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Messaggio del Santo Padre Francesco in occasione del “II Colloquio Santa Sede – Messico sulla migrazione internazionale”, 14.06.2018


Testo in lingua originale

Traduzione in lingua italiana

Traduzione in lingua inglese

Si tiene oggi in Vaticano, presso la Casina Pio IV, il “II Colloquio Santa Sede - Messico sulla migrazione internazionale”, promosso dalla Sezione per i Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato e dall’Ambasciata del Messico presso la Santa Sede, con la collaborazione della Pontificia Accademia delle Scienze e della Sezione migranti e rifugiati del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale.

Riportiamo di seguito il Messaggio che il Papa ha inviato ai partecipanti al Colloquio, il cui testo è stato letto da S.E. Mons. Paul Richard Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati:

Testo in lingua originale

Deseo hacer llegar mi saludo a todos los participantes en este «Segundo Coloquio Santa Sede - México sobre la Migración Internacional», con un particular agradecimiento a los organizadores y relatores. Este encuentro tiene lugar en el 25 aniversario del restablecimiento de las relaciones diplomáticas entre los Estados Unidos Mexicanos y la Santa Sede. Es, por tanto, una ocasión para fortalecer y renovar nuestros vínculos de colaboración y entendimiento para seguir trabajando conjuntamente en favor de los necesitados y descartados de nuestra sociedad.

En el momento actual, cuando la Comunidad Internacional está comprometida en dos procesos que conducirán a la adopción de dos pactos globales, uno sobre refugiados y otro sobre la migración segura, ordenada y regular, me gustaría animarles en su tarea y en su esfuerzo para que la responsabilidad de la gestión global y compartida de la migración internacional encuentre su punto de fuerza en los valores de la justicia, la solidaridad y la compasión. Para ello, se necesita un cambio de mentalidad: pasar de considerar al otro como una amenaza a nuestra comodidad a valorarlo como alguien que con su experiencia de vida y sus valores puede aportar mucho y contribuir a la riqueza de nuestra sociedad. Por eso, la actitud fundamental es la de «salir al encuentro del otro, para acogerlo, conocerlo y reconocerlo» (Homilía en la Misa para la Jornada Mundial del Migrante y del Refugiado, 14 enero 2018).

Para hacer frente y dar respuesta al fenómeno de la migración actual, es necesaria la ayuda de toda la Comunidad internacional, puesto que tiene una dimensión transnacional, que supera las posibilidades y los medios de muchos Estados. Esta cooperación internacional es importante en todas las etapas de la migración, desde el país de origen hasta el destino, como también facilitando el regreso y los tránsitos. En cada uno de estos pasos, el migrante es vulnerable, se siente solo y aislado. Tomar conciencia de esto es de importancia capital si se quiere dar una respuesta concreta y digna a este desafío humanitario.

Quisiera por último indicar que en la cuestión de la migración no están en juego solo “números”, sino “personas”, con su historia, su cultura, sus sentimientos, sus anhelos… Estas personas, que son hermanos y hermanas nuestros, necesitan una “protección continua”, independientemente del status migratorio que tengan. Sus derechos fundamentales y su dignidad deben ser protegidos y defendidos. Una atención especial hay que reservar a los migrantes niños, a sus familias, a los que son víctimas de las redes del tráfico de seres humanos y a aquellos que son desplazados a causa de conflictos, desastres naturales y de persecución. Todos ellos esperan que tengamos el valor de destruir el muro de esa “complicidad cómoda y muda” que agrava su situación de desamparo, y pongamos en ellos nuestra atención, nuestra compasión y dedicación.

Doy las gracias a Dios por el trabajo y servicio que prestan, y los exhorto a continuar con sus esfuerzos para salir al encuentro de este grito de nuestros hermanos, que nos piden que los reconozcamos como tales y se les dé la oportunidad de vivir en dignidad y en paz, favoreciendo así el desarrollo de los pueblos. Y a todos les imparto la Bendición Apostólica.

Vaticano, 14 de junio de 2018

FRANCISCO

[00958-ES.01] [Texto original: Español]

Traduzione in lingua italiana

Desidero far giungere il mio saluto a tutti i partecipanti a questo secondo Colloquio Santa Sede - Messico sulla migrazione internazionale, con un particolare ringraziamento per gli organizzatori e i relatori. Questo incontro avviene nel 25° anniversario del ristabilimento delle relazioni diplomatiche tra gli Stati Uniti Messicani e la Santa Sede. È pertanto un’occasione propizia per rafforzare e rinnovare i nostri legami di collaborazione e di intesa per continuare a lavorare insieme in favore dei bisognosi e degli scartati della società.

Nel momento attuale, in cui la Comunità internazionale è impegnata in due processi che condurranno ad adottare due patti globali, uno sui rifugiati e l’altro sulla migrazione sicura, ordinata e regolare, vorrei incoraggiarvi nel vostro compito e nel vostro sforzo affinché la responsabilità della gestione globale e condivisa della migrazione internazionale trovi il suo punto di forza nei valori della giustizia, della solidarietà e della compassione. A tal fine, occorre un cambiamento di mentalità: passare dal considerare l’altro come una minaccia alla nostra comodità allo stimarlo come qualcuno che con la sua esperienza di vita e i suoi valori può apportare molto e contribuire alla ricchezza della nostra società. Perciò, l’atteggiamento fondamentale è quello di «andare incontro all’altro, per accoglierlo, conoscerlo e riconoscerlo» (Omelia nella Messa per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, 14 gennaio 2018).

Per far fronte e dare risposta al fenomeno della migrazione attuale, è necessario l’aiuto di tutta la Comunità internazionale, dal momento che esso ha una dimensione transnazionale, che supera le possibilità e i mezzi di molti Stati. Questa cooperazione internazionale è importante in tutte le tappe della migrazione, dal Paese di origine fino alla destinazione, come pure nel facilitare il ritorno e il transito. In ognuno di questi passaggi, il migrante è vulnerabile, si sente solo e isolato. Prendere coscienza di questo è di capitale importanza se si vuole dare una risposta concreta e degna a questa sfida umanitaria.

Vorrei infine segnalare che nella questione della migrazione non sono in gioco solo numeri, bensì persone, con la loro storia, la loro cultura, i loro sentimenti e le loro aspirazioni. Queste persone, che sono nostri fratelli e sorelle, hanno bisogno di una protezione continua, indipendentemente dal loro status migratorio. I loro diritti fondamentali e la loro dignità devono essere protetti e difesi. Un’attenzione speciale va riservata ai migranti bambini, alle loro famiglie, a quanti sono vittime delle reti del traffico di esseri umani e a quelli che sono sfollati a causa di conflitti, disastri naturali e persecuzioni. Tutti costoro sperano che abbiamo il coraggio di abbattere il muro di quella complicità comoda e muta che aggrava la loro situazione di abbandono e che poniamo su di loro la nostra attenzione, la nostra compassione e la nostra dedizione.

Rendo grazie a Dio per il lavoro e il servizio che prestate e vi esorto a continuare i vostri sforzi per andare incontro a questo grido dei nostri fratelli, che ci chiedono di riconoscerli come tali e di dare loro l’opportunità di vivere in dignità e pace, favorendo così lo sviluppo dei popoli. E imparto a tutti voi la Benedizione Apostolica.

Dal Vaticano, 14 giugno 2018

FRANCESCO

[00958-IT.01] [Testo originale: Spagnolo]

Traduzione in lingua inglese

I greet all those taking part in this Second Holy See - Mexico Conference on International Migration, and wish especially to thank the organizers and presenters. This meeting is taking place on the twenty-fifth anniversary of the reestablishment of diplomatic relations between the United Mexican States and the Holy See. It is thus an opportunity to strengthen and renew the bonds of cooperation and understanding between us, in order to continue to work jointly on behalf of the needy and the marginalized in our society.

At this time, when the International Community is engaged in two processes aimed at the adoption of two global compacts, one on refugees and the other on safe, orderly and regular migration, I encourage you in your work and your efforts to ground responsibility for the shared global management of international migration in the values of justice, solidarity and compassion. This demands a change in mindset: we must move from considering others as threats to our comfort to valuing them as persons whose life experience and values can contribute greatly to the enrichment of our society. For this to happen, our basic approach must be “to encounter the other, to welcome, to know and to acknowledge him or her” (Homily for the World Day of Migrants and Refugees, 14 January 2018).

In order to acknowledge and respond to the current migration situation, the assistance of the entire international community is needed, since its transnational dimension exceeds the capacities and resources of many States. Such international cooperation is important at every stage of migration: from departing one’s country of origin all the way to reaching one’s destination, as well as facilitating reentry and transit. In each of these countries, migrants are vulnerable, feeling alone and isolated. The recognition of this fact is vitally important if we wish to give a concrete and dignified response to this humanitarian challenge.

Finally, I would like to point out that the issue of migration is not simply one of numbers, but of persons, each with his or her own history, culture, feelings and aspirations… These persons, our brothers and sisters, need “ongoing protection”, independently of whatever migrant status they may have. Their fundamental rights and their dignity need to be protected and defended. Particular concern must be shown for migrant children and their families, those who are victims of human trafficking rings, and those displaced due to conflicts, natural disasters and persecution. All of them hope that we will have the courage to tear down the wall of “comfortable and silent complicity” that worsens their helplessness; they are waiting for us to show them concern, compassion and devotion.

I give thanks to God for your work and service, and I encourage you to continue your efforts to respond to the plea of our brothers and sisters, who ask us to recognize them as such, to give them an opportunity to live in dignity and peace, and in so doing, to contribute to the development of peoples. To all I willingly impart my Apostolic Blessing.

From the Vatican, 14 June 2018

FRANCIS

[00958-EN.01] [Original text: Spanish]

[B0442-XX.02]