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Viaggio Apostolico di Papa Francesco in Bulgaria e nella Macedonia del Nord – Accoglienza Ufficiale nella Macedonia del Nord, Cerimonia di benvenuto, Visita al Presidente, Incontro con il Primo Ministro e Incontro con le Autorità, 07.05.2019


Accoglienza Ufficiale all’Aeroporto di Skopje

Cerimonia di benvenuto nella Macedonia del Nord nel cortile del Palazzo Presidenziale, Visita di cortesia al Presidente e Incontro con il Primo Ministro nel Palazzo Presidenziale

Incontro con le Autorità, con la Società Civile e con il Corpo Diplomatico, nel Palazzo Presidenziale di Skopje

Accoglienza Ufficiale all’Aeroporto di Skopje

All’arrivo all’Aeroporto di Skopje, alle ore 8.05, il Santo Padre Francesco è stato accolto dal Presidente della Macedonia del Nord, Sig. Gjorge Ivanov. Quindi due bambini in abito tradizionale gli hanno offerto simbolicamente in dono pane, sale e acqua. Dopo gli onori militari, il Presidente della Repubblica della Macedonia del Nord e il Primo Ministro, Sig. Zoran Zaev, hanno accompagnato alla macchina il Papa che si è trasferito al Palazzo Presidenziale.

[00759-IT.01]

Cerimonia di benvenuto in Macedonia del Nord nel cortile del Palazzo Presidenziale, Visita di cortesia al Presidente, Incontro con il Primo Ministro nel Palazzo Presidenziale

Al Suo arrivo al Palazzo Presidenziale di Skopje, alle ore 9.00 di questa mattina, il Santo Padre Francesco è stato accolto dal Presidente della Repubblica della Macedonia del Nord, Sig. Gjorge Ivanov.

Dopo l’esecuzione degli inni, gli onori militari e la presentazione delle Delegazioni, il Presidente ha accompagnato il Papa all’interno del Palazzo dove hanno posato per la foto ufficiale. Quindi si è recato insieme al secondo piano ed è entrato nella sala dove si è svolto l’incontro privato.

Concluso l’incontro, dopo la presentazione della famiglia e lo scambio dei doni, il Santo Padre si è recato nella sala adiacente per l’incontro privato con il Primo Ministro, Sig. Zoran Zaev. Dopo la presentazione della famiglia del Primo Ministro, il Presidente ha accompagnato Papa Francesco al primo piano del Palazzo per l’incontro con le Autorità.

[00760-IT.01]

Incontro con le Autorità, con la Società Civile e con il Corpo Diplomatico, nel Palazzo Presidenziale di Skopje

Discorso del Santo Padre

Traduzione in lingua francese

Traduzione in lingua inglese

Traduzione in lingua tedesca

Traduzione in lingua spagnola

Traduzione in lingua portoghese

Traduzione in lingua polacca

Traduzione in lingua araba

Alle ore 9.35 di questa mattina, il Santo Padre Francesco ha incontrato le Autorità, i rappresentanti della Società Civile e i Membri del Corpo Diplomatico nel Palazzo Presidenziale di Skopje.

Dopo il saluto del Presidente, il Papa ha pronunciato il Suo discorso.

Al termine, Papa Francesco, dopo essersi congedato dal Presidente, si è trasferito in auto al Memoriale Madre Teresa.

Pubblichiamo di seguito il discorso che il Santo Padre ha rivolto alle Autorità, ai rappresentanti della Società Civile e ai Membri del Corpo Diplomatico:

Discorso del Santo Padre

Signor Presidente,
Signor Primo Ministro,
Illustri Membri del Corpo Diplomatico,
Distinte Autorità civili e religiose,
Cari fratelli e sorelle,

Ringrazio cordialmente il Signor Presidente per le sue cortesi parole di benvenuto e per il gradito invito a visitare la Macedonia del Nord, che egli, unitamente al Signor Primo Ministro, mi ha rivolto.

Ringrazio parimenti i rappresentanti delle altre Comunità religiose qui presenti. Saluto con viva cordialità la comunità cattolica qui rappresentata dal Vescovo di Skopje ed Eparca dell’Eparchia della Beata Maria Vergine Assunta in Strumica-Skopje, che è parte attiva e integrante della vostra società e partecipa a pieno titolo alle gioie, alle preoccupazioni e alla vita quotidiana del vostro popolo.

È la prima volta che il Successore dell’Apostolo Pietro si reca nella Repubblica della Macedonia, e sono lieto di poterlo fare nel 25° anniversario dell’allacciamento delle relazioni diplomatiche con la Santa Sede, che furono stabilite pochi anni dopo l’indipendenza, avvenuta nel settembre del 1991.

La vostra terra, ponte tra oriente e occidente e punto di confluenza di numerose correnti culturali, condensa molte caratteristiche peculiari di questa regione. Con le raffinate testimonianze del suo passato bizantino e ottomano, con le ardite fortezze tra i monti e le splendide iconostasi delle sue antiche chiese, che rivelano una presenza cristiana fin dai tempi apostolici, manifesta la densità e la ricchezza della millenaria cultura che la abita. Ma permettetemi di dire che questa ricchezza culturale è solo lo specchio del vostro più prezioso e valido patrimonio: la composizione multietnica e multireligiosa del volto del vostro popolo, frutto di una storia ricca e, perché no, anche complessa di relazioni intessute nel corso dei secoli.

Questo crogiuolo di culture e di appartenenze etniche e religiose ha dato luogo a una pacifica e duratura convivenza, nella quale le singole identità hanno saputo e potuto esprimersi e svilupparsi senza negare, opprimere o discriminare le altre. Hanno avuto un atteggiamento più grande della tolleranza: hanno saputo aver rispetto. Esse hanno così dato forma a una tessitura di rapporti e di situazioni che, sotto questo profilo, possono rendervi un esempio a cui fare riferimento per una convivenza serena e fraterna, nella distinzione e nel rispetto reciproco.

Queste speciali caratteristiche sono nel medesimo tempo di rilevante significato sulla via di una più stretta integrazione con i Paesi europei. Auspico che tale integrazione si sviluppi positivamente per l’intera regione dei Balcani occidentali, come pure che essa avvenga sempre nel rispetto delle diversità e dei diritti fondamentali.

Qui, infatti, tanto la differente appartenenza religiosa di Ortodossi, Musulmani, Cattolici, Ebrei e Protestanti, quanto la distinzione etnica tra Macedoni, Albanesi, Serbi, Croati e persone di altra origine, ha creato un mosaico in cui ogni tessera è necessaria all’originalità e bellezza del quadro d’insieme. Bellezza che raggiungerà il suo maggior splendore nella misura in cui saprete trasmetterla e seminarla nel cuore delle nuove generazioni.

Tutti gli sforzi che si compiono, affinché le diverse espressioni religiose e le differenti etnie trovino un terreno d’intesa comune nel rispetto della dignità di ogni persona umana e nella conseguente garanzia delle libertà fondamentali, non saranno mai vani, anzi, costituiranno la necessaria semina per un futuro di pace e di fecondità.

Vorrei segnalare, inoltre, il generoso sforzo compiuto dalla vostra Repubblica – sia dalle sue Autorità statali sia col valido contributo di diverse Organizzazioni internazionali, della Croce Rossa, della Caritas e di alcune ONG – nell’accogliere e prestare soccorso al gran numero di migranti e profughi provenienti da diversi Paesi medio-orientali. Essi fuggivano dalla guerra o da condizioni di estrema povertà, spesso indotte proprio da gravi episodi bellici, e negli anni 2015 e ‘16 hanno varcato i vostri confini, diretti in massima parte verso il nord e l’ovest dell’Europa, trovando in voi un valido riparo. La pronta solidarietà offerta a coloro che si trovavano allora nel più acuto bisogno per aver perso tante persone care oltre alla casa, al lavoro e alla patria vi fa onore e parla dell’anima di questo popolo che, conoscendo anche le privazioni, riconosce nella solidarietà e nella condivisione dei beni le vie di ogni autentico sviluppo. Auspico che si faccia tesoro della catena solidale che ha contraddistinto quell’emergenza, a vantaggio di ogni opera di volontariato a servizio di molte forme di disagio e di bisogno.

Vorrei anche rendere omaggio in modo del tutto speciale a una vostra illustre concittadina che, mossa dall’amore di Dio, ha fatto della carità verso il prossimo la suprema legge della sua esistenza, suscitando ammirazione in tutto il mondo e inaugurando uno specifico e radicale modo di porsi al servizio degli abbandonati, degli scartati, dei più poveri. Mi riferisco chiaramente a colei che è universalmente conosciuta come Madre Teresa di Calcutta. Ella nacque in un sobborgo di Skopje nel 1910 col nome di Anjezë Gonxha Bojaxhiu e svolse il suo apostolato, fatto di umile e totale donazione di sé, in India, e per mezzo delle sue sorelle ha raggiunto i più diversi confini geografici ed esistenziali. Sono lieto di potermi recare tra poco a sostare in preghiera nel Memoriale a lei dedicato, costruito nel luogo dove sorgeva la chiesa del Sacro Cuore di Gesù, in cui lei fu battezzata.

Siete giustamente fieri di questa grande donna. Vi esorto a continuare a lavorare con impegno, dedizione e speranza affinché i figli e le figlie di questa terra possano, sul suo esempio, scoprire, raggiungere e maturare la vocazione che Dio ha sognato per loro.

Signor Presidente,

La Santa Sede, a partire dal momento in cui la Macedonia del Nord ottenne l’indipendenza, ha accompagnato con viva attenzione i passi che il Paese ha compiuto nel far progredire il dialogo e la comprensione tra le Autorità civili e le confessioni religiose.

Oggi la Provvidenza mi offre la possibilità di manifestare di persona questa mia vicinanza; e così anche di esprimere gratitudine per la visita che ogni anno una vostra delegazione ufficiale compie in Vaticano in occasione della festa dei Santi Cirillo e Metodio. Vi incoraggio a proseguire fiduciosi nel cammino iniziato per fare del vostro Paese un faro di pace, di accoglienza e di integrazione feconda tra culture, religioni e popoli. A partire dalle rispettive identità e dal dinamismo della loro vita culturale e civile, essi potranno in tal modo costruire un destino comune, aprendosi alle ricchezze di cui ciascuno è portatore.

Che Dio protegga e benedica la Macedonia del Nord, la conservi nella concordia e le conceda prosperità e gioia!

[00747-IT.02] [Testo originale: Italiano]

Traduzione in lingua francese

Monsieur le Président,
Monsieur le Premier Ministre
Distingués membres du Corps Diplomatique
Distinguées Autorités civiles et religieuses,
Chers frères et sœurs,

Je remercie cordialement Monsieur le Président pour ses courtoises paroles de bienvenue et pour l’aimable invitation à visiter la Macédoine du Nord que lui avec Monsieur le Premier Ministre m’a adressée.

Je remercie également les représentants des autres Communautés religieuses ici présents. Je salue avec une vive affection la communauté catholique ici représentée par l’Évêque de Skopje et Éparque de l’Éparchie de la Bienheureuse Vierge Marie de l’Assomption de Strumica-Skopje, qui est une composante active et intégrante de votre société et participe de plein droit aux joies, aux préoccupations et à la vie quotidienne de votre peuple.

C’est la première fois que le Successeur de l’Apôtre Pierre se rend dans la République de la Macédoine du Nord et je suis heureux de pouvoir le faire pour le 25ème anniversaire de l’établissement des relations diplomatiques avec le Saint-Siège qui ont été nouées quelques années après l’indépendance, qui a eu lieu en septembre 1991.

Votre terre, pont entre l’Orient et l’Occident et point de confluence de nombreux courants culturels, rassemble beaucoup de caractéristiques propres à cette région. Avec les témoignages raffinés de son passé byzantin et ottoman, avec les forteresses hardies entre les monts et les splendides iconostases de ses églises antiques, qui révèlent une présence chrétienne remontant aux temps apostoliques, elle manifeste la densité et la richesse de la culture millénaire qui l’habite. Mais permettez-moi de dire que cette richesse culturelle n’est que le miroir de votre plus précieux et valable patrimoine: la composition multi-ethnique et multi-religieuse du visage de votre peuple, fruit d’une histoire riche et, pourquoi pas, également complexe de relations tissées au cours des siècles.

Ce creuset de cultures et d’appartenances ethniques et religieuses a donné lieu à une cohabitation pacifique et durable, dans laquelle chaque identité a su et pu s’exprimer et se développer sans nier, opprimer ou discriminer les autres. Elles ont eu une attitude plus grande que la tolérance: elles ont su avoir du respect. Elles ont ainsi formé un tissu de relations et de situations qui, sous cet aspect, peuvent faire de vous un exemple de référence pour une cohabitation sereine et fraternelle, dans la distinction et dans le respect réciproque.

Ces caractéristiques spéciales ont en même temps une signification importante sur la voie d’une intégration plus étroite avec les pays européens. Je souhaite que cette intégration se développe positivement pour toute la région des Balkans occidentaux, et qu’elle se réalise également toujours dans le respect de la diversité et des droits fondamentaux.

Ici, en effet, aussi bien la diversité de l’appartenance religieuse des Orthodoxes, des Musulmans, des Catholiques, des Juifs et des Protestants, que la distinction ethnique entre Macédoniens, Albanais, Serbes, Croates et les personnes d’une autre origine, ont créé une mosaïque dans laquelle chaque pièce est nécessaire à l’originalité et à la beauté du tableau d’ensemble. Beauté qui gagnera en splendeur dans la mesure où vous saurez la transmettre et la semer dans le cœur des nouvelles générations.

Tous les efforts qui se réalisent, afin que les diverses expressions religieuses et les différentes ethnies trouvent un terrain d’entente commun dans le respect de la dignité de chaque personne et dans la garantie consécutive des libertés fondamentales ne seront jamais vains; au contraire, ils constitueront la semence nécessaire pour un avenir de paix et de fécondité.

Je voudrais signaler, en outre, le généreux effort accompli par votre République – aussi bien par ses Autorités étatiques que grâce à la contribution de diverses Organisations internationales, de la Croix Rouge, de la Caritas et de certaines ONG – qui accueille et secourt un grand nombre de migrants et de réfugiés provenant de divers pays du Moyen-Orient. Ils fuyaient la guerre ou des conditions de pauvreté extrême, souvent causées précisément par de graves conflits et au cours des années 2015 et 2016 ils ont traversé vos frontières, en se dirigeant en grande partie vers le Nord et l’Ouest de l’Europe, trouvant en vous un refuge fiable. La solidarité empressée offerte à ceux qui se trouvaient alors dans le plus pressant besoin pour avoir perdu de nombreuses personnes chères, outre la maison, le travail et la patrie, vous fait honneur et parle de l’âme de ce peuple qui, connaissant aussi les privations, reconnaît dans la solidarité et dans le partage des biens les voies de tout développement authentique. Je forme le vœu qu’on mette à profit la chaîne de solidarité qui a caractérisé cette urgence, au bénéfice de toute œuvre de volontariat au service de beaucoup de formes de difficulté et de besoin.

Je voudrais aussi rendre hommage de façon tout à fait spéciale à l’une de vos illustres concitoyennes qui, animée par l’amour de Dieu, a fait de la charité envers le prochain la loi suprême de son existence, en suscitant de l’admiration dans le monde entier et en inaugurant une manière spécifique et radicale de se mettre au service des personnes abandonnées, marginalisées, des plus pauvres. Je me réfère, bien-entendu, à celle qui est universellement connue comme Mère Teresa de Calcutta. Elle est née dans un faubourg de Skopje en 1910 sous le nom de Anjezë Gonxha Bojaxhiu et a exercé son apostolat, fait d’un don de soi humble et total, en Inde, et grâce à ses sœurs, elle a atteint diverses contrées géographiques et existentielles. Je suis heureux de pouvoir aller sous peu me tenir en prière au Mémorial qui lui a été dédié, construit sur le lieu même où se dressait l’église du Sacré-Cœur de Jésus, dans laquelle elle fut baptisée.

Vous êtes justement fiers de cette grande femme. Je vous exhorte à continuer de travailler avec engagement, dévouement et espérance, afin que les fils et les filles de cette terre puissent, à son exemple, découvrir, atteindre et mûrir la vocation que Dieu a rêvée pour eux.

Monsieur le Président,

le Saint-Siège, depuis que la Macédoine du Nord a obtenu l’indépendance, a accompagné avec une vive attention les pas que le pays a accomplis en faisant progresser le dialogue et la compréhension entre les Autorités civiles et les confessions religieuses.

Aujourd’hui, la Providence m’offre la possibilité de manifester personnellement ma proximité et d’exprimer ainsi également ma gratitude pour la visite que votre délégation officielle accomplit chaque année au Vatican à l’occasion de la fête des Saints Cyrille et Méthode. Je vous encourage à poursuivre, confiants, le chemin entrepris pour faire de votre pays un phare de paix, d’accueil et d’intégration féconde entre les cultures, les religions et les peuples. À partir des identités respectives et du dynamisme de leur vie culturelle et civile, ils pourront ainsi construire un destin commun, en s’ouvrant aux richesses dont chacun est porteur.

Que Dieu protège et bénisse la Macédoine du Nord, la conserve dans la concorde et lui accorde la prospérité et la joie!

[00747-FR.02] [Texte original: Italien]

Traduzione in lingua inglese

Mr President,
Mr Prime Minister,
Honourable Members of the Diplomatic Corps,
Distinguished Civil and Religious Authorities,
Dear Brothers and Sisters,

I am very grateful to the President for his kind words of welcome and for the gracious invitation to visit North Macedonia that he, together with the Prime Minister, extended to me.

I also thank the representatives of the other religious communities present among us. I offer a warm greeting to the Catholic community, represented here by the Bishop of Skopje and Eparch of the Eparchy of Blessed Virgin Mary of the Assumption in Strumica-Skopje, which is an active and integral part of your society, sharing fully in the joys, concerns and daily life of your people.

This is the first time that the Successor of the Apostle Peter has come to the Republic of North Macedonia. I am happy to do so on the twenty-fifth anniversary of the establishment of diplomatic relations with the Holy See, which occurred a few years after the country became independent in September 1991.

Your land, a bridge between East and West and a meeting-point for numerous cultural currents, embodies many of the distinctive marks of this region. With the elegant testimonies of its Byzantine and Ottoman past, its lofty mountain fortresses and the splendid iconostases of its ancient churches, which speak of a Christian presence dating back to apostolic times, North Macedonia reflects all the depth and richness of its millennial culture. But allow me to say that these great cultural treasures are themselves only a reflection of your more precious patrimony: the multiethnic and multi-religious countenance of your people, the legacy of a rich and, indeed, complex history of relationships forged over the course of centuries.

This crucible of cultures and ethnic and religious identities has resulted in a peaceful and enduring coexistence in which those individual identities have found expression and developed without rejecting, dominating or discriminating against others. They have shown a greater disposition for tolerance; they have been able to demonstrate respect. They have thus given rise to a fabric of relationships and interactions that can serve as an example and a point of reference for a serene and fraternal communal life marked by diversity and reciprocal respect.

These particular features are also highly significant for increased integration with the nations of Europe. It is my hope that this integration will develop in a way that is beneficial for the entire region of the Western Balkans, with unfailing respect for diversity and for fundamental rights.

Here, in fact, the different religious identities of Orthodox, Catholics, other Christians, Muslims and Jews, and the ethnic differences between Macedonians, Albanians, Serbs, Croats, and persons of other backgrounds, have created a mosaic in which every piece is essential for the uniqueness and beauty of the whole. That beauty will become all the more evident to the extent that you succeed in passing it on and planting it in the hearts of the coming generation.

Every effort made to enable the diverse religious expressions and the different ethnic groups to find a common ground of understanding and respect for the dignity of every human person, and consequently the guarantee of fundamental freedoms, will surely prove fruitful. Indeed, those efforts will serve as the necessary seedbed for a future of peace and prosperity.

I would also like to acknowledge the generous efforts made by your Republic – both by the State authorities themselves and with the valued contribution of various international Agencies, the Red Cross, Caritas and several non-governmental organizations – to welcome and provide assistance to the great number of migrants and refugees coming from different Middle Eastern countries. Fleeing from war or from conditions of dire poverty often caused precisely by grave outbreaks of violence, in the years 2015 and 2016, they crossed your borders, headed for the most part towards northern and western Europe. With you, they found a secure haven. The ready solidarity offered to those in such great need – people who had left behind so many of their dear ones, to say nothing of their homes, their work and their homeland – does you honour. It says something about the soul of this people that, having itself experienced great privations, you recognize in solidarity and in the sharing of goods the route to all authentic development. It is my hope that you will cherish the chain of solidarity that emerged from that emergency, and thus support all volunteer efforts to meet the many different forms of hardship and need.

I wish likewise to pay homage in a very special way to one of your illustrious fellow-citizens, who, moved by the love of God, made love of neighbour the supreme law of her life. She won the admiration of the whole world and pioneered a specific and radical way of devoting one’s life to the service of the abandoned, the discarded, and the poorest of the poor. I am naturally referring to the woman universally known as Mother Teresa of Calcutta. Born in 1910 in a suburb of Skopje with the name of Anjezë Gonxha Bojaxhiu, she carried out her apostolate of humble and complete self-giving in India and, through her Sisters, reached out to the most varied geographical and existential peripheries. I am pleased that I will shortly be able to pause in prayer at the Memorial dedicated to her, built on the site of the Church of the Sacred Heart, where she was baptized.

You are rightly proud of this great woman. I urge you to continue to work in a spirit of commitment, dedication and hope, so that the sons and daughters of this land, following her example, can recognize, attain and fully develop the vocation that God has envisaged for them.

Mr President,

From the time that North Macedonia gained its independence, the Holy See has closely followed the steps that this country has taken to advance dialogue and understanding between the civil authorities and religious confessions.

Today, God’s providence offers me the chance to demonstrate personally this closeness and to express gratitude as well for the yearly visit made to the Vatican by an official Delegation of yours on the feast of Saints Cyril and Methodius. I encourage you to persevere with confidence along the path you have taken, in order to make your country a beacon of peace, acceptance and fruitful integration between cultures, religions and peoples. Drawing from their respective identities and the vitality of their cultural and civil life, they will thus be able to build a common destiny in openness to the enrichment that each has to offer.

May God protect and bless North Macedonia, preserve it in concord, and grant it prosperity and joy!

[00747-EN.02] [Original text: Italian]

Traduzione in lingua tedesca

Herr Präsident
Herr Premierminister,
geschätzte Mitglieder des Diplomatischen Korps
sehr geehrte Vertreter des öffentlichen Lebens und der verschiedenen religiösen Bekenntnisse,
liebe Brüder und Schwestern,

herzlich danke ich dem Herrn Präsidenten für seine werten Willkommensworte und für die freundliche Einladung, Nordmazedonien zu besuchen, die er zusammen mit dem Herrn Premierminister an mich gerichtet hat.

Ich danke ebenso den Vertretern der anderen hier anwesenden religiösen Gemeinschaften. Sehr herzlich grüße ich die katholische Gemeinschaft, die hier durch den Bischof von Skopje und Eparchen der Eparchie Mariä Himmelfahrt in Strumica-Skopje vertreten wird. Sie ist ein aktiver und integraler Bestandteil Ihrer Gesellschaft und nimmt vollständig an den Freuden, den Sorgen und dem täglichen Leben eures Volkes teil.

Es ist das erste Mal, dass der Nachfolger des Apostels Petrus sich in die Republik Nordmazedonien begibt, und ich freue mich, dies anlässlich des 25-jährigen Bestehens der diplomatischen Beziehungen mit dem Heiligen Stuhl tun zu können, die wenige Jahre nach der Erlangung der Unabhängigkeit im September 1991 aufgenommen wurden.

Ihr Land, das Brücke zwischen Ost und West und Ort des Zusammenflusses zahlreicher kultureller Strömungen ist, konzentriert viele besondere Eigenschaften dieser Region. Mit den vornehmen Zeugnissen seiner byzantinischen und ottomanischen Geschichte, mit den kühnen Burgen in den Bergen und den herrlichen Ikonostasen seiner alten Kirchen, die auf eine christliche Präsenz seit den apostolischen Zeiten hinweisen, offenbart es die Dichte und den Reichtum der tausendjährigen Kultur, die ihm innewohnt. Gestatten Sie mir aber zu sagen, dass dieser kulturelle Reichtum nur Spiegelbild Ihres äußerst kostbaren und wertvollen Erbes ist: die multiethnische und multireligiöse Zusammensetzung des Gesichts Ihres Volkes, Frucht einer reichen und – warum nicht – auch vielschichtigen Geschichte von über die Jahrhunderte gesponnenen Beziehungen.

Dieser Schmelztiegel von Kulturen und ethnischen und religiösen Zugehörigkeiten hat einem friedlichen und dauerhaften Zusammenleben Raum gegeben, in dem es den einzelnen Identitäten gelungen ist, sich auszudrücken und zu entwickeln, ohne die anderen abzulehnen, zu unterdrücken oder zu diskriminieren. Sie hatten eine größere Haltung der Toleranz – sie wussten zu respektieren. Sie haben so einem Geflecht von Beziehungen und Situationen Gestalt gegeben, die Ihnen in dieser Hinsicht ein Beispiel geben können, das Sie als Bezugspunkt für ein ruhiges und brüderliches Zusammenleben in der Unterschiedlichkeit und im gegenseitigen Respekt nehmen können.

Diese besonderen Merkmale sind zugleich auf dem Weg einer engeren Integration mit den europäischen Ländern von beträchtlicher Bedeutung. Ich hoffe, dass sich diese Integration für die ganze westliche Balkanregion positiv entwickelt und dass diese stets in der Achtung der Verschiedenheit und der Grundrechte erfolge.

Hier haben nämlich sowohl die verschiedenen Religionszugehörigkeiten von Orthodoxen, Moslems, Katholiken, Juden und Protestanten als auch die ethnische Unterschiedlichkeit zwischen Mazedoniern, Albanern, Serben, Kroaten und Menschen anderer Herkunft ein Mosaik geschaffen, in dem jeder Stein für die Originalität und Schönheit des Gesamtbildes notwendig ist. Eine Schönheit, die ihren höchsten Glanz in dem Maße erreichen wird, wie Sie sie weiterzugeben und in die Herzen der neuen Generationen auszusäen wissen.

Alle Bemühungen, die angestellt werden, damit die verschiedenen Religionen und die unterschiedlichen Ethnien einen Boden für eine gemeinsame Verständigung in der Achtung der Würde jeder menschlichen Person und in der daraus folgenden Gewährleistung der Grundfreiheiten vorfinden, werden niemals umsonst sein, vielmehr werden sie die notwendige Saat für eine Zukunft des Friedens und der Fruchtbarkeit sein.

Ich möchte ferner auf die großherzigen Anstrengungen hinweisen, die Ihre Republik – seitens der staatlichen Behörden als auch durch den wertvollen Beitrag verschiedener internationaler Organisationen, des Roten Kreuzes, der Caritas und einiger NGOs – bei der Aufnahme und Hilfe für die große Zahl von Migranten und Flüchtlingen aus verschiedenen Ländern des Nahen Osten unternommen hat. Auf ihrer Flucht vor dem Krieg oder vor extremen Armutsbedingungen, die oftmals eben von schweren kriegerischen Vorfällen hervorgerufen wurden, haben sie in den Jahren 2015 und 2016 Ihre Grenzen überschritten, als sie zum größten Teil auf dem Weg in den Norden und Westen Europas waren, und fanden bei Ihnen wirkungsvollen Schutz. Die einsatzbereite Solidarität gegenüber denen, die sich damals in dringender Not befanden, weil sie neben Haus, Arbeit und Heimatland viele geliebte Menschen verloren hatten, ehrt Sie und spricht von der Seele dieses Volkes. Da es selbst auch die Entbehrungen kennt, versteht es die Solidarität und das Teilen der Güter als die Wege jeder echten Entwicklung. Ich hoffe, dass man die Kette der Solidarität, die diese Notlage gekennzeichnet hat, zugunsten jeder ehrenamtlichen Tätigkeit im Dienst an den vielen Formen von Schwierigkeiten und Not beherzigt.

Ich möchte auch auf ganz besondere Weise einer berühmten Mitbürgerin von Ihnen die Ehre erweisen, die, von der Liebe Gottes angetrieben, die Nächstenliebe zum obersten Gesetz ihres Lebens gemacht hat und dadurch auf der ganzen Welt Bewunderung hervorgerufen hat und eine spezifische und radikale Art eröffnet hat, sich in den Dienst der Verlassenen, Ausgegrenzten und Ärmsten zu stellen. Ich beziehe mich eindeutig auf jene Frau, die allgemein als Mutter Teresa von Kalkutta bekannt ist. Sie wurde im Jahr 1910 in einem Vorort von Skopje mit dem Namen Anjezë Gonxha Bojaxhiu geboren. Sie übte ihr Apostolat, das in der demütigen und völligen Selbsthingabe bestand, in Indien aus und hat durch ihre Schwestern die verschiedensten geographischen und existentiellen Grenzen erreicht. Ich freue mich, in Kürze im Gebet an der ihr gewidmeten Gedenkstätte verweilen zu können, die an dem Ort errichtet wurde, wo sich die Herz-Jesu-Kirche befand, in der sie getauft wurde.  

Ihr seid zurecht stolz auf diese große Frau. Ich ermutige euch, weiterhin voll Einsatz, Hingabe und Hoffnung daran zu arbeiten, damit die Söhne und Töchter dieses Landes nach ihrem Beispiel die Berufung, die Gott für sie erträumt hat, entdecken, erreichen und reifen lassen können.

Herr Präsident,         

der Heilige Stuhl hat von dem Augenblick an, da Nordmazedonien die Unabhängigkeit erlangt hat, mit großer Aufmerksamkeit die Schritte verfolgt, die das Land unternommen hat, damit der Dialog und das Verständnis zwischen zivilen Behörden und den religiösen Bekenntnissen Fortschritte machen.

Heute schenkt mir die göttliche Vorsehung die Möglichkeit, persönlich meine Nähe zu bekunden und so auch die Dankbarkeit für den Besuch zum Ausdruck zu bringen, den jedes Jahr eine offizielle Delegation von Ihnen anlässlich des Festes der heiligen Cyrill und Methodius im Vatikan durchführt. Ich ermutige Sie, vertrauensvoll den begonnenen Weg fortzusetzen, um Ihr Land zu einem Leuchtturm des Friedens, der Aufnahme und der fruchtbaren Integration zwischen Kulturen, Religionen und Völkern zu machen. Von den jeweiligen Identitäten und der Dynamik ihres kulturellen und zivilen Lebens her werden sie auf diese Weise eine gemeinsame Zukunft aufbauen können, indem sie sich dem Reichtum öffnen, der einem jeden innewohnt.

Möge Gott Nordmazedonien beschützen, in der Eintracht bewahren und ihm Wohlstand und Freude gewähren!

[00747-DE.01] [Originalsprache: Italienisch]

Traduzione in lingua spagnola

Señor Presidente,
Señor Primer Ministro,
Ilustres miembros del Cuerpo Diplomático,
Distinguidas Autoridades,
Queridos hermanos y hermanas:

Agradezco cordialmente al señor Presidente sus cordiales palabras de bienvenida y la amable invitación que, junto al señor Primer Ministro, me ha dirigido para visitar Macedonia del Norte.

Doy las gracias asimismo a los representantes de las distintas Comunidades religiosas que están aquí presentes. Saludo de corazón a la comunidad católica representada por el Obispo de Skopie y Eparca de la eparquía de la Asunción de la Bienaventurada Virgen María en Strumica-Skopie, que es parte activa e integrante de vuestra sociedad y participa plenamente de las alegrías, las preocupaciones y de la vida cotidiana de vuestro pueblo.

Es la primera vez que el Sucesor del Apóstol Pedro viene a la República de Macedonia y me alegro de hacerlo en el 25 aniversario del establecimiento de las relaciones diplomáticas con la Santa Sede, que se efectuaron pocos años después de la independencia obtenida en septiembre de 1991.

Vuestra tierra, puente entre oriente y occidente y punto de confluencia de numerosas corrientes culturales, aglutina muchas características peculiares de esta región. Con los testimonios elegantes de su pasado bizantino y otomano, con las audaces fortalezas entre los montes y los espléndidos iconostasios de vuestras antiguas iglesias, que revelan una presencia cristiana desde tiempos apostólicos, manifiesta la densidad y la riqueza de la milenaria cultura que la habita. Pero permitirme decir que esta riqueza cultural es sólo el espejo de vuestro más precioso y válido patrimonio: la composición multiétnica y multirreligiosa del rostro de vuestro pueblo, fruto de una historia rica y, por qué no, también compleja de relaciones entretejidas en el curso de los siglos.

Este conjunto de culturas y de pertenencias étnicas y religiosas dio lugar a una pacífica y duradera convivencia, en la que las distintas identidades han sabido y podido expresarse y desarrollarse sin negar, oprimir o discriminar a las otras. Han tenido una actitud mayor que la tolerancia: han sabido respetarse. Estas han dado forma a un tejido de relaciones y de situaciones que, bajo este punto de vista, pueden serviros como ejemplo de referencia para una convivencia serena y fraterna, en la singularidad y el respeto recíproco.

Al mismo tiempo, estas características particulares tienen una significación relevante para el camino de una mayor integración con los países europeos. Deseo que tal integración se desarrolle positivamente en toda la región de los Balcanes occidentales, como también que se logre respetando siempre la diversidad y los derechos fundamentales.

Aquí, de hecho, tanto la pertenencia a diferentes confesiones religiosas, como son ortodoxos, musulmanes, católicos, hebreos y protestantes, y la diversidad étnica entre macedonios, albaneses, serbios, croatas y personas de otras procedencias, ha dado lugar a un mosaico en el que cada tesela es necesaria para la originalidad y la belleza de todo el conjunto. Belleza que alcanzará su mayor esplendor en la medida en que logréis trasmitirla y sembrarla en el corazón de las nuevas generaciones.

Todos los esfuerzos que se realicen, para que las distintas expresiones religiosas y las diferentes etnias encuentren un terreno de encuentro común en el respeto de la dignidad de cada persona humana y en la correspondiente garantía de las libertades fundamentales, nunca serán en vano; por el contrario, serán siembra necesaria para un futuro de paz y fecundidad.

Quisiera señalar, además, el generoso esfuerzo realizado por vuestra República —por parte de las Autoridades estatales y con la valiosa contribución de varias organizaciones internacionales, Cruz Roja, Cáritas y algunas ONG— en acoger y socorrer a un gran número de migrantes y refugiados provenientes de diferentes países de Oriente Medio. Ellos huían de la guerra o de condiciones de extrema pobreza, a menudo a causa de graves episodios bélicos, y en los años 2015 y 2016 atravesaron vuestras fronteras, en su mayor parte para dirigirse hacia el norte y oeste europeo, encontrando en vosotros un refugio valioso. La inmediata solidaridad ofrecida a los que se encontraban entonces en una grave necesidad, por haber perdido muchos seres queridos además de la casa, el trabajo y la patria, os honra y habla del alma de este pueblo que, habiendo conocido también las privaciones, reconoce la vía del verdadero desarrollo en la solidaridad y en el compartir los bienes. Ojalá que se aproveche esta cadena de solidaridad que caracterizó aquella emergencia, para mejorar cada obra de voluntariado que se pone al servicio de tantas formas de sufrimiento y necesidad.

Deseo también homenajear de forma especial a una ilustre conciudadana vuestra que, movida por el amor de Dios, ha hecho de la caridad hacia el prójimo la ley suprema de su existencia, suscitando admiración en todo el mundo e inaugurando un específico y radical modo de ponerse al servicio de los que están abandonados, de los descartados, de los más pobres. Me refiero evidentemente a la que en todo el mundo es conocida como Madre Teresa de Calcuta. Ella nació en un suburbio de Skopie en 1910 con el nombre Anjezë Gonxha Bojaxhiu y desarrolló su apostolado en India, con humildad y total donación de sí misma, y por medio de sus hermanas alcanzó los más diversos confines geográficos y existenciales. Estoy feliz de acercarme dentro de poco a rezar en el Memorial que le habéis dedicado, construido en el lugar donde antes se encontraba la iglesia del Sagrado Corazón de Jesús, en la que fue bautizada.

Con razón, estáis orgullosos de esta gran mujer. Os exhorto a continuar trabajando con determinación, dedicación y esperanza para que los hijos e hijas de esta tierra, siguiendo su ejemplo, puedan descubrir, alcanzar y madurar la vocación que Dios ha soñado para ellos.

Señor Presidente: La Santa Sede, después de que Macedonia del Norte obtuviera la independencia, ha acompañado de cerca los pasos que el país ha dado para avanzar en el diálogo y la comprensión entre las Autoridades civiles y las confesiones religiosas.

Hoy la Providencia me ofrece la posibilidad de manifestar personalmente mi cercanía y de expresar también mi gratitud por la visita que cada año vuestra delegación oficial realiza con ocasión de la fiesta de los santos Cirilo y Metodio. Os animo a seguir con confianza en el camino emprendido para hacer de vuestro país un faro de paz, de acogida y de integración fecunda entre culturas, religiones y pueblos. A partir de sus respectivas identidades y del dinamismo de su vida cultural y civil, podrán construir un destino común, abriéndose a las riquezas que cada una de ellas lleva consigo.

Que Dios proteja y bendiga a Macedonia del Norte, la conserve en la concordia y le conceda prosperidad y alegría.

[00747-ES.02] [Texto original: Italiano]

Traduzione in lingua portoghese

Senhor Presidente,
Senhor Primeiro-Ministro,
Ilustres membros do Corpo Diplomático,
Distintas Autoridades civis e religiosas,
Queridos irmãos e irmãs!

Agradeço cordialmente ao Senhor Presidente as suas amáveis palavras de boas-vindas e o estimado convite que me dirigiu, juntamente com o Senhor Primeiro-Ministro, para visitar a Macedónia do Norte.

De igual modo agradeço aos Representantes das outras Comunidades religiosas aqui presentes. Saúdo calorosamente a comunidade católica aqui representada pelo Bispo de Skopje e Eparca da Eparquia da Bem-Aventurada Virgem Maria da Assunção em Strumica-Skopje, que é parte ativa e integrante da vossa sociedade e participa a todos os títulos nas alegrias, preocupações e vida diária do vosso povo.

É a primeira vez que o Sucessor do Apóstolo Pedro visita a República da Macedónia e tenho a alegria de o poder fazer no vigésimo quinto aniversário do estabelecimento das relações diplomáticas com a Santa Sé, que teve lugar poucos anos depois da independência, ocorrida em setembro de 1991.

Ponte entre o Oriente e o Ocidente e ponto de confluência de numerosas correntes culturais, a vossa terra condensa muitas caraterísticas peculiares desta região. Com os requintados testemunhos do seu passado bizantino e otomano, com as ousadas fortalezas entre as montanhas e as esplêndidas iconóstases das suas antigas igrejas, que revelam uma presença cristã desde os tempos apostólicos, a vossa terra manifesta a densidade e a riqueza da cultura milenária que nela habita. Mas seja-me permitido afirmar que esta riqueza cultural é apenas o espelho do vosso património mais precioso e válido: a composição multiétnica e multirreligiosa da fisionomia do vosso povo, fruto duma história rica e – por que não? – também complexa de relações tecidas ao longo dos séculos.

Este cadinho de culturas e filiações étnicas e religiosas deu origem a uma convivência pacífica e duradoura, na qual cada uma das várias identidades soube e pôde expressar-se e desenvolver-se sem negar, oprimir ou discriminar as outras. A sua atitude é mais do que tolerância: as diferentes identidades souberam ter respeito. Deste modo deram forma a uma teia de relações e situações que, sob este ponto de vista, pode tornar-vos um exemplo de referimento para uma convivência serena e fraterna, na diferença e no respeito mútuo.

Estas caraterísticas especiais possuem, ao mesmo tempo, um relevante significado no caminho duma integração mais estreita com os países europeus. Almejo que tal integração se desenvolva positivamente por toda a região dos Balcãs ocidentais e sempre também no respeito pelas diferenças e os direitos fundamentais.

Na realidade, aqui, tanto a diferente filiação religiosa de ortodoxos, muçulmanos, católicos, judeus e protestantes, como a distinção étnica entre macedónios, albaneses, sérvios, croatas e pessoas doutras origens criaram um mosaico no qual cada ladrilho é necessário para a originalidade e beleza do quadro geral; beleza essa, que alcançará o seu esplendor maior na medida em que a souberdes transmitir e semear no coração das novas gerações.

Todos os esforços, que forem realizados para que as diferentes expressões religiosas e as várias etnias encontrem um terreno de entendimento comum no respeito pela dignidade de cada pessoa humana e na consequente garantia das liberdades fundamentais, nunca serão em vão; antes, constituirão a sementeira necessária para um futuro de paz e fecundidade.

Quero ainda salientar o generoso esforço feito pela vossa República – seja pelas suas autoridades estatais, seja com a válida contribuição de diferentes organizações internacionais, da Cruz Vermelha, da Cáritas e dalgumas ONGs – para acolher e prestar assistência ao grande número de migrantes e refugiados vindos de vários países do Médio Oriente: fugiam da guerra ou de condições de pobreza extrema, muitas vezes suscitadas precisamente por graves episódios bélicos, e nos anos de 2015 e 2016 cruzaram as vossas fronteiras dirigindo-se a maioria deles para a parte norte e ocidental da Europa, tendo encontrado junto de vós um válido abrigo. A pronta solidariedade oferecida àqueles que se encontravam então na mais pungente necessidade por ter perdido tantas pessoas queridas, para além da casa, do trabalho e da pátria, honra-vos e fala da alma deste povo que, apesar de experimentar também as privações, reconhece na solidariedade e partilha dos bens as vias de todo o desenvolvimento autêntico. Almejo que a lição da cadeia solidária que caraterizou aquela emergência seja aproveitada em benefício de todo o trabalho de voluntariado ao serviço das inúmeras formas de mal-estar e necessidade.

Quero também de modo muito especial prestar homenagem a uma vossa ilustre compatriota que, movida pelo amor de Deus, fez da caridade para com o próximo a lei suprema da sua existência, suscitando admiração em todo o mundo e inaugurando uma maneira específica e radical de se colocar ao serviço dos abandonados, dos descartados, dos mais pobres. Refiro-me àquela que é universalmente conhecida como Madre Teresa de Calcutá. Nasceu num subúrbio de Skopje em 1910, recebeu o nome de Anjezë Gonxha Bojaxhiu, realizou o seu apostolado, feito de humilde e total doação de si própria, na Índia e, através das suas irmãs, alcançou os mais variados confins geográficos e existenciais. Sinto-me feliz por poder, daqui a pouco, visitar e parar em oração no Memorial dedicado a ela, construído no lugar onde surgia a igreja do Sagrado Coração de Jesus, em que ela foi batizada.

Com razão, vos orgulhais desta grande mulher. Exorto-vos a continuar a trabalhar com empenho, dedicação e esperança, para que os filhos e as filhas desta terra possam, a seu exemplo, descobrir, alcançar e amadurecer a vocação que Deus sonhou para eles.

Senhor Presidente!

A Santa Sé, a partir do momento em que a Macedónia do Norte obteve a independência, acompanhou com viva atenção os passos realizados pelo país para fazer avançar o diálogo e a compreensão entre as autoridades civis e as confissões religiosas.

Hoje, a Providência dá-me a possibilidade de manifestar pessoalmente esta proximidade, bem como de expressar gratidão pela visita que, cada ano, uma vossa delegação oficial faz ao Vaticano por ocasião da festa dos Santos Cirilo e Metódio. Encorajo-vos a prosseguir, confiantes, no caminho iniciado para fazer do vosso país um farol de paz, hospitalidade e integração fecunda entre culturas, religiões e povos. Assim, a partir das respetivas identidades e do dinamismo da sua vida cultural e civil, poderão construir um destino comum, abrindo-se às riquezas de que é portador cada um.

Que Deus proteja e abençoe a Macedónia do Norte, a conserve na concórdia e lhe conceda prosperidade e alegria!

[00747-PO.02] [Texto original: Italiano]

Traduzione in lingua polacca

Panie Prezydencie
Panie Premierze,
Szanowni członkowie korpusu dyplomatycznego,
Szanowni przedstawiciele władz cywilnych i religijnych,
Drodzy bracia i siostry,

Serdecznie dziękuję Panu Prezydentowi za uprzejme słowa powitania i miłe zaproszenie do odwiedzenia Macedonii Północnej, jakie skierował Pan do mnie wraz z Panem Premierem.

Dziękuję również czcigodnym przedstawicielom innych obecnych tu wspólnot religijnych. Serdecznie pozdrawiam wspólnotę katolicką, reprezentowaną tutaj przez biskupa Skopje i eparchę Eparchii Najświętszej Maryi Panny Wniebowzięcia w Strumicy-Skopje, która jest aktywną i integralną częścią waszego społeczeństwa i w pełni uczestniczy w radościach, troskach i codziennym życiu waszego narodu.

Po raz pierwszy Następca Apostoła Piotra udał się do Republiki Macedonii i cieszę się, że mogę to uczynić w 25. rocznicę nawiązania stosunków dyplomatycznych ze Stolicą Apostolską, ustanowionych kilka lat po ogłoszeniu niepodległości, które miało miejsce we wrześniu 1991 r.

Wasza ziemia, będąca pomostem między Wschodem a Zachodem i miejscem, w którym zbiegają się liczne nurty kulturowe, skupia wiele szczególnych cech tego regionu. Wytwornymi świadectwami swej przeszłości bizantyjskiej i otomańskiej, śmiałymi twierdzami pośród gór i wspaniałymi ikonostasami starożytnych kościołów, ukazującymi obecność chrześcijańską od czasów apostolskich, wyraża przepych i bogactwo tysiącletniej kultury, która się tutaj zadomowiła. Ale pozwólcie, że powiem, iż to bogactwo kulturowe jest jedynie odzwierciedleniem waszego najcenniejszego i najbardziej wartościowego dziedzictwa: wieloetnicznego i wieloreligijnego oblicza waszego narodu, będącego owocem bogatej, a może nawet skomplikowanej historii relacji nawiązanych na przestrzeni wieków.

Ten tygiel kultur i przynależności etnicznych oraz religijnych,  doprowadził do pokojowego i trwałego współistnienia, w którym poszczególne tożsamości potrafiły i mogły się wyrazić oraz rozwinąć nie podważając, nie uciskając czy dyskryminując innych. Ich postawa była większa od tolerancji: potrafili mieć szacunek. W ten sposób ukształtowały one splot relacji i sytuacji, które pod tym względem mogą was uczynić wzorem, do którego należy się odwołać, dla pokojowego i braterskiego współistnienia, zachowując odrębność i wzajemny szacunek.

Te szczególne cechy mają jednocześnie istotne znaczenie na drodze do ściślejszej integracji z krajami europejskimi. Życzę, aby taka integracja rozwijała się pozytywnie dla całego regionu Bałkanów Zachodnich, a także aby zachodziła ona zawsze z poszanowaniem różnorodności i praw podstawowych.

Tutaj bowiem, zarówno różna przynależność religijna prawosławnych, muzułmanów, katolików, Żydów i protestantów, jak i etniczna odrębność między Macedończykami, Albańczykami, Serbami, Chorwatami i osobami innego pochodzenia, stworzyły mozaikę, w której każda płytka jest niezbędna dla oryginalności i piękna całego obrazu. Piękna, które osiągnie swoją największą świetność zależnie od tego, na ile będziecie umieli je przekazać i zasiać w sercach nowych pokoleń.

Wszystkie wysiłki, które są podejmowane, aby różne wyznania religijne i odmienne grupy etniczne znalazły wspólną płaszczyznę porozumienia, w odniesieniu do godności każdej osoby ludzkiej i wynikającej z niej gwarancji wolności podstawowych, nigdy nie będą daremne, będą bowiem stanowiły konieczny zasiew na rzecz przyszłości pokoju i owocności.

Chciałbym również zwrócić uwagę na szczodry wysiłek poczyniony przez waszą Republikę - zarówno przez władze państwowe, jak i cenny wkład różnych organizacji międzynarodowych, Czerwonego Krzyża, Caritas i niektórych organizacji pozarządowych - w przyjmowanie i udzielanie pomocy dużej liczbie migrantów i uchodźców z różnych krajów Bliskiego Wschodu. Uciekli oni przed wojną lub od warunków skrajnego ubóstwa, często wywołanych poważnymi wydarzeniami wojennymi, a w latach 2015 - 2016 przekroczyli wasze granice, kierując się głównie na północ i zachód Europy, znajdując u was cenne schronienie. Natychmiastowa solidarność oferowana tym, którzy byli wtedy w najbardziej dotkliwej potrzebie z powodu utraty wielu bliskich, a także domu, pracy i ojczyzny, przynosi wam chlubę i mówi o duszy tego narodu, który zaznając również niedostatków, rozpoznaje w solidarności i dzieleniu się dobrami drogi wszelkiego autentycznego rozwoju. Życzę, aby doceniono łańcuch solidarności, który wyróżnił tę sytuację nadzwyczajną na rzecz wszelkiego dzieła wolontariatu służącego wielu formom trudności i potrzeb.

Chciałbym również w sposób całkiem szczególny oddać hołd jednej z waszych znamienitych współobywatelek, która pobudzona umiłowaniem Boga, uczyniła z miłości bliźniego najwyższe prawo swojego życia, wzbudzając podziw na całym świecie, rozpoczynając szczególny i radykalny sposób oddania się na służbę opuszczonym, odrzuconym, najbiedniejszym. Mam rzecz jasna na myśli tę, która jest powszechnie znana jako Matka Teresa z Kalkuty. Urodziła się na przedmieściach Skopje w 1910 r. jako Anjezë Gonxha Bojaxhiu i prowadziła swój apostolat polegający na pokornym i całkowitym darze z siebie w Indiach, a dzięki swoim siostrom dotarła do najróżniejszych granic geograficznych i egzystencjalnych. Cieszę się, że wkrótce będę mógł udać się na modlitwę do poświęconego jej Domu Pamięci, wybudowanego w miejscu, gdzie wznosił się kościół Najświętszego Serca Jezusowego, w którym była ochrzczona.

Słusznie jesteście dumni z tej wspaniałej kobiety. Zachęcam was, abyście nadal pracowali z zaangażowaniem, oddaniem i nadzieją, aby synowie i córki tej ziemi mogli, na jej wzór, odkryć, osiągnąć i dojrzewać w powołaniu, które wymarzył dla nich Bóg.

Panie Prezydencie,

Stolica Apostolska, od momentu uzyskania niepodległości przez Macedonię Północną, z wielką uwagą towarzyszyła krokom, jakie kraj ten podjął w pogłębianiu dialogu i zrozumienia między władzami cywilnymi a wyznaniami religijnymi.

Dzisiaj Opatrzność daje mi możliwość osobistego wyrażenia tej mojej bliskości; a zatem także wyrażenia wdzięczności za wizytę, którą co roku wasza delegacja oficjalna składa w Watykanie z okazji święta świętych Cyryla i Metodego. Zachęcam was, abyście ufnie szli naprzód rozpoczętą drogą, by uczynić wasz kraj światłem przewodnim pokoju, akceptacji i owocnej integracji między kulturami, religiami i narodami. Wychodząc od każdej z ich tożsamości i dynamiki ich życia kulturalnego i obywatelskiego, będą mogły budować wspólny los, otwierając się na bogactwa,  które niesie każdy człowiek.

Niech Bóg chroni i błogosławi Macedonię Północną, zachowuje w zgodzie oraz udzieli jej dobrobytu i radości!

[00747-PL.02] [Testo originale: Italiano]

Traduzione in lingua araba

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[00747-AR.01] [Original text: Italian]

[B0381-XX.02]