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L’Udienza Generale, 03.03.2021


Catechesi del Santo Padre in lingua italiana

Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue

Appelli del Santo Padre

L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 9.15 nella Biblioteca del Palazzo Apostolico Vaticano.

Nel discorso in lingua italiana il Papa, continuando il ciclo di catechesi sulla preghiera, ha incentrato la sua meditazione sul tema: “La preghiera e la Trinità” (Lettura: Rm 8,14-15.26-27).

Dopo aver riassunto la Sua catechesi nelle diverse lingue, il Santo Padre ha indirizzato particolari espressioni di saluto ai fedeli. Quindi ha rivolto un appello alla comunità internazionale per la situazione in Myanmar e ha invitato i fedeli a pregare per il viaggio apostolico in Iraq ormai prossimo.

L’Udienza Generale si è conclusa con la recita del Pater Noster e la Benedizione Apostolica.

Catechesi del Santo Padre in lingua italiana

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Nel nostro cammino di catechesi sulla preghiera, oggi e la prossima settimana vogliamo vedere come, grazie a Gesù Cristo, la preghiera ci spalanca alla Trinità – al Padre, al Figlio e allo Spirito -, al mare immenso di Dio che è Amore. È Gesù ad averci aperto il Cielo e proiettati nella relazione con Dio. È stato Lui a fare questo: ci ha aperto questo rapporto con il Dio Trino: il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. È ciò che afferma l’apostolo Giovanni, a conclusione del prologo del suo Vangelo: «Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato» (1,18). Gesù ci ha rivelato l’identità, questa identità di Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo. Noi davvero non sapevamo come si potesse pregare: quali parole, quali sentimenti e quali linguaggi fossero appropriati per Dio. In quella richiesta rivolta dai discepoli al Maestro, che spesso abbiamo ricordato nel corso di queste catechesi, c’è tutto il brancolamento dell’uomo, i suoi ripetuti tentativi, spesso falliti, di rivolgersi al Creatore: «Signore, insegnaci a pregare» (Lc 11,1).

Non tutte le preghiere sono uguali, e non tutte sono convenienti: la Bibbia stessa ci attesta il cattivo esito di tante preghiere, che vengono respinte. Forse Dio a volte non è contento delle nostre orazioni e noi nemmeno ce ne accorgiamo. Dio guarda le mani di chi prega: per renderle pure non bisogna lavarle, semmai bisogna astenersi da azioni malvage. San Francesco in maniera radicale pregava: «Nullu homo ène dignu te mentovare», cioè “nessun uomo è degno di nominarti” (Cantico di frate sole).

Ma forse il riconoscimento più commovente della povertà della nostra preghiera è fiorito sulle labbra di quel centurione romano che un giorno supplicò Gesù di guarire il suo servo malato (cfr Mt 8,5-13). Egli si sentiva del tutto inadeguato: non era ebreo, era ufficiale dell’odiato esercito di occupazione. Ma la preoccupazione per il servo lo fa osare, e dice: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito» (v. 8). È la frase che anche noi ripetiamo in ogni liturgia eucaristica. Dialogare con Dio è una grazia: noi non ne siamo degni, non abbiamo alcun diritto da accampare, noi “zoppichiamo” con ogni parola e ogni pensiero… Però Gesù è la porta che ci apre a questo dialogo con Dio.

Perché l’uomo dovrebbe essere amato da Dio? Non ci sono ragioni evidenti, non c’è proporzione… Tanto è vero che in buona parte delle mitologie non è contemplato il caso di un dio che si preoccupi delle vicende umane; anzi, esse sono fastidiose e noiose, del tutto trascurabili. Ricordiamo la frase di Dio al Suo popolo, ripetuta nel Deuteronomio: “Pensa, quale popolo ha i suoi dei vicini a sé, come voi avete Me vicino a voi?”. Questa vicinanza di Dio è la rivelazione! Alcuni filosofi dicono che Dio può solo pensare a sé stesso. Semmai siamo noi umani che cerchiamo di imbonire la divinità e di risultare gradevoli ai suoi occhi. Di qui il dovere di “religione”, con il corteo di sacrifici e di devozioni da offrire in continuazione per ingraziarsi un Dio muto, un Dio indifferente. Non c’è dialogo. Solo è stato Gesù, solo è stata la rivelazione di Dio prima di Gesù a Mosè, quando Dio si è presentato; solo è stata la Bibbia ad aprirci il cammino del dialogo con Dio. Ricordiamo: “Quale popolo ha i suoi dei vicini sé come tu hai Me vicino a te?”. Questa vicinanza di Dio che ci apre al dialogo con Lui.

Un Dio che ama l’uomo, noi non avremmo mai avuto il coraggio di crederlo se non avessimo conosciuto Gesù. La conoscenza di Gesù ci ha fatto capire questo, ci ha rivelato questo. È lo scandalo che troviamo scolpito nella parabola del padre misericordioso, o in quella del pastore che va in cerca della pecora perduta (cfr Lc 15). Racconti del genere non avremmo potuto concepirli, nemmeno comprenderli, se non avessimo incontrato Gesù. Quale Dio è disposto a morire per gli uomini? Quale Dio ama sempre e pazientemente, senza la pretesa di essere riamato? Quale Dio accetta la tremenda mancanza di riconoscenza di un figlio che gli chiede in anticipo l’eredità e se ne va via di casa sperperando tutto? (cfr Lc 15,12-13).

È Gesù a rivelare il cuore di Dio. Così Gesù ci racconta con la sua vita in che misura Dio sia Padre. Tam Pater nemo: Nessuno è Padre come Lui. La paternità che è vicinanza, compassione e tenerezza. Non dimentichiamo queste tre parole che sono lo stile di Dio: vicinanza, compassione e tenerezza. È il modo di esprimere la Sua paternità con noi. Noi immaginiamo a fatica e molto da lontano l’amore di cui la Trinità Santissima è gravida, e quale abisso di benevolenza reciproca intercorra tra Padre, Figlio e Spirito Santo. Le icone orientali ci lasciano intuire qualcosa di questo mistero che è l’origine e la gioia di tutto l’universo.

Soprattutto era lungi da noi credere che questo amore divino si sarebbe dilatato, approdando sulla nostra sponda umana: siamo il termine di un amore che non trova eguali sulla terra. Il Catechismo spiega: «La santa umanità di Gesù è la via mediante la quale lo Spirito Santo ci insegna a pregare Dio nostro Padre» (n. 2664). E questa è la grazia della nostra fede. Davvero non potevamo sperare vocazione più alta: l’umanità di Gesù – Dio si è fatto vicino in Gesù- ha reso disponibile per noi la vita stessa della Trinità, ha aperto, ha spalancato questa porta del mistero dell’amore del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

[00256-IT.02] [Testo originale: Italiano]

Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue

In lingua francese

Speaker:

Frères et sœurs, nous voyons aujourd’hui comment, grâce à Jésus, la prière chrétienne s’élargit à la Trinité, océan immense de l’amour de Dieu. Nous ne savons pas, par nous-même, prier comme il faut et c’est Jésus qui nous introduit dans la relation avec Dieu. Parler avec Dieu est une grâce dont nous ne sommes pas dignes. Pourquoi l’homme devrait-il être aimé de Dieu? Les divinité antiques, muettes et indifférentes, ne se préoccupaient pas des hommes qui cherchaient vainement à leur plaire. Sans Jésus, nous n’aurions jamais eu l’audace de croire en un Dieu qui aime les hommes et qui serait capable de mourir pour eux. Par sa vie, Jésus nous enseigne à quel point Dieu est Père, et nous avons bien du mal à concevoir cet amour réciproque entre le Père et le Fils, avec le Saint-Esprit, cet amour qui est origine et joie de tout l’univers. Il nous était impossible de croire que cet amour serait parvenu jusqu’à nous: nous sommes le terme d’un amour qui n’a pas d’égal sur la terre. Par la foi, Jésus nous rend disponible cette vie trinitaire : nous ne pouvions espérer plus haute vocation.

Santo Padre:

Saluto cordialmente i fedeli di lingua francese.

Proseguendo il nostro camino quaresimale, riserviamo ogni giorno il tempo per una preghiera più lunga e più fiduciosa, consapevoli che Dio è un Padre che ci ascolta sempre e aspetta il nostro ritorno a lui. Dio vi benedica!

Speaker:

Je salue cordialement les personnes de langue française.

Poursuivant notre chemin de carême, prenons chaque jour le temps d’une prière plus longue et plus confiante, conscients que Dieu est un Père qui nous écoute toujours et attend notre retour.

Que Dieu vous bénisse!

[00257-FR.01] [Texte original: Français]

In lingua inglese

Speaker:

Dear Brothers and Sisters, in our continuing catechesis on prayer, we now consider how our prayer leads us into the life of the Holy Trinity, into the eternal mystery of God’s love, which is the source and joy of the entire universe. Jesus himself revealed this path for us by taking on our flesh and revealing the Father’s infinite love. By his paschal mystery, he opened for us the gates of heaven and by the gift of the Holy Spirit he has given us a share in his own filial relationship to the Father. Conscious of our unworthiness of so great a gift, we, like the disciples, can cry out “Lord, teach us to pray” (Lk 11:1). Jesus teaches us not only the words to use in prayer, but shows us the boundless mercy of the Father, who embraces his prodigal children and goes freely in search of every lost sheep. May our prayer awaken in us the consciousness of our lofty vocation in Christ and draw us ever more fully into the loving communion of the Father, the Son and the Holy Spirit.

Santo Padre:

Saluto cordialmente i fedeli di lingua inglese. A tutti auguro che il cammino quaresimale ci porti alla gioia della Pasqua con cuori purificati e rinnovati dalla grazia dello Spirito Santo. Su voi e sulle vostre famiglie invoco la gioia e la pace di Cristo. Dio vi benedica!

Speaker:

I cordially greet the English-speaking faithful. May our Lenten journey bring us to the joy of Easter with hearts purified and renewed by the grace of the Holy Spirit. Upon you and your families I invoke the joy and peace of our Lord Jesus Christ. God bless you!

[00258-EN.01] [Original text: English]

In lingua tedesca

Speaker:

Liebe Brüder und Schwestern, Jesus Christus öffnet uns weit die Tür in das Geheimnis der Allerheiligsten Dreifaltigkeit hinein, in das Meer seiner unermesslichen Liebe. In der Tat zeigt uns erst die Kunde, die uns der eingeborene Sohn Gottes vom Vater gebracht hat (vgl. Joh 1,18), auf welche Weise wir beten sollen. Nicht alle Gebete sind gleich, wie wir in der Heiligen Schrift sehen; und da die Gebete zuweilen nicht in reiner Absicht geschehen und somit Gott nicht wohlgefällig sind, finden sie keine Erhörung. Wie der römische Hauptmann zu Kafarnaum müssen auch wir uns unserer Unwürdigkeit bewusst sein, mit Gott in Dialog zu treten. Wir haben kein Recht, das wir Gott gegenüber geltend machen können, aber Jesus selbst ist unser Weg zu Gott. In ihm offenbart sich Gott so, wie ihn kein Mensch jemals gewagt hätte zu denken. Gott ist nicht, wie in der Mythologie und der antiken Philosophie dargestellt, dem Menschen fern oder empfindet ihn als Last, sondern er sorgt sich um ihn, ja er ist sogar bereit, selbst Mensch zu werden und sein Leben hinzugeben. So ist „die heilige Menschheit Jesu der Weg, durch den der Heilige Geist uns zu Gott, unserem Vater, beten lehrt“ (KKK 2664).

Santo Padre:

Saluto con affetto i fedeli di lingua tedesca. Lo Spirito Santo, la cui unzione impregna il nostro essere, sia il nostro maestro interiore, al fine di conformare sempre più la nostra preghiera a quella di Gesù. Il Signore benedica voi e le vostre famiglie.

Speaker:

Herzlich grüße ich die Gläubigen deutscher Sprache. Der Heilige Geist, dessen Salbung unser ganzes Wesen erfüllt, sei unser innerer Lehrmeister, um unser Gebet und unser Leben immer mehr Jesus gleichzugestalten. Der Herr Segne euch und eure Familien.

[00259-DE.01] [Originalsprache: Deutsch]

In lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas:

En la catequesis de hoy y de la próxima semana contemplamos cómo gracias a Jesús la oración nos abre de par en par al misterio inmenso de la Santa Trinidad, a las profundidades del Dios del Amor. Nadie ha visto al Padre, ha sido Jesús quien nos lo ha revelado. Sin Él nuestra oración no sería capaz de alcanzar a Dios, ni siquiera seríamos dignos de mencionar su nombre. La Biblia nos da varios ejemplos de súplicas que Dios no aceptó, porque no todas las oraciones son buenas. Sin embargo, es Jesús que colma nuestro anhelo enseñándonos a orar.

Por eso, nos hace bien reconocer la pobreza de nuestra oración, como el centurión del evangelio. Pensemos en la inmensa gracia que significa dialogar con Dios, que «una palabra suya» baste para que seamos salvados. Nada hay en nosotros que justifique su amor, no hay proporción. Los antiguos filósofos a malas penas consideraban que fuera posible, con sacrificios y devociones, congraciarse con un dios mudo e indiferente.

Jesús, en cambio, con su vida, nos demuestra en qué medida Dios es Padre y que nadie es Padre como Él. Nos asegura que es el pastor que busca la oveja perdida, el padre misericordioso que sale al encuentro del hijo pródigo. ¿Qué dios estaría dispuesto a morir por los hombres?, ¿a amarlos siempre con paciencia, sin esperar nada a cambio? ¿Cómo podríamos siquiera concebir el abismo infinito del amor de Dios? ¿Cómo creer que ese mar de misericordia se habría extendido hasta llegar a la orilla de nuestra humanidad? Nosotros sólo podemos aceptarlo y comprenderlo gracias al misterio de la cruz.

Saludo cordialmente a los fieles de lengua española. Los animo a acercarse a la santa humanidad de Jesús, pues es el camino por el cual el Espíritu Santo nos enseña a orar a Dios nuestro Padre. Esta es nuestra vocación, participar en la vida misma de la Santísima Trinidad. Muchas gracias.

[00260-ES.02] [Texto original: Español]

In lingua portoghese

 

Speaker:

A oração abre os nossos corações à Santíssima Trindade, àquele mar imenso que é Deus amor: um amor que se dilatou até chegar à nossa praia humana. Somos o recetáculo dum amor sem igual sobre a terra. E quem nos abriu o Céu e introduziu na relação com Deus, foi Jesus. Graças à sua humanidade, tornou-se manifesta e acessível aos homens a própria vida da Trindade. Vendo-O rezar a seu Pai, os discípulos pediram-Lhe: «Senhor, ensina-nos a rezar». É que não sabíamos sequer como rezar, ou seja, quais palavras, sentimentos e atitudes nossas poderiam ser apropriadas para Deus. O reconhecimento mais comovente desta pobreza da nossa oração encontra-se nos lábios daquele centurião romano que suplicou a Jesus a cura do servo gravemente doente. Não sendo judeu, antes fazendo parte do odiado exército de ocupação, o centurião sentia-se totalmente indigno de apresentar o pedido, mas a preocupação pelo servo fê-lo ousar: «Senhor, eu não sou digno de que entres debaixo do meu teto; mas diz uma só palavra e o meu servo será curado» (Mt 8, 8). Fazemos idêntica oração em cada Eucaristia. Dialogar com Deus é uma graça: nós não somos dignos, não temos qualquer direito para o reivindicar… Jesus é uma porta que se nos abre! Com o exemplo da sua vida, Jesus fez-nos intuir um pouco do mistério da Trindade divina que é a origem e a alegria de todo o universo, convidou-nos a entrar naquele abismo de benevolência entre o Pai, o Filho e o Espírito Santo. Verdadeiramente não podíamos esperar vocação mais alta: a humanidade de Jesus pôs à nossa disposição a vida da Santíssima Trindade.

Santo Padre:

Cari ascoltatori di lingua portoghese, vi saluto tutti e incoraggio a venerare San Giuseppe, l’uomo della presenza quotidiana, discreta e nascosta, prendendoLo a intercessore, sostegno e guida nei momenti di difficoltà, vostri e dei vostri familiari, affinché non si esaurisca mai l’olio della fede e della gioia, che sgorga dalla vita in comunione con Dio.

Speaker:

Queridos ouvintes de língua portuguesa, a todos vos saúdo e animo a venerar São José, o homem da presença quotidiana discreta e escondida, tomando-O como intercessor, amparo e guia nos momentos de dificuldade, vossos e dos vossos familiares, para que nunca se acabe o óleo da fé e da alegria, que brota da vida em comunhão com Deus!

[00261-PO.01] [Texto original: Português]

In lingua araba

Speaker:

تَكَلَّمَ قَداسَةُ البابا علَى الصَّلاة، وَعَلاقَتِها بالثالوثِ الأقْدَس. يَسُوعُ هُوَ الذي فَتَحَ السَماءَ لنا وَعَرَّفَنا بالله، وَجَعَلَنا قَادِرينَ علَى الاتِصالِ بِهِ. في الحَقيقَة، نَحْنُ لا نَعْرِفُ كَيْفَ نُصَلّي. وَيُبَيِّنُ لَنا الكِتابُ المُقَدَس أنْ ليْسَتْ جَميعُ الصَّلواتِ مُسْتَجابَة. لأنَّ اللهَ يَنْظُرُ إلى اليَدَيْن، أيّ إلى أعْمالِنا، وَلَيْسَ فقط إلى ما نَقُول. والأيدِي لا تَطْهُرُ بالغَسيلِ بالماءِ بَلْ بالامْتِناعِ عَنِ الأعْمالِ الشِريرَة. كانَ القِدّيسُ فرنسيس إذا صَلَّى يَشْعُرُ بِعَدَمِ استِحْقاقِهِ فَيَقُول: "لا يُوْجَدُ إنسانٌ يَسْتَحِقُّ أنْ يَتَلَفَظَ باسْمِكَ" يا الله. كَذَلِكَ قائِدُ المائة الذي صَلَّى مِن أجلِ شِفاءِ عَبْدِه، كانَ شاعِرًا بِعَدَمِ استِحْقاقِه، فَقَالَ لِيسوع: يا ربّ لَسْتُ مُسْتَحِقًا. ليسَ لنا في الواقِعِ أيُّ حَقٍّ لِلْوُقوفِ أمامَ الله. وأنْ يُحِبَّ اللهُ الإنسانَ، هذا أمرٌ لمْ نكُنْ نَجْرُؤُ تَصْدِيقَه، لو لمْ يُؤَكِدْ لنا ذَلِكَ يسوع، في مَثَلِ الابنِ الضال، والراعي الصّالحِ الذي ذَهَبَ يَبْحَثُ عَنِ الخَرُوفِ الضالّ. بَيَّن لنا يسوع أنَّ اللهَ هوَ أبٌ لنا. يسوع لأنَّهُ صارَ إنسانًا مِثْلَنا هو الذي عَلَّمَنا، وَجَعَلَنا قادِرينَ أنْ نُصَلِيَ وَنَقُولَ للهِ "أبانا". يسوع بإنسانِيَتِهِ جَعَلَ حياةَ الثالوثِ الأقدس نَفْسَها قَريبةً جدًا مِنا.

Santo Padre:

Saluto i fedeli di lingua araba. La preghiera è fiducia in Dio che vuole il bene per noi, anche se a volte non capiamo cosa ci sta succedendo. Egli ci ama e sa meglio di noi come guidare la nostra vita. Il Signore vi benedica tutti e vi protegga ‎sempre da ogni male‎‎‎‏!

‎‎‎‏‎‎‎

Speaker:

أُحَيّي المُؤْمِنينَ الناطِقينَ باللغَةِ العَرَبِيَّة. الصَّلاةُ هيَ الثِقَةُ باللهِ الذي يُريدُ الخَيْرَ لنا، حتَى لو لمْ نَفْهَمْ أحْيانًا ما يَحْدُثُ لنا. هوَ يُحِبُنا وَيَعْرِفُ أكثرَ مِنا كيفَ يُوَجِهُ حَياتَنا. بارَكَكُم الرَّبُّ جَميعًا وَحَماكُم دائِمًا مِن كلِّ شرّ!

[00262-AR.02] [Testo originale: Arabo]

 

In lingua polacca

Speaker:

W cyklu katechez o modlitwie, chcemy zobaczyć, jak dzięki Jezusowi Chrystusowi modlitwa otwiera nas na Trójcę Świętą i tajemnicę Bożej miłości. To Jezus otworzył dla nas Niebo i wprowadził nas w relację z Bogiem: „Boga nikt nigdy nie widział, Ten Jednorodzony Bóg, który jest w łonie Ojca, [o Nim] pouczył” (1, 18).

Dlaczego Bóg miałby miłować człowieka? Nie ma oczywistych powodów, nie ma proporcji... Do tego stopnia, że w sporej części mitologii nie rozważa się przypadku boga, który przejmowałby się losami ludzi. To ludzie starają się pozyskać bóstwo i okazać się miłymi w jego oczach.

Nigdy nie mielibyśmy odwagi uwierzyć w Boga miłującego człowieka, gdybyśmy nie poznali Jezusa i Jego nauczania, jak choćby to zawarte w przypowieści o miłosiernym ojcu czy o pasterzu, który idzie szukać owcy zagubionej (por. Łk 15). Opowieści tego rodzaju nie moglibyśmy wymyśleć, a tym bardziej zrozumieć, gdybyśmy nie spotkali Jezusa. Który Bóg jest gotów umrzeć za ludzi? Który Bóg miłuje zawsze i cierpliwie, nie domagając się odwzajemnienia miłości?

Jezus mówi nam swoim życiem, do jakiego stopnia Bóg jest Ojcem. Trudno nam pojąć miłość, jaką napełniona jest Trójca Przenajświętsza, i jaki bezmiar wzajemnej życzliwości istnieje między Ojcem, Synem i Duchem Świętym. Tym bardziej trudno nam uwierzyć, że ta Boska miłość, która nie ma sobie równej na ziemi, rozlewa się, docierając do naszego człowieczeństwa. Katechizm wyjaśnia: „Święte człowieczeństwo Jezusa jest drogą, na której Duch Święty uczy nas modlić się do Boga, naszego Ojca” (n. 2664).

Santo Padre:

Saluto cordialmente tutti i polacchi. Cari fratelli e sorelle, la Quaresima è un’opportunità per intensificare la preghiera e l’adesione ai sacramenti, per esercitare il digiuno e la carità, e per vivere più profondamente il mistero dell’amore misericordioso del Padre, rivelato nel Figlio e diffuso nello Spirito Santo. Cogliete questa occasione come tempo speciale di grazia. Vi benedico di cuore.

Speaker:

Serdecznie pozdrawiam Polaków. Drodzy bracia i siostry, Wielki Post jest sposobnością do wytężonej modlitwy i udziału w sakramentach, do podejmowania postu i dzieł charytatywnych, i do głębszego przeżywania tajemnicy miłości miłosiernej Ojca, objawionej w Synu i wylanej w Duchu Świętym. Korzystajcie z tej okazji jako szczególnego czasu łaski. Z serca wam błogosławię.

[00263-PL.01] [Testo originale: Polacco]

In lingua italiana

Rivolgo un cordiale saluto ai fedeli di lingua italiana. Auguro che il tempo quaresimale conduca ciascuno ad una maggiore intimità con Cristo e ad una sua più assidua imitazione.

Il mio pensiero va infine, come di consueto, agli anziani, ai giovani, ai malati e agli sposi novelli. Sappiate scoprire nel mistero di Dio, che si dona per la salvezza di tutti, la forza per affrontare i momenti difficili. A tutti la mia benedizione.

[00264-IT.01] [Testo originale: Italiano]

Appelli del Santo Padre

Giungono ancora dal Myanmar tristi notizie di sanguinosi scontri, con perdite di vite umane. Desidero richiamare l’attenzione delle Autorità coinvolte perché il dialogo prevalga sulla repressione e l’armonia sulla discordia. Rivolgo anche un appello alla Comunità internazionale, perché si adoperi affinché le aspirazioni del popolo del Myanmar non siano soffocate dalla violenza. Ai giovani di quell’amata terra sia concessa la speranza di un futuro dove l’odio e l’ingiustizia lascino spazio all’incontro e alla riconciliazione. Ripeto, infine, l’auspicio espresso un mese fa: che il cammino verso la democrazia, intrapreso negli ultimi anni dal Myanmar, possa riprendere attraverso il gesto concreto della liberazione dei diversi leader politici incarcerati (cfr Discorso al Corpo Diplomatico, 8 febbraio 2021).

Dopodomani, Dio volendo, mi recherò in Iraq per un pellegrinaggio di tre giorni. Da tempo desidero incontrare quel popolo che ha tanto sofferto; incontrare quella Chiesa martire nella terra di Abramo. Insieme con gli altri leader religiosi, faremo anche un altro passo avanti nella fratellanza tra i credenti. Vi chiedo di accompagnare con la preghiera questo viaggio apostolico, perché possa svolgersi nel migliore dei modi e portare i frutti sperati. Il popolo iracheno ci aspetta; aspettava San Giovanni Paolo II, al quale è stato vietato di andare. Non si può deludere un popolo per la seconda volta. Preghiamo perché questo viaggio si possa fare bene.

[00269-IT.01] [Testo originale: Italiano]

[B0124-XX.02]