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L’Udienza Generale, 19.10.2016


Catechesi del Santo Padre in lingua italiana

Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue

L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 10 in Piazza San Pietro dove il Santo Padre Francesco ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo.

Nel discorso in lingua italiana il Papa, continuando la catechesi sulla misericordia, ha incentrato la Sua meditazione sul tema: “Dar da mangiare agli affamati. Dar da bere agli assetati” (cfr. Gc 2, 14-17).

Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre ha indirizzato particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.

L’Udienza Generale si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica.

Catechesi del Santo Padre in lingua italiana

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Una delle conseguenze del cosiddetto “benessere” è quella di condurre le persone a chiudersi in sé stesse, rendendole insensibili alle esigenze degli altri. Si fa di tutto per illuderle presentando modelli di vita effimeri, che scompaiono dopo qualche anno, come se la nostra vita fosse una moda da seguire e da cambiare ad ogni stagione. Non è così. La realtà va accolta e affrontata per quello che è, e spesso ci fa incontrare situazioni di bisogno urgente. È per questo che, tra le opere di misericordia, si trova il richiamo alla fame e alla sete: dare da mangiare agli affamati – ce ne sono tanti oggi - e da bere agli assetati. Quante volte i media ci informano di popolazioni che soffrono la mancanza di cibo e di acqua, con gravi conseguenze specialmente per i bambini.

Di fronte a certe notizie e specialmente a certe immagini, l’opinione pubblica si sente toccata e partono di volta in volta campagne di aiuto per stimolare la solidarietà. Le donazioni si fanno generose e in questo modo si può contribuire ad alleviare la sofferenza di tanti. Questa forma di carità è importante, ma forse non ci coinvolge direttamente. Invece quando, andando per la strada, incrociamo una persona in necessità, oppure un povero viene a bussare alla porta di casa nostra, è molto diverso, perché non sono più davanti a un’immagine, ma veniamo coinvolti in prima persona. Non c’è più alcuna distanza tra me e lui o lei, e mi sento interpellato. La povertà in astratto non ci interpella, ma ci fa pensare, ci fa lamentare; ma quando vediamo la povertà nella carne di un uomo, di una donna, di un bambino, questo ci interpella! E perciò, quell’abitudine che noi abbiamo di sfuggire ai bisognosi, di non avvicinarci a loro, truccando un po’ la realtà dei bisognosi con le abitudini alla moda per allontanarci da essa. Non c’è più alcuna distanza tra me e il povero quando lo incrocio. In questi casi, qual è la mia reazione? Giro lo sguardo e passo oltre? Oppure mi fermo a parlare e mi interesso del suo stato? E se fai questo non mancherà qualcuno che dice: “Questo è pazzo perché parla con un povero!”. Vedo se posso accogliere in qualche modo quella persona o cerco di liberarmene al più presto? Ma forse essa chiede solo il necessario: qualcosa da mangiare e da bere. Pensiamo un momento: quante volte recitiamo il “Padre nostro”, eppure non facciamo veramente attenzione a quelle parole: “Dacci oggi il nostro pane quotidiano”.

Nella Bibbia, un Salmo dice che Dio è colui che «dà il cibo ad ogni vivente» (136,25). L’esperienza della fame è dura. Ne sa qualcosa chi ha vissuto periodi di guerra o di carestia. Eppure questa esperienza si ripete ogni giorno e convive accanto all’abbondanza e allo spreco. Sono sempre attuali le parole dell’apostolo Giacomo: «A che serve, fratelli miei, se uno dice di avere fede, ma non ha le opere? Quella fede può forse salvarlo?Se un fratello o una sorella sono senza vestiti e sprovvisti del cibo quotidiano e uno di voi dice loro: “Andatevene in pace, riscaldatevi e saziatevi”, ma non date loro il necessario per il corpo, a che cosa serve?Così anche la fede: se non è seguita dalle opere, in sé stessa è morta» (2,14-17) perché è incapace di fare opere, di fare carità, di amare. C’è sempre qualcuno che ha fame e sete e ha bisogno di me. Non posso delegare nessun altro. Questo povero ha bisogno di me, del mio aiuto, della mia parola, del mio impegno. Siamo tutti coinvolti in questo.

È anche l’insegnamento di quella pagina del Vangelo in cui Gesù, vedendo tanta gente che da ore lo seguiva, chiede ai suoi discepoli: «Dove possiamo comprare il pane perché costoro possano mangiare?» (Gv 6,5). E i discepoli rispondono: “È impossibile, è meglio che tu li congedi…”. Invece Gesù dice loro: “No. Date loro voi stessi da mangiare” (cfr Mc 14,16). Si fa dare i pochi pani e pesci che avevano con sé, li benedice, li spezza e li fa distribuire a tutti. È una lezione molto importante per noi. Ci dice che il poco che abbiamo, se lo affidiamo alle mani di Gesù e lo condividiamo con fede, diventa una ricchezza sovrabbondante.

Papa Benedetto XVI, nell’Enciclica Caritas in veritate, afferma: «Dar da mangiare agli affamati è un imperativo etico per la Chiesa universale. […] Il diritto all’alimentazione, così come quello all’acqua, rivestono un ruolo importante per il conseguimento di altri diritti. […] È necessario pertanto che maturi una coscienza solidale che conservi l’alimentazione e l’accesso all’acqua come diritti universali di tutti gli esseri umani, senza distinzioni né discriminazioni» (n. 27). Non dimentichiamo le parole di Gesù: «Io sono il pane della vita» (Gv 6,35) e «Chi ha sete venga a me» (Gv 7,37). Sono per tutti noi credenti una provocazione queste parole, una provocazione a riconoscere che, attraverso il dare da mangiare agli affamati e il dare da bere agli assetati, passa il nostro rapporto con Dio, un Dio che ha rivelato in Gesù il suo volto di misericordia.

[01660-IT.02] [Testo originale: Italiano]

Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue

In lingua francese

Speaker:

Frères et sœurs, une des conséquences de ce qu’on appelle le «bien être» est de conduire les personnes à se replier sur soi, les rendant insensibles aux besoins d’autrui. Parmi les œuvres de miséricorde se trouve le devoir de donner à manger à celui qui a faim et à boire à celui qui a soif. Il est certes important de participer aux campagnes de solidarité qui nous sont proposées. Cependant, cette forme de charité ne nous implique pas directement, comme lorsque nous rencontrons dans la rue une personne dans le besoin ou qu’un pauvre frappe à notre porte. Quelle est alors ma réaction? Est-ce que je détourne le regard ou bien est-ce que je m’intéresse à son état et prend le temps de lui parler? Si elle n’est pas suivie par les œuvres notre foi est morte. Alors que, chaque jour, à côté de l’abondance et du gaspillage se répète l’expérience de ceux qui ont faim, nous ne pouvons pas déléguer à d’autres: ce pauvre que je rencontre a besoin de moi, de mon aide, de ma parole et de mon engagement.

Santo-Padre:

Saluto cordialmente i pellegrini di lingua francese, in particolare i sacerdoti della Diocesi di Orléans, accompagnati da Mons. Jacques Blaquart, e gli altri fedeli venuti da Francia, Svizzera e Belgio. Cari fratelli, il poco che abbiamo, se lo rimettiamo nelle mani di Gesù condividendolo con gli altri nella fede, diventa una ricchezza sovrabbondante. Attraverso la nostra generosità, non temiamo di essere, per i nostri fratelli, la rivelazione della misericordia del Padre. Dio vi benedica!

Speaker:

Je salue cordialement les pèlerins de langue française, en particulier les prêtres du diocèse d’Orléans accompagné par Monseigneur Jacques Blaquart, et les autres personnes venus de France, de Suisse et de Belgique.

Chers frères, le peu que nous avons, si nous le remettons dans les mains de Jésus en le partageant aux autres avec foi, devient une richesse surabondante. Par notre générosité n’ayons pas peur d’être, pour nos frères, la révélation de la miséricorde du Père.

Que Dieu vous bénisse!

[01661-FR.01] [Texte original: Français]

In lingua inglese

Speaker:

Dear Brothers and Sisters: In our catechesis for this Holy Year of Mercy, we have reflected on God’s mercy and our own responsibility, as followers of Jesus, to be “merciful like the Father”. Among the corporal works of mercy, the first is that of feeding the hungry. Access to food and water is a basic human right, yet so many members of our human family, especially children, continue to suffer from hunger and thirst. While grateful for the generosity and solidarity shown in the case of many tragic situations worldwide, we must never forget that this work of mercy calls us to respond personally to concrete situations of need in our own lives. Saint James warns against ignoring the practical needs of our brothers and sisters, for faith without works is dead (Jas 2:14-17). In the miracle of the loaves and fishes, Jesus tells his disciples to provide food for the crowds, yet he shows them that, in sharing what they have, he will give it increase. Jesus himself is the bread of life, and he makes it clear that our relationship with the Father depends on the way we respond to the hunger and thirst of our brothers and sisters.

Santo Padre:

Saluto i pellegrini di lingua inglese presenti all’odierna Udienza, specialmente quelli provenienti da Inghilterra, Scozia, Irlanda, Danimarca, Finlandia, Paesi Bassi, Malta, Ghana, Uganda, Sud Africa, Indonesia, Cina, Singapore, Giappone, Filippine e Stati Uniti d’America. Con fervidi auguri che il presente Giubileo della Misericordia sia per voi e per le vostre famiglie un tempo di grazia e di rinnovamento spirituale, invoco su voi tutti la gioia e la pace del Signore Gesù!

Speaker:

I greet the English-speaking pilgrims and visitors taking part in today’s Audience, particularly those from England, Scotland, Ireland, Denmark, Finland, the Netherlands, Malta, Ghana, Uganda, South Africa, Indonesia, China, Singapore, Japan, the Philippines and the United States of America. With prayerful good wishes that the present Jubilee of Mercy will be a moment of grace and spiritual renewal for you and your families, I invoke upon all of you joy and peace in our Lord Jesus Christ.

[01662-EN.01] [Original text: English]

In lingua tedesca

 

Speaker:

Liebe Brüder und Schwestern, oft macht der Wohlstand blind für die anderen und ihre Sorgen. Als Christen dürfen wir nicht die Augen vor der Realität verschließen, dass viele Menschen Not leiden. Deswegen rufen uns die Werke der Barmherzigkeit dazu auf, Hungrige zu speisen und Dürstenden zu trinken zu geben. Es ist eine wichtige Form der Nächstenliebe, sich an Spendenaktionen gegen den Hunger in der Welt zu beteiligen. Was aber noch mehr zählt, ist, dass ich persönlich mich im täglichen Leben einsetze. Es geht um den konkreten Mitmenschen: Wie verhalte ich mich gegenüber dem Armen, der an meine Tür klopft oder dem ich auf der Straße begegne? Immer gibt es jemanden, der mich braucht, meine Hilfe, meinen Einsatz. Ich kann niemand anderen „delegieren“. Denn mein Glaube ist tot, wenn er keine Werke vorzuweisen hat (vgl. Jak 2,17). So gilt die Aufforderung Jesu an die Jünger auch uns heute: »Gebt ihr ihnen zu essen!« (Mt 14,16). Selbst das Wenige, das wir haben, wird, wenn wir es in die Hände Jesu legen und voll Glauben und Vertrauen teilen, zu einer überreichen Fülle. Machen wir uns neu bewusst, dass unsere Beziehung zu Gott über unsere Hingabe geht, den Hungrigen und Dürstenden zu essen und zu trinken zu geben.

Santo Padre:

Sono lieto di accogliere i pellegrini provenienti dai Paesi di lingua tedesca. Saluto in particolare la Corale della Cattedrale di Magonza e i numerosi giovani, allievi e ministranti, specialmente il folto gruppo del Liceo di Damme. Questo incontro con il Papa e con la Chiesa universale a Roma vi renda saldi nella testimonianza di Cristo, affinché la vostra fede sia sempre più operosa nella carità. Di cuore benedico voi e i vostri cari.

Speaker:

Mit Freude heiße ich die Pilger aus den Ländern deutscher Sprache willkommen. Insbesondere begrüße ich den Domchor der Kathedrale Mainz und die vielen Jugendlichen, Schüler und Ministranten, vor allem die große Gruppe des Gymnasiums Damme. Diese Begegnung mit dem Papst und mit der universalen Kirche hier in Rom mache euch stark in eurem Zeugnis für Christus, damit euer Glaube immer mehr in der Nächstenliebe tätig ist. Von Herzen segne ich euch und eure Lieben.

[01663-DE.01] [Originalsprache: Deutsch]

In lingua spagnola

 

Queridos hermanos y hermanas

Como hemos escuchado en la Carta de Santiago, hay situaciones de necesidad entre nosotros que requieren una respuesta inmediata y urgente, por ejemplo: dar de comer al hambriento, dar de beber al sediento; ambas son obras de misericordia corporales.

Es muy dura la experiencia del hambre y la sed, y desgraciadamente es una realidad actual y cercana a nosotros. Cada día encontramos personas que sufren estos males y necesitan de nuestra ayuda.

Jesús nos enseña a responder a estas necesidades con su ejemplo, y nos recuerda que «él es el pan de vida» y «quien tenga sed venga a mí». Él mandó a sus discípulos que dieran de comer a la multitud, pero ellos sólo tenían cinco panes y dos peces. Jesús pronunció sobre estos la bendición y los partió, y al distribuirlos, todos quedaron saciados. Su ejemplo nos interpela y nos anima a reconocer que cuando damos nuestro poco al hermano necesitado se hace presente la ternura y la misericordia de Dios.

Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española, en particular a los venidos de España y Latinoamérica. Los invito a salir al encuentro de las necesidades más básicas de los que encuentren a su camino, dando lo poco que tienen. Dios, a su vez, les corresponderá con su gracia y los colmará de una auténtica alegría. Muchas gracias.

[01664-ES.02] [Texto original: Español]

In lingua portoghese

Speaker:

Entre as obras de misericórdia, aparecem estas duas: dar de comer a quem tem fome e beber a quem tem sede. A experiência da fome é dura. Que o diga quem viveu períodos de guerra ou de carestia! E todavia esta experiência repete-se todos os dias, verificando-se, por vezes, mesmo ao lado da abundância e do desperdício. Uma das consequências do «bem-estar» é levar as pessoas a fecharem-se em si mesmas, tornando-se insensíveis às necessidades dos outros. Perante certas notícias e sobretudo certas imagens, a opinião pública sente-se interpelada e adere a campanhas de ajuda que visam estimular a solidariedade; esta frutifica em doações generosas, contribuindo assim para aliviar o sofrimento de muita gente. Tal forma de caridade é importante, mas talvez não nos toque e faça vibrar pessoalmente. Mas quando, seguindo pela estrada, nos cruzamos com uma pessoa necessitada, ou então quando um pobre bate à nossa porta, já o caso é diferente, porque à nossa frente não temos uma imagem, mas a pessoa real que nos interpela. Neste caso, qual é a minha reação? Viro a cara para o outro lado, finjo que não vejo e sigo pela minha estrada, ou paro a falar interessando-me pela situação daquela pessoa? Vejo se a posso socorrer de algum modo, ou procuro libertar-me o mais depressa possível? Talvez me peça apenas o necessário para viver: qualquer coisa para comer, para beber… Um pedido como este não deveria soar estranho aos nossos ouvidos, porque nós tantas vezes nos voltamos para o Pai do Céu dizendo-Lhe: «O pão nosso de cada dia nos dai hoje».

 

Santo Padre:

Carissimi pellegrini di lingua portoghese, vi saluto cordialmente tutti, con una menzione speciale per i gruppi parrocchiali di Mogi Guaçu e di Pereiras, augurandovi in quest’Anno Giubilare la grazia di fare esperienza della grande potenza della Misericordia, che ci fa entrare nel cuore di Dio e ci rende capaci di guardare il mondo con più bontà. Così Dio benedica voi e le vostre famiglie.

 

 

 

Speaker:

Queridos peregrinos de língua portuguesa, de coração vos saúdo a todos, nomeadamente aos grupos de Mogi Guaçu e de Pereiras, desejando-vos neste Ano Jubilar a graça de experimentar a grande força da Misericórdia, que nos faz entrar no coração de Deus e nos torna capazes de olhar o mundo com mais bondade. Assim Deus vos abençoe a vós e às vossas famílias.

[01665-PO.01] [Texto original: Português]

In lingua araba

Speaker:

أيّها الإخوة والأخوات الأعزّاء، إنّ إحدى تبعات ما يُسمّى بالـ "رفاهيّة" هي حمل الأشخاص على الإنغلاق على ذواتهم، جاعلة إيّاهم غير مهتمّين لاحتياجات الآخرين. لذلك ومن بين أعمال الرّحمة نجد التّذكير بالجوع والعطش: أن نُطعم الجائعين ونُسقي العِطاش. إزاء بعض الأخبار ولاسيّما بعض الصّور، يشعر الرأي العام بالتأثُّر وتنطلق بين مرّة وأخرى حملات مساعدة لتحفيز التّضامن. إنّ هذا الشّكل من أشكال المحبّة مهمّ، وإنما ربّما لا يطالنا بشكل مباشر. ولكن عندما نسير في دربنا ونلتقي بشخص معوز أو يأتي فقير ليقرع على باب بيتنا، يصبح الأمر مختلفًا لأنَّ الأمر أصبح يطالني بشكل شخصيّ. ما هي ردّة فعلي في هذه الحالات؟ هل أحوِّلُ نظري إلى الجهة الأخرى وأعبر؟ أم أتوقّف للتكلّم معه وأهتمُّ بحالته؟ في الكتاب المقدّس، يقول أحد المزامير إنّ الله هو الذي "يرزق كلّ حيٍّ طعامه". إنّ اختبار الجوع لقاسٍ، وقد عرفه من عايشه في فترات حرب أو مجاعة. ومع ذلك يتكرّر هذا الاختبار يوميًّا ويُقيم بالقرب من الوفرة والتّبذير. تبقى كلمات الرّسول يعقوب آنية على الدّوام: "ماذا يَنفعُ، يا إِخوَتي، أَن يَقولَ أَحَدٌ إِنَّه يُؤمِن، إِن لم يَعمَل؟ فالإيمان إِن لم يَقتَرِن بِالأَعمال كانَ مَيْتًا في حَدِّ ذاتِه". أيّها الإخوة والأخوات الأعزّاء، هناك على الدّوام شخص جائع وعطشان ويحتاج إليّ. لا يمكنني أن أُكلّف شخصًا آخرًا مكاني. هذا الفقير يحتاج إليّ وإلى مساعدتي وكلمتي وإلتزامي.

Santo Padre:

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua araba, in particolare a quelli provenienti dal Medio Oriente! Cari fratelli e sorelle, Gesù ci invita a fare spazio nel nostro cuore all’urgenza di «dare da mangiare agli affamati», condividere ciò che abbiamo con coloro che non hanno i mezzi per soddisfare un bisogno così primario, ci educa a quella carità che è un dono traboccante di passione per la vita dei poveri che il Signore ci fa incontrare. Il Signore vi benedica!

Speaker:

أُرحّبُ بالحجّاجِ الناطقينَ باللّغةِ العربيّة، وخاصّةً بالقادمينَ من الشّرق الأوسط. أيّها الإخوةُ والأخواتُ الأعزّاء، يدعونا يسوع لنفسح مكانًا في قلوبنا للضرورة المُلِحَّة "لإطعام الجياع"، إنّ مقاسمة ما نملكه مع الذين لا يملكون الوسائل الكفيلة بتلبية هذه الحاجة الأساسيّة، تُربّينا على تلك المحبّة التي هي عطيّة تفيض بالحماسة المُتّقدة لحياة الفقراء الذين يجعلنا الربّ نلتقي بهم. ليبارككُم الربّ!

[01666-AR.01] [Testo originale: Arabo]

In lingua polacca

Speaker:

Drodzy bracia i siostry, rozważamy dzisiaj uczynki miłosierdzia: głodnych nakarmić i spragnionych napoić. Media często informują nas o ludziach głodujących w różnych krajach i pozbawionych dostępu do wody. Podejmowane są kampanie pomocy, aby pobudzić świat do solidarności z nimi. Warto też pomyśleć o pomocy na rzecz potrzebujących, żyjących obok nas, których spotykamy na ulicy, lub pukających do naszych domów. Czy usiłujemy zaradzić ich potrzebom? Doświadczenie głodu jest trudne. Wiedzą o tym ludzie, którzy przeżyli czasy wojny i głodujący. Ewangeliczna scena rozmnożenia chlebów i ryb przez Pana Jezusa, które poleca uczniom podzielić dla wszystkich, przypomina nam, że to, co posiadamy, powierzone w ręce Boga i podzielone z wiarą, staje się obfitym darem. Niech dojrzewa w nas solidarna świadomość, uznająca pożywienie i dostęp do wody za powszechne prawo wszystkich ludzi, które nie dopuszcza różnic czy dyskryminacji. Pamiętajmy, że pełniąc uczynki miłosierdzia nawiązujemy prze nie więź i z potrzebującymi, i z Bogiem, który objawia w nich swoje oblicze.

Santo Padre:

Saluto cordialmente i pellegrini polacchi. Oggi la liturgia commemora il beato martire Don Popiełuszko. Egli si espose in prima persona a favore degli operai e delle loro famiglie, chiedendo giustizia e degne condizioni di vita, la libertà civile e religiosa della Patria. Le parole di san Paolo: “Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene” (Rm 12,21) sono state il motto della sua pastorale. Tali parole siano oggi anche per voi, per tutte le famiglie e il popolo polacco una sfida per costruire il giusto ordine sociale nella quotidianità alla ricerca del bene evangelico. Di cuore vi benedico.

Speaker:

Pozdrawiam pielgrzymów polskich. Dzisiaj w liturgii wspominamy błogosławionego męczennika, księdza (Jerzego) Popiełuszkę. Odważnie dopominał się w sprawie robotników i ich rodzin, domagając się sprawiedliwości, godziwych środków do życia, cywilnej i religijnej wolności Ojczyzny. Słowa św. Pawła: „Nie daj się zwyciężyć złu, ale zło dobrem zwyciężaj!” (Rz 12, 12), uczynił mottem swej pasterskiej posługi. Niech te słowa będą dzisiaj również dla was, dla waszych rodzin i narodu polskiego wezwaniem do budowania sprawiedliwego ładu społecznego, w codziennym poszukiwaniu ewangelicznego dobra. Zserca wam błogosławię.

[01667-PL.01] [Testo originale: Polacco]

In lingua neerlandese

Santo Padre:

Un cordiale benvenuto rivolgo ai pellegrini provenienti dai Paesi Bassi. Saluto in particolare i seminaristi dell’Arcidiocesi di Utrecht e delle Diocesi di Rotterdam e Breda, nonché i rappresentanti del Consiglio delle Chiese nei Paesi Bassi e il Grootkoor Holland. Accogliamo l’invito dell’Anno Santo della Misericordia a vivere una fede operosa nella carità rafforzando il nostro impegno verso i fratelli che sono nel bisogno. Il Signore vi benedica tutti.

Speaker:

Hartelijk welkom aan de pelgrims uit Nederland. In het bijzonder groet ik de seminaristen van het Aartsbisdom Utrecht en van de bisdommen Rotterdam en Breda, de vertegenwoordigers van de Raad van Kerken in Nederland en het Grootkoor Holland. Laten we ingaan op de uitnodiging van het Heilig Jaar van Barmhartigheid om het geloof actief te beleven in de naastenliefde en om onze inzet voor de broeders en zusters in nood te vergroten. De Heer zegene u allen.

[01669-AA.01] [Testo originale: Neerlandese]

In lingua slovacca

Santo Padre:

Saluto di cuore i pellegrini provenienti dalla Slovacchia, particolarmente i gruppi parrocchiali e la gioventù salesiana di Bratislava.

Fratelli e sorelle, domenica prossima celebreremo la Giornata Missionaria Mondiale, occasione preziosa per riflettere sull’urgenza dell’impegno missionario della Chiesa e di ciascun cristiano. Anche noi siamo chiamati ad evangelizzare nell’ambiente in cui viviamo e lavoriamo.

Con questi voti volentieri benedico voi e le vostre famiglie.

Sia lodato Gesù Cristo!

Speaker:

Zo srdca pozdravujem pútnikov zo Slovenska, osobitne farské skupiny a saleziánsku mládež z Bratislavy.

Bratia a sestry, budúcu nedeľu budeme sláviť Svetový deň misií. Je to vzácna príležitosť na uvažovanie o nutnosti misijného poslania Cirkvi i každého kresťana. Aj my sme povolaní evanjelizovať to prostredie, v ktorom žijeme a pracujeme.

S týmto želaním ochotne žehnám vás i vaše rodiny.

Pochválený buď Ježiš Kristus!

[01670-AA.01] [Testo originale: Slovacco]

In lingua italiana

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. Accolgo con gioia i fedeli della Diocesi di Caltagirone, con il Vescovo Mons. Calogero Peri, nella ricorrenza del bicentenario di fondazione; i cresimati della Diocesi di Faenza-Modigliana, accompagnati da Mons. Mario Toso; i partecipanti al Seminario promosso dall’Università della Santa Croce; i ragazzi dell’Azione Cattolica di Brindisi-Ostuni e i fedeli di Mistretta.

Saluto il pellegrinaggio delle Suore di San Giovanni Battista, qui convenute per la Canonizzazione di Sant’Alfonso Maria Fusco, ed auspico che il carisma del fondatore venga diffuso anche nell’odierna società. Saluto gli ufficiali dell’Accademia di Modena; la Fondazione Centro di creatività nazionale; l’Associazione Diversamente disabili e i partecipanti al Secondo Incontro Donne, Medio oriente e Mediterraneo.

Rivolgo infine un pensiero ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli. Oggi la liturgia fa memoria di San Paolo della Croce, sacerdote fondatore dei Passionisti: cari giovani, specialmente i ragazzi aderenti al Festival della Diplomazia, la meditazione della Passione di Gesù vi insegni la grandezza del suo amore per noi; cari ammalati, portate la vostra croce in unione con Cristo per avere sollievo nell’ora della prova; e voi, cari sposi novelli, dedicate del tempo alla preghiera, perché la vostra vita coniugale sia un cammino di perfezione cristiana.

[01668-IT.01] [Testo originale: Italiano]

[B0747-XX.02]