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Lettera Apostolica in forma di Motu Proprio “maiorem hac dilectionem” sull’offerta della vita, 11.07.2017


Testo in lingua italiana

Traduzione in lingua latina

 

Testo in lingua italiana

“Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici” (Gv 15, 13).

Sono degni di speciale considerazione ed onore quei cristiani che, seguendo più da vicino le orme e gli insegnamenti del Signore Gesù, hanno offerto volontariamente e liberamente la vita per gli altri ed hanno perseverato fino alla morte in questo proposito.

È certo che l’eroica offerta della vita, suggerita e sostenuta dalla carità, esprime una vera, piena ed esemplare imitazione di Cristo e, pertanto, è meritevole di quella ammirazione che la comunità dei fedeli è solita riservare a coloro che volontariamente hanno accettato il martirio di sangue o hanno esercitato in grado eroico le virtù cristiane.

Con il conforto del parere favorevole espresso dalla Congregazione delle Cause dei Santi, che nella Sessione Plenaria del 27 settembre 2016 ha attentamente studiato se questi cristiani meritino la beatificazione, stabilisco che siano osservate le norme seguenti:

Art. 1

L’offerta della vita è una nuova fattispecie dell’iter di beatificazione e canonizzazione, distinta dalle fattispecie sul martirio e sull’eroicità delle virtù.

Art. 2

L’offerta della vita, affinché sia valida ed efficace per la beatificazione di un Servo di Dio, deve rispondere ai seguenti criteri:

a) offerta libera e volontaria della vita ed eroica accettazione propter caritatem di una morte certa e a breve termine;
nesso tra l’offerta della vita e la morte prematura;

b) esercizio, almeno in grado ordinario, delle virtù cristiane prima dell’offerta della vita e, poi, fino alla morte;

c) esistenza della fama di santità e di segni, almeno dopo la morte;

d) necessità del miracolo per la beatificazione, avvenuto dopo la morte del Servo di Dio e per sua intercessione.

Art. 3

La celebrazione dell’Inchiesta diocesana o eparchiale e la relativa Positio sono regolate dalla Costituzione apostolica Divinus perfectionis Magister del 25 gennaio 1983, in Acta Apostolicae Sedis Vol. LXXV (1983, 349-355), e dalle Normae servandae in inquisitionibus ab Episcopis facendis in Causis Sanctorum del 7 febbraio dello stesso anno, in Acta Apostolicae Sedis Vol. LXXV (1983, 396-403), salvo quanto segue.

Art. 4

La Positio sull’offerta della vita deve rispondere al dubium: An constet de heroica oblatione vitae usque ad mortem propter caritatem necnon de virtutibus christianis, saltem in gradu ordinario, in casu et ad effectum de quo agitur.

Art. 5

Gli articoli seguenti della citata Costituzione Apostolica sono così modificati:

Art. 1:

Ai Vescovi diocesani, agli Eparchi e a quanti ad essi sono equiparati dal diritto, nell’ambito della loro giurisdizione, sia d'ufficio, sia ad istanza dei singoli fedeli o di legittime associazioni e dei loro rappresentanti, compete il diritto di investigare circa la vita, le virtù, l’offerta della vita o il martirio e la fama di santità, di offerta della vita o di martirio, sui presunti miracoli, ed eventualmente, sul culto antico del Servo di Dio, di cui si chiede la canonizzazione”.

Art. 2,5:

L’Inchiesta sui presunti miracoli si faccia separatamente da quella sulle virtù, sull’offerta della vita o sul martirio.

Art. 7,1:

“studiare le cause loro affidate con i collaboratori esterni e preparare le Positiones sulle virtù, sull’offerta della vita o sul martirio”.

Art. 13,2:

Se il Congresso giudicherà che la causa è stata istruita secondo le norme di legge, stabilirà di affidarla a uno dei Relatori; il Relatore, a sua volta, aiutato da un collaboratore esterno, farà la Positio sulle virtù, sull’offerta della vita o sul martirio, secondo le regole della critica agiografica”.

Art. 6

Gli articoli seguenti delle citate Normae servandae in inquisitionibus ab Episcopi facendis in Causis Sanctorum sono così modificati:

Art. 7:

La causa può essere recente o antica; è detta recente, se il martirio, le virtù o l’offerta della vita del Servo di Dio possono essere provati attraverso le deposizioni orali di testimoni oculari; è detta antica quando le prove relative al martirio o le virtù possono essere desunte soltanto da fonti scritte”.

Art. 10,1°:

nelle cause sia recenti che antiche, una biografia di un certo valore storico sul Servo di Dio, se esiste, o, in mancanza di questa, un'accurata relazione cronologica sulla vita e le attività del Servo di Dio, sulle virtù o sull’offerta della vita o sul martirio, sulla fama di santità e di miracoli, senza omettere ciò che pare contrario o meno favorevole alla causa stessa”.

Art. 10,3°:

solo nelle cause recenti, un elenco delle persone che possono contribuire a esplorare la verità sulle virtù o sull’offerta della vita o sul martirio del Servo di Dio, come pure sulla fama di santità e di miracoli, oppure impugnarla”.

Art. 15,a:

Ricevuta la relazione, il Vescovo consegni al promotore di giustizia o ad un altro esperto tutto ciò che è stato acquisito fino a quel momento, affinché possa preparare gli interrogatori utili ad indagare e mettere in luce la verità circa la vita, le virtù, l’offerta della vita o il martirio, la fama di santità, di offerta della vita o di martirio del Servo di Dio.

Art. 15,b:

Nelle cause antiche gli interrogatori riguardino soltanto la fama di santità, di offerta della vita o di martirio ancora presente e, se è il caso, il culto reso al Servo di Dio in tempi più recenti”.

Art. 19:

A provare il martirio, l'esercizio delle virtù o l’offerta della vita e la fama dei miracoli di un Servo di Dio che sia appartenuto a qualche istituto di vita consacrata, i testimoni presentati devono essere, in parte notevole, estranei; a meno che ciò sia impossibile, a motivo della particolare vita del Servo di Dio”.

Art. 32:

“L'inchiesta sui miracoli dev’essere istruita separatamente dall'inchiesta sulle virtù o sull’offerta della vita o sul martirio e si svolga secondo le norme che seguono”.

Art. 36:

Sono proibite nelle chiese le celebrazioni di qualunque genere o i panegirici sui Servi di Dio, la cui santità di vita è tuttora soggetta a legittimo esame. Ma anche fuori della chiesa bisogna astenersi da quegli atti che potrebbero indurre i fedeli a ritenere a torto che l'inchiesta, fatta dal vescovo sulla vita e sulle virtù, sul martirio o sull’offerta della vita del Servo di Dio, comporti la certezza della futura canonizzazione dello stesso Servo di Dio”.

Tutto ciò che ho deliberato con questa Lettera Apostolica in forma di Motu proprio, ordino che sia osservato in tutte le sue parti, nonostante qualsiasi cosa contraria, anche se degna di particolare menzione, e stabilisco che venga promulgato mediante la pubblicazione sul quotidiano “L’Osservatore Romano”, entrando in vigore il giorno stesso della promulgazione e che, successivamente, sia inserito in Acta Apostolicae Sedis.

Dato a Roma, presso San Pietro, il giorno 11 luglio, quinto del Nostro Pontificato.

Francesco

[01075-IT.01] [Testo originale: Italiano]

Traduzione in lingua latina

LITTERAE APOSTOLICAE MOTU PROPRIO DATAE
DE OBLATIONE VITAE

«Maiorem hac dilectionem nemo habet, ut animam suam quis ponat pro amicis suis» (Io 15,13).

Singulari existimatione et honore digni sunt illi christifideles, qui Iesu Christi vestigia ac placita proxime sequentes, vitam suam pro aliis voluntarie ac libere praebuerunt et hoc in proposito usque ad mortem perseveraverunt.

Omnibus compertum habetur heroicam vitae oblationem, caritate monitam ac fultam, Christi veram, plenam ac praestantissimam imitationem exprimere, quapropter ea digna est illa admiratione, quae fidelium communitas reservare illis solet, qui voluntarie vitam immolaverunt sanguinis martyrio occumbentes vel heroico in gradu christianas virtutes exercuerunt.

Faventi consilio a Congregatione de Causis Sanctorum edito, quae Plenaria in Sessione diei 27 mensis Septembris anno 2016 diligenter perscrutata est an huiusmodi christifideles beatificationis sint digni, has quae sequuntur statuimus normas servandas:

ARTICULUS I

Vitae oblatio nova facti species est itineris ad beatificationem et canonizationem, quae a specie super martyrio et super heroicitatem virtutum differt.

ARTICULUS II

Vitae oblatio, ut sit apta atque efficax ad Servi Dei beatificationem haec requirit:

a) libera ac voluntaria sui vitae oblatio et heroica propter caritatem certae ac tempore proximae mortis acceptio;

b) nexus inter vitae oblationem et praematuram mortem;

c) exercitium, saltem ordinario gradu, christianarum virtutum ante vitae oblationem et, deinceps, usque ad mortem;

d) exsistentia famae sanctitatis et signorum saltem post mortem;

e) necessitas miraculi, beatificationis intuitu, quod post Servi Dei mortem et per eiusdem intercessionem eveniat.

ARTICULUS III

Dioecesanae vel Eparchialis Inquisitionis celebratio una cum pertinenti Positione ad normam Apostolicae Constitutionis Divinus perfectionis Magister diei 25 mensis Ianuarii anno 1983 in Actis Apostolicae Sedis, volumine 75 (1983), 349-355 editae, et secundum Normas Servandas in inquisitionibus ab Episcopis faciendis in Causis Sanctorum diei 7 mensis Februarii eiusdem anni promulgatas in Actis Apostolicae Sedis, volumine 75 (1983), 396-403 editas, praeter sequentia, temperata est.

ARTICULUS IV

Positio super oblatione vitae ad dubium respondeat “An constet de heroica oblatione vitae usque ad mortem propter caritatem necnon de virtutibus christianis, saltem in gradu ordinario, in casu et ad effectum de quo agitur”.

ARTICULUS V

In articulis subscriptae Apostolicae Constitutionis haec sequentia innoventur:

Ad art. 1:

«Episcopis dioecesanis vel Hierarchis ceterisque in iure aequiparatis, intra fines suae iurisdictionis, sive ex officio, sive ad instantiam singulorum fidelium vel legitimorum coetuum eorumque procuratorum, ius competit inquirendi circa vitam, virtutes, vitae oblationem vel martyrium ac famam sanctitatis vel vitae oblationis vel martyrii, asserta miracula, necnon, si casus ferat, antiquum cultum Servi Dei, cuius canonizatio petitur».

Ad art. 2,5:

«Inquisitio de assertis miraculis ab inquisitione de virtutibus vel de vitae oblatione vel de martyrio separatim fiat».

Ad art. 7,1:

«Una cum externis cooperatoribus causis sibi commissis studere atque Positiones super virtutibus vel super vitae oblatione vel super martyrio parare».

Ad art. 13,2:

«Si Congressus iudicaverit causam instructam fuisse ad legis normas, statuet cuinam ex Relatoribus committenda sit; Relator vero una cum cooperatore externo Positionem super virtutibus vel super vitae oblatione vel super martyrio conficiet iuxta regulas artis criticae in hagiographia servandas».

ARTICULUS VI

In articulis supradictarum Normarum servandarum in inquisitionibus ab Episcopis faciendis in Causis Sanctorum haec innoventur:

Ad art. 7:

«Causa potest esse recentior aut antiqua; recentior dicitur, si martyrium vel virtutes vel vitae oblatio Servi Dei per orales depositiones testium de visu probari possunt; antiqua vero, cum probationes de martyrio vel de virtutibus vel de vitae oblatione dumtaxat ex fontibus scriptis erui possunt».

Ad art. 10,1°:

«In causis tam recentioribus quam antiquis, biographiam alicuius historici momenti de Servo Dei, si extat, vel, ea deficiente, accuratam relationem chronologice digestam de vita et gestis ipsius Servi Dei, de eius virtutibus vel vitae oblatione vel martyrio, de sanctitatis et signorum fama, non omissis iis quae ipsi causae contraria vel minus favorabilia videntur».

Ad art. 10,3°:

«In causis recentioribus tantum, elenchum personarum quae ad eruendam veritatem circa virtutes vel vitae oblationem vel martyrium Servi Dei, necnon circa sanctitatis vel signorum famam conferre possunt vel adversari».

Ad art. 15,a:

«Relatione accepta, Episcopus omnia usque ad illud tempus acquisita promotori iustitiae vel alii viro perito tradat, ut interrogatoria conficiat quae apta sint ad verum indagandum et inveniendum de Servi Dei vita, virtutibus vel vitae oblatione vel martyrio, fama sanctitatis vel vitae oblationis vel martyrii».

Ad art. 15,b:

«In causis antiquis vero interrogatoria dumtaxat famam sanctitatis vel vitae oblationis vel martyrii adhuc vigentem necnon, si casus ferat, cultum recentioribus temporibus Servo Dei praestitum respiciant».

Ad art. 19:

«Ad probandum martyrium vel virtutum exercitium vel vitae oblationem et signorum famam Servi Dei qui pertinuerit ad aliquod Institutum vitae consecratae, notabilis pars testium inductorum debent esse extranei, nisi, ob peculiarem Servi Dei vitam, id impossibile evadat».

Ad art. 32:

«Inquisitio super miraculis separatim instruenda est ab inquisitione super virtutibus vel vitae oblatione vel martyrio et fiat iuxta normas quae sequuntur».

Ad art. 36:

«De Servis Dei, quorum sanctitas vitae adhuc legitimo examini subiecta est, quaelibet sollemnia vel panegyricae orationes in ecclesiis prohibentur. Sed etiam extra ecclesiam abstinendum est ab iis actis quibus fideles induci possint ad falso putandum inquisitionem ab Episcopo factam de Servi Dei vita et virtutibus vel vitae oblatione vel martyrio certitudinem secum ferre futurae eiusdem Servi Dei canonizationis»

Haec omnia, quae his Apostolicis Litteris motu proprio statuimus, mandamus ut rite funditusque serventur, contrariis quibuscumque etiam speciali mentione dignis minime obstantibus et publici iuris fiant per editionem super actis diurnis scilicet “L’Osservatore Romano” et ab hoc ipso die vigere incipiant et deinceps in Actis Apostolicae Sedis referri mandamus.

Datum apud Sanctum Petrum, die XI mensis Iulii, anno Domini MMXVII, Pontificatus Nostri quinto.

FRANCISCUS

[01075-LA.01] [Testo originale: Italiano]

[B0484-XX.01]