Sala Stampa

www.vatican.va

Sala Stampa Back Top Print Pdf
Sala Stampa


Istruzione della Congregazione per l’Educazione Cattolica (degli Istituti di Studi) sugli studi di Diritto Canonico alla luce della riforma del processo matrimoniale, 03.05.2018


Comunicato Stampa di presentazione

Testo dell’Istruzione

Testo dell’Istruzione

Testo in lingua italiana

Traduzione in lingua inglese

Traduzione in lingua francese

Traduzione in lingua tedesca

Traduzione in lingua spagnola

Traduzione in lingua portoghese

Traduzione in lingua polacca

Testo in lingua italiana

Congregazione per l’Educazione Cattolica
(degli Istituti di Studi)

ISTRUZIONE

Gli studi di Diritto Canonico alla luce della riforma del processo matrimoniale

Per venire incontro alle nuove esigenze manifestate dai Motu proprio Mitis Iudex Dominus Iesus[1] e Mitis et misericors Iesus[2], circa la riforma dei processi canonici per le cause di dichiarazione di nullità del matrimonio, la Congregazione per l’Educazione Cattolica, nella sua competenza sulle Istituzioni accademiche per gli studi ecclesiastici, emana questa Istruzione allo scopo di incoraggiare e di fornire orientamenti per gli studi di Diritto Canonico.

Essa incomincia, nel primo punto, con uno sguardo all’attuale presenza delle istituzioni che si occupano dell’insegnamento del Diritto Canonico nella Chiesa universale, per mettere in evidenza le risorse e i punti critici e per sottolineare l’importanza di garantire la qualità accademica di queste istituzioni al servizio della Chiesa.

Nella prospettiva della riforma dei processi indicati dai Motu proprio, il secondo punto individua, oltre alle figure già previste dalle norme del Diritto Canonico, le nuove figure implicate nella suddetta riforma.

Nel terzo punto, vengono proposti alcuni possibili percorsi formativi per i vari livelli di competenza, necessari a svolgere le diverse funzioni.

L’ultimo punto dell’Istruzione contiene le norme indirizzate ai rispettivi Gran Cancellieri e Autorità accademiche delle Istituzioni di Diritto Canonico, delle Facoltà di Teologia e delle Università Cattoliche.

La presente Istruzione viene emanata dopo ampia consultazione e dopo aver consultato, con esito positivo, il Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica.

1. L’attuale situazione delle Istituzioni di Diritto Canonico

Le Istituzioni che si occupano dell’insegnamento del Diritto Canonico nella Chiesa universale sono rappresentate da Facoltà, Istituti ad instar Facultatis, Istituti sui iuris di I e II ciclo e Istituti aggregati e incorporati a Facoltà di Diritto Canonico, erette o approvate dalla Santa Sede.

Queste Istituzioni svolgono da tempo un prezioso servizio ecclesiale[3] , rispondendo a molteplici richieste che ultimamente vanno aumentando. Accogliendo le proposte concrete contenute nei Motu proprio sopra citati, è stata fatta una approfondita valutazione del numero, della consistenza accademica e della reale capacità di tali Istituzioni ecclesiastiche di rispondere alle nuove esigenze[4].

Per quanto riguarda la loro natura e finalità, le Istituzioni accademiche ecclesiastiche devono aggiornare i rispettivi Statuti, applicando il Decreto Novo Codice, e sottoporli all’approvazione della Congregazione per l’Educazione Cattolica, che è garanzia di qualità e di riconoscimento dei titoli anche all’esterno della realtà ecclesiale.

I docenti costituiscono la struttura portante delle Istituzioni accademiche. In generale, negli ultimi anni, si registra un loro calo numerico, come pure l’aumento di situazioni nelle quali molti di essi non riescono a dare continuità perché impegnati in altri uffici ecclesiastici onerosi o in attività ineludibili di consulenza esterna (come, per esempio, nei Tribunali). Per superare questa difficoltà e assicurare la presenza di docenti a tempo pieno, si è costretti, in vari casi, a chiedere ai professori di trasferirsi per periodi brevi da altri Istituti.

Circa gli studenti, si nota in generale un calo di iscritti che in talune realtà non riesce ad assicurare una equilibrata vita accademica. La crescente presenza di studenti laici è un elemento sicuramente prezioso e stimolante; tuttavia, rispetto al passato, questo fattore aumenta la complessità nella impostazione e gestione – soprattutto a causa degli studenti che non provengono dagli studi teologici – e, per questo, esso richiede una considerazione approfondita.

Anche i piani di studi (durata, impostazione dei corsi preparatori per adempiere i criteri di accesso agli studi di Diritto Canonico come pure dei corsi di secondo ciclo) dovranno essere riconsiderati, soprattutto in ordine agli studenti che non hanno una adeguata formazione filosofico-teologica. In questo contesto, si dovranno regolamentare anche i corsi che si svolgono nella forma di insegnamento a distanza.

La Congregazione per l’Educazione Cattolica accompagna e sostiene le istituzioni nel loro compito primario di garantire la qualità degli studi di Diritto Canonico, nel preparare i futuri docenti, nell’investire di più nella ricerca, nel curare le pubblicazioni e nel promuovere convegni e seminari con partecipazione anche esterna. E’, infatti, auspicabile una più diffusa comunicazione per far conoscere all’esterno il lavoro delle Istituzioni ecclesiastiche e contribuire al dibattito culturale circa i temi propri del Diritto Canonico.

Per raggiungere questi obiettivi, è indispensabile valorizzare gli strumenti normativi esistenti, e cioè: la Costituzione Apostolica Veritatis gaudium[5], le Ordinationes annesse[6] e il Decreto Novo Codice[7], in cui sono indicati i requisiti per garantire la qualità dell’insegnamento del Diritto Canonico, tanto nelle Facoltà e negli Istituti propri quanto nelle Facoltà Teologiche. A tali strumenti normativi si aggiungono le disposizioni emanate dalla presente Istruzione.

2. Persone coinvolte nell’attuazione della recente riforma del diritto processuale

Le nuove disposizioni dei Motu proprio esigono una preparazione differenziata delle diverse figure chiamate ad operare nei Tribunali ecclesiastici; agli uffici già previsti dal Codice di Diritto Canonico, la riforma introdotta da Papa Francesco indica, infatti, ulteriori risorse di personale per garantire un adeguato servizio.

Si possono menzionare persone che direttamente o indirettamente intervengono in ambito giudiziario ecclesiale, ai diversi livelli di attività connesse con i processi canonici per le cause di nullità matrimoniale:

- il Vescovo, per il quale il can. 378, § 1, n. 5 richiede che «abbia conseguito la laurea dottorale o almeno la Licenza in Sacra Scrittura, Teologia o Diritto Canonico in un istituto di studi superiori approvato dalla Sede Apostolica, oppure sia almeno veramente esperto in tali discipline»[8]. Almeno l’esercizio dell’ufficio di giudice nel processus brevior postula nel Vescovo diocesano una reale conoscenza della disciplina canonica sostanziale e processuale matrimoniale: la prudenza dovrebbe consigliare di garantire che alcuni dei partecipanti al processus brevior siano in possesso del grado accademico di Licenza in Diritto Canonico;

- l’istruttore o uditore, per il quale si prevede l’approvazione del Vescovo Moderatore, che rifulga per dottrina, senza richiedere il titolo accademico (cf. can. 1428, § 2 CIC; can. 1093, § 2 CCEO);

- l’assessore, per il quale la recente riforma si richiede la perizia nelle scienze giuridiche o umane (cf. can. 1673, § 4 CIC; can. 1359, § 4 CCEO);

- il moderatore della Cancelleria del Tribunale, che deve essere di «integra reputazione e al di sopra di ogni sospetto» (cf. can. 483, § 2 CIC; can. 253, § 2 CCEO e art. 63 DC[9]);

- il notaio (cf can. 483, § 2 CIC; can. 253, § 2 CCEO e art. 63 DC);

- i periti: per la trattazione delle cause di incapacità psichica «maxime curandum est ut periti seligantur qui principiis anthropologiae christianae adhaereant» (art. 205, § 2 DC);

- gli avvocati e gli avvocati stabili, per ognuno dei quali si richiede che sia «doctor in iure canonico, vel alioquin vere peritus» (can. 1483 CIC; cf. can. 1141 CCEO); non si esclude che la normativa che regola l’accesso all’Albo degli Avvocati presso un determinato Tribunale o anche solo l’accesso al patrocinio in un determinato Tribunale richieda il titolo accademico del Dottorato o della Licenza in Diritto Canonico; il can. 1483 CIC e il can. 1141 CCEO infatti determinano solo il minimo richiesto per la qualifica di avvocato. Il Moderatore del Tribunale dovrà verificare accuratamente se l’Avvocato, in mancanza del grado accademico, è in possesso della vera perizia forense, che ordinariamente solo il gradoaccademico assicura;

- i consulenti, dei quali all’art. 113, § 1 DC e agli articoli 2-5 della Ratio procedendi annessa al Motu proprio, riguardante l’indagine previa alla presentazione del libello di domanda della nullità. Secondo l’articolo 3 RP l’indagine «sarà affidata a persone ritenute idonee dall’Ordinario del luogo, dotate di competenze anche se non esclusivamente giuridico-canoniche». È opportuno che, almeno nella fase finale di questa indagine, partecipi una persona veramente esperta in diritto matrimoniale canonico, che sia in grado di stabilire se ci siano o meno dei motivi di nullità.

I consulenti coinvolti nei vari ruoli dei processi della dichiarazione di nullità del matrimonio possono essere utilmente raggruppati in tre categorie, secondo una corretta e realistica immagine di cerchi concentrici di successive necessarie consulenze sempre più approfondite:

- i parroci e altri «dotati di competenze anche se non esclusivamente giuridico-canoniche» (art. 3 RP, primo capoverso): si intravedono in questi consulenti coloro che hanno l’occasione qualificata di un primo approccio con persone potenzialmente interessate alla verifica della nullità del loro matrimonio; essi potrebbero essere denominati (le denominazioni hanno una certa importanza) consulenti di primo livello;

- i membri di una «struttura stabile» (art. 3 RP, secondo capoverso): chierici, religiosi o laici, che operano nei consultori familiari. Questo livello di consulenza e di accompagnamento pastorale-psicologico ha anche lo scopo di precisare se in realtà emergano motivi e prove sufficienti per introdurre una causa di nullità per non avviare in modo azzardato una causa di nullità; si tratta di consulenti di secondo livello;

- gli avvocati (art. 4 RP): quest’ultima fase di consulenza, se positiva, si conclude con la presentazione del libello al Tribunale, per la quale l’avvocato aiuta a individuare gli elementi sostanziali e di prova utili, a raccogliere le prove già disponibili, a sentire, se del caso, il parere dell’altra parte e a predisporre tutto per l’introduzione della causa; questi sono i consulenti di terzo livello.

L’elenco degli uffici non appiattisce su uno stesso livello lo spessore di preparazione richiesto alla varietà delle persone che li devono occupare, ma la diversità dei ruoli esige una differenziazione di percorsi formativi per le varie categorie indicate. Il loro profilo pastorale e professionale va garantito soprattutto attraverso una adeguata formazione accademica, in relazione ai compiti diversi da svolgere.

3. Prospettive e percorsi formativi

Questa Istruzione conferma la vigente normativa canonica (cf. art. 6 VG e art. 8 OrdVG), secondo la quale solo il grado accademico di Licenza in Diritto Canonico, conseguito presso una Istituzione di Diritto Canonico eretta o approvata dalla Santa Sede, abilita ad assumere i seguenti uffici: vicario giudiziale (can. 1420, § 4 CIC; can. 1086, § 4 CCEO), vicario giudiziale aggiunto (can. 1420, § 4 CIC; can. 1086, § 4 CCEO), giudice (can. 1421, § 3 CIC; can. 1087, § 3 CCEO), promotore di giustizia (can. 1435 CIC; can. 1099, § 2 CCEO) e difensore del vincolo (can. 1435 CIC; can. 1099, § 2 CCEO)[10]. Nulla pertanto si innova in questa Istruzione al riguardo.

La legge ecclesiastica non richiede obbligatoriamente per tutti gli uffici il grado accademico, ma ciò non significa né che esso sia proibito né che esso di fatto in alcuni casi sia necessario o conveniente.

È lasciato alla responsabilità del Vescovo diocesano (e rispettivamente del Vescovo Moderatore e, per il suo ruolo, del Vicario giudiziale) valutare – sulla base delle circostanze di luogo, di tempo o della singola causa – se il titolare di uno degli uffici giudiziari possa svolgere il proprio compito senza il grado accademico in Diritto Canonico, nei casi in cui non è richiesto dal diritto il grado accademico obbligatorio.

Per addurre un esempio, si dovrebbe distinguere tra gli assessori del giudice unico, che il can. 1673, § 4 CIC auspica («ubi fieri possit»; cf. pure can. 1359, § 4 CCEO) e l’istruttore e l’assessore nel processus brevior (cf. cann. 1685-1687, § 1 CIC; 1371-1373 CCEO). Mentre i primi potrebbero anche operare ragionevolmente senza il grado accademico, essendo consulenti del giudice unico soprattutto nel fatto, i secondi, invece, dovendo condurre l’unica sessione istruttoria e consigliare il Vescovo diocesano, difficilmente possono svolgere il loro compito in cause anche di media difficoltà, senza possedere il grado accademico.

In questo caso tocca alla prudenza del Vescovo diocesano o, rispettivamente, del Vescovo Moderatore e del Vicario giudiziale, compiere un corretto discernimento. Si tratta di un aspetto della sussidiarietà che la legge impone e verso la quale si deve essere responsabili; i competenti organismi della Santa Sede hanno il doveroso compito di promuovere e supportare questa responsabilità.

A. Obiettivi generali

Sulla base dell’esperienza dei decenni passati e considerando la realtà in cui vive oggi la Chiesa, la Congregazione per l’Educazione Cattolica, nella sua competenza per la formazione accademica, anche su sollecitazione del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi, in stretto accordo con il Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, con questa Istruzione indica ai Vescovi diocesani, ai Vescovi Moderatori di un Tribunale interdioecesano, e alle Chiese particolari alcuni obiettivi generali da tenere ben presenti nella prospettiva di preparare il personale adeguato per la prassi giudiziaria:

- considerare le esigenze di una variegata formazione per l’attività giudiziaria nei Tribunali ecclesiastici e per l’attività preparatoria, almeno di consulenza di terzo livello;

- elaborare norme che offrano ai Vescovi, ai Tribunali e alle Istituzioni accademiche, indicazioni utili per la formazione di coloro che si occupano della consulenza di primo e secondo livello;

- incoraggiare le Istituzioni accademiche a continuare a proporre un modulo equilibrato di curriculum studiorum commisurato anche con queste esigenze formative;

- ordinare le denominazioni sia dei corsi che dei diplomi di riconoscimento;

- individuare forme di contatto tra i nuovi moduli formativi e i corsi accademici per i titoli, così che i primi siano destinati non a deprimere gli altri, ma semmai ad incentivarli e a favorirli.

Il compito di assicurare la formazione degli operatori presso i Tribunali ecclesiastici spetta in primo luogo a chi è competente per rilasciare i gradi accademici richiesti dal diritto per i diversi uffici o compiti (vicario giudiziale, vicario giudiziale aggiunto, giudice, difensore del vincolo e promotore di giustizia). Avere Tribunali ecclesiastici dotati di personale sufficiente e ben preparato non è un lusso. Il bene delle anime esige una formazione profonda, che è compito primordiale delle istituzioni accademiche.

B. Percorsi formativi

Per rispondere all’urgente necessità di avere un numero maggiore di chierici, laici e religiosi ben formati in Diritto Canonico, anche non (ancora) in possesso di un grado di Licenza o Dottorato, che siano in grado di sopperire alla scarsità di personale competente in tantissime diocesi del mondo, si propongono alcuni possibili percorsi formativi.

a) Le Facoltà di Diritto Canonico e le Istituzioni equiparate. Oltre al percorso formativo per la Licenza e il Dottorato in Diritto Canonico, queste istituzioni erette o approvate dalla Santa Sede possono programmare corsi brevi o anche altri più consistenti (anche con il conferimento di un attestato) per operatori pastorali, chiamati ad intervenire nella fase previa del processo della dichiarazione di nullità del matrimonio o per le figure coinvolte nel processo stesso per le quali non è richiesto dalla legge universale canonica il grado accademico o per chi opera in altri settori in cui il Diritto Canonico è chiamato in causa. Il conseguimento di un Diploma può costituire solo titolo perché il Vescovo Moderatore del Tribunale possa chiedere alla Santa Sede la dispensa per esercitare gli uffici, per i quali è previsto il grado accademico di Licenza in Diritto Canonico.

b) I Dipartimenti di Diritto Canonico. Per rispondere alle esigenze sopra menzionate, soprattutto per la formazione dei consulenti del secondo livello, è possibile istituire presso le Facoltà di Teologia un Dipartimento di Diritto Canonico, secondo le norme indicate di seguito in questa Istruzione.

c) Le Cattedre di Diritto Canonico. Nella Facoltà di Teologia esistono già le Cattedre di Diritto Canonico. Anche presso le Facoltà di Giurisprudenza esistenti nelle Università Cattoliche possono essere istituite “Cattedre” di Diritto Canonico finalizzate ad offrire corsi di formazione soprattutto per i consulenti del primo livello. È auspicabile che le Cattedre di Diritto Canonico cooperino nell’ambito della ricerca scientifica con le Facoltà di Giurisprudenza civile delle Università statali.

La Congregazione per l’Educazione Cattolica ritiene necessario adeguare le Istituzioni accademiche ecclesiastiche di Diritto Canonico alle nuove esigenze per garantire la qualità professionale e la serietà di coloro che lavorano presso i Tribunali ecclesiastici, assicurando un adeguato livello della formazione giuridica nella Chiesa. La necessità di personale ben formato nei diversi ambiti delle scienze canoniche deve incoraggiare i Vescovi ad investire in questo servizio ecclesiale inviando chierici e, se possibile, anche laici a studiare Diritto Canonico.

La riforma processuale voluta da Papa Francesco attira l’attenzione soprattutto sul buon funzionamento dei Tribunali nelle Chiese particolari e sulla qualità dell’operato al quale si affida l’accertamento di uno dei beni più preziosi, attinente alla realizzazione della vocazione matrimoniale.

Tuttavia si vuole sottolineare che è estremamente urgente avere canonisti ben preparati non solo nel campo matrimoniale, ma anche in molti altri settori della vita ecclesiale, tra i quali il servizio nella amministrazione delle Curie diocesane.

In linea generale, occorre ricordare che, per raggiungere la finalità di preparare e «istruire a fondo [nelle discipline canonistiche] gli studenti, perché siano formati alla ricerca e all'insegnamento e siano, altresì, preparati ad assolvere speciali incarichi ecclesiastici»[11], si devono individuare opzioni adeguate che rispondano alle nuove e urgenti esigenze. In questa prospettiva, si stabiliscono le norme qui riportate.

4. Norme

A. Principi generali

I. Criteri per un percorso formativo accademico

In risposta alle nuove esigenze, e, alla luce della riforma del processo matrimoniale, sono da intraprendere iniziative sia di carattere informativo che formativo, tra loro distinte.

Con questa Istruzione, la Congregazione per l’Educazione Cattolica incoraggia le rispettive Istituzioni accademiche ecclesiastiche ad offrire curricoli di studi per la formazione accademica di canonisti e consulenti ben qualificati.

Gli elementi essenziali per un percorso formativo, che devono essere inseriti in uno specifico curricolo o nell’Ordinamento degli studi da parte delle relative istituzioni competenti, sono i seguenti:

1° criteri definiti di accesso, quali: il titolo di studio richiesto per l’ammissione all’Università civile della propria nazione o della regione nella quale la Facoltà si trova; eventuali altri titoli accademici, che sono necessari ed altri requisiti obbligatori per intraprendere il proprio curricolo di studi, anche per quel che riguarda la conoscenza delle lingue sia antiche che moderne[12].

2° modalità d’insegnamento ed apprendimento definita in coerenza con il Qualifications framework (quadro delle qualifiche) della Santa Sede;

3° curricoli definiti con la descrizione del corso secondo le figure e i compiti professionali e specifici, nonché le informazioni sul programma, con l’indicazione degli ECTS (il rispettivo carico di lavoro del singolo studente che corrisponde a 30 ECTS, cioè a un semestre a tempo pieno);

4° verifica dell’acquisizione delle relative competenze tramite prove idonee che vengono descritte nel curricolo;

5° certificazione degli esami;

6° consegna agli studenti che hanno concluso il percorso formativo del relativo attestato o Diploma, accompagnato dal Diploma supplement.

II. La competenza delle Istituzioni accademiche per i corsi di formazione

La competenza per la formazione accademica dei canonisti e di tutti quelli che svolgono una attività nell’ambito giudiziario (cf. i successivi artt. 9-19) e dei consulenti (cf. i successivi artt. 20-28) spetta alle rispettive Istituzioni accademiche ecclesiastiche e, salvo quanto stabilito per i ministri dei Tribunali, alle Cattedre di Diritto Canonico, se esistono, nelle Facoltà di Giurisprudenza presso le Università Cattoliche.

Una Istituzione accademica che vuole offrire programmi a livello di studi superiori deve essere autorizzata dalla competente autorità ecclesiastica (cf. i successivi artt. 29-32).

I singoli corsi offerti da una Istituzione non-accademica possono essere riconosciuti a condizione che la rispettiva Istituzione accademica competente garantisca e certifichi il provato livello di studio superiore.

B. Istituzioni accademiche

I. Facoltà di Diritto Canonico e Istituzioni equiparate

Art. 1

La Facoltà di Diritto Canonico, l’Istituto ad instar Facultatis, l’Istituto sui iuris, l’Istituto aggregato, l’Istituto incorporato, canonicamente eretti o approvati dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica, hanno il diritto di conferire il grado accademico di Licenza e/o Dottorato in Diritto Canonico.

Art. 2

Fermo restando la normativa esistente per gli Istituti aggregati e incorporati, un Istituto aggregato deve avere almeno tre docenti stabili con il grado accademico di Dottore in Diritto Canonico; un Istituto incorporato deve avere almeno quattro docenti stabili con il grado accademico di Dottore in Diritto Canonico. La Facoltà di Diritto Canonico e l’Istituto ad instar Facultatis devono avere un numero minimo di cinque docenti stabili.

II. Dipartimento di Diritto Canonico

Art. 3

§ 1. All’interno di una Facoltà di Teologia può essere istituito un Dipartimento di Diritto Canonico, con un congruo numero di docenti, come struttura accademica che sviluppa una specifica area di docenza o di ricerca e offre agli studenti un più attento aiuto individuale, soprattutto per la formazione dei consulenti del secondo livello.

§ 2. L’erezione di un Dipartimento di Diritto Canonico, che abbia almeno un docente stabile oltre al Moderatore, ha bisogno della modifica degli Statuti della Facoltà di Teologia e della relativa approvazione da parte della Congregazione per l’Educazione Cattolica.

Art. 4

§ 1. Presiede il Dipartimento un Moderatore.

§ 2. Il Moderatore del Dipartimento deve essere un professore stabile ordinario o straordinario di Diritto Canonico nella Facoltà di Teologia.

§ 3. Gli altri requisiti e la procedura per la nomina del Moderatore del Dipartimento sono regolati dagli Statuti.

§ 4. Al Moderatore del Dipartimento, in virtù delle facoltà abituali delegategli dal Decano, a norma degli Statuti, spetta dirigere le attività accademiche del Dipartimento, promuovere l’unitarietà di intenti tra i docenti del Dipartimento e la loro interrelazione sia con la Facoltà di Teologia sia con le strutture accademiche dell’Università nelle quali insegnano.

§ 5. Il Moderatore del Dipartimento dipende dal Decano della Facoltà e a lui risponde per tutto ciò che riguarda l’esercizio delle sue funzioni.

Art. 5

§ 1. Gli altri docenti stabili del Dipartimento sono assegnati dalla Facoltà di Teologia.

§ 2. Il Dipartimento può avere anche un congruo numero di docenti incaricati, assistenti e altri collaboratori necessari.

§ 3. Se un docente incaricato non può essere assunto stabilmente, si deve assicurare che egli disponga di un tempo sufficiente per dedicarsi al relativo corso.

§ 4. Un requisito necessario per un docente nel Dipartimento di Diritto Canonico è il grado accademico di Dottorato in Diritto Canonico.

§ 5. Un requisito necessario per un assistente nel Dipartimento di Diritto Canonico è il grado accademico di Licenza in Diritto Canonico.

III. Cattedra di Diritto Canonico

Art. 6

Con l’espressione “Cattedra di Diritto Canonico” si intende che un corso di tale disciplina sia insegnato da un professore stabile ordinario o almeno straordinario, dotato del grado accademico di Dottorato in Diritto Canonico.

Art. 7

Nel primo ciclo in una Facoltà di Teologia è richiesto almeno un docente stabile per la docenza e la ricerca del Diritto Canonico.

Art. 8

§ 1. Il Diritto Canonico dovrebbe far parte della docenza e della ricerca anche in una Facoltà di Giurisprudenza civile in una Università Cattolica.

§ 2. Nei termini in cui sia consentito dalla relativa legislazione statale, dovrebbe essere inserito nell’ordinamento degli studi un corso di Diritto Canonico, almeno come materia opzionale.

§ 3. Coloro che insegnano discipline concernenti la fede e la morale devono ricevere, dopo aver emesso la professione di fede (cf. can. 833, n. 7 CIC), la missione canonica dal Gran Cancelliere o da un suo delegato; essi, infatti, non insegnano per autorità propria, ma in forza della missione ricevuta dalla Chiesa[13].

§ 4. Tutti i docenti, prima che sia loro conferita la nomina a stabili o siano promossi al più alto ordine didattico, a seconda di quanto è precisato negli Statuti, hanno bisogno del nulla osta della Santa Sede[14].

C. Programmi di formazione

I. Licenza e Dottorato in Diritto Canonico, Diploma in Diritto Matrimoniale e Processuale, altri corsi accademici in Diritto Canonico

1. Formazione per il conseguimento della Licenza e del Dottorato in Diritto Canonico

Art. 9[15]

Il curricolo degli studi di una Facoltà di Diritto Canonico comprende:

a) il primo ciclo, da protrarsi per quattro semestri o due anni (120 ECTS), per coloro che non hanno una formazione filosofico-teologica, senza eccezione alcuna per coloro che già hanno un titolo accademico in diritto civile; in questo ciclo ci si dedica allo studio delle istituzioni di Diritto Canonico e a quelle discipline filosofiche e teologiche che si richiedono per una formazione canonistica superiore;

b) il secondo ciclo, che deve protrarsi per sei semestri o un triennio (180 ECTS), dedicato allo studio più profondo dell’Ordinamento canonico in tutte le sue espressioni, normative, giurisprudenziali, dottrinali e di prassi, e principalmente dei Codici della Chiesa latina o delle Chiese orientali attraverso la trattazione completa delle sue fonti sia magistrali che disciplinari, a cui si aggiunge lo studio di materie affini;

c) il terzo ciclo, nel quale per un congruo periodo di tempo si perfeziona la formazione scientifica, specialmente attraverso l’elaborazione della dissertazione dottorale.

Art. 10

§ 1. L’Ordinamento degli studi per il secondo ciclo deve stabilire quali discipline (principali ed ausiliarie) siano obbligatorie e quindi da frequentarsi da tutti, e quali invece siano libere o opzionali.

§ 2. Se le necessità locali o personali lo consigliano, fra i corsi opzionali si può prevedere un percorso che consenta agli studenti maggiori abilità nel campo giudiziario oppure altri percorsi, per esempio per la docenza.

Art. 11

L’Ordinamento degli studi per il terzo ciclo può prevedere che il perfezionamento della formazione scientifica, oltre alla dissertazione dottorale, si svolga con un programma di studi di specializzazione in Giurisprudenza (almeno 60 ECTS) per coloro che sono destinati ai Tribunali ecclesiastici o di specializzazione in altre discipline di Diritto Canonico, secondo le necessità della Chiesa particolare o universale.

2. Formazione per il conseguimento di un Diploma in Diritto Matrimoniale e Processuale

Art. 12

§ 1. La Facoltà di Diritto Canonico e le Istituzioni equiparate possono prevedere un curricolo di studio per il conseguimento di un Diploma in Diritto Matrimoniale e Processuale.

§ 2. Tale Diploma non è titolo che abilita agli uffici che la normativa canonica riserva a coloro che hanno conseguito il grado accademico della Licenza in Diritto Canonico (vicario giudiziale, vicario giudiziale aggiunto, giudice, difensore del vincolo e promotore di giustizia). Esso può costituire solo titolo perché il Vescovo Moderatore del Tribunale possa chiedere al Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica la dispensa per assumere chi ha ottenuto il Diploma ad esercitare gli uffici di cui sopra, che sarà concessa o negata tenendo presenti la normativa canonica, la situazione del Tribunale e tutte le circostanze di fatto (cf. can. 90, § 1 CIC; can. 1536, § 1 CCEO).

Art. 13

§ 1. L’Ordinamento degli studi deve prevedere un corso dedicato allo studio di diritto matrimoniale e di diritto processuale del Codice di Diritto Canonico o del Codice dei Canoni delle Chiese Orientali attraverso la trattazione completa delle sue fonti sia magisteriali che disciplinari, a cui si aggiunge lo studio di materie affini.

§ 2. Il programma di studi deve comprendere, al minimo, il Libro I, il Libro IV, parte I, tit. VII, e il Libro VII del CIC oppure il tit. XVI, capp. VII, i titt. XIX-XXI, i titt. XXIV-XXVI, i titt. XXIX e XXX CCEO; inoltre tutti gli altri documenti riguardanti il matrimonio e i processi.

§ 3. La formazione per il conseguimento di un Diploma dura almeno un anno accademico a tempo pieno (60 ECTS).

Art. 14

L’Ordinamento degli studi può prevedere anche altri corsi del ciclo della Licenza in Diritto Canonico, per conseguire una formazione più completa.

Art. 15

Una parte dei corsi può essere svolta nella forma di insegnamento a distanza, se l’Ordinamento degli studi, approvato dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica, lo prevede e ne determina le condizioni, in modo particolare circa gli esami[16].

Art. 16

Coloro che hanno intrapreso questa formazione possono proseguire gli studi di Diritto Canonico iscrivendosi al secondo ciclo, salvo quanto previsto dall’art. 9, lett. a). A loro saranno riconosciuti i singoli crediti dei precedenti studi canonistici.

3. Formazione per alcune attività nell’ambito giudiziario

Art. 17

§ 1. La Facoltà di Diritto Canonico e le Istituzioni equiparate hanno la competenza di formare anche gli altri operatori dei Tribunali ecclesiastici, per i quali il diritto non prevede come requisito il grado accademico della Licenza in Diritto Canonico (Vescovo, istruttore/uditore, assessore, moderatore della Cancelleria del Tribunale, notaio, perito).

§ 2. La partecipazione a questo curricolo abilita ad assumere i ruoli corrispondenti secondo la normativa canonica particolare.

Art. 18

L’Ordinamento degli studi per questo livello deve prevedere un corso dedicato allo studio dei principi fondamentali del diritto matrimoniale e del diritto processuale del Codice di Diritto Canonico o del Codice dei Canoni delle Chiese Orientali.

Art. 19

L’Ordinamento degli studi può anche prevedere altri corsi complementari.

II. Formazione dei consulenti

1. Consulenti di primo livello: parroci e altri in ambito parrocchiale

Art. 20

§ 1. La Cattedra di Diritto Canonico nella Facoltà di Teologia e nella Facoltà di Giurisprudenza civile nella Università Cattolica ha la competenza di formare i consulenti del primo livello ai quali i fedeli possono rivolgersi per trovare aiuto spirituale e giuridico, circa la validità del vincolo matrimoniale.

§ 2. La partecipazione a questo curricolo abilita ad assumere i ruoli corrispondenti secondo la normativa canonica particolare.

Art. 21

§ 1. Per assicurare che gli studenti del primo ciclo in una Facoltà di Teologia e in un Istituto Teologico affiliato abbiano una conoscenza sufficiente del Diritto Canonico, sarà stabilita una durata minima di almeno tre semestri (almeno 9 ECTS) di studi del Diritto Canonico, dedicando almeno un semestre al Diritto Matrimoniale e Processuale (almeno 3 ECTS). Con gli adattamenti del caso, i medesimi criteri si dovranno adottare nell’Istituto Teologico non affiliato, che non rilascia gradi accademici, presente presso un Seminario Maggiore.

§ 2. In questa prospettiva la Facoltà di Teologia, l’Istituto Teologico affiliato e l’Istituto Teologico non affiliato devono aggiornare i propri Ordinamenti degli studi.

Art. 22

§ 1. La Cattedra di Diritto Canonico offre per i consulenti del primo livello anche corsi per la formazione permanente, affinché possano efficacemente consigliare secondo le norme del Diritto Matrimoniale e Processuale.

§ 2. In cooperazione con altre Cattedre di Teologia, il curricolo può prevedere anche altri corsi complementari.

2. Consulenti di secondo livello: collaboratori di una struttura stabile

Art. 23

§ 1. La Facoltà di Teologia, nella quale si trova un Dipartimento di Diritto Canonico, se non esiste una Facoltà di Diritto Canonico o una Istituzione equiparata nella stessa Università, ha la competenza di formare i consulenti di secondo livello, ai quali in una struttura stabile i fedeli possono rivolgersi per trovare aiuto soprattutto pastorale, giuridico e psicologico, nei casi in cui i coniugi si trovino in difficoltà o si siano separati o divorziati e cerchino aiuto dalla Chiesa.

§ 2. Per la loro formazione si offre un Diploma in Consulenza Matrimoniale e Familiare come curricolo di studio, che aiuterà ad un accompagnamento e discernimento pastorale.

§ 3. La partecipazione a questo curricolo abilita ad assumere i ruoli corrispondenti secondo la normativa canonica particolare. Non abilita però ad essere iscritti all’albo degli avvocati o al patrocinio, restando salve tutte le normative canoniche e i regolamenti universali, particolari e peculiari che reggono l’iscrizione all’albo e l’accesso al patrocinio presso i singoli Tribunali.

Art. 24

§ 1. L’Ordinamento degli studi deve prevedere corsi dedicati allo studio dei principi fondamentali del diritto matrimoniale e del diritto processuale del Codice di Diritto Canonico o del Codice dei Canoni delle Chiese Orientali, non inferiore a 12 ECTS, corsi dedicati allo studio dei principi della Teologia Matrimoniale e Familiare, Teologia Morale familiare, Spiritualità coniugale e Teologia pastorale e corsi dedicati allo studio dei principi della psicologia sessuale e familiare, fondata sull’antropologia cristiana.

§ 2. L’Ordinamento degli studi può prevedere altri corsi complementari.

§ 3. L’Ordinamento degli studi prevede anche un elaborato finale e un esame conclusivo del curricolo.

Art. 25

La formazione dei consulenti del secondo livello dura almeno un anno accademico a tempo pieno (60 ECTS).

Art. 26

Una parte dei corsi può essere svolta nella forma di insegnamento a distanza, se l’Ordinamento degli studi, approvato dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica, lo prevede e ne determina le condizioni, in modo particolare circa gli esami[17].

3. Consulenti di terzo livello: gli avvocati

Art. 27

La Facoltà di Diritto Canonico e le Istituzioni equiparate hanno la competenza di formare i consulenti di terzo livello, che sono gli avvocati che aiutano, nell’ultima fase di consulenza, a introdurre la causa nel Tribunale competente.

Art. 28

§ 1. Per formare gli avvocati che, a causa delle situazioni locali, eccezionalmente non hanno un grado accademico in Diritto Canonico, ma devono acquisire una autentica perizia forense (cf. can. 1483 CIC; 1141 CCEO), la Facoltà di Diritto Canonico e le Istituzioni equiparate possono offrire un Diploma in Diritto Matrimoniale e Processuale.

§ 2. Tale Diploma non è titolo che abilita all’iscrizione all’albo degli avvocati che la normativa canonica riserva generalmente a coloro che hanno conseguito il grado accademico di Dottorato in Diritto Canonico. Esso piuttosto costituisce titolo perché il Vescovo Moderatore del Tribunale possa valutare adeguatamente se il candidato è vere peritus affinché possa essere iscritto all’albo degli avvocati.

§ 3. L’Ordinamento degli studi deve prevedere un corso dedicato allo studio di diritto matrimoniale e di diritto processuale del Codice di Diritto Canonico o del Codice dei Canoni delle Chiese Orientali attraverso la trattazione completa delle sue fonti sia magisteriali che disciplinari, a cui si aggiunge lo studio di materie affini.

§ 4. Il programma di studi deve comprendere, al minimo, il Libro I, il Libro IV, parte I, tit. VII, e il Libro VII del CIC oppure il tit. XVI, capp. VII, i titt. XIX-XXI, i titt. XXIV-XXVI, i titt. XXIX e XXX CCEO; inoltre tutti gli altri documenti riguardanti il matrimonio e i processi.

§ 5. Per coloro che già hanno un grado accademico in diritto civile, ma non hanno una formazione filosofico-teologica, l’Ordinamento degli studi deve prevedere almeno un corso di ecclesiologia e di teologia sacramentaria generale e matrimoniale.

§ 6. L’Ordinamento degli studi può prevedere anche altri corsi del ciclo della Licenza in Diritto Canonico, per arrivare a una formazione più completa.

§ 7. Una parte dei corsi può essere svolta nella forma di insegnamento a distanza, se l’Ordinamento degli studi, approvato dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica, lo prevede e ne determina le condizioni, in modo particolare circa gli esami[18].

§ 8. La formazione dei consulenti del terzo livello dura almeno un anno accademico a tempo pieno (60 ECTS).

§ 9. Coloro che hanno frequentato questo corso per diventare consulenti di terzo livello, possono proseguire gli studi del Diritto Canonico, iscrivendosi al ciclo della Licenza in Diritto Canonico, salvo quanto previsto dall’art. 9, lett. a), con il riconoscimento dei singoli crediti di studi canonistici fatti in precedenza.

D. Autorizzazione dei programmi

I. La Licenza e il Dottorato in Diritto Canonico

Art. 29

Nelle Università o Facoltà Ecclesiastiche, canonicamente erette o approvate, i gradi accademici vengono conferiti per autorità della Santa Sede[19].

Art. 30

L’Ordinamento degli studi della Facoltà di Diritto Canonico deve definire i requisiti particolari per il conseguimento dei singoli gradi accademici, tenuto conto delle prescrizioni della Congregazione per l’Educazione Cattolica[20].

II. Altri titoli, non conferiti dall’autorità della Santa Sede

Art. 31

§ 1. Oltre ai gradi accademici canonici, le Facoltà possono conferire altri titoli, (p.e. Diploma), secondo la diversità delle Facoltà e l’Ordinamento degli studi nelle singole Facoltà.

§ 2. A tale scopo è necessario:

1° che la Congregazione per l’Educazione Cattolica abbia dato il nulla osta per il conferimento del rispettivo titolo;

2° che il rispettivo Ordinamento degli studi stabilisca la natura del titolo, indicando espressamente che non si tratta di un grado accademico conferito per autorità della Santa Sede;

3° che nello stesso Diploma si dichiari che il titolo di grado accademico non è conferito per autorità della Santa Sede.

§ 3. Il programma di studio per un Diploma corrisponde almeno a un anno accademico a tempo pieno (60 ECTS).

III. Corso di formazione con attestato

Art. 32

§ 1. Se una Facoltà offre un corso, senza dare un titolo né per autorità della Santa Sede né per autorità propria, deve certificare con un attestato lo svolgimento del programma formativo e il superamento dei relativi esami.

§ 2. Affinché una Istituzione accademica possa offrire un percorso formativo nel senso del § 1, ha bisogno della autorizzazione previa del Gran Cancelliere, che la conferisce per iscritto e informa la Congregazione per l’Educazione Cattolica di questo atto, allegando il curricolo di studi.

E. Qualità delle Istituzioni accademiche

Art. 33

Per rispondere alle nuove esigenze per la formazione dei canonisti e dei vari consulenti, le Istituzioni devono garantire la qualità accademica per offrire un vero servizio alla Chiesa.

Art. 34

Perciò è necessario, che:

1° i rispettivi Statuti e gli Ordinamenti degli studi siano aggiornati, applicando la normativa ecclesiastica della Costituzione Apostolica Veritatis gaudium e delle Ordinationes ad essa annesse, del Decreto Novo Codice e delle disposizioni della presente Istruzione;

2° i rispettivi Statuti e gli Ordinamenti degli studi siano sottoposti alla Congregazione per l’Educazione Cattolica per la debita approvazione;

3° le Istituzione accademiche assicurino la presenza del congruo numero di docenti, previsto dal diritto, che svolgano il loro ufficio a tempo pieno.

Art. 35

Spetta alla Conferenza episcopale o ad altra Assemblea della Gerarchia competente pianificare la presenza (numero e distribuzione) delle Istituzioni accademiche nel territorio. Prima di una eventuale erezione o approvazione di una nuova Facoltà di Diritto Canonico o di una Istituzione equiparata, nonché dell’eventuale approvazione di una aggregazione o l’incorporazione di un Istituto a una Facoltà di Diritto Canonico, la Congregazione per l’Educazione Cattolica chiede il suo parere.

Art. 36

Quando una Facoltà di Diritto Canonico o una Istituzione equiparata non adempie le condizioni richieste per la sua erezione o approvazione, spetta alla Congregazione per l’Educazione Cattolica, avvertito previamente il Gran Cancelliere e il Decano o Preside, secondo le circostanze e dopo aver sentito il parere del Vescovo diocesano o eparchiale e della Conferenza episcopale o di altra Assemblea della Gerarchia competente, prendere la decisione circa la sospensione dei diritti accademici, la revoca dell’approvazione come Facoltà ecclesiastica o Istituzione equiparata o la soppressione dell’Istituzione stessa.

F. Norma finale

Art. 37

Le Facoltà di Diritto Canonico e le Istituzioni equiparate, i Dipartimenti di Diritto Canonico e le Cattedre di Diritto Canonico nelle Facoltà di Teologia e nelle Università Cattoliche che vogliono costituire una Cattedra di Diritto Canonico nella Facoltà di Giurisprudenza devono adeguarsi alla presente Istruzione, con l’inizio dell’anno accademico 2019-2020.

Il Sommo Pontefice FRANCESCO ha approvato la presente Istruzione il 27 aprile 2018 e ne ha autorizzato la pubblicazione.

Roma, dalla Sede della Congregazione per l’Educazione Cattolica, il 29 aprile 2018, V Domenica di Pasqua, festa di Santa Caterina da Siena, Vergine e Dottore della Chiesa, Patrona d’Italia e d’Europa.

Giuseppe Card. Versaldi
Prefetto

Angelo Vincenzo Zani
Arciv. tit. di Volturno
Segretario

* * *

Allegato

Orientamenti di possibili contenuti per la formazione dei consulenti del secondo livello

Filosofia

    Il paradigma della natura umana

    Il paradigma della relazionalità: alterità, reciprocità e riconoscimento

Scienze sociali

    Modelli di famiglia e società

    Emancipazione femminile

    Trasformazioni delle relazioni coniugali, genitoriali e familiari

Teologia biblica

    Simboli nuziali nella Sacra Scrittura

Teologia dogmatica

    Antropologia teologica: creaturalità in dialogo

    Il sacramento del matrimonio

    La famiglia come chiesa domestica e la chiesa come famiglia di famiglie

Teologia morale e spirituale

    Persona, relazione e vocazione

    Primato del dono: la logica della gratuità

    Etica sessuale e delle relazione affettive

    Accogliere una nuova vita

    Discernimento spirituale e morale

    Curare e accompagnare le malattie

    Verso il tramonto

Diritto Canonico (almeno 12 ECTS)

    Diritto matrimoniale sostantivo

        - inseparabilità tra matrimonio naturale e sacramento

        - le proprietà del matrimonio

        - gli impedimenti

        - i vizi e difetti del consenso

        - la forma canonica

    Diritto matrimoniale processuale

        - i Tribunali della Chiesa

        - elementi di diritto processuale

        - il processo per la dichiarazione di nullità del matrimonio

        - i casi di scioglimento del matrimonio

Teologia pastorale familiare

    Fidanzamento

    Preparazione al matrimonio

    Vita coniugale e familiare

    Altre forme di unione e “famiglie ferite”

Psicologia

    Psicodinamica dei legami familiari

    Psicoterapia della coppia e della famiglia

    Psicologia e morale sessuale

___________________________________________

[1] Franciscus PP., Litterae Apostolicae Motu proprio datae Mitis Iudex Dominus Iesus, 15 augusti 2015, in Acta Apostolicae Sedis 107 (2015) 958-967. La Ratio procedendi [=RP] è riportato alle pp. 967-970.

[2] Franciscus PP., Litterae Apostolicae Motu proprio datae Mitis et misericors Iesus, 15 augusti 2015, in Acta Apostolicae Sedis 107 (2015) 946-954. La Ratio procedendi [=RP] è riportato alle pp. 954-957.

[3] Cf. Ioannes Paulus PP. II, Constitutio Apostolica Sacrae disciplinae leges, 25 ianuarii 1983, in Acta Apostolicae Sedis 75 (1983) pars II, p. XI.

[4] Cf. Congregazione per l’Educazione Cattolica, Incontro con i Decani e Presidi di tutte le Istituzioni di Diritto Canonico del mondo cattolico, Roma 20-21 ottobre 2016 in Educatio Catholica 2-3/4 (2016) 9-94.

[5] Franciscus PP., Constitutio Apostolica de studiorum Universitatibus et Facultatibus Ecclesiasticis Veritatis gaudium, 8 dicembris 2017 [= VG].

[6] Congregatio de Institutione Catholica, Ordinationes ad Constitutionem Apostolicam „Veritatis gaudium“ rite exsequendam, 27 dicembris 2017 [= OrdVG].

[7] Congregatio de Institutione Catholica, Decretum quo ordo studiorum in Facultatibus Iuris Canonici innovatur Novo Codice, 2 septembris 2002, in Acta Apostolicae Sedis 95 (2003) 281-285.

[8] Cf. can. 180, n. 6 CCEO.

[9] Pontificium Consilium de Legum Textibus, Instructio servanda a tribunalibus dioecesanis et interdioecesanis in pertractandis causis nullitatis matrimonii Dignitas connubii, 25 ianuarii 2005, in Communicationes 37 (2005) 11-92 [= DC].

[10] Normalmente anche l’avvocato dovrà possedere il titolo accademico (cf. can. 1483 CIC; 1141 CCEO).

[11] Art. 77 VG.

[12] Cf. art. 32 VG.

[13] Art. 4, § 3 Cost. Apost. Ex corde Ecclesiae; Art. 27, § 1 VG.

[14] Art. 4, § 3 Cost. Apost. Ex corde Ecclesiae; Art. 27, § 2 VG.

[15] Art. 78 VG.

[16] Art. 33, § 2 OrdVG.

[17] Art. 33, § 2 OrdVG.

[18] Art. 33, § 2 OrdVG.

[19] Art. 35 OrdVG.

[20] Art. 79, § 3 VG.

[00688-IT.01] [Testo originale: Italiano]

Traduzione in lingua francese

CONGREGATION POUR L’EDUCATION CATHOLIQUE

INSTRUCTION

Les études de droit canonique à la lumière de la réforme du procès matrimonial

Pour répondre aux nouvelles exigences formulées par lesMotu proprioMitis Iudex Dominus Iesus[1]etMitis et misericors Iesus[2]sur la réforme des procès canoniques pour les causes de déclaration de nullité de mariage, la Congrégation pour l’Éducation Catholique, en raison de sa compétence sur les Institutions universitaires d’études ecclésiastiques, publie cette Instruction afin de les encourager et de leur fournir des orientations pour les études de droit canonique.

Dans une première partie, elle commence par un regard d’ensemble sur la situation actuelle des Institutions qui enseignent le droit canonique dans l’Église. Elle met en évidence leurs ressources et leurs points critiques, et souligne l’importance de garantir la qualité universitaire de ces Institutions au service de l’Église.

Dans la perspective de la réforme des procès indiquée par les Motu proprio, une deuxième partie identifie, en plus des figures déjà prévues par les normes du droit canonique, les nouvelles figures qu’implique ladite réforme.

Une troisième partie propose quelques parcours de formation possibles, selon les divers niveaux de compétence nécessaires pour honorer les différentes fonctions.

La dernière partie de l’Instructioncontient les normes adressées aux Grands Chanceliers et aux autorités académiques des Institutions de droit canonique, des Facultés de Théologie et des Universités catholiques.

La présente Instruction est publiée après une large consultation et après avis favorable du Tribunal Suprême de la Signature Apostolique.

1. La situation actuelle des Institutions de Droit canonique

Les Institutions chargées d’enseigner le droit canonique dans l’Église universelle sont des Facultés, des Instituts ad instar Facultatis, des Institutssui iuris de 1er et de 2ème cycle, des Instituts agrégés ou incorporés à des Facultés de Droit canonique, tous érigés ou approuvés par le Saint-Siège.

Depuis longtemps, ces Institutions rendent un précieux service ecclésial[3], en répondant à des demandes toujours plus nombreuses. En accueillant les propositions concrètes contenues dans lesMotu proprio susmentionnés, une évaluation approfondie du nombre, de la consistance universitaire et de la capacité réelle de ces Institutions ecclésiastiques à répondre aux nouvelles exigences a été conduite[4].

Quant à leurs nature et finalités, les Institutions universitaires ecclésiastiques doivent mettre à jour leurs statuts, en appliquant le Décret Novo Codice, et les soumettre à l’approbation de la Congrégation pour l’Éducation Catholique, comme garantie de qualité et de reconnaissance des titres, y compris hors de la réalité ecclésiale.

Les enseignants constituent l’épine dorsale des Institutions universitaires. Ces dernières années, on enregistre la diminution de leur nombre, de même que l’augmentation de situations dans lesquelles nombre d’entre eux ne parviennent pas à assurer une continuité en raison d’engagements en d’autres offices ecclésiastiques onéreux ou en des activités inévitables de conseil externe (par exemple, au sein des tribunaux). Pour surmonter cette difficulté et assurer la présence d’enseignants à plein temps, on est contraint, en divers cas, de recourir au transfert de professeurs d’autres Institutspour de brèves périodes.

Quant aux étudiants, on note en général une diminution du nombre d’inscrits, ce qui, en certains cas, ne permet pas d’assurer une vie universitaire équilibrée. La présence croissante d’étudiants laïcs est un élément certes précieux et stimulant mais, par rapport au passé, ce facteur augmente la complexité de l’approche et de la gestion, surtout à cause des étudiants qui n’ont pas fait d’études théologiques, ce qui requiert une prise en compte approfondie.

Les programmes d’études (durée, mise en place des cours préparatoires pour remplir les critères d’accès aux études de droit canonique mais aussi des cours de second cycle) devront, eux aussi, être reconsidérés, surtout par rapport aux étudiants qui n’ont pas une formation philosophico-théologique adéquate. Dans ce contexte, on devra règlementer aussi les cours qui se déroulent sous la forme d’un enseignement à distance.

La Congrégation pour l’Éducation Catholique accompagne et soutient les Institutions dans leur mission première qui est de garantir la qualité des études de droit canonique, de préparer les futurs enseignants, d’investir davantage dans la recherche, d’éditer des publications et de promouvoir des colloques et des séminaires, y compris avec des participations externes. Une communication plus large pour faire connaître à l’extérieur le travail des Institutions ecclésiastiques et contribuer au débat culturel sur les thèmes propres au droit canonique est, en effet, souhaitable.

Pour atteindre ces objectifs, il est indispensable de valoriser les instruments normatifs qui existent: la Constitution Apostolique Veritatis gaudium[5], les Ordinationes annexes[6] et le Décret Novo Codice[7]où sont indiqués ce qui est requis pour garantir la qualité de l’enseignement du droit canonique tant dans les Facultés et les Instituts propres que dans les Facultés de Théologie. A ces instruments normatifs s’ajoutent les dispositions édictées par la présenteInstruction.

2. Personnes impliquées dans la mise en œuvre de la récente réforme du droit processuel

Les nouvelles dispositions des Motu proprio exigent une préparation différenciée des diverses figures appelées à œuvrer dans les tribunaux ecclésiastiques. En plus des offices déjà prévus par le Code de Droit Canonique, la réforme introduite par le Pape François indique des ressources supplémentaires de personnel pour garantir un service adéquat.

On peut mentionner des personnes qui interviennent, directement ou indirectement, dans le champ judiciaire ecclésial, aux différents niveaux d’activités connexes aux procès canoniques pour les causes de nullité matrimoniale:

- L’Evêque pour lequel le can. 378, § 1, n. 5 requiert «qu’il ait obtenu le doctorat ou au moins la licence en Écriture Sainte, en théologie ou en droit canonique dans un institut d’études supérieures approuvé par le Siège Apostolique, ou qu’il soit au moins vraiment compétent en ces matières[8]». L’exercice de l’office de juge dans leprocessus breviorpostule pour le moins, chez l’Evêque diocésain, une réelle connaissance de la discipline canonique quant au droit matrimonial et au procès matrimonial. La prudence devrait conseiller de garantir que certains des participants auprocessus breviorpossèdent le grade académique de la licence en droit canonique;

- L’instructeur ou auditeur, pour lequel est prévue l’approbation de l’Evêque modérateur, qui devrait briller par sa doctrine, sans exiger le grade académique (cf. can. 1428, § 2 CIC; can. 1093, § 2 CCEO) ;

- L’assesseur, pour lequel la récente réforme requiert une solide connaissance en sciences juridiques ou humaines (cf. can. 1673, § 4 CIC; can. 1359, § 4 CCEO) ;

- Le modérateur de la chancellerie du tribunal, qui doit être «de réputation intacte et au-dessus de tout soupçon» (cf. can. 483, § 2 CIC; can. 253, § 2 CCEO e art. 63 DC[9]);

- Le notaire(cf. can. 483, § 2 CIC ; can. 253, § 2 CCEO et art. 63 DC) ;

- Les experts: pour le traitement des causes d’incapacité psychique «maxime curandum est ut periti seligantur qui principiis anthropologiae christianae adhaereant» (art. 205, § 2 DC);

- Les avocats et les avocats stables, pour chacun desquels on demande qu’il soit «doctor in iure canonico, vel alioquin vere peritus» (can. 1483 CIC; cf. can. 1141 CCEO). On n’exclut pas que la norme, qui règle l’accès au rôle des avocats auprès d’un tribunal déterminé ou même seulement l’accès à l’assistance judiciaire dans un tribunal déterminé, requière le grade académique du doctorat ou de la licence en droit canonique. Le can. 1483 CIC et le can. 1141 CCEO déterminent, en effet, seulement le minimum requis pour la qualification d’avocat. Le modérateur du tribunal, en absence du grade académique, devra vérifier soigneusement si l’avocat est en possession d’une véritable expérience judiciaire que d’ordinaire seul le grade académique assure;

- Les conseillers, dont parlent l’art. 113, § 1 DC et les articles 2-5 de laRatio procedendiannexée auMotu proprio, par rapport à l’enquête préliminaire à la présentation du libelle introductif à la demande de nullité. Selon l’article 3 RP, l’enquête «sera confiée par l’Ordinaire du lieu à des personnes jugées idoines dotées de compétences non exclusivement juridiques et canoniques». Il est opportun que, au moins pour la phase finale de cette enquête, participe une personne, vraiment experte en droit matrimonial canonique, qui soit en mesure d’établir s’il y a ou pas des motifs de nullité.

Les conseillers impliqués dans les divers rôles des procès en déclaration de nullité du mariage peuvent être utilement regroupés en trois catégories, pour reprendre l’image, conforme et réaliste, de cercles concentriques de consultations nécessaires et successives, toujours plus approfondies:

- les curés et d’autres personnes «dotées de compétences non exclusivement juridiques et canoniques» (art. 3 RP, premier alinéa). On entrevoit, parmi ces conseillers, ceux qui ont l’occasion qualifiée d’une première approche avec des personnes potentiellement intéressées par la vérification de la nullité de leur mariage. Ils pourraient être dénommés (les dénominations ont une certaine importance) conseillers de premier niveau;

- Les membres d’une «structure stable» (art. 3 RP, deuxième alinéa): clercs, religieux ou laïcs, qui œuvrent parmi les services destinés aux familles. Ce niveau de conseil et d’accompagnement pastoral et psychologique a aussi pour but de préciser si, en réalité, émerge des motifs et des preuves suffisantes pour introduire une cause de nullité et ne pas l’engager de manière hasardeuse. Il s’agit deconseillers de deuxième niveau;

- Les avocats(art. 4 RP): cette dernière phase de conseil, si elle est positive, s’achève par la présentation du libelle au tribunal, pour lequel l’avocat aide à identifier les éléments substantiels et de preuve utiles, à recueillir les preuves déjà disponibles, à entendre, le cas échéant, l’avis de l’autre partie et à tout préparer pour l’introduction de la cause. Ils sont lesconseillers de troisième niveau.

La liste des offices n’aplatit pas sur un même niveau l’épaisseur de préparation requise par la diversité des personnes qui doivent les occuper, mais la diversité des rôles exige une différenciation de parcours de formation selon les différentes catégories indiquées. Leur profil pastoral et professionnel est surtout garanti par une formation universitaire adéquate, en relation aux diverses missions à accomplir.

3. Perspectives et parcours de formation

Cette Instruction confirme la norme canonique en vigueur (cf. art. 6 VG et art. 8 OrdVG), selon laquelle seul le grade académique de licence en droit canonique, obtenu auprès d’une Institution de droit canonique érigée ou approuvée par le Saint-Siège, habilite à assumer les offices suivants: vicaire judiciaire (can. 1420, § 4 CIC ; can. 1086, § 4 CCEO), vicaire judiciaire adjoint (can. 1420, § 4 CIC ; can. 1086, § 4 CCEO), juge (can. 1421, § 3 CIC ; can. 1087, § 3 CCEO), promoteur de justice (can. 1435 CIC ; can. 1099, § 2 CCEO) et défenseur du lien (can. 1435 CIC ; can. 1099, § 2 CCEO)[10]. A cet égard, cetteInstructionn’innove en rien.

La loi ecclésiastique ne requiert pas obligatoirement pour tous les offices le grade académique, mais ceci ne signifie pas qu’il soit interdit ni qu’en certains cas il ne soit pas nécessaire ou souhaitable.

Évaluer – à partir des circonstances de lieu, de temps ou de la seule cause – si le titulaire d’un des offices judiciaires peut accomplir sa propre mission sans le grade académique en droit canonique, dans les cas où est requis par le droit le grade académique obligatoire, est laissé à la responsabilité de l’Evêque diocésain (et respectivement de l’Evêque modérateur et, pour ce qui regarde ses compétences, du vicaire judiciaire).

Pour donner un exemple, on devrait distinguer entre les assesseurs du juge unique que souhaite le can. 1673, § 4 CIC (« ubi fieri possit» ; cf. aussi can. 1359, § 4 CCEO) et l’instructeur et l’assesseur dans leprocessus brevior(cf. can. 1685-1687, § 1 CIC ; 1371-1373 CCEO). Alors que les premiers pourraient aussi opérer raisonnablement sans le grade académique, en conseillant le juge unique surtout relativement à la réalité des faits, les seconds, en revanche, du fait qu’ils doivent conduire l’unique session d’enquête et conseiller l’Evêque diocésain, peuvent difficilement remplir leur mission dans des causes, même de difficulté moyenne, sans posséder le grade académique.

Dans ce cas, il revient à la prudence de l’Evêque diocésain ou, respectivement, de l’Evêque modérateur ou du vicaire judiciaire, d’accomplir un discernement correct. Il s’agit d’un aspect de lasubsidiarité que la loi impose et envers laquelle il faut être responsable. Les organismes du Saint-Siège compétents ont le devoir impératif de promouvoir et de soutenir cette responsabilité.

A. Objectifs généraux

Se fondant sur l’expérience des décennies passées et considérant la réalité dans laquelle l’Église vit aujourd’hui, la Congrégation pour l’Éducation Catholique, compétente pour la formation universitaire, sur sollicitation du Conseil Pontifical pour les Textes Législatifs et en étroite collaboration avec le Tribunal Suprême de la Signature Apostolique, indique, par cetteInstruction, aux Évêques diocésains, aux Évêques modérateurs d’un tribunal interdiocésain et aux Églises particulières, certainsobjectifs généraux à garder à l’esprit dans la perspective de préparer le personnel adéquat pour la pratique judiciaire:

- considérer les exigences d’une formation diversifiée pour l’activité judiciaire dans les tribunaux ecclésiastiques et pour l’activité préparatoire, au moins de conseil de troisième niveau ;

- élaborer des normes qui offrent aux Évêques, aux tribunaux et aux Institutions universitaires des indications utiles pour la formation de ceux qui s’occupent du conseil de premier et de deuxième niveau;

- encourager les Institutions universitaires pour qu’elles proposent un module équilibré decurriculum studiorum, adapté à ces exigences de formation;

- ordonner les dénominations tant des cours que des diplômes reconnus;

- déterminer des formes de contact entre les nouveaux types de formation et les cours universitaires en vue des titres afin que les premiers soient destinés non pas à déprécier les seconds, mais à les promouvoir et à les favoriser.

La tâche d’assurer la formation des agents auprès des tribunaux ecclésiastiques incombe d’abord aux Institutions universitaires compétentes pour conférer les grades académiques requis par le droit pour les différents offices ou missions (vicaire judiciaire, vicaire judiciaire adjoint, juge, défenseur du lien et promoteur de justice). Avoir des tribunaux ecclésiastiques dotés d’un personnel suffisant et bien préparé n’est pas un luxe. Le bien des âmes exige une formation profonde qui est la mission primordiale des Institutions universitaires.

B. Parcours de formation

Pour répondre à la nécessité urgente d’avoir un plus grand nombre de clercs, laïcs et religieux bien formés en droit canonique, même s’ils ne sont pas (encore) en possession d’un grade de licence ou de doctorat, qui soient capables de pourvoir à la pénurie de personnels compétents en de très nombreux diocèses du monde, on propose quelques parcours de formation possibles.

a)Les Facultés de Droit canonique et les Institutions équivalentes. En plus du parcours de formation pour la licence et le doctorat en droit canonique, ces Institutions érigées ou approuvées par le Saint-Siège peuvent programmer des cours brefs et d’autres plus consistants (y compris avec la remise d’une attestation) pour des opérateurs pastoraux appelés à intervenir dans la phase préliminaire du procès de déclaration de nullité du mariage ou pour les figures impliquées dans le procès lui-même, pour lesquelles le grade académique n’est pas requis par la loi universelle canonique ou pour ceux qui œuvrent en d’autres secteurs où le droit canonique joue un rôle. L’obtention d’un diplôme peut constituer une raison pour que l’Evêque modérateur du tribunal puisse demander au Saint-Siège la dispense pour exercer les offices pour lesquels est prévu le grade académique de licence en droit canonique.

b) Les Départements de Droit canonique. Pour répondre aux exigences susmentionnées, et surtout pour la formation des conseillers de deuxième niveau, il est possible d’instituer auprès des Facultés de Théologie des Départements de Droit canonique, selon les normes indiquées ci-après, dans cette Instruction.

c) Les chaires de droit canonique. Dans les Facultés de Théologie, il existe déjà des chaires de droit canonique. Auprès des Facultés de Droit qui existent au sein des Universités catholiques peuvent être instituées des chaires de droit canonique ayant pour finalité d’offrir des cours de formation, surtout pour les conseillers de premier niveau. Il est souhaitable que les chaires de droit canonique coopèrent, dans le cadre de la recherche scientifique, avec les Facultés de Droit des Universités d’État.

La Congrégation pour l’Éducation Catholique juge nécessaire d’adapter les Institutions universitaires ecclésiastiques de Droit canonique aux nouvelles exigences afin de garantir la qualité professionnelle et le sérieux de ceux qui travaillent auprès des tribunaux ecclésiastiques, en assurant un niveau adéquat de formation juridique dans l’Église. La nécessité d’un personnel bien formé dans les divers champs des sciences canoniques doit encourager les Évêques à investir dans ce service ecclésial en envoyant des clercs et, si possible, des laïcs aussi, étudier le droit canonique.

La réforme processuelle voulue par le Pape François attire l’attention surtout sur le bon fonctionnement des tribunaux, dans les Églises particulières, et sur la qualité du travail auquel on confie la certification de l’un des biens les plus précieux, inhérent à la réalisation de la vocation matrimoniale.

Toutefois, on souhaite souligner qu’il est extrêmement urgent d’avoir des canonistes bien préparés non seulement en matière matrimoniale mais aussi en de nombreux autres secteurs de la vie ecclésiale parmi lesquels le service dans l’administration des curies diocésaines.

De manière générale, il convient de rappeler que, pour atteindre la finalité de préparer et d’«instruire à fond dans les disciplines canoniques les étudiants, pour qu’ils soient formés à la recherche et à l’enseignement et soient également capables d’assumer des charges ecclésiastiques particulières[11]», on doit identifier des options adéquates qui répondent aux exigences nouvelles et urgentes. Dans cette perspective, sont établies les normes suivantes.

4. Normes

A. Principes généraux

I. Critères pour un parcours de formation académique

Face aux nouvelles exigences et à la lumière de la réforme du procès matrimonial, des initiatives en vue de l’information et de la formation, distinctes entre elles, sont à prendre.

Par cetteInstruction, la Congrégation pour l’Éducation Catholique encourage les Institutions universitaires ecclésiastiques à offrir des curricula d’études pour la formation académique de canonistes et de conseillers bien qualifiés.

Les éléments essentiels pour un parcours de formation qui doivent être insérés, par les Institutions compétentes, dans un curriculum spécifique ou dans le programme d’études, sont les suivants:

1 critères d’accès définis: titre d’études nécessaire à l’admission dans une Université civile de son propre pays ou de la région où se trouve la Faculté ; autres titres académiques éventuellement nécessaires et autres conditions nécessairement requises pour entreprendre le curriculum d’études, y compris quant à la connaissance des langues anciennes ou modernes[12];

2 modalité d’enseignement et d’apprentissage définie en cohérence avec le cadre des qualifications (Qualifications framework) du Saint-Siège;

3 curricula définis avec la description des cours, selon les figures et les missions professionnelles et spécifiques, ainsi que les informations sur le programme et l’indication des ECTS (la charge de travail d’un étudiant correspond à 30 ECTS pour un semestre à temps plein);

4 vérification de l’acquisition des compétences grâce à des épreuves appropriées décrites dans le curriculum;

5 certification des examens;

6 remise d’une attestation ou d’un diplôme, ainsi que du Diploma supplement, aux étudiants qui ont achevé le parcours de formation.

II. La compétence des Institutions universitaires pour les cours de formation

La compétence pour la formation académique des canonistes et de tous ceux qui exercent une activité dans le milieu judiciaire (cf. art. 9-19) et des conseillers (cf. art. 20-28) appartient aux Institutions universitaires ecclésiastiques respectives et, restant sauf ce qui est établi pour les ministres des tribunaux, aux chaires de droit canonique, si elles existent, dans les Facultés de Droit au sein des Universités catholiques.

Une Institution universitaire qui veut offrir des programmes d’enseignement supérieur doit être autorisée par l’autorité ecclésiastique compétente (cf. art. 29-32).

Les différents cours offerts par une Institution non-universitaire peuvent être reconnus à condition que l’Institution universitaire compétente en garantisse et certifie le niveau d’enseignement supérieur.

B. Institutions universitaires

I. Facultés de Droit canonique et Institutions équivalentes

Art. 1

La Faculté de Droit canonique, l’Institutad instar Facultatis, l’Institutsui iuris, l’Institut agrégé, l’Institut incorporé, canoniquement érigé ou approuvé par la Congrégation pour l’Éducation Catholique, ont le droit de conférer le grade académique de licence et/ou de doctorat en droit canonique.

Art. 2

Restant sauves les normes qui existent pour les Instituts agrégés et incorporés, un Institut agrégé doit avoir au moins trois enseignants stables avec le grade académique de docteur en droit canonique. Un Institut incorporé doit avoir au moins quatre enseignants stables avec le grade académique de docteur en droit canonique. La Faculté de Droit canonique et l’Institutad instar Facultatisdoivent avoir un nombre minimum de cinq enseignants stables.

II. Département de Droit canonique

Art. 3

§ 1.Au sein d’une Faculté de Théologie peut être institué un Département de Droit canonique, avec un nombre suffisant d’enseignants, comme structure universitaire qui développe une aire spécifique d’enseignement ou de recherche et qui offre aux étudiants une aide personnelle plus attentive, surtout pour la formation des conseillers de deuxième niveau.

§ 2. L’érection d’un Département de Droit canonique qui, outre le directeur, ait un enseignant stable, nécessite la modification des statuts de la Faculté de Théologie et l’approbation de la Congrégation pour l’Éducation Catholique.

Art. 4

§ 1. Un directeur préside le Département.

§ 2. Le directeur du Département doit être un enseignant stable, ordinaire ou extraordinaire, de droit canonique au sein de la Faculté de Théologie.

§ 3. Les autres conditions requises et la procédure pour la nomination du directeur du Département sont réglées par les statuts.

§ 4. Il revient au directeur du Département, en vertu des facultés qui lui sont habituellement déléguées par le Doyen, de diriger les activités académiques du Département, de promouvoir l’unité d’intentions entre les enseignants du Département et leur relation tant avec la Faculté de Théologie qu’avec les structures académiques de l’Université dans lesquelles ils enseignent.

§ 5. Le directeur du Département dépend du Doyen de la Faculté et lui répond pour tout ce qui concerne l’exercice de ses fonctions.

Art. 5

§ 1. Les autres enseignants stables du Département sont assignés par la Faculté de Théologie.

§ 2. Le Département peut avoir aussi un nombre suffisant d’enseignants chargés de cours, assistants et d’autres collaborateurs nécessaires.

§ 3. Si un enseignant chargé de cours ne peut être embauché de manière stable, on doit s’assurer qu’il dispose du temps suffisant pour se consacrer à son cours.

§ 4. Une condition nécessaire pour être enseignant dans le Département de Droit canonique est le grade académique du doctorat en droit canonique.

§ 5. Une condition nécessaire pour être assistant dans le Département de Droit canonique est le grade académique de licence en droit canonique.

III. Chaire de droit canonique

Art. 6

L’expression «chaire de droit canonique» signifie qu’un cours de cette discipline est enseigné par un professeur stable ordinaire, ou au moins extraordinaire, en ayant le grade académique du doctorat en droit canonique.

Art. 7

Pour le premier cycle d’une Faculté de Théologie est requis au moins un enseignant stable pour l’enseignement et la recherche en droit canonique.

Art. 8

§ 1. Le droit canonique devrait faire partie de l’enseignement et de la recherche au sein d’une Faculté de Droit civil d’une Université catholique.

§ 2. Dans les termes autorisés par la législation de l’État concerné, un cours de droit canonique devrait être inclus dans le programme d’études, au moins en tant que matière optionnelle.

§ 3. Ceux qui enseignent les disciplines concernant la foi et les mœurs doivent recevoir, après avoir émis la profession de foi (cf. can. 833, n. 7 CIC), la mission canonique de la part du Grand Chancelier ou de son délégué ; c’est qu’ils n’enseignent pas de leur propre autorité, mais en vertu de la mission reçue de l’Église[13].

§ 4. Tous les enseignants, avant que ne leur soit conférée une charge stable ou avant qu’ils ne soient promus à l’ordre académique le plus élevé, selon les précisions qui figurent dans les statuts, ont besoin dunihil obstatdu Saint-Siège[14].

C. Programmes de formation

I. Licence et doctorat en droit canonique, diplôme en droit matrimonial et processuel, autres cours universitaires en droit canonique

1.Formation pour l’obtention de la licence et du doctorat en droit canonique

Art. 9[15]

Le programme d’études en Faculté de droit canonique comprend :

a) Le premier cycle, d’une durée de deux années ou quatre semestres (120 ECTS), pour ceux qui n’ont pas une formation philosophique et théologique, sans aucune exception pour ceux qui ont déjà un titre académique en droit civil. Dans ce cycle, on se consacre à l’étude des institutions de droit canonique ainsi qu’aux disciplines philosophiques et théologiques qu’exige une formation canonique supérieure ;

b) Le deuxième cycle, d’une durée de trois années ou six semestres (180 ECTS), consacré à une étude plus approfondie de l’ordonnancement canonique dans toutes ses expressions normatives, jurisprudentielles, doctrinales et pratiques, et principalement des Codes de l’Église latine ou des Églises Orientales à travers l’étude complète de ses sources, tant magistérielles que disciplinaires, auquel on ajoutera l’étude des matières affines ;

c) Le troisième cycle, d’une durée convenable, durant lequel on perfectionne la formation scientifique, spécialement à travers l’élaboration de la thèse de doctorat.

Art. 10

§ 1. Le programme d’études pour le deuxième cycle devra définir quelles disciplines (principales et auxiliaires) sont obligatoires et doivent être fréquentées par tous, et lesquelles sont libres ou à option.

§ 2. Si les besoins locaux ou personnels le conseillent, on peut prévoir, parmi les cours optionnels, un parcours qui permette aux étudiants une plus grande compétence dans le champ judiciaire ou d’autres parcours, par exemple l’enseignement.

Art. 11

Le programme d’études pour le troisième cycle peut prévoir que le perfectionnement de la formation scientifique, en plus de la dissertation de doctorat, se déroule avec un programme d’études de spécialisation en jurisprudence (au moins 60 ECTS) pour ceux qui sont destinés aux tribunaux ecclésiastiques ou de spécialisation en d’autres disciplines du droit canonique, selon les besoins de l’Église particulière ou universelle.

2.Formation pour l’obtention d’un diplôme en droit matrimonial et processuel

Art. 12

§ 1.La Faculté de Droit canonique et les Institutions équivalentes peuvent prévoir un programme d’études pour l’obtention d’un diplôme en droit matrimonial et processuel.

§ 2. Un tel diplôme n’est pas un titre habilitant aux offices que les normes canoniques réservent à ceux ayant obtenu le grade académique de licence en droit canonique (vicaire judiciaire, vicaire judiciaire adjoint, juge, défenseur du lien et promoteur de justice). En revanche, ce peut être un titre suffisant pour que l’Evêque modérateur du tribunal puisse demander au Tribunal Suprême de la Signature Apostolique la dispense pour que la personne ayant obtenu le diplôme puisse exercer les offices susmentionnés, dispense qui sera concédée ou refusée compte tenu des normes canoniques, de la situation du tribunal et de toutes les circonstances de fait (cf. can. 90, § 1 CIC ; can. 1536, § 1 CCEO).

Art. 13

§ 1. Le programme d’études doit prévoir un cours consacré à l’étude du droit matrimonial et du droit processuel du Code de Droit Canonique ou du Code des Canons des Églises Orientales, à travers l’étude complète de ses sources, tant magistérielles que disciplinaires, auquel on ajoutera l’étude des matières affines.

§ 2. Le programme d’études doit comprendre,au minimum, le Livre I, le Livre IV, partie I, titre VII et le Livre VII du CIC ou le titre XVI, chapitre VII, les titres XIX-XXI, les titres XXIV-XXVI, les titres XXIX et XXX du CCEO. En outre, tous les autres documents qui traitent du mariage et des procès.

§ 3. La formation pour l’obtention d’un diplôme dure au moins une année universitaire à plein temps (60 ECTS).

Art. 14

Le programme d’études peut prévoir aussi d’autres cours du cycle de licence en droit canonique pour obtenir une formation plus complète.

Art. 15

Une partie des cours peut se dérouler sous la forme d’enseignements à distance si le programme d’études, approuvé par la Congrégation pour l’Éducation Catholique, le prévoit et en détermine les conditions, en particulier quant aux examens[16].

Art. 16

Ceux qui ont entrepris cette formation peuvent poursuivre les études de droit canonique en s’inscrivant en deuxième cycle, restant sauf ce qui est prévu par l’art. 9, a). Les crédits de leurs précédentes études de droit canonique leur seront reconnus.

3.Formation pour certaines activités dans le cadre judiciaire

Art. 17

§ 1. La Faculté de Droit canonique et les Institutions équivalentes ont la compétence de former aussi les autres personnes qui travaillent dans les tribunaux ecclésiastiques pour lesquels le droit ne prévoit pas comme requis le grade académique de licence en droit canonique (Evêque, instructeur/auditeur, assesseur, modérateur de la chancellerie du tribunal, notaire, expert).

§ 2. La participation à ce programme d’études habilite à assumer les rôles correspondants selon les normes canoniques particulières.

Art. 18

Le programme d’études pour ce niveau doit prévoir un cours consacré à l’étude des principes fondamentaux du droit matrimonial et du droit processuel du Code de Droit Canonique ou du Code des Canons des Églises Orientales.

Art. 19

Le programme d’études peut aussi prévoir d’autres cours complémentaires.

II. Formation des conseillers

1. Conseillers de premier niveau : curés et autres, dans le cadre paroissial

Art. 20

§ 1. La chaire de droit canonique dans la Faculté de Théologie ou dans la Faculté de Droit civil au sein d’une Université catholique a la compétence pour former les conseillers de premier niveau auxquels les fidèles peuvent s’adresser pour trouver une aide spirituelle et juridique à propos de la validité du lien matrimonial.

§ 2. La participation à ce programme d’études habilite à assumer les rôles correspondants conformément aux normes canoniques particulières.

Art. 21

§ 1. Pour s’assurer que les étudiants de premier cycle d’une Faculté de Théologie et d’un Institut Théologique affilié aient une connaissance suffisante du droit canonique, on établira une durée minimale d’au moins 3 semestres (au moins 9 ECTS) d’études du droit canonique, en consacrant au moins un semestre au droit matrimonial et processuel (au moins 3 ECTS). Avec les adaptations requises, les mêmes critères devront être adoptés dans le cas d’un Institut Théologique non affilié d’un Grand Séminaire, qui n’octroie pas de grade académique.

§ 2. Dans cette perspective, la Faculté de Théologie, l’Institut Théologique affilié et l’Institut Théologique non affilié doivent mettre à jour leurs programmes d’études.

Art. 22

§ 1. La chaire de droit canonique offre aussi, pour les conseillers de premier niveau, des cours de formation permanente afin qu’ils puissent conseiller efficacement les normes du droit matrimonial et processuel.

§ 2. En coopération avec d’autres chaires de théologie, le programme d’études peut prévoir aussi d’autres cours complémentaires.

2. Conseillers de deuxième niveau : collaborateurs d’une structure stable

Art. 23

§ 1. La Faculté de Théologie, dans laquelle se trouve un Département de Droit canonique, s’il n’existe pas une Faculté de Droit canonique ou une Institution équivalente dans la même Université, a la compétence pour former les conseillers de deuxième niveau auxquels, au sein d’une structure stable, les fidèles peuvent s’adresser pour trouver une aide surtout pastorale, juridique et psychologique, dans les cas où les conjoints se trouvent en difficulté, ou bien sont séparés ou divorcés, et recherchent l’aide de l’Église.

§ 2. Pour leur formation, un Diplôme en Consultation matrimoniale et familiale est offert comme curriculum d’études qui aidera en vue d’un accompagnement et d’un discernement pastoral.

§ 3. La participation à ce curriculum habilite à assumer les rôles correspondants selon les normes canoniques particulières. En revanche, il n’habilite pas à être inscrit au rôle des avocats ou à l’assistance judiciaire, restant sauves toutes les normes canoniques et les règlements universels et particuliers qui régissent l’inscription au rôle des avocats et l’accès à l’assistance judiciaire auprès des tribunaux.

Art. 24

§ 1. Le programme d’études doit prévoir des cours consacrés à l’étude des principes fondamentaux du droit matrimonial et du droit processuel du Code de Droit Canonique ou du Code des Canons des Églises Orientales (pour au moins 12 ECTS), des cours consacrés à l’étude des principes de la théologie du mariage et de la famille, de la théologie morale familiale, de la spiritualité conjugale et de la théologie pastorale, ainsi que des cours consacrés à l’étude des principes de la psychologie sexuelle et familiale, fondée sur l’anthropologie chrétienne.

§ 2. Le programme d’études peut prévoir d’autres cours complémentaires.

§ 3. Le programme d’études prévoit aussi un mémoire et un examen de fin de curriculum.

Art. 25

La formation des conseillers de deuxième niveau dure au moins une année universitaire à plein temps (60 ECTS).

Art. 26

Une partie des cours peut se dérouler sous la forme d’enseignements à distance si le programme d’études, approuvé par la Congrégation pour l’Éducation Catholique, le prévoit et en détermine les conditions, en particulier quant aux examens[17].

3.Conseillers de troisième niveau : les avocats

Art. 27

La Faculté de Droit canonique et les Institutions équivalentes sont compétentes pour former les conseillers de troisième niveau, à savoir les avocats qui aident, dans la dernière phase de consultation, à introduire la cause au tribunal compétent.

Art. 28

§ 1. Pour former les avocats qui, à cause des situations locales, exceptionnellement n’ont pas un grade académique en droit canonique, mais doivent acquérir une authentique expérience en droit canonique (cf. can. 1483 CIC ; 1141 CCEO), la Faculté de Droit canonique et les Institutions équivalentes peuvent offrir un Diplôme en droit matrimonial et processuel.

§ 2. Un tel Diplôme n’est pas un titre qui habilite au rôle des avocats que les normes canoniques réservent généralement à ceux qui ont obtenu le grade académique du doctorat en droit canonique. Il constitue plutôt un titre pour que l’Evêque modérateur du tribunal puisse évaluer de manière adéquate si le candidat estvere perituspour pouvoir être inscrit au rôle des avocats.

§ 3. Le programme d’études doit prévoir un cours consacré à l’étude du droit matrimonial et du droit processuel du Code de Droit Canonique ou du Code des Canons des Églises Orientales, à travers l’étude complète de ses sources, tant magistérielles que disciplinaires, auquel on ajoutera l’étude des matières affines.

§ 4. Le programme d’études doit comprendre, au minimum, le Livre I, le Livre IV, partie I, titre VII, et le Livre VII du CIC ou le titre XVI, chapitre VII, les titres XIX-XXI, les titres XXIV-XXVI, les titres XXIX et XXX du CCEO, ainsi que tous les autres documents qui concernent le mariage et les procès.

§ 5. Pour ceux qui ont déjà un grade académique en droit civil, mais qui n’ont pas encore une formation philosophique et théologique, le programme d’études doit prévoir au moins un cours d’ecclésiologie et de théologie sacramentaire générale et matrimoniale.

§ 6. Le programme d’études peut prévoir aussi d’autres cours du cycle de licence en droit canonique pour parvenir à une formation plus complète.

§ 7. Une partie des cours peut se dérouler sous la forme d’enseignements à distance si le programme d’études, approuvé par la Congrégation pour l’Éducation Catholique, le prévoit et en détermine les conditions, en particulier quant aux examens[18].

§ 8. La formation des conseillers de troisième niveau dure au moins une année universitaire à plein temps (60 ECTS).

§ 9. Ceux qui ont fréquenté ce cours pour devenir conseiller de troisième niveau peuvent poursuivre les études de droit canonique, en s’inscrivant en cycle de licence en droit canonique, restant sauf ce qui est prévu à l’article 9, a), avec la reconnaissance des crédits obtenus précédemment pour les cours de droit canonique.

D. Autorisation des programmes

I. La licence et le doctorat en droit canonique

Art. 29

Dans les Universités ou dans les Facultés ecclésiastiques, canoniquement érigées ou approuvées, les grades académiques sont conférés par l’autorité du Saint-Siège[19].

Art. 30

Le programme d’études de la Faculté doit définir les exigences particulières requises pour l’obtention de chaque grade académique, compte tenu des prescriptions de la Congrégation pour l’Éducation Catholique[20].

II. Autres titres non conférés par l’autorité du Saint-Siège

Art. 31

§ 1. En plus des grades académiques, les Facultés peuvent conférer d’autres titres (par exemple, un Diplôme), selon la diversité des Facultés et leur programme d’études.

§ 2. À cette fin, il est nécessaire que :

1 la Congrégation pour l’Éducation Catholique ait donné sonnihil obstatpour que ledit titre puisse être conféré ;

2 le programme d’études établisse la nature du titre, en indiquant expressément qu’il ne s’agit pas d’un grade académique conféré par l’autorité du Saint-Siège ;

3 le certificat déclare que le titre n’est pas conféré par l’autorité du Saint-Siège.

§ 3. Le programme d’études pour un Diplôme dure au moins une année universitaire à plein temps (60 ECTS).

III. Cours de formation avec attestation

Art. 32

§ 1. Si une Faculté offre un cours, sans donner un titre ni par l’autorité du Saint-Siège ni par sa propre autorité, elle doit certifier, par une attestation, l’accomplissement du programme de formation et la validation des examens.

§ 2. Pour qu’une Institution universitaire puisse offrir un parcours de formation au sens du § 1, elle a besoin de l’autorisation préalable du Grand Chancelier, qui la confère par écrit et informe la Congrégation pour l’Éducation Catholique de cet acte, en joignant le programme d’études.

E. Qualités des Institutions universitaires

Art. 33

Pour répondre aux nouvelles exigences pour la formation des canonistes et des divers conseillers, les Institutions doivent garantir la qualité académique en vue d’offrir un véritable service à l’Église.

Art. 34

Pour cela, il est nécessaire que :

1° les statuts et les programmes d’études soient mis à jour, en application des normes ecclésiastiques, surtout le DécretNovo Codiceet les dispositions de la présenteInstruction;

2° les statuts et les programmes d’études soient soumis à l’approbation de la Congrégation pour l’Éducation Catholique;

3° les Institutions universitaires assurent la présence d’un nombre suffisant d’enseignants, prévu par le droit, qui accomplissent leur office à plein temps.

Art. 35

Il revient à la Conférence épiscopale ou à une autre Assemblée de la hiérarchie compétente de planifier la présence (nombre et distribution) des Institutions universitaires sur son territoire. Avant l’éventuelle érection ou approbation d’une nouvelle Faculté de Droit canonique ou d’une Institution équivalente, de même qu’avant l’éventuelle approbation d’une agrégation ou d’une incorporation d’un Institut à une Faculté de Droit canonique, la Congrégation pour l’Éducation Catholique sollicite son avis.

Art. 36

Quand une Faculté de Droit canonique ou une Institution équivalente ne remplit plus les conditions requises pour son érection ou son approbation, il appartient à la Congrégation pour l’Éducation Catholique, après avoir averti le Grand Chancelier et le Doyen ou le Président selon les circonstances, et après avoir recueilli l’avis de l’Evêque diocésain ou de l’Éparque et de la Conférence épiscopale ou d’une autre Assemblée de la hiérarchie compétente, de prendre la décision quant à la suspension des droits académiques, quant à la révocation de l’approbation comme Faculté ecclésiastique ou comme Institution équivalente, ou quant à la suppression de l’Institution.

F. Norme finale

Art. 37

Le Facultés de Droit canonique et les Institutions équivalentes, les Départements de Droit canonique et les chaires de droit canonique dans les Facultés de Théologie et dans les Universités catholiques qui veulent constituer une chaire de droit canonique au sein de la Faculté de Droit doivent se conformer à la présente Instruction au début de l’année universitaire 2019-2020.

Le Souverain Pontife FRANÇOIS a approuvé la présente Instruction, le 27 avril 2018, et en a autorisé la publication.

Rome, au siège de la Congrégation pour l’Éducation Catholique, le 29 avril 2018, cinquième dimanche de Pâques, en la fête de sainte Catherine de Sienne, vierge et docteur de l’Eglise, patronne de l’Italie et de l’Europe,

Giuseppe Cardinal VERSALDI
Préfet

Angelo Vincenzo ZANI
Archevêque titulaire de Volturno
Secrétaire

* * *

Annexe

Orientations de contenus possibles pour la formation des conseillers de deuxième niveau

Philosophie

Le paradigme de la nature humaine

Le paradigme de la relation: altérité, réciprocité et reconnaissance

Sciences sociales

Modèles de famille et société

Émancipation féminine

Transformations des relations conjugales, parentales et familiales

Théologie biblique

Symboles nuptiaux dans la Sainte Écriture

Théologie dogmatique

Anthropologie théologique : l’état de créature en dialogue

Le sacrement de mariage

La famille comme Église domestique et l’Église comme famille de familles

Théologie morale et spirituelle

Personne, relation et vocation

Primat du don: la logique de la gratuité

Éthique sexuelle et des relations affectives

Accueillir une nouvelle vie

Discernement spirituel et moral

Soigner et accompagner les maladies

Vers le crépuscule

Droit canonique (au moins 12 ECTS)

Droit du mariage: exposé des normes substantielles

- inséparabilité du mariage naturel et du sacrement

- les propriétés du mariage

- les empêchements

- les vices et les défauts du consentement

- la forme canonique

Droit matrimonial processuel

- les tribunaux de l’Église

- éléments de droit processuel

- le procès pour la déclaration de nullité de mariage

- les cas de dissolution du mariage

Théologie pastorale familiale

Fiançailles

Préparation au mariage

Vie conjugale et familiale

Autres formes d’union et “familles blessées”

Psychologie

Psychodynamique des liens familiaux

Psychothérapie du couple et de la famille

Psychologie et morale sexuelle

_________________________

[1] François, Lettre apostolique en forme de Motu ProprioMitis Iudex Dominus Iesus(15 août 2015),Acta Apostolicae Sedis107 (2015) 958-967. LaRatio procedendi[=RP] se trouve aux pp. 967-970.

[2] François, Lettre apostolique en forme de Motu ProprioMitis et misericors Iesus(15 août 2015), Acta Apostolicae Sedis107 (2015) 946-954. LaRatio procedendi[=RP] se trouve aux pp. 954-957.

[3]Cf.Jean-Paul II, Constitution ApostoliqueSacrae disciplinae leges(25 janvier 1983),Acta Apostolicae Sedis75 (1983) pars II, p. XI.

[4]Cf.Congrégation pour l’Education Catholique, Rencontre avec les Doyens et les Présidents de toutes les Institutions ecclésiastiques de Droit canonique (Rome, 20-21 octobre 2016),Educatio catholica2-3/4 (2016), 7-94.

[5]François, Constitution ApostoliqueVeritatis gaudiumsur les Universités et les Facultés ecclésiastiques (8 décembre 2017) [= VG].

[6]Congrégation pour l’Education Catholique, Ordonnances en vue d’une application correcte de la Constitution ApostoliqueVeritatis gaudium(27 décembre 2017) [= OrdVG].

[7]Congregatio de Institutione Catholica, Decretum quo ordo studiorum in Facultatibus Iuris Canonici innovaturNovo Codice, 2 septembris 2002,Acta Apostolicae Sedis95 (2003) 281-285.

[8]Cf. can. 180, n. 6 CCEO.

[9]Pontificium Consilium de Legum Textibus, Instructio servanda a tribunalibus dioecesanis et interdioecesanis in pertractandis causis nullitatis matrimoniiDignitas connubii, 25 ianuarii 2005, inCommunicationes37 (2005) 11-92 [= DC].

[10]Normalement, l’avocat aussi devra posséder le grade académique (cf. can. 1483 CIC ; 1141 CCEO).

[11] Art. 77 VG.

[12] Cf. art. 32 VG.

[13] Art. 4, § 3 Const. Apost.Ex corde Ecclesiae; Art. 27, § 1 VG.

[14] Art. 4, § 3 Const. Apost.Ex corde Ecclesiae; Art. 27, § 2 VG.

[15] Art. 78 VG.

[16] Art. 33, § 2 OrdVG.

[17] Art. 33, § 2 OrdVG.

[18] Art. 33, § 2 OrdVG.

[19] Art. 35 OrdVG.

[20] Art. 79, § 3 VG.

[00688-FR.01] [Texte original: Italien]

Traduzione in lingua tedesca

Kongregation für das Katholische Bildungswesen

(der Studieneinrichtungen)

INSTRUKTON

Die Studien des Kirchenrechts im Lichte der Reform des Eheprozesses

Um den neuen Anforderungen zu entsprechen, die sich durch das Motu proprio Mitis Iudex Dominus Iesus[1] und Mitis et misericors Iesus[2], über die Reform der kanonischen Ehenichtigkeitsverfahren gezeigt haben, erlässt die Kongregation für das Katholische Bildungswesen in ihrer Zuständigkeit für die akademischen Einrichtungen kirchlicher Studien diese Instruktion, um zu Studien des kanonischen Rechts zu ermutigen und hierfür Orientierungshilfen zu geben.

Die Instruktion beginnt in einem ersten Abschnitt, einen Blick auf die gegenwärtige Präsenz akademischer Institutionen zu werfen, die sich der Lehre des kanonischen Rechts in der Gesamtkirche widmen, um sowohl die Ressourcen als auch die kritischen Punkte herauszustellen sowie um zu unterstreichen, wie bedeutsam es ist, die akademische Qualität dieser Einrichtungen zum Wohl der Kirche zu sichern.

Der zweite Abschnitt stellt in der Perspektive der Prozessreform, wie sie sich durch die Motu proprio ergibt, über die verschiedenen Rollen hinaus, die schon von den Normen des kanonischen Rechts vorgesehen sind, neue Figuren vor, welche von derselben Reform impliziert sind.

Im dritten Abschnitt werden einige mögliche Bildungswege für die verschiedenen Zuständigkeitsebenen vorgestellt, die notwendig sind, um die verschiedenen Funktionen ausüben zu können.

Der letzte Abschnitt der Instruktion enthält Normen, die sich an die entsprechenden Großkanzler und akademischen Autoritäten der kirchenrechtlichen Institutionen, der Theologischen Fakultäten sowie der Katholischen Universitäten richten.

Nach ausführlicher Beratung mit dem Höchsten Gericht der Apostolischen Signatur, und nachdem der Beratungsprozess positiv abgeschlossen wurde, wird nunmehr die vorliegende Instruktion erlassen.

1. Die gegenwärtige Situation der Hochschuleinrichtungen für kanonisches Recht

Die Einrichtungen, die sich der Lehre des kanonischen Rechts in der Gesamtkirche widmen, sind die Fakultäten, die Institute ad instar Facultatis, die Institute sui iuris des ersten und zweiten Studienabschnitts, die an eine Kanonistische Fakultät aggregierten und inkorporierten Institute, die vom Heiligen Stuhl errichtet oder approbiert worden sind.

Diese Institutionen leisten seit langem einen wertvollen kirchlichen Dienst[3] und antworten auf diese Weise vielfachen Anfragen, die in letzter Zeit vermehrt an sie gerichtet werden. Um die konkreten Vorschläge, welche die beiden oben genannten Motu proprio enthalten, aufzunehmen, haben wir eine gründliche Analyse vorgenommen, im Hinblick auf Anzahl, akademischer Beschaffenheit sowie der tatsächlichen Fähigkeit genannter kirchlicher Einrichtungen, auf die neuen Herausforderungen zu antworten[4].

Was deren Natur und Zweckbestimmung betrifft, müssen die kirchlichen akademischen Einrichtungen ihre Statuten erneuern, indem sie das Dekret Novo Codice anwenden und sie der Kongregation für das Katholische Bildungswesen zur Approbation vorlegen, was Garantie für die Qualität und der Anerkennung der akademischen Grade auch außerhalb der kirchlichen Realität ist.

Die Dozenten stellen das Rückgrat der akademischen Institutionen dar. Im Allgemeinen wurde jedoch in den letzten Jahren ein Rückgang ihrer Anzahl wahrgenommen, unter gleichzeitiger Vermehrung von Situationen, in denen viele Dozenten keine kontinuierliche Lehrtätigkeit ausüben können, da sie durch andere kirchliche Ämter in Pflicht genommen sind oder andere unumgängliche Aktivitäten externer Beratung (wie zum Beispiel am Gericht) ausüben. Um diese Schwierigkeiten zu überwinden und um eine hauptberufliche Präsenz der Lehrenden zu gewährleisten, wird man gezwungen sein, in bestimmten Fällen Professoren zu bitten, für kurze Zeitperioden von anderen Institutionen herzuwechseln.

Im Hinblick auf die Studierenden wird im Allgemeinen ein Rückgang der Inskribierten wahrgenommen, was in einigen Einrichtungen dazu führt, dass kein angemessenes akademisches Leben mehr möglich ist. Die wachsende Anzahl an Laienstudierenden ist sicher ein wertvolles und stimulierendes Element; jedoch erhöht dieser Faktor, im Vergleich zu früher, die Komplexität von Aufbau und Leitung – insbesondere aufgrund der Studierenden, die keine vorhergehenden theologischen Studien vorweisen können – und bedarf deshalb einer vertieften Betrachtung.

Auch die Studienpläne (Dauer, Auferlegung von Vorbereitungskursen, um die Zugangskriterien zu den kanonistischen Studien sowie derer des zweiten Studienabschnitts zu erfüllen) sollten überdacht werden, insbesondere im Hinblick auf diejenigen, die keine angemessene philosophisch-theologische Ausbildung vorweisen können. In diesem Kontext sollten auch die Kurse, die als Fernstudien konzipiert sind, reglementiert werden.

Die Kongregation für das Katholische Bildungswesen begleitet und unterstützt die Institutionen in ihrer primären Aufgabe, die Qualität kanonistischer Studien zu gewährleisten, indem sie die künftigen Dozenten ausbilden, indem sie vermehrt in die wissenschaftliche Forschung investieren, Veröffentlichungen vorlegen und Tagungen sowie Seminare, auch mit auswärtiger Beteiligung, fördern. Es ist in der Tat eine vermehrte Öffentlichkeitsarbeit wünschenswert, um auch nach Außen die Arbeit kirchlicher Institutionen bekannt zu machen und um mit den eigenen Themen des kanonischen Rechts einen Beitrag an der kulturellen Debatte zu leisten.

Um diese Ziele zu erreichen, ist es unverzichtbar, die vorhandenen normativen Instrumente zu benutzen: Die Apostolische Konstitution Veritatis gaudium[5] und die dazugehörigen Ordinationes[6] sowie das Dekret Novo Codice[7], in dem die Bedingungen aufgezeigt sind, die die Qualität der Lehre des kanonischen Rechts garantieren, sei es in den kanonistischen Fakultäten und Instituten, sei es in den Theologischen Fakultäten. Diese normativen Instrumentarien werden nun ergänzt durch die Bestimmungen, die mit dieser Instruktion erlassen werden.

2. Personen, die an der Umsetzung der jüngsten Reform des Prozessrechts beteiligt sind

Die neuen Bestimmungen der beiden Motu proprio erfordern eine differenzierte Vorbereitung der diversen Figuren, die für die Tätigkeit in den kirchlichen Gerichten gerufen sind; bezüglich der Ämter, die schon im Codex des kanonischen Rechts vorgesehen sind, zeigt die von Papst Franziskus eingeführte Reform, dass es weiterer personeller Ressourcen bedarf, um einen angemessen Dienst der Kirchengerichte garantieren zu können.

Dabei können Personen genannt werden, die entweder direkt oder indirekt im Bereich des kirchlichen Prozesswesens, in den verschiedenen Ebenen, die mit der Aktivität von kirchlichen Ehenichtigkeitsverfahren in Verbindung stehen, beteiligt sind:

- der Bischof, für den can. 378, § 1, n. 5 verlangt, dass er «den Doktorgrad oder wenigstens den Grad des Lizentiaten in der Heiligen Schrift, in der Theologie oder im kanonischen Recht an einer vom Apostolischen Stuhl anerkennaten Hochschuleinrichtung erworben hat oder wenigstens in diesen Disziplinen wirklich erfahren ist»[8]. Wenigstens die Ausübung des Amtes eines Richters im processus brevior verlangt, dass ein Diözesanbischof eine wirkliche substantielle Kenntnis der kanonistischen Disziplin und des Eheprozesses hat: die Klugheit sollte empfehlen zu garantieren, dass wenigstens einige der Beteiligten am processus brevior im Besitz des akademischen Grades des Lizentiats im kanonischen Recht sind;

- der Vernehmungsrichter, für den die Approbation durch den Moderator-Bischof vorgesehen ist, wenn er sich durch Fachkenntnis auszeichnet, ohne jedoch einen akademischen Grad zu verlangen (cf. can. 1428, § 2 CIC; can. 1093, § 2 CCEO);

- der Beisitzer, für den die jüngste Reform verlangt, dass sie Fachleute in Rechts- oder Humanwissenschaften seien (cf. can. 1673, § 4 CIC; can. 1359, § 4 CCEO);

- der Moderator der Gerichtskanzlei, der «unbescholten und über jeden Verdacht erhaben» sein muss (cf. can. 483, § 2 CIC; can. 253, § 2 CCEO und Art. 63 DC[9]);

- der Notar (cf can. 483, § 2 CIC; can. 253, § 2 CCEO e Art. 63 DC);

- die Sachverständigen: für die Behandlung von Fällen wegen psychischem Unvermögen ist «vor allem dafür Sorge zu tragen, dass als Sachverständige jene ausgewählt werden, welche den Prinzipien der christlichen Anthropologie anhängen» (Art. 205, § 2 DC);

- die Anwälte und festangestellten Anwälte, für die verlangt ist, dass sie «Doktor des kanonischen Rechts, oder sonst wirklich sachkundig» sind (can. 1483 CIC; cf. can. 1141 CCEO); dies schließt nicht aus, dass die Normen, welche die Einschreibung in das Verzeichnis der bei einem bestimmten Gericht zugelassenen Anwälte oder auch die bloße Zulassung im Einzelfall als Verteidiger an einem bestimmten Gericht den akademischen Grad eines Doktors oder Lizentiaten des kanonischen Rechts verlangen; can. 1483 CIC und can. 1141 CCEO bestimmen nämlich lediglich die Mindestvoraussetzung für die Qualifikation als Anwalt. Der Moderator des Gerichts sollte deshalb bei fehlendem akademischen Grad sorgfältig überprüfen, ob der Anwalt im Besitz der gerichtlichen Expertise ist, die gewöhnlich lediglich der akademische Grad sicherstellt;

- die Berater, von denen Art. 113, § 1 DC sowie die Artikel 2-5 der Ratio procedendi, die sich im Anhang an das Motu proprio befindet, sprechen, und zwar im Hinblick auf die Voruntersuchung, die der Präsentation der Ehenichtigkeitsklageschrift vorausgeht. Nach Art. 3 RP «wird (die Untersuchung) Personen übertragen, die vom Ortsordinarius für geeignet gehalten werden, die aber nicht ausschließlich über rechtlich-kirchenrechtliche Kompetenzen verfügen». Es ist angemessen, dass wenigstens in der Anfangsphase dieser Untersuchung eine Person, die wirklich Experte im kanonischen Eherecht ist, beteiligt ist, um zu bestimmen, ob Gründe einer etwaigen Nichtigkeit vorhanden sind, oder eher nicht.

Die Berater, die in unterschiedlichen Funktionen an den Ehenichtigkeitsprozessen beteiligt sind, können nützlicher Weise in drei Kategorien zusammengefasst werden, entsprechend eines korrekten und realistischen Bildes von konzentrischen Kreisen von jeweils aufeinanderfolgenden, notwendigen und sich immer mehr vertiefenden Beratungsprozessen:

- die Pfarrer und andere «die über, wenn auch nicht ausschließlich, rechtlich-kanonistische Kompetenzen verfügen» (Art. 3 RP, erster Absatz): hier ist an jene Berater zu denken, die eine qualifizierte Gelegenheit einer ersten Annäherung mit Personen haben, die möglicherweise an der Überprüfung der Nichtigkeit ihrer Ehe interessiert sind; jene könnten Berater ersten Grades genannt werden (die Bezeichnungen haben eine gewisse Bedeutung);

- die Mitglieder einer «festen Struktur» (Art. 3 RP, zweiter Absatz): Kleriker, Gottgeweihte oder Laien, die in Familienberatungsstellen arbeiten. Dieser Grad der Beratung und der pastoral-psychologischen Begleitung hat auch die Aufgabe zu präzisieren, ob tatsächlich Gründe und ausreichende Beweise vorhanden sind, um eine Ehenichtigkeitsklage einzureichen, auch um eine voreilige Einleitung des Verfahrens zu vermeiden; es handelt sich hier um die Berater zweiten Grades;

- die Anwälte (Art. 4 RP): diese letzte Phase des Beratungsprozesses schließt, wenn sie positiv ausgeht, mit der Einreichung der Klageschrift beim Gericht. Hier hilft der Anwalt, um die substantiellen Elemente und nützliche Beweise herauszufinden, um die bereits vorhandenen Beweise zu sammeln, um, wenn es der Fall ist, die Stellungnahme der anderen Partei zu hören und um dies alles so vorzubereiten, damit die Klageschrift eingereicht werden kann; dies sind die Berater dritten Grades.

Das Verzeichnis der Ämter gleicht nicht das Maß der erforderlichen Ausbildung für die verschiedenen Personen, die sie besetzen müssen, auf den gleichen Grad an, sondern die Verschiedenheit der Rollen erfordert ein differenziertes Ausbildungscurriculum für die unterschiedlichen genannten Kategorien. Ihr pastorales und professionelles Profil wird vor allem durch eine angemessene akademische Ausbildung, im Hinblick auf die verschiedenen Aufgaben, die sie auszuüben haben, garantiert.

3. Perspektiven und Ausbildungswege

Diese Instruktion bestätigt die geltenden kanonischen Normen (cf. Art. 6 VG e Art. 8 OrdVG), wonach der akademische Grad eines Lizentiaten im kanonischen Recht, der an einer vom Heiligen Stuhl errichteten oder approbierten kanonistischen Institution erworben wurde, zur Übernahme folgender Ämter befähigt: Gerichtsvikar (can. 1420, § 4 CIC; can. 1086, § 4 CCEO), beigeordneter Gerichtsvikar (can. 1420, § 4 CIC; can. 1086, § 4 CCEO), Richter (can. 1421, § 3 CIC; can. 1087, § 3 CCEO), Kirchenanwalt (can. 1435 CIC; can. 1099, § 2 CCEO) und Bandverteidiger (can. 1435 CIC; can. 1099, § 2 CCEO)[10]. Nichts erneuert deshalb diesbezüglich diese Instruktion.

Das kirchliche Gesetz verlangt nicht für alle Ämter verpflichtend den akademischen Grad, aber das heißt nicht, dass es verboten sei, einen akademischen Grad zu haben und dass es nicht doch in einigen Fällen notwendig oder angebracht ist.

Es ist der Verantwortung des Diözesanbischofs (beziehungsweise des Moderator-Bischofs und, in seiner spezifischen Aufgabe, auch des Gerichtsvikars) überlassen, zu bewerten – aufgrund der Umstände des Ortes, der Zeit oder des einzelnen Falles – ob der Inhaber eines Amtes am Gericht seine eigene Aufgabe in den Fällen, in denen ein akademischer Grad nicht verpflichtend vorgesehen ist, auch ohne den entsprechenden akademischen Grad im kanonischen Recht ausüben könne.

Um ein Beispiel anzuführen: Es sollte zwischen den Beisitzern des Einzelrichters, die can. 1673, § 4 CIC wünscht, («wo es möglich ist»; cf. auch can. 1359, § 4 CCEO) und dem Untersuchungsrichter und Beisitzer im kürzeren Eheprozess (cf. cann. 1685-1687, § 1 CIC; 1371-1373 CCEO) unterschieden werden. Während die Erstgenannten auch vernünftigerweise ohne akademischen Grad, vor allem als Berater des Einzelrichters, wirken könnten, können die Zweitgenannten, da sie für die einzige Beweisaufnahmephase im Prozess zuständig sind und den Bischof beraten sollen, sehr schwer ihr Amt, selbst wenn es sich um mittelschwere Fälle handelt, ausüben, ohne in Besitz eines akademischen Grades zu sein.

In diesem Fall ist die Klugheit des Diözesanbischofs beziehungsweise des Moderator-Bischofs und des Gerichtsvikars gefragt, einen korrekten Unterscheidungsprozess durchzuführen. Es handelt sich hierbei um einen Aspekt der Subsidiarität, den das Gesetz auferlegt und dem es verantwortlich zu begegnen gilt; die verantwortlichen Organismen des Heiligen Stuhls haben dabei die Pflicht, diese Verantwortung zu fördern und zu unterstützen.

A) Allgemeine Zielvorgaben

Aufgrund der Erfahrung der letzten Jahrzehnte und der Betrachtung der Lebenswirklichkeit der Kirche, zeigt die Kongregation für das Katholische Bildungswesen in ihrer Verantwortung für die akademische Ausbildung, auch auf Anregung des Päpstlichen Rates für die Gesetzestexte und in enger Abstimmung mit dem Höchstgericht der Apostolischen Signatur, mit dieser Instruktion den Diözesanbischöfen, den Moderator-Bischöfen eines überdiözesanen Gerichts und den Teilkirchen einige allgemeine Zielvorgaben auf, die im Hinblick auf die Ausbildung von angemessenem Personal für die Gerichtspraxis zu beachten sind:

- die Herausforderung einer unterschiedlichen Ausbildung für die in der Praxis der kirchlichen Gerichten Tätigen sowie die hierauf hinzielenden Aktivitäten, wenigstens die Berater der dritten Ebene, zu betrachten;

- Normen zu erarbeiten, die den Bischöfen, den Gerichten und den akademischen Institutionen nützliche Hinweise für die Ausbildung derjenigen bieten, die sich der Beratung in der ersten und zweiten Ebene widmen;

- die akademischen Einrichtungen zu ermutigen, mit dem Angebot eines angemessenen curriculum studiorum, das auch auf diese neuen Ausbildungserfordernissen angepasst ist, fortzufahren;

- die Bezeichnungen der Kurse sowie der Anerkennungsurkunden zu ordnen;

- die neuen Ausbildungsmöglichkeiten mit den Kursen für den akademischen Grad so miteinander zu verbinden, dass die ersten bestimmt sind, nicht um die anderen zu schwächen, sondern sie zu fördern und zu unterstützen.

Die Aufgabe, die Ausbildung des kirchlichen Gerichtspersonals zu gewährleisten, kommt in erster Linie denen zu, die die Zuständigkeit haben, die entsprechenden akademischen Grade, die das Recht für die diversen Ämter oder Aufgaben (Gerichtsvikar, beigeordneter Gerichtsvikar, Richter, Bandverteidiger, Kirchenanwalt) vorsieht, zu verleihen. Dabei ist es kein Luxus, wenn die kirchlichen Gerichte mit ausreichendem und gut ausgebildetem Personal ausgestattet sind. Das Seelenheil erfordert eine gründliche Ausbildung, was die ursprünglichste Aufgabe der akademischen Institutionen ist.

B) Ausbildungswege

Um auf die dringende Notwendigkeit zu reagieren, eine höhere Anzahl von Klerikern, Laien und Gottgeweihten zu haben, die im kanonischen Recht gut ausgebildet sind, auch wenn sie (noch) nicht im Besitz des akademischen Grades eines Lizentiaten oder Doktorats sind, aber im Stande sind, diesen Mangel an qualifiziertem Personal zu beheben, werden einige mögliche Ausbildungswege vorgeschlagen.

a) Die Kirchenrechtlichen Fakultäten und ihnen gleichgestellte Institutionen. Neben dem Ausbildungscurriculum für das Lizentiats- oder Doktoratsstudium im kanonischen Recht, können diese vom Heiligen Stuhl errichteten oder approbierten Institutionen Kurzschulungen oder auch andere, substantiellere Kurse (auch mit Verleihung eines Zertifikats) für die pastoralen Mitarbeiter anbieten, die die Aufgabe haben, in der dem Ehenichtigkeitsprozess vorausgehenden Phase zu intervenieren oder für die Personen, die am Prozess selbst beteiligt sind, ohne dass aber das allgemeine kanonische Recht einen akademischen Grad verlangt oder jene, die in anderen Sektoren wirken, in denen Kenntnis des Kirchenrechts erforderlich ist. Der Erwerb eines Diploms (Zertifikats) kann lediglich ein Rechtstitel sein, damit der Moderator-Bischof des Gerichts den Heiligen Stuhl um Dispens zur Ausübung von Ämtern bitten kann, für die der akademische Grad eines Lizentiaten im kanonischen Recht vorgesehen ist.

b) Die Kirchenrechtsdepartments. Um auf die oben dargestellten Herausforderungen zu antworten, ist es insbesondere für die Ausbildung der Berater zweiten Grades möglich, in den Theologischen Fakultäten ein Department des kanonischen Rechts, entsprechend den in dieser Instruktion im Folgenden aufgezeigten Normen, zu errichten.

c) Die Kirchenrechtslehrstühle. In der Theologischen Fakultät bestehen schon kirchenrechtliche Lehrstühle. Auch in der Juristischen Fakultät einer Katholischen Universität können “Lehrstühle” für Kirchenrecht errichtet werden, um Ausbildungskurse, insbesondere für die Berater ersten Grades, anzubieten. Es ist wünschenswert, wenn die Kirchenrechtslehrstühle auch in der Forschung mit den Juristischen Fakultäten der Staatlichen Universitäten zusammenarbeiten.

Die Kongregation für das Katholische Bildungswesen hält es für notwendig, dass sich die akademischen kirchlichen Institutionen des Kirchenrechts den neuen Herausforderungen anpassen, um eine professionelle Qualität und Seriosität derjenigen zu gewährleisten, die in den kirchlichen Gerichten arbeiten. Es ist deshalb ein angemessenes Niveau juridischer Formation in der Kirche sicherzustellen. Die Notwendigkeit, gut ausgebildetes Personal in den verschiedenen Bereichen kanonistischer Wissenschaft zu haben, muss die Bischöfe ermutigen, in diesen kirchlichen Dienst zu investieren und Kleriker und, wenn möglich, auch Laien zum Studium des Kirchenrechts zu senden.

Die von Papst Franziskus gewollte Prozessreform lenkt die Aufmerksamkeit insbesondere auf eine gute Arbeitsweise der Gerichte in den Teilkirchen und auf einen qualitätsvollen Dienst derer, denen die Feststellung eines der kostbarsten Güter anvertraut ist, nämlich die Feststellung, was die Verwirklichung der ehelichen Berufung betrifft.

Allerdings soll auch unterstrichen werden, dass es nicht nur äußerst dringend ist, gut ausgebildete Kanonisten im Bereich des Eherechts zu haben, sondern auch für viele andere Bereiche des kirchlichen Lebens, unter denen der Dienst in der Verwaltung an der Diözesankurie zu zählen ist.

Ganz allgemein darf erinnert werden, dass es, um das Ziel zu erreichen, «die Studenten [in den kirchenrechtlichen Disziplinen] gründlich zu unterrichten, damit sie für Forschung und Lehrtätigkeit ausgebildet und auch für die Übernahme besonderer kirchlicher Aufgaben vorbereitet werden»[11], angemessene Optionen entwickelt werden müssen, die auf die neuen und dringenden Herausforderungen antworten. In dieser Hinsicht werden die im Folgenden angeführten Normen erlassen.

4. Normen

A. Allgemeine Prinzipien
I. Kriterien für ein akademisches Ausbildungscurriculum

Als Antwort auf die neuen Herausforderungen und im Lichte der Reform des Eheprozesses, sind Initiativen zu ergreifen, die sowohl informativen als auch performativen Charakter haben können, aber voneinander zu unterscheiden sind.

Mit dieser Instruktion ermutigt die Kongregation für das Katholische Bildungswesen die entsprechenden akademischen Institutionen Studiencurricula für die akademische Ausbildung von Kanonisten und gut ausgebildeten Beratern anzubieten.

Die wesentlichen Elemente für einen performativen Ausbildungsgang, die in ein spezifisches Curriculum oder Studienordnung einer entsprechenden zuständigen Institution eingefügt sein müssen, sind folgende:

1° bestimmte Zugangsvoraussetzungen, wie: der Studientitel, um zur Einschreibung an eine nichtkirchliche Universität der eigenen Nation oder der Region, in der sich die Fakultät befindet, zugelassen zu werden; möglicherweise andere akademische Titel sowie andere verpflichtende Voraussetzungen, um das eigene Studienprogramm beginnen zu können; auch welche Sprachkenntnisse, seien es antike oder seien es moderne, notwendig sind[12].

2° die Lehr- und Lernmethoden, die in Kohärenz mit dem Qualifications framework (Qualifikationsrahmen) des Heiligen Stuhls bestimmt werden müssen;

3° festgelegte Curricula mit der Beschreibung des Kurses entsprechend der Personen und ihrer professionellen und spezifischen Aufgaben; nicht zuletzt Informationen über das Studienprogramm, mit Angabe der ECTS-Punkten (bezogen auf die Arbeitsbelastung des einzelnen Studenten, wenn 30 ECTS einem Semester im Vollzeitstudium entspricht);

4° Überprüfung durch geeignete Mittel, ob die entsprechenden Kompetenzen erworben wurden, die im Curriculum beschrieben werden;

5° Bescheinigung über die Examina;

6° Überreichung des entsprechenden Zeugnisses oder Diploms, einschließlich einem Diploma supplement, an die Studierenden, die einen Ausbildungsgang abgeschlossen haben.

II. Die Zuständigkeit der akademischen Institutionen für die performativen Kurse

Die Kompetenz für die akademische Ausbildung der Kanonisten und aller, die eine Tätigkeit im Bereich des Gerichtswesen ausüben (cf. die folgenden Artikel 9-19) sowie der Berater (cf. die folgenden Artikel 20-28) kommt den entsprechenden kirchlichen akademischen Institutionen zu und, mit Ausnahme von dem, was für das Gerichtspersonal bestimmt ist, den Lehrstühlen für Kirchenrecht, falls sie bestehen, an den Juristischen Fakultäten der Katholischen Universitäten.

Eine akademische Institution, die ein Studienprogramm anbietet, das dem Niveau von Hochschulstudien entspricht, muss von der zuständigen kirchlichen Autorität autorisiert sein (cf. die folgenden Artikel 29-32).

Einzelne Kurse, die von einer nicht-akademischen Institution angeboten wurden, können anerkannt werden, wenn die entsprechende akademische Institution das überprüfte Hochschulniveau garantiert und zertifiziert.

B. Akademische Institutionen
I. Fakultät des Kanonischen Rechts und deren gleichgestellte Institutionen

Art. 1

Die Kirchenrechtliche Fakultät, ein Institut ad instar Facultatis, ein Insititut sui iuris, ein aggregiertes Institut, ein inkorporiertes Institut, das von der Kongregation für das Katholische Bildungswesen kanonisch errichtet oder approbiert wurde, hat das Recht den akademischen Grad eines Lizentiaten und/oder Doktors des Kanonischen Rechts zu verleihen.

Art. 2

Unter Beibehaltung der schon bestehenden Normen für die aggregierten und inkorporierten Institute, muss ein aggregiertes Institut mindestens drei festangestellte Dozenten mit dem akademischen Grad eines Doktors des kanonischen Rechts haben; ein inkorporiertes Institut muss mindestens vier festangestellte Dozenten mit dem akademischen Grad eines Doktors des kanonischen Rechts haben. Die Kanonistische Fakultät sowie ein Institut ad instar Facultatis müssen mindestens fünf festangestellte Dozenten haben.

II. Kirchenrechtsdepartment

Art. 3

§ 1. Innerhalb einer Theologischen Fakultät kann ein Kirchenrechtsdepartment mit einer angemessenen Anzahl von Dozenten eingerichtet werden. Als akademische Einheit entwickelt es einen spezifischen Bereich von Lehre oder Forschung und bietet den Studierenden eine aufmerksamere individuelle Begleitung an, insbesondere im Hinblick auf die Ausbildung der Berater der zweiten Beratungsebene.

§ 2. Die Errichtung eines Kirchenrechtsdepartments, das neben einen Leiter einen weiteren festangestellten Dozenten haben muss, erfordert die Änderung der Statuten der Theologischen Fakultät sowie deren Approbation seitens der Kongregation für das Katholische Bildungswesen.

Art. 4

§ 1. Dem Department steht ein Moderator vor.

§ 2. Der Moderator des Departments muss ein ordentlicher oder außerordentlicher Professor für kanonisches Recht an der Theologischen Fakultät sein.

§ 3. Die anderen Voraussetzungen sowie das Verfahren für die Ernennung des Department-Moderators sind in den Statuten geregelt.

§ 4. Dem Moderator des Departments kommt es kraft der habituellen Befugnisse, die ihm vom Dekan delegiert worden sind, gemäß den Statuten zu, die akademischen Aktivitäten des Departments zu ordnen, die Einheit der Initiativen der Dozenten des Departments und die Zusammengehörigkeit sowohl mit der Theologischen Fakultät als auch mit den akademischen Strukturen der Universität, in der sie lehren, zu fördern.

§ 5. Der Moderator des Departments ist dem Dekan der Fakultät gegenüber verantwortlich und muss ihm gegenüber Rechenschaft über die Ausübung seiner Aufgaben ablegen.

Art. 5

§ 1. Die anderen festangestellten Dozenten des Departments sind der Theologischen Fakultät zugeordnet.

§ 2. Das Department kann auch eine angemessen Anzahl andere Lehrbeauftragter, Assistenten und sonstige notwendige Mitarbeiter haben.

§ 3. Wenn ein Lehrbeauftragter nicht fest angestellt werden kann, muss sichergestellt werden, dass ihm eine angemessene Zeit zur Verfügung steht, um sich der betreffenden Lehrveranstaltung widmen zu können.

§ 4. Eine notwendige Voraussetzung, um Dozent eines Kirchenrechtsdepartments sein zu können, ist der akademische Grad eines Doktors des kanonischen Rechts.

§ 5. Eine notwendige Voraussetzung, um als Assistent an einem Kirchenrechtsdepartment sein zu können, ist der akademische Grad eines Lizentiaten des kanonischen Rechts.

III. Kirchenrechtslehrstuhl

Art. 6

Unter dem Ausdruck “Kirchenrechtslehrstuhl” wird verstanden, dass diese Disziplin von einem ordentlichen oder wenigstens außerordentlichen Professor gelehrt wird, der den akademischen Grad eines Doktors des kanonischen Rechts vorweisen kann.

Art. 7

Im ersten Studienabschnitt einer Theologischen Fakultät muss es wenigstens einen festangestellten Dozenten für Lehre und Forschung des kanonischen Rechts geben.

Art. 8

§ 1. Das Kirchenrecht sollte auch Teil von Lehre und Forschung einer juristischen Fakultät an einer Katholischen Universität sein.

§ 2. Insofern es nach der entsprechenden staatlichen Gesetzgebung möglich ist, sollte in der Studienordnung, wenigstens als optionale Materie, ein Kurs im kanonischen Recht vorgesehen werden.

§ 3. Wer in Fachbereichen unterrichtet, die Glaube oder Moral betreffen, muss nach Ablegung der Professio Fidei (cf. can. 833, n. 7 CIC) vom Großkanzler oder seinem Beauftragten die Missio canonica erhalten; sie unterrichten ja nicht in eigener Autorität, sondern kraft der von der Kirche empfangenen Sendung[13].

§ 4. Bevor ein Dozent entweder fest angestellt wird oder zur obersten Stufe der Lehrbefähigung befördert wird – oder auch in jedem dieser beiden Fälle je nach den Bestimmungen der Statuten –, muss das Nihil obstat des Heiligen Stuhls eingeholt werden[14].

C. Ausbildungsprogramme

I. Lizentiat und Doktorat im kanonischen Recht, Zertifikat in Ehe- und Prozessrecht, andere akademische Kurse in Kirchenrecht

1. Ausbildung zur Erlangung der Lizentiats oder des Doktorats in Kirchenrecht

Art. 9[15]

Der Studiengang der Kirchenrechtlichen Fakultät umfasst:

a) den ersten Zyklus, der sich über zwei Jahre oder vier Semester (120 ECTS) erstrecken soll für diejenigen, die keine philosophisch-theologische Ausbildung haben, einschließlich derer, die einen akademischen Grad im staatlichen Recht erworben haben; das Studium gilt in dieser Zeit den allgemeinen Grundlagen des Kirchenrechts und jenen philosophischen und theologischen Disziplinen, die für eine höhere kanonistische Ausbildung erforderlich sind;

b) den zweiten Zyklus, der sich über drei Jahre oder sechs Semester (180 ECTS) erstrecken soll; das Studium dient einem vertieften Studium der kanonischen Rechtsordnung in all ihren Ausdrucksformen, normativ, rechtssprechend, in der Lehre und in der Praxis, insbesondere des Kodex der lateinischen oder der orientalischen Kirche durch die vollständige Behandlung ihrer lehramtlichen und disziplinären Quellen. Hinzu kommt das Studium benachbarter Disziplinen;

c) den dritten Zyklus, der eine angemessene Zeit dauern soll, während dessen die wissenschaftliche Ausbildung vervollkommnet wird, besonders dadurch, dass die Dissertation ausgearbeitet wird.

Art. 10

§ 1. Die Studienordnung für den zweiten Zyklus muss festlegen, welche (fundamentalen oder hilfswissenschafltichen) Disziplinen obligatorisch sind, und daher von allen belegt werden müssen, und welche frei oder optional belegt werden können.

§ 2. Wenn die örtlichen oder personalen Notwendigkeiten es empfehlen, kann bezüglich der optionalen Materien ein Schwerpunkt festgelegt werden, der den Studierenden eine größere Befähigung in der Rechtspflege, oder in anderen Bereichen, wie z.B. der Lehre, ermöglichen soll.

Art. 11

Die Studienordnung für den dritten Zyklus kann vorsehen, dass neben der Vervollständigung der wissenschaftlichen Ausbildung durch die Anfertigung einer Doktoratsdissertation, auch durch ein in Rechtsprechung spezialisiertes Studienprogramm (mindestens 60 ECTS) für jene, die zum Dienst an kirchlichen Gerichten bestimmt sind oder ein spezialisiertes Studienprogramm in einer anderen Disziplin des kanonischen Rechts, je nach den Erfordernissen der Teil- oder der Universalkirche, erfolgt.

2. Ausbildung zum Erwerb eines Diploms (Zertifikats) in Eherecht und Prozessrecht

Art. 12

§ 1. Die Fakultät für Kanonisches Recht und die ihr gleichgestellten Institutionen können ein Studiencurriculum zum Erwerb eines Diploms (Zertifikats) in Eherecht und Prozessrecht anbieten.

§ 2. Dieses Diplom ist kein Titel, der zu den Ämtern befähigt, die gemäß den kanonischen Normen für diejenigen reserviert sind, die den akademischen Grad eines Lizentiaten im kanonischen Recht (Gerichtsvikar, beigeordneter Gerichtsvikar, Richter, Bandverteidiger und Kirchenanwalt) erworben haben. Es kann lediglich einen Titel begründen, damit der Moderator-Bischof eines Gerichts das Höchstgericht der Apostolischen Signatur um eine Dispens bitten kann, damit derjenige, der ein Diplom erworben hat, die oben genannten Ämter ausüben kann. Die Dispens wird unter Berücksichtigung der kanonischen Normen, der Situation des Gerichts sowie aller Umstände des Sachverhalts gewährt oder versagt werden (cf. can. 90, § 1 CIC; can. 1536, § 1 CCEO).

Art. 13

§ 1. Die Studienordnung muss einen Kurs vorsehen, der dem Studium des Eherechts und des Prozessrechts des Codex des kanonischen Rechts oder des Codex der Canones der Ostkirchen durch die vollständige Behandlung ihrer lehramtlichen und disziplinären Quellen gewidmet ist. Hinzu kommt das Studium benachbarter Disziplinen.

§ 2. Das Studienprogramm muss deshalb mindestens umfassen: Buch I, Buch IV, Teil I, Titel VII und Buch VII des CIC oder Titel XVI, Kapitel VII, die Titel XIX-XXI, die Titel XXIV-XXVI, die Titel XXIX und XXX des CCEO; darüber hinaus alle anderen Dokumente, die Ehe und Prozesse betreffen.

§ 3. Das Studium zum Erwerb eines Diploms (Zertifikats) umfasst mindestens ein Studienjahr in Vollzeit (60 ECTS).

Art. 14

Die Studienordnung kann auch andere Kurse des Lizentiatscurriculums enthalten, um eine vollständigere Ausbildung zu erreichen.

Art. 15

Ein Teil der Lehrveranstaltungen kann auch als Fernstudium vorgesehen werden, wenn die von der Kongregation für das Katholische Bildungswesen approbierte Studienordnung dies vorsieht und darüber hinaus hierfür die Voraussetzungen bestimmt, insbesondere was die Prüfungsmodalitäten betrifft[16].

Art. 16

Jene, die diese Form der Ausbildung begonnen haben, können ihre Studien des kanonischen Rechts fortsetzen, indem sie sich in den zweiten Studienzyklus einschreiben, vorbehaltlich dessen, was Art. 9, Bst. a) bestimmt. Jenen Studierenden sind die einzelnen Leistungspunkte (ECTS) der vorhergehenden kanonistischen Studien anzuerkennen.

3. Ausbildung für einige Dienste im Bereich der Gerichtspraxis

Art. 17

§ 1. Die Fakultät für Kanonisches Recht und die ihr gleichgestellten Institutionen haben die Kompetenz, auch das andere Gerichtspersonal auszubilden, für die das Recht als Voraussetzung keinen akademischen Grad eines Lizentiaten des Kanonischen Rechts vorsieht (Bischof, Untersuchungsrichter/Vernehmungsrichter, Beisitzer, Moderator der Gerichtskanzlei, Notar, Sachverständiger).

§ 2. Die Teilnahme an diesem Ausbildungscurriculum befähigt, die entsprechenden Dienste gemäß den kanonischen Partikularnormen zu übernehmen.

Art. 18

Die Studienordnung für diese Ebene muss einen Kurs vorsehen, der dem Studium der grundlegenden Prinzipien des Eherechts und des Prozessrechts des Codex des Kanonischen Rechts oder des Codex der Canones der Ostkirchen gewidmet ist.

Art. 19

Die Studienordnung kann auch andere ergänzende Kurse vorsehen.

II. Die Ausbildung der Berater
1. Die Berater der ersten Ebene: die Pfarrer und andere Mitarbeiter auf der Ebene der Pfarrei

Art. 20

§ 1. Der Lehrstuhl für Kanonisches Recht an der Theologischen Fakultät und an der Juristischen Fakultät einer Katholischen Universität hat die Kompetenz, die Berater der ersten Ebene auszubilden, an die sich die Gläubigen wenden können, um geistliche und juridische Hilfe zu finden, im Hinblick auf die Gültigkeit des Ehebandes.

§ 2. Die Teilnahme an diesem Ausbildungscurriculum befähigt, die entsprechenden Dienste gemäß den kanonischen Partikularnormen zu übernehmen.

Art. 21

§ 1. Um sicherzustellen, dass die Studierenden des ersten Studienabschnitts einer Theologischen Fakultät und eines affiliierten Theologischen Instituts eine ausreichende Kenntnis des Kanonischen Rechts haben, wird eine Mindeststudiendauer des Kirchenrechts von drei Semestern (mindestens 9 ECTS) festgesetzt, wobei ein Semester dem Eherecht und Prozessrecht (mindestens 3 ECTS) zu widmen ist. Mit den entsprechenden Anpassungen sollten die gleichen Kriterien auf das nicht-affiliierte Theologische Institut an einem Priesterseminar, das keine akademischen Grade verleiht, angewandt werden.

§ 2. In dieser Perspektive haben die Theologische Fakultät, das affiliierte Theologische Institut und das nicht-affiliierte Theologische Institut ihre eigene Studienordnung zu erneuern.

Art. 22

§ 1. Ein Lehrstuhl des Kirchenrechts bietet für die Berater der ersten Ebene auch Kurse für die Weiterbildung an, damit sie wirksam entsprechend den Normen des Ehe- und Prozessrechts beraten können.

§ 2. In Zusammenarbeit mit anderen Theologischen Lehrstühlen, kann das Curriculum auch andere ergänzende Kurse vorsehen.

2. Die Berater der zweiten Ebene: die Mitarbeiter einer festen Struktur

Art. 23

§ 1. Die Theologische Fakultät, in der sich ein Kirchenrechtsdepartment befindet, wenn sich nicht eine Fakultät für Kanonisches Recht oder eine ihr gleichgestellte Einrichtung in derselben Universität befindet, hat die Kompetenz, die Berater der zweiten Ebene auszubilden, an die sich in einer festen Struktur die Gläubigen wenden können, um vor allem pastorale, juridische und psychologische Hilfe zu finden, in den Fällen, in denen sich Eheleute in einer schwierigen Situation befinden oder sie sich bereits getrennt haben oder geschieden sind und bei der Kirche Hilfe suchen.

§ 2. Für deren Ausbildung biete man ein Diplom (Zertifikat) in Ehe- und Familienberatung als Studiencurriculum an, das zu einer pastoralen Begleitung und Unterscheidung helfen wird.

§ 3. Die Teilnahme an diesem Ausbildungscurriculum befähigt, die entsprechenden Dienste gemäß den kanonischen Partikularnormen zu übernehmen. Sie befähigt jedoch nicht um in das Verzeichnis der Anwälte eingeschrieben zu werden oder um unentgeltlichen Rechtsschutz gewähren zu können, unbeschadet aller universalen, partikularen oder speziellen kanonischen Normen oder Ordnungen, die die Einschreibung in das Verzeichnis der Anwälte oder für den unentgeltlichen Rechtsschutz an den einzelnen Gerichten regeln.

Art. 24

§ 1. Die Studienordnung muss einen Kurs vorsehen, der den grundlegenden Prinzipien des Eherechts und des Prozessrechts des Codex des Kanonischen Rechts oder des Codex der Canones der Ostkirchen, nicht weniger als 12 ECTS, gewidmet ist, sowie Kurse, die den Prinzipien der Theologie von Ehe und Familie, ehelicher Spiritualität und Pastoraltheologie gewidmet sind, sowie Kurse, die die Prinzipien der Sexual- und Familienpsychologie, basierend auf der christlichen Anthropologie, behandeln..

§ 2. Die Studienordnung kann auch andere ergänzende Kurse vorsehen.

§ 3. Die Studienordnung muss auch eine Abschlussarbeit und ein das Curriculum zusammenfassende Prüfung vorsehen.

Art. 25

Die Ausbildung der Berater der zweiten Ebene dauert mindestens ein akademisches Jahr im Vollzeitstudium (60 ECTS).

Art. 26

Ein Teil der Lehrveranstaltungen kann auch als Fernstudium vorgesehen werden, wenn die von der Kongregation für das Katholische Bildungswesen approbierte Studienordnung dies vorsieht und darüber hinaus hierfür die Voraussetzungen bestimmt, insbesondere was die Prüfungsmodalitäten betrifft[17].

3. Die Berater der dritten Ebene: die Anwälte

Art. 27

Die Fakultät für Kanonisches Recht und die ihr gleichgestellten Einrichtungen haben die Kompetenz, die Berater der dritten Ebene auszubilden. Dies sind die Anwälte, die in der letzten Phase des Beratungsprozesses helfen, die Streitsache vor das zuständige Gericht zu bringen.

Art. 28

§ 1. Um die Anwälte auszubilden, die, aufgrund lokaler Umstände, ausnahmsweise keinen akademischen Grad im kanonischen Recht haben, aber eine gerichtliche Expertise erworben haben müssen (cf. can. 1483CIC; 1141 CCEO), kann eine Fakultät für Kanonisches Recht und die ihnen gleichgestellten Einrichtungen ein Diplom (Zertifikat) in Ehe- und Prozessrecht anbieten.

§ 2. Dieses Diplom (Zertifikat) ist kein Rechtstitel, der zur Einschreibung in das Verzeichnis der Anwälte befähigt, die die kanonischen Normen normalerweise denen vorbehalten, die den akademischen Grad eines Doktors im Kanonischen Recht erworben haben. Er begründet vielmehr einen Rechtstitel, damit der Moderator-Bischof des Gerichts angemessen beurteilen kann, ob der Kandidat wirklich rechtskundig ist, damit er in das Verzeichnis der Anwälte eingeschrieben werden kann.

§ 3. Die Studienordnung muss einen Kurs vorsehen, der dem Studium des Eherechts und des Prozessrechts des Codex des kanonischen Rechts oder des Codex der Canones der Ostkirchen durch die vollständige Behandlung ihrer lehramtlichen und disziplinären Quellen gewidmet ist. Hinzu kommt das Studium benachbarter Disziplinen.

§ 4. Das Studienprogramm muss deshalb mindestens umfassen: Buch I, Buch IV, Teil I, Titel VII und Buch VII des CIC oder Titel XVI, Kapitel VII, die Titel XIX-XXI, die Titel XXIV-XXVI, die Titel XXIX und XXX des CCEO; darüber hinaus alle anderen Dokumente, die Ehe und Prozesse betreffen.

§ 5. Für diejenigen, die zwar schon einen akademischen Grad in zivilem Recht erworben haben, aber keine philosophisch-theologische Ausbildung vorweisen können, muss die Studienordnung wenigstens einen Kurs in Ekklesiologie sowie in allgemeiner Sakramententheologie und der Theologie der Ehe vorsehen.

§ 6. Die Studienordnung kann auch andere Kurse des Lizentiatscurriculums des Kanonischen Rechts enthalten, um eine vollständigere Ausbildung zu erreichen.

§ 7. Ein Teil der Lehrveranstaltungen kann auch als Fernstudium vorgesehen werden, wenn die von der Kongregation für das Katholische Bildungswesen approbierte Studienordnung dies vorsieht und darüber hinaus hierfür die Voraussetzungen bestimmt, insbesondere was die Prüfungsmodalitäten betrifft[18].

§ 8. Die Ausbildung der Berater der dritten Ebene umfasst mindestens ein Studienjahr in Vollzeit (60 ECTS).

§ 9. Jene, die diesen Kurs zur Ausbildung als Berater der dritten Ebene belegt haben, können ihre Studien des kanonischen Rechts fortsetzen, indem sie sich in den zweiten Studienzyklus einschreiben, vorbehaltlich dessen, was Art. 9, Bst. a) bestimmt. Jenen Studierenden sind die einzelnen Leistungspunkte (ECTS) der vorhergehenden kanonistischen Studien anzuerkennen.

D. Autorisierung der Studienprogramme

I. Das Lizentiat und das Doktorat im Kanonischen Recht

Art. 29

An den kanonisch errichteten oder anerkannten kirchlichen Universitäten oder Fakultäten werden die akademischen Grade in der Autorität des Heiligen Stuhls verliehen[19].

Art. 30

Die Studienordnung der Fakultät muss die besonderen Anforderungen für die Erlangung der einzelnen akademischen Grade festsetzen, wobei den Vorschriften der Kongregation für das Katholische Bildungswesen Rechnung zu tragen ist[20].

II. Andere Titel, die nicht in der Autorität des Heiligen Stuhls verliehen werden

Art. 31

§ 1. Neben den kanonischen akademischen Graden, können die Fakultäten auch andere Titel verleihen, (z.B. ein Diplom/Zertifikat), entsprechend der Fakultäten und der Studienordnung der einzelnen Fakultäten.

§ 2. Hierzu ist notwendig:

1° dass die Kongregation für das Katholische Bildungswesen zur Verleihung des jeweiligen Titels das “Nihil obstat” erteilt hat;

2° dass die entsprechende Studienordnung die Natur des Titels festlegt und zudem ausdrücklich angibt, dass es sich um keinen akademischen Grad handelt, der in der Autorität des Heiligen Stuhls verliehen wird;

3° dass das Zeugnis erklärt, dass es sich um keinen Titel handelt, der in der Autorität des Heiligen Stuhls verliehen wird.

§ 3. Das Studienprogramm für ein Diplom (Zertifikat) entspricht mindestens einem Studienjahr in Vollzeit (60 ECTS).

III. Ausbildungskurs mit Attestat

Art. 32

§ 1. Wenn eine Fakultät einen Kurs anbietet, ohne einen Titel, weder in der Autorität des Heiligen Stuhls noch in eigener Autorität, zu verleihen, muss durch ein Attestat die Absolvierung des Ausbildungsprogramms sowie das Bestehen der betreffenden Examina bestätigt werden.

§ 2. Damit eine akademische Institution einen Ausbildungskurs im Sinne von § 1 anbieten kann, braucht sie die vorhergehende Autorisierung durch den Großkanzler, der sie schriftlich erteilt und die Kongregation für das Katholische Bildungswesen hierüber informiert und ihr das Studiencurriculum zusendet.

E. Die Qualität der akademischen Institutionen

Art. 33

Um auf die neuen Herausforderungen der Ausbildung von Kanonisten und der verschiedenen Berater zu antworten, müssen die Einrichtungen ihre akademische Qualität garantieren, um einen wirklichen Dienst für die Kirche zu leisten.

Art. 34

Deshalb ist notwendig, dass:

1° die entsprechenden Statuten und Studienordnungen angepasst werden, indem die kirchlichen Normen der Apost. Konstitution Veritatis gaudium und der ihr beigefügten Ordinationes angewandt werden, insbesondere auch das Dekret Novo Codice und die Verfügungen dieser Instruktion.

2° die entsprechenden Statuten und Studienordnungen der Kongregation für das Katholische Bildungswesen zur erforderlichen Approbation vorgelegt werden;

3° die akademischen Einrichtungen die Präsenz einer angemessenen Anzahl von Dozenten sicherstellen, wie sie vom Recht vorgesehen ist, und dass diese ihr Amt in Vollzeit ausüben.

Art. 35

Es kommt der Bischofskonferenz oder einer anderen zuständigen Versammlung von Hierarchen zu, die Präsenz (Anzahl und Verteilung) der akademischen Institutionen in ihrem Territorium zu planen. Vor einer eventuellen Errichtung oder Approbation einer neuen Fakultät für Kanonisches Recht oder einer ihr gleichgestellten Institution, sowie vor einer eventuellen Aggregation oder Inkorporation eines Instituts an eine Fakultät für Kanonisches Recht, erbittet daher die Kongregation für das Katholische Bildungswesen um deren Stellungnahme.

Art. 36

Wenn eine Fakultät für Kanonisches Recht oder eine ihr gleichgestellte Einrichtung nicht mehr die Bedingungen erfüllt, die es zu ihrer Errichtung oder Approbation bedarf, kommt es der Kongregation für das Katholische Bildungswesen zu, die zuvor den Großkanzler und den Dekan oder Präses hierüber benachrichtigt, entsprechend den Umständen und nachdem zuvor der Diözesan- oder Eparchialbischof und die Bischofskonferenz oder die andere zuständige Versammlung von Hiearchen gehört worden ist, die Entscheidung über die Suspension akademischer Rechte, die Rücknahme der Approbation als kirchliche Fakultät oder ihr gleichgestellte Einrichtung oder die Aufhebung der Institution zu entscheiden.

F. Schlussnorm

Art. 37

Die Fakultäten für Kanonisches Recht und die ihnen gleichgestellten Einrichtungen, die Kirchenrechtsdepartments und die Lehrstühle für Kanonisches Recht an den Theologischen Fakultäten und in den Katholischen Universitäten, die einen Lehrstuhl für Kirchenrecht an den Juristischen Fakultäten einrichten wollen, müssen sich an diese Instruktion bis zu Beginn des akademischen Jahres 2019-2020 angleichen.

Papst FRANZISKUS hat im Verlauf der am 27. April 2018 gewährten Audienz, diese Instruktion approbiert und ihre Veröffentlichung angeordnet.

Rom, am Sitz der Kongregation für das Katholische Bildungswesen, am 29. April 2018, dem 5. Sonntag der Osterzeit, Fest der heiligen Katharina von Siena, Jungfrau und Kirchenlehrerin, Patronin Italiens und Europas.

Giuseppe Card. Versaldi
Prefetto

Angelo Vincenzo Zani
Arciv. tit. di Volturno
Segretario

* * *

Anhang

Orientierungshilfen für mögliche Inhalte eines Ausbildungscurriculum von Beratern der zweiten Ebene

Philosophie

    Das Paradigma menschlicher Natur

    Das Paradigma von Beziehungsfähigkeit: Andersartigkeit, Gegenseitigkeit und Anerkennung

Sozialwissenschaften

    Modelle von Familie und Gesellschaft

    Emanzipation der Frau

    Trasformazion ehelicher, genitorialer und familiärer Beziehungen

Biblische Theologie

    Eheliche Symbole in der Heiligen Schrift

Dogmatische Theologie

    Theologische Anthropologie: Geschöpflichkeit im Dialog

    Das Sakrament der Ehe

    Die Familie als Hauskirche und die Kirche als Familie der Familien

Moraltheologie und Spiritualität

    Person, Beziehung und Berufung

    Primat der Gabe: die Logik des Unentgeltichen

    Sexualethik und affektive Beziehung

    Empfang neuen Lebens

    Geistliche und moralische Unterscheidung

    Krankheiten heilen und in Krankheiten begleiten

    Sterben und Tod

Kanonisches Recht (mindestens 12 ECTS)

    Materielles Eherecht

        - Untrennbarkeit von natürlicher Ehe und Sakrament

        - die Wesenseigenschaften der Ehe

        - die Ehehindernisse

        - Fehler und Defekte des Ehekonsenses

        - die kanonische Form

    Eheprozessrecht

        - die kirchlichen Gerichte

        - Elemente des Prozessrechts

        - der Prozess zur Erklärung der Nichtigkeit der Ehe

        - Die Fälle der Eheauflösung

Theologie der Familienpastoral

    Verlöbnis

    Eheovorbereitung

    Eheliches und familiäres Leben

    Andere Formen der Vereinigung und “verwundete Familien”

Psychologie

    Psychodynamik familiärer Beziehungen

    Psychotherapie von Paaren und Familien

    Pychologie und Sexualmoral

_______________________

[1] Franciscus PP., Litterae Apostolicae Motu proprio datae Mitis Iudex Dominus Iesus, 15 augusti 2015, in Acta Apostolicae Sedis 107 (2015) 958-967. Die Ratio procedendi [=RP] befindet sich auf den Seiten 967-970.

[2] Franciscus PP., Litterae Apostolicae Motu proprio datae Mitis et misericors Iesus, 15 augusti 2015, in Acta Apostolicae Sedis 107 (2015) 946-954. Die Ratio procedendi [=RP] befindet sich auf den Seiten 954-957.

[3] Cf. Ioannes Paulus PP. II, Constitutio Apostolica Sacrae disciplinae leges, 25 ianuarii 1983, in Acta Apostolicae Sedis 75 (1983) pars II, p. XI.

[4] Cf. Kongregation für das Katholische Bildungswesen, Begegnung mit den Dekanen und Direktoren aller weltweit bestehenden Institutionen des Kirchenrechts, Rom 20. – 21. Oktober 2016, in Educatio Catholica 2-3/4 (2016) 9-94.

[5] Franciscus PP., Constitutio Apostolica de studiorum Universitatibus et Facultatibus Ecclesiasticis Veritatis gaudium, 8 dicembris 2017 [= VG].

[6] Congregatio de Institutione Catholica, Ordinationes ad Constitutionem Apostolicam „Veritatis gaudium“ rite exsequendam, 27 dicembris 2017 [= OrdVG].

[7] Congregatio de Institutione Catholica, Decretum quo ordo studiorum in Facultatibus Iuris Canonici innovatur Novo Codice, 2 septembris 2002, in Acta Apostolicae Sedis 95 (2003) 281-285.

[8] Cf. can. 180, n. 6 CCEO.

[9] Pontificium Consilium de Legum Textibus, Instructio servanda a tribunalibus dioecesanis et interdioecesanis in pertractandis causis nullitatis matrimonii Dignitas connubii, 25 ianuarii 2005, in Communicationes 37 (2005) 11-92 [= DC].

[10] Normalerweise sollte auch der Anwalt im Besitz des akademischen Grades sein (cf. can. 1483 CIC; 1141 CCEO).

[11] Art. 77 VG.

[12] Cf. Art. 32 VG.

[13] Art. 4, § 3 Cost. Apost. Ex corde Ecclesiae; Art. 27, § 1 VG.

[14] Art. 4, § 3 Cost. Apost. Ex corde Ecclesiae; Art. 27, § 2 VG.

[15] Art. 78 VG.

[16] Art. 33, § 2 OrdVG.

[17] Art. 33, § 2 OrdVG.

[18] Art. 33, § 2 OrdVG.

[19] Art. 35 OrdVG.

[20] Art. 79, § 3 VG.

[00688-DE.01] [Originalsprache: Italienisch]

Traduzione in lingua spagnola

Congregatio de Institutione Catholica

(De Studiorum Institutis)

INSTRUCCIÓN

Los estudios de Derecho Canónico a la luz de la reforma

del proceso matrimonial

Para responder a las nuevas exigencias manifestadas en los Motu proprio Mitis Iudex Dominus Iesus[1] y Mitis et misericors Iesus[2], sobre la reforma del proceso canónico para las causas de declaración de nulidad del matrimonio, la Congregación para la Educación Católica, en cuanto posee la competencia sobre las Instituciones académicas de los estudios eclesiásticos, emana esta Instrucción con el objetivo de impulsar y de ofrecer orientaciones a los estudios de Derecho Canónico.

Esta Instrucción comienza, en su primer punto, con una consideración sobre la situación actual de las Instituciones que se ocupan de la enseñanza del Derecho Canónico en la Iglesia universal, para evidenciar los recursos y los puntos críticos y para subrayar la importancia que tiene garantizar la calidad académica de estas Instituciones que están al servicio de la Iglesia.

En la perspectiva de la reforma de los procesos indicados en los Motu proprio, el segundo punto señala, además de las figuras ya previstas por las normas del Derecho Canónico, las nuevas figuras implicadas en la mencionada reforma.

En el tercer punto, se proponen algunos posibles programas formativos según los diferentes niveles de competencia que son necesarios para desarrollar las diversas funciones.

El último punto de la Instrucción contiene las normas dirigidas a los respectivos Grandes Cancilleres y a las Autoridades académicas de las Instituciones de Derecho Canónico, de las Facultades de Teología y de las Universidades Católicas.

La presente Instrucción se emana luego de una consultación amplia y después de haber consultado, con resultado positivo, al Supremo Tribunal de la Signatura Apostólica.

1. La situación actual de las Instituciones que se ocupan de la enseñanza del Derecho Canónico

Las Instituciones que se ocupan de la enseñanza del Derecho Canónico en la Iglesia universal son las Facultades, los Institutos ad instar Facultatis, los Institutos sui iuris de I y II Ciclo y los Institutos agregados o incorporados a Facultades de Derecho Canónico, erigidas o aprobadas por la Santa Sede.

Estas Instituciones promueven desde hace tiempo un valioso servicio eclesial[3], respondiendo a las múltiples peticiones que últimamente han ido aumentando. Por ello, acogiendo las propuestas concretas contenidas en los Motu proprio arriba citados, se realizó una evaluación profunda sobre el número, la consistencia académica y las capacidades reales de tales Instituciones eclesiásticas para responder a las nuevas exigencias[4].

En relación con la naturaleza y la finalidad, las Instituciones académicas eclesiásticas, que aún hoy no lo han hecho, deben actualizar los respectivos Estatutos, aplicando el Decreto Novo Codice y presentarlos para su aprobación ante la Congregación para la Educación Católica, que se garantiza la calidad y el reconocimiento de los títulos dentro y fuera de la realidad eclesial.

Los profesores constituyen la estructura principal de las Instituciones académicas. En general, en los últimos años, se registra no solo un descenso numérico sino también el aumento de las situaciones en las cuales muchos de ellos no logran la necesaria continuidad en la enseñanza porque están ocupados en otros oficios eclesiásticos exigentes o en actividades de asesoría externa (como, por ejemplo, en los Tribunales). Para superar esta dificultad y asegurar la presencia de profesores con dedicación plena, ha sido necesario pedir, en algunos casos, a los profesores que se trasladaran por períodos breves a otros Institutos.

Sobre los estudiantes, se nota un descenso de los inscritos que perjudica una equilibrada vida académica. El aumento de los estudiantes laicos es un elemento seguramente valioso y estimulante; sin embargo, en relación el pasado, este factor aumenta la complejidad en la orientación y la gestión – sobre todo porque los estudiantes no provienen de los estudios teológicos – y, por ello, se requiere una consideración más profunda.

También los planes de estudios (duración, orientación necesaria de los cursos preparatorios para cumplir los criterios que aseguren el acceso a los estudios de Derecho Canónico, orientación de los cursos del II Ciclo) deben ser reconsiderados, sobre todo en función de los estudiantes que no han recibido una adecuada formación filosófico – teológica. En este contexto, se deben regular también los cursos que se llevan a cabo mediante la metodología de enseñanza a distancia.

La Congregación para la Educación Católica acompaña y sostiene las Instituciones en su tarea primaria de garantizar la calidad de los estudios de Derecho Canónico, en la preparación de los futuros docentes, en el mayor impulso de la investigación, en el cuidado de las publicaciones y en la promoción de congresos y seminarios que cuenten con participación externa. Es deseable una mayor difusión para dar a conocer, en ámbitos externos a la Iglesia, el trabajo que cumplen las Instituciones eclesiásticas y contribuir así en el debate cultural sobre los temas propios del Derecho Canónico.

Para lograr estos objetivos, es indispensable valorizar los instrumentos normativos existentes, es decir, la Constitución Apostólica Veritatis gaudium[5], las Ordinationes anexadas[6] y el Decreto Novo Codice[7], en los cuales han sido indicados los requisitos para garantizar la calidad de la enseñanza de Derecho Canónico, tanto en las Facultades y en los Institutos propios como también en las Facultades Teológicas. A estos instrumentos normativos se suman las disposiciones emanadas en la presenteInstrucción.

2. Personas que participan en la aplicación de la reciente reforma del derecho procesal

Las nuevas disposiciones de los Motu proprio exigen una preparación diferenciada de las diversas figuras que prestan servicio en los Tribunales eclesiásticos; a los oficios ya previstos por el Código de Derecho Canónico, la reforma introducida por el Papa Francisco añade, de hecho, otros recursos de personal que son necesarios para garantizar un adecuado servicio.

Se pueden mencionar personas que directa o indirectamente intervienen en el ámbito judicial eclesial, en los diferentes niveles de actividades relacionadas con los procesos canónicos para las causas de nulidad matrimonial:

- El Obispo, para quien el can. 378§1, n. 5 exige que haya obtenido el grado de «doctor o al menos licenciado en sagrada Escritura, teología o derecho canónico, por un instituto de estudios superiores aprobado por la Sede Apostólica, o [sea] al menos verdaderamente experto en esas disciplinas»[8]. En el ejercicio del oficio de juez en el processus brevior se pide que el Obispo diocesano tenga un conocimiento real de la disciplina canónica sustancial y procesal del matrimonio: la prudencia aconseja garantizar que algunos de los participantes en el processus brevior posean el grado académico de Licencia en Derecho Canónico;

- El instructor o auditor, para quien se prevé la aprobación del Obispo Moderador, que se destaque por su doctrina, sin requerir el grado académico (cf. can. 1428, § 2 CIC; can. 1093, § 2 CCEO);

- El asesor, para quien la reciente reforma pide la pericia en las ciencias jurídicas o humanas (cf. can. 1673, § 4 CIC; can. 1359, § 4 CCEO);

- El moderador de la Cancillería del Tribunal, «quien debe ser persona de buena fama y por encima de toda sospecha» (cf. can. 483, § 2 CIC; can. 253, § 2 CCEO e art. 63 DC[9]);

- El notario (cf can. 483, § 2 CIC; can. 253, § 2 CCEO e art. 63 DC);

- Los peritos, para tratar las causas por incapacidad psíquica «maxime curandum est ut periti seligantur qui principiis anthropologiae christianae adhaereant» (art. 205, § 2 DC);

- Los abogados o los abogados estables, para cada uno de los cuales se exige que sea «doctor in iure canonico, vel alioquin vere peritus» (can. 1483 CIC; cf. can. 1141 CCEO); no se excluye que la normativa que regula el acceso al elenco de los Abogados dentro de un Tribunal o incluso el acceso al patrocinio en un determinado Tribunal exija el grado académico del Doctorado o de la Licencia en Derecho Canónico; el can. 1483 CIC y el can. 1141 CCEO de hecho determinan solo el mínimo exigido para la calificación de Abogado. El Moderador del Tribunal deberá verificar cuidadosamente si el Abogado, en ausencia del grado académico, posee una verdadera pericia forense, que ordinariamente solo se asegura con el grado académico;

- Los consejeros, de quienes el art. 113, § 1 DC y los artículos 2-5 de la Ratio procedendi anexa al Motu proprio, relacionada con la investigación previa a la presentación del escrito de demanda de nulidad. Según el artículo 3, la investigación será «confiada por el Ordinario de lugar a personas consideradas idóneas, dotadas de competencias no sólo exclusivamente jurídico-canónicas». Es oportuno que, al menos en la fase final de esta investigación, participe una persona verdaderamente experta en derecho matrimonial canónico, que pueda establecer si existen suficientes motivos de nulidad.

Los consejeros que participan con diferentes funciones en los procesos de declaración de nulidad del matrimonio pueden ser agrupados en tres categorías, según una correcta y realista imagen de círculos concéntricos para sucesivos y necesarios asesoramientos siempre más profundos:

- Los párrocos u otros «dotados de competencias no sólo exclusivamente jurídico-canónicas» (art. 3 RP, primera frase): se descubre en estos consejeros a aquellos que tienen la ocasión calificada de realizar un primer contacto con las personas potencialmente interesadas en la verificación de la nulidad de su matrimonio; ellos podrían ser denominados (las denominaciones tienen una cierta importancia) consejeros del primer nivel;

- Los miembros de una «estructura estable» (art. 3 RO, tercera frase): clérigos, religiosos o laicos que trabajan como consejeros familiares. Este nivel de asesoría y de acompañamiento pastoral-psicológico tiene también el objetivo de precisar si en una realidad aparecen motivos y pruebas suficientes para introducir una causa de nulidad de manera que eviten comenzar de modo equivocado una causa de nulidad; se trata de los consejeros del segundo nivel;

- Los abogados (art. 4 RP): esta última fase de la asesoría, si es positiva, se concluye con la presentación de la demanda al Tribunal, para la cual el abogado ayuda a precisar los elementos sustanciales y probatorios útiles, a recoger las pruebas ya disponibles, a escuchar si es el caso el parecer de la otra parte y a predisponer todo para la introducción de la causa; estos son los consejeros del tercer nivel.

El elenco de los oficios no iguala en un mismo nivel el grado de preparación requerido de acuerdo a la variedad de las personas que los deben ocupar, pero la diversidad de funciones exige una diferenciación de los programas formativos para las varias categorías indicadas. El perfil pastoral y profesional debe ser garantizado sobre todo a través de una adecuada formación académica, que responda a las diversas tareas que deben ser desarrolladas.

3. Perspectivas y programas formativos

Esta Instrucción confirma la normativa canónica vigente (cf. art. 6 VG y art. 8 OrdVG) , según la cual solo el grado académico de Licencia en Derecho Canónico, obtenido en una Institución de Derecho Canónico, erigida o aprobada por la Santa Sede, habilita para asumir los siguientes oficios: vicario judicial (can. 1420, § 4 CIC; can. 1086, § 4 CCEO), vicario judicial adjunto (can. 1420, § 4 CIC; can. 1086, § 4 CCEO), juez (can. 1421, § 3 CIC; can. 1087, § 3 CCEO), promotor de justicia (can. 1435 CIC; can. 1099, § 2 CCEO) y defensor del vínculo (can. 1435 CIC; can. 1099, § 2 CCEO)[10]. Por lo tanto, en esta Instrucción no se innova nada relacionado con esto.

La ley eclesiástica no pide obligatoriamente para todos los oficios el grado académico, pero esto no significa ni que esté prohibido ni que de hecho para algunos casos sea necesario o conveniente.

Se ha dejado a la responsabilidad del Obispo diocesano (y respectivamente al Obispo Moderador y, por su rol, al Vicario judicial) evaluar – en base a las circunstancias del lugar, del tiempo o de la causa concreta – si el titular de uno de los oficios judiciales pueda desarrollar la propia tarea sin tener el grado académico en Derecho Canónico, para los casos en los cuales no sea exigido por el derecho el grado académico obligatorio.

Por ejemplo, se debería distinguir entre los asesores del juez único, que el can. 1673, § 4 CIC recomienda («ubi fieri possit»; cf. también can. 1359, § 4 CCEO) y el instructor y el asesor en elprocessus brevior (cf. cann. 1685-1687, § 1 CIC; 1371-1373 CCEO). Mientras los primeros podrían trabajar razonablemente sin el grado académico, por ser asesores del juez único sobre todo en lo que se refiere a los hechos; los segundos, en cambio, debido a que conducen la única sesión instructora y dan consejo al Obispo diocesano, difícilmente podrían desarrollar esta tarea en las causas, inclusive de mediana dificultad, sin tener el grado académico.

En este caso, corresponde a la prudencia del Obispo diocesano o, respectivamente, del Obispo Moderador y del Vicario judicial, ejercer un correcto discernimiento. Se trata de un aspecto de lasubsidiariedad que la ley impone y que requiere ser responsables; los organismos competentes de la Santa Sede tienen el deber de promover y de apoyar esta responsabilidad.

A. Objetivos generales

Basados en la experiencia de los pasados decenios y considerando la realidad que vive hoy la Iglesia, la Congregación para la Educación Católica, en su competencia para la formación académica, y también por requerimiento del Pontificio Consejo para los Textos Legislativos, en estrecho acuerdo con el Supremo Tribunal de la Signatura Apostólica, con esta Instrucción indica a los Obispos diocesanos, a los Obispos Moderadores de un Tribunal interdiocesano, y a las Iglesias particulares algunos objetivos generales que se deben tener bien presentes en la perspectiva de preparar el personal adecuado para la praxis judicial:

- Considerar las exigencias de una variada formación para la actividad judicial en los Tribunales eclesiásticos y para la actividad preparatoria, al menos en los consejeros del tercer nivel;

- Elaborar normas que ofrezcan a los Obispos, a los Tribunales y a las Instituciones académicas, indicaciones útiles para la formación de aquellos consejeros del primer y del segundo nivel;

- Fomentar que las Instituciones académicas propongan un modelo equilibrado de curriculum studiorum adecuado también a estas exigencias formativas;

- Establecer las denominaciones tanto de los cursos como de los diplomas de reconocimiento;

- Identificar formas de contacto entre los nuevos modelos formativos y los cursos académicos requeridos para la obtención de grados, de modo que los primeros estén destinados no para prescindir de los otros, sino en todo caso para incentivarlos y favorecerlos.

La tarea de asegurar la formación de quienes prestan servicio en los Tribunales eclesiásticos corresponde, en primer lugar, a quien por derecho es competente para otorgar títulos académicos para los diferentes oficios o tareas (vicario judicial, vicario judicial adjunto, juez, defensor del vínculo y promotor de justicia). Poseer Tribunales eclesiásticos dotados de personal suficiente y bien preparado no es un lujo. El bien de las almas exige una formación profunda, que es misión primordial de las instituciones académicas.

B. Programas formativos

Para responder a la urgente necesidad de tener un número mayor de clérigos, laicos y religiosos bien formados en Derecho Canónico, aunque no posean (todavía) un título de Licencia o Doctorado, que puedan cubrir la escasez de personal competente lamentada en tantísimas diócesis del mundo, se proponen algunos posibles programas formativos.

a)Las Facultades de Derecho Canónico y las Instituciones equiparadas. Además de los programas formativos para la Licencia y el Doctorado en Derecho Canónico, estas instituciones erigidas o aprobadas por la Santa Sede pueden programar cursos breves o también otros más consistentes (con la entrega de un diploma) para los colaboradores pastorales, llamados a intervenir en la fase previa del proceso de la declaración de nulidad del matrimonio o para las figuras relacionadas en el proceso mismo, para los cuales no se requiere por la ley universal canónica el grado académico, o para quien colabora en otros sectores en los cuales es necesario el Derecho Canónico. La obtención de un Diploma puede constituir solo un título para que el Obispo Moderador del Tribunal pueda solicitar a la Santa Sede la dispensa para ejercitar los oficios, para los cuales está previsto el grado académico de Licencia en Derecho Canónico.

b) Los Departamentos de Derecho Canónico. Para responder a las exigencias arriba mencionadas, sobre todo para la formación de los consejeros del segundo nivel, es posible instituir en el seno de la Facultad de Teología un Departamento de Derecho Canónico, según las normas indicadas más adelante en esta Instrucción.

c) Las Cátedras de Derecho Canónico. En la Facultad de Teología existen ya las Cátedras de Derecho Canónico. También en las Facultades de Derecho de las Universidades Católicas pueden ser instituidas “Cátedras” de Derecho Canónico con el objetivo de ofrecer cursos de formación sobre todo para los consejeros del primer nivel. Se recomienda que las Cátedras de Derecho Canónico cooperen en el ámbito de la investigación científica con las Facultades civiles de Derecho de las Universidades estatales.

La Congregación para la Educación Católica considera necesario adecuar las Instituciones académicas eclesiásticas de Derecho Canónico a las nuevas exigencias para garantizar la calidad profesional y la seriedad de aquellos que trabajan en los Tribunales eclesiásticos, asegurando un nivel adecuado de formación jurídica en la Iglesia. La necesidad de personal bien formado en los diversos ámbitos de las ciencias canónicas debe impulsar a los Obispos para que promocionen este servicio eclesial enviando clérigos y, si es posible también, laicos para que estudien Derecho Canónico.

La reforma procesal dictada por el Papa Francisco llama la atención sobre todo acerca del buen funcionamiento de los Tribunales en las Iglesias particulares y sobre la calidad del trabajo al cual se confía la comprobación de uno de los bienes más preciosos, referido a la realización de la vocación matrimonial.

Sin embargo se quiere subrayar que es extremadamente urgente contar con canonistas bien preparados no solo en el campo matrimonial, sino también en muchos otros sectores de la vida eclesial, entre los cuales se encuentra el servicio en la administración de las Curias diocesanas.

En líneas generales, es necesario recordar que para alcanzar la finalidad de preparar e «instruir a fondo en las mismas a los alumnos para que estén formados para la investigación y la enseñanza y estén también preparados para desempeñar especiales cargos eclesiásticos»[11], se deben precisar opciones adecuadas que respondan a las nuevas y urgentes exigencias. En esta perspectiva, se establecen las normas abajo descritas.

4. Normas

A. Principios generales

I. Criterios para un programa formativo académico

En respuesta a las nuevas exigencias y, a la luz de la reforma del proceso matrimonial, se deben emprender iniciativas tanto de carácter informativo como formativo, entre ellas distintas.

Con esta Instrucción, la Congregación para la Educación Católica invita a las respectivas Instituciones académicas eclesiásticas para que ofrezcan currículos de estudios para la formación académica de los canonistas y consejeros bien capacitados.

Los elementos esenciales para un programa formativo, que deben estar presentes en un currículo específico o en el Plan de estudios por parte de las instituciones competentes, son los siguientes:

1 criterios de acceso, como: el título requerido para la admisión en las Universidades civiles de la propia nación o de la región en la cual se encuentra la Facultad; eventuales títulos académicos que sean necesarios y algunos otros requisitos obligatorios para comenzar el propio currículo de estudio, inclusive lo relacionado con el conocimiento de las lenguas antiguas y modernas[12].

2 modalidad de enseñanza o estudio definida en coherencia con elQualifications framework (cuadro de calificación) de la Santa Sede;

3 currículos definidos con la descripción del curso según las figuras y las tareas profesionales y específicas, además de la información sobre el programa, con las indicaciones sobre los ECTS (la respectiva carga de trabajo de cada estudiante que corresponde a 30 ECTS, es decir a un semestre en su totalidad);

4 verificación de haber adquirido las competencias a través de pruebas idóneas, previamente descritas en el currículo;

5 certificación de los exámenes;

6 entrega a los estudiantes que han concluido el programa formativo del relativo comprobante o Diploma, acompañado delDiploma supplement.

II. La competencia de las Instituciones académicas para los cursos de formación

La competencia para la formación académica de los canonistas y de todos aquellos que desarrollan una actividad en el ámbito judicial (cf. los sucesivos artículos 9-19) y de los consejeros (cf. los sucesivos artículos 20-28) corresponde a las respectivas Instituciones académicas eclesiásticas y, salvo cuanto está establecido para los ministros de los Tribunales, a las Cátedras de Derecho Canónico, si existen, de las Facultades de Derecho de las Universidades Católicas.

Una Institución académica que quiera ofrecer los programas de nivel superior debe estar autorizada por la autoridad eclesiástica competente (cf. los sucesivos artículos 29-32).

Los simples cursos ofrecidos por una Institución no académica pueden ser reconocidos con la condición de que la respectiva Institución académica competente garantice y certifique el suficiente nivel de estudio superior.

B. Instituciones académicas

I. Facultad de Derecho Canónico e Instituciones equiparadas

Art. 1

La Facultad de Derecho Canónico, el Instituto ad instar Facultatis, el Instituto sui iuris, el Instituto agregado, el Instituto incorporado, canónicamente erigidos o aprobados por la Congregación para la Educación Católica tienen el derecho de conferir el grado académico de Licencia y/o Doctorado en Derecho Canónico.

Art. 2

Permaneciendo firme la normativa existente para los Institutos agregados e incorporados, un Instituto agregado debe tener al menos tres docentes estables con el grado académico de Doctor en Derecho Canónico; un Instituto incorporado debe tener al menos cuatro docentes estables con el grado académico de Doctor en Derecho Canónico. La Facultad de Derecho Canónico y el Instituto ad instar Facultatis deben tener un número mínimo de cinco docentes estables.

II. Departamento de Derecho Canónico

Art. 3

§ 1. En el seno de una Facultad de Teología puede estar instituido un Departamento de Derecho Canónico, con un congruo número de docentes, como estructura académica que desarrolla una específica área de docencia o de investigación y ofrece a los estudiantes una dedicación individual, sobre todo para la formación de los consejeros del segundo nivel.

§ 2. La erección de un Departamento de Derecho Canónico, que tenga al menos un docente estable además de un Director, exige la modificación de los Estatutos de la Facultad de Teología y de la relativa aprobación por parte de la Congregación para la Educación Católica.

Art. 4

§ 1. Preside el Departamento un Director.

§ 2. El Director del Departamento debe ser un docente estable ordinario o extraordinario de Derecho Canónico en la Facultad de Teología.

§ 3. Los otros requisitos y el procedimiento para el nombramiento del Director del Departamento serán regulados por los Estatutos.

§ 4. Al Director de un Departamento, en virtud de las facultades habituales delegadas por el Decano, según reza en los Estatutos, compete dirigir las actividades académicas del Departamento, promover la estrecha colaboración entre los docentes del Departamento y su interrelación tanto con la Facultad de Teología como también con las estructuras académicas de la Universidad en donde enseñan.

§ 5. El Director del Departamento depende del Decano de la Facultad y a él responde en todo aquello que está relacionado con el ejercicio de sus funciones.

Art. 5

§ 1. Los otros docentes estables del Departamento son asignados por la Facultad de Teología.

§ 2. El Departamento puede tener también un número congruo de docentes encargados, asistentes y otros colaboradores necesarios.

§ 3. Para que un docente encargado pueda ser asumido establemente, se requiere asegurarse que él disponga de un tiempo suficiente para dedicarse al curso asignado.

§ 4. Un requisito necesario para un docente del Departamento de Derecho Canónico es el grado académico de Doctorado en Derecho Canónico.

§ 5. Un requisito necesario para un asistente del Departamento de Derecho Canónico es el grado académico de Licencia de Derecho Canónico.

III. Cátedra de Derecho Canónico

Art. 6

Con la expresión “Cátedra de Derecho Canónico” se entiende que un curso de tal disciplina es enseñado por un profesor estable ordinario a al menos extraordinario, con el grado académico de Doctor en Derecho Canónico.

Art. 7

En el primer ciclo de una Facultad de Teología se requiere que al menos un docente estable se dedique a la docencia y a la investigación del Derecho Canónico.

Art. 8

§ 1. El Derecho Canónico debería formar parte de la docencia y de la investigación en una Facultad de Derecho civil de toda Universidad Católica.

§ 2. En los términos que sea consentido por la relativa legislación estatal, debería estar incluido en el plan de estudios un curso de Derecho Canónico, al menos como materia opcional.

§ 3. Aquellos que enseñan disciplinas relacionadas con la fe y la moral deben recibir, después de haber emitido la profesión de fe (cf. can. 833, n. 7 CIC), la misión canónica por parte del Gran Canciller o su delegado; ellos, de hecho, no enseñan con autoridad propia, sino en virtud de la misión recibida de la Iglesia[13].

§ 4. Todos los docentes, antes de recibir un encargo estable o antes de ser promovidos al orden didáctico más alto, o en ambos casos, según lo definan los estatutos, necesitan la declaración de nihil obstat de la Santa Sede[14].

C. Programas de formación

I. Licencia y Doctorado en Derecho Canónico, Diploma en Derecho Matrimonial y Procesal, otros cursos académicos en Derecho Canónico

1. Formación para la obtención de la Licencia y del Doctorado en Derecho Canónico

Art. 9[15]

El currículo de estudios de una Facultad de derecho canónico comprende:

a) el primer ciclo, que debe durar cuatro semestres o un bienio (120 ECTS), para los que no tienen una formación filosófico-teológica, sin excepción alguna para los que ya tienen un título académico en derecho civil; en este ciclo se han de dedicar al estudio de las instituciones de derecho canónico y a las disciplinas filosóficas y teológicas que se requieren para una formación jurídica superior;

b) el segundo ciclo, que debe durar seis semestres o un trienio (180 ECTS), está dedicado a un estudio más profundo del Código en todas sus expresiones, normativas, de jurisprudencia, doctrinales y de praxis, y, principalmente de los Códigos de la Iglesia Latina o de las Iglesias Orientales, a través del estudio de sus fuentes, tanto magisteriales como disciplinares, añadiendo el estudio de materias afines;

c) el tercer ciclo, que abarca un período congruo de tiempo, en el que se perfecciona la formación jurídica necesaria para la investigación científica encaminada a la elaboración de la disertación doctoral.

Art. 10

§ 1. El plan de estudios para el segundo ciclo debe establecer cuáles disciplinas (principales y auxiliares) son obligatorias y por ende cursadas por todos, y cuales en cambio son libres u opcionales.

§ 2. Si las necesidades locales o personales lo aconsejan, entre los cursos opcionales se puede prever un programa que consienta a los estudiantes mayores habilidades en el campo judicial u otros programas, por ejemplo para la docencia.

Art. 11

El plan de estudios para el tercer ciclo prevé que el perfeccionamiento de la formación científica, además de la disertación doctoral, se desarrolle con un programa de estudios de especialización en Jurisprudencia (al menos 60 ECTS) para aquellos que están destinados a los Tribunales eclesiásticos o de especialización en otras disciplinas de Derecho Canónico, según la necesidad de la Iglesia particular o universal.

2. Formación para la obtención de un Diploma en Derecho Matrimonial y Procesal

Art. 12

§ 1.La Facultad de Derecho Canónico y las Instituciones equiparadas pueden prever un currículo de estudio para la obtención de un Diploma en Derecho Matrimonial y Procesal.

§ 2. Tal Diploma no es un título que habilita para los oficios que la normativa canónica reserva a aquellos que han obtenido el grado académico de Licencia en Derecho Canónico (vicario judicial, vicario judicial adjunto, juez, defensor del vínculo y promotor de justicia). El Diploma puede constituir solo un título para que el Obispo Moderador del Tribunal pueda solicitar al Supremo Tribunal de la Signatura Apostólica la dispensa para asumir a quien ha obtenido el Diploma como ejercitante de los oficios antes nombrados, la cual será concedida o negada teniendo presente la normativa canónica, la situación del Tribunal y todas las circunstancias de hecho (cf. can. 90, § 1 CIC; can. 1536, § 1 CCEO).

Art. 13

§ 1. El plan de estudios prevé un curso dedicado al estudio del derecho matrimonial y del derecho procesal del Código de Derecho Canónico o del Código de los Cánones de las Iglesias Orientales mediante la profundización completa de sus fuentes tanto magisteriales como disciplinares, a los cuales se suma el estudio de las materias afines.

§ 2. El programa de estudios debe comprender, como mínimo, el libro I, el libro IV, parte I, título VII, y el libro VII del CIC o el título XVI, cap. VII, los títulos XIX-XXI, los títulos XXIV-XXVI, los títulos XXIX y XXX del CCEO; además de todos los otros documentos relacionados con el matrimonio y los procesos

§ 3. La formación para la obtención de un Diploma dura al menos un año académico en su totalidad (60 ECTS)

Art. 14

El plan de estudios puede prever también otros cursos del ciclo de la Licencia en Derecho Canónico en modo de obtener una formación aún más completa.

Art. 15

Una parte de los cursos pueden ser impartidos en la modalidad de enseñanza a distancia, si el plan de estudios, aprobado por la Congregación para la Educación Católica, lo prevé y determina las condiciones, en modo particular lo relacionado con los exámenes[16].

Art. 16

Aquellos que han iniciado esta formación pueden proseguir los estudios de Derecho Canónico inscribiéndose al segundo ciclo, salvaguardando cuanto está previsto en el art. 9, letra a). A ellos les serán reconocidos cada uno de los créditos de sus estudios canónicos precedentes.

3. Formación para algunas actividades en el ámbito judicial

Art. 17

§ 1. La Facultad de Derecho Canónico y las Instituciones equiparadas tienen la competencia de formar también los otros responsables o colaboradores de los tribunales eclesiásticos, para los cuales el derecho no prevé como requisito el grado académico de Licencia en Derecho Canónico (Obispo, instructor/auditor, asesor, moderador de la Cancillería del Tribunal, notario, perito).

§ 2. La participación en este currículo habilita para asumir las funciones correspondientes según la normativa canónica particular.

Art. 18

El plan de estudios para este nivel debe prever un curso dedicado al estudio de los principios fundamentales del derecho matrimonial y del derecho procesal del Código de Derecho Canónico o del Código de los Cánones de las Iglesias Orientales.

Art. 19

El plan de estudios puede también prever otros cursos complementarios

II. Formación de los consejeros

1. Consejeros del primer nivel: párroco y otros en el ámbito parroquial

Art. 20

§ 1. La Cátedra de Derecho Canónico en la Facultad de Teología y en la Facultad de Derecho civil en la Universidad Católica tiene la competencia de formar los consejeros del primer nivel a los cuales los fieles pueden dirigirse para encontrar ayuda espiritual y jurídica, en relación con la validez del vínculo matrimonial.

§ 2. La participación en este currículo habilita para asumir las funciones correspondientes según la normativa canónica particular.

Art. 21

§ 1. Para asegurar que los estudiantes del primer ciclo en una Facultad de Teología y en un Instituto Teológico afiliado tengan un conocimiento suficiente del Derecho Canónico, se establecerá una duración mínima de al menos tres semestres (al menos 9 ECTS) de estudios de Derecho Canónico, dedicando al menos un semestre al Derecho Matrimonial y Procesal (al menos 3 ECTS). Con las adaptaciones del caso, los mismos criterios se deberán adoptar en el Instituto Teológico no afiliado de un Seminario mayor, el cual no otorga grados académicos.

§ 2. En esta perspectiva la Facultad de Teología, el Instituto Teológico afiliado y el Instituto Teológico no afiliado deben actualizar los propios planes de estudio.

Art. 22

§ 1. La Cátedra de Derecho Canónico ofrece para los consejeros del primer nivel también curso para la formación permanente, de modo que puedan aconsejar con eficacia, según las normas del Derecho Matrimonial y Procesal.

§ 2. En cooperación con otras Cátedras de Teología, el currículo puede prever también otros cursos complementarios.

2. Consejeros del segundo nivel: colaboradores en una estructura estable.

Art. 23

§ 1. La Facultad de Teología, en la cual se encuentra un Departamento de Derecho Canónico, si no existe una Facultad de Derecho Canónico o una Institución equiparada en la misma Universidad, tiene la competencia de formar los consejeros del segundo nivel, hacia los cuales en una estructura estable pueden dirigirse los fieles para encontrar ayuda sobre todo pastoral, jurídica y psicológica, en los casos en los cuales los cónyuges se encuentren en dificultad o estén separados o divorciados y busquen la ayuda de la Iglesia.

§ 2. Para su formación se ofrece un Diploma de Consejero Matrimonial y Familiar como currículo de estudio, que ayudará en un acompañamiento y discernimiento pastoral.

§ 3. La participación en este currículo habilita para asumir las funciones correspondientes según la normativa canónica particular. No habilita para estar inscrito en el elenco de los abogados o en el patrocinio, quedando a salvo todas las normativas canónicas y los reglamentos universales, particulares y peculiares que rigen la inscripción al elenco de los abogados y al patrocinio en cada uno de los Tribunales.

Art. 24

§ 1. El plan de estudios debe prever cursos dedicados al estudio de los principios fundamentales del derecho matrimonial y del derecho procesal del Código de Derecho Canónico o del Código de los Cánones de las Iglesias Orientales, no inferior a 12 ECTS, cursos dedicados al estudio de los principios de la Teología Matrimonial y cursos dedicados al estudio de los principios de la psicología sexual y familiar, fundada sobre la antropología cristiana.

§ 2. El plan de estudios puede prever otros cursos complementarios.

§ 3. El plan de estudios prevé también un trabajo final y un examen conclusivo del currículo.

Art. 25

La formación de los consejeros del segundo nivel dura al menos la totalidad de un año académico (60 ECTS).

Art. 26

Una parte de los cursos pueden ser desarrollados bajo la modalidad de enseñanza a distancia, si el plan de estudios, aprobado por la Congregación para la Educación Católica lo prevé y determina las condiciones, en modo particular en relación con los exámenes[17].

3. Consejeros del tercer nivel: los abogados

Art. 27

La Facultad de Derecho Canónico y las Instituciones equiparadas tienen la competencia de formar los consejeros del tercer nivel, que son los abogados que ayudan, en la última fase de asesoría, para introducir la causa en el Tribunal competente.

Art. 28

§ 1. Para formar a los abogados que, debido a las situaciones locales, excepcionalmente no tienen un grado académico en Derecho Canónico, pero que deben adquirir una auténtica pericia forense (cf. can. 1483 CIC; 1141 CCEO), la Facultad de Derecho Canónico y las Instituciones equiparadas pueden ofrecer un Diploma en Derecho Matrimonial y Procesal.

§ 2. Tal Diploma no es un título que habilita para la inscripción en el elenco de los abogados que la normativa canónica reserva generalmente a aquellos que han obtenido el grado académico de Doctor en Derecho Canónico. El Diploma constituye más bien un título por el cual el Obispo Moderador del Tribunal podría evaluar adecuadamente si el candidato es un vere peritus para que pueda ser inscrito en el elenco de los abogados.

§ 3. El plan de estudios debe prever un curso dedicado al estudio de derecho matrimonial y de derecho procesal del Código de Derecho Canónico o del Código de los Cánones de las Iglesias Orientales a través del uso completo de sus fuentes tanto magisteriales como disciplinares, a las cuales se suma el estudio de materias afines.

§ 4. El programa de estudio debe comprender, como mínimo, el Libro I, el Libro IV, parte I, título VII, y el Libro VII del CIC o el título XVI, capítulo VII, los títulos XIX-XXI, los títulos XXIV-XXVI, los títulos XXIX y XXX del CCEO, además de todos los otros documentos relacionados con el matrimonio y los procesos

§ 5. Para aquellos que ya poseen un grado académico en derecho civil, pero no tienen una formación filosófico-teológica, el plan de estudios debe prever al menos un curso de eclesiología y de teología sacramental general y matrimonial.

§ 6. El plan de estudios puede prever también otros cursos del ciclo de la Licencia en Derecho Canónico, hasta llegar a una formación más completa.

§ 7. Una parte de los cursos puede ser desarrollada bajo la modalidad de enseñanza a distancia, si el plan de estudios, aprobado por la Congregación para la Educación Católica lo prevé y determina las condiciones, en modo particular en relación con los exámenes[18].

§ 8. La formación de los consejeros del tercer nivel dura al menos la totalidad de un año académico (60 ECTS).

§ 9. Aquellos que han asistido a este curso de consejero del tercer nivel, pueden proseguir los estudios del Derecho Canónico, inscribiéndose en el ciclo de la Licencia en Derecho Canónico, quedando a salvo cuanto está previsto en el artículo 9, letra a), sobre el reconocimiento de cada uno de los créditos de los estudios canónicos cursados en precedencia.

D. Autorización de los programas

I. La Licencia y el Doctorado en Derecho Canónico

Art. 29

En las Universidades o Facultades Eclesiásticas, canónicamente erigidas o aprobadas, los grados académicos son conferidos por autoridad de la Santa Sede[19].

Art. 30

El plan de estudios en la Facultad de Derecho Canónico debe definir los requisitos particulares para la obtención de cada uno de los grados académicos, teniendo en cuenta las prescripciones de la Congregación para la Educación Católica[20].

II. Otros títulos, no conferidos por autoridad de la Santa Sede

Art. 31

§ 1. Además de los grados académicos canónicos, las Facultades pueden conferir otros títulos (por ejemplo: Diploma), según la diversidad de las Facultades y del plan de estudios en cada Facultad.

§ 2. Para tal fin es necesario:

1 que la Congregación para la Educación Católica haya dado el nihil obstat para conferir el título respectivo;

2 que el respectivo plan de estudios establezca la naturaleza del título, indicando expresamente que no se trata de un grado académico conferido por autoridad de la Santa Sede;

3 que en el mismo Diploma se declare que el título de grado académico no ha sido conferido por autoridad de la Santa Sede;

§ 3. El programa de estudio para un Diploma corresponde al menos a la totalidad de un año académico (60 ECTS).

III. Curso de formación con certificado

Art. 32

§ 1. Si una Facultad ofrece un curso, sin dar un título ni por autoridad de la Santa Sede ni por autoridad propia, debe garantizar con un certificado el desarrollo del programa formativo y la aprobación de los relativos exámenes.

§ 2. Para que una Institución académica pueda ofrecer un programa formativo, según el § 1, se necesita la autorización previa del Gran Canciller, que la confiere por escrito e informa a la Congregación para la Educación Católica de este acto, anexando el currículo de estudios.

E. Calidad de las Instituciones académicas

Art. 33

Para responder a las nuevas exigencias de la formación de los canonistas y de los diferentes consejeros, las Instituciones deben garantizar la calidad académica que ofrezca un verdadero servicio a la Iglesia.

Art. 34

Por lo tanto es necesario, que:

1 los respectivos Estatutos y Planes de estudios estén actualizados, aplicando la normativa eclesiástica de la Constitución Apostólica Veritatis gaudium, de las Ordinationes anexadas, del Decreto Novo Codice y las disposiciones de la presente Instrucción;

2 los respectivos Estatutos y Planes de estudios hayan sido presentados ante la Congregación para la Educación Católica para su debida aprobación;

3 las Instituciones académicas aseguren la presencia de un número congruo de docentes, previsto por el derecho, que desarrollen su función con dedicación plena.

Art. 35

Corresponde a la Conferencia Episcopal u otra Asamblea de la Jerarquía competente planificar la presencia (número y distribución) de las Instituciones académicas en el territorio. Antes de una posible erección o aprobación de una nueva Facultad de Derecho Canónico o de una Institución equiparada, inclusive de una posible aprobación de agregación o de incorporación de un Instituto a una Facultad de Derecho Canónico, la Congregación para la Educación Católica exige su parecer[21].

Art. 36

Cuando una Facultad de Derecho Canónico o una Institución equiparada no cumple con las condiciones exigidas para su erección u aprobación, corresponde a la Congregación para la Educación Católica, habiendo advertido al Gran Canciller y al Decano o Presidente, según las circunstancias y después de haber escuchado el parecer del Obispo diocesano o eparquial y de la Conferencia Episcopal o de otra Asamblea de la Jerarquía competente, tomar la decisión sobre la suspensión de los derechos académicos, la revocación de la aprobación como Facultad eclesiástica o Institución equiparada o la supresión de la misma Institución.

F. Normas finales

Art. 37

Las Facultades de Derecho Canónico y las Instituciones equiparadas, los Departamentos de Derecho Canónico y las Cátedras de Derecho Canónico en la Facultad de Teología y en las Universidades Católicas que quieran constituir una Cátedra de Derecho Canónico en la Facultad de Derecho se deben adecuar a la presente instrucción, con el inicio del año académico 2019-2020.

El Sumo Pontífice Francisco ha aprobado la presente Instrucción el 27 de abril de 2018 y ha autorizado su publicación.

Roma, desde la Sede de la Congregación para la Educación Católica, el 29 de abril de 2018, V Domingo de Pascua, Fiesta de Santa Catalina de Siena, Patrona de Italia y de Europa.

Giuseppe Card. Versaldi
Prefecto

Angelo Vincenzo Zani
Arz. tit. de Volturno
Secretario

* * *

Anexo

Orientaciones sobre los posibles contenidos para la formación de los consejeros del segundo nivel

Filosofía

    El paradigma de la naturaleza humana

    El paradigma de la relación: alteridad, reciprocidad y reconocimiento

Ciencias Sociales

    Modelos de familia y sociedad

    Emancipación femenina

    Transformaciones de las relaciones conyugales, genitoriales y familiares

Teología bíblica

    Símbolos nupciales en la Sagrada Escritura

Teología dogmática

    Antropología teológica: creaturalidad en diálogo

    El sacramento del matrimonio

    La familia como Iglesia doméstica y la Iglesia como familia de familias

Teología moral y espiritual

    Persona, relación y vocación

    Primado del don: la lógica de la gratuidad

    Ética sexual y de las relaciones afectivas

    Acoger una nueva vida

    Discernimiento espiritual y moral

    Curar y acompañar las enfermedades

    Hacia la puesta del sol

Derecho Canónico (al menos 12 ECTS)

    Derecho matrimonial sustantivo

        - inseparabilidad entre matrimonio natural y sacramento

        - las propriedades del matrimonio

        - los impedimentos

        - los vicios y defectos del consentimiento

        - la forma canónica

    Derecho matrimonial procesal

        - los Tribunales de la Iglesia

        - elementos de derecho procesal

        - el proceso para la declaración de nulidad del matrimonio

        - los casos de disolución del matrimonio

Teología pastoral familiar

    Noviazgo

    Preparación al matrimonio

    Vida conyugal y familiar

    Otras formas de unión y “familias heridas”

Psicología

    Psicodinámica de los lazos familiares

    Psicoterapia de la pareja y de la familia

    Psicología y moral sexual

________________________

[1]Franciscus PP., Litterae Apostolicae Motu proprio datae Mitis Iudex Dominus Iesus, 15 augusti 2015, en Acta Apostolicae Sedis107 (2015) 958-967. La Ratio procedendi [=RP] se encuentra en las páginas 967-970.

[2] Franciscus PP., Litterae Apostolicae Motu proprio dataeMitis et misericors Iesus, 15 augusti 2015, en Acta Apostolicae Sedis 107 (2015) 946-954. LaRatio procedendi [=RP] se encuentra en las páginas 954-957.

[3] Cf. Ioannes Paulus PP. II, Constitutio ApostolicaSacrae disciplinae leges, 25 ianuarii 1983, en Acta Apostolicae Sedis 75 (1983) pars II, p. XI.

[4] Cf. Congregación para la Educación Católica, Encuentro mundial con los Decanos de todas las Instituciones de Derecho Canónico, Roma 20-21 de octubre de 2016, inEducatio Catholica 2-3/4 (2016) 9-94.

[5] Franciscus PP., Constitutio Apostolica de studiorum Universitatibus et Facultatibus Ecclesiasticis Veritatis gaudium, 8 dicembris 2017 [= VG].

[6] Congregatio de Institutione Catholica, Ordinationes ad Constitutionem Apostolicam „Veritatis gaudium“ rite exsequendam, 27 dicembris 2017 [= OrdVG].

[7] Congregatio de Institutione Catholica, Decretum quo ordo studiorum in Facultatibus Iuris Canonici innovatur Novo Codice, 2 septembris 2002, en Acta Apostolicae Sedis 95 (2003) 281-285.

[8] Cf. can. 180, n. 6 CCEO.

[9] Pontificium Consilium de Legum Textibus, Instructio servanda a tribunalibus dioecesanis et interdioecesanis in pertractandis causis nullitatis matrimoniiDignitas connubii, 25 ianuarii 2005, en Communicationes 37 (2005) 11-92 [= DC].

[10] Normalmente también el abogado deberá poseer el grado académico (cf. can. 1483 CIC; 1141 CCEO).

[11] Art. 77 VG.

[12] Cf. art. 32 VG.

[13] Art. 4, § 3 Cost. Apost.Ex corde Ecclesiae; Art. 27, § 1 VG.

[14] Art. 4, § 3 Cost. Apost.Ex corde Ecclesiae; Art. 27, § 2 VG.

[15] Art. 78 VG.

[16] Art. 33, § 2 OrdVG.

[17] Art. 33, § 2 OrdVG.

[18] Art. 33, § 2 OrdVG.

[19] Art. 35 OrdVG.

[20] Art. 79, § 3 VG.

[21] Cf. Art. 62, § 1 VG.; Art. 48, § 2 OrdVG.

[00688-ES.01] [Texto original: Italiano]

Traduzione in língua portoghese

Congregação para a Educação Católica
(para as instituições de estudos)

INSTRUÇÃO

Os estudos de Direito Canónico à luz da reforma do processo matrimonial

Para ir ao encontro das novas exigências manifestadas pelo Motu proprio Mitis Iudex Dominus Iesus[1] e Mitis et misericors Iesus[2], acerca da reforma dos processos canónicos para as causas de declaração da nulidade do matrimónio, a Congregação para a Educação Católica, na sua competência sobre as Instituições académicas de estudos eclesiásticos, emana esta Instrução com a finalidade de encorajar e de fornecer orientações para a realização dos estudos de Direito Canónico.
Esta começa, no primeiro ponto, com uma análise da atual presença das instituições que se ocupam do ensino do Direito Canónico na Igreja universal, para meter em evidência os recursos e os pontos críticos, e para sublinhar a importância de garantir a qualidade académica destas instituições ao serviço da Igreja.
Na perspetiva da reforma dos processos indicados pelo Motu proprio, do segundo ponto se identifica, para além da figura já prevista pelas normas do Direito Canónico, as novas figuras inerentes da supradita reforma.
No terceiro ponto vêm propostos alguns possíveis percursos formativos para os vários níveis de competência, necessários à realização das diversas funções.
O último ponto da Instrução contém as normas endereçadas aos respetivos Grão-Chanceleres e Autoridades académicas das Instituições de Direito Canónico, das Faculdades de Teologia e das Universidades Católicas.
A presente Instrução vem emanada depois de uma ampla consulta e depois de ter sido consultado, com parecer positivo, o Supremo Tribunal da Assinatura Apostólica.

1. A situação atual das Instituições de Direito Canónico

As Instituições responsáveis pelo ensino do Direito Canónico na Igreja universal são as Faculdades, Institutos ad instar Facultatis, Institutos sui iuris de I e II ciclo, e Institutos agregados e incorporados a Faculdades de Direito Canónico, eretas ou aprovadas pela Santa Sé.

Estas Instituições desenvolvem, de há muito tempo, um precioso serviço eclesial[3], respondendo a múltiplas solicitações que ultimamente têm aumentando. Acolhendo as propostas concretas contidas nos Motu proprio supra citados, foi feita uma aprofundada valorização do número, da consistência académica e da real capacidade de tais Instituições eclesiásticas para responder às novas exigências[4].

No que diz respeito à sua natureza e finalidade, as Instituições académicas eclesiásticas devem atualizar os respetivos Estatutos, aplicando o Decreto Novo Codice, e submetê-los à aprovação da Congregação para a Educação Católica, que é a garante da qualidade e do reconhecimento dos títulos, mesmo no exterior da realidade eclesial.

Os docentes constituem a estrutura sustentadora das Instituições académicas. De modo geral, nos últimos anos, regista-se o seu declínio numérico, como também se regista o aumento de situações nas quais muitos destes não conseguem dar continuidade, porque empenhados noutros ofícios eclesiásticos onerosos ou noutras atividades inevitáveis de consultoria externa (como, por exemplo, nos Tribunais). Para superar esta dificuldade e assegurar a presença dos docentes a tempo inteiro, em muitos casos, é necessário pedir aos professores que se desloquem por curtos períodos de outros institutos.

Acerca dos estudantes, nota-se de modo geral um decréscimo de inscrições que em algumas realidades não consegue assegurar uma equilibrada vida académica. A crescente presença de estudantes leigos é um elemento seguramente precioso e estimulante; todavia, em comparação com o passado, este fator aumenta a complexidade na configuração e gestão – sobretudo por causa dos estudantes que não provêm dos estudos teológicos – e, por isso, esta realidade requer uma profunda reflexão.

Também os planos de estudos (duração, configuração dos cursos preparatórios para alcançarem os critérios de acesso ao estudo de Direito Canónico como também dos cursos de segundo ciclo) deverão ser reconsiderados, sobretudo em ordem aos estudantes que não têm uma adequada formação filosófico-teológica. Neste contexto, também se devem regulamentar os cursos que decorrem sob a forma de ensino à distância.

A Congregação para a Educação Católica acompanha e sustém as instituições na sua missão primária de garantir a qualidade dos estudos de Direito Canónico, na preparação dos futuros docentes, investindo na investigação, na edição de publicações e na promoção de convénios e seminários, inclusive com participações externas. É, de facto, auspiciável uma maior difusão das comunicações para dar a conhecer ao exterior o trabalho das Instituições eclesiásticas e contribuir para o debate cultural acerca dos temas próprios do Direito Canónico.

Para alcançar estes objetivos, é indispensável valorizar os instrumentos normativos existentes, isto é, a Constituição Apostólica Veritatis gaudium[5], as Normas aplicativas anexas[6] e o Decreto Novo Codice[7], nos quais são indicados os requisitos para garantir a qualidade do ensino do Direito Canónico, tanto nas Faculdades e nos Institutos próprios quanto nas Faculdades de Teologia. A estes instrumentos normativos se acrescentam as disposições emanadas da presente Instrução.

2. Pessoas envolvidas na implementação da recente reforma do direito processual

As novas disposições dos Motu proprio exigem uma preparação diferenciada das diversas figuras chamadas a trabalhar nos Tribunais eclesiásticos; aos oficiais já previstos pelo Código de Direito Canónico, a reforma introduzida pelo Papa Francisco indica, de facto, recursos adicionais de pessoal para garantir um adequado serviço.

Podem-se mencionar pessoas que diretamente ou indiretamente intervêm em âmbito judicial eclesiástico, aos diversos níveis de atividade relacionada com os processos canónicos para as causas de nulidade matrimonial:

- O Bispo para qual o can. 378 § 1, n. 5 requer que «tenha conseguido a láurea de doutor, ou pelo menos a licença em Sagrada Escritura, teologia ou direito canónico, num instituto de estudos superiores aprovado pela Sé Apostólica, ou pelo menos seja verdadeiramente perito em tais disciplinas.»[8]. Pelo menos o exercício do cargo de juiz no processus brevior postula no Bispo diocesano um conhecimento real da substancial disciplina canónica e processual matrimonial: a prudência deveria aconselhar que garanta que alguns dos participantes no processus brevior esteja em posse do grau académico de Licenciatura em Direito Canónico;

- o Instrutor ou auditor, para o qual se prevê a aprovação do Bispo Moderador, reconhecida doutrina, sem se requerer o grau académico (cf. can. 1428, § 2 CIC; can. 1093, § 2 CCEO);

- o assessor, para o qual a recente reforma requer perícia nas ciências jurídicas ou humanas (cf. can. 1673, § 4 CIC; can. 1359, § 4 CCEO);

- o moderador da Cancelaria do Tribunal, que deve ser de «integra reputação e acima de toda a suspeita» (cf. can. 483, § 2 CIC; can. 253, § 2 CCEO e art. 63 DC[9]);

- o notário (cf. can. 483, § 2 CIC; can. 253, § 2 CCEO e art. 63 DC);

- os peritos: para a análise das causas de incapacidade psíquica «maxime curandum est ut periti seligantur qui principiis anthropologiae christianae adhaereant» (art. 205, § 2 DC);

- os advogados e os advogados estáveis, para cada um deles se requer que sejam «doctor in iure canonico, vel alioquin vere peritus» (can. 1483 CIC; cf. can. 1141 CCEO); não se exclui que a normativa que regula o acesso ao elenco dos Advogados junto de um determinado Tribunal ou somente o acesso ao patrocínio num determinado Tribunal requeira o grau académico de Doutoramento ou da Licenciatura em Direito Canónico; o can. 1483 CIC e o can. 1141 CCEO na verdade determinam somente o mínimo requerido para o exercício da advocacia. O Moderador do Tribunal deverá verificar acuradamente se o Advogado, na ausência do grau académico, é na posse de uma verdadeira perícia forense, que ordinariamente somente o grau académico assegura;

- os consultores, dos quais o art. 113, § 1 DC e nos artigos 2-5 da Ratio procedendi anexa ao Motu proprio, no que se refere à investigação prévia à apresentação do libelo do pedido de nulidade. Segundo o artigo 3 RP a investigação «será confiada a pessoas consideradas idóneas pelo Ordinário do lugar, dotadas de competências mesmo se não exclusivamente jurídico-canónicas». É oportuno que, pelo menos na fase final desta investigação, participe uma pessoa verdadeiramente entendida em direito matrimonial canónico, que seja capaz de estabelecer se existem pelo menos motivos de nulidade.

Os consultores envolvidos a diversos níveis dos processos da declaração de nulidade do matrimónio podem ser utilmente reagrupados em três categorias, segundo uma correta e realística imagem de círculos concêntricos de sucessiva e necessária consulta sempre mais aprofundada:

- os párocos e outros «dotados de competências mesmo se não exclusivamente jurídico-canónicas » (art. 3 RP, primeiro parágrafo): se inserem nestes consultores aqueles que têm a oportunidade qualificada de uma primeira aproximação com pessoas potencialmente interessadas na verificação da nulidade do seu matrimónio; estes poderão ser denominados (as denominações têm uma certa importância) consultores de primeiro nível;

- os membros de uma «estrutura estável» (art. 3 RP, terceiro parágrafo): clérigos, religiosos ou leigos, que trabalham nos centros de acolhimento à família. Este nível de consulta e de acompanhamento pastoral-psicológico tem também o objetivo de precisar se na realidade emergem motivos e provas suficientes para introduzir uma causa de nulidade para não se começar de maneira arriscada uma causa de nulidade; Tratam-se de consultores de segundo nível;

- os advogados (art. 4 RP): esta última fase de consulta, se positiva, conclui-se com a apresentação do libelo ao Tribunal, pela qual o advogado ajuda a individuar os elemento substanciais e de prova úteis, a recolher as provas já disponíveis, a escutar, se for o caso, o parecer da outra parte e a predispor tudo para a introdução da causa; estes são os consultores de terceiro nível.

O elenco dos oficiais não reduz a um mesmo nível o volume da preparação requerido às diversas pessoas que ali se enquadram, mas a diversidade dos papéis exige uma diferenciação de percursos formativos para as várias categorias indicadas. O seu perfil pastoral e profissional é garantido sobretudo através de uma adequada formação académica, relacionadas com as diferentes tarefas a serem realizadas.

3. Perspetivas e percursos formativos

Esta Instrução confirma a vigente normativa canónica (cf. art. 6 VG e art. 8 OrdVG), segundo a qual somente o grau académico de Licenciatura em Direito Canónico, alcançado numa Instituição de Direito Canónico ereta ou aprovada pela Santa Sé, habilita para os seguintes ofícios: vigário judicial (can. 1420, § 4 CIC; can. 1086, § 4 CCEO), vigário judicial adjunto (can. 1420, § 4 CIC; can. 1086, § 4 CCEO), juiz (can. 1421, § 3 CIC; can. 1087, § 3 CCEO), promotor de justiça (can. 1435 CIC; can. 1099, § 2 CCEO) e defensor do vínculo (can. 1435 CIC; can. 1099, § 2 CCEO)[10]. Nada portanto se inova nesta Instrução sobre isto.

A lei eclesiástica não requer obrigatoriamente para todos os ofícios o grau académico, mas isto não significa que seja proibido nem que tal, de facto, em alguns casos seja até necessário ou conveniente.

É deixado à responsabilidade do Bispo diocesano (e respetivamente do Bispo Moderador e, pelo seu papel, do Vigário judicial) avaliar – na base das circunstâncias do lugar, do tempo ou da causa singular – se o titular de um dos ofícios judiciais possa desenrolar o seu trabalho sem possuir um grau académico em Direito Canónico, nos casos em que não é requerido pelo direito o grau académico obrigatório.

Para propor um exemplo, deve-se distinguir entre os assessores do juiz único, que o can. 1674, § 4 CIC aponta como desejável («ubi fieri possit»; cf. também can. 1359, § 4 CCEO), e o instrutor e o assessor no processus brevior (cf. cann. 1685-1687, § 1 CIC; 1371-1373 CCEO). Enquanto os primeiros poderiam também exercer a sua função razoavelmente sem o grau académico, sendo, de facto, consultores do juiz único, os segundos, pelo contrário, devendo conduzir a única sessão da instrutória e aconselhar o Bispo diocesano, dificilmente podem desenvolver a sua ação, mesmo que os casos possam ser de dificuldade média, sem possuírem o grau académico.

Nestas situações compete à prudência do Bispo diocesano ou, respetivamente, do Bispo Moderador e do Vigário judicial, realizar um correto discernimento. Trata-se de um aspeto da subsidiariedade que a lei impõem e perante a qual se deve ser responsável; os competentes organismos da Santa Sé têm a devida responsabilidade de promover e suportar esta responsabilidade.

A. Objetivos gerais

Na base da experiência dos decénios passados e considerando a realidade na qual vive hoje a Igreja, a Congregação para a Educação Católica, da sua competência pela formação académica, e pela solicitação do Pontifício Conselho para os Textos Legislativos, em estreita colaboração com o Supremo Tribunal da Assinatura Apostólica, com esta Instrução indica aos Bispos diocesanos, aos Bispos Moderadores de um Tribunal interdiocesano, e às Igrejas particulares alguns objetivos gerais a ter bem presentes na perspetiva de preparar o pessoal adequado para a práxis judiciária:

- considerar as exigências de uma variada formação para a atividade judiciária nos Tribunais eclesiásticos e para a atividade preparatória, pelo menos para os consultores de terceiro nível;

- elaborar normas que ofereçam aos Bispos, aos Tribunais e às Instituições académicas, indicações úteis para a formação daqueles que se ocupam da consultadoria de primeiro e segundo nível;

- encorajar as Instituições académicas para que continuem a propor um modelo equilibrado de curriculum studiorum proporcionado a estas exigências formativas;

- validar e reconhecer as denominações seja dos cursos seja dos diplomas académicos;

- individuar formas de ligação entre os novos módulos formativos e os cursos académicos para os títulos, de modo que os primeiros se destinem não a suprimir a necessidade dos outros, mas se não outra coisa a incentivá-los e a favorece-los.

A tarefa de assegurar a formação dos trabalhadores nos Tribunais eclesiásticos é da competência em primeiro lugar daquele que é competente para atribuir os graus académicos exigidos por lei para os diferentes ofícios ou tarefas (vigário judicial, vigário judicial adjunto, juiz, defensor do vínculo e promotor de justiça). Ter Tribunais eclesiásticos dotados de pessoal suficiente e bem preparado não é um luxo. O bem das almas exige uma formação profunda, que é missão primordial das instituições académicas.

B. Percursos formativos

Para responder à urgente necessidade de ter um maior número de clérigos, leigos e religiosos bem formados em Direito Canónico, ainda que não possuam (por enquanto) um grau de Licenciatura ou Doutoramento, que estejam em grau de suprir a escassez de pessoal competente em tantíssimas dioceses do mundo, propõe-se alguns possíveis percursos formativos.

a) As Faculdades de Direito Canónico e as Instituições equiparadas. Para além do percurso formativo para a Licenciatura e o Doutoramento em Direito Canónico, estas instituições eretas ou aprovadas pela Santa Sé podem programar curso breves ou outros mais consistentes (também conferindo um certificado académico) para os agentes pastorais, chamados a intervir na fase prévia do processo de declaração de nulidade do matrimónio ou para as pessoas envolvidas no próprio processo para as quais não é requerido pela lei universal canónica o grau académico ou para quem opera noutros setores nos quais o Direito Canónico é utilizado. A obtenção de um Diploma pode constituir um título suficiente para que o Bispo Moderador do Tribunal possa pedir à Santa Sé a dispensa para o exercício dos ofícios, para os quais é previsto o grau académico de Licenciatura em Direito Canónico.

b) Os Departamentos de Direito Canónico. Para responder às exigências supra mencionadas, sobretudo para a formação dos consultores de segundo nível, é possível instituir junto das Faculdades de Teologia um Departamento de Direito Canónico, segundo as normas indicadas nesta Instrução.

c) A Cátedra de Direito Canónico. Na Faculdade de Teologia já existem as Cátedras de Direito Canónico. Também junto às Faculdades de Jurisprudência existentes nas Universidades Católicas podem ser instituídas “Cátedras” de Direito Canónico destinadas a oferecer cursos de formação sobretudo para os consultores de primeiro nível. É desejável que as Cátedras de Direito Canónico cooperem no âmbito da investigação científica com as Faculdades de Jurisprudência civil das Universidades estatais.

A Congregação para a Educação Católica retém necessário adequar as Instituições académicas eclesiásticas de Direito Canónico às novas exigências para garantir a qualidade profissional e a seriedade daqueles que trabalham junto aos Tribunais eclesiásticos, assegurando um adequado nível da formação jurídica na Igreja. A necessidade de pessoal bem formado nos diversos âmbitos das ciências canónicas deve encorajar os Bispos a investir neste serviço eclesial convidando clérigos e, se possível, também leigos a estudar Direito Canónico.

A reforma processual desejada pelo Papa Francisco aponta as atenções sobretudo para o bom funcionamento dos Tribunais nas Igrejas particulares e para a qualidade do trabalho, ao qual se confia o averiguar de um dos bens mais preciosos, no que diz respeito à realização da vocação matrimonial.

Contudo deseja-se sublinhar que é extremamente urgente ter canonistas bem preparados não só no campo matrimonial, mas também em muitos outros setores da vida eclesial, entre os quais o serviço daa administração das Cúrias diocesanas.

De modo geral, ocorre recordar que, para alcançar a finalidade de preparar e «instruir profundamente nas [disciplinas canónicas] os alunos, para que se formem para a investigação e para o magistério, e se preparem para assumir peculiares encargos eclesiásticos»[11], devem ser identificadas opções adequadas que respondam às novas e urgentes exigências. Com esta perspetiva, estabelecem-se as normas aqui relatadas.

4. Normas

A. Princípios generais

I. Critérios para um percurso formativo académico

Como resposta às novas exigências, e, à luz da reforma do processo matrimonial, devem ser empreendidas iniciativas de informação e de formação, diversas entre elas.

Com esta Instrução, a Congregação para a Educação Católica encoraja as respetivas Instituições académicas eclesiásticas a oferecer currículos de estudos para a formação académica de canonistas e consultores devidamente qualificados.

Os elementos essenciais para um percurso formativo, que devem ser inseridos num específico currículo ou no Plano de estudos, por parte de cada instituição competente, são os seguintes:

1° critérios definidos de acesso, tais como: o título de estudos necessário para a admissão às Universidades civis da própria nação ou da região na qual a Faculdade se encontra; outros eventuais títulos académicos, que são necessários e outros requisitos obrigatórios para empreender o próprio currículo de estudos, também no que diz respeitos ao conhecimento de línguas sejam que antigas como modernas[12].

2° modalidades de ensino e de aprendizagem definidas em coerência com o Qualifications framework (quadro de qualificações) da Santa Sé;

3° currículos definidos com a descrição do curso segundo as saídas profissionais e outros serviços específicos, bem como informações sobre o programa, com a indicação dos ECTS (a respetiva carga horária de cada aluno que corresponde a 30 ECTS, isto é, a um semestre a tempo completo);

4° verificação da aquisição das relativas competências através de provas idóneas que venham descritas no currículo;

5° certificação dos exames;

6° atribuição aos estudantes, que tenham concluído o percurso formativo, do respetivo certificado académico ou Diploma, acompanhado pelo Diploma supplement.

II. A competência das Instituições académicas para os cursos de formação

A competência para a formação académica dos canonistas e de todos aqueles que desenvolvem uma atividade de âmbito judiciário (cf. os sucessivos artt. 9-19) e dos consultores (cf. os sucessivos artt. 20-28) é das respetivas Instituições académicas eclesiásticas e, salvo quanto estabelecido para os ministros dos Tribunais, às Cátedras de Direito Canónico, se existirem, nas Faculdades de Jurisprudência existentes nas Universidades Católicas.

Uma Instituição académica que queira oferecer programas ao nível dos estudos superiores deve ser autorizada pela competente autoridade eclesiástica (cf. os sucessivos artt. 29-32).

Os cursos individuais oferecidos por uma Instituição não-académica podem ser reconhecidos sob condição de que a respetiva Instituição académica competente garanta e certifique o nível comprovado de estudo superior.

B. Instituições académicas
I. Faculdades de Direito Canónico e Instituições equiparadas
Art.1
A Faculdade de Direito Canónico, o Instituto ad instar Facultatis, o Instituto sui iuris, o Instituto agregado, o Instituto incorporado, canonicamente eretos ou aprovados pela Congregação para a Educação Católica, têm o direito de conferirem o grau académico de Licenciatura e/ou Doutoramento em Direito Canónico.

Art. 2
Sem prejuízo da legislação em vigor para os Institutos agregados e incorporados, um Instituto agregado deve ter pelo menos três docentes estáveis com o grau académico de Doutoramento em Direito Canónico; um Instituto incorporado deve ter pelo menos quatro docentes estáveis com o grau académico de Doutoramento em Direito Canónico. A Faculdade de Direito Canónico e o Instituto ad instar Facultatis devem ter um número mínimo de cinco docentes estáveis.

II. Departamento de Direito Canónico

Art. 3
§ 1. Dentro de uma Faculdade de Teologia pode ser instituído um Departamento de Direito Canónico, com um côngruo número de docentes, como estrutura académica que desenvolve uma específica área de docência ou de investigação e oferece aos estudantes uma ajuda individual mais cuidada, sobretudo para a formação dos consultores do segundo nível.
§ 2. A instituição de um Departamento de Direito Canónico, que tenha pelo menos um docente estável para além do Diretor, terá necessidade de modificar os Estatutos da Faculdade de Teologia e da consequente aprovação por parte da Congregação para a Educação Católica.

Art. 4
§ 1. Preside ao Departamento um Diretor.
§ 2. O Diretor do Departamento deve ser um professor estável, ordinário ou extraordinário, de Direito Canónico na Faculdade de Teologia.
§ 3. Os outros requisitos e o procedimento para a nomeação do Diretor do Departamento são regulamentados pelos Estatutos.
§ 4. Ao Diretor do Departamento, em virtude das faculdades que lhe são habitualmente delegadas pelo Decano, à norma dos Estatutos, compete dirigir as atividades académicas do Departamento, promover a unidade de ações entre os docentes do Departamento e a sua inter-relação seja com a Faculdade de Teologia seja com as estruturas académicas das Universidades nas quais ensinam.
§ 5. O Diretor do Departamento depende do Decano da Faculdade e a ele responde por tudo aquilo que diz respeito ao exercício das suas funções.

Art. 5
§ 1. Os outros docentes estáveis do Departamento são atribuídos pela Faculdade de Teologia.
§ 2. O Departamento também pode ter um côngruo número de docentes nomeados, assistentes e outros colaboradores necessários.
§ 3. Se um docente nomeado não pode ser assumido estavelmente, deve-se assegurar que ele disponha de um tempo suficiente para dedicar-se ao respetivo curso.
§ 4. Um requisito necessário para um docente do Departamento de Direito Canónico é o grau académico de Doutoramento em Direito Canónico.
§ 5. Um requisito necessário para um assistente do Departamento de Direito Canónico é o grau académico de Licenciatura em Direito Canónico.

III. Cátedra de Direito Canónico
Art. 6
Com a expressão “Cátedra de Direito Canónico” entende-se que um curso desta disciplina seja ensinado por um professor estável, ordinário ou pelo extraordinário, dotado do grau académico de Doutoramento em Direito Canónico.

Art. 7
No primeiro ciclo numa Faculdade de Teologia é requerido pelo menos um docente estável para a docência e a investigação do Direito Canónico.

Art. 8
§ 1. O Direito Canónico também deveria fazer parte da docência e da investigação numa Faculdade de Jurisprudência civil numa Universidade Católica.
§ 2. Nos termos em que é permitido pela legislação estatal, deveria ser inserido no plano de estudos um curso de Direito Canónico, pelo menos como matéria opcional.
§ 3. Aqueles que ensinam disciplinas concernentes com a fé e a moral devem receber, depois de ter emitido a profissão de fé (cf. can. 833, n.7 CIC), a missão canónica do Grão-Chanceler ou de um seu delegado; esses, de facto, não ensinam por sua própria autoridade, mas em força da missão recebida da Igreja[13].
§ 4. Todos os docentes, antes de lhes ser conferida a nomeação de professores estáveis ou sejam promovidos no quadro da função docente, segundo tudo quanto é prescrito nos Estatutos, têm necessidade do nada obsta da Santa Sé[14].

C. Programas de formação
I. Licenciatura e Doutoramento em Direito Canónico, Diploma em Direito Matrimonial e Processual, outros cursos académicos em Direito Canónico
1. Formação para a atribuição da Licenciatura e do Doutoramento em Direito Canónico

Art. 9[15]

O currículo dos estudos para uma Faculdade de Direito Canónico compreende:

a) o primeiro ciclo, a prolongar-se por quatro semestres ou dois anos (120 ECTS), para aqueles que não possuem uma formação filosófico-teológica, sem nenhuma exceção para aqueles que já possuem um título académico em direito civil; neste ciclo dedica-se ao estudo das instituições do Direito Canónico e àquelas disciplinas filosóficas e teológicas que se exigem para uma formação canónica superior;

b) o segundo ciclo, que deve prolongar-se por seis semestres ou um triénio (180 ECTS), dedicado ao estudo mais aprofundado do Ordenamento canónico em todas as suas expressões, normativas, jurisprudenciais, doutrinais e de práxis, e principalmente dos Códigos da Igreja latina ou das Igrejas orientais através do estudo completo das suas fontes sejam magistrais sejam disciplinares, ao qual se acrescenta o estudo das matérias afins;

c) o terceiro ciclo, no qual por um côngruo período de tempo se aperfeiçoa a formação científica, especialmente através da elaboração de uma dissertação doutoral.

Art. 10

§ 1. O Plano de estudos para o segundo ciclo deve estabelecer quais são as disciplinas (principais e auxiliares) obrigatórias e por isso a frequentar por todos, e quais que, por sua vez, são de frequência livre ou opcional.

§ 2. Se as necessidades locais ou pessoais o aconselham, entre os cursos opcionais pode-se prever um percurso que consinta aos estudantes uma maior habilitação no campo judicial ou talvez outros percursos, por exemplo para a docência.

Art. 11

O Plano de estudos para o terceiro ciclo pode prever que o aperfeiçoamento da formação científica, para além da dissertação doutoral, se desenvolva com um programa de estudos de especialização em Jurisprudência (pelo menos 60 ECTS) para aqueles que são destinados aos Tribunais eclesiásticos ou de especialização noutras disciplinas de Direito Canónico, segundo as necessidades da Igreja particular ou universal.

2. Formação para a atribuição de um Diploma em Direito Matrimonial e Processual

Art. 12

§ 1. A Faculdade de Direito Canónico e as Instituições equiparadas podem prever um currículo de estudos para a atribuição de um Diploma em Direito Matrimonial e Processual.

§ 2. Tal Diploma não é um título que habilita aos ofícios que a normativa canónica reserva para aqueles que possuem o grau académico de Licenciatura em Direito Canónico (vigário judicial, vigário judicial adjunto, juiz, defensor do vínculo e promotor de justiça). Este pode constituir somente um título académico para que o Bispo Moderador do Tribunal possa pedir ao Supremo Tribunal da Assinatura Apostólica a dispensa para que aqueles que obtiveram o diploma possam exercer os ofícios supra citados, que será concedida ou negada tendo presente a normativa canónica, a situação do Tribunal e todas as circunstâncias do facto (cf. can. 90, § 1 CIC; can. 1536, § 1 CCEO).

Art. 13

§ 1. O Plano de estudos deve prever um curso dedicado ao estudo do direito matrimonial e de direito processual do Código de Direito Canónico ou do Código dos Cânones das Igrejas Orientais através do estudo completo das suas fontes sejam magistrais sejam disciplinares, ao qual se acrescenta o estudo das matérias afins.

§ 2. O programa de estudos deve compreender, no mínimo, o Livro I, o Livro IV, parte I, tit. VII, e o Livro VII do CIC ou o tit. XVI, cap. VII, os titt. XIX-XXI, os titt. XXIV-XXVI, os titt. XXIX e XXX do CCEO; para além de todos os outros documentos relativos ao matrimónio e aos processos.

§ 3. A formação para a obtenção de um Diploma tem a duração de pelo menos um ano académico a tempo inteiro (60 ECTS).

Art. 14

O Plano de estudos também pode prever outros cursos do ciclo da Licenciatura de Direito Canónico, para alcançar uma formação mais completa.

Art. 15

Uma parte dos cursos pode ser realizada na forma de ensino à distância, se o Plano de estudos, aprovado pela Congregação para a Educação Católica, o prevê e nele se determinam as condições, de modo particular acerca dos exames[16].

Art. 16

Aqueles que realizaram esta formação podem prosseguir os estudos de Direito Canónico inscrevendo-se no segundo ciclo, salvo quanto previsto pelo art. 9, a). A estes serão reconhecidos os créditos individuais dos precedentes estudos canónicos.

3. Formação para algumas atividades no âmbito judicial

Art. 17

§ 1. A Faculdade de Direito Canónico e as Instituições equiparadas também têm a competência para formar os outros trabalhadores dos Tribunais eclesiásticos, para os quais o direito não prevê como requisito o grau académico da Licenciatura em Direito Canónico (Bispo, instrutor/auditor, assessor, moderador da Chancelaria do Tribunal, notário, perito).

§ 2. A participação neste currículo habilita a assumir as funções correspondentes segundo a normativa canónica particular.

Art. 18

O Plano de estudos para este nível deve prever um curso dedicado ao estudo dos princípios fundamentais do direito matrimonial e do direito processual do Código de Direito Canónico o do Código dos Cânones das Igrejas Orientais.

Art. 19

O Plano de estudos também pode prever outros cursos complementares.

II. Formação dos consultores

1. Consultores de primeiro nível: párocos e outros em âmbito paroquial

Art. 20

§ 1. A Cátedra de Direito Canónico na Faculdade de Teologia e na Faculdade de Jurisprudência civil na Universidade Católica tem a competência para formar os consultores do primeiro nível aos quais os fiéis podem dirigir-se para encontrar ajuda espiritual e jurídica, acerca da validade do seu vínculo matrimonial.

§ 2. A participação neste currículo confere habilitações para assumir as funções correspondentes segundo a normativa canónica particular.

Art. 21

§ 1. Para assegurar que os estudantes do primeiro ciclo numa Faculdade de Teologia e num Instituto Teológico afiliado tenham um conhecimento suficiente do Direito Canónico, será estabelecida uma duração mínima de pelo menos três semestres (pelo menos 9 ECTS) de estudos do Direito Canónico, dedicando pelo menos um semestre ao Direito Matrimonial e Processual (pelo menos 3 ECTS). Com as devidas adaptações mediante os casos, os mesmos critérios devem ser adotados nos Institutos Teológicos não afiliados, que não confere graus académicos, presentes junto dos Seminários Maiores.

§ 2. Nesta perspetiva a Faculdade de Teologia, o Instituto Teológico afiliado e o Instituto Teológico não afiliado devem atualizar os próprios Planos de estudo.

Art. 22

§ 1. A Cátedra de Direito Canónico também oferece aos consultores de primeiro nível cursos para a formação permanente, de modo a que possam eficazmente aconselhar segundo as normas do Direito Matrimonial e Processual.

§ 2. Em cooperação com outras Cátedras de Teologia, o currículo também pode prever outros cursos complementares.

2. Consultores de segundo nível: colaboradores de uma estrutura estável

Art. 23

§ 1. A Faculdade de Teologia, que possui um Departamento de Direito Canónico, se não existe uma Faculdade de Direito Canónico ou uma Instituição equiparada na mesma Universidade, tem a competência de formar os consultores de segundo nível, aos quais, numa estrutura estável, podem os fiéis dirigirem-se para encontrar ajuda sobretudo pastoral, jurídico e psicológico, em todas as situações em que os cônjuges se encontrem em dificuldade ou se estão separados ou divorciados e procurem ajuda da Igreja.

§ 2. Para a sua formação se oferece um Diploma em Consultadoria Matrimonial e Familiar como currículo de estudo, que ajudará a um acompanhamento e discernimento pastoral.

§ 3. A participação neste currículo confere habilitações para assumir as funções correspondentes segundo a normativa canónica particular. Não habilita, contudo, à inscrição no elenco dos advogados ou ao patrocínio, ficando válidas todas as normativas canónicas e os regulamentos universais, particulares e peculiares que regem a inscrição ao elenco e o acesso ao patrocínio junto de cada um dos Tribunais.

Art. 24

§ 1. O Plano de estudos deve prever cursos dedicados ao estudo dos princípios fundamentais do direito matrimonial e do direito processual do Código de Direito Canónico ou do Código dos Cânones das Igrejas Orientais, não inferior a 12 ECTS, cursos dedicados ao estudo dos princípios da Teologia Matrimonial e Familiar, Teologia Moral familiar, Espiritualidade conjugal e Teologia pastoral e cursos dedicados ao estudo dos princípios da psicologia sexual e familiar, fundada na antropologia cristã.

§ 2. O Plano de estudos pode prever outros cursos complementares.

§ 3. O Plano de estudos também prevê um trabalho final e um exame conclusivo do currículo.

Art. 25

A formação dos consultores de segundo nível tem a duração de pelo menos um ano académico a tempo inteiro (60 ECTS).

Art. 26

Uma parte dos cursos pode ser realizada na forma de ensino à distância, se o Plano de estudos, aprovado pela Congregação para a Educação Católica, o prevê e nele se determinam as condições, de modo particular acerca dos exames[17].

3. Consultores de terceiro nível: os advogados

Art. 27

A Faculdade de Direito Canónico e as Instituições equiparadas têm a competência para formar os consultores de terceiro nível, que são os advogados que ajudam, na última fase de consulta, a introduzir a causa no Tribunal competente.

Art. 28

§ 1. Para formar os advogados que, em virtude da realidade local, excecionalmente não possuem um grau académico em Direito Canónico, mas devem adquirir uma autêntica perícia forense (cf. can. 1483 CIC; 1141 CCEO), a Faculdade de Direito Canónico e as Instituições equiparadas podem oferecer um Diploma em Direito Matrimonial e Processual.

§ 2. Tal Diploma não é um título que habilita à inscrição ao elenco dos advogados que a normativa canónica reserva geralmente àqueles que possuem o grau académico de Doutoramento em Direito Canónico. Este, na realidade, serve de título para que o Bispo Moderador do Tribunal possa avaliar adequadamente se o candidato é vere peritus de modo a que possa ser inscrito ao elenco dos advogados.

§ 3. O Plano de estudos deve prever um curso dedicado ao estudo de direito matrimonial e de direito processual do Código de Direito Canónico ou do Código dos Cânones das Igrejas Orientais através do estudo completo das suas fontes sejam magistrais sejam disciplinares, ao qual se acrescenta o estudo das matérias afins.

§ 4. O programa de estudos deve compreender, no mínimo, o Livro I, o Livro IV, parte I, tit. VII, e o Livro VII do CIC ou o tit. XVI, cap. VII, os titt. XIX-XXI, os titt. XXIV-XXVI, os titt. XXIX e XXX do CCEO; para além de todos os outros documentos relativos ao matrimónio e aos processos.

§ 5. Para aqueles que já possuem um grau académico em direito civil, mas não possuem uma formação filosófico-teológica, o Plano de estudos deve prever pelo menos um curso de eclesiologia e de sacramentologia geral e matrimonial.

§ 6. O Plano de estudos também pode prever outros cursos do ciclo da Licenciatura de Direito Canónico, para alcançar uma formação mais completa.

§ 7. Uma parte dos cursos pode ser realizada na forma de ensino à distância, se o Plano de estudos, aprovado pela Congregação para a Educação Católica, o prevê e nele se determinam as condições, de modo particular acerca dos exames[18].

§ 8. A formação dos consultores do terceiro nível tem a duração de pelo menos um ano académico a tempo inteiro (60 ECTS).

§ 9. Aqueles que realizaram este curso para serem consultores de terceiro nível, podem prosseguir os estudos de Direito Canónico inscrevendo-se no ciclo de Licenciatura de Direito Canónico, salvo quanto previsto pelo art. 9, a). A estes serão reconhecidos os créditos individuais dos precedentes estudos canónicos.

D. Aprovação dos programas

I. A Licenciatura e o Doutoramento em Direito Canónico

Art. 29

Nas Universidades ou Faculdades Eclesiásticas, canonicamente eretas ou aprovadas, os graus académicos são conferidos pela autoridade da Santa Sé[19].

Art. 30

O Plano de estudos da Faculdade de Direito Canónico deve definir os requisitos particulares para a obtenção de cada um dos graus académicos, tendo em conta as prescrições da Congregação para a Educação Católica[20].

II. Outros títulos, não conferidos pela autoridade da Santa Sé

Art. 31

§ 1. Para além dos graus académicos canónicos, as Faculdades podem conferir outros títulos, (p.ex. Diploma), segundo a diversidade das Faculdades e do Plano de estudos de cada Faculdade.

§ 2. Para o efeito é necessário:

1° que a Congregação para a Educação Católica tenha dado o nada obsta para a atribuição do respetivo título;

2° que o respetivo Plano de estudos estabeleça a natureza do título, indicando expressamente que não se trata de um grau académico conferido pela autoridade da Santa Sé;

3° que no mesmo Certificado académico declare que o título de grau académico não é conferido pela autoridade da Santa Sé;

§ 3. O programa de estudo para um Diploma corresponde pelo menos a um ano académico a tempo inteiro (60 ECTS).

III. Curso de formação com certificado académico

Art. 32

§ 1. Se uma Faculdade oferece um curso, sem a atribuição de título nem pela autoridade da Santa Sé nem pela sua própria autoridade, deve certificar com um certificado académico o progresso do programa formativo e a superação dos seus exames.

§ 2. Para que uma Instituição académica possa oferecer um percurso formativo referido no § 1, necessita da autorização prévia do Grão-Chanceler, que a confere por escrito e informa a Congregação para a Educação Católica deste ato, colocando em anexo o currículo de estudos.

E. Qualidade das Instituições académicas

Art. 33

Para responder às novas exigências da formação dos canonistas e dos vários consultores, as Instituições devem garantir a qualidade académica para poderem oferecer um verdadeiro serviço à Igreja.

Art. 34

Para tal é necessário que:

1° os respetivos Estatutos e os Planos de estudo sejam atualizados, aplicando a normativa eclesiástica, sobretudo a Constituição Apostólica Veritatis gaudium, as Normas aplicativas anexas e o Decreto Novo Codice e as disposições da presente;

2° os respetivos Estatutos e os Planos de estudo sejam submetidos à Congregação para a Educação Católica para a devida aprovação;

3° As Instituições académicas assegurem a presença de um côngruo número de docentes, previsto pelo direito, que realizem o seu ofício a tempo inteiro.

Art. 35

Compete à Conferência episcopal ou a outra competente Assembleia da Hierarquia planificar a presença (número e distribuição) das Instituições académicas no território. Antes de uma eventual edificação ou aprovação de uma nova Faculdade de Direito Canónico ou de uma Instituição equiparada, bem como a eventualidade aprovação de uma agregação ou a incorporação de um Instituto numa Faculdade de Direito Canónico, deve pedir o parecer favorável à Congregação para a Educação Católica.

Art. 36

Quando uma Faculdade de Direito Canónico ou uma Instituição equiparada não reúne as condições necessárias para a sua edificação ou aprovação, compete à Congregação para a Educação Católica, consultado previamente o Grão-Chanceler e o Decano ou o Presidente, segundo as circunstâncias e depois de ter ouvido o parecer do Bispo diocesano o eparquial e da Conferência episcopal ou a outra competente Assembleia da Hierarquia, tomar a decisão acerca da suspensão dos direitos académicos, a revogação da aprovação como Faculdade eclesiástica ou Instituição equiparada ou a supressão da própria Instituição.

F. Norma final

Art. 37

As Faculdades de Direito Canónico e as Instituições equiparada, os Departamentos de Direito Canónico e as Cátedras de Direito Canónico nas Faculdades de Teologia e nas Universidades Católicas que desejem constituir uma Cátedra de Direito Canónico na Faculdade de Jurisprudência devem adequar-se à presente Instrução, com o início do ano académico 2019-2020.

O Sumo Pontífice FRANCISCO aprovou a presente Instrução e autorizou a sua publicação.

Roma, da Sede da Congregação para a Educação Católica, a 29 de Abril de 2018, V Domingo de Páscoa, festa de Santa Catarina de Sena, virgem e doutora da Igreja, padroeira da Itália e da Europa.

Giuseppe Card. Versaldi
Prefeito

Angelo Vincenzo Zani
Arceb. tit. de Volturno
Secretário

* * *

Anexo

Orientações de possíveis conteúdos para a formação dos consultores de segundo nível

Filosofia

    O paradigma da natureza humana

    O paradigma da relacionalidade: alteridade, reciprocidade e reconhecimento

Ciências sociais

    Modelos de família e sociedade

    Emancipação feminina

    Transformação das relações conjugais, parentalidade e familiares

Teologia biblica

    Símbolos nupciais na Sagrada Escritura

Teologia dogmática

    Antropologia teológica: criaturalidade em diálogo

    O sacramento do matrimónio

    A família como igreja doméstica e a igreja como família de famílias

Teologia moral e espiritual

    Pessoa, relação e vocação

    Primado do dom: a lógica da gratuidade

    Ética sexual e da relação afetiva

    Acolher uma nova vida

    Discernimento espiritual e moral

    Cuidar e acompanhar as doenças

    Em direção à morte

Direito Canónico (pelo menos 12 ECTS)

    Direito matrimonial substantivo

        - inseparabilidade entre matrimónio natural e sacramento

        - as propriedades do matrimónio

        - os impedimentos

        - os vícios e defeitos do consenso

        - a forma canónica

    Direito matrimonial processual

        - os Tribunais da Igreja

        - elementos de direito processual

        - o processo para a declaração da nulidade do matrimónio

        - os casos de dissolução do matrimónio

Teologia pastoral familiar

    Noivado

    Preparação para o matrimónio

    Vida conjugal e familiar

    Outras formas de união e “famílias feridas”

Psicologia

    Psicodinâmica dos laços familiáres

    Psicoterapia do casal e da família

    Psicologia e moral sessual

________________________

[1] Francisco, Exort. Apost. M. P. Mitis Iudex Dominus Iesus, 15 agosto 2015, in Acta Apostolicae Sedis 107 (2015) 958-967. A Ratio procedendi [=RP] encontra-se nas pp. 967-970.

[2] Francisco, Exort. Apost. M. P. Mitis et misericors Iesus, 15 agosto 2015, in Acta Apostolicae Sedis 107 (2015) 946-954. A Ratio procedendi [=RP] encontra-se nas pp. 954-957.

[3] Cf. João Paulo II, Const. Apost. Sacrae disciplinae leges, 25 janeiro 1983, in Acta Apostolicae Sedis 75 (1983) pars II, p. XI.

[4] Cf. Congregação para a Educação Católica, Incontro con i Decani e Presidi di tutte le Istituzioni di Diritto Canonico del mondo cattolico, Roma 20-21 ottobre 2016 in Educatio Catholica 2-3/4 (2016) 9-94.

[5] Francisco, Const. Apost. Veritatis gaudium sobre as Universidades e Faculdades católicas, 8 dezembro 2017 [= VG].

[6] Congregação para a educação Católica, Normas de aplicativas para a Const. Apost. “Veritatis gaudium“, 27 dezembro 2017 [= OrdVG].

[7] Congregação para a educação Católica, Decreto com que se renova a ordem dos estudos nas Faculdades de Direito Canónico Novo Codice, 2 setembro 2002, in Acta Apostolicae Sedis 95 (2003) 281-285.

[8] Cf. can. 180, n. 6 CCEO.

[9] Pontifício Conselho para os textos legislativos, Instrução Dignitas connubii, 25 janeiro 2005, in Communicationes 37 (2005) 11-92 [= DC].

[10] Normalmente também o advogado deverá possuir um título académico (cf. can. 1483 CIC; 1141 CCEO).

[11] Art. 77 VG.

[12] Cf. art. 32 VG.

[13] Art. 4, § 3 Const. Apost. Ex corde Ecclesiae; Art. 27, § 1 VG.

[14] Art. 4, § 3 Const. Apost. Ex corde Ecclesiae; Art. 27, § 2 VG.

[15] Art. 78 VG.

[16] Art. 33, § 2 OrdVG.

[17] Art. 33, § 2 OrdVG.

[18] Art. 33, § 2 OrdVG.

[19] Art. 35 OrdVG.

[20] Art. 79, § 3 VG.

[00688-PO.01] [Texto original: Italiano]

Traduzione in lingua polacca

Kongregacja Edukacji Katolickiej

(Insytucji Studiów wyższych)

INSTRUKCJA

Studia prawa kanonicznego w świetle reformy procesu małżeńskiego

Aby wyjść na przeciw nowym wymogom zawartym wMotu proprioMitis Iudex Dominus Iesus[1]orazMitis et misericors Iesus[2], na temat reformy procesów kanonicznych dotyczących spraw o orzeczenie nieważności małżeństwa, Kongregacja Edukacji Katolickiej, w zakresie swojej kompetencji dotyczącej akademickich instytucji studiów kościelnych, wydaje niniejszą Instrukcję w celu zachęcenia oraz wskazania kierunków dla studiów prawa kanonicznego.

Instrukcja w pierwszym punkcie rozpoczyna się od spojrzenia na aktualną sytuację instytucji, które zajmują się nauczaniem prawa kanonicznego w Kościele powszechnym, w celu wskazania środków i punktów krytycznych oraz by podkreślić znaczenie zagwarantowania należnego poziomu akademickiego wspomnianych instytucji w służbie Kościoła.

W perspektywie reformy procesów wskazanej przez te Motu propria, drugi punkt określa, oprócz funkcji przewidzianych już przez normy prawa kanonicznego, nowe funkcje zawarte w tejże reformie.

W trzecim punkcie są zaproponowane niektóre możliwe kursy kształcenia dla różnych poziomów kompetencji, konieczne dla wykonywania różnych funkcji.

Ostatni punkt Instrukcji zawiera normy kierowane do Wielkich Kanclerzy oraz władz akademickich Instytucji prawa kanonicznego, Wydziałów Teologii oraz Uniwersytetów Katolickich.

Niniejsza Instrukcja zostaje opublikowana po szerokiej konsultacji oraz po pozytywnym zaopiniowaniu przez Najwyższy Trybunał Sygnatury Apostolskiej.

1. Aktualna sytuacja instytucji prawa kanonicznego

Do instytucji, które zajmują się nauczaniem prawa kanonicznego w Kościele powszechnym należą: Wydziały, Instytutyad instar Facultatis, Instytutysui iurisI oraz II cyklu oraz Instytuty agregowane oraz inkorporowane do Wydziałów Prawa Kanonicznego, erygowane lub zatwierdzone przez Stolicę Apostolską.

Wspomniane instytucje od dawna pełnią cenną służbę Kościołowi[3], odpowiadając na liczne zapotrzebowania, które w ostatnim czasie coraz częściej się pojawiają. Przyjmując konkretne propozycje zawarte w wyżej wymienionych Motu propria, została uczyniona pogłębiona analiza liczby, jakości akademickiej oraz rzeczywistych zdolności wspomnianych instytucji kościelnych w celu odpowiedzenia na nowe wyzwania[4].

W tym, co dotyczy ich natury i celu, kościelne instytucje akademickie są zobowiązane do uaktualnienia swoich statutów, stosując DekretNovo Codice, oraz przedstawienia je do zatwierdzenia przez Kongregację Edukacji Katolickiej, która jest gwarancją jakości oraz uznawania tytułów również poza obrębem rzeczywistości kościelnej.

Wykładowcy stanowią zasadniczą strukturę instytucji akademickich. W ostatnich latach odnotowuje się generalnie zmniejszenie ich ilości, jak również wzrost liczby sytuacji, w których wielu z nich nie jest w stanie dalej kontynuować rozwoju pracy naukowej, ponieważ są zaangażowani do zajęć na innych wymagających urzędach kościelnych albo w niezbędnej działalności mającej charakter pomocy zewnętrznej (jak np. w trybunałach). W celu pokonania powyższej trudności oraz zapewnienia obecności wykładowców zatrudnionych na pełny etat, przymuszeni tą sytuacją - w różnych przypadkach – profesorowie zostali poproszeni, aby przenieśli się na krótki czas do innych instytutów.

Odnośnie do studentów, zauważa się w ogólności zmniejszenie liczby zapisanych, co w niektórych sytuacjach nie wystarcza do utrzymania odpowiedniej działalności akademickiej. Rosnąca obecność studentów świeckich pozostaje elementem niewątpliwie cennym oraz stymulującym; niemniej jednak, w porównaniu do przeszłości, czynnik ten zwiększa złożoność problemu zorganizowania i zarządzania studiami – przede wszystkim z powodu studentów którzy nie ukończyli studiów teologicznych – i z tego powodu, wymaga to głębszego rozpatrzenia.

Również plany studiów (czas trwania, określenie kursów przygotowujących celem spełnienia kryteriów do podjęcia studiów prawa kanonicznego, jak również kursy drugiego stopnia) muszą zostać ponownie przemyślane, w szczególności w przypadku studentów, którzy nie mają odpowiedniego przygotowania filozoficzno-teologicznego. W tym kontekście, należy także uregulować przepisami kursy, które odbywają się poprzez formę nauczania na odległość (e-learning).

Kongregacja Edukacji Katolickiej towarzyszy oraz wspiera instytucje w ich podstawowym zadaniu zagwarantowania jakości studiów prawa kanonicznego, w celu przygotowania przyszłych wykładowców, w większym zaangażowaniu w badania naukowe, w trosce o publikacje oraz w promowaniu sympozjów i seminariów otwartych na uczestników z zewnątrz instytucji. Jest bowiem mile widziana bardziej rozwinięta komunikacja w celu dania możliwości innym spoza środowiska, poznania pracy instytucji kościelnych oraz wnoszenia do dyskusji kulturowej tematów prawa kanonicznego.

Aby osiągnąć wymienione cele, jest rzeczą absolutnie konieczną należyte zastosowanie istniejących instrumentów prawnych, to znaczy: Konstytucji ApostolskiejVeritatis gaudium[5], załączonychOrdinationes[6]oraz DekretuNovo Codice[7], w których zostały zawarte wymagania w celu zagwarantowania jakości nauczania prawa kanonicznego, tak na wydziałach oraz w właściwych instytutach, jak również na Wydziałach Teologii. Do wskazanych instrumentów prawnych dołączają dyspozycje zawarte w niniejszej Instrukcji.

2. Osoby zaangażowane we wprowadzenie bieżącej reformy prawa procesowego

Nowe dyspozycje zawarte w tychMotu propriawymagają zróżnicowanego przygotowania różnych osób powołanych do pracy w sądach kościelnych. Do wykonywania urzędów już przewidzianych przez Kodeks Prawa Kanonicznego, reforma wprowadzona przez papieża Franciszka wskazuje rzeczywiście inne osoby w celu zagwarantowania odpowiedniego działania sądów.

Należy wymienić osoby, które bezpośrednio lub pośrednio są zaangażowane w sprawy sądownictwa kościelnego, na różnych poziomach aktywności powiązanych z procesami kanonicznymi dotyczącymi orzekania nieważności małżeństwa:

- biskup, dla którego kan. 378, § 1, n. 5 wymaga «doktoratu lub przynajmniej licencjatu z Pisma Świętego, teologii lub prawa kanonicznego, uzyskanego w instytucie studiów wyższych, zatwierdzonym przez Stolicę Apostolską, lub prawdziwej biegłości w tych dyscyplinach»[8]. A zatem wykonywanie urzędu sędziego wprocessus breviorwymaga od biskupa diecezjalnego rzeczywistej znajomości materialnego prawa małżeńskiego oraz procesowego: roztropność powinna zatroszczyć się o zagwarantowanie, aby niektórzy uczestnicyprocessus breviorposiadali stopień akademicki licencjata w prawie kanonicznym;

- instruktor lub audytor, dla których przewiduje się zatwierdzenie przez biskupa moderatora, winien wyróżniać się znajomością doktryny, bez wymogu tytułu akademickiego (zob. kan. 1428, § 2 KPK; kan. 1093, § 2 KKKW);

- asesor, od którego bieżąca reforma wymaga biegłości w naukach prawnych lub humanistycznych (zob. kan. 1673, § 4 KPK; kan. 1359, § 4 KKKW);

- kierownik kancelarii trybunałuwinien być osobą «o nieposzlakowanej opinii i ponad wszelkim podejrzeniem» (zob. 483, § 2 KPK; kan. 253, § 2 KKKW i art. 63 DC[9]);

- notariusz(zob. 483, § 2 KPK; kan. 253, § 2 KKKW i art. 63 DC);

- biegli: dla analizowania spraw z niezdolności psychicznej«maxime curandum est ut periti seligantur qui principiis anthropologiae christianae adhaereant» (art. 205, § 2 DC);

- adwokaci oraz adwokaci stali, dla każdego z nich wymaga się, aby byli «doctor in iure canonico, vel alioquin vere peritus» (kan. 1483 KPK; zob. kan. 1141 KKKW); nie wyklucza się, że uregulowanie, które określa wpis na listę adwokatów w określonym trybunale lub też tylko dopuszczenie do obrony w konkretnym trybunale będzie wymagało tytułu akademickiego doktora lub licencjata w prawie kanonicznym; kan. 1483 KPK oraz kan. 1141 KKKW określają bowiem jedynie minimum wymagane do pełnienia zadań adwokata. Moderator trybunału, w wypadku braku stopnia akademickiego, winien dokładnie zweryfikować czy adwokat jest w posiadaniu prawdziwej biegłości sądowej, którą normalnie zapewnia jedynie stopień akademicki;

- doradcy, o których w art. 113, § 1 DC oraz w artykułach 2-5Ratio procedendidołączonego doMotu proprio, dotyczący badania przedprocesowego w przedmiocie skargi o nieważność małżeństwa. Według artykułu 3 RP, badania «winno zostać powierzone osobom uznanym za odpowiednie przez ordynariusza miejsca, posiadającym kompetencje, nawet nie koniecznie prawno-kanoniczne». Jest wskazane aby, przynajmniej w fazie końcowej takiego badania uczestniczył rzeczywisty ekspert w kanonicznym prawie małżeńskim, który będzie w stanie określić czy są, lub nie, powody nieważności.

Doradcy pełniący różne zadania w procesach dotyczących deklaracji nieważności małżeństwa mogą być w sposób użyteczny podzieleni na trzy kategorie, według poprawnego oraz rzeczywistego obrazu grup skupionych na koniecznych i coraz bardziej pogłębionych konsultacjach:

- proboszczowie oraz inni«posiadający kompetencje, nawet nie koniecznie prawno-kanoniczne» (art. 3 RP, akapit pierwszy): rozumie się przez tych doradców tych, którzy mają wystarczającą okazje do pierwszego kontaktu z osobami potencjalnie zainteresowanymi do zweryfikowania nieważności swojego małżeństwa; oni mogliby zostać określeni (określenia mają niewątpliwe duże znaczenie)doradcami pierwszego poziomu;

- członkowie «struktury stałej»(art. 3 RP, akapit drugi): duchowni, osoby konsekrowane lub świeccy, zajmujący się poradnictwem rodzinnym. Ten poziom konsultacji oraz towarzyszenia duszpastersko-psychologicznego ma również na celu określenie czy rzeczywiście wyłaniają się motywy oraz dowody wystarczające dla przedstawienia sprawy o nieważność, aby nie rozpoczynać w sposób nieuzasadniony sprawy o nieważność; mamy tutaj do czynienia zdoradcami drugiego poziomu;

- adwokaci(art. 4 RP): ta ostatnia faza konsultacji, jeżeli jest pozytywna, kończy się przedstawieniem sądowi skargi powodowej, w której adwokat pomaga w określeniu istotnych elementów oraz dowodowo korzystnych, w zebraniu dowodów już dostępnych, w wysłuchaniu, w zależności od przypadku, opinii drugiej strony, oraz w przygotowaniu wszystkiego celem przedstawienia sprawy; to sądoradcy trzeciego poziomu.

Wykaz funkcji nie ogranicza się do samego poziomu wielkości wymaganego przygotowania do różnych osób, które muszą je wypełniać, ale zróżnicowanie zadań wymaga dostosowania kursów kształcenia dla różnych wskazanych kategorii. Ich profil duszpasterski oraz zawodowy jest zagwarantowany przede wszystkim w wyniku odpowiedniej formacji akademickiej, w relacji do różnych zadań do wykonania.

3. Perspektywy i kursy kształcenia

Niniejsza Instrukcja potwierdza obowiązujące normy kanoniczne (zob. art. 6 VG i art 8 OrdVG), zgodnie z którymi jedynie stopień akademicki licencjatu z prawa kanonicznego, uzyskany w instytucji prawa kanonicznego erygowanej lub zatwierdzonej przez Stolicę Apostolską, uzdalnia do wykonywania następujących urzędów: wikariusza sądowego (kan. 1420, § 4 KPK; kan. 1086, § 4 KKKW), wikariusza sądowego pomocniczego (kan. 1420, § 4 KPK; kan. 1086, § 4 KPK), sędziego (kan. 1421, § 3 KPK; kan. 1087, § 3 KKKW), rzecznika sprawiedliwości (kan. 1435 KPK; kan. 1099, § 2 KKKW) oraz obrońcy węzła małżeńskiego (kan. 1435 KPK; kan. 1099, § 2 KKKW)[10]. Nic zatem ta Instrukcja w tym przedmiocie nie zmienia.

Prawo kościelne nie wymaga koniecznie dla wszystkich urzędów stopnia akademickiego, ale to nie oznacza, że byłoby to zakazane, wręcz przeciwnie w niektórych przypadkach byłoby to konieczne lub stosowne.

Zostało pozostawione odpowiedzialności biskupa diecezjalnego (oraz stosownie biskupowi moderatorowi, oraz przez wykonywaną funkcję, wikariuszowi sądowemu) ocenić – na bazie okoliczności miejsca, czasu lub poszczególnego przypadku – czy wykonujący jeden z urzędów sądowych może wykonywać powierzone zadania bez stopnia akademickiego z prawa kanonicznego, w przypadkach kiedy nie jest wymagany przez prawo obowiązkowo stopień akademicki.

Aby podać przykład, należałoby odróżnić asesorów jednego sędziego, na co kan. 1673, § 4 KPK wskazuje ((«ubi fieri possit»; zob. także kan. 1359, § 4 KKKW), od instruktora oraz asesora wprocessus brevior(zob. kann. 1685-1687, § 1 KPK; 1371-1373 KKKW). Podczas gdy pierwsi mogliby postępować także racjonalnie bez stopnia akademickiego, będąc doradcami sędziego jedynie w faktach, to drudzy natomiast - będąc zobowiązani do przeprowadzenia jednej sesji instruktażowej oraz udzielenia porady biskupowi diecezjalnemu - trudno sobie wyobrazić aby mogli sprostać swojemu zadaniu, również w sprawach średniej trudności, bez posiadania stopnia akademickiego.

W takim przypadku należy do roztropności biskupa diecezjalnego oraz odpowiednio do biskupa moderatora oraz wikariusza sądowego podjęcie słusznego postępowania. Mamy tutaj do czynienia z zagadnieniem zasady pomocniczości, która nakłada prawo, względem którego należy być odpowiedzialnym. Kompetentne instytucje Stolicy Apostolskiej są zobowiązane do popierania oraz podtrzymywania tej odpowiedzialności.

A. Cele ogólne

Na podstawie doświadczenia minionych dziesięcioleci oraz analizując rzeczywistość w której żyje dzisiaj Kościół, Kongregacja Edukacji Katolickiej, zachowując swoją kompetencję dotyczącą formacji akademickiej, a także zachęcona przez Papieską Radę ds. Tekstów Prawnych, w ścisłym porozumieniu z Najwyższym Trybunałem Sygnatury Apostolskiej, powyższą Instrukcją wskazuje biskupom diecezjalnym, biskupom moderatorom trybunału międzydiecezjalnego oraz Kościołom partykularnym niektóre ogólne cele, które należy uwzględnić w perspektywie przygotowania personelu odpowiedniego do procedury sądowej:

- rozważyć wymogi zróżnicowanej formacji dla działalności sądowej w trybunałach kościelnych i dla działań przedprocesowych, przynajmniej konsultacji na trzecim poziomie;

- przygotować normy, które wskażą biskupom, trybunałom oraz instytucjom akademickim, korzystne ukierunkowania dla kształcenia tych, którzy zajmują się konsultacją na pierwszym oraz drugim poziomie;

- zachęcić instytucje akademickie do zaproponowania wyważonego modelucurriculum studiorumdostosowanego także do tych wymogów kształcenia;

- uporządkować nazewnictwo tak kursów jak i przyznawanych dyplomów;

- określić formy relacji miedzy nowymi modelami formacji a kursami akademickimi celem zdobycia tytułów, tak aby pierwsze były przeznaczone nie dla deprymowania innych, ale raczej do ich rozwijania oraz popierania.

Zadanie zabezpieczenia kształcenia pracowników trybunałów kościelnych spoczywa na pierwszym miejscu na tych, którzy są kompetentni do nadawania tytułów akademickich wymaganych przez prawo dla różnych urzędów oraz zadań (wikariusz sądowy, wikariusz sądowy pomocniczy, sędzia, obrońca węzła i promotor sprawiedliwości). Posiadanie trybunałów kościelnych mających wystarczający personel dobrze przygotowany nie jest luksusem. Dobro dusz wymaga głębokiej formacji, które jest zadaniem podstawowym instytucji akademickich.

B. Kursy kształcenia

Aby odpowiedzieć na pilną konieczność posiadania większej liczby duchownych, świeckich oraz osób konsekrowanych dobrze wykształconych w prawie kanonicznym, chociaż nieposiadających (jeszcze) tytułu licencjata lub doktora, ale które są w stanie stawić czoła wobec malejącej liczby kompetentnego personelu w wielu diecezjach świata, proponuje się niektóre możliwe kursy kształcenia.

a) Wydziały Prawa Kanonicznego i Instytucje im przyrównane. Oprócz kursów przygotowujących do licencjatu i doktoratu prawa kanonicznego, instytucje te erygowane lub zatwierdzone przez Stolicę Apostolską mogą organizować krótkie kursy lub także inne bardziej złożone (także z otrzymaniem zaświadczenia) dla pracowników duszpasterskich, powołanych do udziału w fazie wstępnej procesu deklarującego nieważność małżeństwa lub dla osób uczestniczących w samym procesie, dla których nie jest wymagany przez prawo powszechne kanoniczne stopień akademicki, lub dla tych, którzy pracują w innych sektorach, w których prawo kanoniczne jest stosowane. Uzyskanie dyplomu może stanowić jedynie podstawę, aby biskup moderator trybunału mógł prosić Stolicę Apostolską o dyspensę dla wykonywania urzędów, dla których jest przewidziany stopień akademicki licencjata prawa kanonicznego.

b) Departamenty Prawa Kanonicznego. Aby odpowiedzieć na wymogi wskazane powyżej, przede wszystkim w celu formacji konsultorów drugiego poziomu, jest możliwe utworzenia przy Wydziale Teologicznym Departamentu Prawa Kanonicznego, według norm wskazanych w tej Instrukcji.

c) Katedry Prawa Kanonicznego. Na Wydziałach Teologicznych istnieją już katedry prawa kanonicznego. Również na Wydziałach Prawa istniejących na Uniwersytetach Katolickich mogą być utworzone “Katedry” prawa kanonicznego ukierunkowane w celu zaproponowania kursów kształcenia przede wszystkim dla konsultorów pierwszego poziomu. Zachęca się, aby katedry prawa kanonicznego współpracowały w obszarze naukowym z Wydziałami Prawa cywilnego na uniwersytetach państwowych.

Kongregacja Edukacji Katolickiej uważa za rzecz konieczną dostosować kościelne instytucje akademickie prawa kanonicznego do nowych wymogów w celu zagwarantowania profesjonalnej jakości oraz powagi tym wszystkim, którzy pracują w trybunałach kościelnych, zapewniając odpowiedni poziom wykształcenia prawnego w Kościele. Konieczność personelu dobrze przygotowanego na różnych poziomach nauk kanonicznych powinna zachęcić biskupów do inwestowania w tę posługę kościelną posyłając duchownych oraz, jeśli to możliwe, także świeckich na studia z prawa kanonicznego.

Reforma procesowa dokonana przez papieża Franciszka kieruje uwagę przede wszystkim na dobre funkcjonowanie trybunałów w Kościołach partykularnych oraz na jakość ich funkcjonowania, któremu się powierza zweryfikowanie jednego z najbardziej cennych dóbr, którym jest realizacja powołania małżeńskiego.

Niemniej jednak trzeba podkreślić, że pozostaje rzeczą wysoce pilną posiadanie kanonistów dobrze przygotowanych nie tylko w obszarze małżeńskim, ale także w innych sektorach życia kościelnego, pośród których jest posługa w administracji realizowana przez kurie diecezjalne.

Według ogólnej linii, należy pamiętać, że aby osiągnąć cel przygotowania oraz «wychować dogłębnie w dyscyplinach kanonicznych studentów, aby byli uformowani do badań naukowych oraz nauczania i byli, również, przygotowani do przyjęcia specjalnych zadań kościelnych»[11], należy wyodrębnić odpowiednie opcje które odpowiedzą na nowe oraz naglące wymagania. W tej perspektywie, zostają ustalone normy tutaj zamieszczone.

4. Normy

A. Zasady ogólne.

I. Kryteria dla kursu kształcenia akademickiego

W odpowiedzi na nowe wyzwania, oraz w świetle reformy procesu małżeńskiego, pozostają do podjęcia inicjatywy tak o charakterze informacyjnym jak i formacyjnym, między sobą się różniące.

Poprzez tę Instrukcję, Kongregacja Edukacji Katolickiej zachęca poszczególne kościelne instytucje akademickie do zaoferowania planu studiów celem formacji akademickiej kanonistów oraz doradców dobrze wykwalifikowanych.

Elementy zasadnicze dla kursu kształcenia które mają być włączone w specyficzny plan lub porządek studiów, ze strony stosownych instytucji kompetentnych, są następujące:

1˚ określone kryteria przystąpienia, jak: tytuł studiów wymaganych dla dopuszczenia na uniwersytet cywilny własnego państwa lub regionu, na którym wydział się znajduje; ewentualnie inne tytuły akademickie, które są konieczne oraz inne wymagania obowiązkowe dla podjęcia własnego planu studiów, również i w tym co dotyczy znajomości języków tak starożytnych jak i współczesnych[12].

2˚ sposób wykładania oraz uczenia się określony zgodnie zQualifications framework(system kwalifikacji) Stolicy Apostolskiej;

3˚ plany określone przez opisanie kursu według funkcji oraz zadań zawodowych i specyficznych, jak również informacje o programie, wraz ze wskazaniem punktów ECTS (właściwy obowiązek pracy poszczególnego studenta, który odpowiada 30 punktom ECTS, tj. pełnemu semestrowi);

4˚ ocena zdobycia właściwych kompetencji w wyniku odpowiednich egzaminów, które są opisane w planie;

5˚ poświadczenie egzaminów;

6˚ wręczenie studentom, którzy ukończyli kurs kształcenia, właściwego zaświadczenia lub dyplomu, z dołączonymDiploma supplement.

II. Kompetencja Instytucji akademickich dla kursów kształcenia

Kompetencja dla formacji akademickiej kanonistów oraz tych wszystkich którzy wykonują działalność w pracy sądowej (zob. następne art. 9-19) oraz konsultorów (zob. następne art. 20-28) należy do właściwych instytucji akademickich kościelnych z zachowaniem tego co zostało ustalone dla pracowników trybunałów, katedr prawa kanonicznego, jeżeli istnieją, na Wydziałach Prawa w Uniwersytetach Katolickich.

Instytucja akademicka, która chce przedstawić programy na poziomie studiów wyższych musi posiadać upoważnienie od właściwej władzy kościelnej (zob. następne art. 29-32).

Pojedyncze kursy prowadzone przez instytucję nie-akademicką mogą być uznane pod warunkiem, że właściwa kompetentna instytucja akademicka zagwarantuje oraz poświadczy udowodniony poziom studiów wyższych.

B. Instytucje akademickie

I. Wydziały Prawa Kanonicznego oraz Instytucje im przyrównane

Art. 1

Wydziały Prawa Kanonicznego, Instytutyad instar Facultatis, Instytutysui iuris, Instytuty agregowane, Instytuty inkorporowane, kanonicznie erygowane lub zatwierdzone przez Kongregację Edukacji Katolickiej posiadają prawo nadawania stopnia akademickiego licencjatu i/lub doktoratu prawa kanonicznego.

Art. 2

Zachowując istniejące normy dla Instytutów agregowanych oraz inkorporowanych, Instytut agregowany musi posiadać przynajmniej trzech wykładowców stałych posiadających stopień akademicki doktora prawa kanonicznego; instytut inkorporowany musi posiadać przynajmniej czterech wykładowców stałych posiadających stopień akademicki doktora prawa kanonicznego. Wydział Prawa Kanonicznego oraz Instytutad instar Facultatismuszą posiadać przynajmniej pięciu wykładowców stałych.

II. Departamenty Prawa Kanonicznego

Art. 3.

§ 1. Wewnątrz Wydziału Teologicznego może zostać utworzony Departament Prawa Kanonicznego wraz z odpowiednią liczbą wykładowców, jako struktura akademicka, która rozwija specyficzny obszar kształcenia lub badań oraz proponuje studentom bardziej uważną pomoc indywidualną, przede wszystkim dla kształcenia konsultorów drugiego poziomu.

§ 2. Erygowanie Departamentu Prawa Kanonicznego, który miałby przynajmniej jednego wykładowcę stałego poza moderatorem, wymaga modyfikacji statutów Wydziału Teologicznego oraz stosownego zatwierdzenia przez Kongregację Edukacji Katolickiej.

Art. 4

§ 1. Departamentowi przewodniczy Moderator.

§ 2. Moderatorem Departamentu winien być profesor stały zwyczajny lub nadzwyczajny prawa kanonicznego na Wydziale Teologicznym.

§ 3. Inne wymagania oraz wybór Moderatora Departamentu są regulowane statutami.

§ 4. Moderatorowi Departamentu, na bazie uprawnień zwyczajnych przyznanych mu przez dziekana, zgodnie ze statutami, przysługuje kierowanie działalnością akademicką Departamentu, popieranie jedności pomiędzy nauczycielami Departamentu oraz ich relacji wzajemnej tak z Wydziałem Teologicznym jak i ze strukturami akademickimi Uniwersytetu na którym wykładają.

§ 5. Moderator Departamentu podlega dziekanowi wydziału oraz przed nim odpowiada za wszystko co dotyczy wykonywanych przez niego zadań.

Art. 5

§ 1. Pozostali wykładowcy stali Departamentu są przypisani do Wydziału Teologicznego.

§ 2. Departament może posiadać także stosowną liczbę wykładowców delegowanych, asystentów oraz innych współpracowników.

§ 3. W przypadku gdy wykładowca delegowany nie może być zatrudniony na stałe, należy postarać się, aby dysponował czasem wystarczającym dla prowadzenia właściwego kursu.

§ 4. Wymogiem koniecznym dla wykładowcy w Departamencie Prawa Kanonicznego jest stopień akademicki doktora prawa kanonicznego.

§ 5. Wymogiem koniecznym dla asystenta w Departamencie Prawa Kanonicznego jest stopień akademicki licencjata prawa kanonicznego.

III. Katedra Prawa Kanonicznego

Art. 6.

Poprzez wyrażenie “Katedra Prawa Kanonicznego” należy rozumieć, że kurs tej dyscypliny jest nauczany przez profesora stałego zwyczajnego lub co najmniej nadzwyczajnego, posiadającego stopień akademicki doktora prawa kanonicznego.

Art. 7.

Na pierwszym cyklu na Wydziale Teologicznym jest wymagany przynajmniej jeden wykładowca stały dla wykładania oraz badań prawa kanonicznego.

Art. 8.

§ 1. Prawo kanoniczne powinno być częścią wykładania oraz badań na wydziale prawa cywilnego na Uniwersytecie Katolickim.

§ 2. W granicach na ile jest to dopuszczone przez prawo państwowe, powinien być włączony w porządek studiów kurs prawa kanonicznego, przynajmniej jako materia do wyboru.

§ 3. Ci wszyscy którzy wykładają dyscypliny związane z wiarą oraz moralnością powinni otrzymać, po złożeniu wyznania wiary (zob. kan. 833, n. 7), misję kanoniczną od Wielkiego Kanclerza lub od jego delegata; oni bowiem nie nauczają własnym autorytetem, ale na bazie misji otrzymanej od Kościoła[13].

§ 4. Wszyscy wykładowcy, zanim im zostanie powierzona nominacja na stałych lub zanim zostaną promowani na wyższy stopień wykładowcy, zgodnie z tym co jest zapisane w Statutach, mają obowiązek otrzymanianihil obstatStolicy Apostolskiej[14].

C. Programy kształcenia

I. Licencjat i Doktorat prawa kanonicznego, Dyplom w prawie małżeńskim oraz procesowym, inne kursy akademickie prawie kanonicznego

1.Kształcenie dla otrzymania Licencjatu oraz Doktoratu prawa kanonicznego

Art. 9[15]

Przebieg studiów na Wydziale Prawa Kanonicznego obejmuje:

a) cykl pierwszy, trwający cztery semestry lub dwa lata (120 ECTS), dla tych którzy nie mają wykształcenia filozoficzno-teologicznego, bez żadnego wyjątku dla tych którzy mają już tytuł akademicki w prawie cywilnym; cykl ten poświęcony jest studiom instytucji prawa kanonicznego oraz tych dyscyplin filozoficznych i teologicznych, które są wymagane dla wyższego wykształcenia kanonicznego;

b) drugi cykl, trwający sześć semestrów lub trzy lata (180 ECTS), jest poświęcony pogłębionemu studium porządku kanonicznego we wszystkich jego wyrażeniach, uregulowań, orzecznictwa, doktryny oraz praktyki, a zasadniczo Kodeksu Kościoła łacińskiego oraz Kościołów wschodnich, poprzez kompletną analizę ich źródeł tak magisterialnych jak i dyscyplinarnych, do których dołącza się studium materii pokrewnych;

c) cykl trzeci, podczas którego w odpowiednim czasie doskonali się formację naukową, szczególnie przez przygotowanie rozprawy doktorskiej.

Art. 10

§ 1. Porządek studiów na drugim cyklu winien ustalić które dyscypliny (główne i pomocnicze) są obowiązkowe a zatem przeznaczone dla wszystkich, a które natomiast są dowolne czyli opcjonalne.

§ 2. Jeżeli wymogi lokalne lub personel to postulują, wśród kursów opcjonalnych można przewidzieć także i takie, które zezwolą studentom na lepsze przygotowanie na polu sądowym lub inne kursy, np. dla wykładania.

Art. 11.

Porządek studiów na trzecim cyklu może ustalić, że doskonalenie formacji naukowej, oprócz dysertacji doktorskiej, dokona się poprzez program studiów specjalizujących w orzecznictwie (przynajmniej 60 ECTS) dla tych, którzy się przygotowują do pracy w trybunałach kościelnych lub specjalizacji w innych dyscyplinach prawa kanonicznego, zgodnie z wymaganiami Kościoła partykularnego lub powszechnego.

2.Kształcenie w celu otrzymania Dyplomu w prawie małżeńskim i procesowym

Art. 12

§ 1. Wydział Prawa Kanonicznego i Instytucje jemu przyrównane mogą określić kursy studiów celem otrzymania Dyplomu w prawie małżeńskim i procesowym.

§ 2. Taki Dyplom nie upoważnia do objęcia urzędów, które normami kanonicznymi zostały zarezerwowane dla tych którzy uzyskali stopień akademicki licencjata prawa kanonicznego (wikariusz sądowy, wikariusz sądowy pomocniczy, sędzia, obrońca węzła i promotor sprawiedliwości). Może on stanowić jedynie podstawę, aby biskup moderator trybunału mógł prosić Najwyższy Trybunał Sygnatury Apostolskiej o dyspensę dla przyjęcia przez tego kto otrzymał taki dyplom, celem wykonywania wymienionych powyżej funkcji, która zostanie przyznana lub nie, mając na względzie unormowania kanoniczne, sytuację trybunału oraz wszystkie faktyczne okoliczności (zob. kan. 90, § 1 KPK; kan. 1536, § 1 KKKW).

Art. 13.

§ 1. Porządek studiów powinien zawierać kurs poświęcony studium prawa małżeńskiego oraz prawa procesowego Kodeksu prawa kanonicznego lub Kodeksu kanonów Kościołów wschodnich poprzez kompletny wykład źródeł tak magisterialnych jak i dyscyplinarnych, do których dołącza się studium materii pokrewnych.

§ 2. Program studiów winien zawierać,jako minimum,Księgę I, Księgę IV, część I, tyt. VII, oraz Księgę VII KPK lub tyt. XVI, rozdz.VII, tyt. XIX-XXI, tyt. XXIV-XXVI, i tyt.XXIX oraz XXX KKKW; ponadto wszystkie inne dokumenty dotyczące małżeństwa oraz procesów.

§ 3. Kształcenie celem otrzymania Dyplomu trwa przynajmniej jeden pełny rok akademicki (60 ECTS).

Art. 14.

Porządek studiów może określać także inne kursy z cyklu licencjackiego prawa kanonicznego, w celu uzyskania jeszcze bardziej kompletnego wykształcenia.

Art. 15.

Część kursów może odbyć się z wykorzystaniem formy nauczania na odległość (e-learning), jeżeli porządek studiów - zatwierdzony przez Kongregację Edukacji Katolickiej - to przewiduje oraz określa warunki, w sposób szczególny na temat egzaminów[16].

Art. 16

Ci wszyscy, którzy uczestniczyli w tym kształceniu mogą kontynuować studia z prawa kanonicznego zapisując się na cykl drugi, z zachowaniem tego co przewiduje art. 9, a). Zostaną im uznane poszczególne kredyty poprzednich studiów kanonicznych.

3.Kształcenie dla wybranej działalności na polu sądowym

Art. 17

§ 1. Wydział Prawa Kanonicznego oraz Instytucje im przyrównane są kompetentne do przygotowania pracowników trybunałów kościelnych, dla których prawo nie przewiduje jako wymóg, stopnia akademickiego licencjata z prawa kanonicznego (biskup, instruktor/audytor, asesor, moderator kancelarii trybunału, notariusz, biegły).

§ 2. Uczestniczenie w takim kursie uzdalnia do wykonywaniu odpowiednich zadań według szczegółowej normy kanonicznej.

Art. 18.

Porządek studiów dla tego poziomu powinien przewidzieć kurs poświęcony studium fundamentalnych zasad prawa małżeńskiego i prawa procesowego Kodeksu prawa kanonicznego lub Kodeksu kanonów Kościołów wschodnich.

Art. 19.

Porządek studiów może także przewidzieć inne kursy dodatkowe.

II. Kształcenie doradców

1.Doradcy pierwszego poziomu: proboszczowie oraz inni na poziomie parafialnym

Art. 20

§ 1. Katedra Prawa Kanonicznego na Wydziale Teologii oraz na Wydziale Prawa cywilnego na Uniwersytecie Katolickim posiada kompetencje kształcenia doradców pierwszego poziomu, do których wierni mogą zwrócić się w celu znalezienia pomocy duchowej oraz prawnej, na temat ważności węzła małżeńskiego.

§ 2. Uczestniczenie w tym kursie uzdalnia do podjęcia właściwej roli według szczegółowej normy kanonicznej.

Art. 21

§ 1. W celu zabezpieczenia studentom pierwszego cyklu na Wydziale Teologicznym oraz w Instytucie Teologicznym afiliowanym wystarczającej znajomości prawa kanonicznego, ustanawia się minimalny czas studiów przynajmniej trzech semestrów (przynajmniej 9 ECTS) studiów prawa kanonicznego, przy czym przynajmniej jeden semestr ma być poświęcony prawu małżeńskiemu oraz procesowemu (przynajmniej 3 ECTS). Te same kryteria, dostosowane do przypadku, należy stosować w Instytucie Teologicznym nie-afiliowanym istniejącym przy wyższym seminarium, który nie nadaje stopni akademickich.

§ 2. W tej perspektywie Wydział Teologii, Instytut Teologiczny afiliowany oraz Instytut Teologiczny nie-afiliowany winny odnowić programy studiów.

Art. 22.

§ 1. Katedra Prawa Kanonicznego zaproponuje doradcom pierwszego poziomu także kursy formacji stałej, aby mogli skutecznie doradzać według norm prawa małżeńskiego oraz procesowego.

§ 2. We współpracy z innymi katedrami teologicznymi, program studiów może także przewidzieć inne kursy uzupełniające.

2.Doradcy drugiego poziomu: współpracownicy struktury stałej

Art. 23

§ 1. Wydział Teologiczny, na którym znajduje się Departament Prawa Kanonicznego - jeżeli nie istnieje Wydział Prawa Kanonicznego lub Instytucja jej przyrównana na tym samym uniwersytecie - posiada kompetencje do kształcenia doradców drugiego poziomu, do której w strukturze stałej wierni mogą zwrócić się w celu znalezienia pomocy przede wszystkim duszpasterskiej, prawnej i psychologicznej, w przypadkach kiedy małżonkowie przeżywają trudności lub są w separacji albo po rozwodzie i szukają pomocy Kościoła.

§ 2. Dla ich kształcenia proponuje się Dyplom konsultacji małżeńskiej i rodzinnej jako przebieg studiów, który będzie pomagał w towarzyszeniu oraz rozeznaniu duszpasterskim.

§ 3. Uczestniczenie w takim kursie uzdalnia do podjęcia stosownych funkcji według szczegółowej normy kanonicznej. Kurs ten nie uzdalnia jednak do bycia zapisanym na listę adwokatów albo do obrony prawnej, przy zachowaniu wszystkich unormowań kanonicznych oraz ogólnych regulaminów, partykularnych i szczegółowych, które regulują wpisanie na listę i przystąpienie do obrony w poszczególnych trybunałach.

Art. 24

§ 1. Porządek studiów powinien uwzględnić kursy poświęcone studium fundamentalnych zasad prawa małżeńskiego i prawa procesowego Kodeksu prawa kanonicznego lub Kodeksu kanonów Kościołów wschodnich, nie mniej niż 12 ECTS, kursy poświęcone studium zasad teologii małżeństwa i rodziny, teologii moralnej rodziny, duchowości małżeńskiej i teologii duszpasterskiej oraz kursy poświęcone studium zasad psychologii seksualnej i rodzinnej, bazującej na antropologii chrześcijańskiej.

§ 2. Program studiów może przewidzieć także inne kursy uzupełniające.

§ 3. Program studiów ustali także wypracowanie końcowe oraz egzamin końcowy podsumowujący wykłady.

Art. 25

Kształcenie konsultorów drugiego poziomu winna trwać przynajmniej jeden rok akademicki w pełnym wymiarze (60 ECTS).

Art. 26

Część kursu może dokonać się poprzez formę nauczania na odległość (e-learning), jeżeli program studiów - zatwierdzony przez Kongregację Edukacji Katolickiej - to przewiduje oraz określa warunki, w szczególności na temat egzaminów[17].

3.Doradcy trzeciego poziomu: adwokaci

Art. 27

Wydział Prawa Kanonicznego oraz Instytucje jej przyrównane są kompetentne do przygotowania konsultorów trzeciego poziomu - adwokatów, którzy pomagają w ostatniej fazie konsultacji, w przedstawieniu sprawy kompetentnemu trybunałowi.

Art. 28

§ 1. W celu wykształcenia adwokatów, którzy ze względu na lokalne sytuacje, wyjątkowo nie posiadają stopnia akademickiego w prawie kanonicznym, ale muszą nabyć autentyczną biegłość sądową (zob. kan. 1483 KPK; 1141 KKKW), Wydział Prawa Kanonicznego oraz Instytucje jej przyrównane mogą dawać Dyplom w prawie małżeńskim oraz procesowym.

§ 2. Taki Dyplom nie upoważnia do wpisania na listę adwokatów, którą unormowanie kanoniczne rezerwuje zasadniczo dla tych, którzy posiadają stopień akademicki doktora prawa kanonicznego. On raczej stwarza podstawę aby biskup moderator trybunału mógł ocenić odpowiednio czy kandydat jestvere peritus, by móc zostać wpisanym na listę adwokatów.

§ 3. Program studiów powinien przewidzieć kurs poświęcony studium prawa małżeńskiego oraz procesowego Kodeksu Prawa Kanonicznego lub Kodeksu kanonów Kościołów wschodnich obejmujący kompletną analizę jego źródeł tak magisterialnych jak dyscyplinarnych, do którego należy dołączyć studium materii pokrewnych.

§ 4. Program studiów winien zawierać,jako minimum,Księgę I, Księgę IV, część I, tyt. VII, oraz Księgę VII KPK lub tyt. XVI, rozdz.VII, tyt. XIX-XXI, tyt. XXIV-XXVI, i tyt.XXIX oraz XXX KKKW; ponadto wszystkie inne dokumenty dotyczące małżeństwa oraz procesów.

§ 5. Dla tych którzy już mają stopień akademicki w prawie świeckim, ale nie posiadają wykształcenia filozoficzno-teologicznego, program studiów powinien przewidzieć przynajmniej kurs eklezjologii oraz teologii sakramentalnej i małżeńskiej.

§ 6. Porządek studiów może przewidzieć także inne kursy z cyklu licencjackiego prawa kanonicznego, w celu zdobycia jak najbardziej kompletnego wykształcenia.

§ 7. Część kursu może dokonać się poprzez formę nauczania na odległość (e-learning), jeżeli program studiów - zatwierdzony przez Kongregację Edukacji Katolickiej - to przewiduje oraz określa warunki, w szczególności na temat egzaminów[18].

§ 8. Kształcenie doradców trzeciego poziomu winna trwać przynajmniej jeden rok akademicki w pełnym wymiarze (60 ECTS).

§ 9. Ci którzy uczestniczyli w tym kursie w celu bycia konsultorami trzeciego poziomu, mogą kontynuować studia prawa kanonicznego, zapisując się na cykl licencjacki prawa kanonicznego, z zachowaniem tego co przewiduje art. 9, lit. a), z uznaniem poszczególnych kredytów studiów kanonicznych wcześniej uzyskanych.

D. Autoryzacja programów

I. Licencjat i Doktorat prawa kanonicznego

Art. 29

Na uniwersytetach lub wydziałach kościelnych, kanonicznie erygowanych lub zatwierdzonych, stopnie akademickie są nadawane autorytetem Stolicy Apostolskiej[19].

Art. 30

Program studiów Wydziału Prawa Kanonicznego powinien określić szczegółowe wymogi dla uzyskania poszczególnych stopni akademickich, mając na uwadze rozporządzenia Kongregacji Edukacji Katolickiej[20].

II. Inne tytuły nie nadawane autorytetem Stolicy Apostolskiej

Art. 31.

§ 1. Oprócz stopni akademickich kanonicznych, wydziały mogą nadawać inne tytuły, (np. Dyplomy), zgodnie z różnorodnością wydziałów oraz programem studiów na poszczególnych wydziałach.

§ 2. W tym celu jest konieczne:

1˚ aby Kongregacja Edukacji Katolickiej wydałanihil obstatcelem nadania stosownego tytułu;

2˚ aby właściwy program studiów ustalał naturę tytułu, wskazując wyraźnie, że nie mamy do czynienia ze stopniem akademickim nadanym autorytetem Stolicy Apostolskiej;

3˚ aby sam Dyplom określał, że tytuł stopnia akademickiego nie jest nadany autorytetem Stolicy Apostolskiej.

§ 3. Program studiów uwieńczonych Dyplomem odpowiada przynajmniej jednemu roku akademickiemu w pełnym wymiarze (60 ECTS).

III. Kurs kształcenia z zaświadczeniem

Art. 32

§ 1. Jeżeli Wydział proponuje kurs, bez dania tytułu ani autorytetem Stolicy Apostolskiej ani własnym autorytetem, powinien poświadczyć stosownym zaświadczeniem zrealizowanie programu kształcenia wraz z zaliczeniem właściwych egzaminów.

§ 2. Aby instytucja akademicka mogła prowadzić kurs kształcenia w sensie § 1, musi uzyskać wcześniejszą autoryzację Wielkiego Kanclerza, który ją nada pisemnie oraz poinformuje Kongregację Edukacji Katolickiej o tym akcie, załączając program kursów.

E. Jakość instytucji akademickich

Art. 33

Aby odpowiedzieć na nowe wymogi formacji kanonistów oraz różnych konsultorów, Instytucje winny zagwarantować odpowiednią jakość akademicką, aby w ten sposób prawdziwie służyć Kościołowi.

Art. 34

Stąd też jest konieczne, aby:

1˚ właściwe statuty oraz programy studiów zostały odnowione, stosując unormowania kościelne, przede wszystkim DekretNovo Codiceoraz dyspozycje tejże Instrukcji.

2˚ właściwe statuty oraz programy studiów zostały przedstawione Kongregacji Edukacji Katolickiej w celu należytego zatwierdzenia;

3˚ Instytucje akademickie zapewnią obecność odpowiedniej liczby wykładowców, przewidzianych przez prawo, którzy wykonywać będą swoje zadania w pełnym czasie.

Art. 35

Jest zadaniem Konferencji Episkopatu lub innych właściwych zgromadzeń hierarchicznych, zaplanować obecność (liczba i podział) instytucji akademickich na podległym im terytorium. Przed ewentualnym erygowaniem lub zatwierdzeniem nowego Wydziału Prawa Kanonicznego lub Instytucji jej przyrównanych, jak również ewentualnego zatwierdzenia, afiliacji lub inkorporacji Instytutu do Wydziału Prawa Kanonicznego, Kongregacja Edukacji Katolickiej prosi o opinie Konferencję Episkopatu danego kraju.

Art. 36

Gdy Wydział Prawa Kanonicznego lub Instytucja jej przyrównana nie wypełnia wymogów do jej erygowania lub zatwierdzenia, należy do Kongregacji Edukacji Katolickiej - po wcześniejszym zawiadomieniu Wielkiego Kanclerza oraz dziekana lub dyrektora, zgodnie z okolicznościami i po wysłuchaniu opinii biskupa diecezjalnego lub eparchialnego oraz Konferencji Episkopatu lub innego zgromadzenia hierarchicznego - powzięcie decyzji o zawieszeniu praw akademickich, odwołaniu zatwierdzenia jako wydziału kościelnego lub instytucji jej przyrównanej lub likwidacji samej instytucji.

F. Norma końcowa

Art. 37

Wydziały Prawa Kanonicznego oraz Instytucje jej przyrównane, Departamenty Prawa Kanonicznego oraz Katedry Prawa Kanonicznego na Wydziałach Teologicznych i na Uniwersytetach Katolickich które chcą utworzyć Katedrę Prawa Kanonicznego na Wydziałach Prawa muszą uwzględnić powyższą Instrukcję od początku roku akademickiego 2019/2020.

Ojciec Święty Franciszek 27 kwietnia 2018 r. zatwierdził powyższą Instrukcję i polecił ją opublikować.

Rzym, w Kongregacji Edukacji Katolickiej, dn. 29 kwietnia 2018 r., w V Niedzielę Wielkanocną, w święto św. Katarzyny ze Sieny, dziewicy i doktora Kościoła, Patronki Italii i Europy.

Giuseppe Kard. Versaldi
Prefekt

Angelo Vincenzo Zani
Abp. tyt. Volturno
Sekretarz

* * *

Załącznik

Wskazania możliwych materii dla formacji konsultorów drugiego poziomu

Filozofia

    paradygmat natury ludzkiej

    paradygmat relacyjności: zastępstwo, wzajemność oraz uznanie

Nauki społeczne

    modele rodziny i społeczeństwa

    emancypacja kobieca

    przemiany relacji małżeńskich, rodzicielskich i rodzinnych

Teologia biblijna

    symbole małżeńskie w Piśmie Świętym

Teologia dogmatyczna

    antropologia teologiczna: stworzenie w dialogu

    sakrament małżeństwa

    rodzina jako Kościół domowy i Kościół jako rodzina rodzin

Teologia moralna i duchowości

    osoba, relacja i powołanie

    prymat daru: logika darmowości

    etyka seksualna relacji uczuciowych

    przyjęcie nowego życia

    rozsądek duchowy i moralny

    leczenie oraz towarzyszenie chorobom

    w kierunku śmierci

Prawo kanoniczne (przynajmniej 12 ECTS)

    materialne prawo małżeńskie

        -łączność między małżeństwem naturalnym a sakramentem

        -przymioty małżeństwa

        -przeszkody

        -wady oraz brak zgody

        -forma kanoniczna

    prawo małżeńskie procesowe

        -trybunały Kościoła

        -elementy prawa procesowego

        -proces orzeczenia nieważności małżeństwa

        -przypadki rozwiązania małżeństwa

Teologia duszpasterska rodzinna

    narzeczeństwo

    przygotowanie do małżeństwa

    życie małżeńskie i rodzinne

    inne związki oraz “rodziny zranione”

 Psychologia

    psychodynamika relacji rodzinnych

    psychoterapia małżeństwa i rodziny

    psychologia i moralność seksualna

_________________________

[1]Franciscus PP.,Litterae Apostolicae Motu proprio dataeMitis Iudex Dominus Iesus, 15 augusti 2015, inActa Apostolicae Sedis107 (2015) 958-967. LaRatio procedendi[=RP] è riportato alle ss. 967-970.

[2]Franciscus PP., Litterae Apostolicae Motu proprioMitis et misericors Iesus, 15 augusti 2015, inActa Apostolicae Sedis107 (2015) 946-954. LaRatio procedendi[=RP] è riportato alle ss. 954-957.

[3]Cf.Jan Paweł II,Konstytucja ApostolskaSacrae disciplinae leges, 25 stycznia 1983, w:Acta Apostolicae Sedis75 (1983) część II, p. XI.

[4]Cf.Kongregacja Edukacji Katolickiej, Spotkanie z Dziekanami i Dyrektorami wszytkich Instytucji prawa kanonicznego w świecie katolickim, Rzym 20-21 października 2016,w:Educatio Catholica2-3/4 (2016) 9-94.

[5]Franciszek, Konstytucja Apostolska o studiach na uniwersytetach i wydziałach kościelnychVeritatis gaudium, 8 grudnia 2017 [= VG].

[6]Kongregacja Edukacji Katolickiej,Ordinationesdo Konstytucji Apostolskiej „Veritatis gaudium“ rite exsequendam, 27 grudnia 2017 [= OrdVG].

[7]kongregacja Edukacji katolickiej, Decretum quo ordo studiorum in Facultatibus Iuris Canonici innovaturNovo Codice, 2 września 2002, :Acta Apostolicae Sedis95 (2003) 281-285.

[8]Cf. kan. 180, n. 6 KKKW.

[9]Pontificium Consilium de Legum Textibus, Instructio servanda a tribunalibus dioecesanis et interdioecesanis in pertractandis causis nullitatis matrimoniiDignitas connubii, 25 stycznia 2005, w:Communicationes37 (2005) 11-92 [= DC].

[10]Normalnie także adwokat powinien posiadać tytuł akademicki (zob. kan. 1483 KPK; 1141 KKKW).

[11]Art. 77 VG.

[12]Cf. art. 32 VG.

[13]Art. 4, § 3 Konst. Apost.Ex corde Ecclesiae; Art. 27, § 1 VG.

[14]Art. 4, § 3 Konst. Apost.Ex corde Ecclesiae; Art. 27, § 2 VG.

[15]Art. 78 VG.

[16]Art. 33, § 2 OrdVG.

[17]Art. 33, § 2 OrdVG.

[18]Art. 33, § 2 OrdVG.

[19]Art. 35 OrdVG.

[20] Art. 79, § 3 VG.

[00688-PL.01] [Testo originale: Italiano]

[B0317-XX.01]