

[01465-FR.01] [Texte original: Italien]

Traduzione in lingua inglese

 

“Rethinking Tourism”

World Tourism Day 2022 is dedicated to: "Rethinking Tourism." The current health crisis, which began in late 2019 and has not yet ended, has confronted everyone with long-term problems and also highlighted new and unexpected ones. It certainly took us by surprise. Tourism has been one of the human activities most severely affected by this crisis, but, paradoxically, it can now become one of the engines of the reconstruction of a more just, sustainable, and integral world. The Church, therefore, looks at the rebirth and renewal of tourism as well with the eyes of hope.

A more just tourism

The revival of tourism can have a reference in the principles that inspired the Global Code of Ethics for Tourism, which understood this activity as, among other things, "a vital force in the service of peace and a factor of friendship and understanding among the peoples of the world," "a factor of sustainable development," "a means of using the cultural heritage of humanity to contribute to its enrichment," and "a beneficial activity for host countries and communities." These are fundamental elements for building fraternity and social friendship, but above all for serving integral human development.

This means – and in this there is an urgent need for a change of course, showing that we know how to emerge better from a crisis that has revealed so many inequalities and injustices – that tourism activity, as a real economic industry, must be carried out according to principles of equity and social transformation. This happens, for example, when the labor rights of workers in the industry are respected at all levels and in every country, and when tourism itself, as a leisure and recreational activity, is carried out with full respect for the fundamental rights and dignity of people.[1] Justice is also sharing profits fairly, overcoming a predatory logic, especially with regard to populations and geographic areas particularly tried by the multiple crises that plague the contemporary world.[2]

In this regard, we want to express our closeness to all those in the tourism sector who already act according to a righteous conscience and have built not only their professionalism but their very lives around hospitality. There is no shortage of entrepreneurs who are attentive to the most vulnerable and to workers exposed to exploitation, especially seasonal staff who perform more menial tasks in the service of tourists. Once again, however, it must be denounced that "many work in precarious and sometimes illegal conditions, with unequal pay, forced into strenuous work, often far from the family, at high risk of stress and bent to the rules of aggressive competitiveness”.[3] Christians are asked to make alliance with all women and men of good will, because this must change.

A more sustainable tourism

Regeneration also means not forgetting that the impact tourism has on the environment is very significant. The dominant paradigm of maximizing consumption can damage it quickly and viciously.[4] With the pandemic and the current energy crisis, it has become more evident how good it is first and foremost to focus on grassroots tourism: to be able to look around, recognize and appreciate the treasures of heritage, cuisine, folklore, and even spirituality that neighboring regions have to share. Local policies today can be profoundly rethought in terms of hospitality and quality of life for incumbents, newcomers, and immediate neighbors.

On a planetary scale, moreover, the flow of goods, the movement of people for tourism purposes, and the pace of consumption must certainly be recalibrated in the direction of a proper relationship between human beings and creation. The sustainability of tourism, in fact, is measured not only in terms of pollution, but also in the impact on the biodiversity of natural and social ecosystems: there is a need for a sensibility that expands the protection of ecosystems in a concrete way, so as to ensure a harmonious passage of tourists in environments that do not belong to them, nor to a single generation. Medium-term climate change may negatively affect the attractiveness of many traditional destinations, with the risk of further penalizing already economically fragile regions in this respect as well. Protection of biodiversity and awe before the wonders of creation must therefore coexist in 'rethought' tourism.

Integral tourism

Tourism offers enormous possibilities for the human spirit and the Spirit of God to interact, activating an encounter transcending diversity.[5] There is certainly no shortage of resistance and opposing elements. One notices, for example, how, culturally, the space to include different ways of thinking and living is shrinking. The production system, even in the tourism industry, is quickly turning to the standardization of content, especially through the contingency of time - of visit, of travel, of stay -, which develops a more individualistic and less collective experience. A rethought tourism needs to keep in mind the "integral vision of the person," which, as Pope Francis points out, is not a theory, “but a way of living and acting; this vision is not found first of all in a manual, but in people who live in this style: with their eyes open to the world, with their hands holding other hands, with their hearts sensitive to the weaknesses of their brothers and sisters.”[6] Only in this way can one encounter a different culture, ask for an account of its history, discover the deep values it holds. In summary, tourism is also called to embrace the perspective of integral ecology.[7] It can, in fact, support a community's capacity for "regeneration" by fostering dialogue between local cultural languages and visitors' lifestyles. Welcoming tourists, then, becomes a way of transforming civic spaces, the social and urban environment, in the enhancement of identities in the right balance between preserving roots and offering services.

Tourism to cultivate hope

The Catholic Church is keen on promoting this renewed vision of tourism from the perspective of integral human development. The synodal process, which throughout the world it is experiencing, from the most peripheral communities up to the most important decision-making centers, represents a methodology of listening and participation, which can also bring in civil society and economic organizations a greater aptitude for the composition of conflicting interests and points of view. The art of discernment and the collective ability to arrive at new syntheses represent epochal challenges, on which a future on a human scale for all depends. These perspectives will be the subject of further reflection during the work of the VIII World Congress on the Pastoral Care of Tourism, which will take place in Santiago de Compostela from October 5-8, 2022. The event, included in the framework of the Holy Year of Compostela, will have as its theme, "Tourism and Pilgrimages: paths of hope." Indeed, we look with hope at the vibrancy of the sector, all those involved and those who have responsibility for it. Taking up the words of Pope Francis we encourage everyone to "keep the torch of hope lit" and "do everything so that everyone regains the strength and certainty to look to the future with an open mind, a trusting heart and a forward-looking mind".[8]

Cardinal Michael Czerny S.J.
Prefect

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[1] Video message of the Holy Father, Pope Francis, on the occasion of the 109th Conference of the International Labor Organization, 17 June 2021.

[2] Congregation for the Doctrine of the Faith & Dicastery for Promoting Integral Human Development, Oeconomicae et pecuniariae quaestiones: Considerations for an Ethical Discernment Regarding Some Aspects of the Present Economic-Financial System. 6 January 2018, nos. 4,8.

[3] Message of the Prefect of the Dicastery for Integral Human Development on the occasion of the World Day of Tourism 2019: “Tourism and Jobs: A Better Future for All.” 24 July 2019.

[4] Cf. Encyclical Letter Laudato Si’, 18; 203.

[5] Cf. Encyclical Letter Fratelli Tutti, 215.

[6] Cf. Address of His Holiness Pope Francis to the Directors and Associates of the Youth Tourist Centre. 22 March 2019.

[7] Laudato Si’, Chapter IV.

[8] Cf. Letter of the Holy Father Francis to Msgr. Rino Fisichella, President of the Pontifical Council for the Promotion of the New Evangelization, for the Jubilee 2025. 11 February 2022.

[01465-EN.01] [Original text: Italian]

Traduzione in lingua spagnola

“Repensar el turismo”

El Día Mundial del Turismo 2022 está dedicado a: “Repensar el turismo”. La crisis sanitaria, que comenzó a finales de 2019 y aún no ha terminado, nos ha obligado a todos a hacer frente a problemas que vienen de lejos y ha planteado otros nuevos e inesperados. Sin lugar a dudas, nos ha tomado por sorpresa. El turismo ha sido una de las actividades humanas más gravemente afectadas por esta crisis, sin embargo, paradójicamente, puede convertirse ahora en uno de los motores de la reconstrucción de un mundo más justo, sostenible e integral. La Iglesia, por tanto, tiene la mirada puesta también en el renacimiento y la renovación del turismo, una mirada llena de esperanza.

Un turismo más justo

La reanudación del turismo puede tener una referencia en los principios que han inspirado el Código Ético Mundial para el Turismo, que concibe esta actividad, entre otras cosas, como “una fuerza viva al servicio de la paz y un factor de amistad y comprensión entre los pueblos”, “un factor de desarrollo sostenible”, “un factor de aprovechamiento y enriquecimiento del patrimonio cultural de la humanidad”, “una actividad beneficiosa para los países y las comunidades de destino”. Se trata de elementos fundamentales para la edificación de la fraternidad y la amistad social, pero sobre todo para el servicio a un desarrollo humano integral.

Esto significa, y por ello es necesario que se produzca un cambio de rumbo, gracias al cual se demuestre que somos capaces de salir mejor de una crisis que ha puesto de manifiesto tantas desigualdades e injusticias, que la actividad turística, como verdadera industria económica, debe realizarse según principios de equidad y de transformación social. Esto ocurre, por ejemplo, cuando se respetan los derechos laborales de quienes trabajan en el sector, a todos los niveles y en todos los países, y cuando el turismo mismo, como actividad de ocio y de recreo, se desarrolla respetando plenamente los derechos fundamentales y la dignidad de las personas[1]. Justicia, significa también repartir los beneficios de forma equitativa, superando una lógica depredadora, sobre todo en lo que respecta a las poblaciones y zonas geográficas especialmente afectadas por las múltiples crisis que afligen al mundo contemporáneo[2].

A este respecto, queremos expresar nuestra cercanía a todos los operadores del sector turístico que ya actúan movidos por una conciencia recta y han construido, no sólo su profesión sino su propia vida en torno a la acogida. No faltan los empresarios atentos a los más vulnerables y a los trabajadores expuestos a la explotación, en particular el personal temporal que realiza tareas humildes al servicio de los turistas. Sin embargo, una vez más hay que denunciar que “muchos operan en condiciones de precariedad y, a veces, de ilegalidad, con salarios injustos, obligados a un duro trabajo, a menudo lejos de la familia, con alto riesgo de estrés y sometidos a las reglas de una competitividad agresiva”[3]. A los cristianos, se les pide que formen alianzas con todas las mujeres y hombres de buena voluntad, porque esto debe cambiar.

Un turismo más sostenible

Volver a empezar significa también no olvidar que el impacto que el turismo tiene sobre el medio ambiente es muy importante. El paradigma imperante de la maximización de los consumos puede llegar a desfigurarlo de manera rápida y feroz[4]. Debido a la pandemia y a la actual crisis energética, se ha hecho más evidente la conveniencia de apostar, ante todo, por el turismo de proximidad: saber mirar a nuestro alrededor, reconocer y apreciar los tesoros del patrimonio, la gastronomía, el folclore e incluso la espiritualidad que las regiones vecinas tienen para compartir. Hoy día, las políticas locales pueden replantearse profundamente, en términos de hospitalidad y calidad de vida para los habitantes históricos, los recién llegados y los vecinos más inmediatos.

Además, a escala mundial, los flujos de mercancías, los desplazamientos de personas con fines turísticos y los ritmos de consumo deben, sin duda, recalibrarse, en la dirección de una relación correcta entre el ser humano y la creación. La sostenibilidad del turismo, de hecho, se mide no sólo en términos de contaminación, sino también en el impacto sobre la biodiversidad de los ecosistemas naturales y sociales: se necesita una sensibilidad que amplíe la protección de los ecosistemas de una forma concreta, para garantizar un paso armonioso de los turistas por entornos que no les pertenecen, como tampoco pertenecen a una única generación. Por otra parte, el cambio climático, en una perspectiva a medio plazo, puede afectar negativamente al atractivo de numerosos destinos tradicionales, con el riesgo de penalizar aún más, también desde este punto de vista, a regiones ya de por sí económicamente frágiles. Así pues, la protección de la biodiversidad y el estupor ante las maravillas de la creación deben coexistir en el turismo “repensado”.

Un turismo integral

El turismo ofrece enormes posibilidades para que el espíritu humano y el Espíritu de Dios interactúen, activando un encuentro entre las diversidades[5]. Existen ciertamente resistencias y elementos de signo opuesto. Podemos observar cómo, por ejemplo, culturalmente se están reduciendo los espacios para incluir diferentes formas de pensar y de vivir. El sistema de producción, incluso en el sector turístico industrial, avanza rápidamente hacia la estandarización de los contenidos, sobre todo a través de la contingentación de los tiempos de visita, de viaje, de estancia, dando lugar así a una experiencia más individualista y menos colectiva. Un turismo que se vuelve a poner en marcha, necesita tener presente la “visión integral de la persona”, que, tal y como destaca el Papa Francisco, no es una teoría, sino “una forma de vivir y actuar. En primer lugar esta visión no se encuentra en un manual, sino en las personas que viven con este estilo: con los ojos abiertos al mundo, con las manos entrelazadas con otras manos, con el corazón sensible a las debilidades de sus hermanos”[6]. Sólo así se puede conocer una cultura diferente, preguntar por su historia, descubrir los valores profundos que encierra. En definitiva, el turismo también está llamado a abrazar la perspectiva de la ecología integral[7]. De hecho, puede apoyar la capacidad de “regeneración” de una comunidad, favoreciendo el diálogo entre los lenguajes culturales locales y los estilos de vida de los visitantes. La acogida turística se convierte entonces en una forma de transformar los espacios cívicos, el ambiente social y urbano, en la valorización de las identidades en el justo equilibrio entre la conservación de las raíces y la oferta de servicios.

Un turismo para cultivar la esperanza

La Iglesia católica tiene especial interés en promover esta visión renovada del turismo, desde la perspectiva del desarrollo humano integral. El proceso sinodal, que se está viviendo en todo el mundo, desde las comunidades más periféricas hasta los más importantes centros de decisión, representa una metodología de escucha y de participación, que también puede aportar a la sociedad civil y a las organizaciones económicas una mayor capacidad de composición de intereses y puntos de vista contrapuestos. El arte del discernimiento y la capacidad colectiva de llegar a nuevas síntesis, representan desafíos históricos, de los que depende un futuro a escala humana para todos. Estas perspectivas serán objeto de mayor reflexión durante los trabajos del VIII Congreso Mundial de Pastoral del Turismo, que se celebrará en Santiago de Compostela, del 5 al 8 de octubre de 2022. El lema del congreso, que se enmarca en el Año Santo Compostelano, es: “Turismo y Peregrinación: Caminos de Esperanza”. De hecho, contemplamos llenos de esperanza la vivacidad del sector, a todas las personas que participan en él y a sus responsables. Retomando las palabras del Papa Francisco, animamos a todos a “mantener encendida la llama de la esperanza” y a “hacer todo lo posible para que cada uno recupere la fuerza y la certeza de mirar al futuro con mente abierta, corazón confiado y amplitud de miras”[8].

Cardenal Michael Czerny S.J.

Prefecto

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[1] Cf. Videomensaje del Santo Padre Francisco con motivo de la 109ª Reunión de la Conferencia Internacional del Trabajo, 17 de junio de 2021.

[2] Cf. Congregación para la Doctrina de la Fe/Dicasterio para el servicio del desarrollo humano integral, Oeconomicae et Pecuniariae Quaestiones. Consideraciones para un discernimiento ético sobre algunos aspectos del actual sistema económico y financiero, 6 de enero de 2018, nn. 4, 8.

[3] Cf. Mensaje del Prefecto del Dicasterio para el Servicio del Desarrollo Humano Integral con motivo del Día Mundial del Turismo 2019: “Turismo y empleo: un futuro mejor para todos”, 24 de julio de 2019.

[4] Cf. Carta enc. Laudato Si’, nn. 18; 203.

[5] Cf. Carta enc. Fratelli Tutti, n. 215.

[6] Discurso a los dirigentes y socios del centro de turismo para jóvenes, 22 de marzo de 2019.

[7] Cf. Lettera enc. Laudato Si’, cap. IV.

[8] Cf. Carta del Santo Padre Francisco a S.E. Mons. Rino Fisichella para el Jubileo 2025 , 11 de febrero de 2022.

[01465-ES.01] [Texto original: Italiano]