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Messaggio del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale per la Giornata Mondiale del Turismo 2018, 04.08.2018


Testo in lingua italiana

Traduzione in lingua francese

Traduzione in lingua inglese

Traduzione in lingua spagnola

Pubblichiamo di seguito il Messaggio del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale in occasione della Giornata Mondiale del Turismo che, come di consueto, sarà celebrata il 27 settembre, quest’anno sul tema: “Il turismo e la trasformazione digitale”:

Testo in lingua italiana

“Il turismo e la trasformazione digitale”

La Giornata Mondiale del Turismo, promossa dall’Organizzazione Mondiale del Turismo (UNWTO) si celebra ogni anno il 27 settembre. Il tema proposto per il 2018 - Il turismo e la trasformazione digitale - si concentra sui progressi operati dalla tecnologia digitale che ha trasformato la nostra era e il nostro comportamento cambiando drasticamente le modalità di vivere il tempo del riposo, della vacanza, della mobilità e del turismo in tutte le sue forme.

Numerosi sono i mutamenti che derivano dall’implementazione delle nuove tecnologie digitali riguardo alla vita sociale delle persone, al modo di concepire i rapporti interpersonali, il lavoro, la salute, la comunicazione, ampliando ovunque la “connessione” e quindi la condivisione di informazioni, permettendo di esprimere e di confrontare una multiforme e variegata ricchezza di idee, opinioni, e visioni del mondo. Le ultime tendenze mostrano che circa il 50% dei viaggiatori digitali trae spunto e ispirazione dall’osservazione di immagini e commenti online, e il 70% consulta video e opinioni di chi ha già viaggiato, prima di decidere[1].

Perciò, questa celebrazione ci invita a riflettere sul contributo dei progressi tecnologici non solo per migliorare i prodotti e i servizi turistici, ma anche perché questi ultimi si inscrivano nell’alveo dello sviluppo sostenibile e responsabile, in nome del quale va orientata la crescita del settore. L’innovazione digitale è dunque finalizzata a promuovere l’inclusività, ad accrescere il coinvolgimento delle persone e delle comunità locali e a conseguire una gestione intelligente ed equibrata delle risorse. Lo scorso anno il comparto turistico internazionale ha registrato un incremento globale del 7% annuo e si prevede una crescita costante anche per il decennio successivo. L’esigenza della “sostenibilità turistica” non va sottovalutata, dal momento che in alcune destinazioni turistiche rinomate e più frequentate si sperimentano gli effetti negativi di un fenomeno che si oppone ad un sano ed equo turismo, il cosiddetto “over-tourism”.

La Chiesa ha sempre prestato una particolare attenzione alla pastorale del turismo, del tempo libero e delle vacanze, come occasioni propizie di recupero, per rinsaldare i legami familiari e interpersonali, ritemprare lo spirito, godere delle straordinarie bellezze del creato per crescere nell’ “umanità integrale”. “Ogni creatura ha una funzione e nessuna è superflua. (….) Tutto l’universo materiale è un linguaggio dell’amore di Dio, del suo affetto smisurato per noi[2]. Pertanto, il turismo è un efficace veicolo di valori ed ideali quando offre opportunità ed occasioni per far crescere la persona umana, sia nella sua dimensione trascendente, aperta all’incontro con Dio, sia nella sua dimensione terrena, in particolare nell’incontro con le altre persone e nel contatto con la natura.

L’uso delle strumentazioni digitali nell’ambito degli operatori e degli utenti del settore turistico è una grande opportunità che permette di incrementare servizi più soddisfacenti alle nuove richieste, ma anche di educare alla corresponsabilità della “casa comune” nella quale viviamo, generando forme di innovazione per il recupero funzionale degli scarti, il riciclo e il riutilizzo creativo che aiutano a proteggere l’ambiente[3]. Se però “si tende a credere che ogni acquisto di potenza sia semplicemente progresso, accrescimento di sicurezza, di utilità, di benessere, di forza vitale, di pienezza di valori, come se la realtà, il bene e la verità sbocciassero spontaneamente dal potere stesso della tecnologia e dell’economia,”[4] si incorre in un uso scorretto e annientante della stessa dignità umana, con conseguenze deleterie. In particolare, ciò attiene alla produzione e all’utilizzo dei “dati”, soprattutto quelli personali, che si generano all’interno del “mondo digitale” e al ruolo preponderante degli algoritmi che elaborano i dati stessi e producono, a loro volta, ulteriori dati ed informazioni, a diversi livelli, disponibili anche per chi intenda servirsene meramente ad uso commerciale, propagandistico o addirittura con finalità e strategie manipolatorie. Gli algoritmi, infatti, non sono semplici numeri e sequenze neutre di operazioni, ma piuttosto elaborazioni di intenti che perseguono finalità precise e possono essere utilizzati per condizionare scelte e decisioni personali, ed influenzare la formazione del pensiero e della coscienza individuale. Quando, gli strumenti tecnologici, “diventano onnipresenti, non favoriscono lo sviluppo di una capacità di vivere con sapienza, di pensare in profondità, di amare con generosità[5].

È arrivata l’ora di accettare una certa decrescita in alcune parti del mondo procurando risorse perché si possa crescere in modo sano in altre parti. (…) Le società tecnologicamente avanzate siano disposte a favorire comportamenti caratterizzati dalla sobrietà, diminuendo il proprio consumo di energia e migliorando le condizioni del suo uso[6]. L’accesso alle strumentazioni digitali deve essere reso possibile a tutti sempre rispettando e salvaguardando la libertà di scelta delle singole persone. La finalità ultima non è quella di implementare il turismo con le nuove tecnologie digitali, ma che il progressivo uso della tecnologia vada comunemente accompagnato da una crescente consapevolezza della persona e della comunità all’utilizzo rispettoso dell’ambiente per uno sviluppo sostenibile.

Un pensiero speciale va alle giovani generazioni che costituiscono la fetta più ampia dell’utilizzo del digitale. Nell’Instrumentum Laboris in preparazione alla XV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi[7] sui giovani, si parla al n. 3 di come sia necessario offrire loro percorsi di formazione e di educazione antropologica, affinché vivano la propria “vita digitale” senza separare i comportamenti on-line da quelli off-line, né lasciarsi ingannare dal mondo virtuale che distorce la percezione della realtà e la perdita di identità collegata ad una rappresentazione errata della persona. Come ricorda Papa Francesco: “Non basta passare lungo le ‘strade’ digitali, cioè semplicemente essere connessi: occorre che la connessione sia accompagnata dall’incontro vero. Non possiamo vivere da soli, rinchiusi in noi stessi. Abbiamo bisogno di amare ed essere amati[8].

L’augurio che questo Dicastero formula per tutti, turisti e vacanzieri, è “che il turismo contribuisca a glorificare Dio, e ad avvalorare sempre di più la dignità umana, la conoscenza reciproca, l’affratellamento spirituale, il ristoro del corpo e dell’anima”[9].

Dal Vaticano, 26 luglio 2018

Peter K. A. Cardinale TURKSON
Prefetto

_____________________________________

[1] Cfr. School of Management del Politecnico di Milano, Osservatorio Innovazione Digitale nel Turismo, 2017.

[2] Francesco, Lettera Enciclica Laudato si’, 2015, n. 84.

[3] Cfr. Idem, n. 192.

[4] Idem, n. 105.

[5] Idem, n. 47.

[6] Idem, n. 193.

[7] Sinodo dei Vescovi, Instrumentum laboris della XV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, sul tema: “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale” [3-28 ottobre 2018] , n. 3.

[8] Francesco, Messaggio per la 48a Giornata Mondiale delle Comunicazioni, 23 gennaio 2014.

[9] Paolo VI, Discorso ai partecipanti al I Congresso diocesano sulla pastorale del turismo, 12 giugno 1969.

[01211-IT.01] [Testo originale: Italiano]

Traduzione in lingua francese

Le tourisme et la transformation numérique

La Journée mondiale du tourisme, promue par l'Organisation mondiale du tourisme (OMT), est célébrée chaque année le 27 septembre. Le thème proposé pour 2018 - Le tourisme et la transformation numérique - se concentre sur les progrès réalisés par la technologie numérique qui a transformé notre époque et notre comportement, en changeant radicalement la façon dont nous vivons le temps de repos, de vacances, de mobilité et le tourisme sous toutes ses formes.

La mise en œuvre de nouvelles technologies numériques a entraîné de nombreux changements dans la vie sociale des personnes, la manière de concevoir les relations interpersonnelles, le travail, la santé, la communication, étendant partout la “connexion” et, par conséquent, le partage de l'information, et permettant ainsi d'exprimer et de comparer des idées, des opinions et des visions du monde d’une richesse multiforme et variée. Les dernières tendances montrent qu'environ 50% des voyageurs numériques s’inspirent de l'observation d'images et de commentaires en ligne, et 70% consultent des vidéos et des opinions de ceux qui ont déjà voyagé, avant de décider[1].

Par conséquent, cette célébration nous invite à réfléchir sur la contribution des progrès technologiques non seulement pour améliorer les produits et services touristiques, mais aussi pour inscrire ceux-ci dans le cadre d'un développement durable et responsable, au nom duquel il faut orienter la croissance du secteur. L'innovation numérique vise donc à promouvoir l'inclusion, à accroître la participation des personnes et des communautés locales et à parvenir à une gestion intelligente et équilibrée des ressources. L'année dernière, le secteur du tourisme international a enregistré une augmentation globale de 7% par an et une croissance constante est attendue pour les dix années à venir. Le besoin de “durabilité touristique” ne doit pas être sous-estimé, car certaines destinations touristiques parmi les plus renommées et fréquentées connaissent les effets négatifs d'un phénomène qui s'oppose à un tourisme sain et équitable, ce qu’on appelle le “surtourisme”.

L'Eglise a toujours accordé une attention particulière à la pastorale du tourisme, des loisirs et des vacances, les considérant comme des opportunités de rattrappage, pour renforcer les liens familiaux et interpersonnels, pour fortifier l'esprit, pour profiter des beautés extraordinaires de la création et pour grandir en “humanité intégrale”. “Chaque créature a une fonction et qu’aucune n’est superflue. Tout l’univers matériel est un langage de l’amour de Dieu, de sa tendresse démesurée envers nous[2].

Par conséquent, le tourisme est un véhicule efficace de valeurs et d'idéaux lorsqu'il offre des opportunités et des occasions pour faire croître la personne humaine, aussi bien dans sa dimension transcendante, ouverte à la rencontre avec Dieu, que dans sa dimension terrestre, en particulier dans la rencontre avec d'autres personnes et en contact avec la nature.

L'utilisation d'instruments numériques parmi les opérateurs et les utilisateurs du secteur du tourisme est une grande opportunité qui permet d'offrir des services plus satisfaisants aux nouvelles demandes, mais aussi d'éduquer à la coresponsabilité de la “maison commune” dans laquelle nous vivons, générant des formes d'innovation pour la récupération fonctionnelle des déchets, le recyclage et la réutilisation créative qui aident à protéger l'environnement [3].

Cependant, si “on a tendance à croire que tout accroissement de puissance est en soi ‘progrès’, un degré plus haut de sécurité, d’utilité, de bien-être, de force vitale, de plénitude des valeurs, comme si la réalité, le bien et la vérité surgissaient spontanément du pouvoir technologique et économique lui-même[4], on risque un usage incorrect et anéantissant de la dignité humaine, avec des conséquences délétères. En particulier, cela concerne la production et l'utilisation des “données”, surtout personnelles, qui sont générées dans le “monde numérique”, et le rôle prédominant des algorithmes qui traitent les données et produisent, à leur tour, plus de données et d’informations, à différents degrés, disponibles également pour ceux qui envisagent de les utiliser uniquement pour des buts commerciaux, de propagande, voire pour des finalités et des stratégies de manipulation. En effet, les algorithmes ne sont pas seulement des chiffres et des séquences neutres d'opérations, mais plutôt des calculs d'intentions qui poursuivent des objectifs spécifiques et peuvent être utilisés pour conditionner les choix et les décisions personnels et influencer la formation de la pensée et de la conscience individuelle. “En devenant omniprésentes, [les technologies] ne favorisent pas le développement d’une capacité de vivre avec sagesse, de penser en profondeur, d’aimer avec générosité[5].

L’heure est venue d’accepter une certaine décroissance dans quelques parties du monde, mettant à disposition des ressources pour une saine croissance en d’autres parties (…). Les sociétés technologiquement avancées soient disposées à favoriser des comportements plus sobres, réduisant leurs propres besoins d’énergie et améliorant les conditions de son utilisation[6]. L'accès aux équipements numériques doit être rendu possible à tous, en respectant et en préservant toujours la liberté de choix des individus. Le but ultime n'est pas de développer le tourisme par les nouvelles technologies numériques, mais faire en sorte que le recours progressif à la technologie s'accompagne d'une sensibilisation croissante de l'individu et de la communauté au respect de l’environnement en vue d’un développement durable.

Une pensée particulière va aux jeunes générations qui constituent la tranche la plus large des utilisateurs numériques. Dans l'Instrumentum laboris de la XVe Assemblée générale ordinaire du Synode des évêques[7] sur les jeunes, il est question au n. 3 de la nécessité de leur proposer des itinéraires de formation et d'éducation anthropologique, pour qu'ils puissent vivre leur “vie numérique sans séparer les comportements en ligne et hors ligne, ni se laisser duper par le monde virtuel qui déforme la perception de la réalité en causant la perte d'identité liée à une représentation incorrecte de la personne. Comme le rappelle le pape François: “Il ne suffit pas de passer le long des ‘routes’ numériques, c'est-à-dire simplement d’être connecté: il est nécessaire que la connexion s'accompagne d’une rencontre vraie. Nous ne pouvons pas vivre seuls, renfermés sur nous-mêmes. Nous avons besoin d'aimer et d’être aimés[8].

Le souhait que ce Dicastère formule pour tous, touristes et vacanciers, est “que le tourisme contribue à glorifier Dieu, et à mettre de plus en plus en valeur la dignité humaine, la connaissance mutuelle, la fraternité spirituelle, le réconfort du corps et de l’âme”[9].

Cité du Vatican, le 26 juillet 2018

Peter K. A. Cardinal TURKSON
Préfet

_______________________________

[1] Cf. School of Management del Politecnico di Milano, Osservatorio Innovazione Digitale nel Turismo, 2017.

[2] François, Lettre Encyclique Laudato si’, 2015, n. 84.

[3] Cf. Idem, n. 192.

[4] Idem, n. 105.

[5] Idem, n. 47.

[6] Idem, n. 193.

[7] Synode des Évêques, Instrumentum laboris de la XVe Assemblé générale ordinaire du Synode des évêques, sur le thème: “Les jeunes, la foi et le discernement vocationnel” [3-28 octobre 2018], n. 3.

[8] François, Message pour la 48a Journée mondiale des communications, 23 janvier 2014.

[9] Paul VI, Discours aux participants au premier Congrès diocésain sur la pastorale du tourisme, 12 juin 1969.

[01211-FR.01] [Texte original: Italien]

Traduzione in lingua inglese

Tourism & Digital Transformation

World Tourism Day, promoted by the World Tourism Organization (UNWTO), is celebrated every year on 27 September. The theme proposed for 2018 - Tourism & Digital Transformation - focuses on the advances made in digital technology that have transformed our era and our behaviour by dramatically changing the way we live periods of rest, vacation, mobility and tourism in all its forms.

There have been many changes due to the implementation of the new digital technologies which affect people’s social life, their way of conceiving interpersonal relationships, work, health, communications, extending their “connection” everywhere, enabling us to share information, express and compare a multifaceted and varied wealth of ideas, opinions, and visions of the world. The latest trends show that about 50% of digital travellers are influenced and inspired by observing images and comments online, and that 70% consult videos and opinions of those who have already travelled to places, before deciding[1].

Therefore, this commemoration invites us to reflect on the contribution of technological progress not only to improve tourist products and services, but also because this progress is part of tourism’s sustainable and responsible development, towards which the growth of the sector should be oriented. Digital innovation is therefore aimed at promoting inclusiveness, increasing the engagement of people and local communities and achieving an intelligent and equitable management of resources. Last year, the international tourism sector registered a global increase of 7% annually and is expected to grow steadily over the next decade. The need for “sustainable tourism” should not be underestimated, since a number of well-known and more frequented tourist destinations experience the negative effects of a phenomenon that runs contrary to a healthy and fair tourism, of so-called “over-tourism”.

The Church has always paid particular attention to the pastoral care of tourism, leisure and holidays, as opportunities for recovery, to strengthen family and interpersonal ties, to reinvigorate the spirit, to enjoy the extraordinary beauty of creation and to grow in our “integral humanity”. “Our insistence that each human being is an image of God should not make us overlook the fact that each creature has its own purpose. (…) The entire material uni­verse speaks of God’s love, his boundless affec­tion for us[2]. Thus, tourism is an effective vehicle for values and ideals when it offers occasions and opportunities for the growth of the human person, both in his transcendental dimension, open to the encounter with God, and in his earthly dimension, particularly in the encounter with other people and in contact with nature.

The use of digital equipment by the tourism sector’s operators and users is a great opportunity to increase quality services that satisfy new demands, but also to educate people on the shared responsibility towards our “common home” in which we live, generating forms of innovation for the functional recovery of waste, recycling and creative reuse that helps protect the environment[3]. If, however, “there is a tendency to believe that every increase in power means an increase of pro­gress itself, an advance in security, usefulness, welfare and vigour; an assimilation of new values into the stream of culture, as if reality, goodness and truth automatically flow from tech­nological and economic power as such[4], we run the risk of an incorrect and annihilating use of human dignity itself, with harmful consequences. In particular, this concerns the production and use of “data”, especially personal data, which are generated within the “digital world” and the preponderant role of the algorithms that process the data and produce, in turn, additional data and information, at different levels, also available for those who intend to use it for purely commercial, propaganda or even manipulative purposes and strategies. Algorithms, in fact, are not simple numbers and neutral sequences of operations, but rather elaborations of intentions that pursue precise aims and can be used to influence personal choices and decisions, and effect the formation of individual thought and consciousness. When technological tools “become omnipresent, they do not favour the development of a capacity to live wisely, to think in depth, to love generously[5].

That is why the time has come to accept decreased growth in some parts of the world, in order to provide resources for other places to experience healthy growth. (...) technologically advanced societies must be prepared to encourage more sober lifestyles, while reducing their energy consumption and improving its efficiency[6]. Access to digital equipment must be made possible for everyone while respecting and safeguarding the freedom of choice of individuals. The ultimate goal is not to implement tourism with new digital technologies, but that the progressive use of technology be accompanied by a growing awareness of the individual and the community respectful use of the environment for sustainable development.

A special thought goes out to the younger generations who make up the largest proportion of digital users. In the Instrumentum Laboris being prepared for the 15th Ordinary General Assembly of the Synod of Bishops on Young People[7], n. 3 discusses how it is necessary to offer them paths for formation and anthropological education, so that they may live their “digital life” without separating online and offline behaviour, nor allowing themselves to be deceived by the virtual world that distorts the perception of reality and the loss of identity connected with an erroneous representation of the person. As Pope Francis reminds us: “It is not enough to be a passersby on the digital highways, simply ‘connected’; connections need to grow into true encounters. We cannot live apart, closed in on ourselves. We need to love and to be loved[8].

The hope that this Dicastery formulates for all, tourists and vacationers, is “that tourism will contribute to glorifying God, and to increasingly validating human dignity, mutual knowledge, spiritual brotherhood, refreshment of body and soul[9].

Vatican, 26 July 2018

Peter K. A. Cardinale TURKSON
Prefect

________________________________

[1] Cfr. Politecnico of Milan’s School of Management, Osservatorio Innovazione Digitale nel Turismo, 2017.

[2] Francis, Encycical Letter Laudato si’, 2015, n. 84.

[3] Cfr. Idem, n. 192.

[4] Idem, n. 105.

[5] Idem, n. 47.

[6] Idem, n. 193.

[7] Synod of Bishops, Instrumentum laborisof the 15th Ordinary General Assembly of the Synod of Bishop, on the theme: “Young People, the Faith & Vocational Discernment” [3-28 October 2018] , n. 3.

[8] Francis, Message for the 48th World Communications Day, 23 January 2014.

[9] Paul VI, Address to participants at the 1st Diocesan Congress on the Pastoral Care of Tourism, 12 June 1969.

[01211-EN.01] [Original text: Italian]

Traduzione in lingua spagnola

El turismo y la transformación digital

La Jornada Mundial del Turismo, promovida por la Organización Mundial del Turismo (OMT), se celebra cada año el 27 de septiembre. El tema propuesto para 2018 - El turismo y la transformación digital - se centra en los avances de la tecnología digital que ha transformado nuestro tiempo y nuestros comportamientos, cambiando drásticamente nuestra forma de vivir el tiempo del descanso, las vacaciones, la movilidad y el turismo bajo todas sus formas.

Numerosos son los cambios que derivan de la implementación de las nuevas tecnologías digitales y afectan la vida social de las personas, la forma de concebir las relaciones interpersonales, el trabajo, la salud, la comunicación, extendiendo a todas partes la “conexión” y, por lo tanto, el intercambio de informaciones, permitiendo expresar y comparar una multiforme y variada riqueza de ideas, opiniones y visiones del mundo. Las últimas tendencias muestran que aproximadamente un 50% de los viajeros digitales se inspiran de la observación de imágenes y comentarios en línea, y el 70% consulta vídeos y opiniones de quienes ya han viajado, antes de tomar una decisión[1].

Por lo tanto, esta celebración nos invita a reflexionar sobre la contribución de los avances tecnológicos, no solo para mejorar los productos y servicios turísticos, sino también para que los mismos se sitúen en el ámbito del desarrollo sostenible y responsable, en nombre del cual hay que orientar el crecimiento del sector. Por consiguiente, la innovación digital tiene por objeto promover la inclusividad, aumentar la participación de las personas y las comunidades locales y lograr una gestión inteligente y equilibrada de los recursos. El año pasado, el sector turístico internacional registró un aumento global del 7% anual y se prevé un crecimiento constante también para la próxima década. La exigencia de la “sostenibilidad turística” no debe subestimarse, ya que en algunos destinos turísticos de mayor renombre y más frecuentados se experimentan los efectos negativos de un fenómeno que se opone a un turismo sano y justo, el llamado “sobreturismo”.

La Iglesia siempre ha prestado especial atención a la pastoral del turismo, del tiempo libre y de las vacaciones, como oportunidades de recuperación, para fortalecer los lazos familiares e interpersonales, levantar el espíritu, disfrutar de las extraordinarias bellezas de la creación y crecer en la “humanidad integral”. “Cada criatura tiene una función y ninguna es superflua. Todo el universo material es un lenguaje del amor de Dios, de su desmesurado cariño hacia nosotros[2]. Por lo tanto, el turismo es un vehículo eficaz de valores e ideales cuando ofrece oportunidades y ocasiones para hacer crecer a la persona humana, tanto en su dimensión trascendente, abierta al encuentro con Dios, como en su dimensión terrenal, en particular en el encuentro con las otras personas y en el contacto con la naturaleza.

El uso de instrumentos digitales en el ámbito de los operadores y usuarios del sector turístico es una gran oportunidad que permite incrementar servicios que más satisfacen las nuevas demandas, pero también educar en la corresponsabilidad por la “casa común” en la que vivimos, generando formas de innovación encaminadas a la recuperación funcional de residuos, el reciclado y la reutilización creativa que ayudan a proteger el medio ambiente[3]. Sin embargo, si “se tiende a creer que todo incremento del poder constituye sin más un progreso, un aumento de seguridad, de utilidad, de bienestar, de energía vital, de plenitud de los valores, como si la realidad, el bien y la verdad brotaran espontáneamente del mismo poder tecnológico y económico[4] se incurre en un uso impropio y aniquilador de la misma dignidad humana, con consecuencias nefastas.

En particular, esto concierne la producción y el uso de los “datos”, especialmente datos personales, que se generan dentro del “mundo digital” y el papel preponderante de los algoritmos que procesan los datos mismos y producen, a su vez, más datos e informaciones, a diferentes niveles, disponibles también para aquellos que pretendan utilizarlos meramente con fines comerciales, propagandísticos o incluso con finalidad y estrategias de manipulación. Los algoritmos, de hecho, no son simples números y secuencias neutras de operaciones, sino más bien elaboraciones de intenciones que persiguen propósitos precisos y pueden usarse para condicionar opciones y decisiones personales, e influir en la formación del pensamiento y de la conciencia individual. Cuando los instrumentos tecnológicos, “se convierten en omnipresentes, no favorecen el desarrollo de una capacidad de vivir sabiamente, de pensar en profundidad, de amar con generosidad[5].

Ha llegado la hora de aceptar cierto decrecimiento en algunas partes del mundo aportando recursos para que se pueda crecer sanamente en otras partes (…). Las sociedades tecnológicamente avanzadas estén dispuestas a favorecer comportamientos caracterizados por la sobriedad, disminuyendo el propio consumo de energía y mejorando las condiciones de su uso[6]. El acceso a los equipos digitales debe ser posible para todos, siempre respetando y salvaguardando la libertad de elección de cada persona. El objetivo final no es implementar el turismo con las nuevas tecnologías digitales, sino que el uso progresivo de la tecnología vaya acompañado de una creciente conciencia de la persona y de la comunidad con respecto al uso respetuoso del medio ambiente para un desarrollo sostenible.

Mención especial merecen las generaciones más jóvenes que constituyen la porción más amplia de usuarios digitales. En el Instrumentum Laboris de la XV Asamblea General Ordinaria del Sínodo de los Obispos[7] sobre los jóvenes, se habla en el n. 3 de cómo es necesario ofrecerles cursos de formación y educación antropológica, para que puedan vivir su “vida digital”, sin separar sus comportamientos on-line y off-line, ni dejarse engañar por el mundo virtual que distorsiona la percepción de la realidad causando la pérdida de identidad vinculada a una representación incorrecta de la persona. Como recuerda el Papa Francisco: “No basta pasar por las ‘calles’ digitales, es decir simplemente estar conectados: es necesario que la conexión vaya acompañada de un verdadero encuentro. No podemos vivir solos, encerrados en nosotros mismos. Necesitamos amar y ser amados[8].

El deseo que este Dicasterio dirige a todos, turistas y veraneantes, es “que el turismo contribuya a glorificar a Dios y a valorar cada vez más la dignidad humana, el conocimiento mutuo, la fraternidad espiritual, el refrigerio del cuerpo y del alma”[9].

Ciudad del Vaticano, 26 de julio de 2018

Peter K. A. Cardenal TURKSON
Prefecto

________________________________

[1] Cfr. School of Management del Politécnico de Milán, Osservatorio Innovazione Digitale nel Turismo, 2017.

[2] Francisco, Carta Encíclica Laudato si’, 2015, n. 84.

[3] Cfr. Idem, n. 192.

[4] Idem, n. 105.

[5] Idem, n. 47.

[6] Idem, n. 193.

[7] Sínodo de los Obispos, Instrumentum laborisde la XV Asamblea General Ordinaria del Sínodo de los Obispos, sobre el tema: “Los jóvenes, la fe y el discernimiento vocacional” [3-28 de octubre de 2018], n. 3.

[8] Francisco, Mensaje para la 48a Jornada Mundial de las Comunicaciones, 23 de enero de 2014.

[9] Pablo VI, Discurso a los participantes en el I Congreso diocesano sobre la pastoral del turismo, 12 de junio de 1969.

[01211-ES.01] [Texto original: Italiano]

[B0557-XX.01]