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Messaggio del Santo Padre ai membri della Catholic Press Association in occasione della 2020 Virtual Catholic Media Conference, 30.06.2020


Messaggio del Santo Padre

Traduzione in lingua italiana

Traduzione in lingua spagnola

 

Pubblichiamo di seguito il Messaggio che il Santo Padre Francesco ha inviato ai Membri della Catholic Press Association in occasione della Catholic Media Conference, che si svolge dal 30 giugno al 2 luglio 2020 sul tema “Together While Apart”:

 

Messaggio del Santo Padre

To the Members of the Catholic Press Association

This year, for the first time in its history, the Catholic Press Association is hosting a virtual Catholic Media Conference, due to the current health situation. Before all else, I would like to express my closeness to those who have been affected by the virus and to those who, even at the risk of their lives, have worked and continue to work in assisting our brothers and sisters in need.

The theme you have chosen for this year’s Conference – Together While Apart – eloquently expresses the sense of togetherness that emerged, paradoxically, from the experience of social distancing imposed by the pandemic. In my Message for last year’s World Communications Day, I reflected on how communication enables us to be, as Saint Paul says , “members of one another” (cf. Eph 4:25), called to live in communion within an ever expanding network of relationships. Because of the pandemic, all of us have come to appreciate this truth more fully. Indeed, the experience of these past months has shown how essential is the mission of the communications media for bringing people together, shortening distances, providing necessary information, and opening minds and hearts to truth.

It was precisely this realization that led to the establishment of the first Catholic newspapers in your country and the constant encouragement given them by the Church’s pastors. We see this in the case of the Charleston Catholic Miscellany, launched in 1822 by Bishop John England and followed by so many other newspapers and journals. Today, as much as ever, our communities [.::] count on newspapers, radio, TV and social media to share, to communicate, to inform and to unite.

E pluribus unum – the ideal of unity amid diversity, reflected in the motto of the United States, must also inspire the service you offer to the common good. How urgently is this needed today, in an age marked by conflicts and polarization from which the Catholic community itself is not immune. We need media capable of building bridges, defending life and breaking down the walls, visible and invisible, that prevent sincere dialogue and truthful communication between individuals and communities. We need media that can help people, especially the young, to distinguish good from evil, to develop sound judgments based on a clear and unbiased presentation of the facts, and to understand the importance of working for justice, social concord and respect for our common home. We need men and women of conviction who protect communication from all that would distort it or bend it to other purposes.

I ask you, then, to be united and a sign of unity among yourselves. Media can be large or small, but in the Church these are not the categories that count. In the Church we have all been baptized in the one Spirit and made members of the one body (cf. 1 Cor 12:13). As in every body, it is often the members who are smallest who, in the end, are those most necessary. So it is with the body of Christ. Each of us, wherever we find ourselves, is called to contribute, through our profession of truth in love, to the Church’s growth to full maturity in Christ (cf. Eph 4:15).

Communication, we know, is not merely a matter of professional competence. A true communicator dedicates himself or herself completely to the welfare of the others, at every level, from the life of each individual to the life of the entire human family. We cannot truly communicate unless we become personally involved, unless we can personally attest to the truth of the message we convey. All communication has its ultimate source in the life of the triune God, who shares with us the richness of his divine life and calls us in turn to communicate that treasure to others by our unity in the service of his truth.

Dear friends, I cordially invoke upon you and the work of your Conference an outpouring of the Holy Spirit’s gifts of wisdom, understanding and good counsel. Only the gaze of the Spirit allows us not to close our eyes to those who suffer and to seek the true good of all. Only with that gaze can we effectively work to overcome the diseases of racism, injustice and indifference that disfigure the face of our common family. Through your dedication and daily work, may you help others to contemplate situations and people with the eyes of the Spirit. Where our world all too readily speaks with adjectives and adverbs, may Christian communicators speak with nouns that acknowledge and advance the quiet claims of truth and promote human dignity. Where the world sees conflicts and divisions, may you look to the suffering and the poor, and give voice to the plea of our brothers and sisters in need of mercy and understanding.

Yesterday the Church celebrated the Solemnity of the Apostles Peter and Paul. May the spirit of communion with the Bishop of Rome, which has always been a hallmark of the Catholic press in your countries, keep all of you united in faith and resistant to fleeting cultural fads that lack the fragrance of evangelical truth. Let us continue to pray together for reconciliation and peace in our world. I assure you of my support and my prayers for you and your families. And I ask you, please, to remember me in your own prayers.

From the Vatican, 30 June 2020

FRANCIS

[00841-EN.01] [Original text: English]

Traduzione in lingua italiana

Ai membri della Catholic Press Association

Quest’anno, per la prima volta nella storia, l’Associazione della Stampa Cattolica terrà la sua annuale Conferenza in modalità virtuale, a causa dell’attuale situazione sanitaria. Permettetemi innanzitutto di esprimere la mia vicinanza a quanti sono stati colpiti dal virus e a quanti, anche a rischio della propria vita, si sono prodigati e continuano a impegnarsi per assistere i nostri fratelli e sorelle nel momento del bisogno.

Il tema scelto per la Conferenza di quest’anno, Together While Apart, esprime in modo eloquente il senso di unione emerso, paradossalmente, dall’esperienza della distanza sociale imposta dalla pandemia. Nel Messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali dello scorso anno, riflettevo su come la comunicazione ci permette di essere, come dice San Paolo, “membra gli uni degli altri” (cf. Ef 4,25), chiamati a vivere in comunione all’interno di una rete di relazioni in continua espansione. Una verità che, a causa della pandemia, tutti noi abbiamo apprezzato più pienamente. In effetti, l’esperienza di questi ultimi mesi ha dimostrato quanto sia essenziale la missione dei media per tenere unite le persone, accorciando le distanze, fornendo le informazioni necessarie e aprendo le menti e i cuori alla verità.

È stata proprio questa presa di coscienza che ha portato alla creazione dei primi giornali cattolici nel vostro Paese, oltre al costante incoraggiamento offerto dai pastori della Chiesa. Questo è evidente nel caso del Catholic Miscellany, pubblicato nel 1822 a Charleston dal Vescovo John England seguito da molti giornali e periodici. Oggi, come allora, le nostre comunità hanno bisogno di giornali, radio, tv e social media per condividere, comunicare, informare ed unire.

E pluribus unum, l’ideale dell’unità in mezzo alla diversità, nel motto degli Stati Uniti, deve ispirare anche il servizio che offrite al bene comune. Questo bisogno è ancora più urgente oggi, in un’epoca caratterizzata da conflitti e polarizzazioni da cui non sembra essere immune neppure la comunità cattolica. Abbiamo bisogno di media capaci di costruire ponti, difendere la vita e abbattere i muri, visibili e invisibili, che impediscono il dialogo sincero e la vera comunicazione tra le persone e le comunità. Abbiamo bisogno di media che possano aiutare le persone, soprattutto i giovani, a distinguere il bene dal male, ad elaborare giudizi corretti, basati su una presentazione dei fatti chiara ed imparziale, a comprendere l’importanza di impegnarsi per la giustizia, la concordia sociale e il rispetto della casa comune. Abbiamo bisogno di uomini e donne di principio che proteggano la comunicazione da tutto ciò che la potrebbe distorcere o piegare ad altri scopi.

Vi chiedo, allora, di essere uniti e segno di unità anche tra di voi. I media possono essere grandi o piccoli, ma nella Chiesa non sono queste le categorie che contano. Nella Chiesa tutti siamo stati battezzati nell’unico Spirito e fatti membri di un solo corpo (cf. 1 Cor 12,13). Come in ogni corpo, sono spesso le membra più piccole quelle che alla fine sono necessarie. Così è con il corpo di Cristo. Ognuno di noi, ovunque si trova, è chiamato a contribuire, attraverso la professione della verità nell’amore, alla crescita della Chiesa verso la piena maturità in Cristo (cf. Ef 4,15).

Sappiamo che la comunicazione non è solo una questione di competenza professionale. Il vero comunicatore dedica tutto se stesso o se stessa al benessere degli altri, ad ogni livello, dalla vita di ogni individuo alla vita dell’intera famiglia umana. Non possiamo veramente comunicare se non veniamo coinvolti in prima persona, se non attestiamo personalmente la verità del messaggio che trasmettiamo. Ogni comunicazione ha la sua fonte ultima nella vita del Dio uno e trino, che condivide con noi la ricchezza della sua vita divina e ci chiede, a nostra volta, di comunicare quel tesoro agli altri, uniti nel servizio alla sua verità.

Cari amici, invoco su di voi e sul lavoro della vostra Conferenza i doni di saggezza, comprensione e buon consiglio dello Spirito Santo. Solo lo sguardo dello Spirito ci permette di non chiudere gli occhi davanti a coloro che soffrono e di cercare il vero bene per tutti. Solo con quello sguardo possiamo lavorare efficacemente per superare le malattie del razzismo, dell'ingiustizia e dell'indifferenza che deturpano il volto della nostra famiglia comune. Attraverso la vostra dedizione e il vostro lavoro quotidiano, potete aiutare gli altri a contemplare situazioni e persone con gli occhi dello Spirito. Laddove il nostro mondo parla troppo spesso con aggettivi e avverbi, possano i comunicatori cristiani parlare con nomi che riconoscano e promuovano la rivendicazione silenziosa della verità e favoriscano la dignità umana. Laddove il mondo vede conflitti e divisioni, guardate alla sofferenza e ai poveri per dare voce alla richiesta dei nostri fratelli e sorelle bisognosi di misericordia e comprensione.

Ieri la Chiesa ha celebrato la solennità degli Apostoli Pietro e Paolo. Possa lo spirito di comunione con il Vescovo di Roma, che è sempre stato un segno distintivo della stampa cattolica nei vostri Paesi, mantenere tutti voi uniti nella fede e forti rispetto alle fugaci mode culturali che non hanno il profumo della verità evangelica. Continuiamo a pregare insieme per la riconciliazione e la pace nel mondo. Assicuro il mio sostegno e le mie preghiere a voi e alle vostre famiglie. E vi chiedo, per favore, di ricordarmi nelle vostre preghiere.

Vaticano, 30 giugno 2020

FRANCESCO

[00841-IT.01] [Testo originale: Inglese]

Traduzione in lingua spagnola

A los miembros de la Asociación de Prensa Católica

Este año, por primera vez en su historia, la Asociación de Prensa Católica organiza la Conferencia de Medios Católicos de manera virtual, a causa de la situación sanitaria actual. Ante todo, deseo expresar mi cercanía a quienes han sido afectados por el virus y a quienes, incluso a riesgo de sus vidas, han trabajado y siguen trabajando para asistir a nuestros hermanos y hermanas que lo necesitan.

El tema que ustedes han elegido para la Conferencia de este año —Together While Apart, Juntos mientras estamos separados— expresa elocuentemente el sentido de unión que, paradójicamente, ha surgido de la experiencia de distanciamiento social impuesta por la pandemia. En mi mensaje del año pasado para la Jornada Mundial de las Comunicaciones Sociales, reflexioné sobre cómo la comunicación nos permite ser, como dice San Pablo, “miembros unos de otros” (cfr. Ef 4,25), llamados a vivir en comunión dentro de una red de relaciones en continua expansión. A causa de la pandemia, todos hemos percibido más plenamente esta verdad. De hecho, la experiencia de estos meses pasados nos ha demostrado que la misión de los medios de comunicación es esencial para acercar a las personas, acortar las distancias, proveer la información necesaria y abrir las mentes y los corazones a la verdad.

Fue precisamente esta constatación la que llevó a la creación de los primeros periódicos católicos en sus países, además del constante apoyo que les prestaron los Pastores de la Iglesia. Lo vemos en el caso del Catholic Miscellany de Charleston, fundado en 1822 por el obispo John England, y que fue seguido de muchos otros periódicos y revistas. Hoy, como entonces, nuestras comunidades cuentan con los periódicos, la radio, la televisión y las redes sociales para compartir, comunicar, informar y unir.

E pluribus unum, el ideal de unidad en medio de la diversidad reflejado en el lema de los Estados Unidos, también debe inspirar el servicio que ustedes ofrecen al bien común. Ello es urgentemente necesario hoy, en una era marcada por conflictos y polarizaciones a los que la propia comunidad católica no es inmune.

Necesitamos medios de comunicación capaces de construir puentes, defender la vida y abatir los muros, visibles e invisibles, que impiden el diálogo sincero y la comunicación verdadera entre personas y comunidades. Necesitamos medios de comunicación que puedan ayudar a las personas, especialmente a los jóvenes, a distinguir el bien del mal; a desarrollar juicios sólidos basados en una presentación clara e imparcial de los hechos; y a comprender la importancia de trabajar por la justicia, la concordia social y el respeto a nuestra casa común. Necesitamos hombres y mujeres con sólidos valores que protejan la comunicación de todo lo que puede distorsionarla o desviarla hacia otros propósitos.

Les pido, por tanto, que permanezcan unidos y sean signo de unidad también entre ustedes. Los medios de comunicación pueden ser grandes o pequeños, pero en la Iglesia estas no son categorías importantes. En la Iglesia, todos hemos sido bautizados en un único Espíritu y hechos miembros de un solo cuerpo (cfr. 1 Cor 12:13). Como en todo cuerpo, a menudo son los miembros más pequeños los que, al final, son los más necesarios. Lo mismo sucede en el cuerpo de Cristo. Cada uno de nosotros, dondequiera que nos encontremos, está llamado a contribuir, mediante la profesión de la verdad en el amor, al crecimiento de la Iglesia hasta su plena madurez en Cristo (cfr. Ef 4:15).

La comunicación, lo sabemos, no es meramente una cuestión de competencia profesional. Un verdadero comunicador se dedica completamente al bien de los demás en todos los niveles, desde la vida de cada persona a la vida de toda la familia humana. No podemos comunicar verdaderamente si no nos involucramos personalmente, si no podemos testimoniar personalmente la verdad del mensaje que transmitimos. Toda comunicación tiene su fuente última en la vida de Dios Uno y Trino, que comparte con nosotros las riquezas de su vida divina y, a su vez, nos pide que, unidos en el servicio a su Verdad, comuniquemos ese tesoro a los demás.

Queridos amigos, invoco cordialmente sobre ustedes y sobre los trabajos de su Conferencia la efusión de los dones del Espíritu Santo de sabiduría, entendimiento y consejo. Solamente la mirada del Espíritu nos permite no cerrar los ojos ante los que sufren y buscar el verdadero bien para todos. Solamente con esa mirada podemos trabajar eficazmente para superar las enfermedades del racismo, la injusticia y la indiferencia, que desfiguran el rostro de nuestra común familia. Que, través de su dedicación y su trabajo diario, puedan ustedes ayudar

A los demás a contemplar las situaciones y las personas con los ojos del Espíritu. Que cuando nuestro mundo hable apresuradamente con adjetivos y adverbios, los comunicadores cristianos hablen con sustantivos que reconozcan y presenten la silenciosa reivindicación de la verdad y promuevan la dignidad humana. Que donde el mundo ve conflictos y divisiones, puedan ustedes mirar a los pobres y a quienes sufren, y dar voz a las súplicas de nuestros hermanos y hermanas necesitados de misericordia y comprensión.

La Iglesia celebró ayer la solemnidad de los Apóstoles Pedro y Pablo. Que el espíritu de comunión con el obispo de Roma, que ha sido siempre un sello distintivo de la prensa católica de sus países, los mantenga a todos ustedes unidos en la fe y firmes ante las efímeras modas culturales que carecen de la fragancia de la verdad evangélica. Sigamos rezando juntos por la reconciliación y la paz en nuestro mundo. Les aseguro mi apoyo y mis oraciones por ustedes y sus familias. Y les pido, por favor, que me recuerden en sus oraciones.

Vaticano, 30 de junio de 2020

FRANCISCO

[00841-ES.01] [Texto original: Inglés]

[B0366-XX.02]