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L’Udienza Generale, 06.11.2019


Catechesi del Santo Padre in lingua italiana

Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue

L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 9.05 in Piazza San Pietro dove il Santo Padre Francesco ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo.

Nel discorso in lingua italiana il Papa, continuando il ciclo di catechesi sugli Atti degli Apostoli, ha incentrato la sua meditazione sul tema: «Colui che, senza conoscerlo, voi adorate, io ve lo annuncio» (At 17,23). Paolo all’Areopago: un esempio d’inculturazione della fede ad Atene (Brano biblico: dagli Atti degli Apostoli, 17, 22-23).

Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre ha indirizzato particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.

L’Udienza Generale si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica.

Catechesi del Santo Padre in lingua italiana

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Proseguiamo il nostro “viaggio” con il libro degli Atti degli Apostoli. Dopo le prove vissute a Filippi, Tessalonica e Berea, Paolo approda ad Atene, proprio nel cuore della Grecia (cfr At 17,15). Questa città, che viveva all’ombra delle antiche glorie malgrado la decadenza politica, custodiva ancora il primato della cultura. Qui l’Apostolo «freme dentro di sé al vedere la città piena di idoli» (At 17,16). Questo “impatto” col paganesimo, però, invece di farlo fuggire, lo spinge a creare un ponte per dialogare con quella cultura.

Paolo sceglie di entrare in familiarità con la città e inizia così a frequentare i luoghi e le persone più significativi. Va alla sinagoga, simbolo della vita di fede; va nella piazza, simbolo della vita cittadina; e va all’Areopago, simbolo della vita politica e culturale. Incontra giudei, filosofi epicurei e stoici, e molti altri. Incontra tutta la gente, non si chiude, va a parlare con tutta la gente. In tal modo Paolo osserva la cultura, osserva l’ambiente di Atene «a partire da uno sguardo contemplativo» che scopre «quel Dio che abita nelle sue case, nelle sue strade e nelle sue piazze» (Evangelii gaudium, 71). Paolo non guarda la città di Atene e il mondo pagano con ostilità ma con gli occhi della fede. E questo ci fa interrogare sul nostro modo di guardare le nostre città: le osserviamo con indifferenza? Con disprezzo? Oppure con la fede che riconosce i figli di Dio in mezzo alle folle anonime?

Paolo sceglie lo sguardo che lo spinge ad aprire un varco tra il Vangelo e il mondo pagano. Nel cuore di una delle istituzioni più celebri del mondo antico, l’Areopago, egli realizza uno straordinario esempio di inculturazione del messaggio della fede: annuncia Gesù Cristo agli adoratori di idoli, e non lo fa aggredendoli, ma facendosi «pontefice, costruttore di ponti» (Omelia a Santa Marta, 8 maggio 2013).

Paolo prende spunto dall’altare della città dedicato a «un dio ignoto» (At 17,23) - c’era un altare con scritto “al dio ignoto”; nessuna immagine, niente, soltanto quella iscrizione. Partendo da quella “devozione” al dio ignoto, per entrare in empatia con i suoi uditori proclama che Dio «vive tra i cittadini» (Evangelii gaudium, 71) e «non si nasconde a coloro che lo cercano con cuore sincero, sebbene lo facciano a tentoni» (ibid.). È proprio questa presenza che Paolo cerca di svelare: «Colui che, senza conoscerlo, voi adorate, io ve lo annuncio» (At 17,23).

Per rivelare l’identità del dio che gli Ateniesi adorano, l’Apostolo parte dalla creazione, cioè dalla fede biblica nel Dio della rivelazione, per giungere alla redenzione e al giudizio, cioè al messaggio propriamente cristiano. Egli mostra la sproporzione tra la grandezza del Creatore e i templi costruiti dall’uomo, e spiega che il Creatore si fa sempre cercare perché ognuno lo possa trovare. In tal modo Paolo, secondo una bella espressione di Papa Benedetto XVI, «annuncia Colui che gli uomini ignorano, eppure conoscono: l’Ignoto-Conosciuto» (Benedetto XVI, Incontro col mondo della cultura al Collège des Bernardins, 12 sett. 2008). Poi, invita tutti ad andare oltre «i tempi dell’ignoranza» e a decidersi per la conversione in vista del giudizio imminente. Paolo approda così al kerygma e allude a Cristo, senza citarlo, definendolo come l’«uomo che Dio ha designato, dandone a tutti prova sicura col risuscitarlo dai morti» (At 17,31).

E qui, c’è il problema. La parola di Paolo, che finora aveva tenuto gli interlocutori con il fiato sospeso – perché era una scoperta interessante -, trova uno scoglio: la morte e risurrezione di Cristo appare «stoltezza» (1Cor 1,23) e suscita scherno e derisione. Paolo allora si allontana: il suo tentativo sembra fallito, e invece alcuni aderiscono alla sua parola e si aprono alla fede. Tra questi un uomo, Dionigi, membro dell’Areopago, e una donna, Damaris. Anche ad Atene il Vangelo attecchisce e può correre a due voci: quella dell’uomo e quella della donna!

Chiediamo anche noi oggi allo Spirito Santo di insegnarci a costruire ponti con la cultura, con chi non crede o con chi ha un credo diverso dal nostro. Sempre costruire ponti, sempre la mano tesa, niente aggressione. Chiediamogli la capacità di inculturare con delicatezza il messaggio della fede, ponendo su quanti sono nell’ignoranza di Cristo uno sguardo contemplativo, mosso da un amore che scaldi anche i cuori più induriti.

[01754-IT.02] [Testo originale: Italiano]

Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue

In lingua francese

Speaker:

Frères et sœurs, poursuivant notre «voyage» dans le livre des actes des Apôtres, nous rencontrons saint Paul à Athènes. Il veut entrer en contact avec cette ville, qui conservait encore la primauté de la culture, et fréquenter les personnes et les lieux les plus significatifs, rencontrant toutes sortes de gens aux cultures diverses. Il ne regarde pas Athènes et le monde païen avec hostilité, mais avec le regard de la foi. Il cherche à annoncer Jésus-Christ aux adorateurs d’idoles non pas en les agressant mais en construisant des ponts. Dieu est déjà présent. Il ne se cache pas à ceux qui le cherchent avec un cœur sincère, même si c’est à tâtons. N’y a-t-il pas dans la ville un autel dédié au «dieu inconnu»? C’est cette présence que l’Apôtre cherche à révéler: «Celui que vous vénérez sans le connaître, voilà que, moi, je viens vous l’annoncer ». Cependant, la prédication de Paul, bien accueillie jusque-là, rencontre un écueil: la mort et la résurrection du Christ qui semble être une folie et provoque la dérision. La tentative de Paul semble avoir échoué, cependant quelques-uns adhèrent à sa parole et s’ouvrent à la foi.

Santo-Padre:

Saluto cordialmente i pellegrini francofoni, in particolare i giovani della Diocesi di Parigi. Fratelli e sorelle, chiedete allo Spirito Santo di insegnarvi a costruire ponti con coloro che non credono. Possiate sapere sempre come testimoniare loro la nostra fede, volgendo su di essi uno sguardo d'amore che tocca anche i cuori più induriti. Dio vi benedica!

Speaker:

Je salue cordialement les personnes de langue française, en particulier les jeunes du diocèse de Paris. Frères et sœurs, demandons à l’Esprit Saint de nous apprendre à construire des ponts avec ceux qui ne croient pas. Que nous sachions toujours leur témoigner de notre foi, en portant sur eux un regard d’amour qui touche même les cœurs les plus endurcis. Que Dieu vous bénisse!

[01755-FR.01] [Texte original: Français]

In lingua inglese

Speaker:

Dear brothers and sisters: In our catechesis on the Acts of the Apostles, we now see the Apostle Paul preaching before the Areopagus in Athens, the cultural capital of the pagan world. In a city filled with idols, Paul proclaims the Gospel by appealing to the religiosity of his hearers and their desire to know the truth. Seeing an altar dedicated to an “unknown god”, Paul states that God, the transcendent Creator of the world, has indeed made himself known, and sent his Son among us to call all people to conversion and the fullness of truth. Yet when Paul begins to speak of Christ’s death and resurrection, his listeners lose interest. The mystery of the cross, in which God’s wisdom and power are revealed, appears as folly in the eyes of the Greeks (cf. 1 Cor 1:23). Yet Paul’s preaching bears fruit in the conversion of some Athenians, including Dionysius the Areopagite and Damaris. As we think of our own culture, may we, like Paul, be sensitive to people’s deepest yearnings in order to propose the mystery of Christ and his saving love.

Santo Padre:

Do il benvenuto ai pellegrini di lingua inglese presenti all’Udienza odierna, specialmente a quelli provenienti da Inghilterra, Scozia, Malta, Zimbabwe, India, Indonesia, Israele, Malesia, Filippine e Stati Uniti d’America. Su tutti invoco la gioia e la pace del Signore Gesù Cristo. Dio vi benedica!

Speaker:

I welcome all the English-speaking pilgrims and visitors taking part in today’s Audience, especially those from England, Scotland, Malta, Zimbabwe, India, Indonesia, Israel, Malaysia, the Philippines and the United States of America. Upon all of you I invoke the joy and peace of our Lord Jesus Christ. God bless you!

[01756-EN.01] [Original text: English]

In lingua tedesca

Speaker:

Liebe Brüder und Schwestern, in der heutigen Katechese betrachten wir das Wirken des Apostels Paulus in Athen, der Hauptstadt der antiken Kultur. Beim Anblick der zahlreichen Götzenbilder „wurde sein Geist von heftigem Zorn erfasst“. Dieser Zusammenstoß mit dem Heidentum jedoch treibt ihn nicht zur Flucht, sondern zum Dialog mit jener Kultur: Er macht sich mit der Stadt vertraut und sucht ihre wichtigsten Orte und Plätze auf, wo er Juden, stoischen und epikureischen Philosophen sowie vielen anderen begegnet. So begibt er sich in den Mittelpunkt einer der berühmtesten Institutionen der antiken Welt, auf den Areopag, wo er Jesus Christus verkündet. Ausgehend von einem „dem unbekannten Gott“ geweihten Altar, erklärt er seinen Zuhörern einfühlsam, dass Gott unter den Menschen wohnt und sich vor denen nicht verbirgt, die ihn suchen. So kann Paulus über die christliche Offenbarung sprechen, über den Schöpfer, über die Erlösung und das Gericht. Zwar stößt er beim Thema der Auferstehung Christi auf Spott und Hohn, doch bleibt seine Mission nicht ohne Frucht: Einige Menschen öffnen sich für den Glauben, so dass das Evangelium auch in Athen Wurzel schlagen kann. Möge auch heute das Licht Christi die Herzen derer, die ihn noch nicht kennen, erleuchten und erwärmen.

Santo Padre:

Saluto di cuore i pellegrini di lingua tedesca. Lo Spirito Santo vi faccia crescere costantemente nella conoscenza di Dio in modo che possiate diffondere il suo amore e la sua verità nel mondo.

Speaker:

Von Herzen grüße ich die Pilger deutscher Sprache. Der Heilige Geist lasse euch beständig in der Erkenntnis Gottes wachsen, so dass ihr seine Liebe und seine Wahrheit in der Welt verbreiten könnt.

[01757-DE.01] [Originalsprache: Deutsch]

In lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas:

Siguiendo nuestro viaje por el libro de los Hechos de los Apóstoles, hoy acompañamos al apóstol Pablo a su llegada a Atenas, la gran ciudad de la cultura griega. En ella, el apóstol frecuenta la sinagoga, símbolo de la fe en Dios; la plaza, centro de la vida ciudadana, y el Areópago, corazón de la vida cultural y política. El contacto con el paganismo no le asusta, sino que lo empuja a crear un puente para dialogar con aquella cultura.

Con mirada contemplativa, Pablo descubre que Dios habita en las casas de los atenienses, en sus calles, en sus plazas; no mira el paganismo con hostilidad, sino que, en un ejemplo extraordinario de inculturación, anuncia a Cristo partiendo de su fe en un “Dios desconocido”, al que han construido un ídolo. Después de captar su benevolencia desde este puente, comienza a explicar paso a paso la revelación, desde la creación hasta la resurrección de Cristo.

Aparentemente este camino no dio el resultado esperado, por un tiempo escucharon con simpatía, pero la muerte y resurrección de Cristo se reveló como un escándalo para los judíos y necedad para los paganos, suscitando desprecio y burlas. Pero no es así, algunos se convirtieron y quedaron como semilla de la fe también en Atenas.

Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española, venidos de España y Latinoamérica. Pidamos hoy al Espíritu Santo de enseñarnos a construir puentes con quienes no creen o tienen otra fe distinta a la nuestra. Pidamos la capacidad de inculturar con delicadeza el mensaje de la fe. Que el fuego de su amor que es capaz de inflamar el corazón más endurecido abra los ojos de los que todavía no conocen a Cristo.

Que el Señor los bendiga

[01758-ES.02] [Texto original: Español]

In lingua portoghese

 

Speaker:

Nos Atos dos Apóstolos, após as provas que experimentou em Filipos, Tessalônica e Beréia, Paulo chega a Atenas, no coração da Grécia. Embora fosse uma cidade que vivia à sombra de suas glórias do passado, Atenas ainda conservava o primado da cultura. Aqui, apesar de ficar revoltado com a idolatria, o Apóstolo procura ver o mundo pagão não com hostilidade, mas com os olhos da fé. De modo concreto, no Areópago, símbolo da vida cultural e política, pronuncia um discurso que, partindo da existência de um altar dedicado a um “deus desconhecido”, anunciava aos atenienses a identidade daquele que adoravam sem conhecer: o Deus único e verdadeiro, que a fé bíblica ensina ser o criador e salvador do mundo. Porém ao ouvir falar da ressurreição de Cristo, muitos ouvintes acabam perdendo o interesse. Não se tratou, contudo, de um fracasso: para além do fato de que alguns se converteram, Paulo nos deixou um exemplo extraordinário de inculturação da mensagem evangélica e da importância de se construir pontes com a cultura.

 

Santo Padre:

Rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini di lingua portoghese, in particolare ai membri dell’Associação de Imprensa de Inspiração Cristã, di Portogallo, e ai fedeli brasiliani di Niterói. Cari amici, in questo mese di novembre, siamo invitati a pregare per i defunti. Guidati dalla fede nella comunione dei Santi, cercate di affidare a Dio, specialmente nell’Eucaristia, i vostri familiari, amici e conoscenti deceduti, sentendoli vicini nella grande compagnia spirituale della Chiesa. Dio vi benedica a tutti!

Speaker:

Dirijo uma saudação cordial aos peregrinos de língua portuguesa, especialmente os membros da Associação de Imprensa de Inspiração Cristã, de Portugal, e os fiéis brasileiros de Niterói. Queridos amigos, neste mês de novembro, somos convidados a rezar pelos defuntos. Guiados pela fé na comunhão dos Santos, procurai encomendar a Deus, sobretudo na Eucaristia, os vossos familiares, amigos e conhecidos falecidos, sentindo a proximidade deles na grande companhia espiritual da Igreja. Que Deus vos abençoe a todos!

[01759-PO.01] [Texto original: Português]

In lingua araba

Speaker:

أيها الإخوة والأخوات الأعزاء، نتابع "رحلتنا" مع كتاب أعمال الرسل. بعد المحن التي عاشها في فيليبي وتسالونيقي وبِيرِيَة وصل بولس إلى أثينة، قلب اليونان. هذه المدينة التي كانت تعيش في ظلِّ الأمجاد القديمة بالرغم من الانحلال السياسي، كانت لا تزال تحافظ على أولوية الثقافة. هنا "ثارَ ثائِرُ بولس إِذ رأَى المَدينَة تَملأُها الأَصنام". لكنّ هذا "الاصطدام" مع الوثنية لم يجعله يهرب بل دفعه ليخلق جسرًا من أجل الحوار مع تلك الثقافة. اختار بولس أن يدخل في ألفة مع المدينة وبدأ هكذا يتردّد إلى الأماكن ويلتقي بالأشخاص المهمّين. ذهب إلى المجمع، رمز حياة الإيمان، ذهب إلى الساحة علامة الحياة المدنية، وذهب إلى الأَريُوباغُس رمز الحياة السياسية والثقافية. لم ينظر بولس إلى مدينة أثينة والعالم الوثني بعداوة وإنما بواسطة أعين الإيمان. وهذا الأمر يجعلنا نتساءل حول أسلوبنا في النظر إلى مدننا: هل نراقبها بغير مبالاة؟ أو بازدراء؟ أم بواسطة الإيمان الذي يرى أبناء الله وسط الجموع المجهولة الهوية؟ لقد اختار بولس النظرة التي تدفعه لكي يفتح معبرًا بين الإنجيل والعالم الوثني، وحقق نموذجًا رائعًا لانثقاف رسالة الإيمان. أيها الإخوة والأخوات الأعزاء، لنطلب نحن اليوم أيضًا من الروح القدس أن يعلّمنا أن نبني جسورًا مع الثقافة ومع الذي لا يؤمن أو مع من يملك إيمانًا مختلفًا عنا.

Santo Padre:

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua araba, in particolare a quelli provenienti dal Medio Oriente! Cari fratelli e sorelle, davanti alle tante sofferenze del nostro tempo, chiediamo al Signore di fare di noi dei costruttori di ponti, e di aprire i nostri cuori alle necessità dei bisognosi, degli indifesi, dei poveri, dei disoccupati, e di chi bussa alla nostra porta in cerca di pane, di un rifugio e del riconoscimento della sua dignità. Il Signore vi benedica!

Speaker:

أُرحّبُ بالحجّاجِ الناطقينَ باللغةِ العربية، وخاصةً بالقادمين من الشرق الأوسط. أيها الإخوةُ والأخواتُ الأعزاء، إزاء العديد من معاناة عصرنا، لنطلب من الرب أن يجعل منا بناةَ جسور، وأن يفتح قلوبَنا على احتياجات المعوزين، والعُزّل، والفقراء، والعاطلين عن العمل، وأولئك الذين يقرعون بابنا بحثًا عن الخبز والملجأ والاعتراف بكرامتهم. ليبارككُم الرّبّ!

[01760-AR.01] [Testo originale: Arabo]

In lingua polacca

Speaker:

Kontynuujemy naszą „podróż” z Księgą Dziejów Apostolskich. Po trudnych doświadczeniach przeżytych w Filippi, Tesalonice i Berei Paweł dotarł do serca Grecji – Aten. Tutaj Apostoł „burzył się wewnętrznie na widok miasta pełnego bożków” (Dz 17,16). To „zderzenie” z pogaństwem pobudziło go do poszukiwania płaszczyzn dialogu z kulturą grecką. Postanowił zapoznać się z miastem i zaczął odwiedzać najważniejsze miejsca i osoby. W synagodze, na placu, na Areopagu spotykał Żydów, filozofów epikurejskich i stoickich, i innych przedstawicieli tamtej społeczności. Nie patrzył na Ateny i świat pogański z wrogością, ale oczyma wiary. Szukał dróg dotarcia z przesłaniem Ewangelii. Na Areopagu Paweł wykorzystał znajdujący się tym mieście ołtarz poświęcony „nieznanemu bogu” (Dz 17,23), i wychodząc od tej „pobożności”, przekonywał, że ​​Bóg „nie ukrywa się przed tymi, którzy Go szukają szczerym sercem, chociaż czynią to po omacku” (tamże). Paweł „głosi Tego, którego ludzie nie znają, a jednak znają: Nieznanego-Znanego” (BENEDYKT XVI, Spotkanie ze światem kultury w Collège des Bernardins, 12 września 2008 r.). Dochodzi do kerygmy i nawiązuje do Chrystusa, określając Go jako „Człowieka, którego [Bóg] na to przeznaczył, po uwierzytelnieniu Go wobec wszystkich przez wskrzeszenie Go z martwych” (Dz 17, 31). Tu przepowiadanie Pawła napotyka przeszkodę: śmierć i zmartwychwstanie Chrystusa jawi się im jako „głupstwo” (1 Kor 1, 23) i budzi pogardę i drwiny. Wówczas Paweł odchodzi. Wydaje się, że jego próba się nie powiodła, a jednak niektórzy przystają na jego słowo i otwierają się na wiarę. Również w Atenach zakorzenia się Ewangelia. Prośmy również dzisiaj Ducha Świętego, aby nauczył nas budować pomosty z kulturą, z niewierzącymi lub ludźmi, których wiara różni się od naszej.

Santo Padre:

Saluto cordialmente i pellegrini polacchi. Cari fratelli e sorelle, domenica prossima la Chiesa in Polonia celebra l’XIa Giornata di Solidarietà con la Chiesa Perseguitata, organizzata dalla Fondazione Papale “L’Aiuto alla Chiesa che Soffre”, assieme alla Conferenza Episcopale Polacca. Quest'anno il soccorso spirituale e materiale è rivolto in particolare ai cristiani del Sud Sudan. La vostra preghiera e le opere concrete di solidarietà portino sollievo ed aiuto ai fratelli e alle sorelle che soffrono per Cristo in diverse parti del mondo. Vi benedico di cuore!

Speaker:

Serdecznie pozdrawiam polskich pielgrzymów. Drodzy bracia i siostry, w najbliższą niedzielę Kościół w Polsce będzie obchodził XI Dzień Solidarności z Kościołem Prześladowanym, organizowany przez Stowarzyszenie „Pomoc Kościołowi w Potrzebie” i Konferencję Episkopatu Polski. W tym roku pomoc duchowa i materialna w sposób szczególny jest kierowana do chrześcijan w Sudanie Południowym. Wasza modlitwa i konkretne dzieło solidarności niech przynosi wytchnienie i wsparcie braciom i siostrom, którzy cierpią dla Chrystusa w różnych częściach świata. Z serca wam błogosławię!

[01761-PL.01] [Testo originale: Polacco]

In lingua italiana

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. Saluto le Domenicane dell’Immacolata Concezione; le Apostole del Sacro Cuore di Gesù e i gruppi parrocchiali, specialmente quelli di Andria e di San Ferdinando di Puglia.

Inoltre saluto il Gruppo sportivo difesa Grande Termoli; e le Scuole primarie di Rimini e di Riccione.

Saluto infine i giovani, gli anziani, gli ammalati e gli sposi novelli.

Il mese di novembre, dedicato alla memoria e alla preghiera dei defunti, sia per tutti l’occasione per riconsiderare il significato dell’esistenza umana e della vita eterna. Questo tempo sia un incoraggiamento a comprendere che la vita ha un grande valore se vissuta come dono, non soltanto a se stesso, ma a Dio ed al prossimo.

[01762-IT.01] [Testo originale: Italiano]

[B0844-XX.02]