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Messaggio del Santo Padre ai partecipanti alla “EU Youth Conference” (Praga, 11-13 luglio 2022), 11.07.2022


 

Messaggio del Santo Padre

Traduzione in lingua francese

Traduzione in lingua inglese

Traduzione in lingua spagnola

Traduzione in lingua portoghese

Pubblichiamo di seguito il Messaggio che il Santo Padre Francesco ha inviato ai partecipanti alla “EU Youth Conference” che si svolge a Praga (Repubblica Ceca) dall’11 al 13 luglio 2022, sul tema: "Impegnarsi insieme per un'Europa sostenibile e inclusiva":

Messaggio del Santo Padre

Cari giovani!

Sono molto contento di rivolgermi a voi che state partecipando alla Conferenza europea dei giovani. Vorrei dirvi qualcosa che mi sta molto a cuore. Anzitutto vorrei invitarvi a trasformare il “vecchio continente” in un “nuovo continente”, e questo è possibile solo con voi. So che la vostra generazione ha alcune buone carte da giocare: siete giovani attenti, meno ideologizzati, abituati a studiare in altri Paesi europei, aperti a esperienze di volontariato, sensibili ai temi dell’ambiente. Per questo sento che c’è speranza.

Voi giovani europei avete una missione importante. Se nel passato i vostri antenati si sono spinti in altri continenti non sempre per nobili interessi, ora spetta a voi presentare al mondo un nuovo volto dell’Europa.

Riguardo all’origine del nome “Europa” non ci sono ancora spiegazioni certe. Tra le varie ipotesi, una è particolarmente suggestiva: è quella che risale all’espressione “eurús op”, cioè “occhio grande”, “ampio sguardo”, che evoca la capacità di guardare oltre. Europa, figura mitologica che aveva fatto innamorare di sé gli dei, era chiamata “la fanciulla dagli occhi grandi”. Quindi penso anche a voi, giovani europei, come a persone dallo sguardo ampio, aperto, capaci di guardare oltre.

Forse avete sentito parlare dell’iniziativa, lanciata nel settembre 2019, chiamata Patto Educativo Globale. Si tratta di un’alleanza tra gli educatori di tutto il mondo per educare le giovani generazioni alla fraternità. Vedendo però come sta andando questo mondo guidato da adulti e da anziani, sembra che forse dovreste essere voi a educare gli adulti alla fraternità e alla convivenza pacifica!

Tra i primi impegni del Patto Educativo c’è quello di ascoltare i ragazzi, gli adolescenti e i giovani. Perciò, cari giovani, fate sentire la vostra voce! Se non vi ascoltano, gridate ancora più forte, fate rumore, avete tutto il diritto di dire la vostra su ciò che riguarda il vostro futuro. Vi incoraggio ad essere intraprendenti, creativi e critici: sapete che quando un professore ha in classe degli studenti esigenti, critici, attenti, viene stimolato a impegnarsi di più e a preparare meglio le lezioni.

In questo Patto non ci sono degli “emittenti” e dei “destinatari”, ma tutti siamo chiamati a educarci in comunione, come suggeriva il pedagogista brasiliano Paulo Freire. Non temete dunque di essere esigenti: avete il diritto di ricevere il meglio per voi stessi così come i vostri educatori hanno il dovere di dare il meglio di sé stessi.

Tra le varie proposte del Patto Educativo Globale, ne richiamo due che ho visto presenti anche nella vostra Conferenza.

La prima: “Aprirsi all’accoglienza”, e quindi il valore dell’inclusione: non lasciarsi trascinare in ideologie miopi che vogliono mostrarvi l’altro, il diverso come un nemico. L’altro è una ricchezza. L’esperienza di milioni di studenti europei che hanno aderito al Progetto Erasmus testimonia che l’incontro tra persone di popoli diversi aiuta ad aprire gli occhi, la mente e il cuore. Fa bene avere “occhi grandi” per aprirsi agli altri. Nessuna discriminazione contro nessuno, per nessuna ragione. Essere solidali con tutti, non solo con chi mi assomiglia, o mostra un’immagine di successo, ma con coloro che soffrono, qualunque sia la nazionalità e la condizione sociale. Non dimentichiamo che milioni di europei in passato hanno dovuto emigrare in altri continenti in cerca di futuro. Anch’io sono figlio di italiani emigrati in Argentina.

L’obiettivo principale del Patto Educativo è quello di educare tutti a una vita più fraterna, basata non sulla competitività ma sulla solidarietà. La vostra aspirazione maggiore, cari giovani, non sia quella di entrare negli ambienti formativi d’élite, dove può accedere solo chi ha molto denaro. Questi istituti hanno spesso interesse a mantenere lo status quo, a formare persone che garantiscano il funzionamento del sistema così com’è. Vanno apprezzate piuttosto quelle realtà che uniscono la qualità formativa con il servizio al prossimo, sapendo che il fine dell’educazione è la crescita della persona orientata al bene comune. Saranno queste esperienze solidali che cambieranno il mondo, non quelle “esclusive” (ed escludenti) delle scuole d’élite. Eccellenza sì, ma per tutti, non solo per qualcuno.

Vi propongo di leggere l’Enciclica Fratelli tutti (3 ottobre 2020) e il Documento sulla fratellanza umana (4 febbraio 2019) firmato insieme al Grande Iman di Al-Azhar. So che in tante università e scuole musulmane stanno approfondendo con interesse questi testi, e così spero possano entusiasmare anche voi. Dunque, educazione non solo per “conoscere sé stessi” ma anche per conoscere l’altro.

L’altra proposta che vorrei richiamare riguarda la cura per la casa comune.

Anche qui ho notato con piacere che, mentre le generazioni precedenti parlavano molto e concludevano poco, voi invece siete stati capaci di iniziative concrete. Per questo dico che questa volta può essere la volta buona. Se non riuscirete voi a dare una svolta decisiva a questa tendenza autodistruttiva, sarà difficile che altri ci riusciranno in futuro. Non lasciatevi sedurre dalle sirene che propongono una vita di lusso riservata a una piccola fetta del mondo: possiate avere “occhi grandi” per vedere tutto il resto dell’umanità, che non si riduce alla piccola Europa; aspirare a una vita dignitosa e sobria, senza il lusso e lo spreco, perché tutti possano abitare il mondo con dignità. È urgente ridurre il consumo non solo di carburanti fossili ma anche di tante cose superflue; e così pure, in certe aree del mondo, è opportuno consumare meno carne: anche questo può contribuire a salvare l’ambiente.

A tale riguardo, vi farà bene – se non l’avete già fatto – leggere l’Enciclica Laudato si’, dove credenti e non credenti trovano motivazioni solide per impegnarsi in favore di una ecologia integrale. Educare, pertanto, per conoscere, oltre che sé stessi e l’altro, anche il creato.

Cari giovani, mentre voi state svolgendo la vostra Conferenza, in Ucraina – che non è UE, ma è Europa – si combatte una guerra assurda. Aggiungendosi ai numerosi conflitti in atto in diverse regioni del mondo, essa rende ancora più urgente un Patto Educativo che educhi tutti alla fraternità.

L’idea di un’Europa unita è sorta da un forte anelito di pace dopo tante guerre combattute nel Continente, e ha portato a un periodo di pace durato settant’anni. Ora dobbiamo impegnarci tutti a mettere fine a questo scempio della guerra, dove, come al solito, pochi potenti decidono e mandano migliaia di giovani a combattere e morire. In casi come questo è legittimo ribellarsi!

Qualcuno ha detto che, se il mondo fosse governato dalle donne, non ci sarebbero tante guerre, perché coloro che hanno la missione di dare la vita non possono fare scelte di morte. Allo stesso modo mi piace pensare che, se il mondo fosse governato dai giovani, non ci sarebbero tante guerre: coloro che hanno tutta la vita davanti non la vogliono spezzare e buttare via ma la vogliono vivere in pienezza.

Vorrei invitarvi a conoscere una figura straordinaria di giovane obiettore, un giovane europeo dagli “occhi grandi”, che si è battuto contro il nazismo durante la seconda guerra mondiale, Franz Jägerstätter, proclamato Beato dal Papa Benedetto XVI. Franz era un giovane contadino austriaco che, a motivo della sua fede cattolica, fece obiezione di coscienza di fronte all’ingiunzione di giurare fedeltà a Hitler e di andare in guerra. Franz era un ragazzo allegro, simpatico, spensierato, che crescendo, grazie anche alla moglie Francesca, con la quale ebbe tre figli, cambiò la sua vita e maturò convinzioni profonde. Quando venne chiamato alle armi si rifiutò, perché riteneva ingiusto uccidere vite innocenti. Questa sua decisione scatenò reazioni dure nei suoi confronti da parte della sua comunità, del sindaco, anche di familiari. Un sacerdote tentò di dissuaderlo per il bene della sua famiglia. Tutti erano contro di lui, tranne sua moglie Francesca, la quale, pur conoscendo i tremendi pericoli, stette sempre dalla parte del marito e lo sostenne fino alla fine. Nonostante le lusinghe e le torture, Franz preferì farsi uccidere che uccidere. Riteneva la guerra totalmente ingiustificata. Se tutti i giovani chiamati alle armi avessero fatto come lui, Hitler non avrebbe potuto realizzare i suoi piani diabolici. Il male per vincere ha bisogno di complici.

Franz Jägerstätter venne ucciso nella prigione dove era rinchiuso anche il suo coetaneo Dietrich Bonhoeffer, giovane teologo luterano tedesco, antinazista, che fece anch’egli la stessa tragica fine.

Questi due giovani “dagli occhi grandi” vennero uccisi perché rimasero fedeli fino alla fine agli ideali della loro fede. Ed ecco la quarta dimensione dell’educazione: dopo la conoscenza di sé stessi, degli altri e del creato, finalmente la conoscenza del principio e del fine di tutto. Cari giovani europei, vi invito a guardare oltre, in alto, per ricercare sempre il senso della vostra vita, la vostra origine, il fine, la Verità, perché non si vive se non si cerca la Verità. Camminate con i piedi ben piantati sulla terra, ma con sguardo ampio, aperto all’orizzonte, al cielo. Vi potrà aiutare in questo la lettura dell’Esortazione apostolica Christus vivit, indirizzata in modo speciale ai giovani. E poi vi invito tutti alla Giornata Mondiale della Gioventù del prossimo anno a Lisbona, dove potrete condividere i vostri sogni più belli con giovani di tutto il mondo.

E voglio concludere con un augurio: che siate giovani generativi, capaci di generare nuove idee, nuove visioni del mondo, dell'economia, della politica, della convivenza sociale; ma non solo nuove idee, soprattutto nuove strade, da percorrere insieme. E che possiate essere generosi anche nel generare nuove vite, sempre e solo per amore! Amore al vostro sposo e alla vostra sposa, amore alla famiglia, amore ai vostri figli, e anche amore all’Europa, perché sia per tutti terra di pace, di libertà e di dignità.

Buon incontro e buon cammino! Vi mando di cuore il mio saluto e la mia benedizione. E vi chiedo per favore di pregare per me.

Roma, San Giovanni in Laterano, 6 luglio 2022

FRANCESCO

[01069-IT.01] [Testo originale: Italiano]

Traduzione in lingua francese

Chers jeunes !

Je suis très heureux de m'adresser à vous qui participez à la Conférence européenne de la jeunesse. Je voudrais vous dire quelque chose qui me tient à cœur. Tout d'abord, je voudrais vous inviter à transformer le "vieux continent" en un "nouveau continent", et cela n'est possible qu'avec vous. Je sais que votre génération a de bonnes cartes à jouer: vous êtes des jeunes attentifs, moins idéologisés, habitués à étudier dans d'autres pays européens, ouverts aux expériences de volontariat, sensibles aux questions environnementales. C'est pourquoi je pense qu'il y a de l'espoir.

Vous, jeunes Européens, avez une mission importante. Si, par le passé, vos ancêtres sont allés sur d'autres continents, pas toujours pour de nobles intérêts, c'est maintenant à vous de présenter au monde un nouveau visage de l’Europe.

En ce qui concerne l’origine du nom «Europe», il n'y a pas encore d'explications certaines. Parmi les différentes hypothèses, l'une d'entre elles est particulièrement suggestive : elle remonte à l'expression «eurús op», c'est-à-dire "grand œil", "regard large", évoquant la capacité de regarder au-delà. Europe, une figure mythologique qui rendait les dieux amoureux d'elle, était appelée «la jeune fille aux grands yeux». Je pense donc aussi à vous, jeunes Européens, comme à des personnes au regard large et ouvert, capables de regarder au-delà.

Peut-être avez-vous entendu parler de l'initiative, lancée en septembre 2019, appelée Pacte Educatif Global. Il s'agit d'une alliance entre des éducateurs du monde entier pour éduquer les jeunes générations à la fraternité. Cependant, étant donné que ce monde est dirigé par des adultes et des anciens, il semble que ce soit vous qui devriez peut-être éduquer les adultes à la fraternité et à la coexistence pacifique !

L'un des premiers engagements du Pacte éducatif est d'écouter les enfants, les adolescents et les jeunes. C'est pourquoi, chers jeunes, faites entendre votre voix ! S'ils ne vous écoutent pas, criez encore plus fort, faites du bruit, vous avez le droit d'avoir votre mot à dire sur ce qui concerne votre avenir. Je vous encourage à être entreprenants, créatifs et critiques: vous savez que lorsqu'un enseignant a dans sa classe des élèves exigeants, critiques et attentifs, il est stimulé pour travailler davantage et préparer de meilleures leçons.

Dans cette alliance, il n'y a pas d'«émetteurs» et de «destinataires», mais nous sommes tous appelés à nous éduquer en communion, comme l'a suggéré le pédagogue brésilien Paulo Freire. N'ayez donc pas peur d'être exigeants: vous avez le droit de recevoir le meilleur de vous-mêmes tout comme vos éducateurs ont le devoir de donner le meilleur d'eux-mêmes.

Parmi les différentes propositions du Pacte éducatif global, je voudrais en rappeler deux que j'ai également vues lors de votre conférence.

Le premier : "S'ouvrir à l'accueil", et donc la valeur de l'inclusion : ne pas se laisser entraîner par des idéologies à courte vue qui veulent montrer l'autre, le différent comme un ennemi. L'autre est un atout. L'expérience de millions d'étudiants européens qui ont participé au projet Erasmus témoigne du fait que les rencontres entre personnes de peuples différents contribuent à ouvrir les yeux, les esprits et les cœurs. Il est bon d'avoir de "grands yeux" pour s'ouvrir aux autres. Aucune discrimination à l'égard de quiconque, pour quelque raison que ce soit. Être solidaire de tous, pas seulement de ceux qui me ressemblent, ou qui affichent une image de réussite, mais de ceux qui souffrent, quelle que soit leur nationalité ou leur statut social. N'oublions pas que des millions d'Européens ont dû, par le passé, émigrer vers d'autres continents à la recherche d'un avenir. Je suis moi aussi le fils d'Italiens qui ont émigré en Argentine.

L'objectif principal du pacte éducatif est d'éduquer chacun à une vie plus fraternelle, basée non pas sur la compétitivité mais sur la solidarité. Votre plus grande aspiration, chers jeunes, n'est pas d'entrer dans des environnements éducatifs d'élite, où seuls ceux qui ont beaucoup d'argent peuvent entrer. Ces institutions ont souvent intérêt à maintenir le status quo, à former des gens pour que le système fonctionne tel qu'il est. Il convient plutôt d'apprécier les réalités qui allient la qualité de l'enseignement au service des autres, sachant que le but de l'éducation est la croissance de la personne orientée vers le bien commun. Ce sont ces expériences de solidarité qui changeront le monde, et non les expériences «exclusives» (et excluantes) des écoles d'élite. L'excellence oui, mais pour tous, pas seulement pour certains.

Je vous suggère de lire l'encyclique Fratelli Tutti (3 octobre 2020) et le Document sur la fraternité humaine (4 février 2019) signé avec le Grand Iman d'Al-Azhar. Je sais que de nombreuses universités et écoles musulmanes étudient ces textes avec intérêt, et j'espère donc qu'ils vous enthousiasmeront également. L'éducation ne vise donc pas seulement à "se connaître soi-même" mais aussi à connaître l'autre.

L'autre proposition que je voudrais mentionner concerne le soin de la maison commune.

Là aussi, j'ai été heureux de constater que si les générations précédentes parlaient beaucoup et concluaient peu, vous, en revanche, étiez capables d'initiatives concrètes. C'est pourquoi je dis que cette fois-ci est peut-être la bonne. Si vous ne parvenez pas à inverser cette tendance autodestructrice, il sera difficile pour les autres de le faire à l'avenir. Ne vous laissez pas séduire par les sirènes qui proposent une vie de luxe réservée à une petite partie du monde: ayez de "grands yeux" pour voir tout le reste de l'humanité, qui ne se réduit pas à la petite Europe; aspirez à une vie digne et sobre, sans luxe ni gaspillage, pour que tous puissent habiter le monde dignement. Il est urgent de réduire la consommation non seulement de combustibles fossiles mais aussi de nombreuses choses superflues; de même, dans certaines régions du monde, il convient de consommer moins de viande: cela aussi peut contribuer à sauver l'environnement.

À cet égard, il vous sera utile - si vous ne l’avez pas déjà fait - de lire l'encyclique Laudato si', où croyants et non-croyants trouvent de solides motivations pour s'engager dans une écologie intégrale. Éduquer, donc, pour connaître non seulement soi-même et les autres, mais aussi la création.

Chers jeunes, pendant que vous tenez votre conférence, une guerre absurde se déroule en Ukraine - qui n'est pas dans l'UE, mais qui est dans l’Europe. Ajouté aux nombreux conflits qui se déroulent dans différentes régions du monde, celui-ci rend d'autant plus urgent un pacte éducatif qui éduque chacun à la fraternité.

L’idée d'une Europe unie est née d'une forte aspiration à la paix après tant de guerres menées sur le continent, et a conduit à une période de paix de soixante-dix ans. Maintenant, nous devons tous nous engager à mettre fin à ces ravages de la guerre, où, comme d'habitude, quelques personnes puissantes décident et envoient des milliers de jeunes gens se battre et mourir. Dans des cas comme celui-ci, il est légitime de se rebeller !

Quelqu'un a dit que, si le monde était dirigé par des femmes, il n’y aurait pas tant de guerres, car celles qui ont la mission de donner la vie ne peuvent pas faire de choix de mort. De même, j'aime à penser que si le monde était dirigé par des jeunes, il n'y aurait pas autant de guerres: ceux qui ont toute la vie devant eux ne veulent pas la briser et la jeter, mais la vivre pleinement.

Je vous invite à faire connaissance avec la figure extraordinaire d'un jeune objecteur de conscience, d'un jeune Européen aux «grands yeux», qui a combattu le nazisme pendant la Seconde Guerre mondiale, Franz Jägerstätter, proclamé bienheureux par le Pape Benoît XVI. Franz était un jeune paysan autrichien qui, en raison de sa foi catholique, a fait en conscience objection à l'injonction de prêter allégeance à Hitler et de partir à la guerre. Franz était un garçon joyeux, sympathique et insouciant qui, en grandissant, grâce aussi à sa femme Francesca, avec qui il a eu trois enfants, a changé de vie et développé des convictions profondes. Lorsqu'il a été appelé aux armes, il a refusé, car il estimait qu'il était injuste de tuer des vies innocentes. Sa décision a déclenché de dures réactions à son égard de la part de sa communauté, du maire et même des membres de sa famille. Un prêtre a essayé de le dissuader pour le bien de sa famille. Tout le monde était contre lui, sauf sa femme Francesca qui, même si elle connaissait les énormes dangers, a toujours été aux côtés de son mari et l'a soutenu jusqu'au bout. Malgré les flatteries et les tortures, Franz préférait être tué que de tuer. Il considérait que la guerre était totalement injustifiée. Si tous les jeunes hommes appelés aux armes avaient fait comme lui, Hitler n'aurait pas été en mesure de réaliser ses plans diaboliques. Le mal a besoin de complices pour gagner.

Franz Jägerstätter a été tué dans la prison où était également emprisonné son homologue Dietrich Bonhoeffer, un jeune théologien luthérien allemand et antinazi, qui a connu la même fin tragique.

Ces deux jeunes hommes "aux grands yeux" ont été tués parce qu'ils sont restés fidèles aux idéaux de leur foi jusqu'au bout. Et voici la quatrième dimension de l'éducation : après la connaissance de soi, des autres et de la création, il y a enfin la connaissance du début et de la fin de tout. Chers jeunes Européens, je vous invite à regarder au-delà, vers le haut, à toujours chercher le sens de votre vie, votre origine, votre fin, la Vérité, car vous ne pouvez pas vivre si vous ne cherchez pas la Vérité. Marchez les pieds fermement plantés sur la terre, mais avec un regard large, ouvert sur l'horizon, sur le ciel. La lecture de l’Exhortation apostolique Christus vivit, adressée en particulier aux jeunes, vous y aidera. Et puis je vous invite tous à la Journée Mondiale de la Jeunesse de l'année prochaine à Lisbonne, où vous pourrez partager vos plus beaux rêves avec des jeunes du monde entier.

Et je voudrais conclure par un souhait: que vous soyez des jeunes génératifs, capables de générer de nouvelles idées, de nouvelles visions du monde, de l'économie, de la politique, de la cohabitation sociale; mais pas seulement de nouvelles idées, surtout de nouveaux chemins, à parcourir ensemble. Et puissiez-vous aussi être généreux en générant de nouvelles vies, toujours et seulement par amour ! Amour à votre mari et à votre femme, amour à votre famille, amour à vos enfants, et aussi amour à l'Europe, afin qu'elle soit pour tous une terre de paix, de liberté et de dignité.

Bonne réunion et bon voyage! Je vous adresse cordialement mes salutations et ma bénédiction. Et je vous demande de prier pour moi.

Rome, Saint Jean de Latran, 6 juillet 2022

FRANÇOIS

[01069-FR.01] [Texte original: Italien]

Traduzione in lingua inglese

Dear young people!

I am very happy to address you who are participating in the European Youth Conference. I would like to tell you something that is very close to my heart. Above all, I invite you to transform the “old continent” into a “new continent”, and this is only possible with you. I know that your generation has some good cards to play: you are attentive young people, less ideologized, accustomed to studying in other European countries, open to volunteering and sensitive to environmental issues. This is why I feel there is hope.

As young Europeans, you have an important mission. If in the past your ancestors went to other continents, not always for noble interests, it is now up to you to present the world with a new face of Europe.

Regarding the origin of the name “Europe”, there are still no certain explanations. Among the various hypotheses, one is particularly suggestive: it goes back to the Greek words eurús ops, meaning “wide eye”, evoking the ability to see ahead and beyond. Europa, a mythological figure who made the gods fall in love with her, was called “the wide-eyed maiden”. So I also think of you, young Europeans, as people with a wide, open gaze, capable of looking ahead and beyond.

Perhaps you have heard of the initiative, launched in September 2019, called the Global Compact on Education. It is an alliance between educators around the world to educate the younger generations in fraternity. Seeing, however, how our world is being led by adults and elders, it seems that perhaps you should be the ones to educate adults in fraternity and peaceful coexistence!

Among the first commitments of the Educational Pact is to listen to children, adolescents and young people. So dear young people, make your voices heard! If they do not listen to you, shout even louder, make noise; you have every right to have your say on what concerns your future. I encourage you to be enterprising, creative and critical. You know that when a teacher has demanding, critical, attentive students in his class, he or she is stimulated to work harder and prepare better lessons.

In this Compact, there are no “givers” and “takers”, but all of us are called to educate ourselves in communion, as the Brazilian pedagogue Paulo Freire has suggested. So do not be afraid to be demanding. You have a right to receive the best for yourselves just as your educators have the duty to give the best of themselves.

Among the various proposals of the Global Compact on Education, I would like to recall two that I also noted in your Conference.

First, be open to acceptance, and hence to the value of inclusion. Don’t let yourselves be drawn into short-sighted ideologies that want to show others, those who are different from ourselves, as enemies. Others are an asset. The experience of the millions of European students who have taken part in the Erasmus Project testifies to the fact that encounters between people from different peoples help to open eyes, minds and hearts. It is good to have “a broad outlook” in order to be open up to others, and not discriminating against anyone, for any reason. Be in solidarity with everyone, not only with those who look like us, or give off an image of success, but with those who suffer, whatever their nationality or social status. Let us not forget that millions of Europeans in the past have had to emigrate to other continents in search of a future. I myself am the son of Italians who emigrated to Argentina.

The main objective of the Educational Pact is to educate everyone to a more fraternal life, based not on competitiveness but on solidarity. Your greatest aspiration, dear young people, should not be to enter elite educational environments, where only people with lots of money can be accepted. Such institutions often have an interest in maintaining the status quo, in training people to ensure that the system works the way it is. Rather, those schools that combine educational quality with service to others should be valued, since the purpose of education is personal growth directed towards the common good. These experiences of solidarity will change the world, not the “exclusive” (and exclusionary) experiences of elite schools. Excellence yes, but for all, not just for some.

I would encourage you to read my Encyclical Fratelli Tutti (3 October 2020) and the Document on Human Fraternity (4 February 2019), which I signed together with the Grand Imam of Al-Azhar. I know that many Muslim universities and schools are reading these texts with interest, and so I hope you too will find them inspiring. Education, then, should have as its goal not only to “know oneself” but also to know others.

The other proposal I would like to mention concerns care for the common home.

Here too I was pleased to note that while previous generations talked a lot and concluded little, you on the other hand have been capable of concrete initiatives. That is why I say that this, more than ever, is the right time. If you do not succeed in turning this self-destructive trend around, it will be difficult for others to do so in the future. Don’t let yourselves be seduced by the sirens that propose a life of luxury reserved for a small slice of the world. Instead, have that “broad outlook” that can take in all the rest of humanity, which is much bigger than our little continent. May you aspire to a life of dignity and sobriety, without luxury and waste, so that everyone in our world can enjoy a dignified existence. There is an urgent need to reduce the consumption not only of fossil fuels but also of so many superfluous things. In certain areas of the world, too, it would be appropriate to consume less meat: this too can help save the environment.

In this regard, it will do you good – if you have not already done so – to read my Encyclical Laudato Si', in which believers and non-believers alike can find solid motivations for committing themselves to an integral ecology. An education, then, aimed not only at knowing oneself and others, but also creation.

Dear young people, while you are holding your Conference, in Ukraine – which is not in the EU, but is Europe – a senseless war is being fought. Added to the numerous conflicts taking place in different regions of the world, it makes the need for an educational pact that educates everyone to fraternity all the more urgent.

The idea of a united Europe arose from a powerful yearning for peace in the wake of the numerous wars fought on this continent, and it led to a seventy-year period of peace. Now we must all commit ourselves to putting an end to this dreadful war, where, as usual, a few powerful people decide and send thousands of young people to fight and die. In cases like this, it is legitimate to rebel!

Someone has said that, if the world were ruled by women, there would not be so many wars, because those who have the mission of giving life cannot make death choices. In a similar vein, I like to think that if the world were ruled by young people, there would not be so many wars. Those who have their whole life ahead of them do not want to ruin it and throw it away, but to live it to the full.

I would like to invite you to get to know the extraordinary figure of a young objector, a young European with “a broad outlook”, who fought against Nazism during the Second World War. His name was Franz Jägerstätter, and he was beatified by Pope Benedict XVI. Franz was a young Austrian who, because of his Catholic faith, made a conscientious objection to the injunction to swear allegiance to Hitler and go to war. As a boy, he was cheerful, likeable and carefree, but as he matured, thanks also to his wife Franziska, with whom he had three children, he changed his life and developed profound convictions. When called to arms, he refused, because he felt it was unjust to kill innocent lives. His decision triggered harsh reactions towards him from his community, the mayor, and even members of his family. A priest tried to dissuade him for the sake of his family. Everyone was against him, except his wife Franziska, who, despite knowing the price to be paid, always stood by her husband and supported him to the end. Despite cajoling and torture, Franz preferred to be killed than to kill. He considered the war totally unjustified. If all the young men called to arms had done as he did, Hitler would not have been able to carry out his diabolical plans. To triumph, evil needs accomplices.

Franz Jägerstätter was executed in the same prison where his contemporary Dietrich Bonhoeffer, a young German Lutheran theologian and anti-Nazi, was also imprisoned and met the same tragic end.

These two young men of “broad outlook” were killed because they remained faithful to the ideals of their faith to the end. Here we can see a fourth dimension of education: alongside knowledge of oneself, of others and of creation, also knowledge of the beginning and end of all things. Dear young Europeans, I invite you to look upwards and beyond, to keep seeking the real meaning of your life, where you come from and where you are going, and the Truth, because we cannot live authentically if we do not seek the Truth. Walk with your feet firmly planted on the earth, but with a broad gaze, open to the horizon, open to the sky. Reading my Apostolic Exhortation Christus Vivit, addressed especially to young people, can help you in this. And I invite all of you to next year’s World Youth Day in Lisbon. There you will be able to share your finest and most beautiful dreams with young people from all over the world.

Let me conclude with a wish. May you be generative! Young people capable of generating new ideas, new visions of the world, of the economy, of politics, of social coexistence, but above of new paths to be travelled together. And may you also be generous in generating new lives, always and only as the fruit of love! The love of husband and wife, the love of family and children, but also love of Europe, so that it can be for everyone a land of peace, freedom and dignity.

Have a good meeting and a good journey! I send you my warm greeting and my blessing. And I ask you, please, to pray for me.

Rome, Saint John Lateran, 6 July 2022

FRANCIS

[01069-EN.01] [Original text: Italian]

Traduzione in lingua spagnola

Queridos jóvenes:

Me siento muy contento de dirigirme a vosotros, que estáis participando en la Conferencia Europea de la Juventud. Quisiera compartiros algo que me interesa mucho. En primer lugar, me gustaría invitaros a transformar el “viejo continente” en un “nuevo continente”, y esto sólo es posible con vosotros. Sé que vuestra generación tiene algunas buenas cartas que jugar: sois jóvenes atentos, menos ideologizados, acostumbrados a estudiar en otros países europeos, abiertos a las experiencias de voluntariado, sensibles a las cuestiones medioambientales. Por eso siento que hay esperanza.

Vosotros, jóvenes europeos, tenéis una misión importante. Si en el pasado vuestros ancestros viajaron a otros continentes, no siempre por intereses nobles, ahora os toca a vosotros presentar al mundo una nueva cara de Europa.

Com respecto al origen del nombre “Europa”, todavía no hay explicaciones seguras. Entre las diversas hipótesis, una es particularmente sugestiva: se remonta a la expresión “eurús op”, es decir, “ojo grande”, “mirada amplia”, que evoca la capacidad de mirar más allá. Europa, una figura mitológica que había hecho que los dioses se enamoraran de ella, era llamada “la doncella de los ojos grandes”. Así que también pienso en vosotros, jóvenes europeos, como personas con una mirada amplia y abierta, capaces de ver más allá.

Quizá hayáis oído hablar de la iniciativa denominada Pacto Educativo Global, lanzada en septiembre de 2019. Se trata de una alianza entre educadores de todo el mundo para educar a las jóvenes generaciones en la fraternidad. Sin embargo, viendo cómo va este mundo dirigido por los adultos y los mayores, parece que tal vez deberíais ser vosotros los que educarais a los adultos en la fraternidad y la convivencia pacífica.

Uno de los primeros compromisos del Pacto Educativo es el de escuchar a los niños, adolescentes y jóvenes. Por eso, queridos jóvenes, ¡haced que se oiga vuestra voz! Si no os escuchan, gritad aún más fuerte, haced ruido, tenéis todo el derecho a opinar sobre lo que concierne a vuestro futuro. Os animo a ser emprendedores, creativos y críticos. Ya sabéis que cuando un profesor tiene en su clase alumnos exigentes, críticos y atentos, se ve estimulado a trabajar más y a preparar mejor las lecciones.

En este Pacto no hay “emisores” y “destinatarios”, sino que todos estamos llamados a educarnos en comunión, como sugería el pedagogo brasileño Paulo Freire. Por tanto, no tengáis miedo a ser exigentes, tenéis derecho a recibir lo mejor para vosotros mismos, al igual que vuestros educadores tienen el deber de dar lo mejor de sí mismos.

Entre las diversas propuestas del Pacto Educativo Global, me gustaría recordar dos que vi también presentes en vuestra Conferencia.

La primera es “Abrirse a la acogida”, y de ahí el valor de la inclusión; no dejarse arrastrar por ideologías miopes que quieren mostraros al otro, al que es diferente, como un enemigo. El otro es una riqueza. La experiencia de millones de estudiantes europeos que han participado en el Proyecto Erasmus atestigua que los encuentros entre personas de diferentes pueblos ayudan a abrir los ojos, la mente y el corazón. Es bueno tener “ojos grandes” para abrirse a los demás. No se discrimina a nadie, por ningún motivo. Ser solidario con todos, no sólo con los que se parecen a mí, o muestran una imagen de éxito, sino con aquellos que sufren, sin importar su nacionalidad o condición social. No olvidemos que en el pasado millones de europeos tuvieron que emigrar a otros continentes en busca de un futuro. Yo también soy hijo de italianos que emigraron a Argentina.

El objetivo principal del Pacto Educativo es educar a todos en una vida más fraterna, basada no en la competitividad sino en la solidaridad. Que vuestra mayor aspiración, queridos jóvenes, no sea entrar en entornos educativos de élite, donde sólo pueden acceder los que tienen mucho dinero. Estas instituciones suelen tener interés en mantener el status quo, en formar a las personas para que el sistema funcione tal y como está. Más bien hay que valorar aquellas realidades que combinan la calidad educativa con el servicio a los demás, sabiendo que la finalidad de la educación es el crecimiento de la persona orientado al bien común. Son estas experiencias de solidaridad las que cambiarán el mundo, no las experiencias “exclusivas” (y excluyentes) de las escuelas de élite. Excelencia sí, pero para todos, no sólo para algunos.

Os sugiero que leáis la Encíclica Fratelli tutti (3 octubre 2020) y el Documento sobre la Fraternidad humana (4 febrero 2019) firmado junto al Gran Imán de Al-Azhar. Sé que muchas universidades y escuelas musulmanas están estudiando estos textos con interés, por lo que espero que a vosotros también os entusiasmen. Por tanto, educación no sólo para “conocerse a sí mismo”, sino también para conocer al otro.

La otra propuesta que me gustaría mencionar se refiere al cuidado de la casa común.

También en este caso me alegró comprobar que, mientras las generaciones anteriores hablaban mucho y concluían poco, vosotros, en cambio, sois capaces de tomar iniciativas concretas. Por eso digo que este momento puede ser el adecuado. Si no conseguís darle la vuelta a esta tendencia autodestructiva, será difícil que otros lo hagan en el futuro. No os dejéis seducir por las sirenas que proponen una vida de lujo reservada a una pequeña porción del mundo, ojalá que tengáis “ojos grandes” para ver al resto de la humanidad en su conjunto, que no se reduce a la pequeña Europa; que aspiréis a una vida digna y sobria, sin lujos ni derroches, para que todos puedan habitar el mundo con dignidad. Es urgente reducir el consumo no sólo de combustibles fósiles, sino también de muchas cosas superfluas; e igualmente, en ciertas zonas del mundo, sería conveniente consumir menos carne, esto también puede ayudar a salvar el medio ambiente.

A este respecto, os hará bien —si no lo habéis hecho ya— leer la Encíclica Laudato si’, donde creyentes y no creyentes encuentran sólidas motivaciones para comprometerse en favor de una ecología integral. Educar, por lo tanto, para conocer no sólo a uno mismo y a los demás, sino también a la creación.

Queridos jóvenes, mientras vosotros celebráis vuestra Conferencia, en Ucrania —que no es la UE, pero sí Europa— se libra una guerra absurda. Sumado a los numerosos conflictos que tienen lugar en diferentes regiones del mundo, se hace más urgente un Pacto Educativo que eduque a todos en la fraternidad.

La idea de una Europa unida surgió de un fuerte anhelo de paz después de muchas guerras libradas en el continente, y condujo a un período de setenta años de paz. Ahora debemos comprometernos todos para poner fin a estos estragos de la guerra, donde, como siempre, unos pocos poderosos deciden y envían a miles de jóvenes a luchar y morir. En casos como éste, es legítimo rebelarse.

Alguien dijo que, si el mundo estuviera gobernado por mujeres, no habría tantas guerras, porque quienes tienen la misión de dar la vida no pueden tomar decisiones de muerte. Del mismo modo, me gusta pensar que si el mundo estuviera gobernado por los jóvenes, no habría tantas guerras; los que tienen toda la vida por delante no quieren romperla y tirarla, sino que quieren vivirla plenamente.

Me gustaría invitaros a conocer la extraordinaria figura de un joven objetor, un joven europeo de “ojos grandes”, que luchó contra el nazismo durante la segunda guerra mundial, Franz Jägerstätter, proclamado beato por el Papa Benedicto XVI. Franz era un joven campesino austríaco que, debido a su fe católica, hizo una objeción de conciencia al mandato de jurar lealtad a Hitler y de ir a la guerra. Franz era un chico alegre, simpático y despreocupado que, al crecer, gracias también a su esposa Francesca, con la que tuvo tres hijos, cambió su vida y maduró convicciones profundas. Cuando lo llamaron a las armas se negó, porque consideraba injusto matar vidas inocentes. Su decisión provocó duras reacciones contra él por parte de su comunidad, del alcalde e incluso de sus familiares. Un sacerdote intentó disuadirle por el bien de su familia. Todos estaban en su contra, excepto su esposa Francesca, que, a pesar de conocer los tremendos peligros, siempre estuvo al lado de su esposo y lo apoyó hasta el final. A pesar de los intentos de persuasión y de las torturas, Franz prefirió ser asesinado que matar. Consideraba la guerra totalmente injustificada. Si todos los jóvenes llamados a las armas hubieran hecho lo mismo que él, Hitler no habría podido realizar sus diabólicos planes. El mal necesita cómplices para ganar.

Franz Jägerstätter fue asesinado en la prisión en la que también estaba encarcelado su compañero Dietrich Bonhoeffer, un joven teólogo luterano alemán y antinazi, que también tuvo el mismo trágico final.

Estos dos jóvenes “de ojos grandes” fueron asesinados porque permanecieron fieles a los ideales de su fe hasta el final. Y aquí está la cuarta dimensión de la educación: después del conocimiento de uno mismo, de los demás y de la creación, finalmente, el conocimiento del principio y del fin de todo. Queridos jóvenes europeos, os invito a mirar más allá, hacia arriba, a buscar siempre el sentido de vuestra vida, vuestro origen, vuestro fin, la Verdad, porque si no se busca la Verdad no se puede vivir. Caminad con los pies bien puestos en la tierra, pero con la mirada amplia, abierta al horizonte, al cielo. La lectura de la Exhortación apostólica Christus vivit, dirigida especialmente a los jóvenes, os ayudará en esto. Además os invito a todos a la Jornada Mundial de la Juventud del año que viene en Lisboa, donde podréis compartir vuestros sueños más bonitos con jóvenes de todo el mundo.

Quisiera concluir con un deseo: que seáis jóvenes generadores, capaces de generar nuevas ideas, nuevas visiones del mundo, de la economía, de la política, de la convivencia social; pero no sólo nuevas ideas, sino sobre todo nuevos caminos, para recorrerlos juntos. ¡Y que también podáis ser generosos al generar nuevas vidas, siempre y sólo por amor! Amor a vuestro esposo y a vuestra esposa, amor a vuestra familia, amor a vuestros hijos, y también amor a Europa, para que sea para todos una tierra de paz, de libertad y de dignidad.

¡Buen encuentro y buen camino! Os envío cordialmente mis saludos y mi bendición. Y os pido, por favor, que recéis por mí.

Roma, San Juan de Letrán, 6 de julio de 2022

FRANCISCO

[01069-ES.01] [Texto original: Italiano]

Traduzione in lingua portoghese

Queridos jovens!

Estou muito contente com esta possibilidade de me dirigir a vós que tomais parte na Conferência Europeia da Juventude. Tenho algo a dizer-vos que me está muito a peito. Antes de mais nada, quero convidar-vos a transformar o «Velho Continente» num «continente novo», e isto só é possível convosco. A vossa geração apresenta-se dotada de particulares recursos – sois jovens atentos, menos ideologizados, habituados a estudar noutros países europeus, abertos a experiências de voluntariado, sensíveis às temáticas do meio-ambiente –, por isso sinto que há uma esperança.

Vós, jovens europeus, tendes uma missão importante. Se outrora os vossos antepassados se aventuraram para outros continentes, nem sempre por interesses nobres, agora compete-vos a vós apresentar ao mundo um novo rosto da Europa.

Quanto à origem do nome «Europa», ainda não há uma certeza. De entre as várias hipóteses, há uma que é particularmente sugestiva: o nome derivaria da expressão eurús op, ou seja, «vista grande», «amplo olhar», que evoca a capacidade de olhar mais além. Figura mitológica que fizera os deuses enamorarem-se dela, Europa era chamada «a donzela dos olhos grandes». Apraz-me pensar-vos assim, jovens europeus, como pessoas de olhar amplo, aberto, capazes de ver mais além.

Talvez tenhais já ouvido falar da iniciativa, lançada em setembro de 2019, designada Pacto Educativo Global. Trata-se duma aliança entre os educadores de todo o mundo com a finalidade de educar as gerações jovens para a fraternidade. Mas, vendo como está a andar este mundo guiado por adultos e idosos, parece que deveríeis antes ser vós a educar os adultos para a fraternidade e a convivência pacífica!

Entre os primeiros compromissos do Pacto Educativo, aparece o de ouvir as crianças, os adolescentes e os jovens. Por isso, queridos jovens, fazei ouvir a vossa voz! Se não vos ouvirem, gritai ainda mais forte, fazei rumor, tendes todo o direito de dar a vossa opinião sobre o que diz respeito ao vosso futuro. Encorajo-vos a ser empreendedores, criativos e críticos: como sabeis, quando um professor tem alunos exigentes, críticos e atentos nas aulas, sente-se estimulado a empenhar-se mais e preparar melhor as lições.

Neste Pacto, não há «remetentes» e «destinatários», mas todos somos chamados a educar-nos em comunhão, como sugeria o pedagogo brasileiro Paulo Freire. Portanto, não tenhais medo de ser exigentes: tendes o direito de receber o melhor para vós próprios, tal como os vossos educadores têm o dever de dar o melhor de si mesmos.

De entre as várias propostas do Pacto Educativo Global, recordo duas que vi referidas também na vossa Conferência.

A primeira é «abrir-se ao acolhimento», ou seja, o valor da inclusão: não vos deixeis arrastar por ideologias míopes que pretendem mostrar-vos o outro, o diverso como um inimigo. O outro é uma riqueza. A experiência de milhões de estudantes europeus que aderiram ao «Projeto Erasmus» atesta que o encontro entre indivíduos de povos diversos ajuda a abrir os olhos, a mente e o coração. É bom ter «olhos grandes» para se abrir aos outros. Nenhuma discriminação contra ninguém, por nenhuma razão. Sejamos solidários com todos; não só com quem se parece comigo ou mostra uma imagem de sucesso, mas também com aqueles que sofrem, independentemente da sua nacionalidade e condição social. Não esqueçamos que, no passado, milhões de europeus tiveram de emigrar para outros continentes em busca de um futuro. Também eu sou filho de italianos que emigraram para a Argentina.

O objetivo principal do Pacto Educativo é educar a todos para uma vida mais fraterna, baseada, não na competitividade, mas na solidariedade. Que a vossa maior aspiração, queridos jovens, não seja a de entrar nos ambientes formativos de elite, aonde pode aceder apenas quem tem muito dinheiro. Frequentemente tais instituições têm interesse em manter o estado em que as coisa se encontram, em formar pessoas que garantam o funcionamento do sistema assim como está. Ao contrário, há que apreciar as realidades que unem a qualidade formativa com o serviço ao próximo, sabendo que a finalidade da educação é o crescimento da pessoa orientada para o bem comum. Serão estas experiências solidárias que hão de mudar o mundo; não as experiências «exclusivas» (e de exclusão) das escolas de elite. Excelência sim, mas para todos! Não apenas para alguns...

Proponho-vos a leitura da Encíclica Fratelli tutti (3 de outubro de 2020) e o Documento sobre a Fraternidade Humana (4 de fevereiro de 2019) que assinei em conjunto com o Grande Imã de Al-Azhar. Sei que muitas universidades e escolas muçulmanas estão a aprofundar, com interesse, estes textos e espero que possam entusiasmar-vos também a vós. Educação, pois, não só para «se conhecer a si próprio», mas também para conhecer o outro.

A outra proposta que quero recordar diz respeito ao cuidado pela casa comum.

Também aqui notei com prazer que, enquanto as gerações anteriores falavam muito e concluíam pouco, vós, ao contrário, sois capazes de iniciativas concretas. Por isso digo que esta pode ser a ocasião boa. Se não conseguirdes vós dar uma viragem decisiva a esta tendência autodestrutiva, será difícil que o consigam outros no futuro. Não vos deixeis seduzir pelas sereias que propõem uma vida de luxo reservada a uma pequena porção do mundo: oxalá tenhais «olhos grandes» para ver todo o resto da humanidade, que não se reduz à pequena Europa; oxalá aspireis a uma vida digna, mas sóbria, sem luxo nem desperdícios, para que todos possam habitar o mundo com dignidade. É urgente reduzir o consumo não só de combustíveis fósseis, mas também de muitas coisas supérfluas; e de igual modo é conveniente, em certas regiões do mundo, consumir menos carne: também isto pode ajudar a salvar o meio ambiente.

A propósito, far-vos-á bem – se é que ainda não o fizestes – ler a Encíclica Laudato si’, onde crentes e não-crentes têm encontrado sólidas motivações para se empenhar a favor duma ecologia integral. Educar, pois, para conhecer, além de si mesmo e do outro, também a criação.

Queridos jovens, ao mesmo tempo que estais a realizar a vossa Conferência, na Ucrânia (que não é União Europeia, mas é Europa), combate-se uma guerra absurda. Esta, juntando-se aos numerosos conflitos em curso em diversas regiões do mundo, torna ainda mais urgente um Pacto Educativo que a todos instrua para a fraternidade.

A ideia duma Europa Unida brotou dum forte anseio de paz, depois de tantas guerras travadas no Continente, e levou a um período de paz que durou setenta anos. Agora todos nos devemos empenhar para pôr fim a esta loucura da guerra, onde, como de costume, uns poucos poderosos decidem e mandam a combater e morrer milhares de jovens. Em casos como este, é legítimo rebelar-se!

Disse alguém que, se o mundo fosse governado pelas mulheres, não haveria tantas guerras, porque elas que têm a missão de dar a vida não podem abraçar opções de morte. De modo semelhante apraz-me pensar que, se o mundo fosse governado pelos jovens, não haveria tantas guerras: aqueles que têm toda a vida diante de si, não a querem esfrangalhar e malbaratar, mas vivê-la em plenitude.

Queria convidar-vos a conhecer a figura extraordinária de um jovem objetor, um jovem europeu dos «olhos grandes», que lutou contra o nazismo durante a II Guerra Mundial, Franz Jägerstätter, proclamado Beato pelo Papa Bento XVI. Franz era um jovem agricultor austríaco que, devido à sua fé católica, fez objeção de consciência perante a ordem de jurar fidelidade a Hitler e ir para a guerra. Franz era um jovem alegre, simpático, descontraído que ao crescer, graças também à sua esposa Francisca com quem teve três filhos, mudou a sua vida e maturou convicções profundas. Quando foi chamado às armas, recusou-se, porque sentia injusto matar vidas inocentes. Esta sua decisão desencadeou reações duras contra ele da parte da sua comunidade, do Presidente da Câmara, e mesmo de familiares. Um sacerdote tentou dissuadi-lo para bem da sua família. Todos estavam contra ele, exceto a sua esposa Francisca, a qual, embora ciente dos perigos tremendos que corriam, sempre esteve da parte do marido e apoiou-o até ao fim. Não obstante as adulações e as torturas, Franz preferiu ser morto do que matar. Considerou a guerra totalmente injustificada. Se todos os jovens chamados às armas tivessem feito como ele, Hitler não teria conseguido realizar os seus planos diabólicos. Para vencer, o mal precisa de cúmplices.

Franz Jägerstätter foi morto na prisão, onde se encontrava encarcerado também o seu coetâneo Dietrich Bonhoeffer, jovem teólogo luterano alemão, antinazista, que conheceu o mesmo trágico fim.

Estes dois jovens «dos olhos grandes» foram mortos, porque se mantiveram fiéis até ao fim aos ideais da sua fé. E aqui está a quarta dimensão da educação: depois do conhecimento de si mesmo, dos outros e da criação, temos enfim o conhecimento do princípio e do fim de tudo. Queridos jovens europeus, convido-vos a olhar mais além, para o Alto, procurando sempre o sentido da vossa vida, a vossa origem, o fim, a Verdade, porque não se vive se não se busca a Verdade. Caminhai com os pés bem assentes na terra, mas com um olhar amplo, aberto para o horizonte, para o céu. Poder-vos-á ajudar nisto a leitura da Exortação apostólica Christus vivit, dirigida especialmente aos jovens. E depois convido-vos a todos para a Jornada Mundial da Juventude do próximo ano em Lisboa, onde podereis partilhar os vossos sonhos mais belos com jovens de todo o mundo.

E quero concluir com um voto: que sejais jovens generativos, capazes de gerar novas ideias, novas visões do mundo, da economia, da política, da convivência social; e não só novas ideias, mas sobretudo novos caminhos para serem percorridos juntos. E que sejais generosos também em gerar novas vidas, sempre e só por amor! Amor ao vosso marido e à vossa esposa, amor à família, amor aos vossos filhos, e também amor à Europa a fim de ser, para todos, terra de paz, liberdade e dignidade.

Bom encontro e bom caminho! De coração vos envio a minha saudação e a minha bênção. E peço-vos, por favor, que rezeis por mim.

Roma, São João de Latrão, 6 de julho de 2022.

FRANCISCO

[01069-PO.01] [Texto original: Italiano]

[B0528-XX.02]