Sala Stampa

www.vatican.va

Sala Stampa Back Top Print Pdf
Sala Stampa


Messaggio del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale in occasione della giornata dedicata alla Domenica del Mare, 09.07.2017


Messaggio

Traduzione in lingua francese

Traduzione in lingua inglese

Traduzione in lingua spagnola

In occasione della giornata dedicata alla Domenica del Mare, che ricorre quest’anno oggi, domenica 9 luglio 2017, il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale ha inviato ai cappellani, ai volontari, agli amici e ai sostenitori dell’Apostolato del Mare un Messaggio di augurio e gratitudine per il lavoro che essi svolgono. In particolare, il Messaggio richiama l’importanza della tutela dei diritti di quanti lavorano in mare, espressi nella Convenzione del Lavoro Marittimo del 2006, e annuncia il XXIV Congresso Mondiale dell’Apostolato del Mare, dedicato alla pesca e ai pescatori, che si terrà a Kaohsiung – Taiwan, nel mese di ottobre 2017.

Questo il testo del Messaggio a firma del Prefetto, Em.mo Card. Peter K.A. Turkson:

Messaggio

Cari cappellani, volontari, amici e sostenitori dell’Apostolato del Mare,

Nella nostra vita quotidiana, siamo continuamente circondati ed utilizziamo numerosi oggetti e prodotti che, in un determinato momento del loro viaggio, sono stati trasportati su navi. Ci risulta difficile immaginare dietro ad ognuno di questi oggetti i volti dei molti marittimi che hanno permesso di garantire una navigazione tranquilla affinché le navi potessero consegnare le loro merci nei porti.

La celebrazione della Domenica del Mare ci invita a riconoscere e ad esprimere la nostra gratitudine a questa forza lavoro composta da oltre 1 milione e mezzo di marittimi (la maggior parte dei quali proviene dai Paesi in via di sviluppo). Grazie al loro duro lavoro e ai loro sacrifici, la nostra vita è più confortevole in quanto essi trasportano, da un Paese all’altro attraverso gli oceani, circa il 90 per cento di ogni tipo di merci.

Benché il loro contributo sia essenziale per l'economia mondiale globale, molte sono le difficoltà e le sfide che queste persone devono affrontare e che influenzano la loro vita e la loro dignità. Vorrei qui ricordarne alcune.

Malgrado i grandi progressi raggiunti in campo tecnologico, che hanno migliorato la comunicazione tra i marittimi e i loro cari, i lunghi mesi passati lontano dalla famiglia continuano a rappresentare un enorme sacrificio, che spesso si ripercuote negativamente sulla vita familiare. Le madri restano da sole e sono costrette a svolgere molteplici ruoli nell’educazione dei figli che crescono con un padre sempre assente. È importante che nel nostro ministero pastorale prestiamo particolare attenzione alle famiglie dei marittimi favorendo e sostenendo la creazione di gruppi di mogli per aiuto e assistenza reciproca.

L'utilizzo dei social media permette ai membri dell'equipaggio di essere collegati con molte persone in tutto il mondo; essi però sono separati e isolati gli uni dagli altri, poiché a bordo ciascuno vive in un suo mondo virtuale in cui cerca rifugio durante i momenti liberi. La nostra funzione, specialmente durante le visite a bordo, è di cercare di creare una "connessione umana" e di rafforzare la "comunicazione umana" tra i membri dell’equipaggio per evitare la solitudine, l'isolamento e la depressione, tutti fattori che possono portare al suicidio che, secondo un recente studio pubblicato in Gran Bretagna dal P & I Club, risulta essere la causa principale di morte tra i marittimi.

L'inasprirsi della minaccia del terrorismo in tutto il mondo esige nuove misure di sicurezza che limitano ulteriormente, in alcuni porti, la possibilità che i marittimi scendano a terra e, talvolta, anche l'accesso alla nave da parte dei visitatori. Pur comprendendo da una parte la necessità di rendere i porti "un luogo sicuro" per le persone e le merci, dall'altra dobbiamo assicurarci che nessuno sia vittima di discriminazioni o che gli sia impedito di scendere a terra a motivo della nazionalità, della razza o della religione. Inoltre dobbiamo difendere il diritto fondamentale degli equipaggi ad avere "accesso a strutture e servizi a terra per salvaguardare il loro stato di salute e benessere" (MLC 2006, titolo 4, Regolamento 4,4).

Nonostante l'adozione e l'entrata in vigore nel mese di agosto 2013 della MLC 2006, che stabilisce i requisiti internazionali minimi dei diritti umani e lavorativi dei marittimi, esistono ancora troppi casi di equipaggi ingannati sul salario, sfruttati e vittime di abusi nel loro posto di lavoro, ingiustamente criminalizzati per incidenti marittimi e abbandonati in porti stranieri. Mentre è nostro dovere prestare tutta l'assistenza e il sostegno necessari agli equipaggi che subiscono privazioni e vivono difficoltà, invitiamo le autorità marittime a prestare maggiore attenzione e ad essere più vigilanti per prevenire gli abusi e riparare le ingiustizie.

Anche se la minaccia della pirateria sulle rotte marittime è diminuita rispetto ad alcuni anni fa, il pericolo di attacchi armati e di dirottamenti è ancora molto elevato in alcune aree geografiche. Invitiamo pertanto la comunità marittima a non abbassare la guardia e a mettere in atto tutte le misure necessarie per garantire la sicurezza e la protezione, non soltanto del carico, ma soprattutto degli equipaggi.

Infine, vorrei concentrare la nostra attenzione sulla pesca e sui pescatori, che saranno il tema del XXIV Congresso Mondiale che si terrà a Kaohsiung - Taiwan, nel prossimo mese di ottobre.

Come i marittimi, anche i pescatori trascorrono lunghi periodi in mare, spesso a bordo di navi da pesca che non sono in condizioni di navigare. Benché la loro professione sia considerata una delle più pericolose del mondo, i loro salari sono nettamente inferiori rispetto a quelli dei marittimi. Il settore della pesca è afflitto da casi di traffico di esseri umani e di lavoro forzato ed è soggetto alla pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (IUU).

Durante il Congresso, grazie agli interventi di oratori qualificati, cercheremo di prendere maggiormente consapevolezza e di prestare una più grande attenzione a questo tipo di questioni. Rafforzeremo inoltre il nostro network con l’intenzione di accrescere la cooperazione tra l'Apostolato del Mare delle diverse nazioni, metteremo in comune le nostre risorse e migliori pratiche per sviluppare competenze specifiche, in particolare nel settore della pesca.

Rinnovo il mio invito affinché a questo Congresso non partecipino soltanto degli esperti, ma il maggior numero possibile di cappellani e volontari, perché il settore della pesca e i pescatori sono una preoccupazione dell'Apostolato del Mare e non solo di coloro che vi sono personalmente coinvolti.

Per concludere, chiediamo a Maria, Stella Maris, di sostenere il nostro servizio e la nostra dedizione ai marittimi, ai pescatori e alle loro famiglie, e di proteggere tutto il popolo del mare affinché raggiunga il "porto sicuro" del cielo.

Cardinale Peter K.A. Turkson

Prefetto

[01070-IT.01] [Testo originale: Italiano]

Traduzione in lingua francese

Message pour le Dimanche de la Mer 2017

(9 juillet 2017)

Chers aumôniers, volontaires, amis et bienfaiteurs de l’Apostolat de la Mer,

Dans notre vie quotidienne, nous sommes entourés et nous utilisons de nombreux objets et produits qui, à un certain moment de leur voyage, ont été transportés sur des bateaux. Il nous est difficile d’imaginer les visages de tous les marins qui ont permis de garantir une navigation aisée pour que ces bateaux puissent décharger leurs marchandises dans les ports.

Le Dimanche de la Mer, nous sommes invités à reconnaître et à exprimer notre gratitude pour cette force de plus d’un million et demi de marins (dont la plupart proviennent des pays en voie de développement) qui, grâce à leur travail et à leurs sacrifices, rendent notre vie plus confortable en transportant, entre les nations, sur les mers et les océans, presque 90% des marchandises.

Ainsi, bien que leur contribution soit essentielle pour l’économie mondiale globale, nombreux sont les difficultés et les défis auxquels ces personnes doivent faire face et qui affectent leur vie et leur dignité. Je voudrais ici en rappeler quelques-uns.

En dépit de grands progrès technologiques, qui ont permis de faciliter les communications entre les marins et les personnes qui leur sont chères, les longs mois passés loin de leur famille constituent toujours un douloureux sacrifice, avec souvent des retombées négatives sur la vie familiale. Des mères sont seules et forcées de jouer des rôles multiples dans l’éducation des enfants en l’absence d’un père absent. Il est important, dans notre ministère pastoral, d’accorder une attention particulière aux familles des marins en lançant et en soutenant la création de groupes de femmes de marins pour favoriser une entraide et une assistance et mutuelles.

L’utilisation des réseaux sociaux peut, certes, permettre aux membres des équipages d’être connectés avec beaucoup de gens à travers le monde, mais déconnectés et isolés les uns des autres à bord, car chacun est isolé dans son monde virtuel où il cherche refuge durant ses moments libres. Notre fonction, spécialement au cours de nos visites à bord, est de tenter de créer une «connexion humaine» et de renforcer la «communication humaine» parmi les membres de l’équipage pour éviter la solitude, l’isolement et la dépression pouvant mener au suicide qui, selon une étude récente du P&I Club britannique, est la plus forte cause de mort des marins.

En raison de l’accroissement de la menace terroriste, de nouvelles mesures de sécurité constituent des limitations ultérieures dans certains ports, en empêchant la descente à terre des marins et, parfois même, l’accès aux navires des visiteurs en charge de leur bien-être. Bien que nous comprenions la nécessité de faire en sorte que les ports soient des «lieux sûrs» pour les gens et les marchandises, d’un autre côté nous devons nous assurer que personne ne subit de discriminations ni d’interdiction de descendre à terre à cause de sa nationalité, de sa race ou de sa religion et nous devons défendre les droits fondamentaux pour les équipages d’avoir « accès à des installations et services à terre afin d’assurer leur santé et leur bien-être ” (Convention sur le Travail Maritime (MLC 2006), Titre 4, Règle 4, 4).

Malgré l’adoption et l’entrée en vigueur, en août 2013 de la MLC 2006, qui fixe les exigences minimales internationales du droit humain et du travail des marins, il existe encore des cas trop nombreux d’équipages trompés sur leur salaire, exploités et victimes d’abus au travail, injustement accusés pour des accidents maritimes et abandonnés dans des ports étrangers. Tandis qu’il est de notre devoir de fournir toute l’assistance et tout le soutien nécessaires aux membres d’équipages qui subissent des privations et des difficultés, d’un autre côté nous aimerions appeler toutes les autorités maritimes à être plus vigilantes et attentives pour intervenir afin de prévenir les abus et de réparer les méfaits.

Bien que la menace des pirates aient diminué sur les routes maritimes par rapport à quelques années en arrière, les dangers d’attaques armées et de détournements sont toujours très élevés dans certaines aires géographiques. Nous souhaitons inviter la communauté maritime à ne pas baisser la garde et de développer toutes les mesures nécessaires pour garantir la sécurité et la protection, non seulement des cargaisons, mais surtout des équipages.

Enfin, je voudrais concentrer notre attention sur la pêche et les pêcheurs qui constitueront le thème du XXIVème Congrès mondial qui se déroulera à Kaohsiung (Taiwan) au mois d’octobre prochain.

En effet, alors que les pêcheurs passent de longues périodes en mer et naviguent souvent sur des bateaux de pêche qui sont dans des conditions de navigation désastreuses, et alors que leur profession est considérée comme l’une des plus dangereuses au monde, leurs salaires sont très bas et ils gagnent moins que les autres marins. Le secteur de la pêche est également frappé par des cas de trafic d’êtres humains et de travail forcé et il est sujet à la pêche illégale, non déclarée et non règlementée (IUU).

Durant le Congrès, grâce à des intervenants qualifiés, nous tâcherons de prendre davantage conscience et d’accorder une plus grande attention à ces questions particulières ; nous renforcerons notre réseau avec pour objectif d’accroître la coopération entre l’Apostolat de la Mer des différentes nations ; nous mettrons en commun nos ressources et nos meilleures pratiques pour développer nos compétences spécifiques, en particulier dans le secteur de la pêche.

Je renouvelle mon invitation pour que ce Congrès rassemble non seulement des experts, mais aussi le plus grand nombre possible d’aumôniers et de volontaires, car le secteur de la pêche et les pêcheurs sont une préoccupation de l’ensemble de l’Apostolat de la Mer et pas seulement de ceux qui y sont personnellement impliqués.

En conclusion, demandons à Marie, Étoile de la Mer, de soutenir notre service et notre dévouement en faveur des marins, des pêcheurs et de leurs familles, et de protéger tout le peuple de la mer pour qu’il arrive au «bon port» du paradis.

Cardinal Peter K.A. Turkson

Préfet

[01070-FR.01] [Texte original: Italien]

Traduzione in lingua inglese

Message for Sea Sunday 2017

(9th July 2017)

Dear chaplains, volunteers, friends and supporters of the Apostleship of the Sea,

In our daily lives, we are surrounded by and use many objects and products that at some stage of their journey towards us have been transported on vessels. It is difficult for us to imagine behind these objects the faces of the many seafarers who have secured a smooth sailing for the vessel to deliver these commodities to the port safely.

On Sea Sunday we are invited to recognize and express our gratitude to this force of more than 1.5 million seafarers, (the majority of them coming from developing countries), who with their hard work and sacrifices are making our life more comfortable by transporting, between nations and across the seven seas, almost 90 per cent of the goods.

Though their contribution is essential to the global world economy, many are the challenges experienced by these people and many are the difficulties affecting their life and dignity. Here, I would like to recall some:

In spite of the great progress in technology, which has improved communication between seafarers and their loved ones, the long months away from the family are still a huge sacrifice that often reflects negatively on family life. Mothers are left alone, forced to play multiple roles with children growing up with an absent father. It is important that in our pastoral ministry, we pay special attention to the families of seafarers by initiating and supporting the creation of seafarer’s wives groups to provide mutual care and assistance.

The use of social media allows the crew to be connected with many people around the world, but disconnected and isolated from each other on board because everyone is isolated in the virtual world in which is seeking refugee during free moments. Our function especially during visits on board is to try to create a “human connection” and strengthen the “human communication” among crewmembers to prevent loneliness, isolation and depression that could lead to suicide which, according to a recent UK P&I Club research, is the top cause of seafarers’ death.

Because of the increase of the threat of terrorism, new security measures are further restricting seafarers from going ashore in some ports, and sometimes even the access to the vessel on the part of welfare visitors. Notwithstanding that we understand the need of making the ports “a secure place” for people and the goods, on the other hand we must make sure that no one will be discriminated against and prevented to go ashore because of nationality, race or religion, and advocate for the fundamental right of the crews to “have access to shore-based facilities and services to secure their health and well-being” (MLC 2006, Title 4, Regulation 4,4).

In spite of the adoption and entry into force in August 2013 of the MLC 2006, which establishes the minimum international requirements of the human and labour right of seafarers, too many are still the cases of crews cheated out of their salary, exploited and abused in their work, unjustly criminalized for maritime accidents and abandoned in foreign ports. While it is our duty to provide all the necessary assistance and support to crews that are experiencing hardship and difficulties, on the other hand we would like to call on all the maritime authorities to be more vigilant and attentive in intervening to prevent abuses and redress any wrongdoing.

Even though the threat of piracy around maritime routes has decreased compared with a few years ago, the danger of armed attacks and hijackings is still very high in some geographical areas. We would like to invite the maritime community not to let down the guard and to implement all the necessary measures that will guarantee the safety and the protection not only of the cargo but most of all, of the crew.

Finally, I would like to focus our concerns on fishermen and fishing, which will be the focus of the XXIV World Congress which will be held in Kaohsiung – Taiwan this coming October.

Similar to seafarers, fishermen spend a long time at sea, often sail on fishing vessels that are not seaworthy, and their profession is considered one of the most dangerous in the world but they are entitled to lesser wages and benefits than those enjoyed by the seafarers. The fishing sector is plagued with cases of human trafficking and forced labour, and Illegal, Unreported and Unregulated (IUU) fishing.

During the Congress, with the assistance of qualified speakers, we will increase our awareness and attention to these particular issues; we will strengthen our network with the objective to increase cooperation between the Apostleship of the Sea of the different nations; we will share resources and best practices to develop specific skills, particularly in the fishing sector.

I renew my invitation that this Congress be attended not only by the experts, but also by the largest number of chaplains and volunteers, because fishing and fishermen are a concern of the Apostleship of the Sea and not only of those who are personally involved.

In conclusion, let us ask Mary, Star of the Sea, to sustain our service and dedication to seafarers, fishermen and their families and to protect all the people of the sea until they reach the “safe port” of heaven.

Cardinal Peter K.A. Turkson

Prefect

[01070-EN.01] [Original text: Italian]

Traduzione in lingua spagnola

Mensaje para el Domingo del Mar 2017

(9 de julio de 2017)

Queridos capellanes, voluntarios, amigos y bienhechores del Apostolado del Mar,

En nuestra vida cotidiana, empleamos y estamos constantemente rodeados de muchos objetos y productos que, en alguna fase de su travesía hacia nosotros, han sido transportados en barco. Nos resulta difícil imaginar que detrás de cada uno de estos objetos hay un rostro que pertenece a uno de los muchos marinos que han hecho todo lo posible para que el buque entregara, de forma segura, estas mercancías en el puerto.

En este Domingo del Mar se nos invita a reconocer y a expresar nuestro agradecimiento a esta fuerza laboral compuesta por más de 1,5 millones de marinos (que en su gran mayoría proceden de países en vías de desarrollo). Gracias a su duro trabajo y a los sacrificios que hacen, nuestra vida es más cómoda puesto que transportan, de un país a otro y por los siete mares, casi el 90% de las mercancías.

Aunque su aportación es esencial para la economía del mundo globalizado, son muchas las dificultades y los retos a los que se tienen que enfrentar estas personas y que afectan su vida y su dignidad. Me gustaría aquí recordar algunos:

A pesar de los grandes progresos alcanzados en ámbito tecnológico, que han mejorado la comunicación entre los marinos y sus seres queridos, los largos meses que viven alejados de la familia siguen siendo un enorme sacrificio que a menudo se repercute negativamente en la vida familiar. Las madres que se quedan solas tienen que ejercer funciones múltiples con niños que crecen con un padre siempre ausente. Es importante que en nuestro ministerio pastoral prestemos especial atención a las familias de los marinos, poniendo en marcha y respaldando la creación de grupos de apoyo para esposas de marinos al fin de proporcionar cuidado recíproco y asistencia.

El uso de las redes sociales le permite a la tripulación estar conectada con muchas personas en todo el mundo, pero a la vez, vivir desconectados y aislados los unos de los otros cuando están a bordo, porque cada uno vive aislado en el mundo virtual en el que busca refugio durante su tiempo libre. Nuestra función, especialmente durante las visitas a bordo, es la de intentar crear una “conexión humana” y fortalecer la “comunicación humana” entre los miembros de la tripulación para evitar la soledad, el aislamiento y la depresión, que podrían llevar al suicidio, que según un reciente estudio publicado en Gran Bretaña por el P&I Club es la principal causa de muerte entre la gente de mar.

La amenaza creciente que representa el terrorismo en todo el mundo exige nuevas medidas de seguridad que limitan aún más, en algunos puertos, la posibilidad de que los marinos puedan bajar a tierra y a veces, incluso, que los asistentes para el bienestar puedan subir al barco. Si bien comprendemos la necesidad de transformar los puertos en “un lugar seguro” para las personas y las mercancías, debemos también asegurarnos de que nadie sea víctima de discriminación o se le impida bajar a tierra por razones de nacionalidad, de raza o de religión, y debemos abogar por el derecho fundamental de las tripulaciones según el cual éstas deben tener acceso “a instalaciones y servicios en tierra que protejan su salud y su bienestar” (MLC 2006, Título 4, Regla 4,4).

A pesar de la adopción y entrada en vigor, en el mes de agosto de 2013, del MLC 2006, que establece los requisitos internacionales mínimos de los derechos humanos y laborales de la gente de mar, siguen siendo numerosos los casos de tripulaciones que han sido engañadas en cuanto a su salario, que son explotadas y maltratadas en su puesto de trabajo, criminalizadas injustamente por accidentes marítimos y abandonadas en puertos extranjeros. Si bien es nuestro deber prestar toda la asistencia y el apoyo necesario a las tripulaciones en apuros y que experimentan grandes dificultades, instamos también a todas las autoridades marítimas a velar con mayor atención e intervenir para prevenir abusos y reparar cualquier injusticia que éstas hayan podido padecer.

Aunque la amenaza de la piratería que afecta las rutas marítimas ha disminuido, en comparación con hace unos pocos años, el peligro de ataques y de secuestros armados sigue siendo muy elevado en algunas áreas geográficas. Deseamos invitar a la comunidad marítima a no bajar la guardia y a aplicar todas las medidas necesarias destinadas a garantizar la seguridad y la protección, no solo del cargamento sino, sobre todo, de la tripulación.

Por último, quisiera centrar nuestra atención en los pescadores y en la pesca, que serán el tema central del XXIV Congreso Mundial que se celebrará en Kaohsiung – Taiwán, el próximo mes de octubre.

Al igual que los marinos, los pescadores transcurren mucho tiempo en el mar, a menudo a bordo de pesqueros que no están en condiciones de navegar, por lo que su profesión es considerada una de las más peligrosas del mundo y sin embargo no gozan de los mismos derechos que los marinos, es decir, sueldos y beneficios netamente inferiores. El sector pesquero está plagado de casos de trata de seres humanos, de trabajo forzoso y de pesca ilegal, no declarada y no reglamentada (INDNR).

Durante el Congreso, gracias a la asistencia de oradores expertos, desarrollaremos nuestra concienciación y atención con respecto a este tipo de cuestiones; fortaleceremos nuestra red con el objetivo de incrementar la cooperación entre el Apostolado del Mar de las diferentes naciones; compartiremos recursos y mejores prácticas para desarrollar habilidades específicas, sobre todo en el sector pesquero.

Renuevo mi invitación a participar en este Congreso, no solo a los expertos, sino también al mayor número de capellanes y de voluntarios, porque la pesca y los pescadores son una preocupación del Apostolado del Mar y no solo de quienes están personalmente involucrados en este sector.

Para concluir, pidamos a María, Estrella del Mar, que apoye nuestro servicio y dedicación a los marinos, pescadores y a sus familias, y que proteja a toda la gente de mar hasta que lleguen al “puerto seguro” del cielo.

Cardenal Peter K.A. Turkson

Prefecto

[01070-ES.01] [Texto original: Italiano]

[B0481-XX.01]