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Lettera del Santo Padre Francesco ai giovani in occasione della presentazione del Documento Preparatorio della XV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, 13.01.2017


 

Lettera del Santo Padre

Traduzione in lingua francese

Traduzione in lingua inglese

Traduzione in lingua tedesca

Traduzione in lingua spagnola

Traduzione in lingua portoghese

Pubblichiamo di seguito la Lettera che il Santo Padre Francesco ha scritto ai giovani, in occasione della presentazione del Documento Preparatorio della XV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, in programma per l’ottobre 2018, sul tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”.

Lettera del Santo Padre

Lettera del Papa ai giovani
in occasione della presentazione del Documento Preparatorio
della XV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi

Carissimi giovani,

sono lieto di annunciarvi che nell’ottobre 2018 si celebrerà il Sinodo dei Vescovi sul tema «I giovani, la fede e il discernimento vocazionale». Ho voluto che foste voi al centro dell’attenzione perché vi porto nel cuore. Proprio oggi viene presentato il Documento Preparatorio, che affido anche a voi come “bussola” lungo questo cammino.

Mi vengono in mente le parole che Dio rivolse ad Abramo: «Vattene dalla tua terra, dalla tua parentela e dalla casa di tuo padre, verso la terra che io ti indicherò» (Gen 12,1). Queste parole sono oggi indirizzate anche a voi: sono parole di un Padre che vi invita a “uscire” per lanciarvi verso un futuro non conosciuto ma portatore di sicure realizzazioni, incontro al quale Egli stesso vi accompagna. Vi invito ad ascoltare la voce di Dio che risuona nei vostri cuori attraverso il soffio dello Spirito Santo.

Quando Dio disse ad Abramo «Vattene», che cosa voleva dirgli? Non certamente di fuggire dai suoi o dal mondo. Il suo fu un forte invito, una vocazione, affinché lasciasse tutto e andasse verso una terra nuova. Qual è per noi oggi questa terra nuova, se non una società più giusta e fraterna che voi desiderate profondamente e che volete costruire fino alle periferie del mondo?

Ma oggi, purtroppo, il «Vattene» assume anche un significato diverso. Quello della prevaricazione, dell’ingiustizia e della guerra. Molti giovani sono sottoposti al ricatto della violenza e costretti a fuggire dal loro paese natale. Il loro grido sale a Dio, come quello di Israele schiavo dell’oppressione del Faraone (cfr Es 2,23).

Desidero anche ricordarvi le parole che Gesù disse un giorno ai discepoli che gli chiedevano: «Rabbì […], dove dimori?». Egli rispose: «Venite e vedrete» (Gv 1,38-39). Anche a voi Gesù rivolge il suo sguardo e vi invita ad andare presso di lui. Carissimi giovani, avete incontrato questo sguardo? Avete udito questa voce? Avete sentito quest’impulso a mettervi in cammino? Sono sicuro che, sebbene il frastuono e lo stordimento sembrino regnare nel mondo, questa chiamata continua a risuonare nel vostro animo per aprirlo alla gioia piena. Ciò sarà possibile nella misura in cui, anche attraverso l’accompagnamento di guide esperte, saprete intraprendere un itinerario di discernimento per scoprire il progetto di Dio sulla vostra vita. Pure quando il vostro cammino è segnato dalla precarietà e dalla caduta, Dio ricco di misericordia tende la sua mano per rialzarvi.

A Cracovia, in apertura dell’ultima Giornata Mondiale della Gioventù, vi ho chiesto più volte: «Le cose si possono cambiare?». E voi avete gridato insieme un fragoroso «Sì». Quel grido nasce dal vostro cuore giovane che non sopporta l’ingiustizia e non può piegarsi alla cultura dello scarto, né cedere alla globalizzazione dell’indifferenza. Ascoltate quel grido che sale dal vostro intimo! Anche quando avvertite, come il profeta Geremia, l’inesperienza della vostra giovane età, Dio vi incoraggia ad andare dove Egli vi invia: «Non aver paura […] perché io sono con te per proteggerti» (Ger 1,8).

Un mondo migliore si costruisce anche grazie a voi, alla vostra voglia di cambiamento e alla vostra generosità. Non abbiate paura di ascoltare lo Spirito che vi suggerisce scelte audaci, non indugiate quando la coscienza vi chiede di rischiare per seguire il Maestro. Pure la Chiesa desidera mettersi in ascolto della vostra voce, della vostra sensibilità, della vostra fede; perfino dei vostri dubbi e delle vostre critiche. Fate sentire il vostro grido, lasciatelo risuonare nelle comunità e fatelo giungere ai pastori. San Benedetto raccomandava agli abati di consultare anche i giovani prima di ogni scelta importante, perché «spesso è proprio al più giovane che il Signore rivela la soluzione migliore» (Regola di San Benedetto III, 3).

Così, anche attraverso il cammino di questo Sinodo, io e i miei fratelli Vescovi vogliamo diventare ancor più «collaboratori della vostra gioia» (2 Cor 1,24). Vi affido a Maria di Nazareth, una giovane come voi a cui Dio ha rivolto il Suo sguardo amorevole, perché vi prenda per mano e vi guidi alla gioia di un «Eccomi» pieno e generoso (cfr Lc 1,38).

Con paterno affetto,

FRANCESCO

Dal Vaticano, 13 gennaio 2017

[00051-IT.01] [Testo originale: Italiano]

Traduzione in lingua francese

Lettre du Pape aux jeunes
à l’occasion de la présentation du Document Préparatoire
de la XV Assemblée Générale Ordinaire du Synode des Évêques

Chers jeunes,

j’ai la joie de vous annoncer qu’en octobre 2018 se célébrera le Synode des Évêques sur le thème «les jeunes, la foi et le discernement vocationnel». Je vous ai voulu au centre de l’attention parce que je vous porte dans mon cœur. Aujourd’hui même est présenté le Document Préparatoire, que je vous confie comme “boussole” tout au long de ce cheminement.

Me viennent à l’esprit les paroles que Dieu adressa à Abram: «quitte ton pays, ta parenté et la maison de ton père, pour le pays que je t'indiquerai» (Gn 12, 1). Ces paroles s’adressent aujourd’hui aussi à vous: ce sont les paroles d’un Père qui vous invite à “sortir” pour vous lancer vers un futur non connu mais porteur de réalisations certaines, vers lequel Lui-même vous accompagne. Je vous invite à écouter la voix de Dieu qui résonne dans vos cœurs à travers le souffle de l’Esprit Saint.

Quand Dieu dit à Abram «quitte!» que voulait-il lui dire? Certainement pas de s’éloigner des siens ou du monde. Ce fut une forte invitation, une provocation, afin qu’il laisse tout et aille vers une nouvelle terre. Quelle est pour nous aujourd’hui cette nouvelle terre, si ce n’est une société plus juste et fraternelle que vous désirez profondément et que vous voulez construire jusqu’aux périphéries du monde?

Mais aujourd’hui, malheureusement, «quitte!» revêt aussi un sens différent. Celui de la prévarication, de l’injustice et de la guerre. Parmi vous de nombreux jeunes sont soumis au chantage de la violence et contraints de fuir leur pays natal. Leur cri monte vers Dieu, comme celui d’Israël esclave de l’oppression du Pharaon (cf. Ex 2, 23).

Je souhaite aussi vous rappeler les paroles que Jésus dit un jour aux disciples qui lui demandaient: «Maître, où habites-tu?». Il répondit: «Venez et voyez» (Jn 1, 38-39). Vers vous aussi Jésus tourne son regard et vous invite à aller chez lui. Chers jeunes, avez-vous rencontré ce regard? Avez-vous entendu cette voix? Avez-vous ressenti cette ardeur à vous mettre en route? Je suis sûr que, même si le vacarme et la confusion, semble régner dans le monde, cet appel continue à résonner dans votre âme pour l’ouvrir à la joie complète. Ceci sera possible dans la mesure où, avec également l’accompagnement de guides experts, vous saurez entreprendre un itinéraire de discernement pour découvrir le projet de Dieu sur votre vie. Même quand votre parcours est marqué par la précarité et par la chute, Dieu riche en miséricorde, tend sa main pour vous relever.

À Cracovie, lors de l’ouverture de la dernière Journée Mondiale de la Jeunesse, à plusieurs reprises je vous ai demandé: «peut-on changer les choses?». Et vous avez crié ensemble un retentissant «oui!». Ce cri nait de votre cœur juvénile qui ne supporte pas l’injustice et ne peut se plier à la culture du déchet, ni céder à la globalisation de l’indifférence. Écoutez ce cri qui monte du plus profond de vous! Même quand ressentez, comme le prophète Jérémie, l’inexpérience due à votre jeunesse, Dieu vous encourage à aller là où Il vous envoie: «N'aie aucune crainte […] car je suis avec toi pour te délivrer» (Jr 1, 8).

Un monde meilleur se construit aussi grâce à vous, à votre désir de changement et à votre générosité. N’ayez pas peur d’écouter l’Esprit qui vous suggère des choix audacieux, ne temporisez pas quand la conscience vous demande d’oser pour suivre le Maître. L’Église même désire se mettre à l’écoute de votre voix, de votre sensibilité, de votre foi; voire de vos doutes et de vos critiques. Faites entendre votre cri, laissez-le résonner dans les communautés et faites-le arriver aux pasteurs. Saint Benoît recommandait aux abbés de consulter aussi les jeunes avant toute décision importante, parce que “souvent Dieu révèle à un plus jeune ce qui est meilleur” (Règle de Saint Benoît III, 3).

Ainsi, aussi par le cheminement de ce Synode, mes frères Évêques et moi-même nous voulons devenir encore plus les collaborateurs de votre joie (cf. 2 Co 1, 24). Je vous confie à Marie de Nazareth, une jeune comme vous vers qui Dieu a tourné son regard plein d’amour, pour qu’elle vous prenne par la main e vous guide à la joie d’un ”me voici!” total et généreux (cf. Lc 1, 38).

Avec mon affection paternelle,

FRANÇOIS

Du Vatican, le 13 janvier 2017

[00051-FR.01] [Texte original: Italien]

Traduzione in lingua inglese

Pope's Letter to Young People
on the Occasion of the Presentation of the Preparatory Document
of the XV Ordinary General Assembly of the Synod of Bishops

My Dear Young People,

I am pleased to announce that in October 2018 a Synod of Bishops will take place to treat the topic: “Young People, the Faith and Vocational Discernment.” I wanted you to be the centre of attention, because you are in my heart. Today, the Preparatory Document is being presented, a document which I am also entrusting to you as your “compass” on this synodal journey.

I am reminded of the words which God spoke to Abraham: “Go from your country and your kindred and your father's house to the land that I will show you.” (Gen 12.1). These words are now also addressed to you. They are words of a Father who invites you to “go”, to set out towards a future which is unknown but one which will surely lead to fulfilment, a future towards which He Himself accompanies you. I invite you to hear God's voice resounding in your heart through the breath of the Holy Spirit.

When God said to Abram, “Go!”, what did he want to say? He certainly did not say to distance himself from his family or withdraw from the world. Abram received a compelling invitation, a challenge, to leave everything and go to a new land. What is this “new land” for us today, if not a more just and friendly society which you, young people, deeply desire and wish to build to the very ends of the earth?

But unfortunately, today, “Go!” also has a different meaning, namely, that of abuse of power, injustice and war. Many among you are subjected to the real threat of violence and forced to flee their native land. Their cry goes up to God, like that of Israel, when the people were enslaved and oppressed by Pharaoh (cf. Ex 2:23).

I would also remind you of the words that Jesus once said to the disciples who asked him: “Teacher [...] where are you staying?” He replied, “Come and see” (Jn 1:38). Jesus looks at you and invites you to go with him. Dear young people, have you noticed this look towards you? Have you heard this voice? Have you felt this urge to undertake this journey? I am sure that, despite the noise and confusion seemingly prevalent in the world, this call continues to resonate in the depths of your heart so as to open it to joy in its fullness. This will be possible to the extent that, even with professional guides, you will learn how to undertake a journey of discernment to discover God's plan in your life. Even when the journey is uncertain and you fall, God, rich in mercy, will extend his hand to pick you up.

In Krakow, at the opening of the last World Youth Day, I asked you several times: “Can we change things?” And you shouted: “yes!”. That shout came from your young and youthful hearts, which do not tolerate injustice and cannot bow to a “throw-away culture” nor give in to the globalization of indifference. Listen to the cry arising from your inner selves! Even when you feel, like the prophet Jeremiah, the inexperience of youth, God encourages you to go where He sends you: “Do not be afraid, [...], because I am with you to deliver you” (Jer 1:8).

A better world can be built also as a result of your efforts, your desire to change and your generosity. Do not be afraid to listen to the Spirit who proposes bold choices; do not delay when your conscience asks you to take risks in following the Master. The Church also wishes to listen to your voice, your sensitivities and your faith; even your doubts and your criticism. Make your voice heard, let it resonate in communities and let it be heard by your shepherds of souls. St. Benedict urged the abbots to consult, even the young, before any important decision, because “the Lord often reveals to the younger what is best.” (Rule of St. Benedict, III, 3).

Such is the case, even in the journey of this Synod. My brother bishops and I want even more to “work with you for your joy” (2 Cor 1:24). I entrust you to Mary of Nazareth, a young person like yourselves, whom God beheld lovingly, so she might take your hand and guide you to the joy of fully and generously responding to God’s call with the words: “Here I am” (cf. Lk 1:38).

With paternal affection,

FRANCIS

Given at the Vatican, 13 January 2017

[00051-EN.01] [Original text: Italian]

Traduzione in lingua tedesca

Brief des Papstes an die Jugendlichen
anlässlich der Vorstellung des Vorbereitungsdokumentes
der XV. Ordentlichen Generalversammlung der Bischofssynode

Meine lieben Jugendlichen,

mit großer Freude darf ich Euch ankündigen, dass im Oktober 2018 eine Bischofssynode zum Thema «Die Jugendlichen, der Glaube und die Berufungsentscheidung» stattfinden wird. Ich wollte, dass Ihr im Zentrum des Interesses steht, da ich Euch im Herzen trage. Heute wird das Vorbereitungsdokument vorgestellt, das ich auch Euch als „Kompass“ auf diesem Weg anvertraue.

Mir kommen die Worte in den Sinn, die Gott an Abraham richtete: «Zieh weg aus deinem Land, von deiner Verwandtschaft und aus deinem Vaterhaus in das Land, das ich dir zeigen werde!» (Gen 12,1). Diese Worte sind heute auch an Euch gerichtet: Es sind Worte eines Vaters, der Euch einlädt, „hinauszugehen“, um Euch einer unbekannten Zukunft entgegenzuwerfen, die aber Träger sicherer Verwirklichungen ist und auf die hin Er selbst Euch begleiten wird. Ich lade Euch ein, auf die Stimme Gottes zu hören, die durch das Wehen des Heiligen Geistes in Euren Herzen wiederhallt.

Als Gott zu Abraham sagte «Zieh weg!», was wollte er ihm da sagen? Sicherlich nicht, dass er sich von den Seinen oder von der Welt fliehen sollte. An ihn erging eine gewaltige Einladung, eine Provokation, damit er alles verlasse und sich auf den Weg in ein neues Land mache. Welches ist für uns heute dieses neue Land, wenn nicht eine gerechtere und geschwisterlichere Welt, wie Ihr sie tief ersehnt und wie Ihr sie bis zu den Grenzen der Erde hin aufbauen wollt?

Heute aber nimmt das «Zieh weg!» leider auch eine andere Bedeutung an. Jene des Machtmissbrauchs, der Ungerechtigkeit und des Krieges. Viele von Euch Jugendlichen sind der Erpressung durch Gewalt ausgesetzt und gezwungen, aus ihrem Heimatland zu fliehen. Ihr Schrei steigt zu Gott auf wie jener der Israeliten, die Sklaven der Unterdrückung des Pharao waren (vgl. Ex 2,23).

Ich möchte Euch auch an die Worte erinnern, die Jesus eines Tages den Jüngern sagte, die ihn fragten: «Rabbi […], wo wohnst Du?» Er antwortete: «Kommt und seht» (vgl. Joh 1,38). Auch auf Euch richtet Jesus seinen Blick und lädt Euch ein, zu ihm zu kommen. Liebe Jugendlichen, hat Euch dieser Blick getroffen? Habt Ihr diese Stimme gehört? Habt Ihr diesen Impuls gespürt, Euch auf den Weg zu machen? Ich bin sicher: auch wenn in der Welt der Lärm und die Betäubung zu herrschen scheinen, klingt dieser Ruf noch immer in Eurer Seele, damit Ihr sie der Fülle der Freude öffnet. Dies wird in dem Maße möglich sein, in dem Ihr, auch durch die Begleitung erfahrener Führer, in der Lage seid, einen Weg der Unterscheidung zu gehen, um den Plan Gottes für Euer Leben zu entdecken. Wenn auch Euer Weg von der Vorläufigkeit und vom Fall gezeichnet ist, streckt Gott, der reich an Erbarmen ist, seine Hand aus, um Euch aufzuhelfen.

Bei der Eröffnung des letzten Weltjugendtages in Krakau habe ich Euch mehrfach gefragt: «Können sich die Dinge ändern?» Und Ihr habt gemeinsam ein lautes «Ja!» gerufen. Dieser Schrei entspringt Eurem jugendlichen Herzen, das die Ungerechtigkeit nicht erträgt und sich nicht der Wegwerfkultur beugen will, noch der Globalisierung der Gleichgültigkeit das Feld überlassen will. Hört auf diesen Schrei, der aus Eurem Inneren aufsteigt! Auch dann, wenn Ihr Euch, wie der Prophet Jeremia, der Unerfahrenheit Eures jugendlichen Altes bewusst werdet; Gott ermutigt Euch, dahin zu gehen, wohin Er Euch schickt: «Fürchte Dich nicht […]. Denn ich bin mit Dir, um Dich zu retten» (vgl. Jer 1,8).

Eine bessere Welt wird auch Dank Euch, Dank Eures Willens zur Veränderung und Dank Eurer Großzügigkeit, aufgebaut. Habt keine Angst, auf den Geist zu hören, der Euch zu mutigen Entscheidungen drängt, bleibt nicht stehen, wenn das Gewissen Euch einlädt, ein Risiko einzugehen, um dem Herrn zu folgen. Auch die Kirche möchte auf Eure Stimme hören, auf Eure Sensibilität, auf Euren Glauben, ja auch auf Eure Zweifel und Eure Kritik. Lasst Euren Schrei hören, lasst ihn in den Gemeinschaften erschallen und bis zu den Hirten gelangen. Der Hl. Benedikt empfahl den Äbten, vor jeder wichtigen Entscheidung auch die jungen Mönche zu hören, «weil der Herr oft einem Jüngeren offenbart, was das Bessere ist» (Regel des Hl. Benedikt III, 3).

Auf diese Weise wollen wir, meine Mitbrüder im Bischofsamt und ich, auch durch diesen synodalen Weg noch mehr «Mitarbeiter Eurer Freude» (2 Kor 1,24) werden. Ich vertraue Euch Maria von Nazareth an, einer Jugendlichen wie Ihr, auf die Gott seinen liebevollen Blick gerichtet hat. Er nehme Euch an der Hand und geleite Euch zu einem vollen und großzügigen «Ich bin bereit» (vgl. Lk 1,38).

Mit väterlicher Zuneigung

FRANZISKUS

Aus dem Vatikan, 13. Januar 2017

[00051-DE.01] [Originalsprache: Italienisch]

Traduzione in lingua spagnola

Carta del Papa a los jóvenes
con ocasión de la presentación del Documento Preparatorio
de la XV Asamblea General Ordinaria del Sínodo de los Obispos

Queridos jóvenes,

Tengo el agrado de anunciarles que en el mes de octubre del 2018 se celebrará el Sínodo de los Obispos sobre el tema «Los jóvenes, la fe y el discernimiento vocacional». He querido que ustedes ocupen el centro de la atención porque los llevo en el corazón. Precisamente hoy se presenta el Documento Preparatorio, que les ofrezco como una “guía” para este camino.

Me vienen a la memoria las palabras que Dios dirigió a Abrahán: «Vete de tu tierra, de tu patria y de la casa de tu padre a la tierra que yo te mostraré» (Gen 12,1). Estas palabras están dirigidas hoy también a ustedes: son las palabras de un Padre que los invita a “salir” para lanzarse hacia un futuro no conocido pero prometedor de seguras realizaciones, a cuyo encuentro Él mismo los acompaña. Los invito a escuchar la voz de Dios que resuena en el corazón de cada uno a través del soplo vital del Espíritu Santo.

Cuando Dios le dice a Abrahán «Vete», ¿qué quería decirle? Ciertamente no le pedía huir los suyos o del mundo. Su invitación fue una fuerte provocación para que dejase todo y se encaminase hacia una tierra nueva. Dicha tierra, ¿no es acaso para ustedes aquella sociedad más justa y fraterna que desean profundamente y que quieren construir hasta las periferias del mundo?

Sin embargo, hoy, la expresión «Vete» asume un significado diverso: el de la prevaricación, de la injusticia y de la guerra. Muchos jóvenes entre ustedes están sometidos al chantaje de la violencia y se ven obligados a huir de la tierra natal. El grito de ellos sube a Dios, como el de Israel esclavo de la opresión del Faraón (cfr. Es 2, 23).

Deseo también recordarles las palabras que Jesús dijo un día a los discípulos que le preguntaban: «Rabbí […] ¿dónde vives?». Él les respondió: «Venid y lo veréis» (Jn 1,38). También a ustedes Jesús dirige su mirada y los invita a ir hacia Él. ¿Han encontrado esta mirada, queridos jóvenes? ¿Han escuchado esta voz? ¿Han sentido este impulso a ponerse en camino? Estoy seguro que, si bien el ruido y el aturdimiento parecen reinar en el mundo, esta llamada continua a resonar en el corazón da cada uno para abrirlo a la alegría plena. Esto será posible en la medida en que, a través del acompañamiento de guías expertos, sabrán emprender un itinerario de discernimiento para descubrir el proyecto de Dios en la propia vida. Incluso cuando el camino se encuentre marcado por la precariedad y la caída, Dios, que es rico en misericordia, tenderá su mano para levantarlos.

En Cracovia, durante la apertura de la última Jornada Mundial de la Juventud, les pregunté varias veces: «Las cosas, ¿se pueden cambiar?». Y ustedes exclamaron juntos a gran voz «¡sí»”. Esa es una respuesta que nace de un corazón joven que no soporta la injusticia y no puede doblegarse a la cultura del descarte, ni ceder ante la globalización de la indiferencia. ¡Escuchen ese grito que viene de lo más íntimo! También cuando adviertan, como el profeta Jeremías, la inexperiencia propia de la joven edad, Dios los estimula a ir donde Él los envía: «No les tengas miedo, que contigo estoy para salvarte» (Jer 1,8).

Un mundo mejor se construye también gracias a ustedes, que siempre desean cambiar y ser generosos. No tengan miedo de escuchar al Espíritu que les sugiere opciones audaces, no pierdan tiempo cuando la conciencia les pida arriesgar para seguir al Maestro. También la Iglesia desea ponerse a la escucha de la voz, de la sensibilidad, de la fe de cada uno; así como también de las dudas y las críticas. Hagan sentir a todos el grito de ustedes, déjenlo resonar en las comunidades y háganlo llegar a los pastores. San Benito recomendaba a los abades consultar también a los jóvenes antes de cada decisión importante, porque «muchas veces el Señor revela al más joven lo que es mejor» (Regla de San Benito III, 3).

Así, también a través del camino de este Sínodo, yo y mis hermanos Obispos queremos contribuir cada vez más a vuestro gozo (cfr. 2 Cor 1,24). Los proteja María de Nazaret, una joven como ustedes a quien Dios ha dirigido su mirada amorosa, para que los tome de la mano y los guíe a la alegría de un ¡heme aquí! pleno y generoso (cfr. Lc 1,38).

Con paternal afecto,

FRANCISCO

Vaticano, 13 de enero de 2017

[00051-ES.01] [Texto original: Italiano]

Traduzione in lingua portoghese

Carta do Papa aos jovens
por ocasião da apresentação do Documento preparatório
para a XV Assembleia Geral Ordinária do Sínodo dos Bispos

Caríssimos jovens!

É-me grato anunciar-vos que em outubro de 2018 se celebrará o Sínodo dos Bispos sobre o tema «Os jovens, a fé e o discernimento vocacional». Eu quis que vós estivésseis no centro da atenção, porque vos trago no coração. Exatamente hoje é apresentado o Documento preparatório, que confio também a vós como «bússola» ao longo deste caminho.

Vêm-me à mente as palavras que Deus dirigiu a Abraão: «Sai da tua terra, deixa a tua família e a casa do teu pai, e vai para a terra que Eu te mostrar!» (Gn 12, 1). Hoje estas palavras são dirigidas também a vós: são palavras de um Pai que vos convida a «sair» a fim de vos lançardes em direção de um futuro desconhecido, mas portador de realizações seguras, ao encontro do qual Ele mesmo vos acompanha. Convido-vos a ouvir a voz de Deus que ressoa nos vossos corações através do sopro do Espírito Santo.

Quando Deus disse a Abraão «Sai!», o que é que lhe queria dizer? Certamente, não para fugir dos seus, nem do mundo. O seu foi um convite forte, uma provocação, a fim de que deixasse tudo e partisse para uma nova terra. Qual é para nós hoje esta nova terra, a não ser uma sociedade mais justa e fraterna, à qual vós aspirais profundamente e que desejais construir até às periferias do mundo?

Mas hoje, infelizmente, o «Sai!» adquire inclusive um significado diferente. O da prevaricação, da injustiça e da guerra. Muitos de vós, jovens, estão submetidos à chantagem da violência e são forçados a fugir da sua terra natal. O seu clamor sobe até Deus, como aquele de Israel, escravo da opressão do Faraó (cf. Êx 2, 23).

Desejo recordar-vos também as palavras que certo dia Jesus dirigiu aos discípulos, que lhe perguntavam: «Rabi, onde moras?». Ele respondeu: «Vinde e vede!» (cf. Jo 1, 38-39). Jesus dirige o seu olhar também a vós, convidando-vos a caminhar com Ele. Caríssimos jovens, encontrastes este olhar? Ouvistes esta voz? Sentistes este impulso a pôr-vos a caminho? Estou convicto de que, não obstante a confusão e o atordoamento deem a impressão de reinar no mundo, este apelo continua a ressoar no vosso espírito para o abrir à alegria completa. Isto será possível na medida em que, inclusive através do acompanhamento de guias especializados, souberdes empreender um itinerário de discernimento para descobrir o projeto de Deus na vossa vida. Mesmo quando o vosso caminho estiver marcado pela precariedade e pela queda, Deus rico de misericórdia estende a sua mão para vos erguer.

Na inauguração da última Jornada Mundial da Juventude, em Cracóvia, perguntei-vos várias vezes: «As coisas podem mudar?». E juntos, vós gritastes um «Sim!» retumbante. Aquele brado nasce do vosso jovem coração, que não suporta a injustiça e não pode submeter-se à cultura do descartável, nem ceder à globalização da indiferença. Escutai aquele clamor que provém do vosso íntimo! Mesmo quando sentirdes, como o profeta Jeremias, a inexperiência da vossa jovem idade, Deus encoraja-vos a ir para onde Ele vos envia: «Não deves ter [...] porque Eu estarei contigo para te libertar» (cf. Jr 1, 8).

Um mundo melhor constrói-se também graças a vós, ao vosso desejo de mudança e à vossa generosidade. Não tenhais medo de ouvir o Espírito que vos sugere escolhas audazes, não hesiteis quando a consciência vos pedir que arrisqueis para seguir o Mestre. Também a Igreja deseja colocar-se à escuta da vossa voz, da vossa sensibilidade, da vossa fé; até das vossas dúvidas e das vossas críticas. Fazei ouvir o vosso grito, deixai-o ressoar nas comunidades e fazei-o chegar aos pastores. São Bento recomendava aos abades que, antes de cada decisão importante, consultassem também os jovens porque «muitas vezes é exatamente ao mais jovem que o Senhor revela a melhor solução» (Regra de São Bento III, 3).

Assim, inclusive através do caminho deste Sínodo, eu e os meus irmãos Bispos queremos, ainda mais, «contribuir para a vossa alegria» (2 Cor 1, 24). Confio-vos a Maria de Nazaré, uma jovem como vós, à qual Deus dirigiu o seu olhar amoroso, a fim de que vos tome pela mão e vos guie para a alegria de um «Eis-me!» pleno e generoso (cf. Lc 1, 38).

Com afeto paterno,

FRANCISCO

Vaticano, 13 de janeiro de 2017.

[00051-PO.01] [Texto original: Italiano]

[B0022-XX.01]