Catechesi del Santo Padre in lingua italiana
Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue
L’Udienza Generale di questa mattina, l’ultima dell’anno 2016, si è svolta alle ore 10 nell’Aula Paolo VI dove il Santo Padre Francesco ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo.
Nel discorso in lingua italiana il Papa, continuando il nuovo ciclo di catechesi sul tema della speranza cristiana, ha incentrato la sua meditazione su Abramo, Padre nella fede e nella speranza (cfr Gen 15, 3-6 ).
Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre ha indirizzato particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.
L’Udienza Generale si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica.
Catechesi del Santo Padre in lingua italiana
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
San Paolo, nella Lettera ai Romani, ci ricorda la grande figura di Abramo, per indicarci la via della fede e della speranza. Di lui l’apostolo scrive: «Egli credette, saldo nella speranza contro ogni speranza, e così divenne padre di molti popoli» (Rm 4,18); “saldo nella speranza contro ogni speranza” Questo concetto è forte: anche quando non c’è speranza, io spero. È così il nostro padre Abramo. San Paolo si sta riferendo alla fede con cui Abramo credette alla parola di Dio che gli prometteva un figlio. Ma era davvero un fidarsi sperando “contro ogni speranza”, tanto era inverosimile quello che il Signore gli stava annunciando, perché egli era anziano - aveva quasi cento anni - e sua moglie era sterile. Non ci è riuscita! Ma lo ha detto Dio, e lui credette. Non c’era speranza umana perché lui era anziano e la moglie sterile: e lui credette.
Confidando in questa promessa, Abramo si mette in cammino, accetta di lasciare la sua terra e diventare straniero, sperando in questo “impossibile” figlio che Dio avrebbe dovuto donargli nonostante il grembo di Sara fosse ormai come morto. Abramo crede, la sua fede si apre a una speranza in apparenza irragionevole; essa è la capacità di andare al di là dei ragionamenti umani, della saggezza e della prudenza del mondo, al di là di ciò che è normalmente ritenuto buonsenso, per credere nell’impossibile. La speranza apre nuovi orizzonti, rende capaci di sognare ciò che non è neppure immaginabile. La speranza fa entrare nel buio di un futuro incerto per camminare nella luce. È bella la virtù della speranza; ci dà tanta forza per camminare nella vita.
Ma è un cammino difficile. E viene il momento, anche per Abramo, della crisi di sconforto. Si è fidato, ha lasciato la sua casa, la sua terra, i suoi amici, … Tutto. É partito, è arrivato nel paese che Dio gli aveva indicato, il tempo è passato. In quel tempo fare un viaggio così non era come oggi, con gli aerei - in poche ore si fa - ; ci volevano mesi, anni! Il tempo è passato, ma il figlio non viene, il grembo di Sara rimane chiuso nella sua sterilità.
E Abramo, non dico che perda la pazienza, ma si lamenta con il Signore. Anche questo impariamo dal nostro padre Abramo: lamentarsi con il Signore è un modo di pregare. Alle volte sento, quando confesso: “Mi sono lamentato con il Signore …”, ed [io rispondo]: “Ma no! Lamentati, Lui è padre!”. E questo è un modo di pregare: lamentati con il Signore, questo è buono. Abramo si lamenta con il Signore dicendo: «“Signore Dio, […] io me ne vado senza figli e l’erede della mia casa è Elièzer di Damasco” (Elièzer era quello che reggeva tutte le cose). Soggiunse Abram: “Ecco, a me non hai dato discendenza e un mio servo sarà mio erede”. Ed ecco, gli fu rivolta questa parola dal Signore: “Non sarà costui il tuo erede, ma uno nato da te sarà il tuo erede”. Poi lo fa uscire fuori, lo condusse e gli disse: “Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle”; e soggiunse: “Tale sarà la tua discendenza”. E Abramo un’altra volta credette al Signore, che glielo accreditò come giustizia» (Gen 15,2-6).
La scena si svolge di notte, fuori è buio, ma anche nel cuore di Abramo c’è il buio della delusione, dello scoraggiamento, della difficoltà nel continuare a sperare in qualcosa di impossibile. Ormai il patriarca è troppo avanti negli anni, sembra non ci sia più tempo per un figlio, e sarà un servo a subentrare ereditando tutto.
Abramo si sta rivolgendo al Signore, ma Dio, anche se è lì presente e parla con lui, è come se ormai si fosse allontanato, come se non avesse tenuto fede alla sua parola. Abramo si sente solo, è vecchio e stanco, la morte incombe. Come continuare a fidarsi?
Eppure, già questo suo lamentarsi è una forma di fede, è una preghiera. Nonostante tutto, Abramo continua a credere in Dio e a sperare che qualcosa ancora potrebbe accadere. Altrimenti, perché interpellare il Signore, lagnarsi con Lui, richiamarlo alle sue promesse? La fede non è solo silenzio che tutto accetta senza replicare, la speranza non è certezza che ti mette al sicuro dal dubbio e dalla perplessità. Ma tante volte, la speranza è buio; ma è lì la speranza … che ti porta avanti. Fede è anche lottare con Dio, mostrargli la nostra amarezza, senza “pie” finzioni. “Mi sono arrabbiato con Dio e gli ho detto questo, questo, questo, …” Ma Lui è padre, Lui ti ha capito: vai in pace! Bisogna avere questo coraggio! E questo è la speranza. E speranza è anche non avere paura di vedere la realtà per quello che è e accettarne le contraddizioni.
Abramo dunque, nella fede, si rivolge a Dio perché lo aiuti a continuare a sperare. È curioso, non chiese un figlio. Chiese: “Aiutami a continuare a sperare”, la preghiera di avere speranza. E il Signore risponde insistendo con la sua inverosimile promessa: non sarà un servo l’erede, ma proprio un figlio, nato da Abramo, generato da lui. Niente è cambiato, da parte di Dio. Egli continua a ribadire quello che già aveva detto, e non offre appigli ad Abramo, per sentirsi rassicurato. La sua unica sicurezza è fidarsi della parola del Signore e continuare a sperare.
E quel segno che Dio dona ad Abramo è una richiesta di continuare a credere e a sperare: «Guarda in cielo e conta le stelle […] Tale sarà la tua discendenza» (Gen 15,5). È ancora una promessa, è ancora qualcosa da aspettare per il futuro. Dio porta fuori Abramo dalla tenda, in realtà dalle sue visioni ristrette, e gli mostra le stelle. Per credere, è necessario saper vedere con gli occhi della fede; sono solo stelle, che tutti possono vedere, ma per Abramo devono diventare il segno della fedeltà di Dio.
È questa la fede, questo il cammino della speranza che ognuno di noi deve percorrere. Se anche a noi rimane come unica possibilità quella di guardare le stelle, allora è tempo di fidarci di Dio. Non c’è cosa più bella. La speranza non delude. Grazie.
[02075-IT.02] [Testo originale: Italiano]
Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue
In lingua francese
Speaker:
Frères et sœurs, nous rappelons aujourd’hui la grande figure d’Abraham qui crut «contre toute espérance» en la parole de Dieu qui lui promettait un fils. L’espérance est cette capacité de croire au-delà des raisonnements humains, de la sagesse et de la prudence du monde; de croire en l’impossible. Mais c’est un chemin difficile! Abraham crie son découragement et sa peine à garder confiance, afin que Dieu le soutienne dans son espérance. L’espérance n’est pas une certitude qui mettrait à l’abri du doute ou de la perplexité, elle ne dispense pas de voir la dure réalité, ni d’en accepter les contradictions. Dans la nuit Dieu maintient sa promesse et ne donne comme signe à Abraham que celui de lui demander de continuer à croire et à espérer. Il lui montre les étoiles du ciel, que tout le monde peut voir, mais Abraham y découvre, avec les yeux de la foi, le signe de la fidélité de Dieu.
Santo Padre:
Saluto cordialmente i pellegrini di lingua francese. Con voi rendo grazie al Signore per tutto ciò che egli ci ha donato nel corso di questo anno che si chiude. Vi auguro un santo e felice anno nuovo; con il soccorso della Vergine Maria, il Signore ci custodisca nella speranza della realizzazione delle sue promesse, fermi nella fede e sempre attenti ai bisogni dei nostri fratelli. Dio vi benedica!
Speaker:
Je salue cordialement les pèlerins de langue française.
Avec vous je rends grâce au Seigneur pour tout ce qu’il nous a donné au cours de cette année qui s’achève. Je vous souhaite une sainte et heureuse année 2017; qu’avec le secours de la Vierge Marie, le Seigneur nous garde dans l’espérance en la réalisation de ses promesses, fermes dans la foi et toujours attentifs aux besoins de nos frères.
Que Dieu vous bénisse!
[02076-FR.01] [Texte original: Français]
In lingua inglese
Speaker:
Dear Brothers and Sisters: Our continuing catechesis on Christian hope leads us in these Christmas days to consider the example of Abraham, who, as Saint Paul tells us, “hoped against hope” in God’s promises. Trusting in the Lord’s word that a son would be born to him, Abraham left his home for a new land. Although the fulfilment of God’s promise was long delayed and seemed to be impossible, Abraham continued to hope. Even his discouragement and complaints were a sign of his continuing trust in God. Abraham, our father in faith, shows us that sure trust in God’s word does not mean that we will not have moments of uncertainty, disappointment and bewilderment. It was at such a moment that God appeared to Abraham, called him forth from his tent and showed him the night sky shining with countless stars, assuring him that such would be the number of his descendents. Hope is always directed to the future, to the fulfilment of God’s promises. May the example of Abraham teach us not be afraid to go out from our own tents, our limited outlooks, and to lift our eyes to the stars.
Santo Padre:
Saluto i pellegrini di lingua inglese presenti all’odierna Udienza, specialmente quelli provenienti dal Bangladesh e dagli Stati Uniti d’America. A ciascuno di voi e alle vostre famiglie auguro di custodire la gioia di Natale, incontrando nella preghiera il Salvatore che desidera farsi vicino a tutti. Dio vi benedica!
Speaker:
I greet the English-speaking pilgrims and visitors taking part in today’s Audience, particularly those from Bangladesh and the United States of America. May each of you, and your families, cherish the joy of Christmas and draw near in prayer to the Saviour who has come to dwell among us. God bless you!
[02077-EN.01] [Original text: English]
In lingua tedesca
Speaker:
Liebe Brüder und Schwestern,
im Römerbrief stellt uns Paulus die Gestalt des Abrahams als Vater des Glaubens und der Hoffnung vor: „Gegen alle Hoffnung hat er voll Hoffnung geglaubt“ (Röm 4,18). Abraham vertraute auf Gottes Verheißung eines Sohnes und machte sich auf den Weg in ein unbekanntes Land. Denn die Hoffnung ist die Fähigkeit, über das menschliche Denken hinauszugehen. Sie eröffnet neue Horizonte und versetzt in die Lage, selbst Unvorstellbares zu träumen. Es ist aber ein schwieriger Weg. Auch Abraham erfuhr die Krise der Mutlosigkeit, das Dunkel der Enttäuschung, die Verzagtheit und das Gefühl, allein zu sein. Doch sein Klagen vor dem Herrn war schon eine Form des Glaubens. Trotz allem hoffte Abraham weiter auf Gott. Im Glauben wandte er sich an den Herrn, dass er ihm helfe, weiter zu hoffen. Glauben heißt nicht bloß still annehmen. Der Glaube ist auch ein Ringen mit Gott, und Hoffnung bedeutet auch, keine Angst davor zu haben, die Realität zu sehen. Das Zeichen, das Gott dem Abraham gab, war die Aufforderung, weiter zu glauben und zu hoffen. Gott führte ihn aus der Enge seiner Sicht heraus. Um zu glauben, ist es notwendig, mit den Augen des Glaubens zu sehen. So konnte Abraham die Sterne am Himmel als Zeichen der Treue Gottes erkennen. Diesen Weg der Hoffnung müssen auch wir gehen und uns stets Gott anvertrauen.
Santo Padre:
Sono lieto di accogliere i pellegrini di lingua tedesca. Questa è la nostra speranza natalizia: è nato per noi Gesù Cristo, il Salvatore, il Dio con noi; perciò non abbiamo paura dell’avvenire. Andiamo incontro al futuro, in comunione con Cristo! Vi auguro un buon tempo natalizio e un buon Anno nuovo.
Speaker:
Mit Freude heiße ich die Pilger deutscher Sprache willkommen. Das ist unsere weihnachtliche Hoffnung: Uns ist Jesus Christus geboren, der Retter, der Gott mit uns. Daher haben wir keine Angst vor der kommenden Zeit. Gehen wir gemeinsam mit Christus in die Zukunft! Ich wünsche euch eine gesegnete Weihnachtszeit und ein gutes neues Jahr.
[02078-DE.01] [Originalsprache: Deutsch]
In lingua spagnola
Queridos hermanos y hermanas
Abrahán es modelo de fe y de esperanza: «creyó, contra toda esperanza, que llegaría a ser padre de muchas naciones». Creyó en la palabra de Dios que sería padre, aun cuando pareciera imposible, porque él era anciano y su mujer estéril. Su fe se abrió a una esperanza que parecía absurda, pero así es la esperanza, sorprende y abre horizontes, nos hace soñar lo inimaginable, y lo realiza.
El desaliento y la frustración también llegaron a la vida de Abrahán. Él veía pasar el tiempo y la promesa hecha por Dios seguía sin cumplirse, aunque Dios ratificaba una y otra vez su promesa. A Abrahán lo único que le quedaba era confiar en la Palabra del Señor y seguir esperando.
Pero Dios le dio un signo y le dijo: «mira el cielo y cuenta las estrellas […] así será tu descendencia». Para creer, es necesario saber mirar con los ojos de la fe; a simple vista eran sólo estrellas, pero para Abrahán eran signo de la fidelidad de Dios.
Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española, en particular a los venidos de España y Latinoamérica. Los animo a confiar en el Señor, como lo hizo Abrahán, para que salgamos de nosotros y descubramos su promesa en cada signo y acontecimiento que nos toca vivir. Les deseo un año nuevo lleno de la gracia y la bendición de Dios.
[02079-ES.02] [Texto original: Español]
In lingua portoghese
Speaker:
Na vida de Abraão, podemos aprender o que é o caminho da fé e da esperança. Um dia ouvira o Senhor que o chamava a deixar a sua terra partindo para outra que lhe indicaria; ele obedece e parte para a Terra Prometida. Esta seria possuída pelos seus herdeiros; só que Abraão não tinha filhos, nem via possibilidade de os ter, pois ele era já idoso e Sara, sua esposa, estéril. A este propósito, escreve São Paulo na Carta aos Romanos: «Foi com uma esperança, para além do que se podia esperar, que Abraão acreditou e assim se tornou pai de muitos povos». A sua fé abre-se a uma esperança aparentemente não razoável, capaz de ir mais além dos raciocínios humanos, da sabedoria e prudência do mundo, da medida normal de bom senso, para crer no impossível. A esperança abre novos horizontes, permite sonhar até mesmo o inimaginável; faz entrar na escuridão de um futuro incerto para caminhar na luz. Mas é um caminho difícil! O próprio Abraão sentiu o peso da desilusão, do desânimo: o tempo passa, e o filho não vem. E lamenta-se com Deus. Mas também este lamento é uma forma de fé. Apesar de tudo, Abraão continua a crer em Deus e a esperar que algo possa ainda acontecer. Caso contrário, porquê interpelar o Senhor, lamentar-se com Ele, fazer apelo às suas promessas? A fé não é apenas silêncio que tudo aceita sem replicar; a esperança não dá uma certeza tal que te preserve de dúvidas e perplexidades. A fé é também lutar com Deus, mostrar-Lhe a nossa amargura sem piedosos fingimentos. E a esperança é também não ter medo de olhar a realidade como está e aceitar as suas contradições. Por isso Abraão, na sua fé, dirige-se a Deus, para que o ajude a continuar a esperar. Então Deus fá-lo sair da tenda e fixar o céu estrelado. E, onde olhos normais só veem estrelas, os olhos de Abraão vislumbram o sinal da fidelidade do Senhor.
Santo Padre:
Carissimi pellegrini di lingua portoghese, di cuore vi saluto tutti, augurandovi ogni consolazione e ogni grazia del Dio Bambino. Nei vostri cuori e sulle vostre famiglie e comunità, rifulga la luce del Salvatore, che ci rivela il volto tenero e misericordioso del Padre Celeste. Egli vi benedica con un sereno e felice Anno Nuovo!
Speaker:
Amados peregrinos de língua portuguesa, a minha cordial saudação para todos, desejando-vos todas as consolações e graças do Deus Menino. Nos vossos corações, famílias e comunidades, resplandeça a luz do Salvador, que nos revela o rosto terno e misericordioso do Pai do Céu. Ele vos abençoe com um Ano Novo sereno e feliz!
[02080-PO.01] [Texto original: Português]
In lingua araba
Speaker:
أيها الإخوة والأخوات الأعزاء، يُذكِّرنا القديس بولس في الرسالة إلى أهل روما بالصورة العظيمة لإبراهيم ليدلّنا على درب الإيمان والرجاء، ويشير إلى الإيمان الذي من خلاله آمن إبراهيم بكلمة الله الذي وعده بابن. وإذ وثق بهذا الوعد انطلق إبراهيم في المسيرة وقبِل أن يترك أرضه ويصبح غريبًا، يرجو في هذا الابن "المستحيل" الذي سيعطيه الله إياه. لقد آمن إبراهيم وإيمانه ينفتح على رجاء غير منطقيٍّ، فالرجاء يفتح آفاقًا جديدة ويجعلنا قادرين على أن نحلم بما لا يمكن تخيّله كما يُدخلنا أيضًا في ظلام مُستقبل غير أكيد لنسير في النور. لكنّها مسيرة صعبة. وتأتي، بالنسبة لإبراهيم أيضًا، مرحلة اليأس. لقد وثق وانطلق ووصل إلى البلد الذي أراه الله إيّاه ومرّ الوقت لكن الابن لم يأتِ وبقيت رحم سارة مغلقة في عقرها. فتذمّر إبراهيم إلى الرب لكنَّ تذمُّره هذا شكّل نوعًا من الإيمان. فبالرغم من كلّ شيء، هو يستمرُّ على الإيمان بالله وعلى الرجاء بأنَّ شيئًا آخر قد يحدث. فالإيمان هو أيضًا مواجهة مع الله نظهر له من خلالها مرارتنا بدون ادعاء. لذلك، يرجع إبراهيم إلى الله، في الإيمان، ليُساعده على الاستمرار في الرجاء. ويجيب الله مُصرًّا على وعده المستحيل: لن يكون الوارث عبدًا وإنما ابنا مولودًا من إبراهيم، وتلك العلامة التي أعطاها الله لإبراهيم هي طلب للثبات في الإيمان والرجاء: "اُنظُر إِلى السَّماء... هكذا يَكونُ نَسلُك". أيها الإخوة والأخوات الأعزاء، لكي نؤمن، من الضروريّ أن نتعلّم أن نرى بأعين الإيمان، إنها نجوم فقط، ولكن بالنسبة لإبراهيم ينبغي أن تصبح علامةً لأمانة الله. لذلك إن بقيت لنا نحن أيضًا الإمكانيّة الوحيدة للنظر إلى النجوم، يكون قد حان الوقت لنثق بالله.
Santo Padre:
Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua araba, in particolare a quelli provenienti dal Medio Oriente! Cari fratelli e sorelle, il Natale di Gesù è la festa della fiducia e della speranza perché Dio è con noi e si fida ancora di noi! Portiamo allora ai nostri fratelli la bella notizia che siamo amati immensamente e singolarmente da Dio, e irradiamo intorno a noi la gioia e la pace che quest’amore ci da! Il Signore vi benedica!
Speaker:
أُرحّبُ بالحجّاجِ الناطقينَ باللغةِ العربية، وخاصةً بالقادمينَ من الشرق الأوسط. أيّها الإخوةُ والأخواتُ الأعزّاء، ميلاد يسوع هو عيد الثقة والرجاء لأن الله معنا، ولا يزال يثق بنا! لنحمل إذًا إلى إخوتنا البشرى السارة بأن الله يحبنا فرديًّا وإلى أقصى الحدود، ولننشر من حولنا الفرح والسلام الذين يمنحنا إياهما هذا الحب! ليبارككُم الرب!
[02081-AR.01] [Testo originale: Arabo]
In lingua polacca
Kontynuując cykl katechez o nadziei, dziś zatrzymujemy się na postaci Abrahama. „On to – jak pisze św. Paweł Apostoł – wbrew nadziei uwierzył nadziei, że stanie się ojcem wielu narodów” (Rz 4, 18). On sam i jego żona Sara byli w podeszłym wieku, gdy Bóg dawał mu obietnicę ojcostwa. Ufając, że spełni się to, co po ludzku niemożliwe, pozostawił swój kraj i wyruszył w drogę ku nowym horyzontom. Opierając się na wierze, zawiesił ludzkie rozumowanie i mądrość tego świata.
Kiedy droga okazuje się trudna, a czas coraz bardziej ucieka, Abraham zaczyna tracić ufność. Przeżywając kryzys, prosi Boga, aby pomógł mu nadal wierzyć. Bóg zaś podtrzymuje jego wiarę, ponawiając obietnicę, że potomstwo jego będzie tak liczne jak gwiazdy na niebie. Wyprowadza go z namiotu, z jego ciasnych wizji, aby spojrzał na gwiazdy i oczyma duszy dojrzał w nich znak wierności Boga.
Taka jest wiara i droga nadziei, którą każdy z nas musi przebyć. Jeśli wydaje się, że pozostaje nam już tylko patrzenie w gwiazdy, to czas, aby zaufać Bogu.
Santo Padre:
Un cordiale saluto rivolgo ai pellegrini polacchi. In questo tempo natalizio ringrazio tutti degli auguri e delle preghiere per me e per il mio ministero, e chiedo a Dio che il mistero della nascita del suo Figlio tra noi sia per voi fonte di pace, di gioia e di ogni grazia di cui avete bisogno. La sua benedizione accompagni sempre voi, le vostre famiglie e comunità!
Speaker:
Serdeczne pozdrowienie kieruję do polskich pielgrzymów. W tym bożonarodzeniowym czasie dziękuję wszystkim z życzenia i za modlitwy w intencji mojej i mego posługiwania, i proszę Boga, aby tajemnica narodzenia Jego Syna pośród nas była dla was źródłem pokoju, radości i wszelkiej łaski, jakiej potrzebujecie. Jego błogosławieństwo niech stale towarzyszy wam, waszym rodzinom i wspólnotom!
[02082-PL.01] [Testo originale: Polacco]
In lingua italiana
Accolgo con la gioia del clima natalizio i cari pellegrini di lingua italiana. Saluto gli artisti e operatori del Golden Circus di Liana Orfei, e li ringrazio per la loro gradita esibizione. La bellezza sempre ci avvicina a Dio! Saluto i gruppi parrocchiali, particolarmente i fedeli di Supino e di Sant’Andrea delle Fratte in Roma, venuti con l’effigie della Madonna della Medaglia Miracolosa, che verrà esposta nella Basilica di San Pietro. In questo Tempo di Natale abbiamo davanti agli occhi il meraviglioso mistero di Gesù fanciullo e adolescente, che, come racconta l’evangelista Luca, “cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini” (2,52).
Mi è gradito porgere un saluto speciale ai giovani, ai malati e agli sposi novelli; io li chiamo i coraggiosi, perché ci vuole coraggio per sposarsi e farlo per tutta la vita: bravi! I Santi Innocenti martiri, che oggi ricordiamo, aiutino tutti ad essere forti nella fede, guardando al divino Bambino, che nel mistero del Natale si offre per l’intera umanità. Cari giovani, sappiate anche voi crescere come lui: obbedienti ai genitori e pronti a capire e a seguire la volontà del Padre che è nei cieli. Cari ammalati, vi auguro di scorgere, nella vivida luce di Betlemme, il senso della vostra sofferenza. Ed esorto voi, cari coraggiosi sposi novelli, a mantenere costanti, nel costruire la vostra famiglia, l’amore e la dedizione oltre ogni sacrificio, e a non finire la giornata senza fare la pace fra voi.
[02083-IT.02] [Testo originale: Italiano]
[B0937-XX.02]