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L’Udienza Generale, 22.08.2018


Catechesi del Santo Padre in lingua italiana

Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue

L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 9.30 nell’Aula Paolo VI, dove il Santo Padre Francesco ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo.

Nel discorso in lingua italiana il Papa, continuando il ciclo di catechesi sui Comandamenti, ha incentrato la sua meditazione su “Rispettare il nome del Signore” (Brani biblici: Libro dell’Esodo 20,7; Vangelo secondo Giovanni 17,25-26).

Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre ha indirizzato particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.

L’Udienza Generale si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica.

Catechesi del Santo Padre in lingua italiana

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Continuiamo le catechesi sui comandamenti e oggi affrontiamo oggi il comandamento «Non pronuncerai invano il nome del Signore, tuo Dio» (Es 20,7). Giustamente leggiamo questa Parola come l’invito a non offendere il nome di Dio ed evitare di usarlo inopportunamente. Questo chiaro significato ci prepara ad approfondire di più queste preziose parole, di non usare il nome di Dio invano, inopportunamente.

Ascoltiamole meglio. La versione «Non pronuncerai» traduce un’espressione che significa letteralmente, in ebraico come in greco, «non prenderai su di te, non ti farai carico».

L’espressione «invano» è più chiara e vuol dire: «a vuoto, vanamente». Fa riferimento a un involucro vuoto, a una forma priva di contenuto. È la caratteristica dell’ipocrisia, del formalismo e della menzogna, dell’usare le parole o usare il nome di Dio, ma vuoto, senza verità.

Il nome nella Bibbia è la verità intima delle cose e soprattutto delle persone. Il nome rappresenta spesso la missione. Ad esempio, Abramo nella Genesi (cfr 17,5) e Simon Pietro nei Vangeli (cfr Gv 1,42) ricevono un nome nuovo per indicare il cambiamento della direzione della loro vita. E conoscere veramente il nome di Dio porta alla trasformazione della propria vita: dal momento in cui Mosè conosce il nome di Dio la sua storia cambia (cfr Es 3,13-15).

Il nome di Dio, nei riti ebraici, viene proclamato solennemente nel Giorno del Grande Perdono, e il popolo viene perdonato perché per mezzo del nome si viene a contatto con la vita stessa di Dio che è misericordia.

Allora “prendere su di sé il nome di Dio” vuol dire assumere su di noi la sua realtà, entrare in una relazione forte, in una relazione stretta con Lui. Per noi cristiani, questo comandamento è il richiamo a ricordarci che siamo battezzati «nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo», come affermiamo ogni volta che facciamo su noi stessi il segno della croce, per vivere le nostre azioni quotidiane in comunione sentita e reale con Dio, cioè nel suo amore. E su questo, di fare il segno della croce, io vorrei ribadire un’altra volta: insegnate i bambini a fare il segno della croce. Avete visto come lo fanno i bambini? Se dici ai bambini: “Fate il segno della croce”, fanno una cosa che non sanno cosa sia. Non sanno fare il segno della croce! Insegnate loro a fare il nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Il primo atto di fede di un bambino. Compito per voi, compito da fare: insegnare i bambini a fare il segno della croce.

Ci si può domandare: è possibile prendere su di sé il nome di Dio in maniera ipocrita, come una formalità, a vuoto? La risposta è purtroppo positiva: sì, è possibile. Si può vivere una relazione falsa con Dio. Gesù lo diceva di quei dottori della legge; loro facevano delle cose, ma non facevano quello che Dio voleva. Parlavano di Dio, ma non facevano la volontà di Dio. E il consiglio che dà Gesù è: “Fate quello che dicono, ma non quello che fanno”. Si può vivere una relazione falsa con Dio, come quella gente. E questa Parola del Decalogo è proprio l’invito a un rapporto con Dio che non sia falso, senza ipocrisie, a una relazione in cui ci affidiamo a Lui con tutto quello che siamo. In fondo, fino al giorno in cui non rischiamo l’esistenza con il Signore, toccando con mano che in Lui si trova la vita, facciamo solo teorie.

Questo è il cristianesimo che tocca i cuori. Perché i santi sono così capaci di toccare i cuori? Perché i santi non solo parlano, muovono! Ci si muove il cuore quando una persona santa ci parla, ci dice le cose. E sono capaci, perché nei santi vediamo quello che il nostro cuore profondamente desidera: autenticità, relazioni vere, radicalità. E questo si vede anche in quei “santi della porta accanto” che sono, ad esempio, i tanti genitori che danno ai figli l’esempio di una vita coerente, semplice, onesta e generosa.

Se si moltiplicano i cristiani che prendono su di sé il nome di Dio senza falsità – praticando così la prima domanda del Padre Nostro, «sia santificato il tuo nome» – l’annuncio della Chiesa viene più ascoltato e risulta più credibile. Se la nostra vita concreta manifesta il nome di Dio, si vede quanto è bello il Battesimo e che grande dono è l’Eucaristia!, quale sublime unione ci sia fra il nostro corpo e il Corpo di Cristo: Cristo in noi e noi in Lui! Uniti! Questa non è ipocrisia, questa è verità. Questo non è parlare o pregare come un pappagallo, questo è pregare con il cuore, amare il Signore.

Dalla croce di Cristo in poi, nessuno può disprezzare sé stesso e pensare male della propria esistenza. Nessuno e mai! Qualunque cosa abbia fatto. Perché il nome di ognuno di noi è sulle spalle di Cristo. Lui ci porta! Vale la pena di prendere su noi il nome di Dio perché Lui si è fatto carico del nostro nome fino in fondo, anche del male che c’è in noi; Lui si è fatto carico per perdonarci, per mettere nel nostro cuore il suo amore. Per questo Dio proclama in questo comandamento: “Prendimi su di te, perché io ti ho preso su di me”.

Chiunque può invocare il santo nome del Signore, che è Amore fedele e misericordioso, in qualunque situazione si trovi. Dio non dirà mai di “no” a un cuore che lo invoca sinceramente. E torniamo ai compiti da fare a casa: insegnare ai bambini a fare il segno della croce ben fatto.

[01249-IT.02] [Testo originale: Italiano]

Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue

In lingua francese

Speaker:

Frères et sœurs, nous approfondissons aujourd’hui la signification du commandement: «Tu n’invoqueras pas en vain le nom du Seigneur ton Dieu ». Invoquer traduit une expression hébraïque qui signifie: Prendre sur soi, se charger. En vain fait référence à l’hypocrisie, au formalisme, au mensonge. Dans l’Ancien Testament, en prononçant le nom de Dieu, le peuple est pardonné de ses péchés. Connaître vraiment le nom de Dieu conduit à la transformation de toute la vie. Se charger de ce nom signifie entrer dans une relation étroite avec lui. Mais il est possible de le faire en vain, c’est-à-dire de manière fausse et formelle. Cette parole du décalogue est donc une invitation à vivre une relation sans hypocrisie avec le Seigneur, nous confiant à lui avec tout ce que nous sommes. Sur la croix, le Christ a chargé notre nom sur ses épaules, qui que nous soyons, quelles que soient nos fautes. Il vaut la peine, en retour, de nous charger de son nom en l’invoquant en toute situation. Dieu ne repoussera jamais un cœur qui l’invoque avec sincérité.

Santo Padre:

Saluto cordialmente i pellegrini francofoni provenienti dalla Francia e da altri paesi. Come i Santi hanno fatto, lasciamo che la nostra vita manifesti il nome di Dio nella verità, senza ipocrisia; in questo modo l'annuncio della Chiesa sarà più credibile. Dio vi benedica.

Speaker:

Je salue cordialement les pèlerins de langue française venant de France et d’autres pays. Comme l’ont fait les saints, que notre vie manifeste le nom de Dieu en vérité, sans hypocrisie; l’annonce de l’Eglise sera de cette manière plus crédible. Que Dieu vous bénisse.

[01250-FR.01] [Texte original: Français]

In lingua inglese

Speaker:

Dear brothers and sisters: In our continuing catechesis on the Ten Commandments, we now turn to the commandment: “You shall not take the name of the Lord your God in vain” (Ex 20:7). In the Bible, a name often embodies the deepest reality of a person. God’s name, revealed to Moses, is supremely holy, and thus never to be profaned or misused. In Judaism, the sacred Name is solemnly invoked on the feast of Yom Kippur to beg God’s mercy and forgiveness. Christians are baptized in the name of the Triune God, Father, Son and Holy Spirit. God’s name is thus “taken”, not in vain, but as the pledge of our redemption and rebirth as adoptive sons and daughters in Christ. Each day we take God’s name upon us anew, when we pray the petition of the Lord’s Prayer: “Hallowed be thy Name”. We ask that by our lives, and the witness of the Church, his name may be ever better known and loved. May we always invoke God’s holy name with reverence, as a sign of our special relationship to him, who in Christ took upon himself our sins and showed us the depth of his eternal mercy and love.

Santo Padre:

Saluto i pellegrini di lingua inglese presenti all’Udienza odierna. Su tutti voi e sulle vostre famiglie invoco la gioia e la pace del Signore nostro Gesù Cristo. Dio vi benedica!

Speaker:

I greet the English-speaking pilgrims and visitors taking part in today’s Audience. Upon all of you, and your families, I invoke the joy and peace of our Lord Jesus Christ. God bless you!

[01251-EN.01] [Original text: English]

In lingua tedesca

Speaker:

Liebe Brüder und Schwestern, in der Reihe der Katechesen über die Zehn Gebote betrachten wir heute das zweite Gebot: „Du sollst den Namen des Herrn, deines Gottes, nicht missbrauchen“ (Ex 20,7). Oder anders formuliert: Der Name Gottes soll nicht in unpassender Weise ausgesprochen werden. In wörtlicher Übersetzung heißt es: „Du sollst den Namen Gottes nicht ‚leer‘ an dich nehmen“. Der Name drückt in der Bibel das innerste Wesen einer Person aus und weist auf ihre Mission hin. Den Namen Gottes zu kennen hat einen prägenden Einfluss auf das Leben, wie wir es im Alten Testament am Beispiel des Mose sehen. In der jüdischen Tempelliturgie wurde am Versöhnungstag der Name Gottes feierlich ausgerufen. Damit wurde dem Volk Vergebung zugesprochen, weil es durch den Namen mit dem Leben Gottes, der Barmherzigkeit ist, in Kontakt kam. Auch wir Christen kennen den Namen Gottes. Wir werden im Namen des Vaters und des Sohnes und des Heiligen Geistes getauft, und wir machen das Kreuzzeichen, um unser tägliches Handeln in die Gemeinschaft mit Gott zu stellen, der die Liebe ist. Unser Name und unsere ganze Existenz sind ihm gegenwärtig. Der Name eines jeden von uns liegt auf den Schultern Christi, des Gekreuzigten und Auferstandenen. Deshalb sollen wir den Namen Gottes nicht leichtfertig auszusprechen, sondern im gläubigen Bewusstsein, dass er unser Leben mit all seinen Fehlern bis zum Äußersten getragen und erlöst hat.

Santo Padre:

Un cordiale benvenuto ai fratelli e alle sorelle di lingua tedesca, in particolare ai pellegrini della Diocesi di Graz-Seckau, con il Vescovo Mons. Wilhelm. Come cristiani portiamo il nome di Cristo, che significa che siamo con tutta la nostra vita testimoni del Dio vivente e del Suo amore misericordioso. Per questa testimonianza il Signore benedica voi e le vostre famiglie.

Speaker:

Ein herzliches Willkommen allen Brüdern und Schwestern deutscher Sprache, besonders den Pilgern der Diözese Graz-Seckau unter Leitung ihres Bischofs Wilhelm. Als Christen tragen wir den Namen Christi. Das bedeutet, dass wir mit unserem ganzen Leben Zeugen des lebendigen Gottes und seiner barmherzigen Liebe sind. Für dieses Zeugnis segne Gott euch und eure Familien!

[01252-DE.01] [Originalsprache: Deutsch]

In lingua spagnola

Queridos hermanos:

El segundo mandamiento del Decálogo dice: «No tomarás el nombre de Dios en vano». En la Biblia el nombre señala la verdad íntima de las cosas y la verdad de las personas. Con frecuencia indica la misión, así Abrahán y Simón Pedro cambian su nombre cuando reciben su nueva misión. En los ritos hebreos, el nombre de Dios solo es proclamado solemnemente en el Día del Gran Perdón. El pueblo es perdonado, porque a través del nombre entra en contacto con la vida de Dios mismo que es misericordia.

Pronunciar el nombre de Dios quiere decir asumir la realidad de él, entrar en íntima relación con él. A nosotros cristianos, este mandamiento nos recuerda que hemos sido bautizados en el nombre del Padre y del Hijo y del Espíritu Santo, y que debemos vivir nuestra vida cotidiana en comunión real con Dios, sin hipocresía; vivir como los santos, cuyo ejemplo de vida toca el corazón de todos y hace más creíble el anuncio de la Iglesia.

En la cruz, Cristo ha llevado sobre sus espaldas nuestros nombres, también todo el mal que hay en nosotros, para poner su amor en nuestro corazón. Así en este mandamiento descubrimos que vale la pena tomar con nosotros el nombre de Dios porque él nos ha llevado consigo hasta el final.

Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española provenientes de España y América Latina. En la fiesta de la Coronación de la Virgen María, pidámosle a nuestra Madre del Cielo que nos ayude a invocar el nombre de Dios en todo momento, sabiendo que Dios nunca dejará de escuchar a quien acude a él con fe y esperanza. Que el Señor los bendiga. Muchas gracias.

[01253-ES.02] [Texto original: Español]

In lingua portoghese

Speaker:

Dando continuidade às catequeses sobre os Dez mandamentos, hoje trataremos do segundo mandamento que nos ensina: “não pronunciarás o nome do Senhor, teu Deus, em vão”. Não pronunciar o nome em vão significa não se apropriar do nome de Deus de um modo superficial, vazio ou hipócrita. Na Bíblia, o nome representa a verdade íntima das coisas e das pessoas. Alguns personagens bíblicos recebem um novo nome ao serem chamados por Deus para realizar uma missão. E, em concreto, conhecer o nome de Deus significa experimentar a transformação da própria vida: pensemos no Batismo, onde recebemos uma vida nova, em nome do Pai, e do Filho e do Espírito Santo. Invocar o Seu nome é, portanto, manifestar a nossa íntima união de Amor com Ele, santificando o nome de Deus, como rezamos no Pai Nosso, sem fingimento, e dando um testemunho mais autêntico da nossa fé cristã.

Santo Padre:

Rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini di lingua portoghese, in particolare ai giovani lusitani di Lijó e ai marinai brasiliani della Nave scuola Brasile. Cari amici, nel battesimo siamo stati santificati nel nome della Santissima Trinità. Chiediamo la grazia di poter vivere i nostri impegni battesimali come veri imitatori di Gesù, il Figlio di Dio, guidati dallo Spirito Santo, per la gloria del Padre. Grazie.

Speaker:

Dirijo uma cordial saudação aos peregrinos de língua portuguesa, particularmente aos jovens lusitanos de Lijó e aos marinheiros brasileiros do Navio Escola “Brasil”. Queridos amigos, no batismo fomos santificados no nome da Santíssima Trindade. Peçamos a graça de poder viver os nossos compromissos batismais como verdadeiros imitadores de Jesus, o Filho de Deus, guiados pelo Espírito Santo, para a glória do Pai. Obrigado.

[01254-PO.01] [Texto original: Português]

In lingua araba

Speaker:

[تكلم قداسة البابا اليوم عن وصية "لا تنطق باسم الرب إلهك باطلا" كدعوة لعدم الإساءة إلى اسم الله ‏وتجنب استخدامها بشكل غير لائق، موضحا أن الاسم في الكتاب المقدس‏ يعبر عن الحقيقة الحميمة للأشياء ‏وخاصة للأشخاص، وأننا عندما "نحمل على أنفسنا اسم الله" فهذا يعني أننا‏ نرتدي حقيقته، وندخل في علاقة ‏قوية ووثيقة معه. لذا فنحن مدعوون لأن نعيش، في شركة حقيقية ومعاشة مع الله، عبر أعمالنا اليومية، على ‏مثال القديسين الذين عاشوا حياتهم ممجدين اسم الله، بالصلاة والعمل والقول،‏ ومثل الأشخاص البسطاء والآباء ‏الذين يعطون لأبنائهم مثالا لحياة أصيلة وبسيطة وصادقة وكريمة‏‏].

Santo Padre:

Saluto cordialmente i pellegrini di ‎lingua ‎araba, ‎in ‎‎‎particolare quelli provenienti dalla ‎Terra Santa, dalla Giordania e dal Medio Oriente. Questo comandamento riguar‎da l'importanza di santificare il nome di Dio e di non usarlo invano. È un coman‎damento che ci insegna a pronunciare il nome di Dio solo per glorificarlo e ado‎rarlo, e mai per utilizzarlo o sfruttarlo; ci chiama a dimostrare, con le nostre ‎azioni e parole, la grandezza e la profondità del Santo nome con cui siamo stati ‎chiamati. Il Signore vi benedica e vi protegga ‎dal‎ maligno‎‎!‎‎

Speaker:

أرحب بمودة بالحاضرين الناطقين باللغة العربية، وخاصة بالقادمين من الأراضي المقدسة ومن الأردن ‏ومن الشرق الأوسط. تتعرض هذه الوصية لأهمية تقديس اسم الله وعدم استخدامه باطلا‎‏. إنها وصية تعلمنا أن ‏التلفظ باسم الله يجب أن يكون فقط لتمجيده ولتقديسه وليس أبدا لاستخدامه أو استغلاله؛ وتدعونا لأن نظهر، ‏بإعمالنا واقوالنا، عمق وعظمة الاسم القدوس الذي دعينا علينا. ليبارككم الرب جميعا ويحرسكم من الشرير‏!

[01255-AR.01] [Testo originale: Arabo]

In lingua polacca

Speaker:

Drodzy bracia i siostry, przyjrzyjmy się dzisiaj przykazaniu: „Nie będziesz wymawiał imienia Pana, Boga twego, w błahych rzeczach” (Wj 20, 7). Słusznie odczytujemy je, jako nakaz, by nie obrażać imienia Boga, by nie używać go obłudnie, nadaremno, na próżno. Imię w Biblii to najgłębsza prawda rzeczy, osób. Często wyznacza ono konkretną misję. Na przykład Abraham w Księdze Rodzaju (por. 17,5) i Szymon Piotr w Ewangeliach (por. J 1, 42) otrzymują nowe imię, gdy Bóg określa ich specjalne zadania. Poznanie imienia Pana także prowadzi do przemiany życia: od chwili, gdy Mojżesz poznaje imię Boga, zmieniają się jego dzieje (por. Wj 3, 13-15). Dotyczy to właściwie każdego z nas. Chrześcijanin podczas Chrztu św. otrzymuje w Kościele własne imię. Nosząc je ma „wziąć na siebie imię Boga”, tzn. poprzez wiarę ma nawiązać z Bogiem osobistą relację, przyjąć Go z miłością, upodabniać się do Niego każdego dnia. Niech nasze imię, nasza misja ludzi wierzących, płynąca z Ewangelii, będzie ściśle związana z imieniem Boga. Dajmy świadectwo temu Imieniu naszym codziennym życiem, zabiegajmy o spełnienie się prośby: „święć się imię twoje”, wypowiadanej w modlitwie „Ojcze nasz”. Pamiętajmy, że w każdej sytuacji, w jakiej się znajdujemy, możemy przyzywać na pomoc świętego imienia Pana, który jest miłością wierną i miłosierną. Bóg nigdy nie mówi „nie” sercu, które szczerze Go przyzywa.

Santo Padre:

Do il mio cordiale benvenuto ai Polacchi che partecipano a quest’udienza. In modo particolare saluto tutti i pellegrini che si recano in questi giorni a Jasna Góra, per poter partecipare alla Solennità della Madonna di Częstochowa. La Regina della Polonia guidi e rafforzi la vostra fede, affinché possiate annunciare coraggiosamente il nome di Dio al mondo e testimoniarlo con la vita. Benedico di cuore il vostro soggiorno a Roma, la fatica del pellegrinaggio e il tempo del riposo estivo. Mi affido alle vostre preghiere per il mio ormai prossimo viaggio Apostolico a Dublino. Sia lodato Gesù Cristo.

Speaker:

Witam serdecznie uczestniczących w tej audiencji Polaków. Szczególnie pozdrawiam wszystkich, którzy w tych dniach pielgrzymują na Jasną Górę, by uczestniczyć w niedzielnej Uroczystości Matki Bożej Częstochowskiej. Niech Królowa Polski prowadzi was i umacnia w wierze, byście odważnie głosili świtu święte imię Boga i świadczyli o Nim swoim życiem. Z serca błogosławię wasz pobyt w Rzymie, pielgrzymi trud i czas waszego wakacyjnego wypoczynku. Powierzam się waszym modlitwom podczas mojej bliskiej już podróży apostolskiej do Dublina. Niech będzie pochwalony Jezus Chrystus.

[01256-PL.01] [Testo originale: Polacco]

In lingua italiana

Nel salutare i pellegrini di lingua italiana, il mio pensiero va alla tragedia, avvenuta nei giorni scorsi in Calabria nei pressi del torrente Raganello, dove hanno perso la vita escursionisti provenienti da varie Regioni d’Italia. Mentre affido alla bontà misericordiosa di Dio quanti sono drammaticamente scomparsi, esprimo la mia spirituale vicinanza ai loro familiari, come anche ai feriti.

Sono lieto di accogliere le Suore Domenicane Missionarie di San Sisto, in occasione del loro Capitolo Generale, e le Suore Francescane Missionarie della Divina Madre.

Saluto i gruppi parrocchiali, l’Associazione “16arte” di Foglianise e il Coro “Armonia” di Credera e Moscazzano.

Un particolare pensiero rivolgo ai giovani, agli anziani, agli ammalati e agli sposi novelli. Oggi ricorre la memoria liturgica della Beata Maria Vergine Regina. La Madre di Dio sia il vostro rifugio nei momenti più difficili e vi insegni ad amare il suo Figlio con la stessa tenerezza ed esclusività con cui Lei l’ha amato. Pregate anche per me, affinché il prossimo viaggio a Dublino, il 25 e 26 agosto prossimi, in occasione dell’Incontro Mondiale delle Famiglie, sia un momento di grazia e di ascolto della voce delle famiglie cristiane di tutto il mondo. Dio benedica voi tutti!

[01257-IT.01] [Testo originale: Italiano]

[B0581-XX.02]