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Udienza ai membri della Fondazione “Gravissimum Educationis”, 25.06.2018


Alle ore 11.00 di questa mattina, nella Sala del Concistoro del Palazzo Apostolico, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza i membri della Fondazione Gravissimum Educationis.

Pubblichiamo di seguito il discorso che il Papa ha rivolto ai presenti nel corso dell’incontro:

Discorso del Santo Padre

Traduzione in lingua francese

Traduzione in lingua inglese

Traduzione in lingua spagnola

Discorso del Santo Padre

Cari amici,

do il mio benvenuto a tutti voi che partecipate all’incontro «Educare è Trasformare», promosso dalla Fondazione Gravissimum Educationis. Ringrazio il Cardinale Versaldi per le sue parole di introduzione e sono grato a ciascuno di voi, che portate la ricchezza di esperienze nei vari settori di provenienza e di attività.

Come sapete, questa Fondazione è stata da me costituita, accogliendo l’invito della Congregazione per l’Educazione Cattolica, il 28 ottobre 2015, in occasione del 50° anniversario della Dichiarazione del Concilio Vaticano II Gravissimum educationis. Con questa istituzione, la Chiesa rinnova l’impegno per l’educazione cattolica al passo con le trasformazioni storiche del nostro tempo. La Fondazione, infatti, recepisce una sollecitazione già contenuta nella Dichiarazione conciliare da cui prende il nome, la quale suggeriva la cooperazione fra le istituzioni scolastiche e universitarie per meglio affrontare le sfide in atto (cfr n. 12). Tale raccomandazione del Concilio è andata maturando nel tempo e si manifesta anche nella recente Costituzione apostolica Veritatis gaudium sulle università e facoltà ecclesiastiche, come «la necessità urgente di fare rete tra le diverse istituzioni che, in ogni parte del mondo, coltivano e promuovono gli studi ecclesiastici» (Proemio, 4d) e, in senso più ampio, tra le istituzioni cattoliche di educazione.

Solo cambiando l’educazione si può cambiare il mondo. Per fare questo vorrei proporvi qualche suggerimento.

1. Anzitutto è importante fare rete”. Fare rete significa mettere insieme le istituzioni scolastiche e universitarie per potenziare l’iniziativa educativa e di ricerca, arricchendosi dei punti di forza di ciascuno, per essere più efficaci al livello intellettuale e culturale.

Fare rete significa anche mettere insieme i saperi, le scienze e le discipline, per affrontare le sfide complesse con la inter- e trans-disciplinarità, come sollecitato nella Veritatis gaudium (cfr n. 4c).

Fare rete significa creare luoghi d’incontro e di dialogo all’interno delle istituzioni educative e promuoverli al di fuori, con cittadini provenienti da altre culture, di altre tradizioni, di religioni differenti, affinché l’umanesimo cristiano contempli l’universale condizione dell’umanità di oggi.

Fare rete significa anche fare della scuola una comunità educante nella quale i docenti e gli studenti non siano collegati solo da un piano didattico, ma da un programma di vita e di esperienza, in grado di educare alla reciprocità fra generazioni diverse. E questo è tanto importante per non perdere le radici.

D’altronde, le sfide che interrogano l’uomo di oggi sono globali in un senso più ampio di come spesso si ritiene. L’educazione cattolica non si limita a formare menti a uno sguardo più esteso, capace di inglobare le realtà più lontane. Essa si rende conto che, oltre a estendersi nello spazio, la responsabilità morale dell’uomo di oggi si propaga anche attraverso il tempo, e le scelte di oggi ricadono sulle future generazioni.

2. Un’altra attesa a cui l’educazione è chiamata a rispondere e che ho indicato nella Esortazione apostolica Evangelii gaudium è quella di «non lasciarci rubare la speranza» (n. 86). Con tale sollecitazione ho inteso incoraggiare gli uomini e le donne del nostro tempo a incontrare positivamente il cambiamento sociale, immergendosi nella realtà con la luce irradiata dalla promessa della salvezza cristiana.

Siamo chiamati a non perdere la speranza perché dobbiamo donare speranza al mondo globale di oggi. «Globalizzare la speranza» e «sostenere le speranze della globalizzazione» sono impegni fondamentali nella missione dell’educazione cattolica, come affermato nel recente documento Educare all’umanesimo solidale della Congregazione per l’Educazione Cattolica (cfr nn. 18-19). Una globalizzazione senza speranza e senza visione è esposta al condizionamento degli interessi economici, spesso distanti da una retta concezione del bene comune, e produce facilmente tensioni sociali, conflitti economici, abusi di potere. Dobbiamo dare un’anima al mondo globale, attraverso una formazione intellettuale e morale che sappia favorire le cose buone portate dalla globalizzazione e correggere quelle negative.

Si tratta di traguardi importanti, che potranno essere raggiunti attraverso lo sviluppo della ricerca scientifica, affidata alle università e anche presente nella missione della Fondazione Gravissimum Educationis. Una ricerca di qualità, che ha di fronte a sé un orizzonte ricco di sfide. Alcune di queste, esposte nell’Enciclica Laudato si’, fanno riferimento ai processi dell’interdipendenza globale, che da una parte si propone come una forza storica positiva, perché segna una maggiore coesione fra gli esseri umani; dall’altra, produce ingiustizia e mostra la stretta relazione tra le miserie umane e le criticità ecologiche del pianeta. La risposta è nello sviluppo e nella ricerca di un’ecologia integrale. Vorrei sottolineare ancora la sfida economica, basata sulla ricerca di migliori modelli di sviluppo, adeguati a una concezione più autentica di felicità e capaci di correggere certi meccanismi perversi del consumo e della produzione. E ancora la sfida politica: il potere della tecnologia è in continua espansione. Uno dei suoi effetti è la diffusione della cultura dello scarto, che risucchia cose ed esseri umani senza fare alcuna distinzione. Tale potere implica un’antropologia fondata sull’idea di uomo come un predatore e il mondo in cui abita come risorsa da depredare a piacimento.

Il lavoro non manca di certo agli studiosi e ai ricercatori che collaborano con la Fondazione Gravissimum Educationis!

3. Il lavoro che vi attende, con il vostro sostegno a progetti educativi originali, per essere efficace deve obbedire a tre criteri essenziali.

Anzitutto, l’identità. Essa esige coerenza e continuità con la missione delle scuole, delle università e dei centri di ricerca nati, promossi o accompagnati dalla Chiesa e aperti a tutti. Tali valori sono fondamentali per innestarsi nel solco tracciato dalla civilizzazione cristiana e dalla missione evangelizzatrice della Chiesa. Con ciò potrete contribuire a indicare le strade da intraprendere per dare risposte aggiornate ai dilemmi del presente, avendo uno sguardo di preferenza per i più bisognosi.

Un altro nodo essenziale è la qualità. È il faro sicuro per illuminare ogni iniziativa di studio, ricerca ed educazione. Essa è necessaria per realizzare quei «poli di eccellenza interdisciplinari» che sono raccomandati dalla Costituzione Veritatis gaudium (cfr n. 5) e che la Fondazione Gravissimum Educationis aspira a sostenere.

E poi nel vostro lavoro non può mancare l’obiettivo del bene comune. Il bene comune è di difficile definizione nelle nostre società segnate dalla convivenza di cittadini, gruppi e popoli di culture, tradizioni e fedi differenti. Bisogna allargare gli orizzonti del bene comune, educare tutti all’appartenenza alla famiglia umana.

Per adempiere alla vostra missione, dunque, ponete le basi nella coerenza con l’identità cristiana; predisponete i mezzi conformi alla qualità dello studio e della ricerca; perseguite fini in armonia col servizio al bene comune.

Un programma di pensiero e d’azione improntato su questi saldi pilastri potrà contribuire, attraverso l’educazione, alla costruzione di un avvenire nel quale la dignità della persona e la fraternità universale siano le risorse globali a cui ogni cittadino del mondo possa attingere.

Mentre vi ringrazio per quanto potete fare con il vostro sostegno alla Fondazione, vi incoraggio a proseguire in questa meritevole e benefica missione. Su di voi, sui vostri colleghi e familiari, invoco di cuore in abbondanza le benedizioni del Signore. E per favore, non dimenticatevi di pregare per me.

Grazie!

[01046-IT.02] [Testo originale: Italiano]

Traduzione in lingua francese

Chers amis,

Je désire souhaiter la bienvenue à vous tous, qui participez à la rencontre "Eduquer c'est Transformer" promue par la Fondation Gravissimum Educationis. Je remercie le Cardinal Versaldi pour ses paroles d’introduction et je suis reconnaissant à chacun, chacune d'entre vous, qui porte en soi la richesse de son expérience liée à son lieu de provenance et à ses activités personnelles et professionnelles.

Comme vous le savez, c'est à mon initiative que la Fondation a été constituée, en réponse à l'invitation adressée par la Congrégation pour l'Education Catholique, le 28 octobre 2015, à l'occasion du 50ème anniversaire de la Déclaration du Concile Vatican II Gravissimum Educationis. Par cette institution, l'Église renouvelle son engagement envers l'éducation catholique au rythme des transformations historiques de notre temps. En effet, la Fondation prend en compte une sollicitation déjà contenue dans la Déclaration Conciliaire dont elle tire son nom, qui suggérait une coopération entre les établissements d'enseignement et les universités, afin de mieux faire face aux défis en cours (cf. n.12). Cette recommandation du Conseil a mûri au fil du temps et se manifeste également dans la récente Constitution apostolique Veritatis Gaudium sur les universités et les facultés ecclésiastiques étant donné: «la nécessité urgente de ‘faire réseau’ entre les diverses institutions qui, partout dans le monde, cultivent et promeuvent les études ecclésiastiques» (Préambule 4d) et, dans un sens plus large, entre les institutions catholiques de l'éducation.

Ce n'est qu'en changeant l'éducation que l’on peut changer le monde. Pour ce faire, je voudrais vous proposer quelques suggestions.

1. Tout d'abord, il est important de "faire réseau". Faire réseau veut dire mettre ensemble les écoles et les universités pour renforcer l'initiative éducative et de recherche, en s’enrichissant des points forts de chacun, afin d’être plus efficaces sur le plan intellectuel et culturel.

Faire réseau signifie également unir les connaissances, les sciences et les disciplines pour faire face aux défis complexes par l’inter et la transdisciplinarité, tel que suggéré dans Veritatis Gaudium (cf. n. 4c).

Faire réseau signifie créer des lieux de rencontre et de dialogue au sein des institutions éducatives et les promouvoir à l'extérieur, avec des concitoyens issus d'autres cultures, d'autres traditions, de religions différentes, afin que l'humanisme chrétien puisse contempler la condition universelle de l'humanité d’aujourd'hui.

Faire réseau signifie aussi faire de l'école une communauté qui éduque, dans laquelle les enseignants et les élèves sont non seulement reliés par un projet didactique, mais par un programme de vie et d'expérience, en mesure d'éduquer à la réciprocité entre les générations. Et cela est très important pour ne pas perdre ses racines.

Par ailleurs, les défis auxquels l'homme est désormais confronté sont globaux dans un sens plus large qu'on a tendance à le croire. L'éducation catholique ne se limite pas à former les esprits à avoir un regard plus vaste, capable d'englober les réalités les plus éloignées. Elle se rend compte qu'en plus de s'étendre dans l'espace, la responsabilité morale de l'homme contemporain se propage également à travers le temps, et que les choix d'aujourd'hui auront des retombées sur les générations futures.

2. Une autre attente à laquelle l'éducation est appelée à répondre et que j'ai indiquée dans l'Exhortation apostolique Evangelii gaudium est celle de «ne pas nous laisser voler l’espérance» (cf. n.86). Par cette sollicitation, j'ai voulu encourager les hommes et les femmes de notre temps à intégrer positivement le changement social, à s'immerger dans la réalité avec la lumière répandue par la promesse du salut chrétien.

Nous sommes appelés à ne pas perdre l’espérance, car nous devons donner de l'espérance au monde global d'aujourd'hui. «Mondialiser l'espérance» et «soutenir l’espoir lié à la mondialisation» sont des engagements fondamentaux dans la mission de l'éducation catholique, comme l'indique le récent document Eduquer à l'humanisme solidaire de la Congrégation pour l'Education Catholique (cf. n. 18-19).

Une mondialisation sans espérance et sans vision est exposée au conditionnement des intérêts économiques, souvent éloignés d'une juste conception du bien commun, et provoque facilement des tensions sociales, des conflits économiques, des abus de pouvoir. Nous devons donner une âme au monde global, par le biais d’une formation intellectuelle et morale qui sache favoriser les bonnes choses engendrées par la mondialisation et corriger celles qui sont négatives.

Ce sont là des objectifs importants qui peuvent être atteints grâce au développement de la recherche scientifique, confiée aux universités et également présente dans la mission de la Fondation Gravissimum Educationis. Une recherche de qualité face à un horizon rempli de défis dont certains, évoqués dans l'Encyclique Laudato si’, se réfèrent aux processus de l’interdépendance globale qui, d'une part, se présente comme une force historique positive, car elle marque une plus grande cohésion entre les êtres humains; mais d'autre part, alimente l'injustice et met en exergue la relation étroite entre la misère humaine et les points critiques de l’écologie de la planète. La réponse est dans le développement et dans la recherche d'une écologie intégrale. Je voudrais souligner encore le défi économique, basé sur la recherche de meilleurs modèles de développement, adaptés à une conception plus authentique du bonheur et capables de corriger certains mécanismes pervers de consommation et de production. Et encore, le défi politique: le pouvoir de la technologie est en constante expansion. L’un de ses effets est la diffusion de la culture du déchet, qui engloutit aussi bien les objets que les êtres humains, sans aucune distinction. Ce pouvoir implique une anthropologie basée sur l'idée que l'homme est un prédateur et le monde dans lequel il vit est une ressource à piller à sa guise.

Le travail ne manque certainement pas aux experts et aux chercheurs qui collaborent avec la Fondation Gravissimum Educationis.

3. Le travail qui vous attend, avec votre soutien à des projets éducatifs originaux, pour être efficace, doit obéir à trois critères essentiels.

Tout d'abord, l'identité. Elle exige cohérence et continuité avec la mission des écoles, des universités et des centres de recherche nés, promus ou accompagnés par l'Église et ouverts à tous. Ces valeurs sont fondamentales pour se greffer sur le chemin tracé par la civilisation chrétienne et par la mission évangélisatrice de l'Église. Ce faisant, vous pourrez contribuer à indiquer les chemins à prendre pour donner des réponses adaptées aux dilemmes du présent, tout en maintenant un regard préférentiel envers les plus démunis.

Un autre nœud essentiel est la qualité. C'est le phare sûr qui doit éclairer toute initiative d'étude, de recherche et d'éducation. La qualité est nécessaire pour élaborer les «pôles d’excellence interdisciplinaires» recommandés par la constitution Veritatis gaudium (n. 5) et que la fondation Gravissimum Educationis aspire à soutenir.

De plus, dans votre travail, le but du bien commun ne peut pas manquer. Le bien commun est difficile à définir dans nos sociétés marquées par la coexistence de citoyens, de groupes et de peuples de cultures, de traditions et de croyances différentes. Nous devons élargir les horizons du bien commun, éduquer tout le monde à l'appartenance à la famille humaine.

Pour remplir votre mission, posez donc les bases sur la cohérence avec l'identité chrétienne; prévoyez des moyens compatibles avec la qualité de l'étude et de la recherche; poursuivez des objectifs en harmonie avec le service du bien commun.

Un programme de pensée et d'action basé sur ces piliers solides peut contribuer, à travers l'éducation, à la construction d'un avenir où la dignité de la personne et la fraternité universelle sont les ressources globales auxquelles chaque citoyen du monde peut faire appel.

En vous remerciant pour tout ce que vous pourrez faire par votre soutien à la Fondation, je vous encourage à continuer cette mission méritoire et bénéfique. Sur vous, sur vos collègues et vos familles, j’invoque de tout cœur en abondance les bénédictions du Seigneur. Et s'il vous plaît, n'oubliez pas de prier pour moi. Merci.

[01046-FR.01] [Texte original: Italien]

Traduzione in lingua inglese

Dear Friends,

I offer a cordial welcome to those taking part in the Conference “To Educate is to Transform” promoted by the Gravissimum Educationis Foundation. I thank Cardinal Versaldi for his words of introduction and I am grateful to each of you for bringing the richness of your experiences in various sectors related to your personal and professional activities.

As you know, I established this Foundation on 28 October 2015, on the fiftieth anniversary of the Second Vatican Council’s Declaration Gravissimum Educationis, at the request of the Congregation for Catholic Education. By this foundation, the Church renews her commitment to Catholic education in step with the historical transformations of our time. The Foundation is in fact a response to the appeal made by the conciliar Declaration, which suggested that schools and universities cooperate so as better to face today’s challenges (cf. n. 12). This recommendation of the Council has developed over time, and can also be found in the recent Apostolic Constitution Veritatis Gaudium on Ecclesiastical Universities and Faculties, which speaks of “the urgent need for ‘networking’ between those institutions worldwide that cultivate and promote ecclesiastical studies” (Foreword, 4d) and, more broadly, among Catholic educational institutions.

Only by changing education can we change the world. To this end, I should like to offer you some suggestions:

1. First, it is important to “network”. Networking means uniting schools and universities for the sake of improving the work education and research, drawing upon everyone’s strong points for greater effectiveness on the intellectual and cultural levels.

Networking also means uniting the various branches of knowledge, the sciences and fields of study, in order to face complex challenges with an inter-disciplinary and cross-disciplinary approach, as recommended by Veritatis Gaudium (cf. n. 4c).

Networking means creating spaces for encounter and dialogue within educational institutions, and encouraging similar spaces outside our institutions, with people of other cultures, other traditions and different religions, so that a Christian humanism can consider the overall reality of humanity today.

Networking also means making the school an educating community where teachers and students are brought together not only by the teaching curriculum, but also by a curriculum of life and experience that can educate the different generations to mutual sharing. This is so important so as not to lose our roots!

Moreover, the challenges facing our human family today are global, in a more wide-ranging sense than is often thought. Catholic education is not limited to forming minds to a broader outlook, capable of embracing distant realities. It also recognized that mankind’s moral responsibility today does not just extend through space, but also through time, and that present choices have repercussions for future generations.

2. Another challenge facing education today is one that I pointed out in my Apostolic Exhortation Evangelii Gaudium: “we must not allow ourselves to be robbed of hope!” (n. 86). With this appeal, I meant to encourage the men and women of our time to face social change optimistically, so that they can immerse themselves in realty with the light that radiates from the promise of Christian salvation.

We are called not to lose hope, because we must offer hope to the global world of today. “Globalizing hope” and “supporting the hopes of globalization” are basic commitments in the mission of Catholic education, as stated in the recent document of the Congregation for Catholic Education Educating to Fraternal Humanism (cf. nn. 18-19). A globalization bereft of hope or vision can easily be conditioned by economic interests, which are often far removed from a correct understanding of the common good, and which easily give rise to social tensions, economic conflicts and abuses of power. We need to give a soul to the global world through an intellectual and moral formation that can support the good things that globalization brings and correct the harmful ones.

These are important goals that can be attained by the growth of scientific research carried out by universities and present, too, in the mission of the Gravissimum Educationis Foundation Quality research, which looks to a horizon rich in challenges. Some of these challenges, as I noted in my Encyclical Laudato Si’, have to do with processes of global interdependence. The latter is, on the one hand, a beneficial historical force since it marks a greater cohesion among human beings; on the other, it gives rise to injustices and brings out the close relationship between grave forms of human poverty and the ecological crises of our world. The response is to be sought in developing and researching an integral ecology. Again, I should like to emphasize the economic challenge, based on researching better models of development corresponding to a more authentic understanding of human fulfilment and capable of correcting some of the perverse mechanisms of consumption and production. Then too, there is the political challenge: the power of technology is constantly expanding. One of its effects is to spread a throw-away culture that engulfs objects and persons without distinction. It entails a vision of man as a predator and the world in which we live as a resource to be despoiled at will.

Certainly, there is no shortage of work for academics and researchers engaged with the Gravissimum Educationis Foundation!

3. The work before you, with the support you give to innovative educational projects, must respect three essential criteria in order to be effective:

First, identity. This calls for consistency and continuity with the mission of schools, universities and research centres founded, promoted or accompanied by the Church and open to all. Those values are essential for following the way marked out by Christian civilization and by the Church’s mission of evangelization. In this way, you can help to indicate what paths to take, in order to give up-to-date answers to today’s problems, with a preferential regard for those who are most needy.

Another essential point is quality. This is the sure beacon that must shed light on every enterprise of study, research and education. It is necessary for achieving those “outstanding interdisciplinary centres” recommended by the Constitution Veritatis Gaudium (cf. n. 5) and which the Foundation Gravissimum Educationis aspires to support.

Then too, your work cannot overlook the goal of the common good. The common good is difficult to define in our societies characterized by the coexistence of citizens, groups and peoples belonging to different cultures, traditions and faiths. We must broaden the horizons of the common good, educating everyone to understand that we belong to one human family.

To fulfil your mission, therefore, you must lay its foundations in a way consistent with our Christian identity; establish means appropriate for the quality of study and research; and pursue goals in harmony with service to the common good.

A plan of thought and action based on these solid pillars will be able to contribute, through education, to building a future in which the dignity of the person and universal fraternity are global resources upon which every citizen of the world can draw.

I thank you for all that you can do with your support for the Foundation, and I encourage you to continue in this worthy and beneficial mission. Upon you, your colleagues and families, I cordially invoke the Lord’s abundant blessings. And I ask you, please, to remember to pray for me. Thank you.

[01046-EN.02] [Original text: Italian]

Traduzione in lingua spagnola

Queridos amigos:

Os doy la bienvenida a todos los que participáis en el encuentro «Educar es transformar», promovido por la Fundación Gravissimum Educationis. Doy las gracias al Cardenal Versaldi por sus palabras de presentación y a cada uno de vosotros, con la riqueza de vuestras experiencias en los diferentes lugares y ámbitos profesionales de donde venís.

Como sabéis, esta Fundación la instituí el 28 de octubre de 2015, con ocasión del 50° aniversario de la Declaración del Concilio Vaticano II Gravissimum Educationis, respondiendo a la petición de la Congregación para la Educación Católica. Con esta institución, la Iglesia renueva el compromiso con la educación católica manteniéndose al ritmo de las transformaciones históricas de nuestro tiempo. La Fundación responde a una preocupación ya contenida en la Declaración conciliar de la que toma su nombre y con la que sugería la colaboración entre las instituciones escolares y universitarias para afrontar mejor los desafíos presentes (cf. n. 12). Dicha recomendación del Concilio fue madurando con el tiempo y se manifiesta también en la reciente Constitución apostólica Veritatis gaudium sobre las universidades y facultades eclesiásticas, en «la necesidad urgente de “crear redes” entre las distintas instituciones que, en cualquier parte del mundo, cultiven y promuevan los estudios eclesiásticos» (Proemio, 4d) y, en sentido más amplio, entre las instituciones católicas de educación.

Solo si se cambia la educación se puede cambiar el mundo. Para hacer esto, quisiera proponerles algunas sugerencias.

1. En primer lugar, es importante “crear redes”. Crear redes significa reunir las instituciones escolares y universitarias para potenciar la iniciativa educativa y de investigación, enriqueciéndose con los aspectos destacados de cada uno, para ser más eficaces a nivel intelectual y cultural.

Crear redes quiere decir también juntar los saberes, las ciencias y las disciplinas para afrontar los complejos desafíos con la inter- y la trans-disciplinariedad, como recuerda la Veritatis gaudium (cf. n. 4c).

Crear redes implica crear lugares de encuentro y de diálogo dentro de las instituciones educativas y promoverlos fuera, con ciudadanos procedentes de otras culturas, de otras tradiciones, de otras religiones, para que el humanismo cristiano contemple la condición universal de la humanidad actual.

Crear redes significa también que la escuela sea una comunidad que eduque, en la que los docentes y los estudiantes no estén relacionados solo a través de un programa didáctico, sino por un programa de vida y de experiencia, que sepa educar en la reciprocidad entre las distintas generaciones. Y esto es muy importante para no perder las raíces.

Además, los desafíos que interpelan al hombre de hoy son globales en un sentido más amplio de lo que se considera frecuentemente. La educación católica no se queda en formar mentes para que tengan una visión más amplia, capaz de aglutinar las realidades más lejanas. La educación católica se da cuenta de que, además de extenderse en el espacio, la responsabilidad moral del hombre de hoy se extiende también a través del tiempo y que las decisiones del presente tienen consecuencias en las generaciones futuras.

2. La otra expectativa a la que la educación está llamada a responder y que indiqué en la Exhortación apostólica Evangelii gaudium es: «no nos dejemos robar la esperanza» (n. 86). Con esta invitación quise animar a los hombres y a las mujeres de nuestro tiempo a afrontar positivamente los cambios sociales, sumergiéndose en la realidad con la luz irradiada por la promesa de la salvación cristiana.

Estamos llamados a no perder la esperanza porque tenemos que donar esperanza al mundo global de hoy. «Globalizar la esperanza» y «sostener las esperanzas de la globalización» son compromisos fundamentales en la misión de la educación católica, como lo afirma el reciente documento de la Congregación para la Educación Católica: Educar al humanismo solidario (cf. nn. 18-19). Una globalización sin esperanza y sin horizonte se expone a los condicionamientos de los intereses económicos, que a menudo están lejos de una recta concepción del bien común, y produce fácilmente tensiones sociales, conflictos económicos, abusos de poder. Tenemos que infundir un alma al mundo global, a través de una formación intelectual y moral que sepa favorecer las cosas buenas que trae la globalización y corregir aquellas negativas.

Se trata de metas importantes, que han de ser alcanzadas a través del desarrollo de la investigación científica confiada a las universidades y también presente en la misión de la Fundación Gravissimum Educationis. Una investigación de calidad, que tiene ante sí un horizonte amplio de desafíos. Algunos de estos, mencionados en la Encíclica Laudato si’, se refieren a los procesos de interdependencia global, que por un lado se presenta como una fuerza histórica positiva, porque marca una mayor cohesión entre los seres humanos; pero por otro lado produce injusticia y muestra la estrecha relación entre las miserias humanas y las deficiencias ecológicas del planeta. La respuesta está en el desarrollo y en la investigación de una ecología integral. Quisiera subrayar también el desafío económico, basado en la búsqueda de mejores modelos de desarrollo, que respondan a una concepción más auténtica de felicidad y que sepan corregir algunos mecanismos perversos del consumismo y de la producción. Y, además, el desafío político: el poder de la tecnología está en constante expansión. Uno de sus efectos es la difusión de la cultura del descarte, que devora cosas y seres humanos sin distinción alguna. Dicho poder se funda en una antropología que concibe al hombre como un depredador y al mundo en el que vive como un recurso para depredar a voluntad.

Ciertamente no falta trabajo para los estudiosos y los investigadores que colaboran con la Fundación Gravissimum Educationis.

3. Para que sea eficaz el trabajo que tienen por delante, sosteniendo proyectos educativos originales, debe obedecer a tres criterios esenciales.

Ante todo, la identidad. Exige coherencia y continuidad con la misión de las escuelas, de las universidades y de los centros de investigación que han sido creados, promovidos y acompañados por la Iglesia y que están abiertos a todos. Dichos valores son fundamentales para seguir el surco trazado por la civilización cristiana y por la misión evangelizadora de la Iglesia. De esta manera ayudaréis a mostrar los caminos a seguir con la finalidad de dar respuestas actualizadas a los dilemas del presente, teniendo una mirada preferencial por los más necesitados.

Otro aspecto esencial es la calidad. Es el faro seguro para iluminar cualquier iniciativa de estudio, de investigación y de educación. Es necesaria para realizar aquellos «polos de excelencia interdisciplinares» que son recomendados en la Constitución Veritatis gaudium (cf. n. 5) y que la Fundación Gravissimum Educationis desea sostener.

Y además en vuestro trabajo no puede faltar el objetivo del bien común. Es difícil definir el bien común en nuestra sociedad marcada por la convivencia de ciudadanos, grupos y pueblos que tienen culturas, tradiciones y credos tan diferentes. Es necesario ampliar los horizontes del bien común, educar a todos para que se sientan parte de la familia humana.

Para cumplir vuestra misión necesitáis por tanto edificar a partir de la coherencia con la identidad cristiana, poner los medios en conformidad a la calidad del estudio y de la investigación, y perseguir objetivos en sintonía con el servicio al bien común.

Un programa de pensamiento y de acción basado en estos sólidos pilares podrá contribuir, a través de la educación, a la construcción de un futuro en el que la dignidad de la persona y la fraternidad universal sean los recursos globales a los que cada ciudadano del mundo pueda recurrir.

A la vez que os agradezco todo lo que hacéis con vuestro esfuerzo por la Fundación, os animo a continuar en esta meritoria misión benéfica. Sobre vosotros, sobre vuestros colegas y familiares invoco de corazón las bendiciones del Señor. Y, por favor, no os olvidéis de rezar por mí. Gracias.

[01046-ES.01] [Texto original: Italiano]

[B0481-XX.02]