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Messaggio del Santo Padre Francesco per il lancio del Patto Educativo, 12.09.2019


Messaggio del Santo Padre

Traduzione in lingua francese

Traduzione in lingua inglese

Traduzione in lingua tedesca

Traduzione in lingua spagnola

Traduzione in lingua portoghese

Traduzione in lingua polacca

Traduzione in lingua araba

Pubblichiamo di seguito il Messaggio del Santo Padre Francesco per il lancio del Patto Educativo, evento mondiale che avrà luogo giovedì 14 maggio 2020, sul tema “Ricostruire il patto educativo globale”:

 

Messaggio del Santo Padre

Carissimi,

nell’Enciclica Laudato si’ ho invitato tutti a collaborare per custodire la nostra casa comune, affrontando insieme le sfide che ci interpellano. A distanza di qualche anno, rinnovo l’invito a dialogare sul modo in cui stiamo costruendo il futuro del pianeta e sulla necessità di investire i talenti di tutti, perché ogni cambiamento ha bisogno di un cammino educativo per far maturare una nuova solidarietà universale e una società più accogliente.

Per questo scopo desidero promuovere un evento mondiale nella giornata del 14 maggio 2020, che avrà per tema “Ricostruire il patto educativo globale”: un incontro per ravvivare l’impegno per e con le giovani generazioni, rinnovando la passione per un’educazione più aperta ed inclusiva, capace di ascolto paziente, dialogo costruttivo e mutua comprensione. Mai come ora, c’è bisogno di unire gli sforzi in un’ampia alleanza educativa per formare persone mature, capaci di superare frammentazioni e contrapposizioni e ricostruire il tessuto di relazioni per un’umanità più fraterna.

Il mondo contemporaneo è in continua trasformazione ed è attraversato da molteplici crisi. Viviamo un cambiamento epocale: una metamorfosi non solo culturale ma anche antropologica che genera nuovi linguaggi e scarta, senza discernimento, i paradigmi consegnatici dalla storia. L’educazione si scontra con la cosiddetta rapidación, che imprigiona l’esistenza nel vortice della velocità tecnologica e digitale, cambiando continuamente i punti di riferimento. In questo contesto, l’identità stessa perde consistenza e la struttura psicologica si disintegra di fronte a un mutamento incessante che «contrasta con la naturale lentezza dell’evoluzione biologica» (Enc. Laudato si’, 18).

Ogni cambiamento, però, ha bisogno di un cammino educativo che coinvolga tutti. Per questo è necessario costruire un “villaggio dell’educazione” dove, nella diversità, si condivida l’impegno di generare una rete di relazioni umane e aperte. Un proverbio africano dice che “per educare un bambino serve un intero villaggio”. Ma dobbiamo costruirlo, questo villaggio, come condizione per educare. Il terreno va anzitutto bonificato dalle discriminazioni con l’immissione di fraternità, come ho sostenuto nel Documento che ho sottoscritto con il Grande Imam di Al-Azhar ad Abu Dhabi, il 4 febbraio scorso.

In un simile villaggio è più facile trovare la convergenza globale per un’educazione che sappia farsi portatrice di un’alleanza tra tutte le componenti della persona: tra lo studio e la vita; tra le generazioni; tra i docenti, gli studenti, le famiglie e la società civile con le sue espressioni intellettuali, scientifiche, artistiche, sportive, politiche, imprenditoriali e solidali. Un’alleanza tra gli abitanti della Terra e la “casa comune”, alla quale dobbiamo cura e rispetto. Un’alleanza generatrice di pace, giustizia e accoglienza tra tutti i popoli della famiglia umana nonché di dialogo tra le religioni.

Per raggiungere questi obiettivi globali, il cammino comune del “villaggio dell’educazione” deve muovere passi importanti. In primo luogo, avere il coraggio di mettere al centro la persona. Per questo occorre siglare un patto per dare un’anima ai processi educativi formali ed informali, i quali non possono ignorare che tutto nel mondo è intimamente connesso ed è necessario trovare - secondo una sana antropologia - altri modi di intendere l’economia, la politica, la crescita e il progresso. In un percorso di ecologia integrale, viene messo al centro il valore proprio di ogni creatura, in relazione con le persone e con la realtà che la circonda, e si propone uno stile di vita che respinga la cultura dello scarto.

Un altro passo è il coraggio di investire le migliori energie con creatività e responsabilità. L’azione propositiva e fiduciosa apre l’educazione a una progettualità di lunga durata, che non si arena nella staticità delle condizioni. In questo modo avremo persone aperte, responsabili, disponibili a trovare il tempo per l’ascolto, il dialogo e la riflessione, e capaci di costruire un tessuto di relazioni con le famiglie, tra le generazioni e con le varie espressioni della società civile, così da comporre un nuovo umanesimo.

Un ulteriore passo è il coraggio di formare persone disponibili a mettersi al servizio della comunità. Il servizio è un pilastro della cultura dell’incontro: «Significa chinarsi su chi ha bisogno e tendergli la mano, senza calcoli, senza timore, con tenerezza e comprensione, come Gesù si è chinato a lavare i piedi agli apostoli. Servire significa lavorare a fianco dei più bisognosi, stabilire con loro prima di tutto relazioni umane, di vicinanza, legami di solidarietà».1 Nel servizio sperimentiamo che c’è più gioia nel dare che nel ricevere (cfr Atti degli Apostoli 20,35). In questa prospettiva, tutte le istituzioni devono lasciarsi interpellare sulle finalità e i metodi con cui svolgono la propria missione formativa.

Per questo desidero incontrare a Roma tutti voi che, a vario titolo, operate nel campo dell’educazione a tutti i livelli disciplinari e della ricerca. Vi invito a promuovere insieme e attivare, attraverso un comune patto educativo, quelle dinamiche che danno un senso alla storia e la trasformano in modo positivo. Insieme a voi, faccio appello a personalità pubbliche che a livello mondiale occupano posti di responsabilità e hanno a cuore il futuro delle nuove generazioni. Ho fiducia che accoglieranno il mio invito. E faccio appello anche a voi giovani a partecipare all’incontro e a sentire tutta la responsabilità nel costruire un mondo migliore. L’appuntamento è per il giorno 14 maggio 2020 a Roma, nell’Aula Paolo VI in Vaticano. Una serie di seminari tematici, in diverse istituzioni, accompagnerà la preparazione dell’evento.

Cerchiamo insieme di trovare soluzioni, avviare processi di trasformazione senza paura e guardare al futuro con speranza. Invito ciascuno ad essere protagonista di questa alleanza, facendosi carico di un impegno personale e comunitario per coltivare insieme il sogno di un umanesimo solidale, rispondente alle attese dell’uomo e al disegno di Dio.

Vi aspetto e fin d’ora vi saluto e benedico.

Dal Vaticano, 12 settembre 2019

FRANCESCO

_____________________

1 Discorso nella visita al Centro Astalli di Roma per il servizio ai rifugiati, 10 settembre 2013

[01420-IT.01] [Testo originale: Italiano]

Traduzione in lingua francese

Chers amis,

Dans l’encyclique Laudato si’, j’ai invité tout le monde à collaborer pour sauvegarder notre maison commune, en relevant ensemble les défis qui nous interpellent. Quelques années plus tard, je réitère mon invitation à dialoguer sur la façon dont nous construisons l’avenir de la planète et sur la nécessité d’investir les talents de chacun; chaque changement nécessite, en effet, un parcours éducatif pour faire mûrir une nouvelle solidarité universelle et une société plus accueillante.

À cette fin, je souhaite promouvoir un événement mondial, le 14 mai 2020, qui aura pour thème: «Reconstruire le pacte éducatif mondial ». Cette rencontre ravivera l’engagement pour et avec les jeunes générations, en renouvelant la passion d’une éducation plus ouverte et plus inclusive, capable d’une écoute patiente, d’un dialogue constructif et d’une compréhension mutuelle. Il est plus que jamais nécessaire d’unir nos efforts dans une vaste alliance éducative pour former des personnes mûres, capables de surmonter les morcellements et les oppositions, et recoudre le tissu des relations en vue d’une humanité plus fraternelle.

Notre monde contemporain est en constante transformation; il est traversé par de multiples crises. Nous vivons un changement d’époque : une métamorphose non seulement culturelle mais aussi anthropologique qui engendre de nouveaux langages et rejette, sans discernement, les paradigmes qui nous sont offerts par l’histoire. L’éducation se heurte à ce que certains appellent «rapidación», qui emprisonne l’existence dans la spirale de la vitesse technologique et numérique, en changeant constamment les points de référence. Dans ce contexte, l’identité elle-même perd de la consistance et la structure psychologique se désintègre face à un changement incessant qui «contraste avec la lenteur naturelle de l’évolution biologique » (Laudato si’, n. 18).

Or, chaque changement exige un parcours éducatif impliquant tout le monde. Pour cette raison, il est nécessaire de construire un «village de l’éducation» où on partage, dans la diversité, l’engagement à créer un réseau de relations humaines et ouvertes. Un proverbe africain dit qu’«il faut tout un village pour élever un enfant». Ce village, nous devons le construire comme condition pour éduquer. Tout d’abord, le terrain est assaini des discriminations grâce à l’introduction de la fraternité, comme je l’ai indiqué dans le document que j’ai signé avec le Grand Imam d’Al-Azhar à Abou Dhabi, le 4 février dernier.

Dans un tel village, il devient plus facile de trouver une convergence mondiale en vue d’une éducation qui sache être porteuse d’une alliance entre toutes les composantes de la personne : entre l’étude et la vie; entre les générations; entre les enseignants, les étudiants, les familles et la société civile selon leurs expressions intellectuelles, scientifiques, artistiques, sportives, politiques, entrepreneuriales et solidaires. Une alliance entre les habitants de la Terre et la «maison commune» à laquelle nous devons sauvegarde et respect. Une alliance génératrice de paix, de justice et d’accueil entre tous les peuples de la famille humaine ainsi que de dialogue entre les religions.

Pour atteindre ces objectifs mondiaux, le chemin commun du «village de l’éducation» doit franchir des étapes importantes. D’abord, avoir le courage de placer la personne au centre. À cette fin, il est nécessaire de signer un pacte qui donne une âme aux processus éducatifs formels et informels, lesquels ne peuvent ignorer le fait que tout, dans le monde, est intimement lié et qu’il est nécessaire de trouver, selon une saine anthropologie, d’autres façons de comprendre l’économie, la politique, la croissance et le progrès. Dans un parcours d’écologie intégrale, la valeur spécifique de chaque créature est mise au centre, en relation avec les personnes et avec la réalité qui l’entoure, et un mode de vie qui rejette la culture du déchet est proposé.

Une autre étape est celle du courage d’investir les meilleures énergies avec créativité et responsabilité. La proposition confiante ouvre l’éducation à des projets à long terme qui ne s’enlisent pas dans des conditions statiques. Ainsi, nous aurons des personnes ouvertes, responsables, prêtes à trouver le temps d’écouter, de dialoguer et de réfléchir, et capables de tisser des relations avec les familles, entre les générations et les différentes expressions de la société civile, jusqu’à former un nouvel humanisme.

Une étape supplémentaire est celle du courage de former des personnes disponibles pour servir la communauté. Le service est un pilier de la culture de la rencontre : «cela signifie se pencher sur qui est dans le besoin et lui tendre la main, sans calculs, sans crainte, avec tendresse et compréhension, comme Jésus s’est penché pour laver les pieds des apôtres. Servir signifie travailler aux côtés des plus nécessiteux, établir tout d’abord avec eux des relations humaines, de proximité, des liens de solidarité1 ». Dans le service, nous faisons l’expérience qu’il y a plus de bonheur à donner qu’à recevoir (cf. Ac 20, 35). Dans cette perspective, toutes les institutions doivent se laisser interroger sur les finalités et les méthodes selon lesquelles elles s’acquittent de leur mission formatrice.

C’est pourquoi je désire vous rencontrer à Rome, vous tous qui, à divers titres, travaillez dans le domaine de l’éducation à tous les niveaux des disciplines et de la recherche. Je vous invite à promouvoir ensemble et à mettre en œuvre, par le biais d’un pacte éducatif commun, ces dynamiques qui donnent un sens à l’histoire et la transforment de manière positive. Avec vous, je lance un appel à des personnalités publiques qui occupent des postes de responsabilité au niveau mondial et qui ont à cœur l’avenir des nouvelles générations. J’ai confiance: elles accueilleront mon invitation. Je vous lance également un appel à vous, les jeunes, à participer à cette rencontre et à sentir toute votre responsabilité dans la construction d’un monde meilleur. Notre rendez-vous est fixé au 14 mai 2020 à Rome, dans la salle Paul VI du Vatican. Une série de séminaires thématiques, dans différentes institutions, accompagnera la préparation de cet événement.

Cherchons ensemble à trouver des solutions, à lancer sans aucune crainte des processus de transformation et à regarder l’avenir avec espérance. J’invite chacun à être protagoniste de cette alliance, en prenant un engagement personnel et communautaire pour cultiver ensemble le rêve d’un humanisme solidaire, répondant aux attentes de l’homme et au dessein de Dieu.

Je vous attends et, dès à présent, je vous salue et vous bénis.

Du Vatican, le 12 septembre 2019

FRANÇOIS

_____________________

1 François, Visite au Centre Astalli de Rome pour les réfugiés, 10 septembre 2013.

[01420-FR.01] [Texte original: Italien]

Traduzione in lingua inglese

Dear Brothers and Sisters,

In my Encyclical Laudato Si’, I invited everyone to cooperate in caring for our common home and to confront together the challenges that we face. Now, a few years later, I renew my invitation to dialogue on how we are shaping the future of our planet and the need to employ the talents of all, since all change requires an educational process aimed at developing a new universal solidarity and a more welcoming society.

To this end, I wish to endorse a global event, to take place on 14 May 2020 on the theme Reinventing the Global Educational Alliance. This meeting will rekindle our dedication for and with young people, renewing our passion for a more open and inclusive education, including patient listening, constructive dialogue and better mutual understanding. Never before has there been such need to unite our efforts in a broad educational alliance, to form mature individuals capable of overcoming division and antagonism, and to restore the fabric of relationships for the sake of a more fraternal humanity.

Today’s world is constantly changing and faces a variety of crises. We are experiencing an era of change: a transformation that is not only cultural but also anthropological, creating a new semantics while indiscriminately discarding traditional paradigms. Education clashes with what has been called a process of “rapidification” that traps our existence in a whirlwind of high-speed technology and computerization, continually altering our points of reference. As a result, our very identity loses its solidity and our psychological structure dissolves in the face of constant change that “contrasts with the naturally slow pace of biological evolution” (Laudato Si’, 18).

Every change calls for an educational process that involves everyone. There is thus a need to create an “educational village”, in which all people, according to their respective roles, share the task of forming a network of open, human relationships. According to an African proverb, “it takes a whole village to educate a child”. We have to create such a village before we can educate. In the first place, the ground must be cleared of discrimination and fraternity must be allowed to flourish, as I stated in the Document that I signed with the Grand Imam of Al-Azhar on 4 February this year in Abu Dhabi.

In this kind of village it is easier to find global agreement about an education that integrates and respects all aspects of the person, uniting studies and everyday life, teachers, students and their families, and civil society in its intellectual, scientific, artistic, athletic, political, business and charitable dimensions. An alliance, in other words, between the earth’s inhabitants and our “common home”, which we are bound to care for and respect. An alliance that generates peace, justice and hospitality among all peoples of the human family, as well as dialogue between religions.

To reach these global objectives, our shared journey as an “educating village” must take important steps forward. First, we must have the courage to place the human person at the centre. To do so, we must agree to promote formal and informal educational processes that cannot ignore the fact that the whole world is deeply interconnected, and that we need to find other ways, based on a sound anthropology, of envisioning economics, politics, growth and progress. In the development of a integral ecology, a central place must be given to the value proper to each creature in its relationship to the people and realities surrounding it, as well as a lifestyle that rejects the throw-away culture.

Another step is to find the courage to capitalize on our best energies, creatively and responsibly. To be proactive and confident in opening education to a long-term vision unfettered by the status quo. This will result in men and women who are open, responsible, prepared to listen, dialogue and reflect with others, and capable of weaving relationships with families, between generations, and with civil society, and thus to create a new humanism.

A further step is the courage to train individuals who are ready to offer themselves in service to the community. Service is a pillar of the culture of encounter: “It means bending over those in need and stretching out a hand to them, without calculation, without fear, but with tenderness and understanding, just as Jesus knelt to wash the Apostles’ feet. Serving means working beside the neediest of people, establishing with them first and foremost human relationships of closeness and bonds of solidarity”.1 In serving others, we experience that there is more joy in giving than in receiving (cf. Acts 20:35). In this regard, all institutions must be open to examining the aims and methods that determine how they carry out their educational mission.

For this reason, I look forward to meeting in Rome all of you who, in various ways and on every level, work in the field of education and of research. I encourage you to work together to promote, through a shared educational alliance, those forward-looking initiatives that can give direction to history and change it for the better. I join you in appealing to authoritative public figures in our world who are concerned for the future of our young people, and I trust that they will respond to my invitation. I also call upon you, dear young people, to take part in the meeting and to sense your real responsibility for the building of a better world. Our meeting will take place on 14 May 2020 in the Paul VI Audience Hall in the Vatican. A number of seminars on related topics will take place in various locations and help us prepare for this event.

Let us seek solutions together, boldly undertake processes of change and look to the future with hope. I invite everyone to work for this alliance and to be committed, individually and within our communities, to nurturing the dream of a humanism rooted in solidarity and responsive both to humanity’s aspirations and to God’s plan.

I look forward to seeing you. Until then, I send you my greetings and my blessing.

From the Vatican, 12 September 2019

FRANCIS

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1 Address during a visit to the “Astalli Centre”, the Jesuit Refugee Service in Rome, on 10 September 2013.

[01420-EN.01] [Original text: Italian]

Traduzione in lingua tedesca

 

Liebe Freunde,

in der Enzyklika Laudato siʼ habe ich alle eingeladen, an der Bewahrung unseres gemeinsamen Hauses mitzuwirken und sich gemeinsam den Problemen zu stellen, die uns herausfordern. Nach einigen Jahren erneuere ich nun meine Einladung zum Dialog über die Art und Weise, wie wir die Zukunft des Planeten gestalten, und über die Notwendigkeit, die Talente aller zu mobilisieren, denn zu jeder Veränderung gehört ein Bildungsprozess, um eine neue weltweite Solidarität und eine gastfreundlichere Gesellschaft zu fördern.

Zu diesem Zweck möchte ich eine internationale Veranstaltung am 14. Mai 2020 ankündigen, die unter dem Thema „Wiederherstellung des globalen Bildungspakts“ steht: ein Treffen zur Wiederbelebung des Engagements für und mit den jungen Menschen, bei dem die Begeisterung für eine offenere und integrativere Bildung, die fähig ist, geduldig zuzuhören, einen konstruktiven Dialog und gegenseitiges Verständnis zu fördern, erneuert wird. Noch nie zuvor war es so notwendig, die Bemühungen in einem breiten Bildungsbündnis zu vereinen, um reife Menschen zu formen, die in der Lage sind, Spaltungen und Gegensätze zu überwinden und das Gefüge der Beziehungen für eine geschwisterlichere Menschheit wiederherzustellen.

Die heutige Welt befindet sich in einem ständigen Wandel und ist vielfach krisengeschüttelt. Wir erleben einen epochalen Wandel: eine Metamorphose nicht nur kultureller, sondern auch anthropologischer Art, die neue Sprachen hervorbringt und Paradigmen, die uns die Geschichte überliefert hat, unterscheidungslos verwirft. Die Bildung kollidiert mit der sogenannten Rapidación („Beschleunigung“), die die Existenz in den Sog der technologischen und digitalen Geschwindigkeit einsperrt und ständig die Bezugspunkte verändert. In diesem Zustand verliert die Identität selbst an Konsistenz und die psychologische Struktur zerfällt angesichts eines unaufhörlichen Wandels, der »im Gegensatz zu der natürlichen Langsamkeit der biologischen Evolution steht« (Enz. Laudato siʼ, 18).

Doch jede Veränderung braucht einen Bildungsprozess, der alle einbezieht. Aus diesem Grund ist es notwendig, eine Bildungsgemeinschaft als ein „Dorf der Bildung“ zu errichten, in dem wir in Vielfalt die Verpflichtung teilen, ein Netzwerk von offenen menschlichen Beziehungen aufzubauen. Ein afrikanisches Sprichwort besagt: „Um ein Kind zu erziehen, braucht man ein ganzes Dorf“. Wir müssen aber dieses Dorf als Voraussetzung für die Bildung errichten. Zunächst muss durch die Ausbreitung der Geschwisterlichkeit der Boden bereitet und von der Ungleichbehandlung befreit werden, wie ich in dem Dokument bekräftigt habe, das ich am vergangenen 4. Februar mit dem Großimam von Al-Azhar in Abu Dhabi unterzeichnet habe.

In einem solchen Dorf ist es einfacher, eine globale Verständigung zu finden für eine Bildung, die in der Lage ist, eine Verbundenheit herzustellen zwischen allen Aspekten der Person: zwischen Studium und Leben; zwischen den Generationen; zwischen Lehrerenden und Studierenden, zwischen den Familien und der Zivilgesellschaft mit ihren intellektuellen, wissenschaftlichen, künstlerischen, sportlichen, politischen, unternehmerischen und solidarischen Ausdrucksformen. Eine Allianz zwischen den Bewohnern der Erde und dem „gemeinsamen Haus“, dem wir Sorge und Respekt schulden. Eine Allianz, die Frieden, Gerechtigkeit und Akzeptanz unter allen Völkern der Menschheitsfamilie sowie den Dialog zwischen den Religionen schafft.

Um diese globalen Ziele zu erreichen, muss der gemeinsame Weg des „Dorfes der Bildung“ wichtige Schritte unternehmen. Erstens, den Mut zu haben, die Person in den Mittelpunkt zu stellen. Aus diesem Grund muss ein Bündnis besiegelt werden, um formellen und informellen Bildungsprozessen eine Seele zu geben. Sie dürfen nicht verkennen, dass alles in der Welt eng miteinander verbunden ist und dass es – entsprechend einer gesunden Anthropologie – notwendig ist, alternative Wege der Definition von Wirtschaft, Politik, Wachstum und Fortschritt zu finden. Auf einem Weg der integralen Ökologie wird der eigene Wert jedes Lebewesens in den Mittelpunkt gestellt, in Bezug auf den Menschen und seiner Umwelt, und ein Lebensstil vorgeschlagen, der die Wegwerfkultur ablehnt.

Zweitens braucht es den Mut, mit Kreativität und Verantwortung die besten Energien zu investieren. Das proaktive und zuversichtliche Handeln öffnet die Bildung für eine langfristige Planung, die nicht unter den statischen Bedingungen versandet. Auf diese Weise werden wir Menschen haben, die offen und verantwortungsbewusst sind und bereit, Zeit zum Zuhören, zum Dialog und zur Reflexion zu finden, und die in der Lage sind, ein Geflecht von Beziehungen zu Familien, zwischen Generationen und zu den verschiedenen Ausdrucksformen der Zivilgesellschaft aufzubauen, um so einen neuen Humanismus zu bilden.

Drittens braucht es den Mut, Menschen zu bilden, die bereit sind, sich in den Dienst der Gemeinschaft zu stellen. Das Dienen ist eine tragende Säule der Kultur der Begegnung: »Es bedeutet, sich über den Bedürftigen zu beugen und ihm die Hand zu reichen, ohne Berechnung, ohne Angst, mit Zärtlichkeit und Verständnis, wie Jesus sich niedergebeugt hat, um den Aposteln die Füße zu waschen. Dienen bedeutet, an der Seite der Bedürftigsten zu arbeiten, mit ihnen vor allem menschliche Beziehungen aufzubauen, ihnen nahe zu sein, Bande der Solidarität zu knüpfen«.1 Im Dienen erfahren wir, dass Geben seliger ist als Nehmen (vgl. Apg 20,35). Vor diesem Hintergrund müssen sich alle Institutionen nach den Zielen und Methoden fragen lassen, mit denen sie ihrem Bildungsauftrag nachkommen.

Aus diesem Grund möchte ich Sie alle in Rom willkommen heißen, die Sie mit verschiedenen Funktionen in der Bildung, Wissenschaft und Forschung tätig sind. Ich lade Sie ein, zusammen durch einen gemeinsamen Bildungspakt diejenigen Dynamiken zu fördern und zu aktivieren, die der Geschichte einen Sinn geben und sie in eine positive Richtung lenken. Gemeinsam mit Ihnen appelliere ich an Persönlichkeiten des öffentlichen Lebens, die weltweit Verantwortung tragen und denen die Zukunft der neuen Generationen am Herzen liegt. Ich bin zuversichtlich, dass sie meine Einladung annehmen werden. Und ich appelliere auch an Euch, junge Menschen, an dem Treffen teilzunehmen und Euch verantwortlich zu fühlen für den Aufbau einer besseren Welt. Das Treffen findet am 14. Mai 2020 in Rom in der Aula Pauls VI. im Vatikan statt. Eine Reihe von thematischen Seminaren in verschiedenen Bildungseinrichtungen wird die Vorbereitung der Veranstaltung begleiten.

Lasst uns gemeinsam Lösungen finden, ohne Angst Transformationsprozesse starten und mit Hoffnung in die Zukunft blicken. Ich lade einen jeden und eine jede ein, ein Protagonist dieses Bündnisses zu sein und sich persönlich und gemeinschaftlich dafür einzusetzen, zusammen den Traum von einem solidarischen Humanismus zu verwirklichen, der den Hoffnungen des Menschen und dem Willen Gottes entspricht.

Ich freue mich auf Sie, und schon jetzt grüße und segne ich Sie.

Aus dem Vatikan, 12. September 2019

FRANZISKUS

___________________

1 Ansprache beim Besuch des Zentrums für Migranten Astalli in Rom, 10. September 2013.

[01420-DE.01] [Originalsprache: Deutsch]

Traduzione in lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas:

En la Encíclica Laudato si’ invité a todos a colaborar en el cuidado de nuestra casa común, afrontando juntos los desafíos que nos interpelan. Después de algunos años, renuevo la invitación para dialogar sobre el modo en que estamos construyendo el futuro del planeta y sobre la necesidad de invertir los talentos de todos, porque cada cambio requiere un camino educativo que haga madurar una nueva solidaridad universal y una sociedad más acogedora.

Por este motivo deseo promover un evento mundial para el día 14 de mayo de 2020, que tendrá como tema: “Reconstruir el pacto educativo global”; un encuentro para reavivar el compromiso por y con las jóvenes generaciones, renovando la pasión por una educación más abierta e incluyente, capaz de la escucha paciente, del diálogo constructivo y de la mutua comprensión. Hoy más que nunca, es necesario unir los esfuerzos por una alianza educativa amplia para formar personas maduras, capaces de superar fragmentaciones y contraposiciones y reconstruir el tejido de las relaciones por una humanidad más fraterna.

El mundo contemporáneo está en continua transformación y se encuentra atravesado por múltiples crisis. Vivimos un cambio de época: una metamorfosis no sólo cultural sino también antropológica que genera nuevos lenguajes y descarta, sin discernimiento, los paradigmas que la historia nos ha dado. La educación afronta la llamada rapidación, que encarcela la existencia en el vórtice de la velocidad tecnológica y digital, cambiando continuamente los puntos de referencia. En este contexto, la identidad misma pierde consistencia y la estructura psicológica se desintegra ante una mutación incesante que «contrasta la natural lentitud de la evolución biológica» (Carta enc. Laudato si’, 18).

Sin embargo, cada cambio necesita un camino educativo que involucre a todos. Para ello se requiere construir una “aldea de la educación” donde se comparta en la diversidad el compromiso por generar una red de relaciones humanas y abiertas. Un proverbio africano dice que “para educar a un niño se necesita una aldea entera”. Por lo tanto, debemos construir esta aldea como condición para educar. El terreno debe estar saneado de la discriminación con la introducción de la fraternidad, como sostuve en el Documento que firmé con el Gran Imán de Al-Azhar, en Abu Dabi, el pasado 4 de febrero.

En una aldea así es más fácil encontrar la convergencia global para una educación que sea portadora de una alianza entre todos los componentes de la persona: entre el estudio y la vida; entre las generaciones; entre los docentes, los estudiantes, las familias y la sociedad civil con sus expresiones intelectuales, científicas, artísticas, deportivas, políticas, económicas y solidarias. Una alianza entre los habitantes de la Tierra y la “casa común”, a la que debemos cuidado y respeto. Una alianza que suscite paz, justicia y acogida entre todos los pueblos de la familia humana, como también de diálogo entre las religiones.

Para alcanzar estos objetivos globales, el camino común de la “aldea de la educación” debe llevar a dar pasos importantes. En primer lugar, tener la valentía de colocar a la persona en el centro. Para esto se requiere firmar un pacto que anime los procesos educativos formales e informales, que no pueden ignorar que todo en el mundo está íntimamente conectado y que se necesita encontrar —a partir de una sana antropología— otros modos de entender la economía, la política, el crecimiento y el progreso. En un itinerario de ecología integral, se debe poner en el centro el valor propio de cada criatura, en relación con las personas y con la realidad que las circunda, y se propone un estilo de vida que rechace la cultura del descarte.

Otro paso es la valentía de invertir las mejores energías con creatividad y responsabilidad. La acción propositiva y confiada abre la educación hacia una planificación a largo plazo, que no se detenga en lo estático de las condiciones. De este modo tendremos personas abiertas, responsables, disponibles para encontrar el tiempo para la escucha, el diálogo y la reflexión, y capaces de construir un tejido de relaciones con las familias, entre las generaciones y con las diversas expresiones de la sociedad civil, de modo que se componga un nuevo humanismo.

Otro paso es la valentía de formar personas disponibles que se pongan al servicio de la comunidad. El servicio es un pilar de la cultura del encuentro: «Significa inclinarse hacia quien tiene necesidad y tenderle la mano, sin cálculos, sin temor, con ternura y comprensión, como Jesús se inclinó a lavar los pies a los apóstoles. Servir significa trabajar al lado de los más necesitados, establecer con ellos ante todo relaciones humanas, de cercanía, vínculos de solidaridad»1. En el servicio experimentamos que hay más alegría en dar que en recibir (cf. Hch 20,35). En esta perspectiva, todas las instituciones deben interpelarse sobre la finalidad y los métodos con que desarrollan la propia misión formativa.

Por esto, deseo encontrar en Roma a todos vosotros que, de diversos modos, trabajáis en el campo de la educación en los diferentes niveles disciplinares y de la investigación. Os invito a promover juntos y a impulsar, a través de un pacto educativo común, aquellas dinámicas que dan sentido a la historia y la transforman de modo positivo. Junto a vosotros, apelo a las personalidades públicas que a nivel mundial ocupan cargos de responsabilidad y se preocupan por el futuro de las nuevas generaciones. Confío en que aceptarán mi invitación. Apelo también a vosotros, jóvenes, para que participéis en el encuentro y para que sintáis la responsabilidad de construir un mundo mejor. La cita es para el día 14 de mayo de 2020, en Roma, en el Aula Pablo VI del Vaticano. Una serie de seminarios temáticos, en diferentes instituciones, acompañarán la preparación del evento.

Busquemos juntos las soluciones, iniciemos procesos de transformación sin miedo y miremos hacia el futuro con esperanza. Invito a cada uno a ser protagonista de esta alianza, asumiendo un compromiso personal y comunitario para cultivar juntos el sueño de un humanismo solidario, que responda a las esperanzas del hombre y al diseño de Dios.

Os espero y desde ahora os saludo y bendigo.

Vaticano, 12 de septiembre de 2019

FRANCISCO

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[1] Discurso durante la visita al Centro Astalli de Roma para el servicio de los refugiados (10 septiembre 2013).

[01420-ES.01] [Texto original: Italiano]

Traduzione in lingua portoghese

Caríssimos,

Na carta encíclica Laudato si’, convidei a todos para colaborar na salvaguarda da nossa «casa comum», enfrentando juntos os desafios que nos interpelam. Passados alguns anos, visto que toda a mudança precisa duma caminhada educativa para fazer amadurecer uma nova solidariedade universal e uma sociedade mais acolhedora, renovo o convite para se dialogar sobre o modo como estamos a construir o futuro do planeta e sobre a necessidade de investir os talentos de todos.

Com esta finalidade, desejo promover um encontro mundial no dia 14 de maio de 2020, que terá como tema «Reconstruir o pacto educativo global»: um encontro para reavivar o compromisso em prol e com as gerações jovens, renovando a paixão por uma educação mais aberta e inclusiva, capaz de escuta paciente, diálogo construtivo e mútua compreensão. Nunca, como agora, houve necessidade de unir esforços numa ampla aliança educativa para formar pessoas maduras, capazes de superar fragmentações e contrastes e reconstruir o tecido das relações em ordem a uma humanidade mais fraterna.

O mundo contemporâneo está em transformação contínua, vendo-se agitado por variadas crises. Vivemos uma mudança epocal: uma metamorfose não só cultural mas também antropológica, que gera novas linguagens e descarta, sem discernimento, os paradigmas recebidos da história. A educação é colocada à prova pela rápida aceleração – a chamada rapidación –, que prende a existência no turbilhão da velocidade tecnológica e digital, mudando continuamente os pontos de referência. Neste contexto, perde consistência a própria identidade e desintegra-se a estrutura psicológica perante uma mudança incessante que «contrasta com a lentidão natural da evolução biológica» (Francisco, Carta enc. Laudato si’, 18).

Ora cada mudança precisa duma caminhada educativa que envolva a todos. Por isso, é necessário construir uma «aldeia da educação», onde, na diversidade, se partilhe o compromisso de gerar uma rede de relações humanas e abertas. Como afirma um provérbio africano, «para educar uma criança, é necessária uma aldeia inteira». Mas, esta aldeia, temos de a construir como condição para educar. Antes de mais nada, o terreno deve ser bonificado das discriminações com uma inoculação de fraternidade, como defendi no Documento que assinei com o Grande Imã de Al-Azhar, em Abu Dhabi, no passado dia 4 de fevereiro.

Numa aldeia assim, é mais fácil encontrar a convergência global para uma educação que saiba fazer-se portadora duma aliança entre todos os componentes da pessoa: entre o estudo e a vida; entre as gerações; entre os professores, os alunos, as famílias e a sociedade civil, com as suas expressões intelectuais, científicas, artísticas, desportivas, políticas, empresariais e solidárias. Uma aliança entre os habitantes da terra e a «casa comum», à qual devemos cuidado e respeito. Uma aliança geradora de paz, justiça e aceitação entre todos os povos da família humana, bem como de diálogo entre as religiões.

Para atingir estes objetivos globais, a caminhada comum da «aldeia da educação» deve dar passos importantes. Primeiro, ter a coragem de colocar no centro a pessoa. Por isso, é preciso assinar um pacto para dar uma alma aos processos educativos formais e informais, que não podem ignorar o facto de que tudo, no mundo, está intimamente conexo e é necessário encontrar – segundo uma sã antropologia – outros modos de compreender a economia, a política, o crescimento e o progresso. Num percurso de ecologia integral, coloca-se no centro o valor próprio de cada criatura, em relação com as pessoas e com a realidade que a rodeia, e propõe-se um estilo de vida que rejeite a cultura do descarte.

Outro passo é a coragem de investir as melhores energias com criatividade e responsabilidade. A ação propositiva e confiante abre a educação para uma projetação a longo prazo, que não encalhe na tendência estática das condições. Assim, teremos pessoas abertas, responsáveis, disponíveis a encontrar o tempo para a escuta, o diálogo e a reflexão, e capazes de construir um tecido de relações com as famílias, entre as gerações e com as várias expressões da sociedade civil de modo a constituir um novo humanismo.

Um novo passo é a coragem de formar pessoas disponíveis para se colocarem ao serviço da comunidade. O serviço é um pilar da cultura do encontro: «significa inclinar-se sobre quem é necessitado e estender-lhe a mão, sem cálculos nem receio, com ternura e compreensão, como Jesus Se inclinou para lavar os pés dos Apóstolos. Servir significa trabalhar ao lado dos mais necessitados, estabelecer com eles, antes de tudo, relações humanas, de proximidade, vínculos de solidariedade» (Francisco, Discurso na visita ao Centro Astalli de Roma ao serviço dos refugiados, 10 de setembro de 2013). No serviço, experimentamos que há mais alegria em dar do que em receber (cf. Atos dos Apóstolos 20, 35). Nesta perspetiva, todas as instituições se devem deixar interpelar acerca das finalidades e métodos com que desempenham a sua missão formadora.

Por isso, desejo encontrar-vos em Roma a todos vós que, pelos mais variados títulos, trabalhais no campo da educação em todos os níveis da lecionação e da pesquisa. Convido-vos a promover em conjunto e ativar, através dum pacto educativo comum, as dinâmicas que conferem um sentido à história e a transformam de maneira positiva. Juntamente convosco, dirijo idêntico apelo a personalidades públicas que ocupem, a nível mundial, lugares de responsabilidade e tenham a peito o futuro das novas gerações; espero que acolham o meu convite. E faço apelo também a vós, jovens, para que participeis no encontro e sintais plena responsabilidade de construir um mundo melhor. O encontro será no dia 14 de maio de 2020 em Roma, na Aula Paulo VI do Vaticano. Uma série de seminários temáticos, em várias instituições, acompanhará a preparação do encontro.

Juntos, procuremos encontrar soluções, iniciar sem medo processos de transformação e olhar para o futuro com esperança. Convido a cada um para ser protagonista desta aliança, assumindo o compromisso pessoal e comunitário de cultivar, juntos, o sonho dum humanismo solidário, que corresponda às expetativas do homem e ao desígnio de Deus.

Fico à vossa espera e, desde já, vos saúdo e abençoo.

Vaticano, 12 de setembro de 2019.

FRANCISCO

[01420-PO.01] [Texto original: Italiano]

Traduzione in lingua polacca

Drodzy przyjaciele,

w encyklice Laudato si' zachęciłem wszystkich do współpracy na rzecz ochronnych naszego wspólnego domu, poprzez wspólne stawianie czoła wyzwaniom, które przed nami stoją. Po upływie kilku lat ponawiam zaproszenie do rozmowy na temat tego, w jaki sposób budujemy przyszłość naszej planety oraz na temat konieczności zaangażowania talentów wszystkich, ponieważ każda zmiana wymaga procesu wychowawczego, aby dojrzała nowa powszechna solidarność oraz bardziej gościnne społeczeństwo.

W tym celu pragnę promować światowe wydarzenie, które odbędzie się 14 maja 2020 r., którego tematem przewodnim będzie „Odbudowa globalnego paktu wychowawczego”. Spotkanie to będzie miało na celu ożywienie zaangażowania na rzecz młodych pokoleń i wraz z młodymi pokoleniami, odnawiając pasję skierowaną na edukację bardziej otwartą i integrującą, zdolną do cierpliwego słuchania, konstruktywnego dialogu i wzajemnego zrozumienia. Nigdy wcześniej nie było tak wielkiej potrzeby łączenia wysiłków w ramach szerokiego przymierza edukacyjnego, w celu kształtowania osób dojrzałych, zdolnych do przezwyciężenia rozdrobnienia i przeciwieństw oraz do odbudowania sieci relacji na rzecz ludzkości bardziej braterskiej.

Współczesny świat trwa w nieustannej transformacji i przechodzi wiele kryzysów. Przeżywamy epokową zmianę: metamorfozę nie tylko kulturową, ale także antropologiczną, która rodzi nowe języki i odrzuca, bez rozeznania, paradygmaty przekazane nam przez historię. Edukacja zderza się z tak zwanym rapidación, [przyspieszeniem], który zniewala życie w wirze wyścigu technologicznego i cyfrowego, nieustannie zmieniając punkty odniesienia. W tym kontekście tożsamość sama w sobie traci spójność, a struktura psychiczna rozpada się w obliczu niekończącej się przemiany, która „kontrastuje z naturalną powolnością ewolucji biologicznej” (Enc. Laudato si', 18).

Jednakże wszelka zmiana wymaga procesu edukacyjnego, który angażowałby wszystkich. W tym celu konieczne jest zbudowanie „wioski edukacyjnej”, w której, w różnorodności, dzielono by trud powoływania do życia sieci relacji ludzkich i otwartych. Pewne afrykańskie przysłowie mówi, że „do wychowania jednego dziecka potrzebna jest cała wioska”. Ale tę wioskę musimy zbudować jako konieczny warunek edukacji. Po pierwsze, po skażeniu dyskryminacją gleba musi zostać oczyszczona przez wprowadzenie braterstwa, tak, jak stwierdziłem to w dokumencie, który podpisałem z Wielkim Imamem Al-Azhar w Abu Zabi 4 lutego bieżącego roku.

W takiej wiosce łatwiej osiągnąć globalną spójność na rzecz edukacji, która potrafiłaby stać się podstawą płaszczyzną między wszystkimi komponentami osoby: między nauką a życiem; między pokoleniami; między nauczającymi a uczącymi się, rodzinami a społeczeństwem obywatelskim z jego przejawami/cechami intelektualnymi, naukowymi, artystycznymi, sportowymi, politycznymi, przedsiębiorczymi i solidarnościowymi. Przymierze między mieszkańcami Ziemi a „wspólnym domem”, któremu winniśmy troskę i poszanowanie. Przymierze rodzące pokój, sprawiedliwość i akceptację między wszystkimi narodami rodziny ludzkiej, a także dialog między religiami.

Aby osiągnąć te globalne cele, wspólna droga „wioski edukacyjnej” musi podjąć ważne kroki. Po pierwsze, trzeba mieć odwagę, by w centrum postawić osobę. W tym celu konieczne jest zawarcie porozumienia na rzecz stworzenia formalnych i nieformalnych procesów edukacyjnych, które nie mogą pomijać faktu, że wszystko na świecie jest ze sobą ściśle powiązane i konieczne jest znalezienie - zgodnie ze zdrową antropologią - innych sposobów rozumienia gospodarki, polityki, rozwoju i postępu. Na drodze ekologii integralnej trzeba postawić w centrum wartość właściwą każdemu stworzeniu w powiązaniu z osobami oraz otaczającą je rzeczywistością, i zaproponować styl życia, który nie godziłby się na kulturę odrzucenia.

Kolejnym krokiem jest odwaga kreatywnego i odpowiedzialnego spożytkowania najlepszych energii. Działania pozytywne i oparte na zaufaniu otwierają edukację na planowanie długoterminowe, które nie grzęźnie w bezruchu uwarunkowań. W ten sposób pozyskamy osoby otwarte, odpowiedzialne, gotowe, by znaleźć czas na słuchanie, dialog i refleksję, oraz zdolne do budowania sieci relacji z rodzinami, między pokoleniami oraz z różnymi wyrazami społeczeństwa obywatelskiego, tak aby można było stworzyć nowy humanizm.

Kolejnym krokiem jest odwaga kształtowania osób, gotowych służyć wspólnocie. Służba jest filarem kultury spotkania: „Oznacza pochylanie się nad potrzebującymi i wyciąganie ręki bez wyrachowania, bez lęku, z czułością i zrozumieniem, tak jak Jezus się pochylił, by obmyć stopy apostołów. Służyć znaczy przyjąć przybysza i wyciągnąć do niego rękę, pracować u boku potrzebujących, nawiązywać z nimi relacje międzyludzkie, więzi solidarności”1. Służąc, doświadczamy, że więcej radości jest w dawaniu aniżeli w braniu (por. Dz 20, 35). W tej perspektywie wszystkie instytucje muszą pozwolić na zadanie sobie pytania o cele i metody, za pomocą których wypełniają swoją misję formacyjną.

Z tego powodu pragnę spotkać się w Rzymie z wami wszystkimi, którzy, na różne sposoby, działacie w obszarze edukacji na wszystkich jej poziomach oraz badań naukowych. Zachęcam was do wspólnego krzewienia i uruchomienia, poprzez wspólny pakt edukacyjny, tych działań, które nadają sens historii i w sposób pozytywny ją przekształcają. Wraz z wami apeluję do osób publicznych, które zajmują odpowiedzialne stanowiska w wymiarze globalnym i którym leży na sercu przyszłość nowych pokoleń. Ufam, że przyjmą moje zaproszenie. Apeluję również do was, młodzi do uczestnictwa w spotkaniu i do poczucia odpowiedzialności za budowanie lepszego świata. Spotkanie odbędzie się 14 maja 2020 r. w Rzymie, w Auli Pawła VI w Watykanie. Przygotowaniu tego wydarzenia będzie towarzyszył cykl seminariów tematycznych w różnych instytucjach.

Starajmy się wspólnie szukać rozwiązań, bez obawy zapoczątkowujmy procesy transformacji i spoglądania w przyszłość z nadzieją. Zapraszam każdego, aby stał się czynnym uczestnikiem tego przymierza, podejmując osobiste i wspólnotowe zobowiązanie do pielęgnowania razem marzenia o solidarnym humanizmie, odpowiadającym na oczekiwania człowieka i plan Boga.

Oczekuję was już teraz, pozdrawiam was i błogosławię.

Watykan, 12 września 2019 r

FRANCISZEK

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1Przemówienie podczas wizyty w Ośrodku dla uchodźcówAstalli w Rzymie, 10 września 2013 r.

[01420-PL.01] [Testo originale: Italiano]

Traduzione in lingua araba

رسالة الحبر الأعظم من أجل إطلاق "الإتفاقية التربوية"

(مبادرة من مجمع التربية الكاثوليكية)

 

أعزائي،

ضمن الرسالة العامة كن مسبَّحًا، دعوت الجميع للتضامن من أجل حماية بيتنا المشترك ومواجهة التحدّيات التي تستوقفنا. وبعد عدّة سنوات، أُجدّد دعوتي للحوار حول الطريقة التي من خلالها نعمل على إعادة بناء مستقبل كوكب الأرض وحول ضرورة استثمار طاقات الجميع لأن التغيير يحتاج إلى مسار تربوي من أجل إنضاج تضامن عالمي ومجتمع مرحِّب.

ولهذا الغرض أرغب بأن أعلن عن هذا اللقاء العالمي في 14 مايو / أيار 2020 بعنوان "إعادة بناء الاتفاقية التربوية العالمية": يهدف هذا اللقاء إلى إعادة إحياء الالتزام من أجل الأجيال الشابة ومعها، من خلال تجديد التوق إلى تربية أكثر انفتاحًا وأكثر شمولة، قادرة على الإصغاء الصبور، والحوار البنَّاء والتفاهم المتبادل. إننا بحاجة أكثر من أيّ وقت مضى إلى أن نجمع قوانا ضمن اتفاقيّة تربويّة واسعة النطاق من أجل تنشئة أشخاص ناضجين، وقادرين على تخطي الانقسامات والتشرذمات وإعادة نسج العلاقات من أجل إنسانية أكثر أُخوَّة.

إن العالم المعاصر هو في تحوّل مستمرّ وتجتازه ازمات عديدة. نحن نشهد ولادة عصر جديد: إنه تحوّلٌ، لا ثقافي وحسب، بل انتروبولوجي بحيث أنه يخلق لغات جديدة ويضع جانبًا، بدون تمييز، النماذج التي سلّمها لنا التاريخ. إن التربية تصطدم بما يسمّيه البعض في اللغة الإسبانية “rapidación” أي "التراكم التسارعي" الذي يأسر الوجود في دوّامة السرعة التكنولوجية والرقمية مغيِّرًا المراجع بشكل دائم. وفي هذا الوضع تفقد الهوية بحدّ ذاتها مضمونها، وتتفكّك التركيبة النفسيّة إزاء تحوّل دائم يتناقض "مع البطء الطبيعي للتطوّر البيولوجي" (الرسالة العامة كن مسبَّحًا، 18).

لكن كلّ تغيير يحتاج إلى مسيرة تربوية تُشرِك الجميع. ولذا نحن بحاجة إلى بناء "قرية التربية" حيث، ومن خلال الاختلاف، يشترك الجميع بالالتزام في خلق شبكة علاقات انسانية ومنفتحة. يقول المثل الإفريقي "اننا بحاجة إلى قرية كاملة من أجل تربية طفل واحد". هذه القرية علينا بناؤها كشرط للتربية. بالتالي علينا أن ننزع من الأساس كل تمييز عنصري من خلال إدخال الأُخوَّة كما سبقتُ وقلتُ في "وثيقة الأُخوَّة الإنسانيّة" التي وقعتها مع فضيلة شيخ الأزهر في أبو ظبي بتاريخ 4 فبراير / شباط المنصرم.

ويصبح من السهل في مثل هذه القرية إيجاد تقارب شامل من أجل تربية باستطاعتها أن تحقّق ائتلافًا بين جميع مكونات الإنسان: بين الدرس والحياة؛ بين مختلف الأجيال؛ بين الأساتذة والتلاميذ؛ بين الأسّر والمجتمع المدني من خلال تعبيره الفكري، والعلمي، والفنّي، والرياضي، والسياسي، والمهنيّ والتعاضدي. هو ائتلاف بين سكّان الأرض و"البيت المشترك"، والذي علينا أن نعتني به ونحترمه؛ ائتلاف يولّد السلام، والعدالة، والضيافة بين جميع شعوب العائلة البشرية كما ويولّد الحوار بين الأديان.

من أجل تحقيق هذه الأهداف الشاملة، يجب على مسيرة "قرية التربية" أن تقوم بخطوات مهمّة. عليها أن تتحلّى أولاً بالشجاعة لوضع الإنسان في المحور. لذلك يجب توقيع اتفاقية لكي نبث الروح في المراحل التربوية الرسميّة وغير الرسميّة التي لا تستطيع ان تنفي ان كل شيء في العالم هو متواصل وانه يجب ان نجد -وفقًا لانتروبولوجية سليمة- طرق اخرى لفهم الاقتصاد، والسياسة، والنمو والتقدُّم. من خلال مسيرة إيكولوجية متكاملة، تُوضع قيمة كل ّكائن في محور الاهتمام بعلاقة مع كلّ الأشخاص ومع الواقع الذي يحيط به، ويُقتَرح نمط حياة يرفض ثقافة الفضلات.

الخطوة الثانية هي الشجاعة في استثمار افضل الطاقات بطريقة خلّاقة وبمسؤولية. فالعمل الاستباقي الواثق يفتح التربية على القدرة على إطلاق مشاريع طويلة الأمد، لا تغرق في دائرة الأوضاع الراكدة. ويصبح لدينا بهذه الطريقة اشخاصا منفتحين، ومسؤولين، ومستعدّين لإيجاد وقت للإصغاء والحوار والتفكير، وقادرين على حياكة شبكة علاقات مع العائلات، وبين الأجيال ومع مختلف أوجه المجتمع المدني، بحيث تتشكّل إنسانيّة جديدة.

الخطوة الثالثة هي الشجاعة في تنشئة أشخاص مستعدين أن يكونوا في خدمة الجماعة. الخدمة هي العمود الفقري لثقافة الحوار: "هذا يعني أن ننحني على المحتاج ونمدّ له يد المساعدة بدون حسابات، وبدون خوف، وبكلّ حنان وتفهُّم، كما انحنى يسوع وغسل أرجل تلاميذه. أن نخدم هو أن نعمل إلى جانب المحتاجين، عبر إقامة علاقات إنسانيّة معهم قبل كلّ شيء، وعلاقات قربى ورباط تعاضد"[1]. من خلال الخدمة نختبر أن السعادة في العطاء هي أعظم منها في الأخذ (را. رسل 20، 35). ومن هذا المنظار، على كلّ المؤسّسات أن تتساءل عن أهدافها وعن الطُرق التي من خلاها تحقّق رسالتها المنشِّئة.

ولذا أودّ أن ألتقي بكم جميعًا في روما، أنتم الذين، كلٌّ بحسب دوره، تعملون في حقل التربية على كافّة الاصعدة التعليميّة أو في حقل الأبحاث. أدعوكم كي تعزّزوا وتُفعِّلوا، من خلال اتفاقية تربوية عامة، كلّ الأنشطة التي تعطي معنًى للتاريخ وتحوّله بطريقة ايجابية. ومعكم أدعو أيضًا شخصيّات عامّة تحتلّ، على الصعيد العالمي، مراكز مسؤولية وتحمل في قلبها همّ مستقبل الأجيال الصاعدة. أنا واثق بأنهم سوف يتجاوبون مع دعوتي. أدعوكم أنتم أيضًا أيها الشبيبة كي تشاركوا في هذا اللقاء وتشعروا بكامل مسؤولية بناء عالم أفضل. سيكون موعدنا في روما 14 مايو / أيار 2020، في قاعة البابا بولس السادس في الفاتيكان. سوف تُعقد عدّة ندوات مواضيعية، في عدّة مؤسّسات، تحضيرًا لهذا الحدث.

لنحاول معا أن نجد حلولًا، وأن نطلق عمليّات تحوّل بدون خوف، ونتطلّع نحو المستقبل برجاء. أدعو كلاً منكم لأن يكون رائدًا في هذه الاتفاقية، آخذًا على عاتقه تعهّد شخصي وجماعي لكي نوطِّد، معًا، حلمنا بإنسانية متضامنة تلبّي تطلّعات الإنسان وتدبير الله.

أنتظركم ومنذ الآن أحيّيكم وأُبارككم.

حاضرن الفاتيكان، 12 سبتمبر / أيلول 2019

[01420-AR.01] [Testo originale: Italiano]

[B0688-XX.01]

 

 

[1] كلمة البابا فرنسيس عند زيارة مركز "استالي" في روما لخدمة اللاجئين، 10 سبتمبر / ايلول 2013.