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Viaggio Apostolico di Papa Francesco in Bulgaria e nella Macedonia del Nord (5-7 maggio 2019) – Accoglienza Ufficiale, Cerimonia di Benvenuto, Visita al Presidente e Incontro con le Autorità, 05.05.2019


Accoglienza Ufficiale e Incontro con il Primo Ministro all’Aeroporto Internazionale di Sofia

Cerimonia di benvenuto e Visita di cortesia al Presidente della Repubblica di Bulgaria presso il Palazzo Presidenziale di Sofia

Incontro con le Autorità, con la Società Civile e con il Corpo Diplomatico nella piazza Atanas Burov

Accoglienza Ufficiale e Incontro con il Primo Ministro all’Aeroporto Internazionale di Sofia

All’arrivo all’Aeroporto Internazionale di Sofia, il Santo Padre Francesco è stato accolto dal Primo Ministro della Repubblica di Bulgaria, Sig. Boyko Borisov. Quindi quattro bambini in abito tradizionale hanno consegnato un omaggio floreale al Papa. Successivamente il Primo Ministro ha accompagnato il Santo Padre nella sala VIP dell’Aeroporto per un breve incontro privato.

Al termine del colloquio, il Papa si è trasferito in auto al Palazzo Presidenziale per la cerimonia di benvenuto in Bulgaria.

[00753-IT.01]

Cerimonia di benvenuto e Visita di cortesia al Presidente della Repubblica di Bulgaria presso il Palazzo Presidenziale di Sofia

Al Suo arrivo al Palazzo Presidenziale, alle ore 10.40 (9.40 ora di Roma), il Santo Padre Francesco è stato accolto dal Presidente della Repubblica di Bulgaria, Sig. Rumen Radev, nella piazza antistante l’ingresso del Palazzo.

Dopo gli onori militari, l’esecuzione degli inni e la presentazione delle Delegazioni, il Papa e il Presidente sono saliti al secondo piano e, dopo aver attraversato la Guardia d’Onore, sono entrati nella Sala Verde, dove ha avuto luogo l’incontro privato.

Al termine dell’incontro, dopo la presentazione della famiglia e lo scambio dei doni, il Presidente ha accompagnato Papa Francesco all’ingresso principale del Palazzo Presidenziale ove ha avuto luogo l’incontro con le Autorità.

[00754-IT.01]

Incontro con le Autorità, con la Società Civile e con il Corpo Diplomatico nella piazza Atanas Burov

Discorso del Santo Padre

Traduzione in lingua francese

Traduzione in lingua inglese

Traduzione in lingua tedesca

Traduzione in lingua spagnola

Traduzione in lingua portoghese

Traduzione in lingua polacca

Traduzione in lingua araba

Alle ore 11.15 (10.15 ora di Roma), nella piazza Atanas Burov, il Santo Padre Francesco ha incontrato le Autorità, i rappresentanti della Società Civile e i membri del Corpo Diplomatico.

Dopo il discorso del Presidente della Repubblica di Bulgaria, Sig. Rumen Radev, Papa Francesco ha pronunciato il Suo discorso.

Concluso l’incontro, il Santo Padre si è recato in auto al Palazzo del Sinodo.

Pubblichiamo di seguito il discorso che il Papa ha rivolto alle Autorità, ai rappresentanti della Società Civile e ai Membri del Corpo Diplomatico:

Discorso del Santo Padre

Signor Presidente,
Signor Primo Ministro,
Illustri Membri del Corpo Diplomatico,
Distinte Autorità,
Rappresentanti delle varie Confessioni religiose,

Cari fratelli e sorelle,
Christos vozkrese!

Sono lieto di trovarmi in Bulgaria, luogo d’incontro tra molteplici culture e civiltà, ponte tra l’Europa dell’est e quella del sud, porta aperta sul vicino oriente; una terra in cui affondano antiche radici cristiane, che alimentano la vocazione a favorire l’incontro sia nella regione sia nella comunità internazionale. Qui la diversità, nel rispetto delle specifiche peculiarità, è vista come un’opportunità, una ricchezza, e non come motivo di contrasto.

Saluto cordialmente le Autorità della Repubblica e le ringrazio per l’invito rivoltomi a visitare la Bulgaria. Ringrazio il Signor Presidente per le cortesi espressioni che mi ha indirizzato accogliendomi su questa storica piazza che porta il nome dello statista Atanas Burov, che subì i rigori di un regime che non poteva accettare la libertà di pensiero.

Invio con deferenza il mio saluto a Sua Santità il Patriarca Neofit – che incontrerò tra poco –, ai Metropoliti e ai Vescovi del Santo Sinodo, e a tutti i fedeli della Chiesa Ortodossa Bulgara. Rivolgo un affettuoso saluto ai Vescovi, ai sacerdoti, ai religiosi, alle religiose e a tutti i membri della Chiesa Cattolica, che vengo a confermare nella fede e ad incoraggiare nel loro quotidiano cammino di vita e testimonianza cristiana.

Porgo il mio cordiale saluto ai cristiani delle altre Comunità ecclesiali, ai membri della Comunità ebraica e ai fedeli dell’Islam e riaffermo con voi «la forte convinzione che i veri insegnamenti delle religioni invitano a restare ancorati ai valori della pace; a sostenere i valori della reciproca conoscenza, della fratellanza umana e della convivenza comune» (Documento sulla fratellanza umana, Abu Dhabi, 4 febbraio 2019). Approfittiamo dell’ospitalità che il popolo bulgaro ci offre affinché ogni religione, chiamata a promuovere armonia e concordia, aiuti la crescita di una cultura e di un ambiente permeati dal pieno rispetto per la persona umana e la sua dignità, instaurando vitali collegamenti fra civiltà, sensibilità e tradizioni diverse e rifiutando ogni violenza e coercizione. In tal modo si sconfiggeranno coloro che cercano con ogni mezzo di manipolarla e strumentalizzarla.

La mia visita odierna intende idealmente riallacciarsi a quella compiuta da San Giovanni Paolo II nel maggio 2002 e si svolge nel grato ricordo della presenza a Sofia, per circa un decennio, dell’allora Delegato Apostolico Mons. Angelo Giuseppe Roncalli. Questi portò sempre nel cuore sentimenti di gratitudine e di profonda stima per la vostra Nazione, al punto da affermare che, dovunque si fosse recato, la sua casa vi sarebbe stata sempre aperta, senza bisogno di dire se cattolico o ortodosso, ma solo: fratello di Bulgaria (cfr Omelia, 25 dicembre 1934). San Giovanni XXIII lavorò instancabilmente per promuovere la fraterna collaborazione tra tutti i cristiani e con il Concilio Vaticano II, da lui convocato e presieduto nella sua prima fase, diede grande impulso e incisività allo sviluppo dei rapporti ecumenici.

È sulla scia di questi provvidenziali avvenimenti che, a partire dal 1968 – dunque da ormai cinquant’anni – una Delegazione ufficiale bulgara, composta dalle più alte Autorità civili ed ecclesiastiche, compie ogni anno una visita in Vaticano in occasione della festa dei Santi Cirillo e Metodio. Essi evangelizzarono i popoli slavi e furono all’origine dello sviluppo della loro lingua e cultura e soprattutto di abbondanti e duraturi frutti di testimonianza cristiana e di santità.

Siano benedetti i Santi Cirillo e Metodio, compatroni d’Europa, che con le loro preghiere, il loro ingegno e la loro concorde fatica apostolica ci sono di esempio e rimangono, a distanza di più di un millennio, ispiratori di dialogo fecondo, di armonia, di incontro fraterno tra le Chiese, gli Stati e i popoli! Possa il loro fulgido esempio suscitare numerosi imitatori anche ai nostri giorni e far sorgere nuovi percorsi di pace e di concordia!

Ora, in questo frangente storico, a trent’anni dalla fine del regime totalitario che ne imprigionava la libertà e le iniziative, la Bulgaria si trova ad affrontare le conseguenze dell’emigrazione, avvenuta negli ultimi decenni, di più di due milioni di suoi concittadini alla ricerca di nuove opportunità di lavoro. Nel medesimo tempo la Bulgaria – come tanti altri Paesi del vecchio continente – deve fare i conti con quello che può essere considerato come un nuovo inverno: quello demografico, che è sceso come una cortina di gelo su tanta parte dell’Europa, conseguenza di una diminuzione di fiducia verso il futuro. Il calo delle nascite, dunque, sommandosi all’intenso flusso migratorio, ha comportato lo spopolamento e l’abbandono di tanti villaggi e città. Inoltre, la Bulgaria si trova a confrontarsi con il fenomeno di coloro che cercano di fare ingresso all’interno dei suoi confini, per sfuggire a guerre e conflitti o alla miseria, e tentano di raggiungere in ogni modo le aree più ricche del continente europeo, per trovare nuove opportunità di esistenza o semplicemente un rifugio sicuro.

Signor Presidente,
conosco l’impegno con cui i governanti di questo Paese, da anni, si sforzano di creare le condizioni affinché, soprattutto i giovani, non siano costretti a emigrare. Vorrei incoraggiarvi a continuare su questa strada, a compiere ogni sforzo per promuovere condizioni favorevoli affinché i giovani possano investire le loro fresche energie e programmare il loro futuro personale e familiare, trovando in patria condizioni che permettano una vita degna. E a voi, che conoscete il dramma dell’emigrazione, mi permetto di suggerire di non chiudere gli occhi, il cuore e la mano – come è nella vostra tradizione – a chi bussa alle vostre porte.

Il vostro Paese si è sempre distinto come un ponte fra est e ovest, capace di favorire l’incontro tra culture, etnie, civiltà e religioni differenti, che da secoli hanno qui convissuto in pace. Lo sviluppo, anche economico e civile, della Bulgaria passa necessariamente attraverso il riconoscimento e la valorizzazione di questa sua specifica caratteristica. Possa questa terra, delimitata dal grande fiume Danubio e dalle sponde del mar Nero, resa fertile dall’umile lavoro di tante generazioni e aperta agli scambi culturali e commerciali, integrata nell’Unione Europea e dai solidi legami con Russia e Turchia, offrire ai suoi figli un futuro di speranza.

Dio benedica la Bulgaria, la conservi pacifica e accogliente e la renda prospera e felice!

[00740-IT.02] [Testo originale: Italiano]

Traduzione in lingua francese

Monsieur le Président,
Monsieur le Premier Ministre
Distingués membres du Corps Diplomatique
Distinguées Autorités,
Représentants des diverses confessions religieuses,

Chers frères et sœurs,
Christos vozkrese!

Je suis heureux de me trouver en Bulgarie, lieu de rencontre entre de multiples cultures et civilisations, pont entre l’Europe de l’Est et celle du Sud, porte ouverte sur le Proche-Orient, une terre où s’enracinent d’antiques racines chrétiennes, qui nourrissent la vocation à favoriser la rencontre aussi bien dans la région que dans la communauté internationale. Ici, la diversité dans le respect des spécificités propres est vue comme une opportunité, une richesse et non comme un motif d’opposition.

Je salue cordialement les Autorités de la République et je les remercie pour l’invitation qui m’a été adressée pour visiter la Bulgarie. Je remercie Monsieur le Président pour les courtoises paroles qu’il m’a adressées en m’accueillant sur cette place historique qui porte le nom de l’homme d’Etat Atanas Burov, qui a subi les rigueurs d’un régime opposé à la liberté de pensée.

J’envoie avec déférence mon salut à Sa Sainteté le Patriarche Neofit – que je rencontrerai d’ici peu –, aux Métropolites et aux Évêques du Saint Synode, ainsi qu’à tous les fidèles de l’Eglise orthodoxe bulgare. J’adresse une salutation affectueuse aux évêques, aux prêtres, aux religieux, aux religieuses et à tous les membres de l’Église catholique, que je viens confirmer dans la foi et encourager dans leur cheminement quotidien de vie et de témoignage chrétien.

J’adresse une cordiale salutation aux chrétiens des autres Communautés ecclésiales, aux membres de la Communauté juive et aux fidèles de l’Islam et je réaffirme avec vous «la forte conviction que les vrais enseignements des religions invitent à demeurer ancrés dans les valeurs de la paix ; à soutenir les valeurs de la connaissance réciproque, de la fraternité humaine et de la coexistence commune» (Document sur la fraternité humaine, Abou Dhabi, 4 février 2019). Nous profitons de l’hospitalité que le peuple bulgare nous offre afin que chaque religion, appelée à promouvoir l’harmonie et la concorde, contribue à la croissance d’une culture et d’un environnement harmonieux imprégné du plein respect de la personne humaine et de sa dignité, en instaurant des connexions vitales entre civilisations, sensibilités et traditions diverses et en rejetant toute violence et toute coercition. On fera ainsi échec à ceux qui cherchent par tous les moyens à la manipuler et à l’instrumentaliser.

Ma visite d’aujourd’hui entend idéalement faire suite à celle effectuée par saint Jean-Paul II en mai 2002 et se déroule dans l’heureux souvenir de la présence à Sofia, pour environ une décennie, de Mgr Angelo Giuseppe Roncalli, alors Délégué Apostolique. Il a toujours porté dans le cœur des sentiments de gratitude et de profonde estime pour votre Nation, au point d’affirmer que, partout où il irait, sa maison vous serait toujours ouverte, sans qu’il soit nécessaire de se présenter comme catholique ou orthodoxe, mais seulementcomme frère de Bulgarie (cf. Homélie du 25 décembre 1934). Saint Jean XXIII a travaillé sans relâche pour promouvoir la collaboration fraternelle entre tous les chrétiens et par le Concile Vatican II, qu’il a convoqué et présidé dans sa première phase, il a donné une grande impulsion et de l’élan au développement des relations œcuméniques.

C’est dans le sillage de ces événements providentiels que, à partir de 1968 – donc depuis cinquante ans – une délégation officielle bulgare, composée des plus hautes Autorités civiles et ecclésiastiques, effectue chaque année une visite au Vatican à l’occasion de la fête des saints Cyrille et Méthode. Ils ont évangélisé les peuples slaves et ont été à l’origine du développement de leur langue ainsi que de leur culture et surtout de fruits abondants et durables de témoignage chrétien et de sainteté.

Que soient bénis les saints Cyrille et Méthode, copatrons de l’Europe, qui par leurs prières, leur génie et leur labeur apostolique unanime sont pour nous un exemple et restent, à distance de plus d’un millénaire, des inspirateurs d’un dialogue fécond, d’harmonie, de rencontre fraternelle entre les Églises, les États et les peuples! Puisse leur lumineux exemple susciter de nombreux imitateurs également de nos jours et faire surgir de nouveaux parcours de paix et de concorde!

Maintenant, dans cette situation historique, à trente ans de la fin du régime totalitaire qui entravait sa liberté et ses initiatives, la Bulgarie est confrontée aux conséquences de l’émigration, survenue au cours des dernières décennies, de plus de deux millions de ses citoyens à la recherche de nouvelles opportunités de travail. En même temps, la Bulgarie – comme tant d’autres pays du Vieux Continent – doit affronter ce qui peut être considéré comme un nouvel hiver: l’hiver démographique, qui s’est abattu comme un rideau de gel sur toute l’Europe, conséquence d’une diminution de la confiance face à l’avenir. La baisse de la natalité, associée donc à l’intense flux migratoire, a entraîné le dépeuplement et l’abandon de nombreux villages et villes. En outre, la Bulgarie se trouve confrontée au phénomène de ceux qui cherchent à traverser ses frontières, pour fuir des guerres et des conflits ou la misère, et tentent de rejoindre à tout prix les régions plus riches du continent européen, afin de trouver de nouvelles opportunités de vie ou simplement un refuge sûr.

Monsieur le Président,
je connais l’engagement des gouvernants de ce pays, depuis des années, pour créer les conditions, afin que les jeunes surtout ne soient pas contraints à émigrer. Je voudrais vous encourager à continuer dans cette voie, à accomplir tous les efforts pour créer des conditions favorables, afin que les jeunes puissent investir leurs fraîches énergies et programmer leur avenir personnel et familial, en trouvant dans leur patrie les conditions d’une vie digne. Et vous qui connaissez le drame de l’émigration, je me permets de vous suggérer de ne pas fermer les yeux, le cœur et la main – comme en témoigne votre tradition – à celui qui frappe à vos portes.

Votre pays s’est toujours caractérisé comme un pont entre l’Est et l’Ouest, capable de favoriser la rencontre entre des cultures, des ethnies, des civilisations et des religions différentes, qui depuis des siècles ont coexisté ici en paix. Le développement, y compris économique et civil, de la Bulgarie passe nécessairement par la reconnaissance et la valorisation de cette caractéristique spécifique. Puisse cette terre, délimitée par le grand fleuve Danube et par les rives de la Mer noire, rendue fertile par l’humble travail de nombreuses générations et ouverte aux échanges culturels et commerciaux, intégrée dans l’Union Européenne et ayant de solides liens avec la Russie et la Turquie, offrir à ses enfants un avenir d’espérance.

Que Dieu bénisse la Bulgarie, la garde pacifique et accueillante et la rende prospère et heureuse!

[00740-FR.02] [Texte original: Italien]

Traduzione in lingua inglese

Mr President,
Mr Prime Minister,
Honourable Members of the Diplomatic Corps,
Distinguished Authorities,
Representatives of the various Religious Confessions,

Dear Brothers and Sisters,
Christos vozkrese!

I am happy to be here in Bulgaria, a place of encounter between many cultures and civilizations, a bridge between Eastern and Southern Europe, an open door to the Near East, and a land of ancient Christian roots that nourish its vocation to foster encounter both in the region and in the international community. Here diversity, combined with respect for distinctive identities, is viewed as an opportunity, a source of enrichment, and not as a source of conflict.

I cordially greet the Authorities of the Republic, and I thank them for the invitation to visit Bulgaria. I thank His Excellency the President for his gracious words of welcome here in this historic Square named after the statesman Atanas Burov, who suffered under a regime that could not tolerate freedom of thought.

I send my respectful greetings to His Holiness Patriarch Neofit, with whom I will shortly meet, to the Metropolitans and Bishops of the Holy Synod, and to all the faithful of the Bulgarian Orthodox Church. My affectionate greetings go to the Bishops, priests, men and women religious, and all the members of the Catholic Church, whom I have come to confirm in faith and to encourage along their daily path of Christian life and witness.

I also cordially greet the Christians of other Ecclesial Communities, the members of the Jewish community and the followers of Islam. With you, I reaffirm “the firm conviction that authentic teachings of religions invite us to remain rooted in the values of peace; to defend the values of mutual understanding, human fraternity, and harmonious coexistence” (Document on Human Fraternity, Abu Dhabi, 4 February 2019). Let us profit from the hospitality of the Bulgarian people so that every religion, called to foster harmony and concord, can contribute to the growth of a culture and an environment of complete respect for the human person and his or her dignity, by establishing vital links between different civilizations, sensibilities and traditions, and by rejecting every form of violence and coercion. In this way, those who seek by any means to manipulate and exploit religion will be defeated.

My visit today recalls that of Saint John Paul II in May 2002, and evokes the happy memory of the nearly decade-long presence in Sofia of the then Apostolic Delegate, Archbishop Angelo Giuseppe Roncalli. The latter never ceased to feel deep gratitude and esteem for your nation, to the point that he once said that wherever he would go, his house would always be open to everyone, Catholic or Orthodox alike, who came as a brother or sister from Bulgaria (cf. Homily, 25 December 1934). Saint John XXIII worked tirelessly to promote fraternal cooperation between all Christians. With the Second Vatican Council, which he convoked and over whose first phase he presided, he gave great encouragement and decisive support to the development of ecumenical relationships.

It is in the wake of these providential events that from 1968 on – a full fifty years ago – an official Delegation composed of the highest civil and ecclesiastical Authorities of Bulgaria has made a yearly visit to the Vatican on the occasion of the feast of Saints Cyril and Methodius. These two Saints evangelized the Slavic peoples and were at the origin of the development of their language, their culture, and above all their abundant and enduring fruits of Christian witness and of holiness.

Blessed be Saints Cyril and Methodius, co-patrons of Europe! By their prayers, their genius and their joint apostolic efforts, they serve as an example for us and they continue to be, more than a millennium later, an inspiration for fruitful dialogue, harmony and fraternal encounter between Churches, States and peoples! May their radiant example raise up many followers in our own day and open up new paths of peace and concord!

Now, at this particular moment of history, thirty years after the end of the totalitarian regime that imprisoned its liberty and initiatives, Bulgaria faces the effects of the emigration in recent decades of over two million of her citizens in search of new opportunities for employment. At the same time, Bulgaria – like so many other countries of Europe – must deal with what can only be called a new winter: the demographic winter that has descended like a curtain of ice on a large part of Europe, the consequence of a diminished confidence in the future. The fall in the birth rate, combined with the intense flow of emigration, has led to the depopulation and abandonment of many villages and cities. In addition, Bulgaria confronts the phenomenon of those seeking to cross its borders in order to flee wars, conflicts or dire poverty, in the attempt to reach the wealthiest areas of Europe, there to find new opportunities in life or simply a safe refuge.

Mr President,
I am aware of the efforts that the nation’s leaders have made for years to ensure that young people, in particular, not be constrained to emigrate. I would encourage you to persevere on this path, to strive to create conditions that lead young people to invest their youthful energies and plan their future, as individuals and families, knowing that in their homeland they can have the possibility of leading a dignified life. To all Bulgarians, who are familiar with the drama of emigration, I respectfully suggest that you not close your eyes, your hearts or your hands - in accordance with your best tradition – to those who knock at your door.

Your country has always distinguished itself as a bridge between East and West, capable of favouring encounter between the different cultures, ethnic groups, civilizations and religions that for centuries have lived here in peace. The development of Bulgaria, including her economic and civil development, necessarily entails a recognition and enhancement of this specific trait. May this land, bordered by the great Danube River and by the shores of the Black Sea, rendered fruitful by the humble labour of so many generations, open to cultural and commercial exchanges, integrated in the European Union, and with solid links to Russia and Turkey, offer all her sons and daughters a future of hope.

May God bless Bulgaria, keep her in peace and ever hospitable, and grant her prosperity and happiness!

[00740-EN.02] [Original text: Italian]

Traduzione in lingua tedesca

Herr Präsident,
Herr Premierminister,
verehrte Angehörige des Diplomatischen Corps,
sehr geehrte Vertreter des öffentlichen Lebens,
Repräsentanten der verschiedenen religiösen Bekenntnisse,

liebe Brüder und Schwestern,
Christos vozkrese!

ich freue mich, in Bulgarien zu sein, einem Ort des Zusammentreffens vieler Kulturen und Bevölkerungsgruppen, einer Brücke zwischen Ost- und Südeuropa, einer offenen Tür zum Nahen Osten, einem Land mit alten christlichen Wurzeln, die die Berufung zur Begegnung sowohl in der Region als auch in der internationalen Gemeinschaft lebendig halten. Hier wird die Vielfalt, im Respekt vor den jeweiligen Eigenheiten, als eine Chance, als Reichtum und nicht als Grund für Auseinandersetzungen gesehen.

Herzlich begrüße ich die führenden Persönlichkeiten der Republik und danke ihnen für die Einladung nach Bulgarien. Ich danke dem Herrn Präsidenten für seine freundlichen Worte, als er mich auf diesem historischen Platz begrüßte, der nach dem Staatsmann Atanas Burow benannt ist, der unter der Härte eines Regimes litt, das nicht fähig war, die Freiheit des Denkens zu akzeptieren.

Ehrerbietig grüße ich Seine Heiligkeit Patriarch Neofit, den ich in Kürze treffen werde, die Metropoliten und die Bischöfe des Heiligen Synods und alle Gläubigen der bulgarisch-orthodoxen Kirche. Ich grüße die Bischöfe, Priester, Ordensleute und alle Glieder der katholischen Kirche, die ich im Glauben stärken und denen ich für ihren täglichen Weg des Lebens und des christlichen Zeugnisses Mut zusprechen möchte.

Herzlich grüße ich die Christen der anderen kirchlichen Gemeinschaften, die Mitglieder der Jüdischen Gemeinde und die Gläubigen des Islam und bekräftige mit Ihnen »die feste Überzeugung, dass die wahren Lehren der Religionen dazu einladen, in den Werten des Friedens verankert zu bleiben; dass sie dazu anregen, die Werte des gegenseitigen Kennens, der Brüderlichkeit aller Menschen und des allgemeinen Miteinanders zu vertreten« (Dokument über die Brüderlichkeit aller Menschen, Abu Dhabi, 4. Februar 2019). Wir nehmen die Gastfreundschaft, die uns das bulgarische Volk entgegenbringt, gerne wahr, auf dass alle Religionen mit ihrer Aufgabe, Eintracht und Harmonie zu fördern, zum Wachstum einer Kultur und einer Lebenswelt beitragen, die von einer umfassenden Achtung der menschlichen Person und ihrer Würde durchdrungen sind. Dadurch werden lebenswichtige Verbindungen zwischen Zivilisationen, Befindlichkeiten und verschiedenen Traditionen hergestellt und jegliche Gewalt und jeglicher Zwang zurückgewiesen. Auf diese Weise wird man diejenigen besiegen, die mit allen Mitteln versuchen, den Menschen zu manipulieren und auszunutzen.

Mein heutiger Besuch möchte an den Besuch des heiligen Johannes Paul II. im Mai 2002 anknüpfen, und er geschieht auch in dankbarer Erinnerung an den etwa zehnjährigen Aufenthalt des damaligen Apostolischen Delegaten Erzbischof Angelo Giuseppe Roncalli in Sofia. Immer hegte er in seinem Herzen Gefühle der Dankbarkeit und der tiefen Wertschätzung für Ihre Nation, bis hin zu dem Ausspruch, dass sein Haus, wohin er auch ginge, immer für Sie offen sein werde, ohne dass man sagen müsse, ob man katholisch oder orthodox sei, man brauche einfach nur zu sagen: ein Bruder aus Bulgarien (vgl. Homilie, 25. Dezember 1934). Der heilige Johannes XXIII. setzte sich unermüdlich für die brüderliche Zusammenarbeit aller Christen ein, und mit dem Zweiten Vatikanischen Konzil, das er einberufen und in seiner ersten Phase geleitet hatte, gab er der Entwicklung der ökumenischen Beziehungen einen bedeutenden und wirkungsvollen Impuls.

In Folge dieser von Gott gefügten Ereignisse besuchte seit 1968 – und damit seit inzwischen fünfzig Jahren – eine offizielle bulgarische Delegation, die aus höchsten zivilen und kirchlichen Autoritäten besteht, jährlich den Vatikan anlässlich des Festes der heiligen Cyrill und Methodius. Diese missionierten die slawischen Völker und standen am Ursprung der Entwicklung ihrer Sprache und Kultur und vor allem der reichen und dauerhaften Früchte des christlichen Zeugnisses und der Heiligkeit.

Gesegnet seien die heiligen Cyrill und Methodius, Mitpatrone Europas, die mit ihren Gebeten, ihrem Einfallsreichtum und ihrem einträchtigen apostolischen Wirken ein Beispiel für uns sind und auch nach mehr als einem Jahrtausend Wegweiser für einen fruchtbaren Dialog, für Harmonie und brüderliche Begegnung zwischen den Kirchen, Staaten und Völkern bleiben! Möge ihr leuchtendes Beispiel auch heute noch viele Nachahmer finden und neue Wege des Friedens und der Eintracht eröffnen!

Jetzt, in diesen geschichtlichen Gegebenheiten, dreißig Jahre nach dem Ende des totalitären Regimes, das die Freiheit und die Initiativen der Menschen verhinderte, steht Bulgarien vor den Folgen der Auswanderung von mehr als zwei Millionen seiner Mitbürger in den letzten Jahrzehnten, die nach neuen Arbeitsmöglichkeiten suchten. Gleichzeitig hat Bulgarien – wie viele andere Länder des alten Kontinents – mit einer Art neuen Winter zu kämpfen, einem demographischen Winter, der sich wegen schwindenden Vertrauens in die Zukunft über weite Teile Europas gelegt hat. Der Rückgang der Geburtenzahlen hat zusammen mit der intensiven Migrationsbewegung zur Entvölkerung und Verlassenheit vieler Dörfer und Städte geführt. Darüber hinaus ist Bulgarien mit dem Phänomen von Menschen konfrontiert, die versuchen, über seine Grenzen einzuwandern, um Kriegen und Konflikten oder der Armut zu entkommen und irgendwie die reicheren Gegenden des europäischen Kontinents zu erreichen, um neue Existenzmöglichkeiten oder einfach einen sicheren Zufluchtsort zu finden.

Herr Präsident,
ich kenne die Anstrengung, mit der sich die Regierenden dieses Landes seit Jahren bemühen, die Voraussetzungen dafür zu schaffen, dass insbesondere junge Menschen nicht zur Auswanderung gezwungen sind. Ich möchte Sie alle ermutigen, diesen Weg fortzusetzen und keine Mühen zu scheuen, um günstige Bedingungen zu schaffen, damit junge Menschen ihre frische Energie einsetzen und ihre persönliche und familiäre Zukunft planen können, weil sie zu Hause Voraussetzungen finden, die es ihnen ermöglichen, ein menschenwürdiges Leben zu führen. Und ich erlaube mir, Ihnen allen, die Sie das Drama der Auswanderung kennen, vorzuschlagen, dass Sie die Augen, das Herz und die Hände – wie es bei Ihnen Tradition ist – nicht vor denen verschließen, die an Ihre Türen klopfen.

Ihr Land hat sich immer als eine Brücke zwischen Ost und West erwiesen, die in der Lage ist, die Begegnung zwischen verschiedenen Kulturen, Ethnien, Bevölkerungsgruppen und Religionen zu fördern, die hier seit Jahrhunderten in Frieden zusammenleben. Die Entwicklung Bulgariens, einschließlich der wirtschaftlichen und zivilen Entwicklung, kommt an einer Anerkennung und Geltendmachung dieses spezifischen Merkmals nicht vorbei. Möge dieses Land, das von dem großen Fluss Donau und den Ufern des Schwarzen Meeres begrenzt wird, das zudem durch das rechtschaffene Werk so vieler Generationen fruchtbar gemacht wurde und offen für den kulturellen und kommerziellen Austausch – integriert in die Europäische Union und in stabilen Beziehungen zu Russland und zur Türkei – ist, in der Lage sein, seinen Kindern eine hoffnungsvolle Zukunft bieten.

Gott segne Bulgarien, er bewahre es als friedliches und gastfreundliches Land und gewähre ihm Wohlstand und Glück!

[00740-DE.02] [Originalsprache: Italienisch]

Traduzione in lingua spagnola

Señor Presidente,
Señor Primer Ministro,
Ilustres miembros del Cuerpo Diplomático,
Distinguidas Autoridades,
Representantes de las distintas Confesiones religiosas,

Queridos hermanos y hermanas:
Christos vozkrese!

Me alegro de encontrarme en Bulgaria, lugar de encuentro entre muchas culturas y civilizaciones, puente entre Europa del este y del sur, puerta abierta hacia el cercano oriente; una tierra en la que han arraigado antiguas raíces cristianas, que alimentan la vocación que favorece el encuentro en la región como también en la comunidad internacional. Aquí la diversidad, en el respeto de las específicas peculiaridades, es vista como una oportunidad, una riqueza, y no como un motivo de conflicto.

Saludo cordialmente a las Autoridades de la República y les agradezco la invitación a visitar Bulgaria. Agradezco al señor Presidente las corteses palabras que me ha dirigido acogiéndome en esta histórica plaza que lleva el nombre del estadista Atanas Burov, que sufrió la dureza de un régimen que no podía aceptar la libertad de pensamiento.

Envío con deferencia mi saludo a Su Santidad el Patriarca Neofit —a quien visitaré dentro de poco—, a los Metropolitas y a los Obispos del Santo Sínodo, y a todos los fieles de la Iglesia Ortodoxa Búlgara. Dirijo un afectuoso saludo a los Obispos, a los sacerdotes, a los religiosos, a las religiosas y a todos los miembros de la Iglesia Católica, a los que vengo a confirmar en la fe y a animar en su cotidiano camino de vida y de testimonio cristiano.

Saludo cordialmente a los cristianos de otras Comunidades eclesiales, a los miembros de la Comunidad hebrea y a los fieles del islam y reafirmo con vosotros «la fuerte convicción de que las verdaderas enseñanzas de las religiones invitan a permanecer anclados en los valores de la paz; a sostener los valores del conocimiento recíproco, de la fraternidad humana y de la convivencia común» (Documento sobre la fraternidad humana, Abu Dabi, 4 febrero 2019). Aprovechemos la hospitalidad que el pueblo búlgaro nos ofrece para que cada religión, llamada a promover la armonía y la concordia, ayude al crecimiento de una cultura y de un ambiente permeados por el pleno respeto por la persona humana y su dignidad, instaurando conexiones vitales entre civilizaciones, sensibilidades y tradiciones diferentes, y rechazando toda violencia y coerción. De este modo, serán derrotados todos aquellos que buscan por todos los medios manipularla e instrumentalizarla.

Mi presente visita pretende unirse simbólicamente a la que realizó san Juan Pablo II en mayo de 2002 y se desarrolla en el grato recuerdo de la presencia en Sofía, por más de un decenio, del entonces Delegado Apostólico Mons. Angelo Giuseppe Roncalli. Él guardó siempre en el corazón sentimientos de gratitud y de profunda estima por vuestra nación, hasta el punto de afirmar que, estuviese donde estuviese, su casa siempre habría estado abierta para vosotros, sin necesidad de decir si se era católico u ortodoxo, sino solo un hermano de Bulgaria (cf. Homilía, 25 diciembre 1934). San Juan XXIII trabajó infatigablemente para promover la colaboración fraterna entre todos los cristianos, y gracias al Concilio Vaticano II, que él convocó y presidió en su primera fase, dio un gran impulso y fuerza al desarrollo de las relaciones ecuménicas.

Siguiendo la estela de estos providenciales eventos, a partir de 1968 —por tanto, hace ya 50 años— una delegación oficial búlgara, formada por las más altas Autoridades civiles y eclesiásticas, realiza cada año una visita al Vaticano con ocasión de la fiesta de los santos Cirilo y Metodio. Ellos evangelizaron los pueblos eslavos y fueron el origen del desarrollo de su lengua y cultura y sobre todo de abundantes y duraderos frutos de testimonio cristiano y de santidad.

Sean benditos los santos Cirilo y Metodio, copatronos de Europa, que, con sus oraciones, su ingenio y su concorde fatiga apostólica son ejemplo para nosotros y permanecen, después de más de un milenio, inspiradores del diálogo fecundo, de la armonía, del encuentro fraterno entre las Iglesias, los Estados y los pueblos. Que su brillante ejemplo suscite también en nuestros días numerosos imitadores y haga surgir nuevos itinerarios de paz y de concordia.

Ahora, en esta coyuntura histórica, pasados 30 años del final del régimen totalitario que limitaba la libertad y las iniciativas, Bulgaria debe afrontar las consecuencias de la emigración, que se ha producido en los últimos decenios, en la que más de dos millones de connacionales han salido buscando nuevas oportunidades de trabajo. En ese mismo tiempo, Bulgaria —como otros países del viejo continente— tiene que hacer frente a lo que se puede considerar un nuevo invierno demográfico, que ha caído como una cortina de hielo sobre buena parte de Europa, consecuencia de una disminución de la confianza en el futuro. La caída de los nacimientos, por tanto, sumándose al intenso flujo migratorio, ha supuesto la despoblación y el abandono de tantos pueblos y ciudades. Además, Bulgaria debe hacer frente al fenómeno de aquellos que buscan entrar dentro de sus fronteras, para huir de la guerra y los conflictos o la miseria, e intentan alcanzar de cualquier forma las zonas más ricas del continente europeo, para encontrar nuevas oportunidades de existencia o simplemente un refugio seguro.

Señor Presidente:
Conozco el compromiso con el que, desde hace años, los gobernantes de este país se esfuerzan por crear las condiciones para que, sobre todo los jóvenes, no se vean obligados a emigrar. Quisiera animaros a seguir en este sentido, a realizar todo el esfuerzo posible para promover unas condiciones favorables con vistas a que los jóvenes puedan invertir sus nuevas energías y programar su futuro personal y familiar, encontrando en su patria las condiciones que les permitan llevar una vida digna. Y a vosotros, que conocéis el drama de la emigración, me permito sugeriros que, siguiendo vuestra tradición, no cerréis los ojos, ni el corazón, ni la mano a quien llama a vuestra puerta.

Vuestro país se ha distinguido siempre como un puente entre el este y el oeste, capaz de favorecer el encuentro entre culturas, etnias, civilizaciones y religiones diferentes, que, desde hace siglos, han convivido aquí en paz. El desarrollo, también económico y civil, de Bulgaria pasa necesariamente a través del reconocimiento y la valorización de esta específica característica suya. Ojalá que esta tierra, delimitada por el gran río Danubio y las orillas del mar Negro, fertilizada por el trabajo humilde de tantas generaciones y abierta al intercambio cultural y comercial, integrada en la Unión Europea y con sólidos vínculos con Rusia y Turquía, pueda ofrecer a sus hijos un futuro de esperanza.

Que Dios bendiga Bulgaria y la conserve pacífica y acogedora, y la haga próspera y feliz.

[00740-ES.02] [Texto original: Italiano]

Traduzione in lingua portoghese

Senhor Presidente,
Senhor Primeiro-Ministro,
Ilustres membros do Corpo Diplomático,
Distintas Autoridades,
Representantes das várias Confissões Religiosas,

Queridos irmãos e irmãs!
Christos vozkrese!

Sinto-me feliz por me encontrar na Bulgária, lugar de encontro entre múltiplas culturas e civilizações, ponte entre o leste e o sul da Europa, porta aberta para o Médio Oriente; uma terra onde se embrenham antigas raízes cristãs, que alimentam a vocação de favorecer o encontro tanto na região como na comunidade internacional. Aqui a diversidade, no respeito pelas peculiaridades específicas, é vista como uma oportunidade, uma riqueza e não como motivo de contraste.

Saúdo cordialmente as autoridades da República e agradeço-lhes o convite que me fizeram para visitar a Bulgária. Agradeço ao Senhor Presidente pelas gentis expressões que me dirigiu ao receber-me nesta praça histórica com o nome do estadista Atanas Burov, que sofreu os rigores dum regime incapaz de aceitar a liberdade de pensamento.

Com deferência, envio a minha saudação a Sua Santidade o Patriarca Neofit – que encontrarei daqui a pouco –, aos Metropolitas e aos Bispos do Santo Sínodo, e a todos os fiéis da Igreja Ortodoxa Búlgara. Dirijo uma afetuosa saudação aos Bispos, sacerdotes, religiosos, religiosas e a todos os membros da Igreja Católica, que venho confirmar na fé e encorajar no seu caminho diário de vida e testemunho cristão.

Apresento as minhas cordiais saudações aos cristãos das outras Comunidades eclesiais, aos membros da Comunidade judaica e aos fiéis do Islã e reafirmo convosco «a forte convicção de que os verdadeiros ensinamentos das religiões convidam a permanecer ancorados aos valores da paz; apoiar os valores do conhecimento mútuo, da fraternidade humana e da convivência comum» (Documento sobre a Fraternidade Humana, Abu Dhabi, 4 de fevereiro de 2019). Aproveitemos da hospitalidade que o povo búlgaro nos oferece para que cada religião, chamada a promover harmonia e concórdia, ajude o crescimento duma cultura e dum ambiente permeados de pleno respeito pela pessoa humana e a sua dignidade, instaurando laços vitais entre civilizações, sensibilidades e tradições diferentes e rejeitando toda a violência e coerção. Assim serão desbaratados aqueles que procuram por todos os meios manipulá-la e instrumentalizá-la.

Idealmente, a minha visita de hoje pretende enlaçar-se com a realizada por São João Paulo II, em maio de 2002, e desenrola-se sob a grata memória da presença em Sófia, durante cerca de um decénio, do então Delegado Apostólico Mons. Angelo Giuseppe Roncalli. Ele sempre conservou no coração sentimentos de gratidão e profunda estima pela vossa nação, a ponto de declarar que a sua casa, onde quer que fosse, estaria sempre aberta para vós, sem necessidade de especificar se éreis católicos ou ortodoxos, mas apenas: um irmão da Bulgária (cf. Homilia, 25 de dezembro de 1934). São João XXIII trabalhou incansavelmente para promover a colaboração fraterna entre todos os cristãos e, com o Concílio Vaticano II por ele convocado e presidido na sua primeira fase, deu grande impulso e incisividade ao desenvolvimento das relações ecuménicas.

Na esteira destes acontecimentos providenciais, desde 1968 (isto é, já desde há cinquenta anos) uma Delegação oficial Búlgara, composta pelas mais altas autoridades civis e eclesiásticas, realiza anualmente uma visita ao Vaticano por ocasião da festa dos Santos Cirilo e Metódio. Estes evangelizaram os povos eslavos e estiveram na origem do desenvolvimento da sua língua e cultura e sobretudo de abundantes e duradouros frutos de testemunho cristão e de santidade.

Benditos sejam os Santos Cirilo e Metódio, padroeiros da Europa, que nos servem de exemplo com as suas orações, engenho e concorde trabalho apostólico, e continuam a ser, passado mais de um milénio, inspiradores dum diálogo fecundo, de harmonia, de encontro fraterno entre as Igrejas, os Estados e os povos! Que o seu fúlgido exemplo desperte muitos imitadores também nos nossos dias e faça surgir novos percursos de paz e harmonia!

Na atual conjuntura histórica, trinta anos depois do fim do regime totalitário que tolhia a liberdade e as iniciativas, a Bulgária está a enfrentar as consequências da emigração, ocorrida nas últimas décadas, de mais de dois milhões dos seus cidadãos à procura de novas oportunidades de trabalho. Ao mesmo tempo, a Bulgária – como muitos outros países do velho continente – precisa de encarar aquilo que se pode considerar como um novo inverno: o inverno demográfico, que se abateu como uma cortina de gelo sobre grande parte da Europa em consequência duma diminuição de confiança no futuro. E, assim, a queda da natalidade, que se veio somar àquele intenso fluxo migratório, levou ao despovoamento e abandono de muitas aldeias e cidades. Por outro lado, a Bulgária é confrontada com o fenómeno daqueles que, para escapar de guerras e conflitos ou da miséria, procuram penetrar nas suas fronteiras e tentam, de todos os modos, chegar às áreas mais ricas do continente europeu a fim de encontrar novas oportunidades de existência ou simplesmente um refúgio seguro.

Senhor Presidente!
Conheço o empenho com que, há anos, os governantes deste país se esforçam por criar condições para que sobretudo os jovens não sejam forçados a emigrar. Quero encorajar-vos a prosseguir por esta estrada, isto é, fazer todos os esforços por promover condições favoráveis a fim de que os jovens possam investir as suas viçosas energias e programar o seu futuro pessoal e familiar, encontrando na pátria condições que permitam uma vida digna. E a vós, que conheceis o drama da emigração, seja-me permitido sugerir que não fecheis os olhos, o coração e a mão – como é tradição vossa – a quem bate à vossa porta.

O vosso país sempre se distinguiu como uma ponte entre Oriente e Ocidente, capaz de favorecer o encontro entre diferentes culturas, etnias, civilizações e religiões, que há séculos têm convivido aqui em paz. O desenvolvimento, mesmo económico e civil, da Bulgária passa necessariamente pelo reconhecimento e valorização desta sua caraterística específica. Que esta terra – delimitada pelo grande rio Danúbio e pelas margens do Mar Negro, tornada fértil pelo trabalho humilde de tantas gerações e aberta aos intercâmbios culturais e comerciais, integrada na União Europeia e possuindo laços sólidos com a Rússia e a Turquia – ofereça aos seus filhos um futuro de esperança.

Deus abençoe a Bulgária, mantenha-a pacífica e acolhedora e a torne próspera e feliz!

[00740-PO.02] [Texto original: Italiano]

Traduzione in lingua polacca

Panie Prezydencie
Panie Premierze,
Szanowni członkowie korpusu dyplomatycznego,
Czcigodni przedstawiciele władz,
Przedstawiciele różnych wyznań religijnych,
Drodzy bracia i siostry,
Christos vozkrese!

            Cieszę się, że jestem w Bułgarii, miejscu spotkania między wieloma kulturami i cywilizacjami, mostem między Europą Wschodnią a Południową, otwartą bramą na Bliski Wschód. Jest to kraj, w którym głęboko zanurzone są starożytne korzenie chrześcijańskie, umacniające powołanie, by sprzyjać spotkaniu zarówno w regionie, jak i we wspólnocie międzynarodowej. Tutaj różnorodność, w poszanowaniu poszczególnych cech jest postrzegana jako szansa, bogactwo, a nie powód do konfliktu.

            Serdecznie pozdrawiam władze Republiki i dziękuję im za zaproszenie do odwiedzenia Bułgarii. Dziękuję Panu Prezydentowi za uprzejme słowa, które skierował witając mnie na tym historycznym placu, noszącym imię męża stanu, Atanasa Burowa, cierpiącego z powodu rygorów reżimu, który nie potrafił zaakceptować wolności słowa.

            Z szacunkiem przesyłam pozdrowienie Jego Świątobliwości patriarsze Neofitowi – którego wkrótce spotkam - metropolitom i biskupom Świętego Synodu, a także wszystkim wiernym Bułgarskiego Kościoła Prawosławnego. Pozdrawiam serdecznie biskupów, kapłanów, zakonników i zakonnice oraz wszystkich członków Kościoła katolickiego. Przybywam, aby umocnić ich w wierze oraz wesprzeć ich w codziennej drodze życia i świadectwa chrześcijańskiego.

            Serdecznie pozdrawiam chrześcijan należących do innych wspólnot kościelnych, członków społeczności żydowskiej i wyznawców islamu, i wraz z wami ponownie wyrażam „mocne przekonanie, że autentyczne nauczanie w różnych religiach jest dla nas zachętą do trwania zakorzenionymi w wartościach pokoju; do obrony wartości wzajemnego zrozumienia, braterstwa ludzkiego i harmonijnego współistnienia” (Dokument o ludzkim braterstwie, Abu Zabi, 4 lutego 2019 r.). Korzystajmy z gościnności, jaką oferuje nam naród bułgarski, aby każda religia, powołana do krzewienia harmonii i zgody, przyczyniała się do rozwoju kultury i środowiska, przenikniętych pełnym szacunkiem dla osoby ludzkiej i jej godności, ustanawiając istotne powiązania między różnymi kulturami, wrażliwościami i tradycjami oraz odrzucając wszelką przemoc i przymus. W ten sposób zostaną pokonani ci, którzy za wszelką cenę próbują manipulować i instrumentalizować religię.

            Moja obecna wizyta pragnie nawiązać duchowo do pielgrzymki świętego Jana Pawła II w maju 2002 roku i odbywa się, upamiętniając z wdzięcznością obecność w Sofii przez około dziesięć lat ówczesnego delegata apostolskiego, abp. Angelo Giuseppe Roncalliego. W jego sercu zawsze było poczucie wdzięczności i głębokiego szacunku dla waszego narodu, do tego stopnia, iż mówił, że gdziekolwiek by był, jego dom dla was zawsze będzie otwarty. Nie trzeba będzie mówić, czy jest się katolikiem czy prawosławnym, ale wystarczy, że jest to brat z Bułgarii (por. Homilia, 25 grudnia 1934 r.). Święty Jan XXIII pracował niestrudzenie na rzecz  krzewienia braterskiej współpracy między wszystkimi chrześcijanami, a poprzez Sobór Watykański II, który zwołał i któremu przewodniczył w jego pierwszej fazie, nadał wielki bodziec i wyrazistość dla rozwoju stosunków ekumenicznych.

            Nawiązując do tych opatrznościowych wydarzeń, począwszy od 1968 r. - a więc przez ostatnie pięćdziesiąt lat - oficjalna delegacja bułgarska, złożona z przedstawicieli najwyższych władz cywilnych i kościelnych, odwiedza co roku Watykan z okazji święta świętych Cyryla i Metodego. Ewangelizowali oni ludy słowiańskie i byli u podstaw rozwoju ich języka i kultury, a przede wszystkim obfitych i trwałych owoców świadectwa chrześcijańskiego i świętości.

            Niech będą błogosławieni święci Cyryl i Metody, współpatroni Europy, którzy swoimi modlitwami, geniuszem i zgodnym trudem apostolskim są dla nas przykładami i nadal, ponad tysiąc lat później, są dla nas inspiratorami owocnego dialogu, harmonii, braterskiego spotkania między Kościołami, państwami i narodami! Niech ich wspaniały przykład wzbudzi wielu naśladowców także w naszych dniach i zrodzi nowe drogi pokoju i zgody!

            Obecnie, w tym historycznym momencie, trzydzieści lat po upadku reżimu totalitarnego, który uwięził wolność i inicjatywy, Bułgaria stoi w obliczu następstw emigracji ponad dwóch milionów współobywateli poszukujących nowych możliwości pracy, która miała miejsce w ostatnich dziesięcioleciach. Jednocześnie Bułgaria - podobnie jak wiele innych krajów starego kontynentu - musi uporać się z tym, co można uznać za nową zimę: demograficzną, która spadła jak kurtyna mrozu na tak znaczną część Europy, będącą następstwem spadku zaufania do przyszłości. Zatem spadek liczby urodzeń, w połączeniu z intensywnym przepływem migracyjnym doprowadził do wyludnienia i porzucenia wielu wiosek i miast. Ponadto Bułgaria mierzy się ze zjawiskiem osób, które próbują przekroczyć jej granice, aby uciec przed wojnami i konfliktami lub ubóstwem, i starają się dotrzeć na różne sposoby do najbogatszych obszarów kontynentu europejskiego, by znaleźć nowe szanse egzystencji lub po prostu bezpieczną przystań.

Panie Prezydencie,

            Znam starania rządzących tym krajem, usiłujących od lat stworzyć takie warunki, aby zwłaszcza młodzi nie byli zmuszani do emigracji. Chciałbym zachęcić was do kontynuowania tej drogi, do dołożenia wszelkich starań na rzecz krzewienia korzystnych warunków umożliwiających ludziom młodym  zainwestowanie swoich świeżych sił i zaplanowanie swojej osobistej i rodzinnej przyszłości, znajdując w ojczyźnie warunki, pozwalające im na godne życie. A wam, którzy znacie dramat emigracji, pozwalam sobie zaproponować, abyście nie zamykali oczu, serca i rąk - jak to jest w waszej tradycji - na tych, którzy pukają do waszych drzwi.

            Wasz kraj zawsze wyróżniał się jako pomost między wschodem a zachodem, zdolny sprzyjać spotkaniu różnych kultur, grup etnicznych, cywilizacji i religii, które żyły razem pokojowo od wieków. Rozwój, także gospodarczy i obywatelski Bułgarii, musi koniecznie obejmować uznanie i docenienie tej specyficznej cechy. Niech ta ziemia, między wielkim Dunajem a brzegiem Morza Czarnego, uczyniona żyzną przez pokorną pracę wielu pokoleń i otwarta na wymianę kulturalną i handlową, zespolona z Unią Europejską oraz solidnymi więzami z Rosją i Turcją, oferuje swoim dzieciom przyszłość nadziei.

            Niech Bóg błogosławi Bułgarię, zachowa ją w pokoju i gościnności oraz uczyni pomyślną i szczęśliwą!

[00740-PL.02] [Testo originale: Italiano]

Traduzione in lingua araba

كلمة قداسة البابا فرنسيس

خلال اللقاء مع السلطات والمجتمع المدني

وأعضاء السلك الدبلوماسي

ساحة أتاناس بيروف - صوفيا

الزيارة الرّسولية إلى بلغاريا

الأحد 5 مايو / أيار 2019

فخامة الرئيس،

معالي رئيس الوزراء،

السادة أعضاء السلك الدبلوماسي الكرام،

السلطات الكريمة،

حضرات ممثّلي مختلف الطوائف الدينية الكرام،

أيها الإخوة والأخوات الأعزاء،

أنا سعيد لوجودي في بلغاريا، ملتقى الثقافات والحضارات المتعدّدة، وجسر بين شرق وجنوب أوروبا، وباب مفتوح على الشرق الأدنى؛ أرض تنغرز فيها الجذور المسيحية القديمة، التي تغذّي الدعوة إلى تعزيز اللقاء سواء في المنطقة أم في المجتمع الدولي. وهنا يُعتبر التنوع، في احترام الخصائص الخاصّة، فرصةً وغنى وليس سببًا للتناقض.

أحيّي بحرارة سلطات الجمهورية وأشكرهم على الدعوة التي وجّهوها إليّ لزيارة بلغاريا. أشكر فخامة الرئيس على الكلمات الطيبة التي وجّهها إليّ عند استقباله لي في هذه الساحة التاريخيّة التي تحمل اسم رجل الدولة أتاناس بوروف، الذي عانى من قسوة نظام لم يكن يستطع تقبل حرّية الفكر.

أتوجه بتحيّاتي الحارّة إلى قداسة البطريرك نيوفيت –الذي سوف ألتقيه بعد قليل-، ومطارنة المجلس المقدّس، وإلى جميع مؤمني الكنيسة الأرثوذكسية البلغارية. أتوجه بتحيّة حارّة للأساقفة والكهنة والرهبان والراهبات ولجميع أعضاء الكنيسة الكاثوليكية الذين جئت لأثبّتهم بالإيمان وأشجّعهم في مسيرتهم اليومية في الحياة والشهادة المسيحية.

أتوجه بتحيّاتي الودّية إلى مسيحيّي الطوائف الكنسية الأخرى، وأعضاء الجالية اليهودية والمؤمنين المسلمين وأؤكّد معكم مجدّدًا "القناعة الراسخة بأنَّ التعاليمَ الصحيحةَ للأديانِ تَدعُو إلى التمسُّك بقِيَمِ السلام وإعلاءِ قِيَمِ التعارُّفِ المُتبادَلِ والأُخُوَّةِ الإنسانيَّةِ والعَيْشِ المشترَكِ" (وثيقـة الأخــوة الإنســانية من أجل السلام العالمي والعيش المشترك، أبو ظبي، 4 فبراير / شباط 2019). دعونا نستفيد من كرم الضيافة الذي يقدّمه لنا الشعب البلغاري حتى يتسنّى لكلّ دين، مدعوّ لتعزيز الوئام والوفاق، أن يساعد على نموّ ثقافة وبيئة تشرّبت الاحترام الكامل للإنسان وكرامته، فيقيم روابط حيوية بين الحضارات، ومختلف الحساسيات والتقاليد، ويرفض كلّ أعمال العنف والإكراه. وبهذه الطريقة، سنهزم كلّ من يحاول، بكلّ الوسائل، التلاعب به واستغلاله.

إن زيارتي اليوم ترتبط من الناحية المثالية بالزيارة التي قام بها القدّيس يوحنا بولس الثاني في مايو/أيار 2002، ونتذكّر بامتنان في هذه الزيارة حضورَ النائب الرسولي يومذاك في صوفيا، لنحو عقد من الزمن، مونسينيور أنجيلو جوزيبي رونكالّي. كان يحمل دائمًا في قلبه مشاعر الامتنان والاحترام العميق لبلدكم، لدرجة التأكيد على أنه، أينما ذهب، سيكون منزله مفتوحًا لكم دائمًا، دون الحاجة للتحديد إن كان الشخص كاثوليكيًا أم أرثوذكسيًا، ولكن فقط: أخًا بلغاريا (را. عظة، ٢٥ ديسمبر/كانون الأول ١٩٣٤). لقد عمل القدّيس يوحنا الثالث والعشرون بلا كلل على تعزيز التعاون الأخويّ بين جميع المسيحيّين، ومع المجمع الفاتيكاني الثاني، الذي دعا إليه وترأسه في مرحلته الأولى، وأعطى زخمًا وتقدّمًا كبيرًا لتنمية العلاقات المسكونية.

ففي أعقاب هذه الأحداث التي دبّرتها العناية الإلهية، يقوم وفد بلغاريّ رسميّ، منذ عام 1968 -أي منذ خمسين عامًا- مكوّن من أعلى السلطات المدنية والكنسية، بزيارة الفاتيكان كلّ عام بمناسبة عيد القدّيسين كيرلس وميثوديوس. لقد بشّرا الشعوب السلافية، وكانا الأصل في تطوّر لغتها وثقافتها ولا سيما في إعطاء ثمار وفيرة ودائمة من الشهادة المسيحية والقداسة.

ليتبارك القدّيسان كيرلس وميثوديوس، شفيعان من شفعاء أوروبا، اللذان، عبر صلواتهما، وبراعتهما وعملهما الرسولي المتناغم، ما زالا يشكّلان مثالًا، بعد أكثر من ألف عام، ومصدرَ إلهام للحوار المثمر، والوئام، واللقاء الأخوي بين الكنائس والدول والشعوب! عسى أن يولّد مثالِهما الُمشرِق العديدَ من أمثالهما في أيامنا هذه، ويخلق مسارات جديدة من السلام والوئام!

إن بلغاريا الآن، في هذا المنعطف التاريخي، بعد مرور ثلاثين عامًا على نهاية النظام الشمولي الذي سجن حرّيتها ومبادراتها، تواجه عواقب هجرة أكثر من مليوني مواطن من مواطنيها، حدثت في العقود الأخيرة، بحثًا عن فرص عمل جديدة. في الوقت عينه، على بلغاريا -مثل العديد من البلدان الأخرى في القارة القديمة- التعامل مع ما يمكن اعتباره شتاءً جديدًا: الشتاء الديموغرافي، الذي سقط كستارة من الصقيع على جزء كبير من أوروبا، نتيجة لانخفاض الثقة بالمستقبل. وبالتالي، أدّى إلى انخفاض عدد المواليد إضافة إلى تدفّق مكثّف للهجرة، وإلى هجرة السكان والتخلّي عن العديد من القرى والمدن. تواجه بلغاريا علاوة على ذلك، ظاهرة الأشخاص الذين يحاولون الدخول داخل حدودها، هربًا من الحروب والنزاعات أو الفقر، ويحاولون بأيّ طريقة الوصول إلى أغنى مناطق القارّة الأوروبية، بهدف إيجاد فرص جديدة للحياة أو مجرّد ملاذا آمنا.

فخامة الرئيس،

أعلم الجهد الذي يسعى به حكّام هذا البلد، منذ سنوات، إلى تهيئة الظروف حتى لا يضطرّ الشبيبة بشكل خاص، إلى الهجرة. أودّ أن أشجّعكم على الاستمرار في هذا الدرب، وعلى بذل كلّ جهد ممكن لتعزيز الظروف المواتية، حتى يتمكّن الشبيبة من استثمار طاقاتهم الجديدة والتخطيط لمستقبلهم الشخصي والعائلي، وإيجاد الظروف، في بلدهم، التي تسمح لهم بحياة كريمة. اسمح لنفسي أن أقترح عليكم، أنتم الذين تعرفون مأساة الهجرة، ألّا تغمضوا أعينكم وقلبكم ويدكم -كما هو الحال في تقليدكم- أمام أولئك الذين يطرقون أبوابكم.

لقد برز بلدكم دائمًا كجسر بين الشرق والغرب، قادر على تعزيز اللقاء بين الثقافات المختلفة والجماعات العرقية والحضارات والأديان، والتي عاشت معًا بسلام لعدّة قرون. إن تطوّر بلغاريا، اقتصاديًا ومدنيًا، يمرّ بالضرورة بالاعتراف بهذه السمة المحدّدة وتعزيزها. عسى هذه الأرض، التي يحدّها نهر الدانوب الكبير وشواطئ البحر الأسود، والتي أصبحت خصبة بفعل العمل المتواضع لأجيال عديدة والتي هي منفتحة على التبادل الثقافي والتجاري، المندمجة في الاتّحاد الأوروبي، والتي تتمتّع بعلاقات قويّة مع روسيا وتركيا، أن تقدّم مستقبلَ رجاء لأبنائها.

ليبارك الله بلغاريا، ويبقيها مسالمة ومضيافة ويجعلها مزدهرة وسعيدة!

[00740-AR.01] [Testo originale: Italiano]

[B0369-XX.02]